BRUNO MUNARI:
MAESTRO DI CREATIVITÀ
LUCIA DANIONI
Bruno Munari, artista dalla fantasia lucida e tesa, nasce nel 1907 ed occupa quasi un secolo di la-
voro nel campo delle arti visive, passando da un campo all’altro e inventando continuamente, sen-
za mai ripetersi. Una caratteristica unica, che lo rende ancor oggi contemporaneo, consiste proprio
nell’attraversamento di tutti i mezzi di comunicazione; proprio questo suo operare simultanea-
mente e trasversalmente come pittore, designer, grafico, teorico, ideatore di laboratori per bambi-
ni, rende impossibile classificare la sua opera. Dopo aver lavorato alla catalogazione di materiale
originale di Bruno Munari, l’autrice propone riflessioni e spunti operativi ispirati al lavoro del gran-
de designer milanese.
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APPROFONDIMENTI
Semplificare. Il verbo semplificare ricorre costantemente stro agire e perdiamo quella “leggerezza”, quella essenzialità
nei pensieri e nelle teorizzazioni di Munari, concretizzandosi, che, pur non banalizzando questi adempimenti, ce ne resti-
poi, in ogni oggetto da lui creato. Il concetto di tuiscono la reale portata.
semplificazione applicato alla comunicazione visiva è
Sulla natura. Negli scritti e nell’opera di Munari ricorre
ribadito in Verbale scritto quando sostiene che è necessario
l’osservazione e lo studio della natura: la natura da osservare
togliere per giungere a cogliere l’essenziale delle cose:
come fonte ispiratrice di forme da progettare, come
«Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta ag- elemento sempre presente in diversi cenni biografici fornitici
giungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazio-
ni, personaggi, ambienti pieni di cose.Tutti sono capaci di complica- dall’artista stesso (il bosco dell’infanzia a Badia Polesine, il
re, pochi sono capaci di semplificare… Togliere invece che aggiun- Monte Olimpino come luogo di raccolta per gli elementi di
gere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella Alta tensione). Munari guarda alla natura in due modi
loro essenzialità. Questo processo porta fuori dal tempo e dalle apparentemente distinti. A volte cerca in essa una geometria
mode, il teorema di Pitagora ha una data di nascita, ma per la sua es-
senzialità è fuori dal tempo. … Eppure la gente quando si trova di nascosta, una regola che può spiegare la perfezione. Altre
fronte a certe espressioni di semplicità o di essenzialità dice inevi- volte cerca in essa la casualità. Esempio del primo approccio
tabilmente questo lo so fare anch’io, intendendo di non dare valore è la celebre “sezione dell’arancia” pubblicata in Good design
alle cose semplici perché a quel punto diventano quasi ovvie. In (testo del 1963, poi riproposto da Maurizio Corraini e da
realtà quando la gente dice quella frase intende dire che lo può Ri-
fare, altrimenti lo avrebbe già fatto prima. La semplificazione è il se- Vanni Scheiwiller nel 1997 per il novantesimo compleanno
gno dell’intelligenza, un antico detto cinese dice: quello che non si di Bruno Munari in edizione fuori commercio, edito dalla
può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte». Corraini nel settembre 1998, è un libro di grandissima
(B. Munari, Verbale scritto, Il Melangolo, Genova 1992). importanza, in cui Munari sottopone le forme della natura al
Penso che il concetto di semplicità espresso da Munari deb- giudizio ironico del designer) e letta come un ideale
ba essere ricercato nelle progettazioni didattiche, nelle nostre packaging per il succo d’arancia. Esempi del secondo
lezioni, nei rapporti con i colleghi, le famiglie e gli alunni. orientamento sono i sassi raccolti dall’artista sulle rive del
Munari sostiene che «la semplificazione è il segno mare (i casuali segni bianchi sono letti come luoghi
dell’intelligenza» e, a mio parere, anche abitati da personaggi lillipuziani) o i rami
della chiarezza mentale e conoscitiva che diventano sculture. Munari
che, specialmente un docente, deve TOGLIERE suggerisce di osservare le forme
possedere ed essere in grado, attra- invece che naturali durante la loro
verso la sua azione, di trasmette- AGGIUNGERE trasformazione seguendone i cicli
re. Il principio della semplicità è vuol dire riconoscere evolutivi, perché «dalla nascita
la grande lezione che l’artista ap- l’ESSENZA fino all’ultimo frutto la pianta ci
plica al suo fare progettuale e che dà tutta una serie di informazioni
delle cose e comunicarle
presuppone, però, una capacità di nella loro essenzialità. sul perché di certe forme e di certe
scegliere fra le mille ipotesi progettua- disposizioni». Lo studio degli oggetti
li quella più efficace e rispondente al sod- naturali è presente, ad esempio, nel
disfacimento del problema reale. La tensione capitolo Cosa è il bambù in Arte come mestiere,
verso la realizzazione dell’essenziale attraverso la semplicità si non a caso seguito dalla descrizione della forma
manifesta per Munari anche nella sua predilezione per l’O- spontanea della lampada Falkland progettata dall’artista nel
riente in tutti i suoi aspetti. 1964. L’interpretazione della natura diviene, in Munari come
in Klee, uno dei capisaldi delle rispettive didattiche: il primo,
«Muovendosi tra l’analiticità della nostra cultura occiden-
in particolare, fa emergere una sorta di rapporto parallelo tra
tale e il pensiero intuitivo orientale – scrive, infatti, Toni-
natura e design. La lezione che ne scaturisce è l’importanza
no Milite – Munari ha cercato di farci considerare la sem-
di saper vedere, di saper trovare. L’osservazione della natura
plicità come il valore più alto e il gioco puro come la di-
nelle sue più svariate espressioni può costituire un filo rosso
mensione da recuperare»2.
