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orbitari e transorbitari
Iacopo DALLAN
Paolo CASTELNUOVO
Stefano SELLARI-FRANCESCHINI
Davide LOCATELLI
APPROCCI ENDOSCOPICI
ORBITARI E TRANSORBITARI
Autori:
1
| Dip. di Otorinolaringoiatria, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, Pisa, Italia
2
| Dip. di Otorinolaringoiatria, Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi,
Università dell’Insubria, Varese, Italia
| Dip. di Neurochirurgia, Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi,
3
Sommario
Gli autori
Iacopo Dallan
Dip. di Otorinolaringoiatria, Azienda Ospedaliero-
Universitaria Pisana, Pisa, Italia; Head and Neck Surgery
& Forensic Dissection Research Center (HNS & FDRC),
Dipartimento di Biotecnologie e Scienza della Vita,
Università dell’Insubria, Varese, Italia
Paolo Castelnuovo
Dip. di Otorinolaringoiatria, Ospedale di Circolo e
Fondazione Macchi, Università dell’Insuria, Varese, Italia;
Head and Neck Surgery & Forensic Dissection Research
Center (HNS & FDRC), Dipartimento di Biotecnologie e
Scienza della Vita, Università dell’Insubria, Varese, Italia
Stefano Sellari-Franceschini
Dip. di Otorinolaringoiatria, Azienda Ospedaliero-
Universitaria Pisana, Pisa, Italia
Davide Locatelli
Dip. di Neurochirurgia, Ospedale di Circolo e Fondazione
Macchi, Università dell’Insubria, Varese, Italia; Head and
Neck Surgery & Forensic Dissection Research Center
(HNS & FDRC), Dipartimento di Biotecnologie e Scienza
della Vita, Università dell’Insubria, Varese, Italia
Cenni storici 7
1 Cenni storici
Le origini della chirurgia orbitaria risalgono alla fine del XIX rbitarie mediali ed
o inferiori, nonchè la porzione mediale
secolo con la descrizione dell’intervento di Krönlein nel
dell’apice orbitario, senza n
ecessità di effettuare incisioni
1889.25 Questo approccio ha rappresentato per molti anni cutanee, spatolare il parenchima cerebrale e riducendo al
la prima scelta nel trattamento dei tumori retrobulbari e minimo la demolizione delle strutture ossee.
Dollinger, nel 1911, descrisse l’applicazione di tale tecnica
chirurgica nel trattamento dell’oftalmopatia basedowiana.18 Allo stato attuale interventi chirurgici quali la decompressione
Nonostante la sua validità chirurgica, tuttavia, tale procedura orbitaria nel morbo di Basedow (parete mediale ed inferiore),
fu abbandonata dopo pochi decenni, in relazione ad alcune la decompressione del nervo ottico (per via trans-etmoidale
limitazioni intrinseche. Negli anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso e trans-sfenoidale), il trattamento delle fratture della parete
altri Autori hanno proposto soluzioni diverse per la gestione mediale ed inferiore dell’orbita e, in casi ben s elezionati, l’a-
dei tumori orbitari.4, 16, 17, 29, 32 Tra queste, merita di essere citata sportazione di tumori intraorbitari, sono d iventati procedure
la proposta di Berke all’inizio degli anni ‘50.5 Ancora, nel 1976, codificate e diffuse.
Maroon e Kennerdel proposero l’uso dell’orbitotomia laterale
associato all’uso del microscopio operatorio per la gestione di Al momento della stesura del presente testo, gli accessi
alcuni tumori intraorbitari selezionati.26 chirurgici endoscopio-assistiti all’orbita vengono eseguiti prin-
cipalmente per via transnasale.7, 9, 20, 22, 23, 27, 38–40 E’ invece ancora
Dalla metà degli anni ‘90 fino ad oggi, i sempre maggiori piuttosto raro l’utilizzo nella pratica clinica di a ltri a ccessi
progressi della chirurgia endoscopica dei seni paranasali
endoscopici per la gestione di patologia intraorbitaria o perior-
e della base cranica hanno permesso lo sviluppo di nuovi bitaria. Ovviamente esistono eccezioni a ciò.13, 14, 28, 31, 33 Queste
approcci per il trattamento di lesioni complesse della base esperienze pionieristiche hanno ampliato i n ostri o rizzonti e
cranica mediana e paramediana, così come dell’interfaccia rivelato nuovi corridoi chirurgici che possono essere adottati
sino-orbito-craniale e dei compartimenti orbitari. non solo nella gestione della patologia o rbitaria ma anche per il
L’uso degli endoscopi nella chirurgia orbitaria è stato descritto trattamento di lesioni del basicranio. In altre parole, oggigiorno
per la prima volta da Norris e Cleasby nel 1981.30 Inizialmente l’orbita non dovrebbe essere c onsiderata unicamente come
viene riportato l’utilizzo dell’endoscopio sia per procedure sede di processi patologici, ma vista anche come corridoio
diagnostiche/bioptiche su tumori orbitari che per la rimozione chirurgico per accedere e gestire patologie selezionate del
di corpi estranei dall’orbita. Sfortunatamente, l’assenza di basicranio e endocraniche. Le e sperienze cliniche sembrano
uno spazio sufficientemente distensibile, oltre ad una scarsa dimostrare la fattibilità e l’efficacia delle procedure orbitarie e
conoscenza anatomica e all’assenza di efficaci sistemi di transorbitarie. Risulta superfluo sottolineare, ancora una volta,
neuronavigazione, hanno contribuito significativamente alla la necessità di una stretta collaborazione multidisciplinare, che
scarsa diffusione degli approcci endoscopici intraorbitari fino rappresenta la condicio sine qua non per migliorare i risultati
agli anni recenti. clinici e ridurre i rischi associati ad ogni procedura.
3 Basi anatomiche
A B
C D
A B C
D E F
Fig. 3.3 Anatomia endoscopica transnasale dei compartimenti mediali dell’orbita. Arterie ciliari (CAs); bulbo oculare (EB); nervo infraorbitario (ION);
muscolo retto inferiore (IRM); lamina papiracea (LP); muscolo retto mediale (MRM); arteria oftalmica (OA); grasso orbitario (OF); nervo ottico (ON);
periorbita (PO); parete posteriore del seno mascellare (pwMS); base cranica (SB); vena oftalmica superiore (SOV); seno sfenoidale (SS); canale ottico ( );
limite periorbitario anteriore (^); ramo del nervo oculomotore per il muscolo retto mediale ( ); arteria etmoidale anteriore ( ).
Basi anatomiche 11
C D
ottico in circa l’85% dei soggetti.21 Nei restanti casi l’arteria un network vascolare, costituito p rincipalmente dalle a rterie
passa inferiormente al nervo ottico. L’OA decorre poi in avanti ciliari (rami dell’OA). Vicini ad esso sono generalmente ben
nel contesto del compartimento orbitario mediale in stretto visualizzabili i nervi ciliari lunghi. Le arterie ciliari posteriori
rapporto, nel suo tratto posteriore, col nervo ottico. A questo (PCAs) originano in modo i ndipendente dal segmento
livello l’arteria oftalmica è unita piuttosto lassamente alla dura prossimale dell’arteria oftalmica. Tra esse, l’arteria ciliare
madre che riveste il nervo ottico mentre, più anteriormente, posteriore superiore è sempre situata s uperiormente al nervo
si trova tra il MRM e il SOM in stretta relazione con il nervo ottico. Le PCAs decorrono anteriormente e si dividono in
nasociliare e la vena oftalmica superiore (Fig. 3.4). numerose piccole arterie ciliari brevi che sono di solito molto
convolute, specialmente in vicinanza del bulbo. La PCA
L’OA è “unita” alla parete orbitaria mediale per mezzo dell’AEA. mediale e l’arteria centrale della retina (CRA) sono di solito i
Le arterie etmoidali (EAs), al pari dei nervi loro omologhi, sono primi rami dell’arteria oftalmica (Fig. 3.5).19
di solito ben visualizzabili per via transnasale. Al contrario,
le arterie sopraorbitarie e sopratrocleari, sono difficilmente E’ spesso possibile identificare l’arteria retinica centrale per
apprezzabili per via transnasale. La porzione intraorbitaria del via transnasale. Di solito essa penetra nel nervo ottico nella
nervo ottico, con il suo decorso tortuoso, si rende evidente sua superficie inferiore, ma talora anche a livello della sua
solo dopo aver delicatamente asportato il grasso intraconico superficie mediale. Va notato che la CRA è uno dei rami più
mediale. Anteriormente il nervo ottico è di fatto circondato da piccoli dell’OA.21
A B C
Fig. 3.5 Apice orbitario e regione della fessura orbitaria superiore (orbita destra). Ricostruzione schematica su dry skull (A). Ricostruzione
tridimensionale che mostra l’approccio endoscopico transnasale (B). Vista endoscopica (C). Canale ottico (OC); grande ala dello sfenoide (GWS); porzione
cavernosa dell’arteria carotide interna (ICAc); muscolo retto inferiore (IRM); muscolo retto mediale (MRM); parete posteriore del seno mascellare (pwMS);
II branca del nervo trigemino (V2); recesso inter-ottico-carotideo laterale (o); rami della divisione inferiore del nervo oculomotore ( );
maxillary strut ( ); nervo ottico ( ); arteria oftalmica ( ).
12 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
3.1.2 Approccio endonasale alla superficie mediale 3.1.3 Approccio transpalpebrale superiore
della fessura orbitaria superiore Se considerata in prospettiva antero-posteriore, la palpebra
La superficie mediale (endonasale) della fessura orbitaria superiore si mostra composta da due lamelle: una a nteriore,
superiore è delimitata dal maxillary strut e dall’optic strut.
data da cute e muscolo orbicolare dell’occhio ed una
Una volta rimossa la porzione ossea (di competenza posteriore, formata dall’aponevrosi del muscolo elevatore, dal
dell’osso sfenoidale), si possono identificare gli strati fasciali: muscolo di Müller e dalla congiuntiva. Interposto tra queste
lo strato periorbitario appare in continuità con la dura del due lamelle vi è il setto orbitario, per lo più nella porzione
compartimento sellare laterale e con il sistema fasciale che superiore della palpebra (Fig. 3.6).
ricopre la fessura orbitaria inferiore e la fossa pterigopalatina.
