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FONDAZIONE
La fondazione è l’unità tecnologica che ha la funzione di collegare staticamente l’edificio ed il suolo e di
trasmetterne i carichi, permanenti ed accidentali.
La fondazione e la struttura di elevazione formano un insieme che deve essere considerato un unico sistema.
A seguito di un’indagine geologica è possibile individuare quella che la capacità portante del terreno, che
costituisce un aspetto estremamente rilevante in merito alla progettazione e realizzazione architettonica.
Non è però l’unico aspetto di cui tenere conto: sebbene un terreno roccioso possieda una capacità portante
maggiore rispetto ad uno sabbioso, si è soliti prediligere quest’ultimo, proprio perché il terreno roccioso in caso di
azione sismica o nel caso di falda tende a consentire la formazione di ristagni d’acqua indesiderati.
In prima approssimazione si può suddividere i terreni in:
Terreni Buoni: σamm. Terreno >2 Kg/cmq
Terreni mediocri: 1,2 kg/cmq > σamm.<2 Kg/cmq
Terreni cattivi: σamm. Terreno < 1,2 kg/cmq
Ovviamente la resistenza del terreno varia in funzione della stratigrafia del terreno stesso e dalla distanza dal
piano di posa.
La profondità del piano di posa della fondazione deve essere scelta e giustificata in relazione alle caratteristiche
e alle prestazioni della struttura in elevazione, alle caratteristiche del sottosuolo e alle condizioni ambientali.
Il piano di fondazione deve essere situato sotto la coltre di terreno vegetale nonché sotto lo strato interessato
dal gelo e da significative variazioni stagionali del contenuto d’acqua.
In situazioni nelle quali sono possibili fenomeni di erosione o scalzamento da parte di acque di scorrimento
superficiale, le fondazioni devono essere poste a profondità tale da non risentire di questi fenomeni o devono
essere adeguatamente difese.
b) A PLINTI In un edificio a struttura portante a telaio i carichi scaricantesi sul terreno sono trasmessi
puntualmente dai pilastri, allora se la resistenza del terreno lo consente, la struttura di fondazione può essere a
plinti, tutta via con le prescrizioni del D.M. del 14-01-2008 ormai sempre meno si usano i plinti.
c) A TRAVE ROVESCIA Quando la resistenza del terreno è tale che alcuni plinti dovessero interferire l’un
l’altro o se il terreno non è omogeneo si ricorre ad una fondazione a trave rovescia così detta perché lavora in
modo opposto al modo di lavorare di una normale trave di solaio.
Anziché concentrare nei pilastri il carico distribuito dei solai, ripartisce sul terreno il carico concentrato dei pilastri
d) A PLATEA Se la resistenza del terreno è molto bassa e i carichi dell’edificio rilevanti può darsi che
occorra per la fondazione una superficie d’appoggio talmente vasta da comprendere tutta l’area del fabbricato: è
il caso della fondazione a platea.
È fondamentale che il terreno sia omogeneo;
La distribuzione dei carichi sulla platea deve essere tale che la pressione trasmessa sul terreno risulti il più
uniforme possibile.
La platea deve essere calcolata in modo da risultare una struttura rigida e monolitica ( in tal senso
vengono realizzate le cosiddette “nervature”).
Pali in calcestruzzo
Durata illimitata ed indipendente dalla quota della falda
maggiore resistenza a flessione e taglio
Possibilità di infissione attraverso terreni altamente compatti
Lunghezza min 8 mt. Max 20mt
Impasto cls 4 ql/mc (Rck 425 -525 ad alta resistenza
Portata min 20 tonnellate max 50 -60 tonnellate
1) Pali battuti
Si realizza mediante l’affondamento nel terreno per
battitura di un tubo forma, senza asporto di terreno.
Il tubo forma è dotato di una puntazza che si distacca
e si abbandona quando il tubo viene ritirato dal
terreno.
Mano a mano che si procede al getto viene ritirato il
tubo forma.
La loro posa in opera avviene mediante
l’affondamento del palo un tubo forma chiamato
camicia nel terreno.
