Berlusconi: “Milano test nazionale”.
Riuscirà il centrosinistra
a batterlo in casa restando compatto su Pisapia?
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dal 13 febbraio al
26 giugno 2011
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tel. 0544 482477 Assessorato alla Cultura
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Martedì 19 aprile 2011 – Anno 3 – n° 92
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
SCARICATORI DI PORCO
Ruby ad Arcore? Minetti accusa Fede e Mora (poi si pente)
Sondaggi a picco per B. Ora lo liquida anche Stefania Craxi
Napolitano: ignobili quei manifesti contro i giudici di Milano
I silenzi
di C & C
di Marco Politi
dc
oche parole evangeliche, pronunciate
P dal cardinale Tettamanzi domenica,
mettono a nudo le ipocrisie che circon-
dano il caso Berlusconi. “Perché molti
agiscono con ingiustizia, ma non vogliono
che la giustizia giudichi le loro azioni?”.
Mentre il premier giorno dopo giorno scassa il
sistema legale, la domanda di fondo è questa e
investe C. e C. , i due poteri di fatto che as-
sistono inerti allo sfascio dell’Italia: Chiesa e
Confindustria.
Gli imprenditori “si sentono soli”, lamenta la
Marcegaglia. I vescovi sono “sgomenti”, de-
nuncia Bagnasco e il cardinal Bertone a gen-
naio invocava “più moralità, più giustizia, più
legalità”. Ogni tanto C. e C. alzano la testa, lan-
ciano un grido, poi ripiombano nel silenzio.
Eppure è sotto i loro occhi che B. non è solo
impresentabile per il suo puttanaio, soprattut-
to è un leader fallito che guasta le fondamenta
giuridiche del Paese. Gli industriali sanno be-
ne che è incapace di operare per lo sviluppo
industriale, il rilancio dell’occupazione e la ri-
cerca. I vescovi, in attesa di una politica seria
per la famiglia e l’immigrazione, sanno che
non ha neanche idea di queste cose. Ciò no-
nostante restano inerti e ipnotizzati.
C. e C. sono informati che all’estero l’Italia ber-
lusconiana conta zero. Chi ha baciato la mano
a Gheddafi, dalla Nato è trattato come un asca-
ro. Eppure, industriali e vescovi non hanno un
sussulto per ritirare il loro appoggio di fatto al
governo sfascista.
Giorni fa il giornale dei vescovi ha certificato
che il “processo breve” non diminuirà la len-
tezza della giustizia. Poi si è avventurato in
una tortuosa riflessione sulla partigianeria
italiana e l’“astio” di certi magistrati contro B.
Non ha scritto semplicemente come la mo-
derata Stampa: “Questa rifor-
ma aiuterà i corrotti”. Adesso
l’Avvenire, preoccupato, auspi-
ca un “disarmo bilaterale” tra
Berlusconi e i giudici. Ma il
premier non conosce l’equili-
brio dei poteri. B. non va de-
monizzato: va capito. Ha in te-
sta la difesa dei suoi interessi
ad ogni costo. Anche a prezzo
di scardinare l’Italia, come sta
facendo. Perciò non servono
equilibrismi alla don Abbon-
dio. Serve coraggio civile. L’al-
ternativa c’è. È l’Italia, che a
destra, al centro, a sinistra,
vuole rinascere.
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Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Mullah Omaglie
di Marco Travaglio
D
ipendesse da noi, i reati di opinione sarebbero
aboliti da un pezzo. Ma, siccome esistono, non
si vede proprio perché debba essere
incriminato e deprecato e scandidato quel tal
Lassini, autore dei memorabili manifesti “Via le Br
dalle Procure”, e il presidente del Consiglio che da
vent'anni ripete le stesse porcherie, invece no.
Naturalmente Sallusti scrive che “Lassini è comunque
meglio di Marco Travaglio che rivendicò il diritto
all’odio quando Tartaglia scagliò una statuetta in faccia
Si salvi chi può: a B. Rivendichiamo per Lassini la libertà di opinione
ora i principali
concessa a Travaglio”. Ma certo, figuriamoci,
rivendichiamo. Purché sia chiaro che provare odio,
protagonisti del amore e tutti i sentimenti che ci pare nei confronti di
bunga bunga chi ci pare è un diritto, mentre il vilipendio della
magistratura è un reato (art. 290 C.p.: “Chiunque
si accusano a pubblicamente vilipende la Repubblica, le assemblee
legislative... il Governo, o la Corte costituzionale, o
vicenda. Intanto
l’ordine giudiziario è punito con la multa da euro
il Caimano vuole 1.000 a 5.000... Articolo così modificato dalla L. 24
cambiare la legge
elettorale
di Antonella Mascali
febbraio 2006, n. 85”, cioè da una legge voluta e votata
da Pdl e Lega). Il fatto è che i liberali della mutua che
infestano l’Italia mantengono i reati di opinione, ma
vorrebbero applicarli solo ai nemici e non agli amici.
Qualche anno fa questi liberali a targhe alterne, da
Ferrara a Pigi Battista, ci triturarono le palle con la
utti contro tutti. Esplo-
Tputati
de lo scontro tra gli im-
del caso Ruby. Ni-
difesa del vignettista danese che non aveva trovato di
meglio che dileggiare Maometto, attirandosi la fatwa.
Poi non mossero un dito quando Vauro, per una
cole Minetti scarica su vignetta sulle ruberie del dopo-terremoto, fu sospeso
Emilio Fede e Lele Mora: lo da Annozero. E ora naturalmente tacciono sull’ultima
sbarco della minorenne ad trovata di Maria Giovanna Maglie, il cui tasso di
Arcore? Sono fatti loro. Il liberalismo è inversamente proporzionale alle note
direttore del Tg 4 rispon- spese. La serena ed equilibrata opinionista di Libero (ah
de dandole della pazza: lei ah) ha sporto denuncia “in sede penale e civile” per
e il suo avvocato hanno bi- far condannare Massimo Fini e far sequestrare il suo
sogno di “un’assistenza ultimo libro, Il Mullah Omar (Marsilio). Immaginate un
psichiatrica. pag. 2-3 z liberale anglosassone che denuncia un libro: prima di
chiamare l’ambulanza, gli darebbero del nazista, del
fascista, dell’inquisitore, del talebano. E il bello della
Maglie è proprio questo: per togliere di mezzo un
ITALIA FUTURA x Questa volta il partito sta nascendo davvero libro accusato di apologia dei talebani, usa metodi
Montezemolo: un treno per la politica
tipicamente talebani. Spiegando su Libero (ah ah)
l’iniziativa censoria, si imbroda come un’erede della
“lezione profetica di Oriana Fallaci” che difende tutta
sola l’Occidente “con sprezzo delle conseguenze”
“Se decido, metto le mie azioni in un blind trust” (quali?). Poi sostiene che Fini non può passarla liscia
(“risponderà di quel che ha scritto nei tribunali”). Il
suo libro è “indegno, scandaloso, inaccettabile”
Udi Marco Onado perché “è un insulto all’Occidente” (c’è un reato di
leso Occidente e non ce n’eravamo accorti). Eppoi è la
ANCHE LE BANCHE biografia dell’“addestratore degli autori delle stragi
dell’11 settembre 2001” (nessuno dei quali era
DEVONO PAGARE afghano), “sanguinario terrorista” (peccato che il
ull’Italia, come su molti Paesi, incombe la stan- terrorismo in Afghanistan non sia mai esistito fino
Spubblico
gata fiscale necessaria per ridurre un debito
sempre più alto. Dobbiamo allora con-
all’arrivo dei salvatori occidentali), nonché “assassino
dei nostri soldati in missione di pace” (ma guarda un
po’: noi spariamo sugli afghani e quelli, anziché
solarci pensando che si tratta di un male comune,
ringraziarci, rispondono al fuoco, assassini che non
Feltri pag. 6 - 7 z da attribuire al destino cinico e baro? pag. 18 z
sono altro). Non contento, il “cattivo maestro” Fini
“sostiene che i nostri militari eroi in Afghanistan sono
degli odiosi invasori” (eroi? che c’è di eroico
Udi Marco Lillo nogni maledetta domenica nell’occupare da 10 anni uno Stato sovrano?). E spiana
la strada alla vera invasione, quella dell’islam in Italia,
BRIGNANO: Pallone, politica dove non a caso – denuncia la Maglie – dopo l’uscita
del suo libro, “sono state aperte tre moschee abusive,
POLITICI, e Borsa, lo scudetto imperversa Radio Islam in lingua italiana ed è ferma la
VERGOGNA del presidente nostra legge contro il velo integrale”. Il che, coi milioni
Oliviero Beha pag. 15z di donne che girano col burqa in Italia, è davvero una
ezzanotte di domenica
M 17 aprile al Palalottoma-
tica di Roma, Enrico Brigna-
grave lacuna. A tener compagnia alla Maglie c’è una
confraternita di pulzelle, fra cui spicca la deputata
Souad Sbai (ex Pdl, ex Fli, ri-Pdl). Ha firmato la
no ha appena concluso il suo CATTIVERIE denuncia, ma ha tenuto a precisare sempre su Libero
spettacolo Sono romano ma (ah ah) che “il libro non l’ho letto e non lo leggerò
in libreria
Berlusconi: “Quando si parla al
non è colpa mia. Tre ore di ap- telefono di notte, si è nella zona mai”. Vien da rimpiangere Khomeini: lui almeno,
plausi e risate per il nuovo re onirica”. Ora si gioca la carta del prima di scomunicare i Versi satanici di Rushdie, li aveva
di Roma. pag. 8 z sonnambulismo (www.spinoza.it) letti. Poveretto.
pagina 2

“N
BASSO IMPERO

uovo weekend di 16 aprile di Tg1, Tg2 e Tg5 rilevati dal gruppo di
Zaccaria (Pd) denuncia straripamento di Silvio ascolto sul pluralismo informativo di cui è
Berlusconi e nuovo ricorso di coordinatore. “Berlusconi – spiega Zaccaria – ha
tutte le opposizioni all’Autorità garante per le avuto sul Tg1 un tempo di parola di 52 secondi e un
lo straripamento comunicazioni alla quali chiediamo di calibrare i suoi tempo di notizia di 64 secondi. Bersani ha avuto
interventi tenendo conto di questa sua tecnica”. Lo rispettivamente 36 secondi di parola e 33 secondi di
annuncia Roberto Zaccaria, deputato del Pd, il notizia. Il Tg5 ha dato a Berlusconi 91 secondi di
televisivo del premier quale rende noti i dati delle edizione serali di sabato parola e 65 di notizia e a Bersani 24 secondi più dieci
di notizia. Il Tg2 serale ha dato a Berlusconi 58
secondi di parola e 83 di notizia, con Bersani tenuto
a rispettosa distanza rispettivamente di 24 e di 50
secondi per parola e notizia. Come se i tre direttori
si fossero parlati, nel giorno in cui il leader
dell’opposizione ha avuto più spazio, ha potuto
mediamente godere di un tempo di parola oscillante
tra la metà e un terzo del tempo del premier”.

FEDE, MINETTI E MORA

ORA SI AZZANNANO
La 26enne scarica tutto sul direttore del Tg4 e Mora: “Erano
loro a portare le ragazze”. La replica: “Vada dallo psichiatra”
di Antonella Mascali nomi di Mora e Fede, riporta
nel documento le intercetta-
utti contro tutti. Esplode zioni e altri atti dei magistrati.

T lo scontro tra gli impu-

tati del caso Ruby. Nico-
le Minetti scarica su Emi-
lio Fede e Lele Mora: lo sbarco
della minorenne ad Arcore?
Di fatto scarica le “vecchie
cornacchie”.
Nella memoria, per esempio,
si ricorda che Minetti non era
presente al concorso di bel-
Sono fatti loro. lezza a Taormina, i primi di
Il direttore del Tg4 risponde settembre del 2009. Invece
dandole della pazza: lei e il c'era, come giurato, Emilio
suo avvocato hanno bisogno Fede. Proprio in quell'occa-
di “un'assistenza psichiatrica. sione il giornalista conobbe
È una gara a ingraziarsi la pro- Ruby, che pubblicamente dis-
cura”. Poi il giornalista punta se di avere 16 anni. Lo riporta
l'indice contro il manager del- come elemento di prova la
lo spettacolo con il quale fino procura, lo riporta adesso co-
a qualche mese fa, secondo le me elemento di difesa, il le-
intercettazioni, si divideva i gale della consigliera regiona-
soldi versati dal premier: “Ru- le. Viene citato anche un altro gi Fede e Mora) spetta ai pm interrogare, Minetti ha ridi-
by? La portò ad Arcore Lele verbale dell'indagine da cui valutarle. mensionato sia quella circo-
Mora”. emerge che ad accompagnare Contattata dal Fatto, l'avvocato stanza, sia i suoi contatti con la
Hanno l'effetto di una bomba Ruby ad Arcore, almeno in Pesce nega che ci sia uno sca- ragazza marocchina.
le 12 pagine di memoria di- un'occasione, sarebbe stato rica barile: “Io non attacco Per aver “mollato” la minoren-
fensiva depositate ieri in pro- Mora. nessuno. Mi limito a riportare ne alla prostituta Michelle, la
cura dall'avvocato Daria Pe- atti dei pm”. Anche Minetti ri- consigliera si giustifica così:
sce, per conto dell'ex igieni- POI MINETTI precisa di lascia un comunicato per “sot- “La Iafrate (commissario Gior-
sta dentale e attuale consiglie- non aver mai dato soldi alla ra- tolineare che non accuso né gia Iafrate, ndr) mi rispose che”
ra regionale del Pdl. gazza, di non aver mai tratto Mora né Fede”. Ruby “avrebbe potuto tornare
Minetti respinge l'accusa più alcun vantaggio dalla vicenda. Ma il direttore del Tg4 bolla la a casa della De Coinceicao Mi-
infamante: concorso in indu- Insomma di non aver mai “re- memoria come “ Una stronza- chelle, tant’è che richiesero
zione alla prostituzione mino- clutato” Ruby. Dunque se ci ta fatta per giornalisti in ba- copia dei documenti a que-
rile. E pur non facendo mai i sono altre responsabilità (leg- by-doll”. st’ultima”. E la frequentazione
Secondo la difesa della consi- con Ruby? Minetti parla di
gliera regionale, non c'è alcu- qualche cena occasionale,
na prova che l'esponente pi- qualche contato occasionale,
IL PDL vuole una nuova diellina abbia introdotto Ruby
ai bunga bunga del premier.
ma i pm la smentiscono: dallo
sviluppo dei tabulati della Ka-
Ragiona la difesa: che lei sia an- rima ci sono state tra di voi dal
legge (porcata) elettorale data la sera del 27 maggio in
questura a Milano, su ordine di
23 febbraio 2010 al 25 giugno
2010, 122 contatti; come lo
a prossima mossa; cambiare la legge elettorale. I risultati Berlusconi, per “liberare” Ru- spiega? Minetti: “Prendo atto.
Lsvolta
delle urne milanesi potrebbero segnare un punto di
negativo nella storia del Pdl ma anche in quello della
by, denunciata per furto (ed
evitare un mare di guai al pre-
Io non posso che ribadire che
non l’ho mai frequentata. Sicu-
storica alleanza con la Lega. Se, insomma, Letizia Moratti mier, ndr) non vuol dire che ramente nei giorni successivi
non vincerà al primo turno, per il Cavaliere si aprirà una l'abbia indotta alla prostituzio- al 28 maggio io mi sono fatta
stagione piena di insidie, nel governo (dove i Responsabili, ne. sentire con lei e le ho mandato
fiutata il prossimo tramonto, invocano il rimpasto subito) e Anche davanti ai pm Ilda Boc- dei messaggi, proprio perché
nel partito. E le elezioni politiche, a quel punto, potreb- cassini e Antonio Sangerma- volevo sapere come stesse”. I
bero diventare più vicine. Nel caso, il Cavaliere ha in mente no, quando a febbraio si è fatta pm la incalzano: “Risulta che
di blindare un’ipotetica vittoria della coalizione Pdl Lega
attraverso una modifica della “porcata” firmata da Calde-
roli che da un lato faccia salire gli sbarramenti e dall’altro
reitroduca il premio di maggioranza su base nazionale an-
ziché regionale al Senato. Una modifica che, non c’è dub-
bio, troverà barricate non solo nell’opposizione ma anche
I sondaggi: governo in caduta libera
nel Quirinale. Il Cavaliere, però, se ne infischia e andrà LA CURVA DISCENDENTE È ORMAI INESORABILE. E C’È IL SORPASSO DEL CENTROSINISTRA
avanti su questa linea non appena vedrà i risultati delle am-
ministrative. In seconda battuta, metterà senz’altro mano di Wanda Marra in meno di un mese fa). A inizio 13,5% va al Terzo Polo. grazione - perde il 6%. Da segna-
anche alla par condicio, decidendo una volta per tutte di legislatura (maggio 2008) era al Male anche il risultato dei singoli lare che il pessimo modo in cui
eliminarla in modo ad avere campo libero televisivo in cam-
pagna elettorale. Un combinato disposto di nuove leggi ad
personam che andranno solo ad aggiungersi a quelle già in
Fbera.iducia in Silvio Berlusconi e
nel suo governo in caduta li-
E sorpasso del centrosini-
49%, cioè 26 punti sopra l’attuale
livello. In questi quasi tre anni la
fiducia nel governo si è dunque
ministri. Solo in 4 superano quo-
ta 50%. Si tratta di Angelino Al-
fano, che comunque in un solo
sono state affrontate le crisi in-
ternazionali ha inciso pesante-
mente: La Russa è passato dal 35
calendario per i prossimi giorni in Parlamento. Al Senato, il stra sul centrodestra. È quanto più che dimezzata. Accanto alla mese ha perso il 3%, evidente- al 30%, Frattini dal 24 al 20%. Peg-
processo breve è già arrivato in commissione Giustizia e emerge da un sondaggio realizza- curva discendente del centrode- mente per effetto dei suoi discu- gior gradimento per Michela
proprio questa mattina comincerà il suo iter che potrebbe to da Ipr Marketing per Repubbli- stra, il sondaggio certifica il sor- tibili interventi sulla giustizia. E Brambilla, Raffaele Fitto, Paolo
concludersi, in aula, entro la metà di maggio. Sempre in ca.it. L’ultima di una lunga serie di passo del centrosinistra, che sa- Sacconi, Tremonti e Maroni. Romani (18%). Ultimo, la new
commissione Giustizia, viaggerà su un binario parallelo il rilevazioni che vanno tutte nella rebbe al 41,5%. Mentre il centro- Quest’ ultimo però - vista l’ap- entry Francesco Saverio Roma-
ddl Mugnai sul “processo lunghissimo”, studiato apposta stessa direzione: il Caimano sem- destra si fermerebbe al 41%. Il prossimativa gestione dell’immi- no, con il 10%.
per portare alla prescrizione il processo Ruby, ma questa bra ormai inesorabilmente sul Quello di Ipr Marketing è solo
mattina la conferenza dei capigruppo alla Camera potreb- viale del tramonto. Nel dettaglio. l’ultimo dei sondaggi a fotografa-
be far ripartire la legge sulle intercettazioni. Il capogruppo Secondo il sondaggio realizzato re la ormai costante discesa di Sil-
pidiellino Cicchitto chiederà infatti la calendarizzazione in tra il 14 ed il 16 aprile intervistan- vio Berlusconi. Secondo le ulti-
tempi brevi della legge che è già stata approvata al Senato e
che, dunque, potrebbe essere approvata definitivamente
(anche questa) entro la fine di maggio. Ma il Cavaliere sta
già guardando oltre. E punta a disinnescare il Terzo Polo
come possibile ago della bilancia alle prossime – forse più
do un campione rappresentativo
di 1000 italiani, Berlusconi si at-
testa al 31% (2 punti in meno del
sondaggio realizzato dallo stesso
istituto solo un mese fa). E ben 21
23% 31%
LA FIDUCIA IL GRADIMENTO
me rilevazioni effettuate dalla Lo-
rien Consulting (l’istituto di An-
tonio Valente) su un campione
rappresentativo di 1000 cittadi-
ni, tra l’8 e l’11 aprile 2011, la fi-
imminenti del previsto – elezioni politiche. Rendendo la in meno rispetto a inizio legisla- ducia nel governo sarebbe addi-
“porcata” di Calderoli ancora più “porcata”. Sara Nicoli tura (maggio 2008), quando il
premier aveva il 53%. Il governo
NELL’ESECUTIVO DI BERLUSCONI rittura al 19,9% e quella in Ber-
lusconi al 23,3%. E il Pdl, peral-
arriva addirittura al 23% (3 punti tro, si attesterebbe al 24,9%. Dice
 Martedì 19 aprile 2011

“O
BASSO IMPERO

ggi, dopo la caduta del Muro
Il Caimano: “Noi gli eredi di Berlino, a partire dal 1994,
è Forza Italia e poi il Popolo
della libertà a rappresentare con fierezza e
dell’Italia uscita orgoglio la maggioranza moderata e popolare degli
italiani”. Ad affermarlo in una lettera inviata a un
convegno elettorale a Milano e letta dal senatore
dalle elezioni del ‘48” Mario Mantovani è il presidente del Consiglio,
Silvio Berlusconi. “Siamo noi gli eredi di libertà che
oggi difendono e promuovono i valori che vinsero
in quel 18 aprile 1948. Lo dicono in particolare i
fatti e le scelte del nostro movimento e del
governo: le battaglie contro l’approvazione di leggi
contrarie al senso della famiglia, la difesa della vita
dal concepimento fino al suo naturale
compimento, l’impegno – tuttora in corso nelle
aule parlamentari – per contrastare forme
surrettizie di eutanasia, la fedeltà assoluta ai valori
atlantici di democrazia che ci uniscono alle altre
nazioni del nostro continente e che ci vedono veri
protagonisti all’interno della grande casa dei popoli
europei, il Partito Popolare Europeo”. Anche, dice,
“nelle sedi delle nostre Istituzioni comunitarie
abbiamo tenuto fede ai nostri principi”.

