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IL TIMBRO E LA CLASSIFICAZIONE DEGLI STRUMENTI MUSICALI

Il timbro

Fortemente legato alla differenziazione degli strumenti musicali è il cosiddetto


timbro, uno dei parametri distintivi dei suoni. Tale parola vuole indicare una qualità del
suono che per esprimerla si ricorre spesso ad un linguaggio mutuato da altre sensazioni.
Infatti ci esprimiamo dicendo che uno strumento ci sembra opaco, un altro freddo, un altro
brillante, nasale, argentino, neutro, caldo, ecc.
Dal punto di vista fisico il timbro si spiega col fatto che un suono, prodotto in
qualsivoglia modo, non è mai puro (rappresentabile con una sinusoide), ma composto da
più vibrazioni: le armoniche. In altre parole una nota emessa da uno strumento musicale
non ha una sola frequenza (quella fondamentale), ma a questa (più sentita) se ne aggiun-
gono altre. Trovare quali altre frequenze compongano una nota significa farne lo spettro.
È la presenza delle armoniche, dello spettro, che rende possibile il riconoscimento di u-
no strumento da un altro e, inoltre, una stessa nota presa in posizioni diverse su uno
stesso strumento (ad es. su una chitarra il Si3 suonato sulla corda libera è percepito diver-
so dal Si3 suonato sulla terza corda). Si può pensare che sia la presenza delle armoniche
(la “firma” del particolare strumento) a trasformare la semplice sinusoide che si avrebbe
se il suono fosse puro, come quello del diapason, in qualcosa di più complesso (ed e-
spressivo). È proprio questa trasformazione che ci porta a dire che il timbro dipende dal-
la forma dell’onda.

Le figure seguenti sono tratte da A. Frova Fisica nella musica ed. Zanichelli.

Confronto fra
un Re3 (146,83Hz)
sinusoidale puro
con un Re3 suonato
dalla corrispon-
dente corda di
un violoncello.

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.

Sviluppo temporale di un’onda emessa da vari strumenti. 294Hz Re4, 659Hz Mi5, 98Hz Sol2, 349Hz Fa4, 233Hz Sib4,
262Hz Do4 (Do centrale), 392Hz Sol4, 349Hz Fa4.

Sviluppo temporale dell’onda emessa dai Do (Do1 32,70Hz; 65,41Hz; 130,8Hz; 261,6Hz; 523,3Hz; 1047Hz; 2093Hz) del piano-
forte.

La classificazione

La prima classificazione fu stabilita nel 1880 dall’organologo belga Victor-Charles


Mahillon. Egli organizzò il suo sistema raggruppando gli strumenti in 4 classi: autofoni,
membranofoni, aerofoni, cordofoni. L’attuale suddivisione pur mantenendo le 4 classi (salvo
mutare autofoni in idiofoni) e aggiungendocene una quinta, le suddivide ulteriormente in
vari sottogruppi.
Si ricordi sempre, seppur sembri una banalità, che il suono è prodotto da una sor-
(*)
gente in vibrazione. La modalità secondo cui la sorgente è posta in vibrazione, di come
la sorgente stessa è costituita e di come essa è connessa ad un corpo risonatore (assieme
costituente lo strumento musicale) è la base della classificazione su un principio acustico
(altre classificazioni potrebbero essere morfologiche, di natura pratica, ecc.) degli stru-
menti musicali.

Composta da: 1. Meccanismo di eccitazione (generazione della perturbazione) 2. Elemento oscillante (caratteristiche del
(*)

suono) 3. Risonatore (trasferimento al mezzo).

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Di seguito è riportato un breve estratto della dettagliata, e vasta, classificazione in-
serita nel Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti della Utet.

Classificazione Caratteristiche Esempi


Il materiale che costituisce lo strumento
produce il suono grazie alle sue proprietà
Ídios proprio phoné suono
naturali di durezza e elasticità, senza
ricorso a tensione di corde o di membrane.
Due o più elementi battendo l’uno contro
A CONCUSSIONE Castagnette (nacchere).
l’altro producono il suono.
IDIOFONI
Lo strumento è percosso con un corpo Diapason. Campane tubolari.
A PERCUSSIONE
afono. Marimba. Xilofono. Triangolo.
A PIZZICO O A vibrare è una linguetta metallica fissa
Scacciapensieri.
LINGUAFONI ad un’estremità.
Lo sfregamento con le dita o con un arco
A FRIZIONE Glasharmonika.
produce la vibrazione.
Il suono è ottenuto ponendo in vibrazione
una membrana tesa sopra un risonatore.
La membrana è tesa sopra un telaio poco
TAMBURI A CORNICE Tamburello.
profondo.
MEMBRANOFONI La cassa, su cui è tesa una sola pelle, è
TAMBURI A PAIOLO Timpano.
emisferica o ovoidale.
Una bacchetta mette in vibrazione la
TAMBURI A FRIZIONE Caccavella.
membrana sfregandola.
Il suono è ottenuto per vibrazione di una o
più corde. L’eccitazione di queste può
essere prodotta mediante pizzico,
percussione o frizione.
Lo strumento consta di un semplice
Strumenti presenti in culture
supporto per le corde. Il risonatore è
CORDOFONI SEMPLICI extraeuropee.
accessorio e può non esserci.
O SALTERI
CORDOFONI Monocordo. Cetre da tavolo. Con
Con cassa di risonanza.
tastiera: clavicembalo, pianoforte.
Lo strumento consta di un supporto per le
corde e di una cassa di risonanza uniti.
CORDOFONI A giogo. Lire.
COMPOSTI
Arpe. Arpe.
A manico. Liuto. Mandolino. Chitarra.
Il suono è prodotto ponendo in vibrazione
direttamente l’aria.
LIBERI
La vibrazione dell’aria non è limitata
Ad ancia libera Fisarmonica. Canne ad ancia.
dallo strumento.
A rotazione Sirena.
Il suono è prodotto da una colonna d’aria
AEROFONI vibrante e limitata dalle pareti dello
strumento.
A fessura, su cui l’aria vi batte contro. Flauti.
STRUMENTI A FIATO
Ad ancia o zampogne. L’aria è immessa
Ciaramella. Oboe. Fagotto.
attraverso due linguette (ance).
Ad ancia semplice. Sassofono. Clarinetto
A bocchino (ancia labiale). Corni. Trombe.
Il suono è prodotto da impulsi elettrici.
La sorgente sonora è un circuito elettrico Tastiere elettroniche. Computer.
A OSCILLATORI
ELETTRÒFONI oscillante. Sintetizzatori.
AD AMPLIFICAZIONE Non sono dei veri e propri elettrofoni, ma
Chitarra elettrica, ecc.
ELETTRICA circuiti elettrici ne amplificano il suono.

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Le tavole seguenti sono tratte dal vocabolario Zingarelli 1994 ed. Zanichelli.

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