La punta in sommità si stacca e si abbandona quando il tubo
forma ha raggiunto la profondità desiderata
Un colpo in questo caso del maglio fa staccare la puntazza e si
continua a gettare all’ interno del tubo forma che viene
estratto e si getta e si continua a costipare il getto fino a
completa estrazione del tubo- forma.
2) Pali trivellati
Differiscono dai precedenti perchè in fase di infissione
avviene asporto di terreno, e non comportano
costipamento del terreno.
È più economico tra i pali gettati in opera.
Ha bisogno di esecuzione con estrema cura perché si
possono creare soluzioni di discontinuità tali da
compromettere la stabilità della fondazione.
Il tubo forma viene inserito all’interno del terreno e si
provvede all’asportazione del terreno, viene adagiata
l’armatura metallica e solo dopo si provvede al getto.
1
Volata, serie di 10 colpi di maglio portati da un’altezza di caduta di 1mt
Rifiuto= l’affondamento medio del palo sotto una volata.
Appare evidente che a mano a mano che si provvede con il getto è necessario estrarre il tuboforma.
L’estrazione del tuboforma comporta il costipamento del calcestruzzo stesso.
3) Pali bentonitici
La tecnica costruttiva ha reso possibile
l’impiego di pali a grande diametro da 60 cm
- 150 cm che raggiungono di norma
profondità notevoli oltre 50 mt.
La perforazione avviene mediante trivella
con rotazione della stessa. Man mano che
procede lo scavo, viene immesso fango
bentonitico che ha lo scopo di sostenere le
pareti del foro, e di trattenere in
sospensione i prodotti della frantumazione
come terriccio, sabbia, ghiaia e ciottoli di
diametro fino a 10-15 cm.
4) Pali rotativi
Sono realizzati mediante una trivella messa in rotazione e sono usati per attraversare vecchi manufatti.
Il diametro non è confrontabile con quelli raggiunti dai pali bentonitici.
Il sistema consiste nell’attraversare strutture di sottofondazione con pali eseguiti a rotazione con una trivella.
Sono armati per tutta la lunghezza sono soggetti a sforzi di trazione e /o compressione ed hanno un comportamento
elastico: particolarmente idonei nel caso di consolidamento di fondazioni.
Essendo pali di modesta dimensione bisogna assicurarsi che le mura circostanti siano in grado di resistere alle
sollecitazioni indotte dalla trivellazione.
Prima di realizzare dei pali rotativi è necessario consolidare la struttura e valutare la tipologia di fondazione su cui ci
apprestiamo a intervenire: qualora la fondazione sia infatti realizzata in pietrame di scarto (poco coesa e omogenia)
l’intervento non apporterà alcun beneficio, anzi, si corre il rischio di lesionare la struttura.
5) Micropali
Viene infisso nel terreno un robusto tubo in ferro con perimetro abbondantemente forato e chiuso nella punta con tappo
provvisorio.
Raggiunta la profondità voluta ed espulso il tappo si inietta con alta pressione il calcestruzzo, che fuoriesce dai fori a pressione
elevata (costipando il terreno circostante).
Questa tipologia di pali, in virtù della superficie laterale estremamente frastagliata, è caratterizzata da un notevole attrito
laterale e dunque grande resistenza.
STRUTTURE IN
ELEVAZIONE
Si definisce struttura di elevazione l’unità tecnologica costituita dalle classi di elementi tecnici e dall’insieme degli
elementi tecnici aventi funzione di resistere alle azioni di varia natura agenti sulla parte di costruzione fuori terra
trasmettendole alle strutture di fondazione
Strutture di elevazione verticale - Strutture a telaio
- Strutture ad arco
- Strutture a pareti portanti
Nell’impostazione planimetrica una struttura di elevazione può essere concepita in funzione della disposizione degli
elementi principali:
Essa può essere:
Puntiforme (pilastri)
Lineare
Spaziale
Per la disposizione: Puntiforme e Lineare gli impianti planimetrici possono essere impostati riferendoci agli interassi
coincidenti con l’asse dell’elemento o riferendoci alle luci nette fra elementi strutturali