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Conferenze Permanenti Alta Velocità - 4ª Sessione “LO SCAVO: metodi, tecniche ed attrezzature nella progettazione e costruzione
della tratta Bologna-Firenze” Scarperia (Fi), 31 marzo 2000
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1. Generalità
Fig. 1: Produzioni mensili ottenute nello scavo di gallerie adottando i criteri di progetta-
zione e costruzione dell’approccio A.DE.CO.-RS.
Allora, se è vero che il modo di condurre lo scavo di una galleria determina non solo le condi-
zioni di stabilità a breve e a lungo termine della stessa e delle eventuali preesistenze limitrofe,
ma anche il valore e la linearità delle produzioni ottenibili, entrambi importanti obiettivi del
progettista di opere in sotterraneo, ne consegue che lo scavo e le modalità con cui questo
viene condotto sono elementi primari di progettazione e devono far parte integrante del pro-
getto di qualsiasi galleria.
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Fig. 2: Produzioni medie giornaliere ottenute nella costruzione delle gallerie per la nuova linea ferroviaria A.V. tra
Bologna e Firenze (approccio A.DE.CO.-RS).
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Dovendo parlare di progetto dello scavo di opere in sotterraneo, prima di addentrarsi ad illu-
strare i criteri di progettazione veri e propri, appare indispensabile chiarirsi le idee su quali
sono i fattori che influenzano lo scavo e sui quali il progettista può esercitare un efficace
controllo. Si tratta in particolare:
• degli interventi di riqualificazione del terreno;
• del sistema di abbattimento;
• delle fasi di scavo;
• della profilatura del fronte;
• della profondità degli sfondi;
• della cadenza d’avanzamento.
2.1 Gli interventi di riqualificazione del terreno occupano una posizione importante. Infatti,
l’abbattimento del terreno può avvenire in assenza o in presenza di questo tipo d’interventi e
ciò, oltre a essere determinante per l’efficacia dell’effetto arco che si produrrà al contorno
della cavità, si ripercuote marcatamente, in termini progettuali, anche sugli altri fattori che
influenzano lo scavo e che tra poco illustreremo.
Nel ricordare che gli interventi di riqualificazione sono di tipo:
• conservativo, quando il loro effetto primario e quello di contenere il decadimento della
tensione principale minore;
• migliorativo, quando agiscono principalmente incrementando le caratteristiche di resisten-
za al taglio del mezzo;
tra gli strumenti a disposizione del progettista che esercitano un effetto essenzialmente con-
servativo vale la pena menzionare:
• il consolidamento del nucleo d’avanzamento, per profondità non inferiori al diametro di
scavo, mediante elementi strutturali di vetroresina;
• la realizzazione in avanzamento, lungo il profilo di scavo, di ombrelli tronco-conici, costi-
tuiti dall’accostamento di colonne sub-orizzontali di terreno consolidato mediante jet-
grouting;
• la realizzazione in avanzamento, lungo il profilo di scavo, di tegoli di spritz-beton fibrorin-
forzato realizzati mediante pretaglio meccanico, utilizzando lo stesso pretaglio come cassa-
forma;
• la bullonatura radiale realizzata mediante bulloni ad ancoraggio puntuale;
Esercitano invece un effetto prevalentemente migliorativo:
• la realizzazione in avanzamento di ombrelli tronco-conici di terreno consolidato mediante
iniezioni tradizionali o per congelamento;
• la realizzazione in avanzamento di ombrelli tronco-conici di drenaggi, quando si è in pre-
senza di falda;
• la realizzazione, al contorno della cavità, di anelli di terreno armato mediante bulloni ad
aderenza continua.
2.2 Altro parametro caratterizzante lo scavo di una galleria, sul quale il progettista deve com-
piere la propria scelta con grande prudenza, sensibilità e oculatezza, è il sistema di abbatti-
mento che può essere meccanizzato o tradizionale.