che collega fra di loro anche diverse discipline nella prassi
L’amore per l’estetica orientale è nella direzione dell’armonia didattica quotidiana. Pensiamo, ad esempio, come
che coniuga forma (la più semplice possibile) e funzione. l’osservazione di un paesaggio possa offrire spunti per
Anche per questo la lezione dell’artista ha una validità ine- descrizioni grafiche/letterarie o permetta di compiere
stimabile per il nostro lavoro nella ricerca dell’incisività e considerazioni di tipo geografico/naturalistico. Si tratta di
della significatività del nostro agire didattico. Molto spesso, aiutare i giovani a recuperare quel rapporto diretto con gli
ad esempio, presi dalla stesura di adempimenti burocratici
***
(pensiamo alle diverse relazioni che ci sono richieste, ai pro- 2 T. Milite, Scarti laterali, in “Munaria”, inserto speciale di «Abitare», 366, ot-
getti, ai verbali...) perdiamo di vista la reale funzione del no- tobre 1997, p. 8.
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METODOLOGIA
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APPROFONDIMENTI
Il richiamo di Munari ancora da sottolineare è quello all’ela- pisaldi di una prassi costruttiva e rispettosa delle singole in-
sticità e prontezza di preparare le lezioni in conseguenza del- dividualità. Secondo Munari, infatti, l’insegnante:
le necessità che si presentano. Dunque, un programma che, «dovrà abituare i bambini a scambiarsi le esperienze e i più svelti do-
fissati alcuni punti fondamentali, si autogenera in base alla vranno aiutare i più lenti eliminando ogni spirito di competitività. La
duttilità del docente che risponde ai bisogni conoscitivi degli personalità si dovrà sviluppare in modo autonomo senza apprezza-
studenti; «solo alla fine del corso – sostiene Munari – si saprà menti e confronti. La regola dovrebbe essere: imparare (non ruba-
re) e aiutare gli altri».
quale forma avrà avuto e come si sarà sviluppato».
Per Munari, con gli esercizi di stimolazione alla creatività
b) I laboratori didattici. Universalmente riconosciuto co- da lui progettati:
me Metodo Munari (si veda il sito www.brunomunari.it), l’in-
«si sfrutta un canale sempre aperto che i bambini hanno ed è quel-
tuizione dell’artista per un’applicazione di conoscenza opera- lo della curiosità. Quando un bambino vede un adulto che fa qual-
tiva del mondo dell’arte ai bambini è probabilmente uno dei cosa, vuol vedere che cosa fa e poi lo vuole fare anche lui» (p. 25).
