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In chimica una macromolecola è una molecola di dimensioni molto grandi e di peso molecolare

molto elevato. Le macromolecole sono comuni nei sistemi viventi ma comprendono anche i
polimeri sintetici e artificiali. Le macromolecole polimeriche sono tipicamente formate dall'unione
di molecole più piccole, uguali o simili tra loro, ripetute molte volte solitamente da 100 a oltre
1000) e possono essere lineari, ramificate o reticolate. Secondo la IUPAC il termine macromolecola
va utilizzato esclusivamente per indicare molecole singole di grandi dimensioni, mentre il termine
polimero identifica una sostanza composta da più macromolecole. Le macromolecole biologiche
più importanti sono: i polisaccaridi (come l'amido e la cellulosa); il DNA e gli RNA che costituiscono
gli acidi nucleici; i lipidi complessi.
Una biomolecola è un composto chimico che riveste un ruolo importante negli esseri viventi. Le
biomolecole sono composte essenzialmente da carbonio e idrogeno, cui sono spesso associati
azoto, ossigeno, fosforo e zolfo. A volte possono essere incorporati anche altri elementi. Le
biomolecole possono essere Macromolecole, composte essenzialmente da polimeri, composti di
un gran numero di "monomeri", come il DNA (composto di nucleotidi) o le proteine (composte di
amminoacidi). Tra le biomolecole troviamo: i fosfolipidi, le vitamine; gli ormoni; i
neurotrasmettitori; i carboidrati, gli zuccheri; i disaccaridi.
Il termoclino è lo strato di transizione tra lo strato rimescolato di superficie e lo strato di acqua
profonda in corpi idrici profondi come oceani, mari e laghi. Le definizioni di questi strati sono
basate sulla temperatura. Nello strato di termoclino, la temperatura diminuisce rapidamente per
via dell'acqua profonda, che è stabile nel corso dell'anno perché troppo profonda per poter essere
influenzata dalla radiazione solare. Sotto il termoclino la temperatura rimane costantemente
bassa. La repentina variazione di densità costituisce uno sbarramento per la diffusione dei
nutrienti quando le acque più calde galleggiano sopra quelle più fredde. In inverno accade invece
che le acque superficiali possono scendere a temperature inferiori a quelle dello strato profondo,
che sono costanti e si scostano di pochi gradi dallo zero negli oceani.
Quando ciò accade quelle profonde tendono a risalire perché meno dense, ed in questa risalita
trascinano verso l'alto i nutrienti, di cui sono ricche. Al contrario, quelle superficiali tendono a
scendere portando in profondità l'ossigeno, di cui sono ricche per effetto del continuo contatto
con l'atmosfera. La differenza di temperatura fra i due strati di acqua impedisce il passaggio in
superficie dei nutrienti di origini profonde, risultando anche un ostacolo insuperabile per molte
specie animali.
In alcuni casi, il termoclino è talmente brusco e sottile da essere visibile ai subacquei ad occhio
nudo. Si presenta come uno strato, dello spessore di 2-3 cm, che presenta una forte distorsione
nella propagazione della luce che lo attraversa. La differenza di temperatura tra il lato caldo e
quello freddo può essere anche di una decina di gradi ed è nettamente avvertibile anche
attraverso la muta.
Il termoclino veniva usato dai sottomarini tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale per evitare di
essere individuati dai sonar, in quanto il termoclino si comporta come una barriera acustica; infatti
il suono prodotto sotto il termoclino rimbalza su di esso come su una superficie riflettente.
Quando la densità degli strati superficiali supera quella degli strati profondi, la cui temperatura è
costantemente intorno ai 13 °C, questi, ricchi di ossigeno ma poveri di nutrimento, sprofondano
creando una omogeneizzazione ed un rimescolamento con quelle profonde, povere di ossigeno
ma ricche di nutrienti.

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