Napolitano attacca: “Siamo

Il Caimano al centro della pagina;
in basso a sinistra, Nicole Minetti;
a destra, Giorgio Napolitano

al limite dell’esasperazione”
IL CAPO DELLO STATO: “I MANIFESTI DI MILANO SUI
GIUDICI E LE BR SONO UN’IGNOBILE PROVOCAZIONE”
di Eduardo Di Blasi ve del 15-16 maggio. Non è un
dettaglio da poco pensando
manifesti affissi sui muri di

alle cene ad Arcore siete pre-
senti lei e Ruby nelle giornate
del 14 febbraio, 20/21 feb-
braio 2010, il 27/28 febbraio
2010, l’8/9 marzo 2010, 4/5 e
6 aprile 2010, 24/25 e 26 apri-
le 2010, 1 e 2 maggio 2010”.
Minetti: “Sì, avevo detto quat-
tro, massimo cinque, prendo
atto che sono di più, non lo
ricordavo”.
DUNQUE Minetti sia duran-
te l'interrogatorio (a cui pote-
va non presentarsi), sia con la
memoria depositata ieri, nega
di aver mai indotto la minoren-
ne Ruby alla prostituzione.
Nulla si dice, invece, rispetto
all'altra accusa, induzione e fa-
voreggiamento della prostitu-
zione delle arcorine maggio-
renni. D'altronde l'avvocato
Pesce all'Infedele di Gad Lerner
aveva detto: “Sul favoreggia-
mento la Minetti ha indizi che
potrebbero, non dico farla
condannare, ma mandarla a
processo perché molte ragaz-
ze si sono rivolte a lei che ave-
va un rapporto affettivo con
INTENZIONI DI VOTO
CENTRO
DESTRA
CENTRO
SINISTRA
TERZO
POLO
ALTRI
Nicola Piepoli che, seppure il ca-
lo sostanzioso è realistico, il sor-
passo ancora non ci sarebbe
(“c'è un lieve margine di vantag-
gio del centrodestra sul centro-
sinistra, 41% a 40%”), ma che in
realtà il vero test sono le ammi-
nistrative. E si dichiara convinto
che in realtà Berlusconi sia anco-
ra in vantaggio. Poi si allarga su
Il giornalista:
Karima el
Mahroug,
detta “Ruby,
è arrivata
ad Arcore
attraverso Lele”
Silvio Berlusconi”. Un rappor-
to affettivo di cui Berlusconi
non ha mai parlato. Anzi, se-
condo l'inviato del Paìs, Miguel
Mora, il premier apre un altro
scenario, accusatorio e auto
accusatorio. Alla cena con la
stampa estera a Roma, scrive
Mora, Berlusconi ha detto che
Minetti le fu presentata da don
Verzé (il capo dell'ospedale
San Raffaele di Milano) perché
voleva una consigliera in re-
gione Lombardia per facilitare
le convenzioni sanitarie.
41%
41,5%
13,5%
4%
un discorso più generale: “Que-
sto è un bel governo, ci sono del-
le belle persone. Come era un bel
governo il Prodi I. Gli italiani do-
vrebbero puntare a esecutivi co-
sì”. Non spreca troppe parole Re-
nato Mannheimer: “È tanto che
non ho dei dati miei”. Ma questi?
“Sono un po’ bassi, ma realistici”,
dice. Senza esitazioni.
I
Milano con la scritta “Le Br
fuori dalle procure” sono
una “ignobile provocazio-
ne”, e “una intollerabile offesa
alla memoria di tutte le vittime
delle Br, magistrati e non”. Lo
scrive il capo dello Stato Gior-
gio Napolitano al vicepresi-
dente del Csm Michele Vietti
nell’annunciare che il Giorno
della Memoria per le vittime
del terrorismo (la giornata isti-
tuita con legge nel 2007 per te-
nere vivo il ricordo delle ferite
di quegli anni) sarà dedicato a
quei servitori dello Stato, “che
hanno pagato con la vita la leal-
tà alle Istituzioni”.
“Tra loro - continua il presiden-
te - si collocano in primo luogo
i dieci magistrati che, per di-
fendere la legalità democrati-
ca, sono caduti per mano delle
Brigate rosse e di altre forma-
zioni terroristiche”. Li cita tut-
ti: Emilio Alessandrini, Mario
Amato, Fedele Calvosa, Fran-
cesco Coco, Guido Galli, Nico-
la Giacumbi, Girolamo Miner-
vini, Vittorio Occorsio, Riccar-
do Palma, Girolamo Tartaglio-
ne.
CHIEDE di invitare al Quirina-
le, a suo nome, il 9 maggio pros-
simo, i familiari dei magistrati
uccisi durante gli anni spietati
del piombo.
La data non è un dettaglio. Oltre
ad essere quella terribile di via
Caetani del ‘78, il giorno del ri-
trovamento del corpo di Aldo
Moro nella Renault 4 rossa par-
cheggiata al centro di Roma, ca-
de infatti nel lunedì della setti-
mana che conduce al primo tur-
no delle elezioni amministrati-
CAMERA L'assemblea di Montecitorio ha lavorato per un'ora
e 50 minuti. La seduta è cominciata alle 17, con la discussione
di mozioni, e si è conclusa alle 18.50. I deputati in missione
erano 48. Appuntamento questa mattina alle ore 11.
SENATO A Palazzo Madama l'aula si è riunita alle 17.02 per la
conversione del decreto sulle disposizioni urgenti in favore
della cultura e si è conclusa alle 20.04. Senatori al lavoro oggi
alle ore 9.30.
che è un candidato alle ammi-
nistrative di Milano, Roberto
Lassini, ad essersi preso la re-
sponsabilità di quel gesto giudi-
cato “ignobile” e “offensivo”.
NAPOLITANO d’altronde,
legge nell’affissione di quel ma-
nifesto, un problema più gran-
de per la democrazia italiana.
Quel gesto, infatti, “indica co-
me nelle contrapposizioni poli-
tiche ed elettorali, e in partico-
lare nelle polemiche sull’ammi-
nistrazione della giustizia, si stia
toccando il limite oltre il quale
possono insorgere le più peri-
colose esasperazioni e degene-
razioni. Di qui - conclude - il mio
costante richiamo al senso della
misura e della responsabilità da
parte di tutti”.
La lettera di Napolitano segue
di un giorno le ultime dichiara-
zioni sul tema da parte dell’in-
quilino di Palazzo Chigi. Giusto
domenica, infatti, proprio a Mi-
lano, Silvio Berlusconi aveva
tuonato contro un presunto
“accordo politico” tra “i magi-
strati e il Presidente della Came-
ra”, volto a farlo fuori. Sul tema
il senatore del Pd Luigi Zanda ha
chiesto che il Parlamento si oc-
cupi di questo evidente scontro
“che investe politica e istituzio-
ni”.
Ieri mattina, a Montecitorio,
Gianfranco Fini ha incontrato i
rappresentanti dell’Anm per un
incontro fissato da tempo. Le
toghe hanno espresso la pro-
pria preoccupazione per le “ri-
forme” più o meno “epocali”
che li riguardano e comunicato
l’allarme per il clima insosteni-
bile nel quale tali riforme si in-
seriscono, con i giornali che
di Caterina Perniconi
cannoneggiano, le manifesta-
zioni di piazza sotto i tribunali,
“Si eviti però di imbracciare la
scimitarra permanente” per-
fino ad arrivare ai manifesti del- chè così si mette a rischio “la de-
la vergogna. mocrazia italiana”. Mentre le
Lo stesso Fini, in un’intervista opposizioni approvano il mes-
con il direttore del Piccolo di saggio del Colle e chiedono con
Trieste ha detto che il Presiden- Bersani che la “Milano demo-
te del Consiglio “vaneggia” e cratica” reagisca, si registra la
che sulle riforme della giustizia, posizione della testa d’ariete
seppur necessarie, si discuta. Lassini: si dice “esterrefatto”.
IL CASO Anche la Craxi molla B.
“È al tramonto,
esca di scena”
e lo dice una come lei, allora
Slusconi
ogni dubbio viene meno: “Ber-
è al tramonto, ma nel go-
verno gli nascondono la verità”.
Stefania Craxi, sottosegretario
agli Esteri, scrive un de profundis
su Silvio senza fargli sconti. Sco-
perchiando quello di cui, fino a ie-
ri, non si poteva parlare: la fine del
Cavaliere è dietro l’angolo. In una
lunga intervista ad “A”, la figlia di
Bettino impallina Berlusconi senza pietà: “Silvio deve usci-
re di scena nel modo giusto, non può essere travolto dal
ridicolo. Deve smetterla di raccontare queste barzellette
oscene: non gli fanno onore e non fanno ridere”. E sulle
feste di Arcore: “La magistratura deve perseguire il reato e
non moralizzare la società. Ma tutto quello che è successo
non è stato un spettacolo bello”. È il momento, comunque,
che Silvio se ne vada. “Deve uscire di scena, senza rischiare
il ridicolo”, dice la Craxi, anche se prima “deve completare
il lavoro sulla giustizia, deve difendersi e impedire che la
sovranità popolare si sposti dalle urne alle toghe. È la sua
battaglia, ma è anche la mia”. Però, poi, avanti un altro. E del
Quirinale, dunque, manco a parlarne: “Vorrei vedere l’età
abbassarsi; da quanto tempo i nostri capi dello Stato hanno
ottant’anni?”. Ma i calci che tira la Craxi sono pesanti anche
su altri fronti. Quello della successione nel Pdl, per esem-
pio: “Alfano? – è il giudizio lapidario – un'intera classe di-
rigente politica non può essere nominata con il favore del
potente di turno. Io per prima. Non è questo il modo per
selezionare una classe dirigente; per Alfano stiamo sempre
parlando di classe dirigente scelte dall’alto”. Quindi una
confidenza sulla Lario: “Siamo insomma amiche e posso
dire che Veronica ha amato infinitamente Berlusconi ed è
nella lista delle poche persone che gli vogliono ancora be-
ne". Una moglie che vuole ancora bene all'ex marito che
potrebbe fare? “Forse nulla – chiude Stefania Craxi – e im-
magino che tutto sia successo proprio per questo". S. N.
pagina 4

N
O MIA BELA MADUNINA

Tra gli esclusi anche
il figlio dell’uomo che
trafugò la salma del Duce
on sarà candidato Gabriele Leccisi,
figlio dell'uomo che nel 1946
trafugò la salma di Benito
Mussolini: la lista della Fiamma Tricolore che
voleva portarlo a Palazzo Marino non è stata
accettata. Sono 11 su 39 le liste rimaste fuori
dalla sfida per il Comune, così come nove
candidati sindaco su 14.
Non sarà sulle schede la lista multietnica Milano
Nuova che candidava il leader islamico Abdel
Hamid Shaari e nemmeno quella dell'Unione di
Centro che sosteneva Letizia Moratti. Ricusate
anche tutte le sei liste che proponevano la
candidatura di Massimiliano Loda: Province
autonome autonomisti Goisis, Lega Lombardo
veneta, Lega Milano, Lista No Ecopass,
Pensionati Consumatori, Partito Pensionati
europei. Fuori anche il Partito Italia Nuova che
schierava Armando Siri e l'Unione Democratica
Consumatori che sosteneva Marzio Belloni.
Brutte notizie anche per il partito del deputato
“responsabile” Francesco Pionati, Alleanza di
Centro. Ora gli esclusi potranno fare ricorso: il
responso definitivo si avrà tra 11 giorni.

L’illustrazione
è di Emanuele
Fucecchi

Letizia Moratti Giuliano Pisapia Manfredi Palmeri Mattia Calise

S indaco uscente, con lei Lega

Nord, Pdl, Nuovo Psi, La Destra e
alcune liste civiche tra cui Giovani
per Expo, Milano al Centro, Io Amo
Milano, Progetto Milano Migliore.
V incitore delle primarie, è so-
stenuto da lista Civica per Pi-
sapia Sindaco, Sel, Pd, Idv, Verdi,
Bonino-Pannella , lista Milly Mo-
ratti e Sinistra per Pisapia.
P residente del consiglio co-
munale di Milano, candidato
del Terzo polo sostenuto dal
Nuovo Polo per Milano (Fli e
Api) e dall’Udc.
S tudente universitario classe
1991. E’ il candidato del Mo-
vimento 5 Stelle e ha ricevuto
l’investitura direttamente da
Beppe Grillo.

MILANO GIUDICA B.
Non sarà un tribunale, ma il voto per il sindaco
a decidere il futuro politico del Caimano
di GianniBarbacetto 47,6. Di sicuro gli incerti e l’a- parte dell’elettorato moderato re, senza compromettersi aver partecipato nel 2007 alla
e Davide Vecchi rea del non voto, registrati an- milanese impedirà, se le pre- troppo: né la partita dell’E- sommossa dei cinesi di via
che dal sondaggio Ipsos, resta- visioni si avvereranno, la vit- xpo, né quella del Piano di go- Paolo Sarpi (la Chinatown mi-
ilvio ci vuol mettere la no la grande incognita della toria al primo turno di Moratti. verno del territorio, né quella

S
faccia. Ha capito che la
partita del 15 maggio per
il sindaco di Milano è cru-
ciale: una sconfitta sotto la
Madonnina avrebbe un valore
politico nazionale. Dunque
ha deciso di buttare tutto il
suo peso nella campagna elet-
torale. Ma se, nonostante que-
sto, la perdesse (la partita e la
faccia)? Deve cercare di soste-
nere Letizia Moratti, candida-
ta del centrodestra non trop-
po amata neppure dentro il
suo stesso schieramento: tie-
pidi i “laici” Pdl del presiden-
te della Provincia Guido Po-
destà, distaccati i ciellini di
Roberto Formigoni, decisa-
mente freddi i leghisti.
Il presidente del Consiglio
reagisce promettendo di esse-
re d’ora in avanti molto pre-
sente a Milano. Per adesso ha
buttato in faccia a Letizia bar-
zellette e grandi sorrisi, mi-
nacciandola anche di un
“doppio bunga-bunga”, quan-
do l’11 aprile è arrivata in ri-
tardo alla cena dei dirigenti
lombardi del Pdl a villa Ger-
metto. Da qui in poi, però, si è
prefisso di alzare i toni e di
trasformare il voto per il sin-
daco di Milano nel solito re-
ferendum pro o contro Silvio
Berlusconi. Ha quasi sempre
funzionato, ma stavolta alcuni
dei suoi (da Gianni Letta a
Paolo Bonaiuti) tremano: il
momento non è dei più pro-
pizi, per Silvio. E Lady Moratti
è intrinsecamente debole in
città.
GIULIANO PISAPIA, il
candidato del centrosinistra a
cui è riuscito il miracolo di te-
nere insieme uno schieramen-
to che va dai comunisti di Ri-
fondazione ai moderati del vo-
to d’opinione della Milano
borghese, potrebbe farcela. È
infatti pressocché impossibile
che Moratti vinca al primo tur-
no. E al ballottaggio, il 29 mag-
gio, tutto può succedere. An-
zi, un sondaggio Ipsos realiz-
zato a Milano a fine marzo di-
segna il seguente scenario:
Moratti al 43,8 per cento con
Pisapia che la tallona al 42,1 al
primo turno; e trionfo di Pi-
sapia al ballottaggio con il
52,4, con Moratti bloccata al
partita: 35,5 al primo turno,
46,4 al secondo. Ma si sa che i
ballottaggi funzionano anche
attraverso la capacità che un
candidato ha di attirare o me-
no al voto i suoi elettori po-
tenziali. E quanto a capacità
d’attrazione, Moratti risulta
particolarmente debole.
A determinare i risultati del
primo turno pesa il buon suc-
cesso (l’8,1 per cento, secon-
do l’Ispos) del candidato cen-
trista, Manfredi Palmeri, soste-
nuto dai finiani di Fli e dall’a-
rea Rosa bianca-Udc di Bruno
Tabacci. Al di là delle sigle, una
La Moratti
in difficoltà
al primo turno
Al ballottaggio
i sondaggi
danno vincente
il centrosinistra
ROBERTO LASSINI L’uomo dei manifesti
Centrodestra in ostaggio: “Io non mi ritiro”
a figurarsi se mi ritiro dal-
“M la lista del Pdl, non ci pen-
so neanche”. Roberto Lassini,
l'avvocato 50enne candidato al-
le comunali con Letizia Moratti
e autodenunciatosi per i mani-
festi “Via le Br dalle procure”, è
ancora sicuro di sé. Eppure la
sua candidatura ieri in serata
era ormai data per ufficialmen-
te ritirata. Le parole del capo
dello Stato, che ha definito
“ignobili” i manifesti, hanno de-
finitivamente convinto i vertici
locali del Pdl a costringerlo a ri-
tirarsi. L'amico di una vita, il
coordinatore regionale Mario
Mantovani, non ha potuto fare
nulla per difenderlo. Con la vo-
lontà di cancellare Lassini dalle
liste, ieri si è mosso per primo il
vicepresidente della Camera,
nonché pedina pesante del pre-
mier nel mondo cattolico in
E al ballottaggio, che cosa suc-
cederà? “Ci penseremo quan-
do arriverà il momento”, ri-
sponde Giuseppe Valditara, vi-
cepresidente dei senatori di
Futuro e libertà: “Ovviamente
ora lavoriamo per arrivarci
noi, al secondo turno. La linea
di Fli, decisa insieme a Gian-
franco Fini e Italo Bocchino, è
quella di non stringere accordi
né con Moratti, né con Pisa-
pia. Poi vedremo. Di sicuro
non sosterremo Moratti. Per
quanto mi riguarda, io non so-
sterrei neanche Pisapia, ma
l’unico dato certo, al momen-
to, è la grande crisi di Letizia
Moratti”. Insomma: magari
non si spingeranno fino a so-
stenere Pisapia, ma di certo
non andranno a votare Morat-
ti.
E LA LEGA? Non fa mistero
di non amare affatto la “sciura”
Moratti. Ha tentato di metterle
accanto un vicesindaco del
Carroccio: doveva essere quel
Matteo Salvini già ora capo-
gruppo leghista in consiglio
comunale. Non c’è riuscita. E
ora preferisce stare a guarda-
Lombardia, Maurizio Lupi. È
piombato a casa di Letizia Mo-
ratti. “Questo personaggio qui
deve sparire”, ha sbottato da-
vanti al primo cittadino e a Man-
tovani, che ha ascoltato per poi
andarsene con un compito. “Tu
ora lo convinci a rinunciare alla
Scoppia il caos
in consiglio
comunale:
“Sei la vergogna
di Milano,
chi non lo dice
è complice”
dell’Ecopass (il ticket per en-
trare in centro con le auto)
hanno appassionato gli uomi-
ni del Carroccio. Ed è preve-
dibile che al ballottaggio i le-
ghisti non si scapicolleranno
per far vincere la signora.
Come se non bastassero le
questioni serie, Letizia Moratti
ha anche problemi alla sua
estrema destra. Ha stretto pat-
ti con La Destra di Francesco
Storace e con la Fiamma tri-
colore. Fuori dal suo schiera-
mento, con un loro candidato
sindaco alternativo, restano
soltanto i neonazisti di Forza
nuova. Ma nei giorni scorsi è
scoppiato il caso Stefano Di
Martino. Vicepresidente del
consiglio comunale, è ritenu-
to (insieme a Roberto Jonghi
Lavarini) il portabandiera del-
la destra nostalgica della Re-
pubblica di Salò, delle organiz-
zazioni patriottiche, combat-
tentistiche e monarchiche. Ma
Ignazio La Russa, coordinato-
re Pdl molto presente a Mila-
no, l’8 aprile ha escluso Di
Martino dalle liste: a causa,
spiega, della sua condanna in
primo grado a nove mesi per
candidatura – gli ha detto Lupi –
non possiamo cancellarlo noi
perché le liste sono depositate,
solo lui può ritirare la sua nomi-
na e deve farlo”. Mantovani ha
lasciato la casa del sindaco a te-
sta bassa e visibilmente contra-
riato. Ma non può tirarsi indie-
tro.
NEL PDL in molti lo indicano
come uno dei più attivi della
campagna contro i pm, “magari
non l'autore dello slogan per ca-
rità – dice un esponente locale
del partito – ma sicuramente lui
è il più impegnato sul territorio,
chi ha organizzato le manifesta-
zioni in tribunale?”. E proprio in
procura il 21 marzo scorso, in
occasione di un'udienza del pro-
cesso Mills, sono state scattate le
foto che ritraggono Lassini e
Mantovani protestare contro la
lanese) e del suo rinvia a giu-
dizio per un finanziamento
concesso all’associazione Al-
keos, nata per svolgere attività
di mediazione con la comuni-
tà cinese, ma impiegato per al-
tri fini.
DI MARTINO E JONGHI
minacciano una lista filomo-
narchica: “Senza il nostro pac-
chetto di voti, Letizia Moratti
sarà sconfitta”. Il sindaco ab-
bozza: il 14 aprile riprende
con sé Di Martino. “Abbiamo
trovato un accordo per prose-
guire una collaborazione con
il consigliere Di Martino che
da tempo è impegnato, in ma-
niera particolare, con la Cina e
la comunità cinese di Milano”,
dichiara Moratti. Il ruolo pro-
somma però stavolta la debo-
lezza del leader. L’uomo del
messo a Di Martino è quello di
consulente per l’Expo, per i
bunga-bunga non è certo al
culmine del suo splendore po-
rapporti con il mondo asiatico
e la Cina. In più, a Jonghi sono
litico. Tanto che per un mo-
mento nel Pdl si era ipotizzato
state promesse altre contro- di presentare come capolista
partite “più patriottiche”, co- non Berlusconi, ma Mariastel-
me l’eventuale intitolazione di la Gelmini. Poi Silvio ha deciso
una strada, piazza o giardino a di giocare il tutto per tutto. È
Umberto II di Savoia e a Paolo sempre stato lui il capolista al-
Caccia Dominioni, eroe di El le comunali di Milano. Con ri-
Alamein. sultati buoni, ma mai clamo-
Alla debolezza del sindaco si rosi. Nel 1997 porta a casa
magistratura in difesa del pre-
mier. “Sono stato anche io vitti-
ma della malagiustizia”, conti-
sostenendo che “saranno gli
elettori a giudicare votandolo o
meno”. Ma ieri non ha potuto
nua a ripetere Lassini. “Mi sono che accogliere l'invito di Lupi.
ritrovato assolto dopo anni”. Senza però ottenere risultati
Nel 1993, quando era sindaco a concreti. Perché ancora in sera-
Turbigo, finì in carcere per 42 ta Lassini ripeteva, assolutamen-
giorni con l'accusa di tentata te sereno: “Non ci penso nean-
concussione. Poi, dopo 5 anni, è che a ritirarmi, valuterò serena-
arrivata la sentenza di proscio- mente”.
glimento. Questo a suo avviso
poteva bastare a giustificare i NONOSTANTE il pressing
manifesti? “Sono sicuramente
esagerati, ma anche le accuse di
per farlo dimettere si sia fatto in-
sistente, Lassini mostra sicurez-
vilipendio dell'ordine giudizia-
rio sono un'esagerazione”, dice.
za. Ha avuto rassicurazioni da
Mantovani che ieri è rimasto ad
Già domenica Moratti aveva an- Arcore fino a oltre le 22. Il pre-
nunciato che Lassini si era auto- mier vuole evitare a ogni costo
sospeso. E lui ha ribattuto: “Non nuovi attriti con il Colle, così ha
mi sono assolutamente autoso- invitato Mantovani a dialogare
speso e il coordinamento regio- con Lassini senza imporre nulla.
nale del partito ha ribadito la Anche perché, come ha spiega-
mia candidatura”. Vero. Manto- to lo stesso Mantovani, “Lassini
vani lo ha inizialmente difeso, non è iscritto al Pdl”. Quindi o se
 Martedì 19 aprile 2011

S
O MIA BELA MADUNINA

e ieri Berlusconi a Milano ha di nuovo
L’unico confronto acceso i toni della campagna
elettorale (sono “l’erede di chi vinse
nel ‘48”), i tre candidati provano a riportare il
pubblico tra gli confronto su un piano più concreto. Ieri sera,
Letizia Moratti, Manfredi Palmeri e Giuliano
Pisapia si sono incontrati al teatro del Pontificio
sfidanti? Con gli scout istituto missioni estere per un faccia a faccia
dove a fare le domande non sono i giornalisti ma
gli scout. Divieto di intromissioni da parte dei
cronisti, nessuna telecamera ammessa.
I candidati Pisapia e Palmeri da giorni cercano di
riportare il dibattito sui temi della città e
accusano la Moratti di assecondare una
campagna elettorale giocata in chiave nazionale
per nascondere i pochi risultati raggiunti alla
guida di Milano. Il sabato prima del voto, il 7
maggio, Berlusconi sarà di nuovo a Milano per
un comizio al Castello Sforzesco con molti
ministri. Dal canto suo, l’attuale sindaco ha
cercato di neutralizzare l’attacco inviando a
proprie spese alle famiglie milanesi un opuscolo
che illustra le promesse centrate in questi
cinque anni.