progetti di design più importante della sua vita. La proposta
c) Lezione all’Istituto Universitario di Architettura di
dei laboratori didattici elaborata negli anni Settanta (il primo
Venezia. Nel 1992 l’Istituto Universitario di Architettura di
risale al 1977 presso la Pinacoteca di Brera) fu espressamen-
Venezia, in occasione dell’attivazione del nuovo corso di lau-
te rivolta ai bambini della scuola elementare, con molte espe-
rea in disegno industriale, organizza un incontro con Bruno
rienze in Italia e all’estero. Per Munari l’idea di
Munari. Questa conferenza/lezione, consultabile sul sito del-
«familiarizzare il pubblico con i modi di fare l’arte, se vogliamo ve-
la mediateca dell’Università di San Marino e IUAV di Vene-
ramente che la massa capisca di più»,
zia (php.unirsm.sm/mediateca/web/conferenze.php?id=11),
non poteva essere applicata agli adulti, ma rivolta ai bambi- rappresenta una straordinaria testimonianza della capacità di
ni che costituiranno la società di domani. Il metodo dei la- Munari di rapportarsi con i giovani e testimonia uno stile co-
boratori risponde, in estrema sintesi, ad alcune domande: municativo vivace, diretto e allo stesso tempo empatico, che
• che cosa? I bambini troveranno tecniche e regole ricavate crea un clima ideale per l’ascolto e l’apprendimento. L’inse-
da opere d’arte; gnamento ricavabile da questo filmato è la chiarezza esposi-
• come? Le regole e le tecniche saranno comunicate visiva- tiva, l’essenzialità, il ricorso al disegno come spiegazione, l’i-
mente, non verbalmente; ronia sottile disseminata con rara maestria. Al di là dei con-
• con che cosa? Con riproduzione d’opere d’arte a colori e tenuti espressi che testimoniano sinteticamente per rapidi
con una strumentazione adatta per permettere al bambino flash una vita di progetti, possiamo imparare certamente mol-
di rifare quello che ha visto nella spiegazione. to nel modo di trasmettere la conoscenza. La semplicità per-
«Il tutto – scrive Munari ne Il laboratorio per bambini a Brera sonale di Munari, inoltre, va certamente riferita al suo modo
(1981) – deve essere un gioco, poiché il gioco è un fissativo nella di porsi e relazionarsi con gli altri. Da questo punto di vista
memoria di ciò che uno fa volentieri».
la lezione dell’artista all’università è lampante e può sintetiz-
Chiaramente il metodo proposto può essere applicato di- zarsi nella frase che Svevo scrive nella Coscienza di Zeno:
rettamente nelle lezioni d’arte ed immagine, ponendo mol- «Mostrarsi semplice e sorridente è l’arte suprema del mondo».
ta attenzione a «ciò che non si deve fare»: Le riflessioni finora svolte aprono uno stretto spiraglio sulla
«non si deve fare confusione: ogni tecnica o regola devono essere personalità di Munari. Il suo operare nel campo dell’arte, del
spiegate visivamente una per volta, ben separate le une dalle altre;
non bisogna costringere il bambino a fare un esercizio: se lo si fa, poi
design e della grafica è inscindibile dal suo essere persona a
lui lo vuole provare subito, non c’è bisogno di costringerlo a fare; non tutto campo nel senso più alto dell’espressione. Il suo lavoro
si devono dare giudizi di valore sugli elaborati dei bambini. Se noi esprime la ricerca dell’essenziale di ciò che realmente conta
puntiamo sullo sviluppo delle diverse personalità, non ci sarà il più nella vita e una vivissima curiosità verso tutto ciò che lo cir-
bravo, tutti avranno fatto del loro meglio; non criticare e non cor-
reggere i lavori dei bambini. Con gentilezza ci si fa spiegare quello che conda. Personalmente sono rimasta colpita dall’invito espres-
il bambino voleva fare, può darsi che non si abbia capito: dopo si po- so da Munari in Guardiamoci negli occhi (1970), un libro-
trà aiutare il bambino a esprimersi meglio, sempre dando l’esempio; gioco che raccoglie una serie di volti fra loro mescolabili al fi-
non buttare per terra niente, i rifiuti vanno nei cestini. […] E so- ne, sovrapponendoli, di mutare i colori degli occhi creando
prattutto non suggerire mai ai bambini i soggetti dei loro disegni»
sempre nuove fisionomie. Il messaggio dell’artista è:
(B. Munari, Il laboratorio per bambini a Brera, Zanichelli, Bo-
logna 1981, p. 8). «guardare il mondo con gli occhi degli altri»
Munari suggerisce un fare giocando che nasce dalla spiegazio- per poter realmente vedere perché:
ne pratica di una tecnica o regola completa d’ogni strumen- «se riusciamo a vedere con gli occhi di un altro possiamo intenderci
to e il continuo rimando all’opera d’arte come esemplifica- meglio».
zione visiva di ciò che si sta imparando. Ancora qualche bre- Forse non dovrebbe essere questo l’obiettivo più alto del
ve appunto sul modo di porsi del docente che costituisce i ca- nostro essere insegnanti?
