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ESTRATTO Aevum antiquum istituto di filologia classica e di papirologia a Aevum Antiquum 3 (1990), pp. 29-41 Giusepre Aricd LE MORTI DI AGAMENNONE (DA OMERO A SENECA) * ‘Come uccidere tragicamente un eroe’, potrebbe anche dirsi, parafrasando il titolo di un recente ma fortunato libro! Ma una tale formulazione imporrebbe preliminarmente la ne- cessita di chiarire perché, mentre a una donna basta esser tale per essere fatta oggetto di morte tragica, il rappresentante del sesso cosiddetto forte non possa che essere un eroe — a meno che non si tratti di un fanciullo —; e poi di verificare fino a qual punto la morte tragica faccia parte dello statuto letterario dell’eroe tragico. In ogni caso si dovrebbe tentare — se e in quanto possibile — di elaborare una tipologia; ma cid rientre- rebbe in una prospettiva diversa da quella che oggi mi propongo. Il tema & ben noto. Nella tradizione letteraria, mitografi- ca e figurativa relativa al mito degli Atridi la morte di Aga- mennone é presentata con alcune varianti, riguardanti non so- lo P'autore o gli autori del suo assassinio, ma le modalita, la tecnica dell’uccisione e I’ambiente in cui essa si verifica. Non prenderd in esame, ovviamente, tutti i testi?; mi soffermerd su alcuni pit significativi, dedicando in particolare qualche considerazione alla redazione di Eschilo, come inevitabile pun- * Il presente contributo riproduce, con qualche modificazione, il testo di tuna relazione presentata al IX Congresso internazionale di studi antropologici, sul tema «Lo sguardo da lontano. Antropologia e culture classiche» (Palermo 1-3 dicembre 1988). L’argomento ® stato poi oggetto di una lezione tenuta il 2 mag- gio 1990 presso I'Universita Cattolica. ' Nicoue Loraux, Faron tragiques de tuer une femme, Paris 1985, trad. it. Come uccidere tragicamente una donna, Roma-Bari 1988. 2 Ampia sntazione in O. Horer, Klytaim(n)esira, in W.H. Ro- scHER, Ausfidbrliches Lexicon der griechischen und romischen Mythologie, II, Leip- zig 1890-1894, cc. 1230 ss., specie 1235 ss.; K. WeRwicke, Agamennon, in RE I (1893), cc. 721 ss.; E. Betne, Kiytaimestra, ibid. XXI (1921), cc. 890 ss. 30 GIUSEPPE ARICO to di partenza per un discorso incentrato sulla elaborazione di Seneca, finora poco considerata dal punto di vista che ci in- teressa. La versione omerica @ gia abbastanza articolata. II passo pid significative @ il racconto dell’ombra di Agamennone in Od. XI 405 ss.: l’assassinio @ compiuto da Clitennestra ed Egisto insieme, ma é alla regina che é attribuita l’ideazione del delitto (vv. 429 s.), ed é@ il suo ruolo che viene compren- sibilmente privilegiato nel resoconto che il re fa del momen- to della fine. Gli altri luoghi omerici? (tutti dell’Odissea: il poeta dell’/liade ignora il delitto) presentano varianti e oscillazioni, particolarmente nell’attribuzione della colpa al- Yuno o all’altro dei due amanti, ma non contraddicono questa versione‘, alla quale sostanzialmente si atterranno Eschilo e la rimanente tradizione. Ma in Omero sono gia pre- senti altri, anche se scarsi, elementi significativi, che avranno sviluppo nella tradizione del mito: oltre al giudizio morale (XXIV 199 ss.) e alla descrizione della strage (in termini cru- di, gia carichi della tensione che esplodera nelle pid recenti re- dazioni tragiche: XI 409 