Tettamanzi, il cardinale
che sgrida i potenti
DALLA GIUSTIZIA, ALL’IMMIGR AZIONE:
QUANTE CRITICHE ALLA CAPITALE MORALE

di Paola Zanca le di “aver fatto propri i ca-

pisaldi del cattocomunismo
a sua proroga è scadu-

49.629 preferenze, con Ga-
briele Albertini diventato sin-
daco con 318.075 voti. Nel
2001 le preferenze sono state
52.577, con Albertini che fa il
bis facendo un pieno di
495.938 voti. Nel 2006 è la pri-
ma volta di Letizia Moratti, che
vince con 353.298 voti (di cui
197.056 portati da Forza Ita-
lia) e Berlusconi incassa
53.297 preferenze.
Vedremo come finirà la pros-
sima partita. Fini lo ha dichia-
rato apertamente: Berlusconi
è “molto preoccupato” per le
elezioni comunali a Milano,
angustiato da sondaggi non
soddisfacenti. E il presidente
del Consiglio sa bene che Mas-
simo D’Alema nel 1999 fu tra-
volto proprio da elezioni am-
ministrative andate male e do-
vette lasciare la guida del go-
verno. Stavolta potrebbe esse-
re la Lega, in caso di sconfitta a
Milano, a decidere di staccare
la spina e imporre le elezioni.
L
ta a marzo. Tempo un
paio di mesi e il Vati-
cano deciderà la nuova
guida della diocesi ambro-
siana. Così, a 77 anni, il car-
dinale Dionigi Tettamanzi si
appresta a lasciare Milano,
quella che ha provato per
nove lunghi anni a far ritor-
nare la capitale morale d’I-
talia. Come testamento, nel-
la Domenica delle Palme, ha
deciso di lasciare una do-
manda: “Perché molti agi-
scono con ingiustizia, ma
non vogliono che la giusti-
zia giudichi le loro azio-
ni?”.
Non è il coraggio di chi è
arrivato alla fine. Dal 2002,
Tettamanzi, non ha perso
omelia per “sollecitare una
maggiore partecipazione di
ciascun cittadino, alla vita
della polis”. Dalla sua dice
di avere un solo segreto: “La
libertà” di chi non si fa “con-
dizionare da nessuna prefe-
renza, da nessuna simpatia,
da nessun tipo di tornacon-
to, da nessuna forza politi-
ca, da nessun governo, da
nessuna critica”.
IL SUO BIGLIETTO da vi-
sita, in realtà, lo aveva sfo-
derato già prima di arrivare a
Milano. È cardinale a Geno-
va nel 2001, anno del G8. Di-
ce di “ascoltare il popolo di
Seattle”, propone a Berlu-
sconi e agli altri “grandi” una
tassa per le multinazionali. E
finisce per procurarsi le ire
dei cattolici tradizionalisti
che chiedono al Papa di de-
stituire Tettamanzi, colpevo-
LISTE PDL irregolari a Torino.
La Prefettura proroga i termini
terzomondista”.
Sarà stato il terzomondismo,
ma il cardinale non ha mai
accettato l’invito della Lega
a parlare “milanes”. Matteo
Salvini, oggi europarlamen-
tare, all’epoca segretario del
Carroccio a Milano, non po-
teva sopportare quella frase
in dialetto pronunciata dal
Papa “semo romani, volemo-
se bene”. Chiedeva la par
condicio, si metteva a dispo-
sizione per “tradurre imme-
diatamente dall’italiano al
meneghino tutte le omelie
che sua Eminenza il cardina-
le Tettamanzi ritenesse utile
avere”. Ma sua Eminenza
non ha ceduto alle lusinghe
della Lega. Da brianzolo –
come Berlusconi – rifiuta di
parlare alla pancia dei suoi
concittadini, tanto da venire
rimproverato dal ministro
Roberto Calderoli, alla vigi-
lia del Natale di due anni fa:
“Tettamanzi con il suo ter-
ritorio non c’entra proprio
nulla. Sarebbe come mettere
un prete mafioso in Sicilia.
Perchè parla solo dei
L’alto prelato
tra due mesi
dovrà
lasciare
la guida
della diocesi
ambrosiana
Il cardinale Tettamanzi in visita ad un campo rom FOTO ANSA
rom?”.
I leghisti, come ovvio, non
lo amano. Inorridiscono di
fronte ad alcune delle inizia-
tive del cardinale: il meeting
delle religioni, il sì a una mo-
schea a Milano, le critiche ai
fanatici delle “radici cristia-
ne”. E se il resto del centro-
destra cercava di tenersi alla
larga dallo scontro, Tetta-
manzi ha creato più di un’oc-
casione per farlo uscire allo
scoperto.
PER ESEMPIO a ottobre
del 2004. “Le istituzioni de-
mocratiche non devono es-
sere oppresse da poteri
estranei, come quello delle
concentrazioni mediatiche
o finanziarie. Telecrazia e
plutocrazia non hanno nulla
a che vedere con la demo-
crazia, la soffocano rovino-
samente e inesorabilmen-
te”. Così diceva il cardinale,
e fu complicato per Sandro
Bondi replicare: “Sono con-
vinto che non abbia voluto
riferirsi alla situazione poli-
tica italiana, nè tantomeno
con il presidente del Consi-
glio Silvio Berlusconi”.
Bondi non ha osato com-
mentare, invece, quando, a
scandalo Ruby appena scop-
piato, Tettamanzi ha detto
che l’Italia è malata “come
Milano ai tempi di San Carlo
e della peste”: “Si è diffusa
l’idea - aggiungeva il cardi-
nale - che la vita debba es-
sere per forza spensierata ed
allegra e talvolta si finisce
per stordirsi fino all’ebbrez-
za”. E concludeva: “Non si
deve scindere mai l’aspetto
privato da quello pubblico.
Soprattutto quando si hanno
particolari responsabilità”.
Alle amministrative del 2006
apre al voto agli immigrati.
Ricorda l'importanza del
“pagare le tasse”. Chiede “si-
lenzio” su Eluana. E quando
approvano il pacchetto sicu-
rezza dice “la paura non pas-
sa per decreto legge”. A Na-
tale del 2008 stanzia un mi-

AneiTorino si è rischiato un nuovo caso Polve-

Roberto Lussini, candidato nella lista Pdl a Milano FOTO ANSA
ne va da solo o rimane nella li-
sta. Al Cavaliere si è appellata
anche Letizia Moratti che ieri
ha assistito a una vera e propria
bagarre nell'aula del Consiglio
comunale. Con l'opposizione
che gridava “vergogna” ai ban-
chi della maggioranza mo-
strando cartelli con scritto:
“Lassini sei la vergogna di Mi-
lano, chi non lo dice è compli-
ce”. E i lavori sospesi con un'al-
tra sconfitta del Pdl: il Pd ha in-
fatti proposto alla maggioran-
za di accordarsi su una mozio-
ne bipartisan di condanna ai
manifesti anti- pm, ma il Pdl si è
rifiutato. A Moratti ieri non è ri-
masto che chiamare Berlusco-
ni. Del resto il premier dome-
nica aveva invitato a un mag-
gior impegno in vista delle am-
ministrative di Milano. “Sono
un test per il governo – aveva
detto – supereremo quei 53 mi-
la voti del 2006”. Chissà quanti
ne prenderà, se non riescono a
farlo ritirare, Lassini. (da.ve.)
rini o Formigoni. Pdl e Lega Nord, infatti,
giorni scorsi hanno presentato una lista di
250 candidati alle dieci circoscrizioni cittadi-
ne utilizzando la vecchia modulistica del
2006, ignorando le nuove direttive del mini-
stero dell’Interno (tra cui il certificato anti-
mafia necessario per ogni candidato). Il ter-
mine è scaduto sabato alle 12, ma la Prefettura
ha concesso al centrodestra una proroga fino
alle dieci di questa mattina: “La commissione
elettorale – dichiara il coordinatore regionale
Pdl Enzo Ghigo – ha agito con criterio dan-
doci la possibilità di sanare una mancanza for-
male”. Furioso Andrea Buquicchio, capo-
gruppo Idv in Consiglio regionale: “Vergo-
gnoso e antidemocratico - dichiara - adottare
due pesi e due misure”. L’idv, infatti, non è
stata ammessa, causa irregolarità formali, nel-
la circoscrizione 7. Sulla questione proroga
dei termini interviene anche Italo Bocchino:
“La riapertura dei termini - dichiara l’espo-
nente di Fli - viola le norme vigenti e spero non
sia stata presa in seguito a consigli giunti dal-
l’alto, visto che le cronache ci hanno abituato
lione di euro – presi dall'otto
per mille – per un fondo “fa-
miglia-lavoro”. Il deputato
alle telefonate per far pressioni su prefetture e Pdl Stracquadanio la bolla
questure”. Aldo Di Biagio, coordinatore Fli in come un'iniziativa “di pro-
Piemonte, ha presentato un’interrogazione paganda contro il governo”,
sul tema al ministro Maroni. Per il resto - in una perchè un milione di euro
regione dove è ancora pendente un non tra- sarà anche tanto, ma niente
scurabile ricorso per l’annullamento delle a confronto “di quanto arri-
elezioni vinte nel 2010 da Roberto Cota - la va alla Chiesa attraverso l'8
vigilia delle amministrative torinesi, tanto per per mille”.
cambiare, è all’insegna della bagarre intorno
alle liste civetta. Il candidato Pdl Michele Cop- DOPO l’aggressione di Mas-
pola se la dovrà vedere con un omonimo aspi- simo Tartaglia spiega che
rante sindaco (Domenico, uomo di Renzo Ra- quello che ha subìto il pre-
bellino, principe delle patacche elettorali, il sidente del Consiglio è da
cui avvocato di fiducia siede nella commissio- condannare anche perché
ne elettorale) e con “Coppola per una Torino “rende evidente lo sgretola-
più rosa” di Mina Coppola a sostegno del can- mento di immagine cui le
didato del Terzo Polo Alberto Musy. Niente da nostre istituzioni repubbli-
fare, invece, per la lista “Bunga bunga, più pi- cane sono recentemente
lu per tutti”, bocciata senza appello. sottoposte”. Quella era una
statuetta del Duomo. Lui, in-
vece, parla da quello vero.
pagina 6
x
SALITA IN CAMPO
Il manager al Fatto:
“Conflitto d’interessi?
Se entro in politica
faccio un blind trust
IL PIT-STOP
come Draghi, o vendo
le mie quote in Ntv”
DEL PARTITO
DI MONTEZEMOLO
di Stefano Feltri
I
L SONDAGGIO È LÌ, in bella mostra,
all’apertura del sito di Italia Futura: se Luca
Cordero di Montezemolo, 63 anni, scen-
desse in politica, il 36 per cento degli in-
tervistati potrebbe pensare di votarlo. A scorrere
le tabelle dello studio di Swg, poi, si scopre che
non sanno bene se collocarlo a destra, a sinistra o
al centro, ma è comunque meglio di quel che c’è.
“Cresce la tentazione”, ha detto il primo aprile a
Napoli Montezemolo. Ma se aspetta ancora un
po’ rischia di finire come la Ferrari, di cui per ora
resta presidente (anche se Andrea Agnelli e La-
po Elkann la puntano da tempo): da vincente a
bollita, da Fernando Alonso (non quello di oggi)
Diego Della Valle, 57 anni, è uno a Michael Schumacher (quello di oggi, da mez-
degli amici più stretti di za classifica e di mezza età). “Questo non è e non
Montezemolo. Grazie al successo del può essere il livello della scuderia”, ha detto Mon-
suo gruppo Tod’s (calzature e tezemolo dopo il terzo flop consecutivo, al gran
abbigliamento) ha comprato quote premio di Shanghai. La diagnosi di Alonso è stata
in Mediobanca, grazie alle quali è implacabile: la macchina non va, i risultati sul
entrato nel cda delle Generali dove campo non sono quelli registrati in galleria del
ha fatto la guerra, vincendola, al vento a Maranello. E il rischio è che nel GP della
presidente Cesare Geronzi (FOTO LAPRESSE) politica si scopra con disappunto che c’è la stessa
discrepanza tra simulazioni e risultati sul cam-
po.
VELTRONI, PISANU
E CASINI
Se lo chiedi ai suoi, la risposta è sempre la
stessa: “Non si può scendere in campo se non
c’è il campo”, come dice Andrea Romano, sto-
rico, direttore di Italia Futura. Che è un’associa-
zione, con ancora meno obblighi di trasparenza
sui conti delle fondazioni. “C’è una lista di im-
prenditori finanziatori che non è segreta, ma ri-
servata”, precisa Romano. Unica cifra conosciu-
ta: la spesa annua di 200 mila euro per i convegni
e le campagne, lo staff ridotto (nella sede di Ro-
ma, quartiere Prati) di sole 8 persone costa po-
CHI PATTEGGIA E CHI NO di Vincenzo Iurillo
L’ABUSO EDILIZIO AD ANACAPRI
Raccontano i capresi che Luca di Montezemolo da queste parti non si è fatto più vivo
da quando è stato inquisito per gli abusi edilizi di Villa Caprile, la sua magione estiva di
Anacapri. L’ex presidente Fiat non c’era neanche ieri all’avvio del processo in cui è
accusato di violazioni urbanistiche e falso. Assenti anche i tre coimputati. Ma
l’udienza del Tribunale di Capri è stata comunque significativa. L’architetto direttore
dei lavori e il legale rappresentante dell’impresa edile, tramite gli avvocati, hanno
chiesto di patteggiare 12 e 10 mesi di condanna. Sulla congruità della pena deciderà il
30 maggio un altro giudice: quello del dibattimento, Alessandra Cataldi, non può
sentenziare sul punto altrimenti diventerebbe incompatibile. Il patteggiamento dei
tecnici segna una svolta, perché suona come un’implicita ammissione che le opere
eseguite – tra cui il recupero di un garage e di un rudere ad uso abitativo – sono
difformi rispetto ai permessi. Dovranno quindi difendersi nel merito sia Montezemolo
che Francesco Saverio Grazioli, il presidente della Fisvi Holding, la srl proprietaria
della Villa, di cui l’ex capo di Confindustria detiene il 99% delle azioni. L’assenza degli
imputati è stata bilanciata da una massiccia presenza dei magistrati della Procura di
Napoli. In aula è venuta la pm titolare delle indagini Milena Cortigiano. Era
accompagnata dal capo del pool Ambiente, l’aggiunto Aldo De Chiara. É raro vedere
pm togati davanti al giudice unico. Ma questo è un processo delicato: dal suo esito può
dipenderne un altro parallelo – ora in udienza preliminare – sulle presunte connivenze
di un ex sindaco, un geometra comunale e tre vigili urbani di Anacapri, accusati di aver
‘coperto’ gli abusi in atto per non danneggiare l’illustre ospite. La difesa di
Montezemolo sostiene la sua totale estraneità alla catena di comando e di esecuzione
dei lavori. Proprio in questi giorni la Fisvi ha dato il via alla demolizione di uno dei tre
manufatti contestati. “Pare sia il primo caso di autodemolizione sull’isola”
commentava ieri De Chiara. Il processo riprende a novembre.
co. In attesa che qualcuno tracci le righe del
campo, cioè che arrivino le elezioni anticipate
(o del 2013), Montezemolo prepara la squa-
dra.
Il presidente della Ferrari preannuncia l’ingres-
so in politica almeno da ottobre 2009 quando,
con Gianfranco Fini ed Enrico Letta, ha pre-
sentato Italia Futura. Ma nelle ultime settimane
le cose hanno subito un’accelerazione che sem-
bra decisiva. C’è Giovanni Malagò, l’imprendi-
tore romano da sempre amico di Montezemolo,
che sta lavorando al rafforzamento sul territorio:
si individua un referente locale, possibilmente
di prestigio e relativamente giovane, e poi si con-
corda come tradurre in versione locale le cam-
pagne nazionali dell’associazione, che conta
più di 30 mila sostenitori, e quasi tutti hanno ver-
sato piccole quote di adesione. Per ora le Regio-
ni coinvolte sono le Marche (terra di Diego del-
la Valle), la Liguria, il Veneto e la Lombardia.
Non sono ancora sezioni di partito, piuttosto
una struttura leggera, anzi leggerissima, che ri-
corda quella della prima Forza Italia. Con pro-
fessori e professionisti al posto dei pubblicitari
Fininvest. “Al Nord Montezemolo ha potenziale,
è credibile, ed è bene che si muova. Io credo che
a ottobre fosse già pronto, ma il governo poi non
è caduto”, sostiene il filosofo Massimo Caccia-
ri, che prevedendo un imminente collasso del
Pd da tempo ragiona su come strutturare il Terzo
Polo centrista. Visto che la politica non si fa solo
con le idee, Cacciari ha spostato in orbita mon-
tezemoliana il suo Centro di Formazione Politi-
ca milanese: “Stiamo collaborando con Italia Fu-
tura ma siamo aperti al dialogo anche con altri
soggetti come Verso Nord”, cioè il coagulo di
fuoriusciti dal Pd lombardo-veneto ispirato dal-
lo stesso Cacciari. Non è un dettaglio da poco:
ogni anno il Cfp, basato a Milano, organizza corsi
a cui partecipano decine di giovani da tutta Ita-
lia, rigorosamente selezionati sulla base di cur-
ricula d’eccellenza. Una rete che il Pd ha sempre
snobbato, quando Cacciari immaginava il Cfp
come una specie di scuola quadri da Ventune-
Il leader di Italia Futura si è già organizzato:
alleanza con Casini e una struttura leggera
sul territorio. Ma teme la stampa del Cavaliere
simo secolo per un partito flessibile, ma che a
Italia Futura potrebbe fornire un serbatoio di
candidati locali di tutto rispetto.
Mentre Malagò organizza la base, sono in corso
anche carotaggi esplorativi più strettamente po-
litici. Il punto di partenza di ogni ragionamento
è questo: Montezemolo può avere qualche
chance soltanto se il bipolarismo collassa, cioè
se da Pd e Pdl si staccano pezzi consistenti che
migrano verso il centro. I cunei individuati per
questa operazione dai montezemoliani sono
due: a sinistra Walter Veltroni, del Pd, e a destra
Giuseppe Pisanu, ancora del Pdl nonostante da
tempo si sia ritagliato un profilo più istituzionale
e centrista. Un deputato molto vicino a Veltroni,
Walter Verini, dice: “Una delle priorità di Veltro-
ni è da sempre costruire un’alternativa credibi-
le, parlando a tutto il Paese. Quindi una figura
come Montezemolo può essere utile, ovviamen-
te in un progetto post berlusconiano. Ma non è
che ci sia chissà quale intesa, diciamo che sono
binari paralleli”. Poi però butta lì, come se fosse
una minuzia, che nell’articolo che Montezemo-
lo ha scritto sul Corriere della Sera pochi giorni fa
sui problemi dei giovani precari gli altri due co-
autori erano Nicola Rossi e Pietro Ichino,
x
“due dei 75 parlamentari che hanno dato vita a
Movimento Democratico”, la corrente di Veltro-
ni dentro il Pd. E venerdì scorso, sempre sul Cor-
riere, con una lettera a doppia firma Veltroni e
Pisanu sono usciti allo scoperto auspicando
“una nuova stagione politica e istituzionale”. Un
testo che è qualcosa di più dell’espressione di un
comune sentire.
BERSAGLIO NUMERO
UNO: TREMONTI
Ma Nicola Rossi non vuole che si interpreti
il suo recente passaggio a Italia Futura, dopo le
dimissioni da senatore Pd, come un tassello del-
la creazione del partito montezemoliano: “Sono
semplicemente nel comitato direttivo dell’asso-
ciazione”. Ma chi conosce il lavorio intenso di
queste settimane dentro Italia Futura ha un’im-
pressione diversa, cioè che Rossi sia il perno di
una strategia precisa: sfidare sul suo terreno l’u-
nico vero delfino del berlusconismo, il ministro
del Tesoro Giulio Tremonti. “C’è poca ironia
da fare. Vista la situazione di mancata crescita e
soprattutto di mancata iniziativa di politica eco-
nomica sarebbe meglio mettersi tutti con meno
battute e più impegno e risultati”, ha attaccato
Montezemolo giovedì scorso. Bersaglio: sem-
pre Tremonti. Lui neo-statalista, anti-global, pro-
tezionista, disinteressato del mercato del lavoro
e perso nelle fumose teorie sul mercatismo. Ros-
si e gli economisti montezemoliani liberali, con-
findustriali ma non troppo, dinamici. Marco Si-
moni, 35 anni, professore alla London School of
Economics è fin dall’inizio il cervello economi-
co di Italia Futura, di sinistra ma non ostile al mer-
cato quando serve, editorialista dell’Unità : “Sia-
mo già in campo da due anni, anche se manca il
campo. Cerchiamo di andare al merito delle co-
se, niente politicismi, più che parlare con i par-
titi ci interessano soggetti come i promotori del-
la manifestazione del 9 aprile sui precari, con cui
abbiamo dialogato sul sito”. E proprio sul sito
web partirà a breve una specie di osservatorio
sui costi della politica che diventerà, di fatto, un
inappellabile atto d’accusa per Tremonti che ta-
glia nei posti sbagliati, lasciando sacche di ren-
dita alla “casta”.
Il dialogo più intenso, però, è quello dentro il
Terzo Polo. Chi conosce le trattative con il cuore
del blocco centrista, l’Udc, riferisce che il leader
Pier Ferdinando Casini avrebbe dato un aut