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METODOLOGIA
Come attualizzare in classe Nella specifica intenzione di lasciare ampia libertà a cia-
l’opera di Bruno Munari? scun docente non ritengo essenziale indicare in modo spe-
cifico la classe in cui svolgere gli esercizi, che possono an-
Gli scritti, gli oggetti, i libri del Maestro sono spunti ope- che essere progettati con differenti gradi di difficoltà e,
rativi; ogni esercizio, infatti, si fonda su uno specifico la- quindi, adattabili ai diversi anni di corso della scuola se-
voro dell’artista che diventa, di conseguenza, la stella pola- condaria di I grado. Le Tabelle presentano rispettiva-
re d’ogni proposta. È possibile progettare, prendendo mente una sorta di quadro sinottico degli esercizi suggeriti,
spunto dalla sua metodologia e dalla sua produzione arti- e una sitografia ragionata a cui attingere per raccogliere
stica e di design, differenti proposte operative volte al po- immagini, approfondimenti e spunti per elaborare nuovi
tenziamento della creatività5. Due sono le possibili moda- compiti.
lità di organizzazione del lavoro: Sarebbe molto interessante e costruttivo se la proposta qui
1) i sette esercizi di seguito proposti possono essere strut- avanzata potesse arricchirsi di nuovi segmenti nati dalla spe-
turati in sequenza per costruire un percorso finalizzato al- rimentazione sul campo. A questo proposito l’autrice invita
la conoscenza dell’artista/designer; a segnalare in redazione riflessioni, diari delle azioni attuate
2) la singola esercitazione può essere inserita nel piano di la- in classe per condividere a pieno le tematiche trattate.
voro curricolare con riferimento ad un particolare tema e/o
tecnica. Guardiamoci negli occhi, ad esempio, può collocarsi ***
in un’Unità d’apprendimento che prevede lo studio del ri- 5 Per approfondire la didattica e la relativa metodologia dei Laboratori per bam-
bini: B. Munari, Il laboratorio per bambini a Brera, Zanichelli, Bologna 1981;
tratto, mentre Rose nell’insalata… e altro ben si presta alla Id., Il laboratorio per bambini a Faenza, Zanichelli, Bologna 1981; Id., I labora-
sperimentazione operativa di tecniche di stampa. tori tattili, Zanichelli, Bologna 1985.
Libri che non presentano testi scritti ma che si basano sulla B. Munari, Da cosa nasce cosa, Laterza, Bari 1996
1) Libri illeggibili comunicazione visiva delle forme, dei materiali e dei colori
utilizzati
Schizzi e studi fisionomici volti alla stilizzazione dei caratteri B. Munari, Guardiamoci negli occhi, Lucini, Milano 1970
2) Guardiamoci negli occhi distintivi di un volto; studio delle possibili varianti connesse
alla combinazione dei differenti elementi
3) Saluti e baci. Collage, composizioni polimateriche su soggetti paesaggisti- B. Munari, Saluti e baci. Esercizi di evasione, Corraini, Man-
Esercizi di evasione ci reali ed anche inventati tova 1992
Composizioni bicolori a tempera o pennarello ed anche colla- B. Munari, Codice ovvio, Einaudi, Torino 1971 (ultima edizio-
4) Negativi-positivi ge che studiano il rapporto armonico ed equilibrato tra sfon- ne 2008)
do e primo piano
Disegni progettuali di macchine, realizzazione di modellini tri- B. Munari, Le macchine di Munari, Einaudi, Torino 1942 (ried.
5) Le Macchine dimensionali Corraini, Mantova 2001)
Copie di soggetti prodotti e/o fotocomposti dagli alunni ri- B. Munari, Xerografie originali, catalogo della mostra Galleria
6) Xerografie prodotti con macchina xerox sfruttando il movimento della La Colonna, Como 1968
luce della macchina per ottenere effetti dinamici
7) Rose nell’insalata … Esercitazioni e composizione a stampa utilizzando sezioni di B. Munari, Rose nell’insalata, Einaudi, Torino 1974
e altro elementi naturali
Sitografia ragionata.
SITO caratteristiche
munart.org Quadro completo della produzione di Munari con riferimenti e spiegazioni esaurienti e chiare; ottimo l’apparato iconografico.