Qui le possibilità di scelta sono davvero ampie. Anche volendo restringere il concetto di
scavo meccanizzato a quei soli sistemi in cui tutte le fasi realizzative dell’opera sotterranea,
dall’abbattimento del terreno alla realizzazione del rivestimento definitivo vengono eseguite
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in sequenza da una macchina, come in un’unica grande catena di montaggio, il progettista può
disporre di:
• frese da roccia ad attacco integrale aperte o scudate, a scudo singolo e doppio;
• scudi semplici, a lame, ad aria compressa, hydroshield, EPB, mixshield.
In tema di abbattimento tradizionale la scelta non è meno vasta. Si va dallo scavo eseguito
mediante l’impiego di esplosivi all’abbattimento meccanico, che in funzione del tipo di terre-
no può essere operato con frese ad attacco puntuale, martelloni demolitori, ripper, pale mec-
caniche di varia foggia e, in casi particolari e limitati, mediante rocksplitter o agenti demolito-
ri non esplosivi (Bristar, Cardox, ecc.).
La scelta del sistema di abbattimento è principalmente funzione del tipo di terreno in gioco,
delle sue caratteristiche fisiche e meccaniche, della sua omogeneità, degli stati tensionali e
della geometria della sezione.
Benché la complessa e generalmente scadente geologia della penisola italiana abbia favorito
lo sviluppo delle tecniche d’abbattimento tradizionali a scapito di quelle meccanizzate, negli
ultimi anni, grazie alla disponibilità sul mercato di macchine ad attacco integrale assai più
flessibili ed affidabili di un tempo, in grado di garantire buone prestazioni anche in terreni
soffici, questo tipo di scavo è in crescente evoluzione anche nel nostro Paese. In particolare, si
è dimostrato vantaggioso soprattutto:
• come mezzo d’indagine, nella realizzazione di fori pilota di piccolo diametro lungo l’asse
delle gallerie da realizzare (analisi dei parametri di funzionamento della fresa secondo il
“Metodo RS”);
• in sostituzione delle tecniche tradizionali, nella costruzione di gallerie sotto ridotte coper-
ture, specie in ambito urbano, dove l’esigenza di limitare e controllare le subsidenze, velo-
cizzare i tempi esecutivi, sottopassare in sicurezza le fondazioni degli edifici, i sottoservizi
e le preesistenze in genere pone le condizioni più adatte allo scavo meccanizzato perché
possa dispiegare tutte le proprie potenzialità.
Nel ricordare che esso ha il proprio punto di forza nella velocità e nella continuità realizzati-
va, condizioni che permettono di conseguire risparmi notevoli, in termini di tempi e costi,
rispetto allo scavo tradizionale, è importante sottolineare come, conseguentemente, lo scavo
meccanizzato sia destinato al fallimento in caso di fermi macchina prolungati e ripetuti. Per
questo motivo, il progetto di un’opera in sotterraneo da realizzare con scavo meccanizzato
dev’essere caratterizzato da un livello qualitativo più elevato di quello, già auspicabilmente
notevole, di un’opera da realizzare con tecniche di scavo tradizionali. In particolare, la possi-
bilità di affrontare lo scavo con tecniche meccanizzate si dovrebbe valutare già in sede di
progetto di fattibilità e la decisione dovrebbe scaturire da approfondite valutazioni di rischio e
da analisi di confronto costi/benefici tra scavo meccanizzato e scavo tradizionale. A questo
scopo è indispensabile poter disporre di indagini preventive geologiche-stratigrafiche, geo-
strutturali, idrogeologiche, geotecniche-geomeccaniche estremamente accurate e in numero
tale da minimizzare, da un lato, i rischi da “imprevisto” e consentire, dall’altro lato, una pon-
derata scelta della macchina che, come noto, è un elemento determinante per il successo del
lavoro. Essa è fortemente condizionata, oltre che dalle dimensioni della sezione di scavo,
dalle caratteristiche fisiche, chimiche, geotecniche e geomeccaniche dei terreni da affrontare,
nonché dalle condizioni di stabilità intrinseca del fronte e del cavo anche in relazione
all’eventuale presenza di acqua.