Il muscolo orbicolare dell’occhio si divide in porzione
Dopo aver rimosso lo strato connettivale è possibile pretarsale, presettale ed orbitale. Il setto orbitario è una
visualizzare ulteriori elementi anatomici. Il muscolo di Müller si sottile struttura fasciale che si presenta in continuità con la
estende per tutta la lunghezza della fessura orbitaria inferiore, periorbita ed il periostio della superficie esterna del cranio.
supera il maxillary strut ed entra nella fessura orbitaria Superiormente origina dal margine orbitario a livello d
ell’arco
superiore. Da un punto di vista anatomico questo muscolo marginale. A livello supero-mediale viene perforato da
presenta una relazione importante con il seno cavernoso. vasi e nervi. Medialmente è in posizione posteriore rispetto
al legamento palpebrale mediale, mentre lateralmente è
Passando tra il muscolo retto mediale e il retto inferiore, si
anteriore al legamento palpebrale laterale. Il setto orbitario
accede alla porzione mediale dell’orbita posteriore. Qui è
superiore diventa più sottile avvicinandosi al margine libero
possibile visualizzare i due rami principali della biforcazione
della palpebra. Inferiormente si unisce al muscolo di Müller e
inferiore del nervo oculomotore e, lateralmente ad essi, il p rimo
al tarso superiore terminando nella cute pretarsale.
segmento dell’arteria oftalmica. I rapporti tra il muscolo di
Müller, il maxillary strut e la curva anteriore dell’arteria c
arotide Il contenuto adiposo della palpebra superiore include un
interna (ICA) diventano evidenti una volta rimossa la dura cuscinetto di grasso mediale (più chiaro) ed uno centrale
della parete mediale del seno cavernoso. La curva anteriore (più giallastro).
della carotide interna è immediatamente posteriore all’optic
strut. Di fatto, il maxillary strut rappresenta un punto di repere Il tarso superiore (alto 8–12 mm) fornisce un supporto per la
osseo costante utile per l’identificazione della fessura orbitaria palpebra; assieme ai suoi tendini cantali laterale e mediale
superiore, e può anche essere utilizzato per definire una sorta forma il sistema tarso-ligamentosa. Il sistema di retrazione
di “porta d’ingresso” per il seno cavernoso. della palpebra superiore è costituito principalmente dal
Fig. 3.6 Disegno schematico delle palpebre superiore e inferiore e dell’orbita anteriore (in visione sagittale e frontale). Fascia capsulo-
palpebrale (CPF); ghiandola lacrimale (LG); muscolo obliquo inferiore (IOM); muscolo retto inferiore (IRM); aponeurosi del muscolo elevatore della
palpebra (LPA); grasso orbitario (OF); muscolo orbicolare dell’occhio (OOM); setto orbitario (OS); muscolo retto superiore (SRM); legamento di
Whitnall (WL); setto orbitario ( ); tarso superiore ( ); tarso inferiore ( ); muscolo di Müller ( ); aponeurosi del muscolo elevatore
della palpebra ( ). I punti di inserzione del legamento di Whitnall sono situati medialmente sopra la troclea e lateralmente sulla porzione superiore
della parete orbitaria laterale. Il legamento lateralmente aderisce alla capsula della ghiandola lacrimale.
Basi anatomiche 13
Il legamento di Whitnall è un ispessimento del rivestimento Il tendine cantale laterale è dato dall’unione dei tendini tarsali
fasciale che riveste il muscolo elevatore della palpebra
laterali superiore ed inferiore e si inserisce sul tubercolo laterale
superiore. Il corno laterale dell’aponeurosi dell’elevatore
di Whitnall (che di solito è situato 4 mm p osteriormente alla
si unisce al tubercolo di Whitnall, mentre il corno mediale rima orbitaria). Il tendine cantale mediale (MCT) presenta due
è inserito nella cresta lacrimale posteriore. Nella palpebra capi, uno superficiale ed uno profondo. Il primo è più spesso
superiore il
muscolo di Müller andrebbe considerato alla e si inserisce anteriormente alla fossa lacrimale ed al processo
stregua di un tendine accessorio dell’elevatore della p alpebra. frontale dell’osso mascellare. Il capo profondo è più sottile e
L’arcata vascolare palpebrale (formata principalmente d alle si inserisce sulla cresta lacrimale posteriore, retrostante al
arterie palpebrale mediale e lacrimale) decorre lungo la sacco lacrimale. La porzione posteriore del MCT forma la
superficie anteriore del tarso superiore. L’apporto ematico componente mediale del setto orbitario.
della palpebra superiore dipende dunque in primis d all’arteria
oftalmica (con un minor contributo fornito dalle arterie
infraorbitaria, temporale, trasversa della faccia ed angolare).35 Considerazioni chirurgiche
Il grasso retro-orbicolare dell’occhio si trova al di sopra Una volta raggiunta la rima orbitaria, si procede ad incisione del
del setto orbitario e si espande dalla rima orbitaria supero- periostio (a livello della porzione supero-laterale della cornice
mediale a quella laterale. Seguendo il margine orbitario orbitaria) ed a successivo scollamento sottoperiosteo fino ad
con direzione medio-laterale si identifica la sutura fronto- identificare le fessure orbitarie superiore e inferiore. Durante
zigomatica. In corrispondenza della superficie supero-laterale questa manovra si incontrano vasi a ponte che devono
del setto orbitario si individua il lobo orbitario (o superiore) essere progressivamente coagulati e tagliati. Nel 50–60% dei
della ghiandola lacrimale, situato al di sopra dell’estensione soggetti, in vicinanza della fessura orbitaria superiore, si può
laterale dell’aponeurosi dell’elevatore della palpebra. La
trovare il forame cranio-orbitale nel quale di solito decorre
porzione orbitaria della ghiandola lacrimale è alloggiata nella l’arteria meningea ricorrente o ramo m
eningo-lacrimale
fossa lacrimale (nel contesto dell’osso frontale), mentre la (questo vaso può passare anche attraverso la fessura orbitaria
porzione palpebrale si estende al di sotto del corno laterale superiore). Di fatto possono essere presenti altri forami minori
dell’aponevrosi dell’elevatore fino al fornice congiuntivale in prossimità del forame cranio-orbitale (Fig. 3.7).
A B C
D E F
Fig. 3.7 Immagini endoscopiche di approccio transorbitario alla fossa cranica anteriore e media. Dura madre della fossa cranica anteriore
(ACFD); lobo frontale (FL); nervo frontale (FN); grande ala dello sfenoide (GWS); fessura orbitaria inferiore (IOF); nervo lacrimale (LN); muscolo retto
laterale (LRM); piccola ala dello sfenoide (LWS); dura madre della fossa cranica media (MCFD); pavimento della fossa cranica media (MCFfl);
canale ottico (OC); tetto dell’orbita (OR); periorbita (PO); fessura orbitaria superiore (SOF); lobo temporale (TL); muscolo temporale (TM); arteria
meningea ricorrente ( ); parete laterale del seno cavernoso ( ); vaso anastomotico ( ); residuo della grande ala dello sfenoide ( );
superficie laterale della fessura orbitaria superiore ( ).
14 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
Dopo aver esposto la periorbita, questa può essere incisa arrivando alla ghiandola lacrimale. D all’arteria lacrimale origi-
o meno a seconda dell’obiettivo primario dell’intervento na, generalmente, un ramo r icorrente che p assando attraverso
chirurgico. la fessura orbitaria superiore o il f
orame cranio-orbitario si
anastomizza con un ramo orbitario dell’arteria meningea me-
In un approccio transorbitario, in cui l’orbita rappresenta il dia (MMA) (Fig. 3.8).
“corridoio” verso strutture localizzate in sede più profonda,
la periorbita dovrebbe essere risparmiata e lasciata integra. Anteriormente, l’arteria ciliare postero-laterale ed i nervi ciliari
In caso di approccio alla fossa cranica media, una volta brevi originati dal ganglio ciliare sono le prime strutture che si
condotto un adeguato scollamento, si procede a rimozione identificano nel contesto del grasso orbitario. Il ganglio ciliare
della grande ala dello sfenoide fino ad esporre la dura madre è situato in vicinanza del nervo ottico, in corrispondenza
del lobo temporale. In questi casi il limite supero-mediale della sua faccia laterale. Posteriormente, in prossimità della
dell’approccio è dato dalla fessura orbitaria superiore, mentre fessura orbitaria superiore, è visibile il ramo superiore del III
il limite laterale dal muscolo temporale. nervo cranico (che innerva il muscolo retto superiore (SRM)
ed il muscolo elevatore della palpebra). La vena oftalmica
Superiormente tale approccio può essere parzialmente e steso superiore (SOV) può essere identificata posteriormente, tra il
alla piccola ala dello sfenoide fino ad arrivare al processo nervo ottico ed il retto superiore, mentre fuoriesce dal cono
clinoideo anteriore. Se necessario, l’osso frontale può essere muscolare passando tra retto superiore e retto laterale.
parzialmente asportato ed il seno sfeno-orbitario coagulato.
