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STRUTTURA DI

FONDAZIONE
La fondazione è l’unità tecnologica che ha la funzione di collegare staticamente l’edificio ed il suolo e di
trasmetterne i carichi, permanenti ed accidentali.

La fondazione e la struttura di elevazione formano un insieme che deve essere considerato un unico sistema.
A seguito di un’indagine geologica è possibile individuare quella che la capacità portante del terreno, che
costituisce un aspetto estremamente rilevante in merito alla progettazione e realizzazione architettonica.
Non è però l’unico aspetto di cui tenere conto: sebbene un terreno roccioso possieda una capacità portante
maggiore rispetto ad uno sabbioso, si è soliti prediligere quest’ultimo, proprio perché il terreno roccioso in caso di
azione sismica o nel caso di falda tende a consentire la formazione di ristagni d’acqua indesiderati.
In prima approssimazione si può suddividere i terreni in:
 Terreni Buoni: σamm. Terreno >2 Kg/cmq
 Terreni mediocri: 1,2 kg/cmq > σamm.<2 Kg/cmq
 Terreni cattivi: σamm. Terreno < 1,2 kg/cmq
Ovviamente la resistenza del terreno varia in funzione della stratigrafia del terreno stesso e dalla distanza dal
piano di posa.

Le strutture di fondazione si dividono in:


1. FONDAZIONI IN SUPERFICIE O DIRETTE
2. FONDAZIONI IN PROFONDITA’ O INDIRETTE
3. FONDAZIONI SPECIALI

Le Nuove Norme Tecniche sulle Costruzioni D.M. 14/01/2008


6.4.1 Criteri Generali di Progetto
Le scelte progettuali per le opere di fondazione devono essere effettuate contestualmente e congruentemente
con quelle delle strutture di elevazione.
Le strutture di fondazione devono rispettare le verifiche agli stati limite ultimi e di esercizio e le verifiche di
durabilità.
Devono essere valutati gli effetti della costruzione dell’opera su manufatti attigui e sull’ambiente circostante.
Nel caso di fondazioni su pali, le indagini devono essere dirette anche ad accertare la fattibilità e l’idoneità del
tipo di palo in relazione alle caratteristiche dei terreni a delle acque del sottosuolo.
FONDAZIONI IN SUPERFICIE O DIRETTE
Sono quelle il cui piano di posa non supera i 2mt - 3mt sotto il livello del piano di sbancamento

Le Nuove Norme Tecniche sulle Costruzioni D.M. 14/01/2008


6.4.2 Fondazioni superficiali

La profondità del piano di posa della fondazione deve essere scelta e giustificata in relazione alle caratteristiche
e alle prestazioni della struttura in elevazione, alle caratteristiche del sottosuolo e alle condizioni ambientali.
Il piano di fondazione deve essere situato sotto la coltre di terreno vegetale nonché sotto lo strato interessato
dal gelo e da significative variazioni stagionali del contenuto d’acqua.
In situazioni nelle quali sono possibili fenomeni di erosione o scalzamento da parte di acque di scorrimento
superficiale, le fondazioni devono essere poste a profondità tale da non risentire di questi fenomeni o devono
essere adeguatamente difese.

Le fondazioni superficiali o dirette devono:


 essere assolutamente rigide in modo da non essere deformate dal basso verso l’alto delle terre ed in
modo da trasmettere i carichi in modo uniforme
 baricentriche

Le fondazioni superficiali o dirette si suddividono in:


a) LINEARI O CONTINUE: Sono le più indicate per struttura muraria portante, in cui quindi il peso gravante
viene scaricato in modo uniforme su una superficie lineare

b) A PLINTI In un edificio a struttura portante a telaio i carichi scaricantesi sul terreno sono trasmessi
puntualmente dai pilastri, allora se la resistenza del terreno lo consente, la struttura di fondazione può essere a
plinti, tutta via con le prescrizioni del D.M. del 14-01-2008 ormai sempre meno si usano i plinti.