2.3 La scelta delle fasi di scavo ha un’enorme influenza sia nei riguardi della stabilità
dell’opera (specialmente in fase costruttiva, ma anche a più lungo termine) sia nei riguardi
della velocità d’avanzamento (produzione) che sarà possibile sviluppare.
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Nel ricordare che lo scavo può essere condotto a piena sezione, a mezza sezione o previa
parzializzazione spinta, è interessante evidenziare come gli orientamenti più recenti privilegi-
no, ogni volta che è possibile (quindi quasi sempre se si escludono le gallerie di forma e
dimensioni inusuali), lo scavo a piena sezione, anche e soprattutto nei terreni e nelle condi-
zioni tenso-deformative più difficili. In passato, in situazioni complesse, il metodo costruttivo
con cunicoli laterali e getto anticipato dei piedritti occupava un’importante posizione. Oggi
non è più molto diffuso a causa delle anguste condizioni di lavoro nei cunicoli, che si tradu-
cono in ridotte velocità d’avanzamento, che nei casi migliori non sono mai superiori a 1 m/g.
Anche l’avanzamento a mezza sezione, pur consentendo un maggior grado di meccanizzazio-
ne dal momento che l’altezza della galleria di calotta è in genere di 4,5 m o più, non gode più
dei favori di un tempo, in quanto, oltre a non dare comunque garanzie sulla stabilità del fronte
di scavo senza adeguati interventi, generalmente pone seri problemi statici all’atto
dell’apertura dello strozzo.
Lo scavo a piena sezione, a prima vista paradossale nelle situazioni più difficili per la poten-
ziale instabilità del fronte di scavo, la cui altezza raggiunge anche i 9÷12 m, invece si rivela
spesso assai affidabile e performante, purché si assicuri la stabilità di quest’ultimo (l’unica
zona critica con questo tipo d’avanzamento) con opportuni interventi di consolidamento.
Grazie ai vantaggi statici che gli sono propri e alla meccanizzazione spinta che è possibile
realizzare nei grandi spazi di lavoro disponibili, l’impiego dello scavo a piena sezione permet-
te sovente di avanzare in condizioni di sicurezza eccellenti e di conseguire produzioni fuori
dalla portata di altri metodi.
2.4 La profilatura del fronte di scavo è un altro fattore su cui il progettista può esercitare il
proprio controllo. A questo scopo egli dovrà decidere se il tipo di terreno e le condizioni
tenso-deformative in gioco consentiranno di operare in sicurezza senza adottare particolari
accorgimenti riguardo alla forma del fronte o se, al contrario, sia indispensabile profilarne la
parete a forma concava per agevolare la formazione, in senso longitudinale, dell’effetto arco
necessario per minimizzare i movimenti estrusivi e garantire la sicurezza delle lavorazioni in
sua prossimità.
2.5 La profondità degli sfondi può variare dal mezzo metro a diversi metri ed è funzione del
tipo di terreno, della sua omogeneità, dell’intensità degli stati tensionali in gioco, della pre-
senza o meno d’interventi di riqualificazione del terreno, del sistema di abbattimento impiega-
to.
Le tabelle che seguono forniscono alcuni criteri che possono tornar utili, se ci si è orientati
verso lo scavo di tipo tradizionale, per guidare la scelta dei parametri che più lo caratterizzano
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[i valori della profondità degli sfondi e della cadenza d’avanzamento sono riferiti a gallerie di
diametro corrente (12÷13 m)].
TABELLA “A”
PARAMETRO CATEGORIA DI COMPORTAMENTO (A.DE.CO.-RS)
A B C
Interventi sistematici mai talvolta sempre
di riqualificazione
Concavità del fronte consigliabile imperativa imperativa
Profondità sfondi [m] 2,5 ÷ 5 1 ÷ 2,5 ≤ 1,5
Cadenza avanzamen- >5 1,5 ÷ 5 1,5 ÷ 3
to [m/g]
TABELLA “B”
PARAMETRO RESISTENZA DELLA MATRICE [MPa]
<3 3 ÷ 20 > 20
Sistema ripper martellone esplosivo
d’abbattimento frese ad attacco puntuale2
2
utilizzabili solo in gallerie di piccola-media sezione
3. Il progetto dello scavo per le gallerie di linea del nuovo collegamento ferroviario ad alta
velocità tra Bologna e Firenze
Per realizzare il nuovo collegamento ferroviario ad alta velocità tra Bologna e Firenze saran-
no scavati oltre 12 milioni di metri cubi di terreno, per lo più di qualità assai eterogenea, in
condizioni tenso-deformative spesso difficili e talvolta attraverso importanti orizzonti acqui-
feri. Alcune formazioni presentano anche il problema della presenza di gas, sempre insidioso
e delicato da affrontare.