aut: “Luca, o fai il candidato premier, o fai il lea-
der di partito. Delle due l’una, devi scegliere”.
Montezemolo non ha avuto molti dubbi: si fa il
partito.
La ragione è semplice, gliel’ha ripetuta più volte
il suo amico imprenditore Diego Della Valle:
“Non si può valutare il mercato di un prodotto
finché non è sugli scaffali. Se corri da solo puoi
prendere il 3 per cento come il 25, ma saranno
tutti voti tuoi”. Anche se, nelle dichiarazioni uf-
ficiali, Della Valle si attribuisce sempre un ruolo
di freno alle tentazioni politiche. Il disegno mon-
tezemoliano è trasparente: nello scenario mi-
gliore se Italia Futura prende una percentuale di
voti a due cifre, a quel punto l’azionista forte del
centro diventa Montezemolo, non più Casini,
men che meno Gianfranco Fini che sembra già
all’inseguimento di Italia Futura (come sulle
proposte per i lavoratori precari). Con queste
ambizioni, prima si comincia a lavorare dav-
vero per le elezioni meglio è. Ma il gover-
no Berlusconi resiste. E Montezemolo
non è ancora davvero pronto a buttar-
si.
“Sono abbastanza convinto che la sua
perplessità di fondo derivi dal fatto che
non vede uno sganciamento deciso del
suo mondo, quello degli imprenditori,
dal berlusconismo. La Confindustria
prende le distanze solo a parole. Den-
tro, a quanto mi risulta, non è concesso
a nessuno osare prendere posizione
pro-Montezemolo”, è la diagnosi di
Massimo Cacciari. Solo con un tentati-
vo in extremis di riconquistare Confin-
dustria, prima di prendere decisioni ir-
rimediabili, si spiega l’apparente corri-
spondenza di amorosi sensi di queste
settimane con Emma Marcegaglia, lea-
der degli Industriali, che ha da sempre
un complesso (forse di inferiorità) ver-
so il suo predecessore. È tutto un “Em-
ma ha ragione”, “Luca non sbaglia”. Si
capirà più avanti se è solo diplomazia.
AL CENTRO
C’È DELLA VALLE
Per ora l’anima imprenditoriale di
Montezemolo è legata soprattutto alle mosse di
Diego Della Valle, esponente di punta di quella
“gioventù anziana” (copyright Cesare Geron-
zi) che sta provando a scalzare la generazione
dei 75enni. Della Valle ha fatto da ariete nella bat-
taglia sulle Assicurazioni Generali: si è capito do-
po che era soprattutto una manovra dei grandi
soci privati della compagnia e dei due capi di
Mediobanca, Alberto Nagel e Renato Paglia-
ro, ma serviva qualcuno che appiccasse il fuoco
sotto la poltrona del presidente Cesare Geronzi.
E L’imprenditore marchigiano è servito allo sco-
Il vero avversario da battere è il ministro Giulio
Tremonti, che il sito dell’associazione guidata
da Andrea Romano attacca sempre più spesso
po. Della Valle predica cambiamento e rivolu-
zione. Ma l’ingresso nel salotto buono delle par-
tecipazioni incrociate e dei patti di sindacato gli
è costato troppi milioni di euro per giocare ora a
sfasciarlo, anche se di certo non è contento dei
risultati degli investimenti che lo hanno portato
in Mediobanca e Rcs (“Quando li vedi da vicino
sono una delusione”, si sfoga talvolta parlando
di quei professionisti del potere finanziario che
una volta lo guardavano come un parvenu). È no-
tizia di pochi giorni fa che Della Valle ha annun-
ciato di lasciare a breve le cariche ope-
rative nelle sue aziende al fratello
Andrea. “Nei prossimi mesi sarà
lui ad assumere il controllo”, ha
detto in un’intervista a El Paìs.
Forse per essere più libero nei duelli dell’al-
ta finanza, forse per fare politica diretta-
mente (ipotesi che lui nega con decisione).
Forse per conquistare il Corriere della Sera,
cosa che gli ha consigliato, non si sa quanto
seriamente, il finanziere berlusconiano Ta-
rak Ben Ammar in un’intervista sull’ultimo
numero dell’Espresso.
Del seguente scenario si parla sempre più
spesso, in ambienti finanziari e soprattut-
to politici. Della Valle che ha il 5 per cento
circa di Rcs Corriere della Sera, avrebbe già un
accordo con Giuseppe Rotelli, imprenditore
della sanità che è il primo azionista del gruppo
con l’11 per cento a lui riconducibile. Rotelli, da
sempre vicino a Silvio Berlusconi, ha rastrellato
per anni azioni ma ora la blindatura del patto di
sindacato che lo ha lasciato fuori fino al 2014 e
condizioni di salute non ottimali avrebbero ri-
dimensionato le sue ambizioni. Che tra Della
Valle e Rotelli ci sia sintonia lo dimostra la co-
mune astensione sul piano industriale, pochi
mesi fa. Nel cda della Rcs Quotidiani continua a
sedere Montezemolo in rappresentanza del
10,5 che detiene Fiat in Rcs. Il fatto che abbia
conservato la poltrona dopo aver lasciato la pre-
sidenza della Fiat si può spiegare in diversi modi:
generosità da parte di John Elkann, primo azio-
nista del Lingotto, con cui però i rapporti sono
deteriorati da tempo, oppure l’anticamera di un
passaggio di mano, una sorta di diritto di pre-
lazione. È chiaro che per la famiglia Agnelli, sem-
pre più globale, risulterebbe anacronistico im-
mobilizzare tante risorse in via Solferino mentre
la Fiat si fonde con la Chrysler, assai più al passo
dei tempi è l’investimento azionario nell’Econo-
mist (nel cui cda Elkann già siede). Al giusto prez-
zo non è escluso che Elkann potrebbe uscire dal
Corriere (a quelli di mercato perderebbe oltre 20
milioni di euro in minusvalenze) e Della Valle ha
dichiarato di essere pronto a comprare da chiun-
que venda. Se poi si aggiunge che con la famiglia
Benetton (titolare del 5,1 del capitale) c’è un’al-
leanza di fatto, diventa chiaro come il Corriere sia
in prospettiva molto montezemoliano, nono-
stante l’ostacolo del patto di sindacato che
esclude le quote di Rotelli e Benetton. Si ver-
drà.
Se il Corriere è questione di prestigio (e politica,
ovviamente), i treni veloci di Ntv sono affari. Dal
2012 dovrebbero essere su rotaia (l’ad Giusep-
pe Sciarrone denuncia boicottaggio dal mono-
polista pubblico Fs che potrebbe ritardare il de-
butto), ancora non si sa se si riveleranno un gran-
de business. Ma le premesse ci sono. E per chi
considera Montezemolo più che un industriale
un
premier in pectore, Ntv è
già un problema. “L’Ita-
lia conosce bene i pro-
blemi del conflitto di in-
teresse”, si lascia scap-
pare Nicola Rossi. An-
drea Romano si trincera
dietro un semplice “no
comment”, Italia Futura
e Ntv sono due mondi
che cercano di restare se-
parati. Senza riuscirci, basta
pensare a quello che da mol-
ti è indicato come il cervel-
lo organizzativo della fase
2.0 di Italia Futura, Carlo
Calenda, il giovane diret-
tore dell’Interporto di Nola,
la base logistica di Gianni Pun-
zo che è azionista alla pari di Mon-
tezemolo in Ntv. Tremonti ha già man-
dato messaggi espliciti: non pensi Mon-
tezemolo di consegnare Ntv ai soci fran-
cesi di SNCF solo perché entra in poli-
tica. Se il governo blocca la scalata alla
Parmalat, figurarsi se lascia campo li-
bero su un settore così delicato come il
trasporto ferroviario. Montezemolo è
socio alla pari con Della Valle e Punzo
di una holding, MDP, che detiene il
33,5 per cento del capitale. La quota
del presidente Ferrari è quindi poco
più dell’11, in valore nominale 16,6 mi-
lioni circa. Che per Montezemolo non
sono tanti, meno di tre anni di stipen-
dio. Dopo che Marco Travaglio, nella
trasmissione di La7 Exit, ha notato che
Montezemolo rischiava di replicare,
sia pure in scala ridotta, il problema
dei conflitti d’interessi di Berlusconi,
il presidente di Italia Futura gli ha ri-
sposto così: “Ove mai, e sottolineo ove
mai per tranquillizzare mia moglie che è
Martedì 19 aprile 2011
La stampa di B. all’attacco del
futuro concorrente politico:
Sopra “Il Giornale” e a destra
lo sberleffo di Vittorio Feltri
su“Libero”. In centro pagina
Montezemolo (FOTO OLYCOM)
Sotto un’illustrazione
di Marilena Nardi
qui con me, decidessi di scendere in politica, ri-
solverei subito il problema. O con un sistema di
blind trust, come quello adottato da Mario Dra-
ghi per i propri investimenti quando è diventato
governatore di Bankitalia, oppure cedendo le
mie quote ad altri soci”.
Se la vendesse a SNCF, che detengono oggi il 20
per cento di Ntv, questi diventerebbero primi
azionisti, opzione percorribile ma dalle incerte
ripercussioni politiche. L’ipotesi più probabile è
che se ne faccia carico Della Valle, che di soldi da
spendere ne ha, oppure la solita banca “di siste-
ma” (disposta cioè a investire i soldi dei rispar-
miatori secondo logiche politiche), cioè Intesa
Sanpaolo che è azionista di Ntv con un altro 20
per cento. E qui è decisivo il ruolo di Corrado
Passera, capo azienda di Intesa. É noto che i
suoi rapporti con Giovanni Bazoli, il grande
vecchio (a suo tempo prodiano) dell’istituto
non sono idilliaci. Quando Della Valle iniziò la
sua crociata contro la gerontocrazia del capita-
lismo, se la prese con entrambi gli “arzilli vec-
chietti” al comando della finanza, Bazoli (78 an-
ni) e Geronzi (76). Poi ha capito che non poteva
inimicarseli subito tutti e due e su Bazoli ha fatto
quindi mille distinguo riparatori. Ma le ambizio-
ni generazionali di Della Valle, Montezemolo e
Passera sono le stesse, tutti parte di quella “gio-
ventù anziana” che vuole il comando. E Passera
può diventare l’unico “banchiere di sistema”:
per i buoni rapporti con il governo Berlusconi
ha impegnato la banca nella partita Alitalia e ora
nel papocchio finanziario della cordata italiana
per Parmalat. Al confronto rilevare l’11 per cen-
to di Montezemolo in Ntv sarebbe ben poca co-
sa, cementando in cambio un sodalizio di reci-
proco interesse.
LA PAURA PER LA
MACCHINA DEL FANGO
Ma tutte queste mosse in direzione Palaz-
zo Chigi rischiano di essere neutralizzate sul na-
scere da quella che Roberto Saviano chiama
“macchina del fango”. Non è eccesso di pruden-
za, i collaboratori più stretti di Montezemolo so-
no davvero preoccupati: “Si ricordi cosa è suc-
cesso a Fini, per quella storiella della casa del co-
gnato – dicono – ormai basta un niente a distrug-
gere qualcuno”. Potrebbero sembrare paranoie,
scrupoli eccessivi, invece negli ambienti mon-
tezemoliani si discute davvero di trappole, pa-
parazzate, agguati. E, chissà, forse anche rivela-
zioni di cose vere ma rimosse. Qualche assaggio
c’è già stato. Sabato 9 aprile, per esempio, il Gior-
nale di Alessandro Sallusti spara in prima pa-
gina foto della coppia Della Valle-Montezemolo
con titolo “Paghi uno e prendi due: il gatto e la
volpe Luca&Diego in offerta”. E nel pezzo di
Giancarlo Perna, giusto un colpetto, ma ben
piazzato, rievocando una famosa vicenda sem-
pre sgradevole: “L’incidente più imbarazzante è
dei primi anni Ottanta. Luca era addetto alle pr
Fiat, quando l’ad, Cesare Romiti, si accorse che
‘vendeva’ agli industriali gli incontri con Agnel-
li. Il giovanotto fu allontanato immantinente dal-
l’azienda e gli occorse tempo per recuperare la
fiducia. ‘Certamente non lo voterei’, ha detto re-
centemente Romiti ricordando l’episodio”.
Messaggio recapitato: basta un attimo per rie-
sumare queste storie, attento a quel che fai. In un
editoriale Sallusti lo ha avvertito: “Di recente un
altro bello del sistema di potere, Gianfranco Fi-
ni, scambiando ambizioni e interessi personali
per un progetto politico, si è schiantato contro
un muro, dopo aver fatto sognare l’opposizio-
ne”. Chissà se basta questo a spaventare Mon-
tezemolo o almeno a consigliargli di aspettare
prudentemente che il berlusconismo si esauri-
sca prima di impegnarsi. Come dice Massimo
Cacciari, “La linea della provvidenza non sem-
pre si sviluppa in modo lineare”.
pagina 8 Martedì 19 aprile 2011

FURBETTI

Concorso esterno per mafia:

vogliono il reato, ma con le pene ridotte
CAMBIANO LE REGOLE DEL PROCESSO DELL’UTRI
di Enrico Fierro ti", concorrono alla forza vede pene più alte, dalla re-
dell'organizzazione mafiosa clusione da 3 a 6 per anni
orreggiamo, ammorbi- ricavandone una serie di per la semplice associazio-

C diamo, scontiamo. Le
parole d'ordine quan-
do si parla di mafia e di
reati connessi sono ormai
queste.
Fa discutere il disegno di
legge presentato dal senato-
re Luigi Compagna per un
sostanziale alleggerimento
delle pene per il reato di
concorso esterno in associa-
zione mafiosa. Un reato in-
famante e allo stesso tempo
"moderno" perché non col-
pisce l'area "associativa", gli
affiliati a mafia, camorra e
'ndrangheta – l'ala militare –
ma quella della borghesia
mafiosa. Imprenditori, pro-
fessionisti, politici che, pur
non essendo stati "battezza-
vantaggi.
Il disegno di legge del sena-
tore Compagna (Pdl), si in-
titola “Nuove norme in ma-
teria di concorso esterno”, e
parte con le migliori inten-
zioni, la tipizzazione del rea-
to nel codice penale, per
raggiungere un obiettivo
certamente non sgradito ai
mafiosi e ai loro compari: la
riduzione della pena da 1 a 5
anni. Lo scopo, ha spiegato
il senatore, “è alleggerire la
barbarie”, perché con la ti-
pizzazione del reato in uno
specifico articolo del codi-
ce non sarà più applicato a
chi si macchia di “concor-
so” l'articolo 416-bis sull'as-
sociazione mafiosa che pre-
ne, ai 4-9 per chi promuove
o dirige l'associazione, fino
ai 4-10 anni in caso di asso-
ciazione armata.
La giurisprudenza, ha spie-
gato Compagna nell'intro-
duzione del ddl, pur in man-
canza di indicazioni norma-
tive “ha ritenuto di applica-
re anche al reato associativo
di cui all'articolo 416-bis del
codice penale l'istituto del
concorso previsto dall'arti-
colo 110”. E nonostante “gli
apprezzabili sforzi” della
corte di Cassazione che “ha
introdotto e legittimato l'i-
potesi di concorso ester-
no”, per il senatore restano
“una serie di problemi irri-
solti connessi alla mancata
Giulio Andreotti, accusato nel 1993 di collusione con la mafia. In alto, il senatore Pdl, Luigi Compagna ( FOTO LA PRESSE)

PRODI e la condanna inesistente
sul sito degli italiani all’estero
a come mai Romano Prodi è stato con- cenda”, tuttavia, al lettore non è ben dato
“M dannato dalla Corte di Giustizia euro- sapere. Si accenna vagamente a chiusure
pea e nessuno dei media importanti nazio- “con colpi di mano” di istituti legati a Eu-
nali, sia della carta stampata che soprattut-
to delle Tv, sempre pronti a guardare nel
letto dei politici, ne ha fatto cenno”? Acci-
denti, una bomba, penserà l’ignaro lettore
del sito italiachiamaitalia.net. Peccato che,
proseguendo nella lettura, non si capisca
granché. Secondo Roberto Pepe, direttore
del sito che si autoproclama “senza dubbio
il quotidiano online degli italiani residenti
oltre confine più letto al mondo” (e sulla cui
homepage campeggia un vistoso banner
del “Movimento delle libertà” di Roberto
Romagnoli, ritratto a fianco di Silvio Berlu-
sconi) Prodi avrebbe “fornito al Parlamento
europeo notizie false e non documentate;
emesso comunicati che mettono in dubbio
l’onorabilità di alti dirigenti che non si era-
no sottomessi alle sue imposizioni; aver
tentato di ostacolare la giustizia”. Pepe co-
munica che “i fatti che hanno portato alla
condanna risalgono al 2002-2003 e si rife-
riscono a una contorta vicenda relativa al-
l’Eurostat”. Quale sia questa “contorta vi-
rostat (l’Istat dell’Ue), a una “sentenza” e a
una “fuga di notizie depistata verso giornali
amici, proprio per la paura di rivangare an-
che questioni irrisolte del passato (gli sche-
letri nell’armadio: Iri e Nomisma)”. Nessun
dettaglio, ma tanto basta perché l’articolo
sia ampiamente circolato in rete nelle ul-
time settimane. Difficile individuare con
esattezza di cosa si parli: “Non esiste alcuna
sentenza della Corte di Giustizia” dichiara-
no dall’entourage di Professore. Ai tempi
della presidenza Prodi della Commissione
europea, un’indagine amministrativa del-
l’Olaf (l’organismo Ue contro le frodi) por-
tò al commissariamento di Eurostat, a causa
di finanziamenti “allegri” erogati a istituti di
dubbia utilità, che in seguito furono chiusi:
“Può darsi che a qualcuno questa decisione
non sia piaciuta – racconta un portavoce di
Prodi (che sarebbe intenzionato a querela-
re Pepe) – ma la Corte di giustizia non si è
mai occupata di questa vicenda”.
(Stefano Caselli)
tipizzazione del reato”.
COMPAGNA fu l'unico
nel giugno del 1993 a votare
in Giunta per le Autorizza-
zioni a procedere del Senato
contro l'autorizzazione chie-
sta nei confronti di Giulio
Andreotti, accusato di collu-
sione con la mafia. Da allora,
ha spiegato, ha sempre pen-
sato che fosse necessario in-
tervenire per tipizzare un
reato non previsto nel codi-
ce Penale, perché “più che
un garantista io sono un vero
innocentista”.
Durissima la reazione delle
opposizioni. Per Laura Gara-
vini, capogruppo Pd in Com-
missione parlamentare anti-
mafia, “la proposta di ridurre
la pena per il reato di con-
corso esterno in associazio-
ne mafiosa, oltre che vergo-
gnosa, suona come un nuo-
vo tentativo di introdurre
una legge ad personam.
Chissà se le stesse persone
che si affrettano a rivendica-
re arresti di latitanti e boss
stavolta avranno qualcosa da
dire nei confronti dell'inizia-
tiva, probabilmente niente
affatto personale, del senato-
re Compagna”, ha prosegui-
to. “Il problema è che l'av-
vicinarsi della chiusura di al-
cuni importanti processi ha
messo in moto la macchina
del presidente del Consiglio,
anche se stavolta l'utilizzato-
re finale sarebbe uno dei suoi
più fidati collaboratori”.
PER IL SENATORE Luigi
Li Gotti (Idv) “la tipizzazione
è inutile visto che il codice
prevede già una graduazione
delle pene in materia di con-
corso esterno. Francamente
mi sfugge la ratio di questa
L’opposizione
insorge: si tratta
dell’ennesimo
tentativo
di fare
una legge
ad personam
proposta”. “Trovo strabilian-
te – ribatte il senatore Alber-
to Maritati, Pd, già magistra-
to e membro dell'Antimafia –
che con i mille problemi ir-
risolti della giustizia italiana,
paralizzata dalla mancanza di
riforme vere e dalla penuria
di mezzi, ci si arrovelli per
produrre leggi che hanno un
solo obiettivo: diminuire le
pene per quei soggetti ester-
ni al mondo mafioso che la-
vorano per favorire la mafia”.
Per il senatore “chi fa pro-
poste di questo tipo fa finta
di non capire che le mafie
sono perennemente alla ri-
cerca di appoggi esterni per
accrescere il loro potere. So-
no come i terroristi che si av-
valevano di una vasta rete di
fiancheggiatori. E poi, anche
dal punto di vista della giu-
risprudenza, non vedo la ne-
cessità di norme di questo ti-
po. Quelle attuali hanno ret-
to al vaglio della Cassazione
e della Corte costituzionale,
quindi perché sbracarsi per
trovare a tutti i costi vie d'u-
scita per chi fornisce appog-
gi, connivenze e coperture
al sistema mafioso?”.

