(1452-1519)
Il genio universale
Leonardo incarna la figura del genio universale del Rinascimento.
«Homo sanza lettere», Leonardo non conosce il greco e il latino, ma spirito curioso
e mai soddisfatto, vuole padroneggiare ogni campo del sapere, aspirando a una
completezza da raggiungere attraverso la conoscenza e l’esperienza.
Lo strumento per
indagare la realtà è il
disegno, che Leonardo
usa non solo nella fase
ideativa della pittura, ma
anche per studiare e
sottoporre a verifica le
conoscenze scientifiche.
Forse pensato per essere visto in tralice, il dipinto presenta alcune strane
distorsioni che potrebbero essere non degli errori, bensì delle correzioni ottiche.
L’Annunciazione
Nel dipinto si percepiscono ancora gli insegnamenti del Verrocchio, ma già emerge
l’interesse di Leonardo per la natura e per il trattamento della luce e dell’atmosfera.
Il tappeto erboso, con una La base marmorea del Il braccio destro della
grande varietà di erbe e leggio trae ispirazione Vergine, con la mano
fiori, annuncia i futuri dalla scultura fiorentina ancora posata sul libro,
interessi scientifici. del secondo ’400. risulta disarticolato.
La Vergine delle Rocce
La Vergine delle rocce, dipinta a Milano nel 1483-1486 per la Confraternita
dell’Immacolata Concezione, era parte di una pala d’altare oggi perduta.
Non dipinge un evento che riguarda la fede (che serve, cioè, a dimostrare la verità
dell’Eucarestia), ma coglie nel vivo un atto umano: il tradimento di un amico.
• Bartolomeo (1) è balzato in piedi e si è proteso in avanti poggiando entrambe le mani sul tavolo.
• Come lui, anche Giacomo Minore (2) e Andrea (3) si sono alzati.
• Giuda (4), che in uno scatto nervoso si è girato per guardare Gesù (7), ha un gomito sul tavolo e il
busto rovesciato all’indietro.
• Pietro (5) si è portato con il volto vicino a Giovanni (6) che, chino verso di lui, ne raccoglie la
richiesta sussurrata all’orecchio.
• Giacomo Maggiore (9), inorridito, con le braccia allargate sembra trattenere Tommaso (8), che ha
il dito rivolto verso l’alto, e Filippo (10), che si china pateticamente.
• Matteo (11), Giuda Taddeo (12) e Simone (13) discutono fra loro, serrando il gruppo a destra.
Il Cenacolo
Per Cristo non c’è un’aureola a indicarlo quale
essere divino, ma solo il luminoso cielo azzurro
contro cui si staglia.
La tecnica e il restauro:
• Leonardo sperimenta una tecnica a secco:
tempera e olio su intonaco
• nel 1517 la pittura inizia a deperire e nel 1566
Vasari non vede che «una macchia abbagliata»
Il restauro, concluso nel 1997, ne ha rivelato • più volte ridipinto, il Cenacolo viene sottoposto
una delicatezza e una luminosità inattese. a restauro dal 1977 al 1997
• oggi, pur nella perdita di molte parti, è stato
ripristinato e consolidato il colore di Leonardo
Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quarta edizione, © Zanichelli editore 2017
La Gioconda
A Firenze, intorno al 1503-1506, Leonardo inizia
il ritratto di Monna Lisa, la moglie del mercante
Francesco del Giocondo, perciò detta Gioconda.