In caso di approccio intracranico, si procede a incisione della Il ramo zigomatico del nervo infraorbitario attraversa la
dura madre con esposizione della porzione anteriore del lobo fessura orbitaria inferiore e può essere identificato nella
temporale. porzione inferiore dello spazio intraconico laterale, dove si
divide nei rami zigomatico-facciale e zigomatico-temporale
In caso di approccio transorbitario alla fossa cranica anteriore
(entrambi fuoriescono dall’orbita attraverso piccoli forami
la craniotomia (alla “demand”) può prevedere l’asportazione
ossei). Le anastomosi tra nervo lacrimale e zigomatico sono
della porzione orbitaria dell’osso frontale e di parte della
identificabili lateralmente al retto laterale. Posteriormente, in
piccola ala dello sfenoide. La grande ala dello sfenoide v iene,
prossimità dell’apice e della fessura orbitaria superiore, si
invece, lasciata intatta. La dura madre viene esposta ed aperta
può osservare la divisione inferiore del III nervo cranico. Il suo
a seconda delle necessità chirurgiche.
ramo inferiore dà origine -a sua volta- a tre rami, diretti al retto
Al contrario, un approccio intraorbitario prevede l’incisione e mediale ed inferiore ed al muscolo obliquo inferiore (ramo
l’apertura della periorbita con l’esposizione del grasso extra- generalmente più lungo). La vena oftalmica inferiore, quando
conico. Anteriormente si apprezza la ghiandola lacrimale. In presente, fuoriesce dal cono muscolare passando tra retto
questo tipo di approccio, il più importante repere anatomico laterale ed inferiore. L’anello tendineo di Zinn è costituito da un
è rappresentato dal muscolo retto laterale (LRM), che risulta ispessimento della periorbita e dall’origine tendinea dei q uattro
facilmente identificabile nella metà posteriore dell’orbita. Al di muscoli retti. Posteriormente, a livello intraorbitario, definisce
sopra del retto laterale è generalmente facile identificare il pe- il cosiddetto forame oculomotore, attraverso cui passano il
duncolo lacrimale (che comprende nervo, arteria e vena), che nervo ottico, il nervo naso-ciliare, i rami o culomotori, il nervo
arriva anteriormente alla ghiandola lacrimale. L ’arteria lacrimale abducente e l’arteria oftalmica. L’anello di Zinn, perciò, divide
origina dall’arteria oftalmica vicino al canale ottico, e dalla sua la fessura orbitaria superiore in una porzione intraconica ed
origine decorre anteriormente, con direzione s upero-laterale, uno extraconico (Fig. 3.9).
A B
B C
Fig. 3.9 Ricostruzione tridimensionale della fessura orbitaria superiore (A). Immagini endoscopiche laterale (B) e mediale (C).
Dura madre della fossa cranica anteriore (ACFD); bulbo oculare (EB); nervo frontale (FN); nervo infraorbitario (ION); muscolo retto inferiore (IRM);
nervo lacrimale (LN); muscolo retto laterale (LRM); muscolo retto mediale (MRM); maxillary strut (MS); nervo ottico (ON); parete posteriore del seno
mascellare (pwMS); muscolo obliquo superiore (SOM); muscolo retto superiore (SRM); nervo abducente ( ); divisione superiore del nervo
oculomotore ( ); rami della divisione inferiore del nervo oculomotore ( ); superficie laterale della fessura orbitaria superiore ( );
residuo della grande ala dello sfenoide ( ); ramo orbitario dell’arteria meningea media (o ramo meningeo dell’arteria lacrimale) ( ).
(laterale e mediale) nonché da rami dell’arteria infraorbitaria intraconico, troviamo il plesso venoso oftalmico, che giace al
e trasversa della faccia. Il network vascolare si localizza su di sopra di muscolo retto inferiore. E’ composto per lo più da
piano sottomuscolare, in corrispondenza della superficie vene a breve decorso e di piccolo diametro. Generalmente,
anteriore del tarso inferiore. dalla sua porzione posteriore, prende origine la vena o
ftalmica
inferiore (IOV). Quest’ultima, nella maggior p arte dei casi,
Il sacco lacrimale si trova a livello della porzione mediale è collegata alla vena oftalmica superiore per mezzo di
della cornice orbitaria, in una depressione nota come fossa anastomosi venose (vene collaterali laterali e mediali), e al
lacrimale. Poiché il setto orbitario si inserisce al davanti del plesso pterigoideo tramite vene comunicanti. Posteriormente
sacco solo in corrispondenza della porzione inferiore di può drenare d irettamente nel seno cavernoso o nella vena
quest’ultimo, da un punto di vista anatomico il sacco lacrimale oftalmica superiore.
può essere considerato, almeno in parte, intraorbitario.
L’arteria infraorbitaria origina dal segmento pterigopalatino
Una volta aperti setto orbitario e periorbita, il grasso extra dell’arteria mascellare e decorre nel solco infraorbitario,
conico diventa visibile. Delimitato dal muscolo retto inferiore e staccando alcuni rami. Si tratta di rami destinati ai tessuti
dalla parete orbitaria inferiore, troviamo lo spazio extraconico molli del pavimento orbitario, al sacco lacrimale, al dotto
inferiore: si tratta di un’area a contenuto adiposo, attraversata naso-lacrimale ed, in misura minore, al muscolo retto inferiore,
dal muscolo obliquo inferiore. Solitamente la vascolarizzazione al muscolo obliquo inferiore ed al muscolo di Müller.
della superficie inferiore del muscolo obliquo inferiore è data
da un ramo dell’arteria infraorbitaria. Nella maggior parte degli
individui l’arteria muscolare inferiore per l’obliquo inferiore ed il Considerazioni chirurgiche
ramo inferiore del III nervo cranico terminano nel terzo laterale Anche in questo caso, una volta raggiunta e s cheletrizzata
dell’obliquo inferiore. Nel compartimento laterale, al di sopra la cornice orbitaria, si prosegue con lo scollamento
del pavimento orbitario, troviamo un’ampia area a contenuto sottoperiosteo fino ad identificare la fessura orbitaria inferiore
adiposo. Come già detto, nello spazio extraconico inferiore, la (IOF). Il contenuto della fessura orbitaria inferiore può e ssere
prima struttura anatomica visualizzabile all’interno del grasso parzialmente sacrificato per facilitare l’esposizione del
è il muscolo obliquo inferiore: esso origina dalla faccia laterale pavimento orbitario fino all’apice.
dell’estremità superiore del canale naso-lacrimale, subito
posteriormente alla rima orbitaria. Decorre poi, con d irezione Solitamente, durante lo scollamento, si identificano strutture
medio-laterale, passando al di sotto del muscolo retto venose a ponte tra il contenuto orbitario e lo scheletro os-
inferiore e seguendo la curvatura del bulbo oculare, fino ad seo. Il peduncolo infraorbitario è facilmente osservabile per
inserirsi in vicinanza dell’inserzione del retto laterale. A livello trasparenza, attraverso il sottile strato osseo.
Procedure chirurgiche selezionate 17
A B
Fig. 4.2 Approccio transnasale orbitario endoscopico-assistico: esposizione completa della periorbita (occhio destro) (A).
Disegno schematico che mostra un approccio transnasale allo spazio intraconico mediale (B).
Basisfenoide (BS); seno mascellare (MS); setto nasale (NS); nervo ottico (ON); periorbita (PO); base cranica (SB); seno sfenoidale (SS).
18 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
A B C
D E F
Fig. 4.3 Approccio transpalpebrale superiore. Incisione su piega palpebrale (A). Sollevamento di lembo muscolo-cutaneo (B,C). Muscolo orbicolare
dell’occhio ( ) in B e C. Il lembo sollevato completamente (D). Esposizione della cornice orbitaria (regione supero-laterale) (E). Vengono applicati
punti di sutura ( ) per mantenere aperta la finestra chirurgica. Cornice orbitaria (OR). Si effettua lo scollamento della periorbita per esporre
le pareti orbitarie (F). Viene utilizzato un retrattore malleabile per mobilizzare infero-medialmente il contenuto orbitario. Retrattore malleabile (MR).
campo operatorio del grasso orbitario, che andrà quindi approcci extraperiorbita, si procede, come già detto, ad
gestito utilizzando dei retrattori. Se necessario, l’aponeurosi adeguato scollamento della periorbita dalla superficie ossea,
del muscolo elevatore della palpebra e il muscolo di M üller fino ad esporre la fessura orbitaria superiore ed inferiore. La
possono essere tagliati, avendo poi cura di risuturarli
grande ala dello sfenoide e la porzione o rbitaria dell’osso
al termine della procedura. Proseguendo la dissezione frontale possono essere fresate per esporre la dura della fossa
in direzione supero-mediale, è importante individuare e cranica anteriore e media. Gli step chirurgici verranno quindi
risparmiare il tendine del muscolo obliquo superiore. Negli dettati dal tipo di intervento previsto (Figg. 4.3, 4.4).
A B C
D E F
Fig. 4.6 Approccio transpalpebrale inferiore (su piega cutanea). Marcatura dell’incisione (A). Incisione (B). Sollevamento del lembo muscolo-
cutaneo (da notare che le forbici sono al di sotto del muscolo orbicolare) (C). Lembo muscolo-cutaneo sollevato (D). Incisione del periostio a livello
della cornice orbitaria inferiore (E). Scollamento del periostio orbitario inferiore (F). Cornice orbitaria (OR). Linea di incisione (piega cutanea) ( ).
Muscolo orbicolare dell’occhio ( ). Periostio ( ).
20 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
A B
Fig. 4.7 Approccio transpalpebrale inferiore: dissezione profonda. Fascia capsulo-palpebrale (CPF); muscolo obliquo inferiore (IOM);
grasso orbitario (OF); muscolo orbicolare dell’occhio (OOM); setto orbitario (OS); muscolo orbicolare dell’occhio ( ).
C D
Procedure chirurgiche selezionate 21
A B C
D E F
Fig. 4.9 Approccio palpebrale “swinging eyelid”. Dissezione step-by-step. Incisione cantale laterale (A). Eversione della palpebra inferiore (B).