Al momento dello studio di diagnosi si era evidenziato che il 27% del tracciato si sarebbe
sviluppato entro ammassi che, all’atto dello scavo, sarebbero stati sollecitati in campo elasti-
co, il 53% sarebbe stato prevedibilmente interessato da fenomeni deformativi in campo ela-
stoplastico, che avrebbero richiesto interventi immediati di contenimento al contorno del
cavo, infine il 20% circa del tracciato sarebbe stato caratterizzato da fenomeni d’instabilità
evidenti già al fronte di scavo, risolvibili operando a monte del fronte stesso con opportuni
interventi di riqualificazione del terreno, atti a riportare artificialmente la situazione verso la
stabilità.
A fronte di questa situazione si è scartata subito l’ipotesi di adottare tecnologie di scavo mec-
canizzato, preferendo il più flessibile scavo tradizionale, mediante esplosivo o meccanico.
Eccezion fatta per casi particolari come il camerone di San Pellegrino, dove le grandi dimen-
sione della sezione, la particolare morfologia del versante e la fratturazione dell’ammasso
vicino all’imbocco hanno consigliato l’adozione di un attacco su tre cunicoli separati, per tutti
gli altri casi si è deciso, in accordo ai più recenti orientamenti teorizzati dall’A.DE.CO.-RS, di
adottare sistematicamente un avanzamento a piena sezione, consolidando il fronte di scavo
ove necessario, onde conseguire i vantaggi in termini statici ed economici evidenziati già in
numerose altre occasioni da questo tipo di approccio.
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Le scelte inerenti alla fase di terapia (sezioni tipo e parametri caratteristici dello scavo) si
sono quindi completate come segue, in funzione dei diversi tipi di terreno e del comportamen-
to tenso-deformativo previsto in fase di diagnosi.
TABELLA “C”
CATEGORIA SEZ. PARAMETRI DELLO
FORMAZIONE GALLERIA σC DI H2O TIPO SCAVO
[MPa] COMPORTAMENTO PREV Interv. Sistema Sfondo Prod.
(A.DE.CO.-RS) . riqualif. abbatt. [m] [m/g]
Pliocene Intrapp.
Superiore [EpS] Pianoro Sud 12 B B0, B2 martell. 1,5 3
Marne di Bisman- Monte Bibele
tova [EmB]
30 A Ab, Ac esplosiv. 4,5÷5 5
Nord
Flysh di Monghido- Monte Bibele
ro [LaM]
8 B B0, B2 martell. 1÷2,5 1,5
Sud
Complesso Caotico Raticosa C4R,
[LC]
2 C sì ripper 1,2 1,5
Nord C4V
Marnoso-Arenacea Firenzuola
[RMA]
40 A sì Ab, Ac drenaggi esplosiv. 2,5÷5 2
da Rovigo
Argille del Bacino Firenzuola C1,
del Mugello [aBM] da S. Giorgio
2 C sì sì ripper 1÷1,2 1,5
C4R
Formazione di
Monte Morello Vaglia 30 A Ac esplosiv. 2,5÷5 6÷7
[ScM]
lone, con sfondi massimi di 2,5 m nelle zone sane e più ridotti, sino a 1 m, in quelle mag-
giormente argillitiche. In queste condizioni la produzione media raggiunta è di 1,5 m/g di
galleria finita.