c) A TRAVE ROVESCIA Quando la resistenza del terreno è tale che alcuni plinti dovessero interferire l’un
l’altro o se il terreno non è omogeneo si ricorre ad una fondazione a trave rovescia così detta perché lavora in
modo opposto al modo di lavorare di una normale trave di solaio.
Anziché concentrare nei pilastri il carico distribuito dei solai, ripartisce sul terreno il carico concentrato dei pilastri
d) A PLATEA Se la resistenza del terreno è molto bassa e i carichi dell’edificio rilevanti può darsi che
occorra per la fondazione una superficie d’appoggio talmente vasta da comprendere tutta l’area del fabbricato: è
il caso della fondazione a platea.
 È fondamentale che il terreno sia omogeneo;
 La distribuzione dei carichi sulla platea deve essere tale che la pressione trasmessa sul terreno risulti il più
uniforme possibile.
 La platea deve essere calcolata in modo da risultare una struttura rigida e monolitica ( in tal senso
vengono realizzate le cosiddette “nervature”).

Figura 2 Fondazione a trave rovescia

In questo caso è fondamentale tracciare correttamente il diagramma


del momento al fine di predisporre in maniera corretta l’armatura

Figura 1 Plinto di fondazione

LE FONDAZIONI PROFONDE: I PALI


Il Palo di fondazione trasmette al terreno il carico P delle strutture superiori in parte come resistenza di punta Rp
in parte come resistenza di attrito laterale Ra

Con n coeff. di sicurezza variabile tra 1,5 e 2,5


1
P¿ n ( R p + Ra ) Quando per mancanza di uno strato consistente il palo lavora solo per attrito
laterale si parla di pali Sospesi (a), nel
caso in cui, invece, il palo trasmette il
carico solo per resistenza di punta si
parla di pali di Punta (b).
In figura è evidenziato il bulbo delle tensioni in entrambi i casi.

I Pali di fondazione si dividono in due grandi categorie:

- Pali costruiti fuori Opera (battuti) che provocano costipamento


del terreno, a seguito delle vibrazioni necessarie per la loro infissione
- Pali gettati in Opera (battuti o trivellati)
LE FONDAZIONI PROFONDE: PALI FUORI OPERA
Pali in legno
 Il loro uso è limitato ad opere provvisorie.
 È richiesto un rapporto lunghezza/diametro pari a 1/30 circa.
 Le essenze consigliate sono pino, larice, rovere.
 La lunghezza varia da min. 5-6mt a 16 mt.

Pali in calcestruzzo
 Durata illimitata ed indipendente dalla quota della falda
 maggiore resistenza a flessione e taglio
 Possibilità di infissione attraverso terreni altamente compatti
 Lunghezza min 8 mt. Max 20mt
 Impasto cls 4 ql/mc (Rck 425 -525 ad alta resistenza
 Portata min 20 tonnellate max 50 -60 tonnellate

L’infissione dei pali fuori Opera avviene mediante delle


macchine chiamate macchine battipalo, costituite da un
cavalletto, che oltre al sollevamento e alla caduta del
maglio consente anche la guida del palo durante
l’infissione
viene fatta con macchine “battipalo” costituita da un
cavalletto che oltre al sollevamento ed alla caduta del
maglio serve anche alla guida del palo durante
l’infissione.
Il peso del maglio supera di circa il 10% il peso del palo.
È fondamentale, nel caso di palo realizzato in CLS
predisporre accuratamente l’armatura.
Generalmente si è soliti pensare che un palo sia
sollecitato quasi esclusivamente a compressione.
Non è così, basti pensare alle sollecitazioni di natura
sismica…
Inoltre, nel caso di rimozione del cassero dei pali realizzati fuori opera, al momento del sollevamento, il palo viene
sollecitato a flessione ergo una parte è tesa, una è compressa ecco perché serve l’armatura.
Oppure, nel momento dell’infissione quando il palo è infisso nel terreno, vien sollecitato dal maglio sovrastante
che lo batte e lo infissa nel terreno durante la volata 1.
Per ogni colpo inflitto al palo, quest’ultimo si comprime e nel momento stesso in cui si solleva il maglio si ha quasi
una sorta di ritorno elastico del palo esercitato dalla resistenza del terreno.