Dissezione sottocongiuntivale (C). Sollevamento del lembo congiuntivale (D). Trasposizione superiore e fissazione del lembo congiuntivale (E–F).
22 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
C D
26 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
A B C D
E F
A B C
Fig. 6.5 Isolamento anteriore dei muscoli retti mediale ed inferiore. Un filo viene passato per via transcongiuntivale al di sotto delle
inserzioni bulbari dei muscoli stessi (A). Le immagini endoscopiche transnasali dello stesso paziente (occhio sinistro) sono mostrate nelle Figg. (B)
e (C). Notare la mobilizzazione laterale del contenuto orbitario determinata dalla trazione anteriore del muscolo retto mediale. Apice orbitario (OA);
seno sfenoidale (SS).
C D
28 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
C D
A B C
D E F
G H I
Fig. 6.9 Gestione del sanguinamento intraoperatorio. Immagini endoscopiche che mostrano un sanguinamento intraoperatorio maggiore durante
l’asportazione di un meningioma sfeno-orbitario (occhio destro). L’emorragia è stata controllata utilizzando una tecnica a due mani (doppia aspirazione)
e sostanze ad azione emostatica.
Aspetti tecnici e consigli utili 29
A B C
D E F
Fig. 6.11 Marginotomia supero-laterale (occhio sinistro). Tale step è risultato necessario in quanto, le notevoli dimensioni della lesione,
non permettevano la sua asportazione tramite approccio transpalpebrale superiore standard.
Grande ala dello sfenoide (GWS); cornice orbitaria (OR); tumore (T); linee dell’osteotomia ( ).
30 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
Caso 1 Decompressione orbitaria: parete mediale e porzione mediale della parete inferiore
Paziente con grave orbitopatia basedowiana sottoposto a
decompressione orbitaria bilanciata (tre pareti).
A B C
D E F
G H I
Fig. 7.1 Immagini intraoperatorie (occhio destro). Sfeno-etmoidectomia ed esposizione della parete mediale (A–C). Esposizione e successiva rimozione
della lamina papiracea (D, E). Esposizione ed incisione della periorbita (F, G). Apertura ed erniazione del grasso orbitario (H–I).
Lamina papiracea (LP); setto nasale (NS); grasso orbitario (OF), etmoide posteriore (PE); periorbita (PO); seno sfenoidale (SS); turbinato superiore (ST);
frammento di lamina papiracea (^); nervo ottico ( ).
Casi clinici selezionati 31
Caso 2 Decompressione del nervo ottico per voluminosa displasia fibrosa comprimente entrambi i nervi ottici
Paziente giunto alla nostra osservazione per progressivo deficit
dell’acuità visiva a sinistra. La TC mostrava una voluminosa
displasia fibrosa della base cranica comprimente entrambi i
nervi ottici, più marcata a sinistra. Con tecnica endoscopica
transnasale è stata eseguita una decompressione dell’orbita e
del nervo ottico di sinistra.
A B C
D E F
G H I
Fig. 7.2 TC preoperatoria: displasia fibrosa complessa del basicranio (A–F). Sequenza di immagini intraoperatorie che mostrano un’adeguata
decompressione del nervo ottico (occhio sinistro) (G–I). Nervo ottico (ON); base cranica (SB); seno sfenoidale (SS).
32 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
C D
Casi clinici selezionati 33
Fig. 7.4 Immagini endoscopiche intraoperatorie (A–G). La lesione viene separata dal contenuto orbitario seguendo un piano di clivaggio sicuro (B–D).
La lamina papiracea e la periorbita sono state asportate (E, F). Campo operatorio alla fine dell’intervento con grasso orbitario erniato (G). Aspetto
endoscopico postoperatorio (H). RM preoperatoria (I) e postoperatoria (J). Fossa infratemporale (ITF); lamina papiracea (LP); parete posteriore del seno
mascellare (pwMS); seno sfenoidale (SS); tuba di Eustachio ( ); tumore (T); Piano di clivaggio tra la lesione ed il contenuto orbitario ( ).
34 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
A B C D
Fig. 7.5 Valutazione radiologica. Immagini RM preoperatorie (A, B) che mostrano una lesione a carico della parte superiore della fossa p terigopalatina
estesa alla porzione posteriore della fessura orbitaria inferiore. Scansioni RM postoperatorie (C, D). Area di recidiva ( ).
A B C D
E F G
Fig. 7.6 Immagini intraoperatorie (A–G). Basisfenoide (BS); tuba di Eustachio (ET); porzione cavernosa dell’arteria carotide interna (ICAc); fessura
orbitaria inferiore (IOF); muscolo pterigoideo laterale (LPM); lamina pterigoidea laterale (LPP); lamina pterigoidea mediale (MPP); rinofaringe (NP);
complesso pterigoideo (PC); fessura orbitaria superiore (SOF); seno sfenoidale (SS); tumore (T); muscolo tensore del velo palatino (TVPM);
nervo vidiano (VN); II branca del nervo trigemino (V2); Piano passante tra la lesione e la fessura orbitaria inferiore/complesso pterigoideo ( );
area di recidiva ( ); margine della lesione ( ).
Casi clinici selezionati 35
A B
C D E
F G H
Fig. 7.7 Immagini RM preoperatorie (A, B) che mostrano un ascesso extra-intraconico, situato in prossimità del muscolo retto mediale (porzione
anteriore). Immagini intraoperatorie (C–H) che mostrano la progressiva dissezione intraorbitaria e il drenaggio finale dell’ascesso. Grasso orbitario (OF);
pus (P); periorbita (PO); muscolo retto mediale ( ); ascesso orbitario ( ).
36 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
Paziente maschio (61 anni), inviato alla nostra attenzione Il paziente è stato operato per via endoscopica transnasale.
per la presenza di una lesione di medie dimensioni situata Non si sono verificate complicanze significative durante
all’apice orbitario di sinistra, esternamente al cono muscolare. l’intervento. La diagnosi istologica è stata di emangioma
Il paziente era paucisintomatico, lamentando un aspecifico cavernoso.
senso di malessere all’occhio sinistro (per lo più fastidio
associato ai movimenti oculari).
A C D
B E F
Fig. 7.8 Immagini RM pre- e postoperatorie che mostrano una lesione situata medialmente all’apice orbitario (A, B). Immagini intraoperatorie che
mostrano la presenza della lesione (C–F). La lesione è stata attentamente separata dal grasso orbitario; i vasi ad essa afferenti sono stati coagulati
e tagliati. Il decorso postoperatorio si è svolto senza complicazioni. Turbinato medio (MT); setto nasale (NS); grasso orbitario (OF); tumore (T);
periorbita ( ); muscolo obliquo superiore ( ); muscolo retto mediale ( ).
Casi clinici selezionati 37
A B
C D
Fig. 7.9 Valutazione radiologica. Immagini RM preoperatorie (A, C) e postoperatorie (B, D). Muscolo retto mediale ( ).
A B C
D E F
Fig. 7.10 Immagini intraoperatorie. Esposizione della lamina papiracea ed incisione della periorbita (A–C). Dissezione ed asportazione della lesione (D, E).
Specimen chirurgico (F). Emangioma (H); setto nasale (NS); grasso orbitario (OF); periorbita (PO); bordo della finestra periorbitaria ( ).
38 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
A B
C D
Fig. 7.11 Valutazione radiologica. Immagini RM in sezione coronale (A, B) ed assiale (C, D).
Muscolo retto mediale ( ).
A B C D
E F G H
Fig. 7.12 Immagini intraoperatorie (A–H). Dissezione dell’etmoide (A, B). Esposizione della parete mediale dell’orbita (C, D).
Rimozione della lamina papiracea ed incisione della periorbita (E, F). Prelievo di un frammento di tessuto per la valutazione istopatologica (G, H).
Lamina papiracea (LP); parete mediale dell’orbita (MOW); muscolo retto mediale (MRM); turbinato medio (MT); periorbita (PO); tessuto patologico ( ).
Casi clinici selezionati 39
A B C
D E F
Fig. 7.13 Pretensionamento anteriore del retto mediale (A) ottenuto passando un punto “tensionatore” al di sotto dell’inserzione bulbare del muscolo
stesso. Asportazione chirurgica della lesione (D). Le immagini RM preoperatorie mostrano una lesione a margini ben definiti, a sede intraconica supero-
mediale (B, E). Le immagini RM postoperatorie non evidenziano segni di recidiva/persistenza (C, F). Lesione ( ).
40 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
Caso 11 Epistassi recidivante trattata con coagulazione delle arterie etmoidali anteriore e posteriore
Paziente di 75 anni inviato per episodi di epistassi recidivante,
persistenti dopo chiusura dell’arteria sfenopalatina. U tilizzando
un approccio di Lynch endoscopico-assistito (occhio sinistro),
le arterie etmoidali sono state identificate e coagulate.
C D
Casi clinici selezionati 41
Caso 12 Exenteratio orbitae destra endoscopico-assistita con risparmio delle palpebre
Paziente affetto da carcinoma adenoido-cistico e tmoidale
con invasione dell’orbita destra. Dopo discussione
approfondita sulle possibilità terapeutiche, il paziente ha
accettato di s ottoporsi a craniectomia endonasale a ssociata
ad exenteratio orbitae destra (endoscopico-assistita),
quest’ultima eseguita mediante approccio cantale laterale. Il
prelievo istologico intraoperatorio ha confermato la p ositività
dei margini di resezione, con impossibilità di ottenere la
radicalità oncologica completa a fine intervento. Il paziente è
deceduto prima di iniziare la radioterapia postoperatoria.
A B C
D E F
Fig. 7.15 Immagini intraoperatorie transorbitarie (A–F). Grande ala dello sfenoide (GWS); fessura orbitaria inferiore (IOF); piccola ala dello sfenoide (LWS);
nervo ottico (ON); tetto dell’orbita (OR); seno sfenoidale (SS); fessura orbitaria superiore (SOF); parete superiore del seno mascellare (swMS);
optic strut ( ).