Presenta una sezione aggiornata sulle mostre e sulle manifestazioni pubbliche dedicate all’ artista
Collezione brunomunari.it Sito della Collezione B. Munari ospitata presso la Galleria del Design e dell’Arredamento di Cantù (Como). Presenta un interessan-
te video sulla scimmia Zizì, giocattolo progettato da Munari nel 1952 (1° premio Compasso d’Oro nel 1954). Interessante la cata-
logazione del materiale con numerose immagini .
brunomunari.it Sito ufficiale dell’Associazione Bruno Munari. Sono presenti indicazioni sul Metodo Bruno Munari e sul relativo Master.
artecavalese.it Sito del Centro Arte Contemporanea di Cavalese con un’apposita sezione dedicata all’artista. La Collezione è divisa nelle sezioni edi-
toria, grafica e scultura. Particolarmente interessanti i disegni originali di libri.
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APPROFONDIMENTI
Libri illeggibili. Risale al 1950 a Milano la prima esposizione di nari insiste sulla sperimentazione condotta sui formati delle pagine
una serie di libri illeggibili di Munari, opere che presentano solo una ed anche sulla necessità di lavorare con diversi tipi di carta la cui di-
funzione estetica, rinunciando alla comunicazione testuale, «libri – scri- versa consistenza materia comunica sensazioni tattili dissimili.
verà l’artista in Nella notte buia (1956) – senza parole ma con immagi- Per un libro illeggibile plurisensoriale si possono anche scegliere ma-
ni astratte che si disfano e si formano voltandone le pagine» (Fig. 1). teriali diversi per ciascuna pagina.
Ricordiamo, ad esempio, l’uso che l’artista fece in un suo libro (Nella
nebbia di Milano, 1968) della carta da lucido per visualizzare l’effetto
della nebbia. È consigliabile mostrare esempi reali o almeno immagini
di queste opere di Munari7. È da rilevare come questa sperimentazione
condotta da Munari già dal 1948 lo porterà negli anni Ottanta all’in-
venzione dei Prelibri, anche questi senza parole, di materiali diversissi-
mi, ma espressamente dedicati ai bambini che, non sapendo leggere,
non cercheranno parole e potranno, finalmente, capire l’oggetto libro.
***
6 «alternando un foglio di carta bianca e un foglio di carta nera (o rossa) l’effetto rit-
mico viene accentuato. Viene fatto un modello di questo tipo, con pagine bianche e
nere, tagliando i fogli con tagli orizzontali, verticali, diagonali, in modo che voltan-
do pagina si cambia la composizione delle superfici bianche e nere, cambiando la
quantità del bianco e del nero e la posizione e la forma di queste quantità. Si stabili-
sce di iniziare l’andamento di queste mutazioni, prima con alcuni tagli orizzontali che
permettono di voltare la stessa pagina in due tempi: il primo taglio è in alto nella pri-
ma pagina, il secondo in basso nella pagina nera, il terzo (sempre orizzontale) è più
verso il centro della pagina. Aprendo mezza pagina già si vede un taglio verticale del-
la pagina nera che segue. La pagina nera, infatti, è solo mezza pagina tagliata verti-
calmente. La pagina seguente, bianca, è tagliata esattamente a metà ancora orizzon-
talmente. Entrano le diagonali, che si alternano ai tagli verticali, finché in una pagi-
Fig. 2 - Libro illeggibille bianco e rosso, 1953, Amsterdam, Steendrukkerij na bianca si vede un solo piccolo taglio in un angolo a destra. La pagina seguente avrà
De Jong & Co, da www.munart.org un taglio più grande a sinistra in basso e un ritorno di un taglio orizzontale in alto
come nella prima pagina. La pagina bianca seguente ha un taglio decisamente dia-
Nella pratica operativa si tratta di far costruire a ciascun alunno un gonale seguito da un altro taglio diagonale nella pagina nera. Questi due tagli so-
libro quadrato in cartoncino (cm 15x15) combinando due colori; si vrapposti danno una banda bianca che attraversa diagonalmente nella pagina nera.
Questi due tagli sovrapposti danno una banda bianca che attraversa diagonalmente
potranno far tagliare rettangoli di cm 30x15 da alternare nei due co-
tutta la pagina di sinistra. La pagina bianca di destra avrà un piccolo taglio d’angolo,
lori scelti che piegati a metà e fermati con punti metallici determi- e così finisce la composizione ritmica spazio-temporale di queste superfici bianche e
nano il formato richiesto. Con le forbici si studieranno e realizze- nere», B. Munari, Da cosa nasce cosa, Laterza, Roma-Bari 1996, pp. 221-222.
ranno tagli alle singole pagine per dare un effetto ritmico che varia a 7 Per un’interessante documentazione fotografica di questi libri con note critiche
seconda di come si aprono i fogli creando diverse combinazioni. Mu- nella parte introduttiva si veda: G. Maffei, Munari. I libri, Corraini, Mantova 2008.
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