ss.), la correlazione del delitto con il banchetto, con la connessa similitudine di Agamennone ucciso «come s'uccide un toro alla greppia» (dc tg te xaréxrave Botv ent gdevg: IV 535 = XI 411). Sara Eschilo che sviluppera la sua rilettura del mito ore- steo intorno al duplice tema della caccia e del sacrificio. Mi ri- ferisco particolarmente alla persuasiva indagine di Pierre Vi- dal-Naquet* e alle considerazioni svolte da Gianna Petrone nell’ambito di una ricerca sulla «morfologia teatrale» del tema delP'inganno’. Si trata della utilizzazione di un ampio reper- > Od. I 35 ss.; 298 ss.; III 192 ss.; 234 s.; 262 ss.; 303 55.3 IV 90 5.5 524 ss.; XXIV 95 ss.; 199 ss. “’ Anche nel racconto di Menelao in Od. IV 524 ss., in cui come autore del delitto & menzionato solo Egisto, il silenzio su Clitennestra non esclude la sua collaborazione o addirittura il suo ruolo primario nellideazione e nell’esecu- zione dell’assassinio. Si veda U. von Witamowrrz-Morttenporer, Homerische Untersuchungen, Berlin 1884, p. 154. > Chasse et sacrifice dans !Orestie d'Eschyle, PP 24 (1969), pp. 401 ss., ri- pubblicato in J.-P. Verwant e P. Vinat-Naguer, Mythe et tragédie en Gréce an- cienne, Paris 1972, trad. it. Mito e tragedia nellantica Grecia, Torino 1976, pp. 121 5s. (a cui si riferiscono le successive citazioni).. © G. Petrone, Teatro antico e inganno: finzioni plautine, Palermo 1983, pp. 101 ss. (la citazione da p. 104). LE MORTI DI AGAMENNONE, 31 torio metaforico, che ha il suo culmine nella katastrophé del- Tl’ Agamennone — il re avviluppato in un drepov éyeiPAnorpov, Bonep tyBiev..., / mhobrov elatog xaxév (vv. 1382 s.), come lo definisce Clitennestra dopo il delitto —, ma che attraversa tutto il dramma e si estende anzi all’intera trilogia, manife- standosi come organizzazione lessicale significante dell’ideolo- gia del poeta e della sua riscrittura della fabula?. Cosi, nel presagio evocato all’inizio del dramma (vv. 109 ss.), gli Atridi sono due aquile che divorano una lepre pregna (Troia, secondo la spiegazione di Calcante), poi, volta per volta, Agamenno- ne un leone (v. 1259), Egisto un lupo (ébid.) o un leone im- belle (v. 1224), Clitennestra una Sinovs déawa ovyxowpévy / Aone, Movtos ebyevois énovaig (vv. 1258 s.); Cassandra una ca- gna da caccia (vv. 1093 s., e cfr. 1184 s.)8; ma Agamennone & anche il toro che deve stare lontano dalla vacca che V’insidia (vv. 1125 s.), e che viene abbattuto secondo il rituale del sa- crificio cruento, come provano la édodvyj (dell’Erinni: vv. 1117 ss.) e il giuramento (di Clitennestra: vv. 1431 ss.)° che lo accompagnano. Immagini della caccia, dunque, e immagini del sacrificio si alternano e si sovrappongono; finiscono anzi per fondersi in una sintesi che @ metafora dello stravolgimento dei valori morali e culturali: Agamennone @ catturato come un animale selvaggio ma abbattuto come un animale domestico™. Il rito sacrificale viene dunque a mancare delle condizioni es- senziali del sactificio cruento: l’assenso dell’animale (Agamen- none @ preso a tradimento) e la morte indolore (Agamennone & colpito tre volte, e Clitennestra ha modo di citare i suoi ge- 7 In particolare per immagine della rete cfr. E. Petrouwtas, Funktion und Thematik der Bilder bei Aischylos, Géttingen 1976, pp. 148 ss.;, PETRONE, ‘op. cit., pp. 105 ss. Utile anche A. Lepecx, The Oresteia. A Study in