42 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
C D
A B C
Fig. 7.17 Trattamento di complicanza intraoperatoria, realizzatasi in altro caso di decompressione. Il caso è relativo ad una lesione della base cranica
anteriore, appena al davanti alla fessura orbitaria superiore ( ). La plastica durale è stata realizzata utilizzando grasso orbitario e tabotamp.
Il decorso postoperatorio si è svolto senza complicazioni. Fossa cranica anteriore (ACF); grasso (F); fossa cranica media (MCF); periorbita (PO); plastica
della base cranica (SBP); muscolo temporale (TM).
Casi clinici selezionati 43
A B C
D E F
G H I
Fig. 7.19 Immagini intraoperatorie. Fasi iniziali della dissezione ed identificazione della lesione (A–C). Esposizione della parete laterale dell’orbita (D).
Scollamento mediale della lesione (E–H). Campo operatorio una volta rimossa la lesione (I). Grande ala dello sfenoide (GWS); muscolo retto laterale (LRM);
cornice orbitaria (OR); tumore (T).
44 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
C D
E F G
Casi clinici selezionati 45
Caso 16 Emangioma cavernoso intraconico dell’apice orbitario e della fessura orbitaria superiore destra
Caso di lesione ben definita di piccole dimensioni a carico
dell’apice orbitario destro. La sintomatologia era caratterizzata
da disturbi aspecifici del visus. La lesione è stata rimossa
utilizzando un approccio transpalpebrale s
uperiore
endos copico-assistito, con l’ausilio del neuronavigatore.
Fortunatamente la lesione non aderiva ai tessuti circostanti
ed è stata rimossa completamente senza danneggiare le
strutture dell’apice orbitario. Nel primo periodo postoperatorio
la paziente ha presentato segni compatibili con una paresi
della branca superiore dell’oculomotore. Tali difetti sono poi
scomparsi completamente nel giro di pochi mesi.
A B C D
E F G H
I J K L
Fig. 7.21 RM pre-operatoria (A, B). Visione esterna del campo chirurgico (C). Immagini endoscopiche intraoperatorie (D–J). Esposizione ed
identificazione della fessura orbitaria superiore (D, E). Apertura della periorbita (F). Asportazione del tumore dall’apice orbitario e dalla fessura orbitaria
superiore (G–I). Campo operatorio dopo resezione della lesione (J). RM post-operatoria (K, L). Fossa cranica anteriore (ACF); grande ala dello sfenoide
(GWS); periorbita (PO); fessura orbitaria superiore (SOF); muscolo retto superiore (SRM); divisione superiore del nervo oculomotore ( );
arteria oftalmica ( ); lesione ( ); difetto osseo della base cranica anteriore ( ).
46 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
A B C
D E F
G H I J
Fig. 7.22 Immagini endoscopiche intraoperatorie delle diverse fasi della procedura (A–F). Immagini TC pre- (G, H) e postoperatorie (I, J). La lesione
è stata rimossa in maniera subtotale ed il minus post-chirurgico parzialmente riempito con grasso. Dura madre della fossa cranica anteriore (ACFD);
grasso addominale (AF); fossa infratemporale (ITF); frammento di meningioma (porzione interessante la fossa temporale) (M); dura madre della fossa
cranica media (MCFD); pavimento della fossa cranica media (MCFfl); fessura orbitaria superiore (SOF); muscolo temporale (TM).
Casi clinici selezionati 47
A B C
D E F
G H I
J K L
Fig. 7.23 Immagini TC preoperatorie nei piani assiale (A), coronale (B) e sagittale (C). Immagini TC postoperatorie nei piani assiale (D), coronale (E)
e sagittale (F) che mostrano l’asportazione ottenuta. Immagini intraoperatorie (G–L). Esposizione della dura madre della fossa cranica anteriore e media
(L). In (K), la punta dell’aspiratore indica il pavimento della fossa cranica media. Dura madre della fossa cranica anteriore (ACFD); grande ala dello
sfenoide (GWS); dura madre della fossa cranica media (MCFD); pavimento della fossa cranica media (MCFfl); fessura orbitaria superiore (SOF).
48 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
A B C
D E F
Fig. 7.24 Immagini intraoperatorie (A–F). Identificazione della cornice orbitaria inferiore e dissezione del pavimento orbitario (occhio destro) (A, B).
Fresatura del pavimento orbitario, medialmente (C–D) e lateralmente (E) al peduncolo infraorbitario. Campo operatorio una volta completata la
procedura sul pavimento orbitari (F). Mucosa del seno mascellare (MSm); grasso orbitario (OF); pavimento orbitario (Ofl); cornice orbitaria (OR);
peduncolo infraorbitario ( ).
Casi clinici selezionati 49
A B C D
E F
Fig. 7.25 Immagini RM preoperatorie che mostrano una lesione di medie dimensioni situata nella metà posteriore dell’orbita sinistra (A, B).
Immagini RM postoperatorie che mostrano la rimozione completa della lesione (C, D).Immagini intraoperatorie (occhio sinistro): identificazione della
lesione (freccia gialla) (E) e campo operatorio dopo la completa asportazione della stessa (F). Bulbo oculare (EB); muscolo retto inferiore (IRM);
nervo ottico (ON); cornice orbitaria (OR); muscolo retto laterale (LRM); lesione ( ).
50 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
A B C
D E F
Fig. 7.26 Immagini intraoperatorie (lato destro) (A–D). Fase transorbitaria della procedura (la freccia bianca indica la fessura orbitaria superiore) (A–B).
Fase transnasale (sono visualizzate in parte la dissezione della regione infraorbitaria e quella della fossa infratemporale) (C–D). Immagini RM pre- (E)
e post-operatorie (F). Nervo infraorbitario (ION); fossa infratemporale (ITF); Blocco pterigoideo (PP); meningioma sfeno-orbitario (SOM); fessura o rbitaria
superiore ( ).
Casi clinici selezionati 51
Caso 22 Meningioma sfeno-orbitario destro interessante il pavimento della fossa cranica media,
la grande ala dello sfenoide, le lamine pterigoidee ed il seno sfenoidale
Giovane donna che presentava marcata disestesia nel terapeutiche disponibili, la paziente ha accettato di s ottoporsi
territorio di distribuzione della II branca del trigemino a destra. ad una procedura combinata endoscopico- assistita
La valutazione radiologica mostrava una lesione complessa (transnasale e transorbitaria), che ha permesso la resezione
della base cranica che invadeva la grande ala dello sfenoide, il subtotale della lesione. Il decorso post-operatorio si è svolto
pavimento della fossa cranica media, le lamine pterigoidee ed senza complicazioni.
il seno sfenoidale. Dopo una seria discussione sulle possibilità
A B C
D E F
Fig. 7.27 Valutazione radiologica. Immagini TC pre- (A–C) e post-operatorie (D–F). Dal confronto si apprezza un’asportazione quasi totale della lesione
della base cranica.
A B C D
E F G H
Fig. 7.28 Immagini intraoperatorie (lato destro) (A–H). Fase transorbitaria della procedura (A–D). Accesso transpalpebrale superiore (A). Resezione
transorbitaria del meningioma (B–C). Campo operatorio dopo il completamento del tempo transorbitario (D). Fase transnasale della procedura (E–H).
L’ampia sfenoidotomia anteriore mette in evidenza la parte della lesione che ha invaso il seno sfenoidale (E). Esposizione della parete posteriore del
seno mascellare e del “blocco” pterigoideo (F). Resezione del meningioma attorno alla III branca del nervo trigemino (G). Campo operatorio alla fine
dell’intervento chirurgico (H). Fossa cranica anteriore (ACF); grande ala dello sfenoide (GWS); fossa infratemporale (ITF); meningioma (M); dura madre
della fossa cranica media (MCFd); pavimento della fossa cranica media (MCFfl); rinofaringe (NP); setto nasale (NS); periorbita (PO); parete posteriore
del seno mascellare (pwMS); seno sfenoidale (SS); muscolo temporale (TM); III branca del nervo trigemino ( ); seno sfenoidale ( ).
52 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
Caso 23 Schwannoma maligno della II branca del nervo trigemino destro esteso dalla regione malare al
forame rotondo
Paziente con schwannoma maligno della seconda branca del
nervo trigemino destro esteso dalla regione geniena anteriore
al forame rotondo (immediatamente al di sotto della parete
antero-inferiore del seno cavernoso). La lesione è stata trattata
mediante approccio combinato transorbitario- transnasale,
con l’ausilio del neuronavigatore. E’ stato possibile ottenere
una resezione subtotale della lesione, con minima morbidità.
La fase transorbitaria della procedura è stata eseguita
attraverso una finestra transpalpebrale inferiore.
A B C
D E F
G H I
Fig. 7.29 Immagini RM preoperatorie nei piani coronale (A), assiale (B) e sagittale (C). Accesso transpalpebrale inferiore (D). Fase transorbitaria:
il tumore è stato separato dal contenuto orbitario e dalle pareti del seno mascellare (E, F). Fase combinata transorbitaria-transnasale (G–I). Orbita (Or);
seno sfenoidale (SS); tumore (T); II branca del nervo trigemino (V2); superficie mediale (nasale) della fessura orbitaria superiore ( ).