Brignano fa vergognare la Polverini

IL COMICO INSULTA I POLITICI CHE “SI PRENDONO LE CASE”: LA GOVERNATRICE IN PRIMA FILA
di Marco Lillo dei politici. In un crescendo di grida e applausi biana restano al loro posto e rido-
Brignano arriva a dire che lui vorrebbe spaccare no. L’assessore Santini si gode il

Qallauando il faro ha illuminato la presidente della

Regione Lazio, Renata Polverini, e l’assessore
Cultura Fabiana Santini, in molti hanno pen-
sato a uno scherzo.
Mezzanotte di domenica 17 aprile al Palalotto-
matica di Roma, Enrico Brignano ha appena
concluso il suo spettacolo Sono romano ma non è
colpa mia. Tre ore di applausi e risate per il nuovo
re di Roma che, primo e unico caso nella storia, è
riuscito a riempire per undici serate di seguito la
struttura da 6 mila posti che fa tremare le gambe
anche alle rockstar. Lo spettacolo scorre leggero
sul filo dell’autobiografia ironica. Dalla nascita
nella borgata abusiva di Dragona tra marrane e
lucertole, al primo bacio sulla ruota dell’Eur. Il
passaggio che manda in delirio il Palalottoma-
tica è però l’invettiva violenta e insolita per un
comico come Brignano contro tutti i politici.
Brignano abbandona l’ironia leggera sul traffico
del Raccordo e si trasforma per dieci minuti in
un Grillo romanesco più popolare ed efficace
perché parla a tutti gli elettori, di destra e di si-
nistra. Il comico non fa nomi, ma rinfaccia in-
distintamente a tutti i parlamentari di essere
eletti da una minoranza. Si fa portatore del po-
polo degli arrabbiati che non votano più e che
vorrebbero tagliare gli stipendi da 20 mila euro,
le auto blu, le guardie del corpo e persino le teste
i vetri oscurati delle blindate per dare una lezio-
ne a questa masnada di manigoldi e ladri. I toni
sono populisti, ma l’indignazione è sincera
quando con gli occhi rossi e il volto serio chiede
a ministri, “portaborse e leccaculi” di provare
almeno per una volta cosa significa vivere “con
mille euro al mese”.
Il comico non critica, non ironizza, insulta. E
non se la prende solo con la Lega di Umberto
Bossi e “dell’unica Trota con la faccia da tonno”.
Attacca tutti i politici e in particolare quelli che
“si prendono le case dagli enti”. Finito lo spet-
tacolo, Brignano si ferma e fa gli auguri a una
persona in platea: l’assessore Fabiana Santini. La
scena che segue è surreale. Sedute sorridenti
nelle prime file ci sono la presidente della Re-
gione Lazio Renata Polverini, un politico che ha
risolto i problemi abitativi della sua famiglia gra-
zie a una scandalosa sequenza di affitti e acquisti
da enti vari, e l’assessore alla cultura Fabiana San-
tini, ex segretaria del ministro Scajola, tirata in
ballo nello scandalo della Cricca per la sua ca-
sa.
Dopo avere assistito all’invettiva piena di insulti
contro i politici che comprano le case degli enti,
cosa fanno Polverini e Santini? Alzano i tacchi
indignate per provare che non fanno parte della
masnada descritta dal comico? No. Renata e Fa-
momento di celebrità. Il pubblico
che un minuto prima si spellava le
mani, pronto alla rivoluzione con-
tro i politici che abitano le case
più belle di Roma, non fiata. Ri-
dono tutti. Nessuno ricorda che
Renata Polverini, come Il Fatto ha
scritto, ha nell’ordine:
1) abitato per anni con il marito in
una casa popolare dell’Ater a San
Saba pagando un canone ridico-
lo, senza che la coppia, dotata di
un reddito importante, ne avesse
titolo;
2) affittato e poi comprato all’Eur,
a un prezzo dimezzato rispetto a
quello di mercato, una casa del- gione Lazio era stata citata nelle cronache per
l’Inpdap mai abitata; l’acquisto a un ottimo prezzo (389 mila euro) nel
3) comprato a San Saba un’altra casa dall’istituto 2009 di un appartamento di 4 stanze e due bagni
bancario del Vaticano, lo Ior, pagandola un prez- in zona Cortina d’Ampezzo dal San Paolo. Bri-
zo pari alla metà di quello di mercato e dichia- gnano, che le aveva incontrate in camerino pri-
rando falsamente di non essere proprietaria di ma dello spettacolo, non fa sconti: “Hanno pa-
una seconda casa, per usufruire delle agevola- gato il biglietto come tutti e sono state gentili,
zioni fiscali per 19 mila euro. ma non ho tolto una parola della parte dello spet-
Nessuno ricorda che il nome dell’ex segretaria tacolo sui politici”. Alla fine però nessuno nota il
di Claudio Scajola figurava nella lista Anemone contrasto tra l’invettiva del comico e la passe-
per la ristrutturazione nel 2007 di un apparta- rella dei politici. Tutti applaudono felici. Sem-
mento a Prati e che l’attuale assessore della Re- bravano cittadini, ma sono solo spettatori.
Martedì 19 aprile 2011
LA GUERRA FREDDA
SI COMBATTE
A VENTIMIGLIA
Ancora tensione sull’immigrazione
Al confine nessuno sa nulla
di Ferruccio Sansa
inviato a Ventimiglia
commercianti di Ventimi-
I
glia che pagano il biglietto
del treno ai tunisini purché
lascino l’Italia. La polizia ita-
liana che ieri ha rispedito in
Francia venti immigrati senza
documenti. Addirittura qualcu-
no che a mezza voce avverte:
“L’acquedotto di Nizza è alimen-
tato dall’Italia, se ci fermano i
treni, noi tagliamo l’acqua”. E i
francesi, dall’altra parte, che
non vogliono più fermare i treni
merci nello scalo di Ventimiglia
per evitare che di notte si riem-
piano di disperati senza permes-
so. Al di là delle dichiarazioni uf-
ficiali, la battaglia silenziosa tra
Italia e Francia continua. E in
mezzo, schiacciati tra due stati
che litigano, ci stanno loro: le
centinaia di tunisini che si am-
massano alla frontiera. Ma an-
che la gente di Ventimiglia che
non sa più che pesci pigliare. E
gli agenti di polizia, i carabinieri
che fronteggiano una situazio-
ne diversa a ogni ora che passa.
Per non dire di centinaia di viag-
giatori, anche francesi, che do-
menica sono rimasti bloccati
per ore sui treni e sono rimpa-
triati come hanno potuto: auto-
bus, taxi, perfino a piedi. L’uni-
ca cosa certa è che si naviga a
vista, in attesa, si spera, che il
vertice italo-francese dei prossi-
mi giorni faccia un po’ di chia-
rezza e porti ad un accordo.
Venerdì ecco i primi tunisini
con il permesso che, secondo
l’Italia, “garantisce la possibilità
Patente sospesa? Basta conoscere il politico giusto
IL VICEPRESIDENTE DELLA PROVINCIA RASICCI (PDL) CHIAMA LA PREFETTURA PER AIUTARE L’AMICO DEL FIGLIO
di Antonio D’Amore
Teramo
na festa in piena notte.
Ublemi
Un ragazzo che ha pro-
con la polizia per
una storia di documenti.
Un politico importante del
centrodestra che telefona
alla Prefettura per chiede-
re un favore. Il favore che
arriva e… tutti finiscono
sotto inchiesta. Sembra
una storia già sentita, vero?
E invece no, questa è nuo-
vissima. Ed è tutta in salsa
teramana, anche se, come
il “Ruby gate” ufficiale, ri-
schia di avere ripercussio-
ni politiche anche pesan-
tissime. Ma andiamo al fat-
to. È agosto del 2010, sa-
bato notte, ad Alba Adria-
tica si tira a far mattino, co-
me in tutte le località di ma-
re.
Davanti allo chalet “Il faro”
c’è una comitiva di ragazzi,
tutti più o meno ventenni,
ridono e scherzano. Poi
qualcuno va a prendere la
macchina, ormai si sono
fatte le tre e bisogna pur
avviarsi sulla strada di casa.
Un’ultima sgommata, qual-
che manovra un po’ forzata
Biglietti pagati
ai tunisini
e la minaccia
di chiudere
l’acquedotto di
Nizza alimentato
in Italia
di andare in Francia”. La Fran-
cia, in una specie di ping-pong,
rispedisce la pallina a Roma:
“Non accetteremo chi non ha il
passaporto”. Sabato, però, i
gendarmi sembrano chiudere
un occhio, decine di tunisini
con il foglietto verde del “Titolo
di viaggio per stranieri” passano
il confine. Tutto tranquillo?
Neanche per sogno. Domenica
i treni dall’Italia, soprattutto il
“treno della dignità” carico di
manifestanti, vengono fermati
per ore.
FINO al contrordine di ieri: “La
Francia poteva fermare i treni.
Tutto chiarito”. L’Europa smen-
tisce l’Italia e la Farnesina fa re-
tromarcia. La parole d’ordine è
distensione. Da Roma si ritirano
le dichiarazioni bellicose e Parigi
di fatto riapre le frontiere. Tutto
tranquillo, almeno sulla carta.
Perché poi sul campo è un con-
tinuo scambio di colpi più o me-
no ammessi.
“Non ci capiamo più niente”. Al-
per strappare l’ultima risa-
ta alle ragazze del gruppo,
il traffico che si ferma e, in
un attimo, i lampeggianti
della pattuglia della polizia
stradale di Giulianova.
L’ALCOL TEST del ragaz-
zo alla guida rivela un tasso
esagerato, superiore al mas-
simo del massimo consen-
tito. Patente ritirata, subito.
Il ragazzo, però, non si ras-
segna: tra gli amici, quella
sera, allo chalet, c’è anche il
figlio dell’assessore al So-
ciale e vicepresidente in
quota Pdl alla Provincia di
Teramo, Renato Rasicci,
che chiama papà.
la stazione di Ventimiglia, presi-
diata da decine di poliziotti e ca-
rabinieri, i tunisini si raccolgono
in capannelli: leggono i giornali
francesi, ascoltano la radio. E alla
fine ci capiscono meno di prima.
Al mattino ecco le dichiarazioni
sdegnate del Governo italiano
che chiede chiarimenti per “l’at-
to illegittimo”, il blocco della cir-
colazione ferroviaria. Il tempo
per i tunisini e la gente di Ven-
timiglia di entusiasmarsi e arriva
la doccia fredda: “La Francia ave-
va diritto di fermare tempora-
neamente i treni provenienti dal-
l’Italia”, sostiene il commissario
europeo agli Affari Interni, Ceci-
lia Malmstrom. Poi anche la Far-
nesina ripone l’ascia di guerra:
“Con Parigi abbiamo chiarito tut-
to”. Insomma, i treni sono stati
fermati soltanto per ragioni di or-
dine pubblico, per controllare i
manifestanti che volevano anda-
re in Francia per protestare con-
tro i controlli alla frontiera.
Ai tunisini di Ventimiglia sono
bastati pochi giorni per capire
L’assessore pochi minuti
dopo arriva sul posto del
controllo della polizia. Sul-
le prime avrebbe cercato di
intercedere in favore del ra-
gazzo che aveva perduto la
patente, poi però, vista l’as-
soluta fermezza de poliziot-
to, la cosa avrebbe preso
un’altra piega, che è il mo-
tivo scatenante dell’inchie-
sta. Rasicci, sbandierando il
ruolo pubblico ricoperto,
avrebbe detto al poliziotto
di essere certo di poter far
riavere la patente al ragazzo
in tempi brevissimi. Fin
qui, forse, solo un attimo di
ner vosismo.
Invece, va proprio così: il
CRONACHE
l’aria che tira a casa nostra: una
cosa sono le dichiarazioni uffi-
ciali, un’altra la realtà. Perché lo-
ro, gli immigrati, qui si giocano il
destino. Meglio arrangiarsi. Così
ieri tra via Cavour e via della Re-
pubblica in tanti bussavano alle
porte dei negozi. “Vorrei andare
in Francia”, e mostravano la ma-
no. Un gesto che molti commer-
cianti ormai hanno imparato a
decifrare: “Tieni dieci euro”. Il
prezzo del biglietto fino a Nizza.
E via, uno, dieci, venti tunisini
partono con i biglietti finanziati
dalla gente di Ventimiglia, un po’
per solidarietà e un po’ per il de-
siderio di liberarsi degli immigra-
ti e rendere la pariglia ai cugini
transalpini: “I giornali francesi
continuano a diffondere allarmi
sulla sicurezza a Ventimiglia. Co-
sì gli arrivi di chi viene da noi per
fare acquisti sono calati del tren-
ta per cento”, si lamenta Gaeta-
no Scullino, sindaco della citta-
dina. Tra i tunisini intanto circola
una voce: “Di notte c’è un con-
voglio che si ferma allo scalo
ragazzo torna in possesso
della patente due giorni do-
po e il poliziotto che l’ave-
va multato consegna tutto
alla Procura della Repubbli-
ca, che apre un’inchiesta
coperta dal massimo riser-
bo.
Scopo dei magistrati, a que-
sto punto, è verificare co-
me e perché la Prefettura
abbia deciso di restituire la
patente al ragazzo, visto
che quel tasso pretende-
rebbe il ritiro per almeno
un anno, e soprattutto se, e
se sì quanto, in questa de-
cisione abbia potuto influi-
re l’assessore e vicepresi-
dente, con il suo ruolo pub-
Al ragazzo era
stato ritirato
il documento
per il tasso
alcolico
Ora indaga
la Procura
pagina 9
N
ALEMANNO VS MARONI
Via i migranti
da Roma
D opo la polemica con
Maroni per la
presenza dei tunisini,
Alemanno sembra averla
spuntata: “Il prefetto
Pecoraro ci ha ribadito la
volontà di escludere l’area
metropolitana di Roma
dai siti presenti in
regione”. La scelta finale
verrà fatta da “Protezione
civile e Regione, con la
nostra influenza”.
Sulla pelle dei migranti
A Ventimiglia è ripreso il transito
ferroviario dopo il blocco di domenica.
A sinistra, il ministro Frattini (FOTO ANSA)
PISTOIA
merci di Ventimiglia. I controlli
sono pochi, si può salire sui va- Gravi lesioni per
goni. Poi quando il treno arriva a i bimbi dell’asilo
Marsiglia possiamo scendere. Va
avanti da mesi, siamo riusciti a
imbarcare centinaia di perso-
ne”, racconta Farouk, madre tu-
D ue maestre dell’
asilo nido privato
“Cip e Ciop” di Pistoia
nisina e padre egiziano. I france- sono accusate di
si hanno preso delle contromisu- maltrattamenti in
re: “Hanno chiesto di non ferma- concorso e continuati su
re più i loro convogli merci a minori. I fatti risalgono al
Ventimiglia”, raccontano alla dicembre 2009, ma ieri è
Protezione Civile. stata depositata la perizia
psichiatrica fatta sui
UNA MOSSA da una parte e bambini. Tutti hanno
una dall’altra. Ieri i gendarmi riportato sintomi
francesi hanno rimandato in Ita- post-traumatici da stress.
lia diversi immigrati irregolari, Dei 18 sottoposti a perizia
ma gli agenti italiani ne hanno ri- a 15 sono state riscontrate
consegnati venti. “È semplice lesioni psichiche gravi
routine, niente a che fare con i mentre gli altri hanno
permessi”, assicura Paolo Fanzo- subito maltrattamenti
ne, il dirigente della Polizia di psicologici indotti. Il
Frontiera che da settimane fron- processo verrà celebrato
teggia in prima linea l’emergen- con rito abbreviato il 6
za. Intanto la guerra fredda non giugno.
si combatte solo tra Roma e Pa-
rigi. Così tra gli amministratori CARCERE
italiani, come ha riportato ieri
Paolo Crecchi sul Secolo XIX, Detenuto muore
qualcuno avverte: “Attenzione. dopo intervento
L’acquedotto di Nizza pompa ac-
qua dal fiume Roja, in Italia, a co-
sto zero. È previsto da una con-
venzione valida fino al 2020. Noi
U n detenuto
nordafricano di 30
anni è stato trovato morto
la impugneremo e li lasceremo a nel carcere di Viterbo. Il
secco”. decesso sarebbe avvenuto
per arresto
cardiocircolatorio. A dare
l’allarme il suo compagno
di cella. L’uomo, arrestato
lo scorso 4 febbraio e
condannato a sei mesi di
reclusione, prima di
finire in carcere era stato
blico. La questione è, come operato alla testa in un
si intuisce delicatissima, an- ospedale romano per un
che perché sul registro de- ematoma dal cervello che
gli indagati sarebbero già fi- gli causava frequenti crisi
niti sia l’assessore sia i fun-
zionari della Prefettura.
epilettiche. Perciò era
privo di parte della calotta
cranica ed era sottoposto
DI AVVISI di garanzia, pe- a cure continue.
rò, Rasicci, dice di non
averne ricevuti, ma sul fatto
non smentisce, anzi: “È ve-
ro, sono stato chiamato alle
3 di notte di sabato da mio
figlio e sono andato a ve-
dere cosa accadesse, ma la
polizia, per privacy, non mi
ha detto nulla, se non che
mio figlio non c’entrava –
racconta il vicepresidente
della Provincia di Teramo –
il lunedì successivo ho chia-
mato la Prefettura, ma il
Prefetto non c’era, è torna-
to il martedì e mi ha detto di
parlare con il comandante
della polizia stradale di Te-
ramo, poi mi hanno fatto
compilare un modulo sca-
ricato da Internet e il ragaz-
zo, il mercoledì, ha riavuto
la patente, ma è tutto rego-
lare… il procedimento pe-
nale va avanti, ma intanto il
ragazzo, che fa il rappresen-
tante, può lavorare… che
c’è di male?”.
pagina 10 Martedì 19 aprile 2011

ECONOMIA

Da oggi
CONFINDUSTRIA, LA SICUREZZA scioperi
nel gruppo
SUL LAVORO È SOLO VIRTUALE
Un sito web, iniziative per bambini e qualche slogan
Marcegaglia
contro gli
Ma anche sostegno al governo quando ha ridotto le sanzioni incidenti
di Salvatore Cannavò “Progetto Sis, Sviluppo impre- crete" non meglio definite. Vie- Del resto Confindustria è stata zionale in cui si mette al centro l gruppo Marcegaglia ha

a sentenza sui sette morti

se in sicurezza”, molto esplici-
ne poi immaginato un "Safety
in prima linea nel sostegno al
ministro Sacconi quando ha vo-
la responsabilità di chi lavora Irivelato
dovuto affrontare, come
dal Fatto, una pe-

L
alla ThyssenKrupp non è
stata presa bene dagli im-
prenditori. Comprensi-
bile lo sfogo del direttore dello
stabilimento Thyssen di Tori-
no, Raffaele Salerno, condan-
nato a 13 anni e sei mesi, che
dice: “È una vergogna, era tut-
to stabilito a priori”. Salerno
sostiene di essere trattato co-
me "un mostro" e di essere un
semplice "capro espiatorio".
Nessuna riflessione sui sistemi
di sicurezza in azienda, così co-
me nessuna riflessione viene
dai vertici della Thyssen che
hanno già annunciato che a
queste condizioni sarà difficile
restare in Italia.
L'ipotesi è smenti-
ta dal ministro del
Lavoro, Maurizio
Sacconi che cerca
di rassicurare le
imprese. Un'im-
postazione, que-
sta, che vige an-
che in Confindu-
stria. Il vicepresi-
dente di Viale del-
l'Astronomia, Sa-
lomone Gattegno,
responsabile della
sicurezza sul Sole
24 Ore di domeni-
ca lamentava le
pene "pesantissi-
me" comminate
dal Tribunale di Torino dicen-
dosi d'accordo nel considera-
re "un'enormità" il principio
dell'omicidio volontario in
materia di lavoro. Poi si dilun-
gava sulla necessità del lavoro
di prevenzione e formazione,
una filosofia promossa dalla
stessa presidente di Confindu-
stria, Emma Marcegaglia, che
ha più volte dichiarato che
“non è inasprendo le pene che
si fa più formazione”.
MA LE MISURE concrete in
materia da parte dell’Associa-
zione degli industriali non so-
no molte. La principale inizia-
tiva di Confindustria si chiama
tata dal sito dell'associazione.
“È il progetto – si legge nella pa-
gina web – che Confindustria
ha lanciato “per favorire un
cambiamento culturale sul te-
ma della salute e sicurezza sul
lavoro” e che “intende favorire
la diffusione di una più ampia e
responsabile sensibilità sui te-
mi della sicurezza sul lavoro" si
legge nella parte intitolata "Mis-
sion" che propone di passare
da una "visione della sicurezza
come problema di pochi" a una
"autentica cultura della sicurez-
za come patrimonio di tutti". Si
tratta di 20 seminari su tutto il
territorio nazionale con "testi-
monianze, filmati e azioni con-
Day" cioè una giornata celebra-
tiva della "cultura e della sicu-
rezza sul lavoro". Quando però
si vuole capire meglio di cosa si
tratta il sito della Confindustria
rimanda, semplicemente, al
portale dell'Inail, l’Istituto na-
zionale di assicurazione contro
gli infortuni sul lavoro.
L'ALTRA INIZIATIVA su
cui si concentrano le energie
confindustriali è rivolta ai bam-
bini. Si tratta della mostra idea-
ta dalla fondazione Muba, con il
Patronato della Presidenza del-
la Repubblica e che ha come
scopo quello “di sviluppare nel
bambino le capacità di atten-
zione, di riflessio-
ne e di senso criti-
co rispetto alla si-
tuazione che lo
circonda”. Azioni
dimostrative, ma
senza investimen-
ti concreti per la
prevenzione sui
posti di lavoro.
Una protesta a Torino
dopo il rogo alla Thyssen
nel 2007 (FOTO LAPRESSE) sotto,
Emma Marcegaglia
(FOTO ANSA)
nell'evitare incidenti mortali
luto modificare il Testo unico senza alcuna menzione delle sante denuncia della Fiom
sulla sicurezza sul lavoro (de- responsabilità aziendali (slo- lombarda contro gli infor-
creto 81 del 2008) voluto dal gan: “Sicurezza sul lavoro, la tuni sul lavoro nelle impre-
governo Prodi. Il governo si era pretende chi si vuol bene”). se della presidente di Con-
impegnato con gli industriali a I dati dicono che la situazione findustria. Ora la Fiom allar-
cambiare quella norma che in- non migliora. Dall'inizio del- ga la sua iniziativa e, insie-
fatti è stata sostituita dal decre- l'anno fino al 18 aprile – secon- me a Fim e Uilm, promuove
to 106 del 2009 che ha derego- do l'Osservatorio di Bologna – uno sciopero dei lavorato-
lamentato le norme e reso “più ci sono stati 170 morti per in- ri, che comincerà oggi nel-
eque” le sanzioni per gli im- fortuni che salgono a 320 se si lo stabilimento di Forlì ma
prenditori colpevoli. E ha poi aggiungono i morti “in itinere”, proseguirà poi negli altri
inaugurato quello spot istitu- cioè quelli che muoiono lungo stabilimenti italiani. La mo-
la strada per recarsi o tornare bilitazione è stata indetta in
dal lavoro. Senza contare i tre di particolare contro “il sala-
Il direttore ieri: due operai edili stranieri
sono morti a Lanciano, in un
rio di ingresso”, cioè l'ipo-
tesi di uno stipendio infe-
della Thyssen cantiere privato dove era in
corso il montaggio di una pare-
riore per i nuovi assunti di
circa il 30 per cento. “Si
di Torino: “Sono te in legno mentre un operaio
di 27 anni, Luca Stocco, è mor-
tratta di poco più di mille
euro per lavoratori che fan-
to nel padovano mentre fissava no ciclo continuo e che ac-
solo un capro un impianto fotovoltaico sul cumulano ore e ore di
tetto di un'azienda artigiana. straordinari” spiega il se-
espiatorio” Nel 2010 i morti erano stati gretario della Fiom lombar-
136: l'aumento percentuale è da Mirco Rota, secondo il
E l’azienda vuole del 25 per cento e avviene in quale “c'è una volontà pre-
una fase con alto tasso di cassa cisa ed è quella di abbassa-
andarsene integrazione. re il salario ai dipendenti,
sia agli apprendisti sia a
quelli assunti da tempo”.
I MEDIA TEDESCHI uella con la Marcega-
“IN GERMANIA MENO SENSIBILITÀ
Qle glia, però, è solo una del-
tante difficoltà che la
A QUESTE TRAGEDIE” Fiom deve affrontare. Sta-
mattina, infatti, ci sarà l'in-
“I ncomprensibile e inaccettabile”: i media
tedeschi riportano il commento dei vertici
della ThyssenKrupp alla sentenza di Torino, ma non
contro sulla ex Bertone tra
l'ad della Fiat e i segretari
confederali, Bonanni, An-
prendono posizione. Giornali e tv si limitano alla geletti e Camusso che, a sua
cronaca, riferendo i capi d’imputazione per l’ad volta, sarà accompagnata
Espenhahn e i suoi collaboratori e sottolineano la dal segretario della Fiom,
novità che la sentenza per l’Italia. Particolarmente Landini. “È la prima volta
neutri i commenti dei giornali economici: il che le sigle confederali e di
Financial Times Deutschland si limita a una spoglia categoria incontrano Mar-
cronaca, lo Handelsblatt, organo della chionne tutte insieme” di-
Confindustria tedesca, aggiunge solo un vago ce Giorgio Airaudo che del-
riferimento a un certo “risentimento anti-tedesco” la Fiom è il responsabile Au-
che la vicenda avrebbe suscitato in Italia. L’unico to il quale, mettendo le ma-
giudizio articolato è sul quotidiano di sinistra TAZ, ni avanti, esclude differen-
che nota come “a differenza che in Germania in ze di opinione tra la Fiom e
Italia c’è una forte sensibilità sugli incidenti sul la Cgil che pure, nel rap-
lavoro”, testimoniata anche dal presidente della porto con la Fiat, non si
Repubblica. Anche se – si sottolinea – questa muovono unitariamente.
sensibilità fino ad ora non aveva trovato Ieri la Fiom ha depositato il
conseguenze processuali. Paolo Soldini ricorso contro le New.Co
che violerebbero l'articolo
2112 del codice civile. “Si
chiede al giudice di ricono-