PALI GETTATI IN OPERA

1) Pali battuti
Si realizza mediante l’affondamento nel terreno per
battitura di un tubo forma, senza asporto di terreno.
Il tubo forma è dotato di una puntazza che si distacca
e si abbandona quando il tubo viene ritirato dal
terreno.
Mano a mano che si procede al getto viene ritirato il
tubo forma.
La loro posa in opera avviene mediante
l’affondamento del palo un tubo forma chiamato
camicia nel terreno.
La punta in sommità si stacca e si abbandona quando il tubo
forma ha raggiunto la profondità desiderata
Un colpo in questo caso del maglio fa staccare la puntazza e si
continua a gettare all’ interno del tubo forma che viene
estratto e si getta e si continua a costipare il getto fino a
completa estrazione del tubo- forma.

2) Pali trivellati
Differiscono dai precedenti perchè in fase di infissione
avviene asporto di terreno, e non comportano
costipamento del terreno.
È più economico tra i pali gettati in opera.
Ha bisogno di esecuzione con estrema cura perché si
possono creare soluzioni di discontinuità tali da
compromettere la stabilità della fondazione.
Il tubo forma viene inserito all’interno del terreno e si
provvede all’asportazione del terreno, viene adagiata
l’armatura metallica e solo dopo si provvede al getto.
1
Volata, serie di 10 colpi di maglio portati da un’altezza di caduta di 1mt
Rifiuto= l’affondamento medio del palo sotto una volata.
Appare evidente che a mano a mano che si provvede con il getto è necessario estrarre il tuboforma.
L’estrazione del tuboforma comporta il costipamento del calcestruzzo stesso.

3) Pali bentonitici
La tecnica costruttiva ha reso possibile
l’impiego di pali a grande diametro da 60 cm
- 150 cm che raggiungono di norma
profondità notevoli oltre 50 mt.
La perforazione avviene mediante trivella
con rotazione della stessa. Man mano che
procede lo scavo, viene immesso fango
bentonitico che ha lo scopo di sostenere le
pareti del foro, e di trattenere in
sospensione i prodotti della frantumazione
come terriccio, sabbia, ghiaia e ciottoli di
diametro fino a 10-15 cm.

4) Pali rotativi
Sono realizzati mediante una trivella messa in rotazione e sono usati per attraversare vecchi manufatti.
Il diametro non è confrontabile con quelli raggiunti dai pali bentonitici.
Il sistema consiste nell’attraversare strutture di sottofondazione con pali eseguiti a rotazione con una trivella.
Sono armati per tutta la lunghezza sono soggetti a sforzi di trazione e /o compressione ed hanno un comportamento
elastico: particolarmente idonei nel caso di consolidamento di fondazioni.
Essendo pali di modesta dimensione bisogna assicurarsi che le mura circostanti siano in grado di resistere alle
sollecitazioni indotte dalla trivellazione.
Prima di realizzare dei pali rotativi è necessario consolidare la struttura e valutare la tipologia di fondazione su cui ci
apprestiamo a intervenire: qualora la fondazione sia infatti realizzata in pietrame di scarto (poco coesa e omogenia)
l’intervento non apporterà alcun beneficio, anzi, si corre il rischio di lesionare la struttura.
5) Micropali
Viene infisso nel terreno un robusto tubo in ferro con perimetro abbondantemente forato e chiuso nella punta con tappo
provvisorio.
Raggiunta la profondità voluta ed espulso il tappo si inietta con alta pressione il calcestruzzo, che fuoriesce dai fori a pressione
elevata (costipando il terreno circostante).
Questa tipologia di pali, in virtù della superficie laterale estremamente frastagliata, è caratterizzata da un notevole attrito
laterale e dunque grande resistenza.