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 53
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7230 AA–CA
7229 AA–CA
7220 AA–FA
39501 A1 39501 A2
39501 A1 Cestello perforato per pulizia, sterilizzazione 39501 A2 Cestello perforato per pulizia, sterilizzazione
e conservazione, di un endoscopio rigido, e conservazione, di due endoscopi rigidi e di un
con supporti per adattatore attacco luce, conduttore di luce, con supporti per a dattatore
supporti per sistemi ottici in silicone e coperchio, attacco luce, supporti per s istemi o
ttici in
dimensioni esterne (l x p x h): 290 x 60 x 52 mm, silicone e coperchio, dimensioni esterne (l x p x h):
per endoscopi rigidi fino a Ø 5 mm e lunghezza 352 x 125 x 54 mm, per endoscopi rigidi fino a
operativa 20 cm Ø di 10 mm e lunghezza operativa 20 cm
58 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
Interrutore
a pedale
20 0142 30
Set di tubi in
silicone riutilizzabili*
LATO POMPA
LATO PAZIENTE
031229-10
1
/1
628702
660506
1
/1
660509 628712
1
/1
628714
479100 Elevatore sec. COTTLE, doppio, 628712 Curette per seno frontale sec. KUHN-BOLGER,
semiaffilato e smusso, graduato, curva 55°, ovale, affilata in avanti,
lunghezza 20 cm lunghezza 19 cm
660500 Bisturi falcato, leggermente curvo, puntuto, 628714 Idem, curva 90°
lunghezza 18 cm 635012 Spatola, malleabile, larghezza 12 mm,
660506 Bisturi a lama rotonda, taglio verticale, lunghezza 20 cm
3,5 x 2,5 mm, lunghezza 18 cm 635017 Idem, larghezza 17 mm
660509 Bisturi a lama rotonda, angolato 45°, 635025 Idem, larghezza 25 mm
Ø 2 mm, lunghezza 18 cm 635050 Spatola, malleabile, larghezza 50 mm,
628702 Curette per antro, ovale verticale, piccola, lunghezza 30 cm
lunghezza 19 cm
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 61
533212-
533213
791600
798418
62 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
651055
Strumento di pulizia
651050 R
651503
456511 B
451000 B
456010 B
451520 Pinza nasale SILCUT® sec. GRÜNWALD-HENKE, angolata 45° verso l’alto,
tagliente, forza di taglio molto elevata, trasmissione della forza brevettata per
un taglio delicato, nuovo design dell’impugnatura ergonomico, forma
sec. BLAKESLEY, misura 0, con attacco di pulizia, lunghezza operativa 13 cm
451521 Idem, misura 1
459151 Pinza per antro SILCUT® sec. STAMMBERGER, forza di taglio molto elevata,
trasmissione della forza brevettata per un taglio delicato, nuovo design
dell’impugnatura ergonomico, tagliente verso il basso ed in avanti a destra,
con attacco di pulizia, lunghezza operativa 10 cm
459152 Idem, tagliente verso il basso ed in avanti a sinistra
459162 Idem, tagliente anterograda e a sinistra verso l’alto, camicia distale curva a sinistra
449211–
449213
452831
452834 Idem, stelo curvo 30° verso l’alto, morso angolato 45° verso l’alto
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 69
452841
653000
615015 615025
615015 Pinza per sfenoide sec. CASTELNUOVO, fissa, 615025 Pinza tagliente per sfenoide
tagliente in modo anterogrado 65° verso l’alto, sec. CASTELNUOVO, fissa, angolata 30°
misura 3,5 x 3,7 mm, ganascia fissa ed extra piatta, i verso l’alto, taglio anterogrado verso l’alto,
lunghezza operativa 11 cm ganascia fissa extra piatta, morso 2 x 2 mm,
lunghezza operativa 11 cm
459040
459052
629820
629822
629823
629824
634825 A
Pinze
663239
28164 UA
Forbici
Curette e Dissettore
28164 RSB
28164 HKL Curette ad uncino, curva a sinistra, larghezza uncino 2,5 mm,
misura uncino 0,5 mm, lunghezza 25 cm
28164 HKR Curette ad uncino, curva a destra, larghezza uncino 2,5 mm,
misura uncino 0,5 mm, lunghezza 25 cm
78 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
28164 H
28164 X
201000 32
201000 33
20 1000 33 Filtro di blocco alla fluoresceina per impiego con sistema per
filtro azzurro alla fluoresceina 20 1000 32 e sistemi ottici HOPKINS®
della serie 7200/7210/7230, per l’osservazione visuale o per
collegamento alle telecamere KARL STORZ Endovision
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 79
Irrigatori
Aspiratori
722830
649183
649182 BU
649180 N
662882
662883
662885
662886
722830 Aspiratore, curvo a gomito, con piastra di 662882 Aspiratore sec. FRANK-PASQUINI,
presa e foro interruzione suzione, LUER-Lock, curvo a gomito, punta curva verso l’alto,
Ø esterno 3 mm, lunghezza operativa 14 cm estremità sferica, con piastra di presa
649180 N Aspiratore sec. FERGUSON-CASTELNUOVO, e foro interruttore suzione, LUER, Ø 2,4 mm,
senza foro interruttore, LUER, Ø 2 mm, lunghezza operativa 13 cm
lunghezza operativa 15 cm 662883 Idem, punta curva verso il basso
649182 BU Aspiratore sec. FERGUSON-CASTELNUOVO, 662885 Aspiratore sec. FRANK-PASQUINI,
con foro interruttore suzione e mandrino, con curvo a gomito, punta curva verso l’alto,
marcature della distanza, con apertura laterale estremità sferica, con piastra di presa
in basso, Ø 2,5 mm, lunghezza operativa 15 cm e foro interruttore suzione, LUER, Ø 3 mm,
649183 Aspiratore sec. FERGUSON, foro interruttore lunghezza operativa 13 cm
suzione e mandrino, LUER, 10 Charr., 662886 Idem, punta curva verso il basso
lunghezza operativa 15 cm
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 81
660531
660519
660512
660515
660521
748000 Impugnatura portalama, fig. 7, Sonda per condotto lacrimale sec. BOWMAN,
634840
lunghezza 16,5 cm, per lame 208010 –15, lunghezza 13 cm
208210 –15 incluso:
208215 Lama per bisturi, fig. 15, sterile, Sonda, misura 0000 – 000
confezione da 100 pezzi Sonda, misura 00 – 0
660512 Raspatorium, curvo a destra, lunghezza 18 cm Sonda, misura 1– 2
660515 Raspatorium, curvo a sinistra, 496 V Sonda per condotto lacrimale,
lunghezza 18 cm per localizzazione diafanoscopica delle vie
660521 Uncino, 90°, smusso, lunghezza 18 cm lacrimali e di fistole, estremità distale Ø 0,5 mm,
745900 Dilatatore sec. WILDER, per dotto salivare, sterile, monouso, confezione da 3 pezzi,
lunghezza 11 cm per impiego con cavo luce a fibre ottiche 495 NL
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 83
III
III
ECO RIVE ® S
ENT RIVE ® S
SCB
UNID
UNID
Caratteristiche particolari:
Un apparecchio – multifunzionale:
– Sistema shaver per la chirurgia dei seni paranasali e della base cranica anteriore
– Manipoli INTRA (40.000 giri/min. e 80.000 giri/min.)
– Frese per seni nasali l l
– Microseghe
– Dermatomi
– Manipoli High-Speed (60.000 giri/min. e 100.000 giri/min.) l –
Sistemi motore
Dati tecnici
Sistemi motore
Caratteristiche particolari del micromotore EC II ad alto rendimento
e del micromotore High-Speed
20 7110 33
20 7120 33
40 7016 20-1 40 7014 20
40 7016 01-1 UNIDRIVE® S III ENT SCB, unità di controllo motore con display a colori,
comando touch screen, due uscite motore, pompa di irrigazione e
modulo SCB integrati, tensione d’esercizio 100 – 240 VAC, 50/60 Hz
incluso:
Cavo di rete
Barra di irrigazione
Interruttore a doppio pedale, due livelli, con funzione proporzionale
Set di clips, per impiego con set di tubi in silicone
Cavo di connessione SCB, lunghezza 100 cm
Set di tubi monouso*, sterili, confezione da 3 pezzi
40 7014 01 UNIDRIVE® S III ECO, unità di controllo motore a due uscite e pompa
di irrigazione integrata, tensione d’esercizio 100 – 240 VAC, 50/60 Hz
incluso:
Cavo di rete
Interruttore a doppio pedale, due livelli, con funzione proporzionale
Set di clips, per impiego con set di tubi in silicone
Set di tubi monouso*, sterili, confezione da 3 pezzi
Dati tecnici:
Touch screen UNIDRIVE® S III ENT SCB: 6,4"/300 cd/m2 Dimensioni (l x h x p) 300 x 165 x 265 mm
Flusso 9 livelli Peso 5,2 kg
Tensione d’esercizio 100 – 240 VAC, 50/60 Hz Certificazione CEI 601-1, marchio CE sec. DDM
*
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 87
20 0166 30 031131-10
LATO APPARECCHIO
LATO PAZIENTE
Micromotore High-Speed Micromotore EC II ad alto Manipolo shaver DrillCut-X® II, Manipolo shaver DrillCut-X® II N,
rendimento per impiego con UNIDRIVE® S III con possibilità di adattamento per
ECO/ENT/NEURO navigatore per shaver, per impiego
con UNIDRIVE® S III ECO/ENT/NEURO
20 7110 33
20 7120 33 20 7111 73 40 7120 50 40 7120 55
41201KN
252660 – 252692 252575 – 252590
Lama shaver, curva
41302KN
41305 DN
88 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
Accessori opzionali
per UNIDRIVE® S III ENT SCB e UNIDRIVE® S III ECO
*
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 89
II
I
40 71 Cut-X ® I
N 40 Cut-X ®
55
20 50
7120
Drill
Drill
Caratteristiche particolari:
Max. 10.000 giri/min. per lame shaver, max. 12.000 giri/min. per frese per eni nasali l l
Motore molto potente, adatto anche per l’asportazione dei materiali più duri l l
Fissaggio delle lame shaver e delle frese per seni nasali con chiusura rapida l l
Particolarmente leggero l l
40 7120 50
40 7120 55
Caratteristiche particolari:
## Motore potente ## Diverse varianti del manipolo,
## Silenzioso grazie all’impugnatura regolabile,
consentono di operare con più facilità
## Ergonomia migliorata
## Preparazione igienicamente perfetta,
## Costruzione leggera
lavabile in lavaferri ed autoclavabile a 134 °C
## Modalità di oscillazione per lame shaver,
## Chiusura attacco rapido consente un rapido
regime max. 10.000 giri/min. cambio degli inserti operativi
## Modalità di rotazione per frese per seni nasali,
## Impiego della consolidata gamma di prodotti
regime max. 12.000 giri/min. DrillCut-X®
## Canale di aspirazione retto ed irrigazione
integrata
40 7120 50
40 7120 90
Accessori opzionali:
41250 RA
Caratteristiche particolari:
## Motore potente ## Preparazione igienicamente perfetta,
## Silenzioso lavabile in lavaferri ed autoclavabile a 134 °C
## Ergonomia migliorata ## Chiusura attacco rapido consente un rapido
cambio degli inserti operativi
## Costruzione leggera
## Impiego della consolidata gamma di prodotti
## Modalità di oscillazione per lame shaver,
DrillCut-X®
regime max. 10.000 giri/min.