Language and Structure, Cambridge, Mass. 1971, pp. 63 ss. Ovviamente il discorso sul lin guaggio metaforico & in stretto rapporto (e cid vale particolarmente per Eschilo) con il pit generale problema dell’ambiguita: mi limito a ricordare W.B. Stan- orp, Ambiguity in Greek Literature. Studies in Theory and Practice, Oxford 1939; J-P. VeRNANt, Ambiguita e rovesciamento, Sulla struitura enigmatica dell’Edipo re, in Mito e tragedia, cit., pp. 88 ss. (pp. 90 s. sull'Agamennone di Eschilo). Consi- derazioni interessanti in R. Tost, Alcuni esempi di polisemia nell’Agamennone di Eschilo: esegesi antica filologia moderna, Lexis 3 (1989), pp. 3 ss. (si vedano in particolare le conclusioni, pp. 22 ss.). ® Cfr, Vat-Naguer, cit., pp. 133 s., da vedere per una pid) esaustiva analisi del testo eschileo. > Cfr. Vat-Naguer, ibid. Alla bibliografia ivi citata ¢ discussa va ora aggiunto almeno PeTROUNIAs, cit., pp. 152 ss. 10 Cf. Vipat-Naguer, cit., pp. 135 s. 32 GIUSEPPE ARICO miti: vv. 1384 ss., e cfr. 1110 s.)!!. Non solo: nel caso parti- colare & la femmina che uccide il suo maschio. Percié — scri- ve Vidal-Naquet 2 — «il disordine @ installato nella citta, il sacrificio & stato un antisacrificio, una caccia pervertita». Si pud evidenziare, a sottolineare la pregnanza simbolica del contesto eschileo, un piccolo richiamo letterario. E risapu- to che nel rituale greco @ precluso alla donna il ruolo di esecu- tore materiale del sacrificio: il éeyerpos, il ‘macellaio sacrifica- tore’, & di sesso maschile, anche grammaticalmente?. Nella Tfigenia taurica euripidea (vv. 621 ss.) la protagonista lo asseri- sce esplicitamente, precisando che altri assolvera al compito di sacrificare Oreste: lei si limiterd a spargere acqua lustrale sui capelli della vittima '*. Quel che a noi interessa ¢ la domanda di Oreste (v. 621): Adth Eiger Qbovea OArvg dipsevac; E un’e- spressione che richiama da vicino quella che adopera Cassan- dra, a proposito di Clitennestra, ai vv. 1231 s. dell’ Agamenno- ne: rordBe tohua- © OFvg Spaevos govetc. Ebbene, fra i due te- sti c’é, a mio parere, un sottilissimo, ma forse per questo pitt significativo, rapporto intertestuale. Non posso, naturalmente, indugiare su questo aspetto. Mi limiterd a ricordare che al v. 552 sempre della Ifigenia taurica, nell’ambito della serrata sti- comitia che precede il passo citato, Oreste informa la sorella che Agamennone Be.véic... &x ‘yuvarxds ofyerat agaryete 1, Euri- pide, dunque, ha letto lespressione eschilea 8f\ue Spaevoc go- ves — che non é un’espressione metaforica: qui si parla di una donna che uccide un uomo — riportandola al campo me- taforico inerente al sacrificio: Clitennestra, assumendo il ruolo di ucyetgog — che spetta all’uomo, in questo caso a Egisto —, 11 Cfr, Vipat-Naguer, ibid. 2 P. 136. 3 Cfr. M. Demtenne, in M. Denienne er J.-P. Vernant, La cuisine du sacrifice en pays grec, Patis 1979, trad. it. La cucina del sacrificio in tera greca, Torino 1982, p. 131'ss. (il cap. ‘Eugenie’ violente. In piene Tesmoforie donne lorde di sangue), in particolare p. 144 (ala parola mageiros al femminile non esiste: la si dovrebbe inventares), con la citazione di Ferecrate, fr. 64 Koc, 4 Chr. anche Ipb. Taur. 40 s. © Seguo il testo di E. FRAENKEL, Aeschylus Agamennon, Oxford 1950, ist. 1962 (variante couaiza

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