Saras, i Moratti silurano il capo della raffineria scere che il passaggio da

E PER LA STRAGE DEL 2009 IL PM DI CAGLIARI CHIEDE LA PENA PIÙ ALTA PER IL DIRETTORE GENERALE SCAFFARDI
di Giorgio Meletti
l direttore della raffineria Saras di
IstatoSarroch, in provincia di Cagliari, è
rimosso dall’incarico. Al suo po-
sto i fratelli Gian Marco e Massimo Mo-
ratti, proprietari dell’azienda, hanno
designato un altro manager della Sa-
ras, Francesco Marini. La notizia non è
stata comunicata ufficialmente dalla
Saras ma viene confermata ufficiosa-
mente da fonti interne qualificate.
Grosso è stato sacrificato dopo il nuo-
vo incidente mortale che una settima-
na fa è costato la vita allo studente ca-
tanese Pierpaolo Pulvirenti, finito a la-
vorare in raffineria con un contrattino
da venti giorni con il quale puntava a
pagarsi le vacanze estive.
Grosso era già direttore dell’impianto,
la maggiore raffineria del Mediterra-
neo, il 26 maggio del 2009, quando un
incidente analogo a quello della scor-
sa settimana era costato la vita a tre
operai, Luigi Solinas di 27 anni, Danie-
le Melis di 29 e Bruno Muntoni di 58.
Proprio ieri il pubblico ministero
Emanuele Secci ha svolto la sua requi-
sitoria nel processo per quell’inciden-
te e ha chiesto per Grosso la condanna
a due anni e quattro mesi per omicidio
colposo plurimo. Lo stesso Secci, ti-
tolare dell’inchiesta per la morte di
Pulvirenti, ha già iscritto Grosso nel
registro degli indagati.
Se dunque la vicenda personale di
Grosso si fa complicata, con il secon-
do procedimento per omicidio in due
anni accompagnato dalla decisione
dei Moratti di scaricarlo, la requisito-
ria finale di Secci ha mostrato ieri che
per la stessa Saras le cose si fanno dif-
ficili. La pena più alta, infatti, non è sta-
ta chiesta per Grosso, ma per il diret-
tore generale dell’azienda, Dario Scaf-
fardi, il più alto in grado dopo il pre-
sidente Gian Marco Moratti e l’ammi-
nistratore delegato Massimo Moratti.
I tre operai lavoravano per la Comesa,
una ditta appaltatrice dei lavori di ma-
nutenzione della raffineria. Solinas
entrò in una cisterna che doveva pu-
lire che risultò, contrariamente alle
previsioni saturata con l’azoto puro.
Da qui la morte istantanea del ragazzo.
Muntoni e Melis persero la vita per
cercare di soccorrere il giovane com-
pagno, infilandosi nella stessa cister-
na senza immaginare che potesse es-
sere piena di azoto, gas inodore e in-
colore, ma micidiale in assenza di os-
sigeno. Secondo l’accusa della procu-
ra di Cagliari, basata sulla perizia tec-
nica dell’ingegnere Salvatore Giani-
no, lo stesso che Secci ha incaricato di
studiare il nuovo incidente, la morte
dei tre operai è da ricondurre alla or-
ganizzazione generale del lavoro in
raffineria, finalizzata al risparmio di
tempo e denaro nei lavori di manuten-
zione periodica.
Secci ha quindi chiesto per il più alto
in grado degli imputati, Scaffardi, e
per il direttore dell’asset management,
Antioco Mario Gregu, la pena di due
anni e otto mesi, due anni e quattro
mesi per Grosso e due anni e due mesi
per il dirigente responsabile dell’area
dove avvenne l’incidente, Antonello
Atzori. Un anno è stato chiesto per il
legale rappresentante della Comesa
Francesco Ledda. Il mese prossimo il
processo si concluderà con le arrin-
ghe difensive e con la sentenza del giu-
dice per l’udienza preliminare: gli im-
putati hanno infatti chiesto il rito ab-
breviato a porte chiuse. Le famiglie
delle vittime sono uscite dal processo
dopo aver ricevuto dalla Saras un ri-
sarcimento complessivo di circa 5 mi-
lioni di euro. Uniche parti civili: la
Fiom e la Cgil regionali.
Per quanto riguarda la responsabilità
dell’azienda in quanto tale, prevista
dalla legge 231, Secci ha chiesto che la
Saras venga condannata a una multa di
800 mila euro, equivalente allo 0,01
per cento del fatturato Saras 2010. In
confronto alla sentenza Thyssen
Krupp la Saras sembra cavarsela con
danni molto minori. Ma dopo l’inci-
dente di martedì scorso si profila una
nuova difficile storia processuale, ca-
ratterizzata dalla serialità delle morti
in raffineria.
Fiat Group a Fabbrica Italia
Pomigliano si identifica co-
me un trasferimento di un
ramo di azienda che obbli-
ga a mantenere il contratto
nazionale vigente, compre-
si gli accordi interconfede-
rali di categoria sulle Rsu”
ha spiegato l'avvocato del-
la Fiom, Elena Poli. Ma sul-
l'iniziativa è caduto il gelo
della Cgil: “Ci riserviamo di
avere un'opinione” ha di-
chiarato infatti Susanna Ca-
musso. “Abbiamo detto
lungamente e in tempi non
sospetti – ha aggiunto il se-
gretario della Cgil – che le
cose che riguardano tutti si
decidono tutti insieme”.
Intanto, la Fiom ha vinto ie-
ri il primo dei ricorsi pre-
sentati per pretendere l'e-
sigibilità del contratto dei
metalmeccanici del 2008.
È successo a Torino, alla
Bulloneria Barge di Borga-
ro con 86 dipendenti. É la
prima sentenza, ma ci sono
alcune centinaia di cause
intraprese in tutto il Paese
dopo la disdetta del con-
tratto da parte di Feder-
meccanica.
Sal. Can.
Martedì 19 aprile 2011 pagina 11

ECONOMIA

PARMALAT
ASSOLTE TUTTE
LE BANCHE
Niente aggiotaggio, la Procura
voleva il sequestro di 120 milioni Gli avvocati degli istituti di credito festeggiano dopo la sentenza del Tribunale di Milano (FOTO EMBLEMA)

di Giovanna Lantini 120 milioni, ritenendola la som- piuttosto complesso da provare cienti per dimostrare la respon- strativa di 500mila euro e una posizioni degli imputati si sareb-
Milano ma degli importi lucrati negli ul- e ancor di più lo è il concorso sabilità” di alcuni degli imputati. confisca di 1 milione. bero comunque chiuse nel giro
timi anni della Parmalat di Tanzi. esterno. Ferma, in ogni caso, la convin- di qualche settimana. Ancora
aggiotaggio su Parmalat Una richiesta record che si col- Lo sa bene la stessa Procura che zione che “era una indagine do- RICORSI O MENO, però, su

L’
non fu fatto in banca. Lo
ha deciso ieri il Tribunale
di Milano che ha respinto
le accuse della Procura assol-
vendo i quattro istituti di credi-
to stranieri imputati nel filone
del processo sul crac di Collec-
chio riguardante il reato che
contempla, tra l’altro, la diffu-
sione di notizie false per provo-
care una sensibile alterazione
del prezzo di strumenti finanzia-
ri. E che, a questo punto, ricade
solo sulle spalle dell'ex re del lat-
te Calisto Tanzi e dei suoi mana-
ger Giovanni Bonici e Luciano
Silingardi. Per lo stesso capo
d'imputazione, infatti, l'ex pa-
tron di Collecchio è già stato
condannato in primo e secondo
grado e attende per il 2 maggio il
giudizio della Cassazione.
QUANTO ALLE BANCHE
coinvolte, Deutsche Bank, Citi-
group, Bank of America e Mor-
gan Stanley, accusate di aggio-
taggio in base alle legge 231 sulla
responsabilità aziendale, sono
state assolte perché il fatto non
sussiste. Assolti anche tutti i fun-
zionari degli istituti di credito:
Paolo Basso e Carlo Pagliani di
Morgan Stanley; Tommaso Zi-
bordi e Marco Pracca di Deut-
sche e Paolo Botta di Citigroup,
in parte perché il fatto non sus-
siste e in parte perché il fatto non
costituisce reato. Sono svanite
così le già scarne speranze dei
piccoli risparmiatori che non
avevano aderito alle transazioni
in attesa di una condanna esem-
plare per gli istituti di credito. La
Procura aveva chiesto per le ban-
che sanzioni complessive per
3,6 milioni e confische per circa
lega al fatto che secondo il pro-
curatore aggiunto di Milano
Francesco Greco, quello che si è
chiuso ieri era “il più importante
del settore perché il rapporto tra
le banche, il mercato e gli utenti
è al centro della crisi economi-
ca”.
NELLA SUA requisitoria di di-
cembre il magistrato aveva infat-
ti sottolineato che “il cuore del
caso di Collecchio è questo pro-
cesso, poiché tutto quello che è
accaduto si è concentrato nel
triangolo Parmalat-banche-mer-
cato anticipando i tempi, e ha fat-
to capire come funzionava l'eco-
nomia finanziaria”. Il riferimen-
to era a “comunicati con false co-
municazioni al mercato scritti a
quattro mani con le banche”
emessi a 8 mesi dal crac del grup-
po che dichiarava utili, ma aveva
continuamente bisogno di soldi
e le banche “come supermercati
o commercianti proponevano
prodotti che poi il mercato fi-
nanziava. Ma per vendere era
centrale l'informazione”.
Tuttavia l'aggiotaggio è un reato
Nessuna
speranza per
i risparmiatori
che avevano
rifiutato
le transazioni
con gli istituti
tutto da scrivere, invece, il capi-
ora sta valutando se ricorrere in verosa”. questo fronte il capitolo è chiuso tolo bancarotta fraudolenta: i
appello e, in attesa di conoscere Anche se poi si è ricordato che in per i risparmiatori che non ave- procedimenti su questo filone
le motivazioni della sentenza, tra precedenza sia Nextra che Ubs vano accettato le proposte di che vedono coinvolte le banche
il tripudio generale delle banche con alcuni loro manager aveva- transazione con le banche, dato sono ancora alle battute iniziali e
ha osservato di “non essere forse no accettato di patteggiare, cia- che il reato di aggiotaggio ha dei per la prescrizione ci sono alme-
riusciti a trovare elementi suffi- scuna con una sanzione ammini- tempi di prescrizione brevi e le no cinque anni di tempo.
CROLLANO LE BORSE L’agenzia di rating S&P
avverte: “Dubbi sul debito degli Stati Uniti”
a tempesta perfetta si è abbattuta ie- tinata. In forte ribasso banche e assi- luta Usa, ha sfiorato il livello record di
Lprincipali
ri sulle Borse mondiali, con tutti i
listini, da Wall Street a Lon-
curazioni, le prime più delle seconde.
La seduta si era messa male sin dalle
1.500 dollari l'oncia. In sostanza è la
tenuta dell’economia globale a preoc-
dra, da Francoforte fino a Milano, som- prime battute, segnate dai nuovi timo- cupare gli investitori. Debito pubblico
mersi dalle vendite che si sono con- ri degli investitori sul debito greco. in aumento da una parte e dall’altra
centrate sui titoli finanziari. A innesca- Senza contare che da giorni ormai sui dell’Atlantico. E poi le tensioni infla-
re l'uragano è stata la società di rating mercati circolano ipotesi di un pros- zionistiche innescate anche dalla cre-
Standard & Poor's, che ha declassato sima ulteriore manovra al rialzo sui tas- scita dei prezzi delle materie prime,
da stabile a negativo il giudizio sul de- si da parte della Banca centrale euro- come segnalato proprio domenica
bito pubblico americano. La bocciatu- pea, mentre la vittoria della destra xe- scorsa dal governatore della Banca d’I-
ra di S&P nei confronti dell'economia nofoba alle elezioni in Finlandia fa pre- talia, Mario Draghi. E se i tassi salgono
più importante del pianeta non ha pre- vedere nuove tensioni politiche tra i spingendo al ribasso le quotazioni dei
cedenti. C’è una possibilità su tre che governi Ue per gestire eventuali nuovi titoli pubblici, le banche, e in seconda
nell'arco dei prossimi due anni il voto salvataggi di paesi superindebitati, a battuta le assicurazioni, sono le prime
sui titoli emessi dal governo Usa possa cominciare dal Portogallo. a subirne le conseguenze in bilancio.
essere rivisto al ribasso rispetto all'at- Ecco, quindi il bollettino di una gior- Si spiega così l’ondata di vendite che
tuale tripla A. Questa in breve la po- nata nata male e finita peggio: Franco- ieri ha colpito i titoli dei principali isti-
sizione dell’agenzia di rating, che evi- forte in calo del 2,11, così come Lon- tuti. In Europa sono crollati colossi co-
dentemente nutre seri dubbi sul fatto dra, meno 2,10 e Parigi, giù del 2,35. La me Axa, Credit Agricole, Dexia: tutti
che il presidente Barack Obama e l'op-
posizione repubblicana (maggiorita-
maglia nera spetta a Milano dove il ri-
basso ha sfiorato il 3 per cento (meno
giù del 4 per cento e oltre. A Milano ha
ingranato la marcia indietro l’intero
ria al Congresso) riescano in breve a
trovare un accordo sui tagli al gigan-
2,96 il dato di chiusura). Grande agi-
tazione anche sul mercato delle valute.
comparto del credito. Peggio di tutti
ha fatto il Banco Popolare in ribasso
tesco deficit statunitense.
La Casa Bianca ha reagito definendo
Se l'euro se la passa male per via dei
timori sul debito dei paesi Ue (ieri i tas-
del 4,81 per cento, la Popolare Milano
(meno 4,53), Monte dei Paschi (meno
un “giudizio politico” l'analisi di Stan- si sui titoli greci hanno raggiunto il re- 4,31) e Intesa (meno 4,17). Pessima
dard & Poor’s. I mercati però non si cord dell'14 per cento), anche il dol- giornata anche per i big delle polizze
sono lasciati sfuggire l'occasione di laro subisce l'effetto S&P. Agli investi- come Mediolanum, in calo del 4,20, e
speculare al ribasso. Wall Street ha tori allora non resta che puntare sui be- anche le Generali, che hanno chiuso la
aperto in negativo e i listini europei ni rifugio. Non per niente ieri l'oro, giornata in ribasso del 3,97 per cento.
hanno ampliato le perdite della mat- complice anche la debolezza della va- Vittorio Malagutti

La Nutella perde l’erede, muore Pietro Ferrero

L’AMMINISTRATORE DELEGATO DEL GRUPPO, IN SUD AFRICA PER LAVORO, UCCISO DA UN INFARTO MENTRE ANDAVA IN BICICLETTA
è qualcosa di beffardo nella fine
C’ di Pietro Ferrero, che si prepa-
rava a ereditare dal padre ottante-
cinquenne non solo l’impero della
Nutella ma anche un proverbiale
culto per la riservatezza. E’ morto
ieri in Sudafrica, vicino a Johanne-
sburg, a soli 48 anni, durante uno
dei suoi consueti allenamenti in bi-
cicletta, la sua grande passione.
Forse l’ha stroncato un infarto, for-
se è stato un malore a farlo cadere
con conseguenze letali. E adesso
tutti sapranno chi era, la sua storia
e, soprattutto, che era l’uomo più
ricco d’Italia.
Proprio l’ultima classifica dei Pape-
roni del mondo, compilata annual-
mente dalla rivista americana For-
bes, aveva assegnato pochi giorni fa
ai Ferrero il primo posto in Italia,
dopo il sorpasso su Silvio Berlusco-
ni.
Eppure l’immagine di Pietro Ferre-
ro era del tutto opposta ai luoghi co-
muni degli imprenditori “figli di”.
C’è un fotogramma datato 11 no-
vembre 1994 che ci restituisce il
volto di una dinastia industriale as-
solutamente unica ed eccentrica
nella storia del capitalismo italiano. maggior successo industriale dell’I- Non a caso la Ferrero è uno dei po- locale con quella globale. In questo
La città di Alba, in Piemonte, è de-
vastata da un’alluvione terrificante.
talia del Dopoguerra. Partendo dal-
la piccola pasticceria torinese del
chissimi giganti dell’industria mon-
diale a non aver mai avuto bisogno
è esemplare la storia di Pietro. Ave-
va 11 anni quando a Torino, dove la
Lo stabilimento della Ferrero è de- fondatore, Pietro, il padre di Miche- di quotarsi in Borsa. I capitali per famiglia viveva, il 23 gennaio 1975
vastato. Pietro, 31 anni, viene man- le, i Ferrero hanno costruito anno crescere li ha sempre trovati nei fu rapito un suo compagno di scuo-
dato dal padre a parlare agli operai. dopo anno una multinazionale del- profitti prodotti anno per anno, la, Pietro Garis. Il padre Michele si
Parla con la sicurezza del condot- la cioccolata basandosi esclusiva- grazie alle geniali invenzioni di Mi- spaventò, capendo che anche Pie-
tiero. “La nostra forza è il rispetto mente su un pilastro: la ricerca. Ri- chele Ferrero: dalla Nutella, datata tro e Giovanni potevano essere ber-
reciproco. Questa fabbrica la rico- cerca sul prodotto. Ricerca sul pro- 1964, al Pocket Coffee, basato su sagli dell’Anonima sequestri. Nel
struiremo insieme. Qui ad Alba”. cesso. E senza mai lasciarsi distrar- una macchina progettata in casa giro di due mesi caricò la famiglia su
Era accaduta una cosa impensabile: re da altre ambizioni note a tutti i per iniettare il caffè caldo dentro un aereo e trasferì la residenza a
gli operai della Ferrero era andati loro colleghi: intrecci con la poli- un guscio di cioccolata senza scio- Bruxelles. Non si dimenticò però di
spontaneamente in stabilimento tica per allargarsi agli affari facili, sa- glierla. Dalle mentine Tic Tac, suc- ordinare all’autista di seguirli in
ad asciugare, pulire, rimettere in se- lotti finanziari, incentivi pubblici. cessone negli Stati Uniti, ai ciocco- macchina per portare in Belgio una
sto. A ricostruire latini Mon Cheri che nuona scorta di vino delle Langhe.
la loro fabbrica, vanno fortissimo in Pietro Ferrero, cresciuto a Bruxel-
che ripartì in due
settimane. In nes-
Imprenditore Germania. Fino al-
l’ultimo nato, il gela-
les, viveva però prevalentemente
ad Alba con la moglie Luisa Strumia
sun’altra azienda
della zona accad-
schivo, lontano to Grand Soleil che
può essere trasporta-
e i tre figli. Perché lì in Piemonte era
ancora il cuore pulsante dell’azien-
de qualcosa di si-
mile.
dalla politica, ha to e immagazzinato
fuori dei frigoriferi.
da, la ricerca, lo sviluppo dei nuovi
prodotti, il personale qualificato e
Pietro, classe ‘63, La Ferrero non ha mai innamorato del proprio lavoro. Lo-
insieme al fratello tenuto l’azienda smesso di correre, cale e globale: a Johannesburg Pie-
Giovanni, di un oggi fattura in tutto il tro Ferrero era andato con il padre,
anno più piccolo, lontana dalla mondo oltre 6 miliar- ancora attivissimo, e con una tren-
aveva imparato di di euro, e un altro tina di collaboratori, per perfezio-
dal padre Michele Borsa puntando dei suoi segreti è la nare il progetto di un nuovo stabi-
il segreto su cui è capacità di tenere in- limento in Sudafrica.
stato costruito il sulla ricerca sieme la dimensione (G. Me.)
pagina 12 Martedì 19 aprile 2011

DAL MONDO

N
Vik, il lungo addio NIGERIA

A
Scontri elettorali:
dieci vittime
lmeno dieci

alla “vittima
persone sono morte
nelle violente rivolte
scoppiate nel nord della
Nigeria, a prevalenza
musulmana, dopo le
notizie sulla vittoria
elettorale del presidente

della disumanità”
uscente Jonathan
Goodluck. A protestare
sono i sostenitori del
generale Muhammadu
Buhari, di fede
La bara di Vittorio Arrigoni trasportata attraverso Gaza (FOTO ANSA) musulmana.