## Possibilità di adattamento per navigatore
## Modalità di rotazione per frese per seni nasali,
per shaver 40 8001 22
regime max. 12.000 giri/min.
## Consente la navigazione di uno shaver in
## Canale di aspirazione retto ed irrigazione
combinazione con NPU 40 8000 01
integrata
## Diverse varianti del manipolo,
grazie all’impugnatura regolabile,
consentono di operare con più facilità
40 7120 55
40 7120 90
Accessori opzionali:
41250 RA
Caratteristiche particolari:
## Costruzione ergonomica ## Collegamento variabile all’impugnatura
## Costruzione particolarmente leggera DrillCut-X® II e al manipolo shaver DrillCut-X® II N
## Semplice maneggio dell’impugnatura ## Fissaggio con chiusura a vite
posizionabile in modo individuale ## Preparazione igienicamente perfetta,
lavabile in lavaferri ed autoclavabile a 134 °C
40 7120 90
41201 GN
Accessori opzionali:
41200 RA Adattatore di pulizia, LUER-Lock, per la pulizia interna
ed esterna delle lame shaver riutilizzabili 412xx
94 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
41204 KKB
angolata 35°,
profilo di taglio dentato retrogrado,
41202 KN
Ø 4 mm,
codice colore: blu-rosso
angolata 40°,
profilo di taglio dentato
41204 KKF
doppio anterogrado, Ø 4 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 40°,
profilo di taglio dentato
41204 KKB
doppio retrogrado, Ø 4 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 40°,
profilo di taglio dentato
41204 KKFA
doppio anterogrado, Ø 3 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 40°,
profilo di taglio dentato
41204 KKBA
doppio retrogrado, Ø 3 mm,
codice colore: blu-giallo
Accessori opzionali:
41200 RA Adattatore di pulizia, LUER-Lock, per la pulizia interna
ed esterna delle lame shaver riutilizzabili 412xx
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 95
41203 KKF
angolata 65°,
profilo di taglio dentato anterogrado,
41203 KNF
Ø 4 mm,
codice colore: blu-rosso
angolata 65°,
profilo di taglio dentato retrogrado,
41203 KNB
Ø 4 mm,
codice colore: blu-rosso
angolata 65°,
profilo di taglio dentato
41203 KKF
doppio anterogrado, Ø 4 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 65°,
profilo di taglio dentato
41203 KKB
doppio retrogrado, Ø 4 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 65°,
profilo di taglio dentato
41203 KKFA
doppio anterogrado, Ø 3 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 65°,
profilo di taglio dentato
41203 KKBA
doppio retrogrado, Ø 3 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 65°,
profilo di taglio dentato
41203 GNF anterogrado concavo,
finestra di taglio ovale, Ø 4 mm,
codice colore: blu-verde
angolata 65°,
profilo di taglio dentato
41203 GNB retrogrado concavo,
finestra di taglio ovale, Ø 4 mm,
codice colore: blu-verde
Accessori opzionali:
41200 RA Adattatore di pulizia, LUER-Lock, per la pulizia interna
ed esterna delle lame shaver riutilizzabili 412xx
96 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
41301 KK
41302 KN
angolata 35°,
profilo di taglio dentato
41302 KN
retrogrado, Ø 4 mm,
codice colore: blu-rosso
angolata 40°,
profilo di taglio dentato
41304 KKF
doppio anterogrado, Ø 4 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 40°,
profilo di taglio dentato
41304 KKB
doppio retrogrado, Ø 4 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 40°,
profilo di taglio dentato
41304 KKFA
doppio anterogrado, Ø 3 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 40°,
profilo di taglio dentato
41304 KKBA
doppio retrogrado, Ø 3 mm,
codice colore: blu-giallo
98 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
41303 KKB
angolata 65°,
profilo di taglio dentato
41303 KNF
anterogrado, Ø 4 mm,
codice colore: blu-rosso
angolata 65°,
profilo di taglio dentato
41303 KNB
retrogrado, Ø 4 mm,
codice colore: blu-rosso
angolata 65°,
profilo di taglio dentato
41303 KKF
doppio anterogrado, Ø 4 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 65°,
profilo di taglio dentato
41303 KKB
doppio retrogrado, Ø 4 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 65°,
profilo di taglio dentato
41303 KKFA
doppio anterogrado, Ø 3 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 65°,
profilo di taglio dentato
41303 KKBA
doppio retrogrado, Ø 3 mm,
codice colore: blu-giallo
angolata 65°,
profilo di taglio anterogrado
41303 GNF concavo, finestra di
taglio ovale, Ø 4 mm,
codice colore: blu-verde
angolata 65°,
profilo di taglio retrogrado
41303 GNB concavo, finestra di
taglio ovale, Ø 4 mm,
codice colore: blu-verde
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 99
41305 RN
Frese per seni nasali, angolate 70°/55°/40°/15°, monouso , sterili, confezione da 5 pezzi
per impiego con
Fresa per seni nasali
Visione dettagliata 40 7120 50 Manipolo DrillCut-X® II lunghezza 12 cm
40 7120 55 Manipolo DrillCut-X® II N
39550 A
Nota bene: Gli strumenti raffigurati non sono inclusi nel cestello perforato.
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 101
Manipoli INTRA
per chirurgia etmoidale e della base cranica
Caratteristiche particolari:
## Innesto e disinnesto fresa senza utilizzo ## Leggero ed ergonomico
di utensili ## Ridotto livello di vibrazioni durante l’uso
## Rotazione destrorsa e sinistrorsa ## Ridotta manutenzione
## Regime massimo di rotazione fino ## Possibilità di lavaggio meccanico
a 40.000 oppure 80.000 giri/min.
## Impugnatura sicura
## Ugello di irrigazione staccabile
9,5 cm
649600 – 649770 G
Visione Diamantata a
Misura Ø mm Standard Diamantata
dettagliata grana grossa
014 1,4 649614 649714 –
Manipoli INTRA
per chirurgia etmoidale e della base cranica
Caratteristiche particolari:
## Innesto e disinnesto fresa senza utilizzo ## Leggero ed ergonomico
di utensili ## Ridotto livello di vibrazioni durante l’uso
## Rotazione destrorsa e sinistrorsa ## Ridotta manutenzione
## Regime massimo di rotazione fino ## Possibilità di lavaggio meccanico
a 40.000 oppure 80.000 giri/min.
## Impugnatura sicura
## Ugello di irrigazione staccabile
12,5 cm
649600 L – 649770 GL
Diamantata a
Standard Diamantata
Visione grana grossa
Misura Ø mm
dettagliata
sterilizzabile sterilizzabile sterilizzabile
280033
280034
280043
Nota bene: Gli strumenti raffigurati non sono inclusi nei supporti per frese.
104 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
39552 B
Nota bene: Gli strumenti raffigurati non sono inclusi nei cestelli perforati.
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 105
20 7120 33
53 mm
7,5 mm 252681
93 mm
7,5 mm 252682
20 7120 33
51 mm
5,5 mm
252661
71 mm
5,5 mm
252662
91 mm
5,5 mm
252663
20 7120 33
51 mm
5,5 mm
252691
71 mm
5,5 mm
252692
malleabile
20 7120 33
108 mm
4,7 mm 252671
128 mm
252672
4,7 mm
252681 252682
Ø mm medie lunghe
1 350110 M –
2 350120 M 350120 L
3 350130 M 350130 L
4 350140 M 350140 L
5 350150 M 350150 L
6 350160 M 350160 L
7 350170 M 350170 L
Ø mm medie lunghe
1 350210 M –
2 350220 M 350220 L
3 350230 M 350230 L
4 350240 M 350240 L
5 350250 M 350250 L
6 350260 M 350260 L
7 350270 M 350270 L
110 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
252681 252682
Ø mm medie lunghe
3 350330 M 350330 L
4 350340 M 350340 L
5 350350 M 350350 L
6 350360 M 350360 L
7 350370 M 350370 L
Ø mm medie
7,5 350675 M
9 350690 M
Ø mm medie
6 350960 M
9,1 350991 M
Ø mm medie lunghe
3 350730 M 350730 L
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 111
252691 252692
1 330110 S 330110 M –
0,6 330206 S – –
1 330210 S 330210 M –
1,5 330215 S – –
60.000 giri/min.