• Complesso caotico (galleria Raticosa): si tratta di argille scagliose intensamente fratturate
e tettonizzate, di scarsa qualità geomeccanica, da scavare sotto elevati stati tensionali (ca-
tegoria di comportamento C). A fronte di questa difficile situazione, si è progettato uno
scavo a piena sezione previa riqualificazione del nucleo e del contorno del cavo con ele-
menti strutturali di vetroresina operati in avanzamento. Le pareti dello scavo vengono im-
mediatamente rivestite con centine dotate di puntone al piede e spritz-beton. Le murette e
l’arco rovescio vengono gettati entro un diametro dal fronte. Per l’abbattimento di questo
tipo di terreno, piuttosto tenero e disomogeneo, si è optato per l’impiego del ripper, con cui
risulta agevole profilare a forma concava la parete del fronte. Infine, si è valutata adeguata
una profondità di sfondo di 1,2 m circa. Con queste prescrizioni si stanno mantenendo ca-
denze d’avanzamento dell’ordine di 1,5 m /g.
• Formazione marnoso-arenacea (galleria Firenzuola): si tratta di un ammasso acquifero
formato da alternanze di marne e arenarie assai consistenti, a bancate suborizzontali di or-
dine da decimetrico a metrico. Le buone caratteristiche di resistenza e deformabilità del
materiale determinano un comportamento allo scavo in campo elastico anche sotto le mag-
giori coperture (categoria A: fronte stabile). Le stesse impongono d’impiegare l’esplosivo
per abbattere il terreno, anche se ciò comporta difficoltà di profilatura della sezione. Per
questa operazione si sono previste profondità di sfondo variabili da 2,5 a 5 m, in funzione
delle problematiche idrogeologiche di volta in volta affrontate. La produzione media, for-
temente condizionata dalle venute d’acqua, è di circa 2 m/g.
• Argille del bacino del Mugello (galleria Firenzuola): sono formate da limi argillosi con
intercalazioni sabbiose fini e sature. L’avanzamento sarebbe prevedibilmente avvenuto in
categoria di comportamento C (fronte instabile), quindi in presenza d’interventi di riquali-
ficazione dell’ammasso (preconsolidamento del nucleo e del contorno del cavo). Lo scavo,
immediatamente rivestito (murette e arco rovescio sono gettati entro un diametro dal fron-
te), viene eseguito mediante ripper per sfondi di 1 ÷ 1,2 m, profilando il fronte a forma
concava. La cadenza dell’avanzamento viene mantenuta costante intorno a 1,5 m/g.
• Formazione di Monte Morello (galleria Vaglia): trattasi di un flysch costituito da calcari,
calcari marnosi e marne poco fratturati, a bancate compatte di ordine decimetrico. La buona
qualità geomeccanica determina un comportamento prevalente in categoria A (fronte stabile).
Per l’abbattimento è indispensabile l’impiego dell’esplosivo con sfondi massimi di 5 m. La
produzione media è di 6 ÷ 7 m/g.
Recentemente è stato messo a punto il progetto dello scavo della galleria di servizio “Ginori”,
di 9.259 m di lunghezza e 5,6 m di diametro, che corre per un tratto di 6.501 m parallelamente
alla galleria Vaglia, alla quale sarà collegata con by-pass pedonali ogni 250 m (figg. 3 e 4).
Nei suoi tratti iniziale e finale, di 1.588 m e 1.170 m, corre con una pendenza dell’1,8 ‰,
rispettivamente a scendere e a salire. La necessità ambientale di procedere allo scavo da un
unico attacco a Cava Ginori, quella di controllare, durante l’avanzamento, l'interferenza con
le acque ipogee ed infine la necessità di contenere i tempi di realizzazione entro limiti ristretti
hanno portato a scegliere una modalità di costruzione completamente meccanizzata.