DA GAZA ALL’ITALIA, ATTRAVERSO L’EGITTO

di Roberta Zunini entro le 3 miglia, dove il pesce è volta era entrato a Gaza proprio a scia ieri ha postato sul sito del mi- della situazione di questa prigio-
più inquinato, visto che Gaza bordo di una barca della flottilla nistero degli interni le foto dei 3 ne a cielo aperto”.
e l’etimo di utopia significa

S
“non luogo”, Vittorio Arri-
goni, che amava firmarsi
Vik Utopia, un posto per
esercitarla l’aveva trovato: la
Striscia di Gaza. Ieri però l’ha
dovuta lasciare, per sempre.
Dopo tre anni, quasi ininterrot-
ti, di lotte pacifiche per aiutare
gli abitanti più poveri della Stri-
scia, il giovane militante pacifi-
sta dell’International Solidarity
Movement - ucciso giovedì da
una cellula di terroristi salafiti - è
stato salutato per l’ultima volta
dai suoi compagni di utopia e da
molti palestinesi che lo avevano
conosciuto e apprezzato. Ad ap-
plaudire l’umile bara di com-
pensato avvolta in una bandiera
palestinese e in una italiana, alla
sua uscita dall’obitorio di Kyfa,
c’erano i pescatori e i contadini
che tante volte Arrigoni aveva
accompagnato al lavoro, facen-
do loro da scudo umano.
DAL 2007, LA STRISCIA è
sottoposta da Israele a un duro
embargo e i suoi abitanti sono
messi sotto pressione da forti
restrizioni di movimento. I pe-
scatori possono pescare solo
non ha un sistema fognario mo-
derno e nemmeno depuratori.
Centinaia di contadini si sono
visti bloccare l’ingresso ai cam-
pi per la creazione, effettuata
unilateralmente da Israele, di
un corridoio di sicurezza, lungo
il confine orientale. Questa
“buffer zone” costituita solo sulla
parte di territorio appartenen-
te all’amministrazione palesti-
nese, è sorvegliata 24 ore su 24
dalle forze di sicurezza israelia-
ne. Molti contadini sono stati
gambizzati e alcuni sono stati
uccisi per essere andati comun-
que a coltivare i propri campi.
“A gridare slogan di ringrazia-
mento per quanto Vittorio Arri-
goni aveva fatto per raccontare i
problemi dell’embargo, c’erano
però anche molte donne velate
che avevano conosciuto Vik
quando faceva giocare i loro figli
- dice Safwat Kalhout, producer
di Al Jazeera, che conosceva bene
il volontario lecchese -, l’avevo
visto tante volte mentre li faceva
divertire con gli aquiloni sulla
spiaggia”.
Ora davanti al porto di Gaza City
c’è una tenda funebre che lo ri-
corda. Perché Arrigoni, la prima
che a maggio proverà ancora
una volta a rompere l’assedio: si
chiamerà “Stay Human”, restia-
mo umani, il motto con cui Ar-
rigoni chiudeva le sue corri-
spondenze durante l’Operazio-
ne Piombo Fuso, nel gennaio
2009.
LA SUA SALMA invece è
uscita attraverso il valico egi-
ziano di Rafah, come voleva la
famiglia, dopo una commemo-
razione pubblica tenuta anche
dal vice ministro degli Esteri di
Hamas.
Il movimento che governa la Stri-
Migliaia di
persone al
passaggio del
feretro del
volontario
pacifista da 3
anni nella Striscia
terroritsti salafiti, tra cui un gior-
dano, per coinvolgere nella loro
ricerca tutta la popolazione.
Due membri del commando
estremista sono in carcere già da
tre giorni.
Anche il prete cattolico dell’uni-
ca parrocchia di Gaza ha bene-
detto il feretro prima che venisse
messo su un’ambulanza per pas-
sare il confine. “Era un ragazzo
che si batteva per gli ultimi, non
ha mai usato la violenza, perché
la detestava - ha detto il sacerdo-
te - È venuto a trovarci in occa-
sione delle feste natalizie e abbia-
mo parlato del peggioramento
Ad accompagnare la salma, c’e-
ra la fidanzata di Arrigoni, arri-
vata a Gaza l’altro ieri. Oggi sarà
aperta la camera ardente presso
l’ospedale italiano del Cairo. La AFGHANISTAN
salma dovrebbe poi arrivare in
Italia mercoledì sera. Ci sarà La Russa:
uno scalo a Fiumicino dove ver- via dal 2012
rà accolta da un gruppo di amici
che arriverà da ogni parte del
paese. Si sono dati appunta-
mento dalla pagina di Facebook
“D al 2012
dovremmo
lentamente decrescere il
su cui Arrigoni caricava i suoi vi- numero dei militari
deo e il suo diario e che è stata italiani impegnati in
affidata a un suo collega dell’I- Afghanistan e, se i
sm per continuare a informare risultati ci saranno, nel
sulla vita a Gaza. 2014 possiamo
immaginare che non vi
sia più una fase
combattente da parte dei
nostri soldati''. Lo ha
detto il ministro della
Difesa, Ignazio La Russa,
al termine del colloquio
con il capo del
Pentagono, Robert
Gates.
RUSSIA
“Porte aperte
agli immigrati”

TESTIMONE A MISURATA
L a Russia, secondo
Paese al mondo per
numero di immigrati
dopo gli Usa, potrebbe

“HO CURATO INTERE FAMIGLIE andare controcorrente

abolendo le quote e il
permesso di soggiorno

COLPITE DAI CECCHINI DI GHEDDAFI” provvisorio. Le due

proposte, definite
“rivoluzionarie” dalla
stampa, sono state
di Francesca Cicardi rio, aiutano a capire come è la Due feriti all’ospedale presentate da
Il Cairo vita – o la morte - a Misurata, di Misurata (FOTO ANSA) Konstantin
dove scarseggiano cibo e ac- Romodanovski, capo del
servizio federale russo
Ihalnaaiutato
dottor Hamza Imad è appe-
tornato da Misurata, dove
le vittime dei bom-
qua e la luce elettrica è ormai
quasi un ricordo. La città è di-
visa in due, spiega Imad, men-
ribelli, che mantengono il con-
trollo delle zone intorno al por-
ve è possibile trovare aperto
solo qualche panificio. Gli sfol-
sto nessuno osa uscire di casa,
nessuno può muoversi, tranne i
per l’immigrazione,
nella sua bozza per la
bardamenti di Gheddafi e ha tre disegna con mano treman- to. “Quando arrivarono le lati alloggiano dai loro vicini, combattenti. “Quando in ospe- politica statale in
raccolto informazioni sulla si- te una mappa approssimativa truppe di Gheddafi, la gente cercando riparo dai razzi che dale riceviamo una famiglia materia dal 2012 al 2025.
tuazione della città assediata. della terza città della Libia: le fuggì il più lontano possibile non smettono di piovere nelle con tutti i suoi membri feriti da Una svolta che appare
Le poche testimonianze che truppe governative occupano dai combattimenti, verso le zo- strade e sulle case, molte delle arma da fuoco, sappiamo che è necessaria per attrarre
arrivano dalla città, come quel- i quartieri esterni, circondan- ne in mano ai rivoltosi”, dove quali danneggiate o distrutte. opera dei cecchini. Probabil- nuovi migranti e salvare
la del giovane medico volonta- do e asfissiando sempre più i le strade sono ora deserte e do- Altri si affollano nel campo ri- mente stavano cercando di un Paese a corto di
fugiati vicino al molo, la mag- scappare dall’altra parte della manodopera qualificata
gior parte di loro sono lavora- città”, spiega il medico, che è e in continuo calo
tori immigrati che aspettano di una delle tante voci che, sem- demografico.
Vizi privati e pubblici essere evacuati: il mare è l’uni- pre più forti e numerose, assi-
ca porta a Misurata dalla quale, curano che la maggior parte UNGHERIA
Le donne italiane? ‘Prosciutto’ i suoi 300.000 abitanti, ricevo-
no i pochi rifornimenti e aiuti
delle vittime a Misurata sono ci-
vili. Feriti dalle pallottole, dalle Approvata
Lo stantio machismo di Mr B umanitari. L’accesso via terra è
“assolutamente impossibile”.
esplosioni e dalle schegge dei
razzi, e alcuni di loro sono bru-
la Costituzione
LE DONNE ITALIANE? “Trattate come
‘prosciutto’ ”, in italiano nel titolo.
prova la pazienza delle donne lealiste”) e
del Telegraph, sull’iniziativa di un gruppo di
“I RIFUGIATI che sono nei
quartieri ribelli, non sanno se i
ciati: “hanno la pelle abbrusto-
lita. Sono le stesse ferite che ho
visto a Gaza nella guerra del
C on 262 voti a favore,
44contrari e una
astensione, è stata
Newsweek torna ad affrontare il tema delle attiviste di Arcidonna che chiedono un loro parenti dall’altra parte so- 2009”, quando Israele usò armi approvata in Ungheria la
donne che sfidano gli stereotipi di Mr B, in risarcimento al premier. no vivi. Sappiamo solo che ci proibite contro gli abitanti del- nuova Costituzione
un articolo dal titolo e dal sommario molto E c’è chi allarga lo sguardo oltre le donne e sono moltissime persone la striscia. “Non posso assicu- ultraconservatrice. Il
espliciti: “Il comportamento da maiale di l’Italia. Giorni fa, Time, principale scomparse, probabilmente se- rarlo, perché non sono un testo fa ampio
Berlusconi è l'ultima goccia per le donne concorrente di Newsweek, misurava, in un questrate, forse ferite, forse esperto, ma Gheddafi potreb- riferimento a Dio e al
italiane, che promettono di porre termine sondaggio ‘fai-da-te’, l’influenza dei leader: morte”, dice il dottor Imad. Im- be avere usato bombe al fosfo- Cristianesimo come
alla cultura d’uno stantio machismo”. Sotto Berlusconi ne usciva male, una maggioranza possibile sapere cosa succede ro”. "elementi unificanti"
una foto d’Anna Magnani, una delle tante lo giudica ininfluente. E chi segue le in quella metà buia della città Con la città al centro dell’atten- della nazione
donne italiane impossibili da trattare come cronache italiane capisce bene il titolo di sotto il controllo di Gheddafi. zione internazionale, il pre- tradizionale.
‘prosciutto’, la rivista afferma che “le donne Newsweek e il sondaggio di Time: l’ultima Nel mezzo, si trova la strada mier “ribelle”, Mustafa Abdel L’opposizione ha
italiane non ridono più delle battute” del raffica di gag riprese dalla stampa estera Ta-miin - ironicamente chiama- Jalil, arriva oggi a Roma per in- invitato i cittadini a
premier e cita il crollo della popolarità di comprende una battuta su gay e lesbiche e ta “dell’assicurazione” -, dove contrarsi con il ministro degli manifestare contro il
Mr B nei sondaggi (dal 48 al 27% di la previsione di vivere fino a 120 anni. Il sono appostati i cecchini. Rac- Esteri Frattini, il presidente del “putsch costituzionale”
sostegno femminile, “un minimo storico”). tutto – ovvio - intriso d’attacchi alla conta Imad: “Dai tetti dei con- Consiglio e il Presidente della voluto dal loro
Il settimanale americano incalza recenti magistratura e alla scuola pubblica. domini più alti e sparano in tut- Repubblica. Al centro dei col- principale nemico
servizi della Bbc (“Berlusconi mette alla G. G. te le direzioni, contro tutti, in- loqui maggiori aiuti, anche bel- politico, il primo
discriminatamente”. Per que- lici, alla rivoluzione di Bengasi. ministro Viktor Orban.
Martedì 19 aprile 2011
di Giampiero Gramaglia
Bruxelles
n un’Europa incapace
I
di coraggio e di solida-
rietà, dove prevale la
paura e l’egoismo, le
elezioni politiche finlandesi
calano un’altra ipoteca eu-
ro-scettica: vincono i con-
servatori (44 seggi, poco ol-
tre il 20% dei voti) davanti al
socialdemocratici (42 seg-
gi, un soffio sopra il 19%),
ma il botto lo fa il partito
populista e nazionalista dei
Veri Finlandesi, da 5 a 39
seggi e dal 4 al 19%.
I centristi, che erano il prin-
cipale partito, con 51 seggi
e il 23% dei voti, crollano a
35 seggi e sotto il 16%: la
premier uscente Mari Kivi-
niemi si sarà anche meritata
uno sguardo sottecchi di Sil-
vio Berlusconi all’ultimo
Vertice europeo, ma non ha
riconquistato la fiducia dei
suoi cittadini.
Di tutti i partiti presenti in
Parlamento, solo gli eu-
ro-scettici avanzano: tutti
gli altri perdono consensi e
seggi.
Si allarga, dunque, nell’U-
nione quello che Les Echos
chiama “il contagio del po-
pulismo”, un morbo che “si
nutre del rigetto dei leader
e delle paure della globaliz-
zazione, dell'immigrazione,
d’un islam sempre più visi-
bile”.
Dopo l’Olanda, dove gli xe-
nofobi condizionano una
coalizione di minoranza
con l’appoggio esterno, e il
Belgio, dove i nazionalisti
fiamminghi frenano da ol-
tre 300 giorni i negoziati
per un governo, tocca ai
Paesi Nordici, finora rocca-
forte di una democrazia so-
ciale e solidale: un’incre-
spatura in Svezia, un’ondata
in Finlandia, uno dei Paesi
dell’euro, che, adesso, po-
trebbe rimettere in discus-
sione i salvataggi finanziari
di Grecia, Irlanda, Portogal-
lo.
LE ISTITUZIONI UE
ostentano fiducia che gli im-
pegni saranno mantenuti,
ma scricchiolii vengono da
Italia e Francia, dove Lega e
Fronte nazionale già condi-
zionano i giochi politici e le
scelte dei governi.
In Finlandia, il successo dei
populisti ha radici nel mal-
contento per l’impatto della
crisi, che tocca un simbolo
del Paese come la Nokia e
colpisce occupazione e pen-
sioni.
Il leader dei Veri Finlandesi
Timo Soini, un tipo corpu-
lento, dotato di carisma, giu-
dica il voto “un referendum
contro la politica europea”
centrista e si aspetta un in-
vito alle trattative per il nuo-
vo governo, che - vista la
frammentazione dei suffragi
- dovrà essere una variegata
coalizione: nessuna alleanza
di due partiti s’avvicina nep-
pure alla metà dei 200 seg-
gi.
Il leader conservatore Jirki
Katainen avrà l'incarico di
formare il nuovo esecutivo e
potrebbe sondare Soini su
un'alleanza, a patto che ab-
bassi i toni e anti-europeisti
e anti-immigrazione.
“VERI FINLANDESI” XENOFOBI E VINCENTI
LA LEGA FA PROSELITI IN EUROPA
Il partito anti-immigrati peserà nel nuovo governo e nella Ue
Molto dipenderà pure dai
socialdemocratici, estro-
messi dal governo dal 2007 e
guidati da Jutta Urpilainen,
leader dall'immagine comu-
nicativa e aperta. Il partito è
fortemente europeista, ma è
contrario al salvatag-
gio del Portogallo. Raul Castro con
Non è neppure esclu- Ramiro Valdes e,
sa una riconferma nei tondi, Ramon
dell'alleanza con i Machado e Fìdel
centristi. (F L P
OTO
A Bruxelles, c’è chi In alto, Timo Soini
celebra l'avanzata dei (F
Veri Finlandesi, che,
nel Parlamento europeo,
fanno gruppo con gli ‘eu-
ro-scettici’, dove spiccano i
leghisti. Mario Borghezio
parla di “marcia trionfale dei
movimenti vicini” alla Lega,
Mara Bizzotto saluta “un'al-
tra picconata a questa Ue ob-
A Bruxelles
si prende
sempre più
seriamente
l’avanzata del
fronte razzista
continentale
soleta e squinternata”.
La svedese Cecilia Mal-
mström, commissaria all’Im-
migrazione, vede, invece,
accendersi una spia di peri-
colo: per fermare l'ondata
‘euro-scettica’ “mancano in
Europa leadership e solida-
rietà”: i populisti “sfruttano
la paura degli immigrati” e
dimenticano che l’Ue “ha bi-
sogno di manodopera".
Nozze reali: meno sogni, molto reality
SEMPRE PIÙ POP LE TESTE CORONATE D’EUROPA. E I MATRIMONI COMBINATI DURAVANO DI PIÙ
di Ludina Barzini
l 29 aprile, con il matrimonio tra
Icipel’erede al trono d’Inghilterra prin-
William e Kate Middleton, si al-
lunga la lista delle unioni - solo - in
parte reali. Gli eredi al trono sono so-
prattutto maschi, e le future regine
sono delle belle ragazze moderne
che non hanno titoli nobiliari, alle
quali è stato insegnato l’arduo com-
pito di rappresentanza e l’etichetta,
le regole nel vestire e il protocollo di
corte che devono osservare. Lady
Diana infatti si era ribellata e non ha
retto alla pressione: anelava di vivere
una vita normale e la cercava senza
trovarla.
L’elenco delle ragazze senza titoli di-
ventate altezze reali è ormai lungo e
Dalla Spagna
al Belgio,
dalla Norvegia
alla Gran
Bretagna,
sangue poco
monarchico
pagina 13
DAL MONDO
nato a capo della diplo-
mazia appena 34en-
ne, dopo essere sta-
to il fidatissimo se-
gretario personale
di Fidel. Con gli an-
ni, il suo nome ri-
correva sempre
più spesso nei pro-
nostici su un fanto-
matico “ricambio gene-
razionale” ai vertici del re-
)
A RESSE gime. Ma la sua stella si
è spenta due anni fa,
A )
OTO NSA quando è stato co-
stretto a firmare una
lettera di dimissioni
nella quale ammet-
te presunti “errori”.
Cacciato a sorpresa
insieme a Carlos La-
ge, da tempo vice-pre-
mier e a lungo il nome più ac-
creditato in un'ipotetica corsa
alla successione dei fratelli Ca-
stro.
Rivoluzionari ottuagenari LA LORO COLPA? La rivelò
con schiettezza Fidel, parlan-
i leader perenni di Cuba do del “miele del potere” che li
avrebbe condotti verso una
“smodata ambizione” fino a
di Alessandro Oppes tocrazia che sconfisse le trup- senza successo. Chi è stato rendersi responsabili di com-
pe di Batista sulla Sierra Mae- promosso, fino ad assurgere portamenti “indegni”. Ora La-
orirà di vecchiaia la rivo- stra. Sconcertante ammissio- ge lavora in un ospedale alla
M luzione dei barbudos? L'ul-
timo paradosso di un regime
ne di debolezza politica, pro-
prio nel momento in cui il re-
quasi ai vertici del governo, ha
finito poi per essere rimosso,
tolto di mezzo con pesanti ac-
periferia dell'Avana, Pérez Ro-
que fa l'ingegnere in un'impre-
stanco, sull'orlo dello sfini- gime ha più bisogno di dimo- cuse. Alto tradimento, conni- sa di costruzioni. E nelle stan-
mento, era stato notato già strare, con i fatti, che il socia- venza con il “nemico esterno” ze del potere, prigionieri della
mesi fa dall'economista dissi- lismo dei Caraibi non ha esau- (leggasi Stati Uniti). Non è mai sindrome da tradimento, sono
dente – ed ex prigioniero po- rito la sua missione. “Ci abbia- stato chiarito se si trattava di rimasti solo loro, i vecchi della
litico – Oscar Espinosa Chepe mo provato”, ha riconosciuto sospetti fondati. E il discorso revolución: Raul Castro, 80 an-
in un libro che, già dal titolo, sconsolato il fratello minore vale per tutti e tre i grandi si- ni, con i due vice-presidenti,
definiva i cambiamenti in cor- del líder maximo, che ha assun- lurati di questi anni. A comin- José Ramon Machado Ven-
so a Cuba “pochi, limitati e to tre anni fa la guida dello Sta- ciare da Roberto Robaina, tura (anche lui ottantenne), e
tardivi”. Raul Castro, in to in seguito alla malattia di Fi- elogiatissimo ministro degli Ramiro Valdés, 79 anni. Nel-
apertura del VI congresso del del. Ci hanno provato a trova- Esteri dal 1993 al '99, prima l'ultima delle sue “reflexiones”,
Pcc, non ha fatto che confer- re eredi validi, capaci, ma an- della sua improvvisa scompar- Fidel Castro si è detto sorpreso
mare una contraddittoria si- che fedeli all'ortodossia poli- sa dalla scena. Nel 2002 è stato dalla “preparazione e dall'ele-
tuazione di impotenza: il pae- tica della revolución. addirittura espulso dal partito. vato livello culturale” della
se è in crisi profonda, occor- Oggi si guadagna da vivere co- nuova generazione di dirigenti
rono riforme e volti nuovi, ma ANZI, IN REALTÀ sono me pittore. Stesso destino per del partito. Ma il loro momen-
il futuro prossimo resterà sal- quasi vent'anni che sperimen- il suo successore, Felipe Pé- to non è ancora venuto: all'A-
damente in mano alla geron- tano, vanno per tentativi. Ma rez Roque, che venne nomi- vana regna l'immobilismo.
destinato ad allungarsi: Maxima d’O- cugina della regina Elisabetta, avesse la situazione affidando il governo in
landa; Letizia di Spagna; Mette Merit comprato una villa, e i notabili del luo- mani democratiche. Dunque le mo-
di Norvegia, e ora Kate Middleton e go erano in fibrillazione: cercavano derne monarchie svolgono un ruolo
domani la nuotatrice Charlene Wit-
tstock quando sposerà Alberto di Mo-
un contatto per poterla invitare alle lo-
ro mense, non così nobili. Forse i reali
di garanzia per la democrazia dei pro-
pri Paesi? “Sono convinto che i matri-
naco. non contano più come una volta, e il moni combinati di una volta duravano
loro potere si è andato assottigliando, di più perché erano studiati a tavoli-
DEL RESTO È MOLTO cambiato il ma contano sempre per il potere mon- no, con attenzione”, commenta Ma-
ruolo dei monarchi, che non incidono dano e il fascino che i loro titoli eser- rio d’Urso, amico e accompagnatore
direttamente sulla realtà politica dei citano quali ospiti illustri del bel mon- della principessa Margaret (sorella
loro paesi e un segnale può essere let- do e fra i nuovi ricchi. della regina Elisabetta) quando si re-
to nell’allentamento delle regole: gli La monarchia inglese rimane nono- cava in vacanza in Italia. Aggiunge
eredi al trono sposano ragazze e ragaz- stante tutto importante nel suo paese d’Urso: “Studi approfonditi sulle fami-
zi provenienti da tutt’altri ambienti, per il ruolo di grande equilibrio che glie e sulle future spose, per trovare
neppure sempre di buona famiglia o svolge, per le antiche tradizioni che l’accoppiamento più omogeneo so-
privi di blasoni nobiliari con il consen- ancora contano e sopravvivono in In- prattutto nel tipo di educazione reale
so strappato di forza ai genitori. Non è ghilterra, e la regina Elisabetta ha il ricevuta, creavano delle coppie più
più un’eccezione la separazione e il suo ritratto in tutti gli uffici pubblici solide. I matrimoni d’amore come so-
divorzio fra altezze reali come il caso del Commonwealth. no questi moderni sono più fragili.
dello zio di William il principe An- Il re Alberto del Belgio con sua moglie Forse questo di William che già da an-
drew la cui moglie Sarah Fergusson si Paola sono i sovrani sia dei valloni sia ni vive con Kate ha superato ormai va-
era persino fidanzata per un periodo dei fiamminghi quindi al di sopra delle rie prove”. Certamente la prova più ar-
con un nobile italiano Gaddo della
Gherardesca trascorrendo lunghi pe-
divisioni e delle lacerazioni del paese
e hanno svolto un ruolo importante
dua della giovane futura regina è stata
quella della pazienza. Sette anni.
riodi nelle sue tenute in Toscana (pre-
senza che ha tra l’altro fatto esplodere
nei tanti mesi in cui il paese non è riu-
scito a esprimere un primo ministro. MA ORA, CHE FESTA SIA. Intor-
i prezzi dell’immobiliare.)
Anche il principe Charles ha sposato
Andando indietro nel tempo, il re Juan
Carlos di Spagna ha svolto un ruolo
no alle nozze reali inglesi fiorisce un
business di gadgettistica e souvenir
in seconde nozze Camilla, che era di- istituzionale decisivo soprattutto nel- come a Disneyland e queste cerimo-
vorziata, e alla quale la regina non ha la transizione dalla dittatura di Franci- nie sfarzose sembrano uscite da un
dato il titolo che spetterebbe a una fu- sco Franco alla democrazia e ancora film di favole perché hanno ancora il
tura regina. Se Charles diventerà re al- oggi è una figura alta verso la quale gli potere di far sognare la gente. Il sogno
la morte della madre, sua moglie non spagnoli guardano con simpatia e ri- del matrimonio con tiara e lungo velo
sarà regina ma principessa consorte. spetto. Re Juan Carlos, dall’alto della di tulle con un vaporoso vestito bian-
Pochi giorni fa a Portofino si era sparsa sua autorità, ha sventato un colpo di co è sempre vivo nell’immaginario
la notizia che una principessa inglese, stato parlamentare e ha preso in mano collettivo.
pagina 14
DAL RACCONTO AL FILM
Battiston
e Ambra:
Scavi d’autore
di Federico Pontiggia
M
a che poi chi lo sa chi era-
vamo, e tutto quanto che
era”. Qualche volta le quarte
di copertina non mentono:
“Notizie degli scavi” ritorna
con la fascetta “al cinema”,
complice l’adattamento di
Emidio Greco. E rinnova
quell’ambiguità esistenzia-
le, quella tenera irresolutez-
za che animava le pagine so-
liste – è uno dei tre soli rac-
conti da lui scritti senza Car-
lo Fruttero – di Franco Lu-
centini. Notizie degli scavi
ne è la summa, un racconto
d’atmosfera in cui il linguag-
gio la fa da padrone, traspor-
tandoci nell’altro mondo
possibile del Professore,
giovane disadattato alla mer-
cé di una Signora e delle ra-
gazze di una casa chiusa
chiamata pensione. Saranno
gli scavi di Villa Adriana e
l’incontro con la Marchesa,
prostituta e tentata suicida,
a risolverlo dall’astensione
alla vita partecipata, fotogra-
fata da Lucentini nella Roma
umidiccia e tremebonda dei
primi anni Sessanta.
FIN QUI la carta che canta,
poi arriva la trasposizione sul
grande schermo, e possiamo
tirare un sospiro di sollievo:
il cinema non è la tv, Greco
non è Giulio Base, questo
adattamento non è il tremen-
do film-tv in due puntate (Rai
Uno, 11-12 aprile) che ha fat-
to scempio de “La donna del-
la domenica”, il capolavoro
di Fruttero e Lucentini
(1972) portato da Rai Fiction
oltre i confini del verosimi-
le.
Sì, il verosimile e non il vero,
perché “la pretesa di ricreare
il reale è improbabile quanto
assurda”. Lo dice Greco, e le
sue “Notizie” mantengono la
promessa: già fuori concor-
so alla Mostra di Venezia e dal
29 aprile in sala, prende alla
lettera il passato che non pas-
sa delle vestigia imperiali, re-
sponsabile della “capitola-
zione” del Professore, e ne fa
il grimaldello temporale per
SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
Ambientato dal regista Greco
nella Roma di oggi, il testo di
Lucentini non perde la sua poesia
un’ambigua attualizzazione
ai giorni nostri. Non ci sono i
telefonini (vi ricordate “La
stanza del figlio”?) ma – una
pecca: il vocabolario non è il
linguaggio – termini desueti
quali “angustiato”, “amba-
sciata” e “dettagliante” che
non provengono unicamen-
te da questo Professore nel
paese delle meraviglie, ep-
pure, il trasloco dalla pagina
all’audiovisivo in definitiva
funziona.
Perché? “Faccio i film che vo-
glio fare”, e per questo Gre-
co ha aspettato 47 anni.
Scrisse la sceneggiatura per
concorrere al Centro speri-
mentale nel ’64 e l’ha tenuta
nel cassetto, rimuginando
sopra un’opportuna nota a
margine: “Detesto il revival,
è un film di straordinaria at-
tualità: sono passato dalla
prima alla terza persona,
in & out
O. Dezaki
Morto a
Tokyo il
regista del
cartoon
‘Lady Oscar’
Ambra Angiolini e Carlo Battiston in “Notizie dagli scavi”, dal 28 in sala.
(FOTO MASSIMILIANO CILLI). In basso, Comencini e Mastroianni sul set della
conservando al 100% il lin-
guaggio di Lucentini”. “Reg-
gerà?”, si chiedeva, e la rispo-
sta è sostanzialmente positi-
va: “Il disadattamento del
professore è più nuovo oggi
che all’inizio degli anni Ses-
santa”, rivendica il regista, e
conveniamo che “se sembra-
va fuori binario nel periodo
del Boom, nell’era del preca-
riato la necessità di uno
schermo protettivo tra sé e la
realtà è ancor più verosimi-
le”.
ALL’EFFETTO contribui-
scono, e non poco, i due in-
terpreti: “Dopo tanti non
protagonisti qui sono anche
troppo protagonista”, scher-
za Giuseppe Battiston, che
dà al Professore mole e so-
stanza espressiva, bloccan-
dosi sui bignè e su un passato
giallo zucca quali vie di fuga
autistiche dal dominio del
mondo e, soprattutto, del-
l’homo homini lupus. Apre il
film sommando due numeri
di telefono attaccati al muro,
lo finisce contro un altro mu-
ro, che però riflette: sorride-
rà a sua immagine e somi-
glianza in compagnia della
Marchesa. Una giovane don-
na sofferta, che si fa male per
provarsi anche lei, almeno a
metà, carnefice, dopo le tan-
te ferite subite dal mondo. È
Martedì 19 aprile 2011
Woody Allen Fabri Fibra Modigliani
“The wrong
pictures”
verrà girato
interamente
Parte il
1° giugno
da Rovereto
li nuovo tour
Livorno,
riapre al
pubblico la
casa natale
a Roma per l’Italia dell’artista
ta”, confessa, forte di un
“Donna della domenica” aspetto minimal: è un ca-
schetto scuro a portarci le ul-
time, definitive Notizie che
più di qualcosa in lei è cam-
biato. Chi se la ricorda, or-
mai, quale grado zero della
ripetizione televisiva, adole-
scente dalla riposta pronta
ma eteroguidata dal famoso
auricolare di “Non è la Rai”?
Pochi, pochissimi, e il merito
è suo. È cresciuta quella ra-
gazzina, e ora recita e con-
vince anche bloccata a letto,
come la trova il suo Profes-
sore: non ha la flebo, ma se
l’avesse, siamo certi, distille-
rebbe dolore. In “Saturno
contro” di Ozpetek ancora ci
scappava, ora “è dentro la
mia Marchesa: nella fragilità
ci abita, si guarda allo spec-
chio e non è più quella di
prima”. Non è autobiografia,
ma un’affinità comunque
elettiva: “In me forza e fra-
gilità sono bilanciate molto
male, grazie a Dio: ho una fra-
gilità spiazzante, ma ho la
forza di recuperare. Mi recu-
pero e parto”. È questa l’Am-
bra che esce dagli Scavi di
Greco e Lucentini: dopo “Im-
maturi” al cinema e “I pugni
in tasca” a teatro, a giugno
l’attende la commedia di Fi-
carra e Picone, ma siamo si-
curi questa Marchesa non la
Ambra Angiolini a darle vol-
to, e non solo: “Liberare quel
dimenticherà. “È quell’esse-
re speciale che ha molto del-
che è intimo, troppo intimo,
e regalarlo a qualcuno (Emi-
la mia vita speciale”. D’al-
tronde, non è anche il segre-
dio Greco, ndr): è la più bella to di ogni adattamento riu-
possibilità che mi è stata da- scito?
LA REGOLA
e le eccezioni
LMaanascere
cara, vecchia regola dice che un buon film può
solo da un cattivo romanzo, e viceversa.
ci sono le eccezioni. “La donna della domenica”
di Luigi Comencini (’75) ne fece registrare due in un
colpo solo. Il Santamaria di Mastroianni vi conserva
tutto il fascino del commissario perplesso, che so-
spetta di essersi innamorato della donna che so-
spetta essere un’assassina. Inoltre, alla prova del
grande schermo, Fruttero&Lucentini si svelarono
due grandi scrittori italiani anche se facevano finta
di non esserlo (all’opposto di troppi loro colleghi).
Da allora sono passati 36 anni; Fruttero non è po-
tuto sfuggire all’ineluttabile destino di venerato
maestro, mentre Lucentini viene consacrato da
Uno, ritratto critico di Domenico Scarpa (appena
pubblicato da Due punti), come “un solista straor-
dinario”, oltre che l’altra metà della coppia più nota
del nostro Novecento. Intanto, su Raiuno è appena
passata una versione della “Donna della domenica”
straordinariamente sciatta e priva di ogni amore
verso il modello (l’esatto contrario di quanto acca-
de nel film di Greco). Una fiction così inguardabile
che poteva essere tratta solo da un grande libro.
Bentornata, cara, vecchia regola. (n.d.)
Martedì 19 aprile 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