LE FONDAZIONI SU TERRENI MELMOSI


Sono le fondazioni che si eseguono quando il terreno è inconsistente (melma-fango-limo) e non è possibile i tipi di
fondazione prima descritti.

FONDAZIONI SU CASSONI GALLEGGIANTI


Realizzate in presenza di terreno inconsistente: terreni melmosi e acquitrinosi…
Anche in questo caso le fondazioni possono essere di tipo diretto o di tipo indiretto.
Si usano per opere marittime.
Si costruiscono in prossimità del luogo d’impiego dei cassoni in cls armato aperti in altro, quindi si varano e si affondano
riempiendoli di pietrame.
Difficoltà si incontrano nella sistemazione del piano di posa, realizzato o con palificata o con uno strato di ghiaione
livellato per quanto possibile.
CASSONI PLURICELLULARI PER FONDAZIONI
Si usano per terreni melmosi in genere.
Si adopera un cassone senza fondo e aperto in alto, diviso in tante celle in cls armato munite inferiormente di taglienti
in acciaio. Raggiunto il piano di posa le celle vengono riempite di sabbia e si costruisce superiormente un solettone
armato.

STRUTTURE IN
ELEVAZIONE
Si definisce struttura di elevazione l’unità tecnologica costituita dalle classi di elementi tecnici e dall’insieme degli
elementi tecnici aventi funzione di resistere alle azioni di varia natura agenti sulla parte di costruzione fuori terra
trasmettendole alle strutture di fondazione
Strutture di elevazione verticale - Strutture a telaio
- Strutture ad arco
- Strutture a pareti portanti

Strutture di elevazione orizzontale e inclinata - Strutture per impalcati piani


- Strutture per coperture inclinate

Strutture di elevazione spaziale - Strutture tridimensionali


- Strutture a grigliato piano e curvo
- Strutture a superficie curva continua

DEVONO SODDISFARE IL REQUISITO DELLA RESISTENZA MECCANICA

Nell’impostazione planimetrica una struttura di elevazione può essere concepita in funzione della disposizione degli
elementi principali:
Essa può essere:
 Puntiforme (pilastri)
 Lineare
 Spaziale
Per la disposizione: Puntiforme e Lineare gli impianti planimetrici possono essere impostati riferendoci agli interassi
coincidenti con l’asse dell’elemento o riferendoci alle luci nette fra elementi strutturali

STRUTTURE DI ELEVAZIONE A TELAIO


1. Il telaio strutturale può essere in calcestruzzo armato gettato in opera
Il calcestruzzo armato è un materiale artificiale ed eterogeneo ottenuto unendo il conglomerato cementizio ad
elementi metallici: ”armature” e “staffe” opportunamente disposti e generalmente costituiti da barre di acciaio a
sezione circolare.
Tale unione ha lo scopo di ripartire tra i due elementi, acciaio e conglomerato cementizio, la resistenza della
costruzione alle azioni che essa deve sopportare, così da sfruttare la migliore misura delle qualità elastiche di essi.
Resistenza alle sollecitazioni di compressione affidata al conglomerato cementizio;
Resistenza alle sollecitazioni di trazione affidata alle barre d’acciaio
L’unione tra i due materiali è possibile per le seguenti ragioni:
Il calcestruzzo e l’acciaio hanno coeff. di dilatazione termica pressoché uguali pertanto anche in caso di forti escursioni
termiche non nascono a causa della variazione di temperatura auto-tensioni interne che possono comportare lesioni e
infiltrazioni di acqua che ristagna e realizzare una lesione e far saltare il copriferro o intacca l’acciaio ossidandolo e
degradandolo.
I due materiali hanno reciprocamente un alto potere adesivo, perciò nella loro unione si ha una efficiente e sicura
trasmissione di sforzi e deformazioni da un materiale all’altro;
I’acciaio annegato nel cls viene ottimamente preservato dall’ ossidazione (ovviamente coon un adeguato spessore del
copriferro), avendo una durata ben maggiore che se fosse esposto agli agenti atmosferici;

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