Per impiego con manipoli High-Speed, 60.000 giri/min. Ø 5,5 mm
252691 252692
Ø mm corte
4 330440 S
6 330460 S
Misura in mm
corte
(Ø x lunghezza)
Ø 2,1/11 330511 S
Ø 2,3/26 330526 S
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 113
252671 252672
2 320220 EL 320220 SL
3 320230 EL 320230 SL
4 320240 EL 320240 SL
2 320320 EL 320320 SL
3 320330 EL 320330 SL
4 320340 EL 320340 SL
114 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
IMAGE1 S™
As individual as your requirements
Con la piattaforma telecamera IMAGE1 S™ KARL STORZ stabilisce una pietra miliare nel campo
dell’imaging endoscopico, confermando la sua fama di leader innovativo nel settore della chirurgia
mini-invasiva.
La piattaforma telecamera IMAGE1 S™ offre al chirurgo un sistema per tutte le applicazioni:
IMAGE1 S™ è un sistema modulare che riunisce diverse tecnologie (ad es. endoscopia rigida, flessibil
e 3D), rispondendo così alle esigenze individuali dei clienti. Tramite la piattaforma telecamera sono
possibili anche l’utilizzo del vicino infrarosso (NIR/ICG) per imaging a fluorescenza, l’integrazione di
microscopi operatori e l’impiego di VITOM® 3D.
IMAGE1 S™
As individual as your requirements
Design innovativo
• Side-by-side view: Possibile visualizzazione
parallela di immagini standard e in modalità S
• Gestione multipla delle fonti:
Comando, visualizzazione e documentazione
contemporanea di due fonti di immagini
(ad es. in operazioni ibride)
• Menu intuitivo
(dashboard, menu live e setup)
Side-by-side view: • Menu strutturato con icone intelligenti che
Visualizzazione parallela di immagini standard e identificano impostazioni e stato corrente
SPECTRA B
delle componenti
• Configurazione dei parametri individualizzabile
• 50 dossier paziente memorizzabili
Dashboard
IMAGE1 S™
As individual as your requirements
IMAGE1 S™ 3D
IMAGE1 S™ 3D è un ulteriore componente della
piattaforma telecamera IMAGE1 S™. Il sistema
3D garantisce all’operatore un’eccellente
profondità di campo. Il sistema stereoscopico
3D è particolarmente utile in applicazioni che
richiedono una percezione tridimensionale dello
spazio. La piattaforma 3D di KARL STORZ può
essere utilizzata in molte discipline mediche,
in laparoscopia come in ginecologia, ORL o
interventi microchirurgici.
Disponibile in versione da
0°/30°
Facile commutazione Tasti della testina
Autoclavabile da 3D a 2D programmabili
VITOM® 3D
Video-laparoscopio
3D da 10 mm
ad es.
4K/UHD
Endoscopia 3D
IMAGE1 S Aperto per le
D3-LINK™ tecnologie future
Videoendoscopio
3D da 4 mm
Connette tutte le
tecnologie
IMAGE1 S Testine
Videoendoscopi CONNECT™ a 3 chip
flessibili
Endoscopia 2D
Endoscopia 2D IMAGE1 S™
IMAGE1 S™ H3-LINK
X-LINK Testina FI
vicino infrarosso
(NIR/ICG)
Testine a 3 chip
ad 1 chip
Testine per
Testine PDD
microscopia
118 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
Dati tecnici:
Uscite video HD - 2x DVI-D Tensione di rete 100 – 120 VAC/200 – 240 VAC
- 1x 3G-SDI Frequenza di rete 50/60 Hz
Formato uscite segnali 1920 x 1080p, 50/60 Hz Classe di protezione I, CF, defibrillatore
LINK entrate video 3x Dimensioni l x h x p 305 x 54 x 320 mm
Interfaccia USB 4x USB, (2x anteriore, 2x posteriore) Peso 2,1 kg
Interfaccia SCB 2x Mini DIN a 6 poli
Dati tecnici:
Sistema telecamera TC 300 (H3-Link)
Testine/videoendoscopi supportati TH 100, TH 101, TH 102, TH 103, TH 104, TH 106
(completamente adatto per IMAGE1 S™)
22 2200 55-3, 22 2200 56-3, 22 2200 53-3, 22 2200 60-3, 22 2200 61-3,
22 2200 54-3, 22 2200 85-3
(compatibile senza tecnologie IMAGE1 S™ CLARA, CHROMA e SPECTRA)
LINK uscite video 1x
Tensione di rete 100 – 120 VAC/200 – 240 VAC
Frequenza di rete 50/60 Hz
Classe di protezione I, CF, debrillatore
Dimensioni l x h x p 305 x 54 x 320 mm
Peso 1,86 kg
Approcci endoscopici orbitari e transorbitari 119
Testine IMAGE1 S™
Dati tecnici:
Testine FULL HD IMAGE1 IMAGE1 S™ H3-Z
Codice articolo TH 100
Sensore d’immagine 3x 1/3" CCD
Dimensioni (la x h x lu) 39 x 49 x 114 mm
Peso 270 g
Interfaccia ottica Obiettivo zoom parfocale integrato,
f = 15 – 31 mm (2x)
Sensibilità minima F 1,4/1,17 lux
Meccanismo di presa Adattatore oculare standard
Cavo Collegamento fisso
Lunghezza del cavo 300 cm
Dati tecnici:
Testine FULL HD IMAGE1 IMAGE1 S™ H3-ZA
Codice articolo TH 104
Sensore d’immagine 3x chip 1/3" CCD
Dimensioni (la x h x lu) 39 x 49 x 100 mm
Peso 299 g
Interfaccia ottica Obiettivo zoom parfocale integrato,
f = 15 – 31 mm
Sensibilità minima F 1,4/1,17 lux
Meccanismo di presa Adattatore oculare standard
Cavo Collegamento fisso
Lunghezza del cavo 300 cm
120 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
Monitor
Monitor
Accessori opzionali:
9826 SF Base di appoggio, adatta per monitor 9826 NB
9626 SF Base di appoggio, adatta per monitor 9619 NB
Dati tecnici:
Monitor KARL STORZ HD e FULL HD 19" 26"
Desktop base di appoggio opzionale opzionale
Codice articolo 9619 NB 9826 NB
Luminosità 200 cd/m2 (tipo) 500 cd/m2 (tipo)
Angolo di osservazione max. 178° verticale 178° verticale
Distanza pixel 0,29 mm 0,3 mm
Tempo di reazione 5 ms 8 ms
Rapporto di contrasto 700:1 1400:1
Fissaggio 100 mm VESA 100 mm VESA
Peso 7,6 kg 7,7 kg
Valore nominale 28 W 72 W
Condizioni ambientali di funzionamento 0 – 40°C 5 – 35°C
Conservazione -20 – 60°C -20 – 60°C
Umidità relativa max. 85% max. 85%
Dimensioni, l x h x p 469,5 x 416 x 75,5 mm 643 x 396 x 87 mm
Tensione d’esercizio 100 – 240 VAC 100 – 240 VAC
Certificazione Conforme a EN 60601-1, Conforme a EN 60601-1,
classe di protezione IPX0 ul 60601-1, MDD93/42/EEC,
classe di protezione IPX2
122 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
Paziente
L’inserimento dei dati paziente non è mai stato così semplice.
AIDA si inserisce senza problemi nelle infrastutture esistenti quali SIO
e PACS. L’inserimento di dati può essere effettuato manualmente
o tramite una worklist DICOM. Tutte le informazioni importanti sul
paziente sono a portata di click.
Checklist
Gestione centralizzata e documentazione del time out. Tramite la
checklist è possibile documentare di tutti i passaggi critici, secondo gli
standard clinici più aggiornati. Le checklist sono adattabili alle esigenze
individuali. In questo modo si assicura stabilemnte una maggiore
sicurezza per il paziente.
Registrazione
Documentazione di altissima qualità grazie alla registrazione di immagini
standard e video in FULL HD e 3D. La funzione “Dual Capture” permette
la registrazione parallela (sincronica o indipendente) da due fonti.
Tutti i media registrati possono essere evidenziati con un click per la
successiva rielaborazione.
Rielaborazione
In modalità “Rielaborazione” è possibile eseguire velocemente semplici
modifiche di immagini standard e video registrati. Le registrazioni
possono essere ottimizzate velocemente per poter essere comprese nel
report. Inoltre è possibile tagliare, acquisire e salvare immagini standard
da un video già registrato. Per velocizzare la scelta si possono utilizzare
evidenziazioni preesistenti della modalità Registrazione.
Conclusione
Completare l’archiviazione di un intervento chirurgico non è mai stato
più semplice. AIDA dispone di un’ampia gamma di possibilità di
archiviazione. Per ogni percorso è possibile definire in anticipo quali
dati vi debbano essere esportati. L’esportazione dei dati viene eseguita
dall’Intelligenten Export-Manager (IEM). Il sistema salva i dati finché
questi ultimi non siano stati esportati con successo; in questo modo è
possibile scongiurare il rischio di una perdita di dati.
Riferimento
Tutte le informazioni importanti sul paziente sono sempre disponibili
e a portata di mano. La modalità “Riferimento” permette di richiamare
facilmente interventi chirurgici già conclusi, comprese tutte le
informazioni, immagini standard, video e relazioni checklist.
124 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
Carrello mobile
Carrello mobile,
UG 220
largo, alto, su 4 rotelle doppie antistatiche bloccabili,
interruttore generale di rete sulla copertura,
barra centrale con sottodistributori elettrici
incorporati con 12 posti presa, prese equipotenziali,
dimensioni in mm (l x h x p):
carrello mobile: 830 x 1474 x 730,
ripiano: 630 x 25 x 510,
diametro rotelle: 150 mm
incluso:
Modulo fondo per carrelli mobili, largo
Copertura per carrelli mobili, larga
Barra laterale per carrelli mobili, alta
3x Ripiano, largo
Gruppo di cassetti con serratura, larga
2x Guida, lunga
Porta-telecamera
UG 220
UG 540
126 Approcci endoscopici orbitari e transorbitari
UG 310
UG 410
UG 510
una pubblicazione informativa della
KARL STORZ — ENDOSKOPE