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Fig. 3: Andamento planimetrico della galleria di servizio “Ginori” e profilo geologico della
(i ll ll i di li “V li ”)
Fig. 4: Sezione tipologica della galleria di servizio “Ginori” in corrispondenza dei by-pass
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Seguendo la strada già sperimentata con successo per il progetto delle gallerie
dell’attraversamento appenninico della linea ferroviaria ad alta velocità tra Bologna e Firenze,
si sono introdotte alcune importanti novità anche nella gestione progettuale dello scavo con
fresa. È utile, infatti, ricordare che il progetto delle gallerie di linea della linea ferroviaria ad
alta velocità Bologna-Firenze, adottando criteri univoci e non soggettivi per la definizione
delle sezioni tipo e delle relative variabilità, per la prima volta per un'opera pubblica di queste
dimensioni, almeno in Italia, ha permesso al Committente di stipulare col General Contractor,
un contratto con la formula "chiavi in mano" e poi di realizzare le gallerie in regime di vera
Assicurazione Qualità, senza che fossero richieste per questo procedure tali da creare ritardi e
intoppi ai cantieri.
Come per le gallerie di linea da realizzare in “tradizionale” si erano inseriti nel progetto (e
quindi nel contratto) specifici criteri per gestire in maniera standardizzata e codificata le
variabilità che inevitabilmente si sarebbero evidenziate in corso d'opera, allo stesso modo per
la galleria di servizio “Ginori”, da realizzare con fresa, si sono inseriti nel progetto i criteri da
seguire in corso d'opera per l'adozione di provvedimenti operativi e/o progettuali da applicare
in quelle situazioni che, durante la realizzazione dello scavo con fresa, avessero evidenziato
lievi differenze tra condizione di scavo prevista e condizione reale.
Solo se il contesto incontrato non corrisponde a nessuno di quelli ipotizzati, occorrerà valuta-
re soluzioni diverse da quelle previste nel progetto (fig. 7).
Con questa impostazione si è voluto evitare che azioni non codificate, magari marcatamente
influenti sul comportamento tenso-deformativo dell’ammasso, potessero venir adottate in
maniera del tutto arbitraria. Nello stesso tempo si è voluto fornire una guida affinché gli
ordinari scostamenti tra previsione progettuale e realtà, privi di caratteristiche di emergenza,
potessero venir adeguatamente affrontati con azioni rapportate a un quadro progettuale di
riferimento standardizzato.
Per concludere, è interessante, parlando dello scavo meccanizzato della galleria “Ginori”,
fornire qualche informazione sulle caratteristiche del rivestimento, che sarà realizzato in conci
15
5.0 Conclusioni
BIBLIOGRAFIA
[1] LUNARDI P., “Evolution des technologies d’excavation en souterrain dans des terrains
meubles”, Colloque chez le “Comité Marocain des Grands Barrages” - Rabat, 30 settembre
1993
[2] LUNARDI P., “L'importanza del precontenimento del cavo in relazione ai nuovi orienta-
menti in tema di progetto e costruzione di gallerie”, Gallerie e grandi opere sotterranee, n°.
45, anno 1995
[3] LUNARDI P., “Progetto e costruzione di gallerie secondo l’approccio basato sull’analisi
delle deformazioni controllate nelle rocce e nei suoli” (articolo in tre parti), Quarry and
Construction, marzo 1994, marzo 1995, aprile 1996
[4] LUNARDI P., “Avanza la galleria meccanica” - Le Strade, maggio 1996
[5] POMA A., STEINER W., “Sistemi di scavo meccanizzato nelle opere ferroviarie in sotte-
raneo: problematiche progettuali a confronto”, Convegno su “Scavo meccanizzato integra-
le di gallerie: esperienze ed esigenze di committenti, fabbricanti di macchine, imprese e
progettisti”, Roma, 13-15 maggio 1997
[6] LUNARDI P., “Storia del collegamento ferroviario tra Bologna e Firenze - Aspetti proget-
tuali e costruttivi delle opere in sotterraneo”, Gallerie e grandi opere sotterranee, n°. 54,
anno 1998
[7] ENRICI BAION R., FOCARACCI A., VALLINO COSTASSA G., “Storia del collega-
mento ferroviario tra Bologna e Firenze - La fase progettuale e costruttiva delle gallerie”,
Gallerie e grandi opere sotterranee, n°. 54, anno 1998