OGNI/ MALEDETTA DOMENICA

LO SCUDETTO BREVE
All’improvviso, il verdetto pare già pronto come
per magia. Potenza del mix tra calcio e politica?
di Oliviero Beha data parlava di Opa, di offerta lo? Solo pensarlo è stato follia, ma stadio pieno contro un’Udinese segue da quarta il preliminare di rebbe ancora 25 gol a campiona-
pubblica d’acquisto delle azioni via...), se il club invece che dire abborracciata ma organizzata, e Champions. Poi c’è subito l’Udi- to…), la Lazio ha sbancato la piaz-
ra sabato e domenica ci sia- che immagino avranno compra- alla vigilia delle partite “Saremo

T
con assai meno pressione: il tifo nese, dunque tutto ancora aper- za.
mo giocati lo scudetto, per- to soprattutto i tifosi della “Magi- con voi anche in B” trasformando può risultare un’arma a doppio to. Ma attenzione: qui lo sceneg- E dov’è dunque la carta a sorpre-
lomeno credo: salvo errori ca” non esattamente con lo spi- la disponibilità dirigenziale in ov- taglio. La serenità di Guidolin e giatore del calendario e di tutto il sa dello sceneggiatore del Roton-
od omissioni ma da parte rito con cui si comprano titoli via rabbia tifosa, tirasse le briglie soci in una città la cui Regione an- Rotondame ha tirato fuori una dame, del reame rotondo? Che ri-
del solo Milan, campionato an- bancari, o industriali, o energeti- della squadra, bè, potrebbe anco- novera poco più del numero di carta a sorpresa. Sabato pasquale cordando l’anno scorso, quando
dato e direi meritato, in un con- ci o del lusso (cfr. Della Valle che ra salvarsi. Qualche scontro diret- spettatori che ha messo insieme con Inter-Lazio, divise da tre pun- Lazio-Inter fu quell’indegna pa-
testo di calcio italiano in piena ha definito possedere la Fioren- to nel girone d’andata l’ha pur (un milione abbondante di patiti) ti. La prima sgassata, la seconda tacca concordata per far passare
regressione. Una faccia del pri- tina da parte sua “un hobby”... tra portato a casa e quindi almeno a finora il San Paolo di Cavani e La- gasata. La prima in piena crisi di l’Inter indenne verso lo scudetto
sma-Paese, naturalmente. Una l’esultanza della cittadinanza). uno spareggio potrebbe arrivare. vezzi, evidentemente in certi mo- stanchezza, motivazioni, allena- e i tifosi antiromanisti benediro-
faccia che ormai non serve più Ma siamo appunto in una lunga menti funziona di più. Rimane la tore non più demiurgo ecc., la se- no l’inguacchio, adesso l’Inter in
neppure come arma di distrazio- E A CHE PREZZO, signori, lotta per non retrocedere, dal Ca- fattuale considerazione che il Na- conda contestata nel presidente teoria potrebbe restituire il favo-
ne di massa, o come fusibile nel quest’Opa? Alla metà o poco più tania giù fino al Brescia, due posti poli con le due milanesi e ora an- e nel suo latino, nella nordicità se- re così da recuperare pratica-
processo oppiaceo del tifoso del prezzo di Borsa di venerdì e a a perdere, sei squadre coinvolte, che con l’Udinese ha rimediato ria di Reja, in qualche partita riu- mente la Lazio in Champions al
che anzi esce dallo stadio/studio un terzo o poco meno del prezzo una retrocessione alla moviola assai poco, e forse scita male ma protagonista di un terzo posto in coabitazione. Ma
tv ancora più nervoso: come di collocamento ormai un secolo quanto lo scudetto è diventa- senza il gol non da- supertorneo, sulla base delle sue così sarebbe l’Inter a rischiare i
spiegare altrimenti l’inciviltà dei fa. Una brutta storia temo, tra opa- to breve improvvisamen- to a Brocchi non forze. Chi l’avrebbe pronosticata preliminari, per gli scontri diret-
tifosi della Samp che minacciano cità pallonara e opacità borsistica, te, come il processo in avrebbe battu- così avanti (come il Napoli, come ti, e addirittura l’Udinese potreb-
di morte i giocatori o la solita sas- che chi sa perché mi ricorda tanto Parlamento. Potenza del to neppure la l’Udinese, a vero dire) alla vigilia? be scippargli in volata il quarto
saiola di triste routine a Firenze la vicenda Alitalia: allora si bloccò mix tra calcio e politi- Lazio, che in- Eppure c’è chi si lamenta, e non è posto anche perché l’ultima do-
dopo un Fiorentina-Juve che al il titolo un giorno qualunque per ca... menica c’è un Udinese-Milan a
massimo meritava pomodori e poi non rimetterlo mai più in con- questo punto probabilmente
neppure della migliore qualità?
Il fusibile tifo/pallone non è più
trattazione, qui un istituto ceden-
te come Unicredit (quotato in
SUBITO O QUASI
subito dietro il Milan,
Il Napoli insegna che buono solo per i friulani e per
qualche giocatore che deve esse-
tale, nel cortocircuito sociale
del sistema: è invece ormai una
Borsa) vende con una serie di aste-
rischi tutti da verificare a chi com-
c’è un onorevolissimo
Napoli che ha mal
il tifo è un’arma a re ceduto con lo sconto. Sapete
come vanno queste cose, anche
miccia continua che dà fuoco al- pra con il denaro stesso prestato- disposto di uno se non le scrive nessuno e le co-
le polveri e lavora anche in fun- gli da Unicredit, sapendo però già doppio taglio. E la noscono tutti...
zione del più generale senso di il prezzo dell’Opa: che avreste fat-
impotenza in altri momenti della to voi, possedendo tale lungimi- Roma ha più problemi QUINDI INTER-LAZIO di-
giornata, un detonatore e non ranza, del titolo Roma? Non avre- venta importante, e rischiosa per
uno sfiatatoio di passioni. Mi- ste venduto venerdì? Bravi, ci sia- di business che di gol entrambe, in una qualificazione
schiato com’è al business, nella mo, ci siete. Quindi cari tifosi azio- Champions lunga dopo uno scu-
Rotondolatria fatichi a distin- nisti, ecco l’ennesimo risvolto detto breve e prima di una retro-
guere lo sfruttamento dall’emo- brutto, bruttissimo della fac- l’aquila volteggiante. A Catania cessione senza fine. Ormai tutti
zione, il gusto estetico disgusta- cenda, mentre tifate per era dura, punti ne hanno fatti in già parlano di mercato, e l’impres-
to dal senso etico (“vinca il mi- una squadra sba- pochi, e complice un “aiutino” sione è che la lezione di un cam-
gliore…”) ormai insensato. data che ormai arbitrale lungamente evocato da pionato modesto non sia di alcun
La Roma ad esempio sembra ora alla Cham- Lotito sia pure al contra- aiuto per nessuno. È bastata la no-
molto più un affare all’america- pions dovrà ri- rio, esorcizzandolo per vità del Napoli, o il fatto che si in-
na – se si confermeranno le cose nunciare, an- la Roma, e uno Zarate terrompesse l’egemonia gram-
come dicono – con ribassi in che qui salvo pre- meraviglioso quando sciana dell’Inter (gli piacerebbe, a
Borsa e una Consob non so dav- cipizi altrui nelle ul- Stiramento: ragiona appena un po’ Moratti: se vuole nobilitare il Gran
vero quanto vigile, piuttosto che time cinque giornate. previsto uno (con lui vicino Totti fa- Sardo vada in tribunale a raccon-
un problema di gol sbagliati da Contro il Palermo poteva vincere, stop di due o tre tare tutto quello che
Menez o da Vucinic. ma è stata punita anche meritata- settimane per sa di Calciopoli, tipo
mente per gli errori dei singoli e Pato. Ma ormai muoia Moggi con tutti
CERTO, LI HANNO sbagliati l’impressione forte dei gruppu- per il Milan i filistei...), per distrar-
salvo “rifarsi poi di quel che pro- scoli nel gruppo. è quasi fatta. si con un campionato
mise allor perché di tanto inganni Tornando alla cima, Milan facile A destra, vinto indovinate da
i romanisti tuoi” almeno per il sulla Sampdoria in via di retroces- l’allenatore chi? Da Berlusconi,
montenegrino ma fuori tempo sione quasi alla moviola: se non si dell’Inter l’unico presidente
massimo: ma nel frattempo nella dà una scossa, a partire dall’alle- Leonardo davvero competente
notte tra venerdì e sabato la cor- natore (Cavasin al posto di Di Car- (FOTO LAPRESSE-ANSA)) tra quelli in testa al
campionato. Uno
spreco come premier
e come bunghista, un
PALLONATE
di Pippo Russo IL POCO, IL NULLA E L’ASSOLUTO talento se applicato al
pallone di cui oltre
agli aspetti tecnici
aveva già colto ogni
li articoli di Andrea Elefante sulla quando sembra impossibile; ecco, tutto c’era anche Se-
G “Gazzetta dello Sport” contengono
ormai un respiro da Libro Dei Libri. Ogni frase
questo va bene, ma non è mica vero che nel
calcio tutto è possibile, tutto può succedere.
bastiano Ver-
nazza, che della
valenza sociopoliti-
coeconomica cercan-
do di comprare l’Inter
è una sentenza, ogni capoverso una Legge Non sempre. In certi casi, quasi mai”. Andrea partita fra da Fraizzoli ormai
dello Spirito Umano. Quando ci s’accinge a Elefante, ovvero Tutto del Nulla. trent’anni fa. Per dire della multi-
Schalke 04 e Inter ha stilato le pagelle. Tirando formità del Caimano. Arrivato ap-
leggerli bisognerebbe sgomberare lo spirito e Lo stesso Elefante, del resto, aveva scritto così fuori giudizi d’alto livello come i seguenti: punto allo “scudetto breve” con
prepararsi a vedersi dispensare dei frammenti nel pezzo di presentazione pubblicato il giorno “Leonardo 5 – Cambiasso sopra la panca e l’In- Pato ora infortunato (segnalato al-
d’Assoluto. Per dire, prendete il pezzo della gara: “L’irregolarità di essere Leonardo, a ter crepa. (…); Nagatomo 6.5 – Non è un fu- la Fiorentina prima che lo pren-
pubblicato nell’edizione del 14 aprile. Era dispetto di un omonimo che invece per certe metto, non discende da Holly e Benji (cartoon desse il Milan), con Ibra acquistato
scritto a margine di una circostanza prevista e cose era piuttosto preciso, è anche potersi ri- per molto meno di quanto non ab-
giapponese). Per un’ora viene e va come l’onda
ordinaria (l’eliminazione dell’Inter dalla fugiare nel proprio passato: in campionato il biano speso prima gli altri acqui-
della canzone di Jovanotti. Lasciatelo dov’è, ti-
Champions League, maturata in trasferta suo Eldorado è San Siro, terra di vittorie e nien- renti, con Boateng comprato da
tolare. (…) Lucio 5 – Neppure tu, vecchio Lucio. Preziosi (!!??), con Van Bommel
dopo la goleada subita in casa all’andata), t’altro; in Champions la sua gloria è altrove, lon-
eppure non è bastata una circostanza così tano da casa. Dove stasera la storia è a un bivio: Il battibecco con Raul, l’ammonizione, la vora- per rilevare Pirlo lungo-degente,
ordinaria per tarpare il volo della Ragion Pura se ne scrive un pezzo, o se ne chiude un pezzo. gine sull’1-0: vado? Non vado? Dove vado? Che con Cassano gratis mentre la Samp
Elefantesca: “Con tutto il coraggio, la rabbia, Ecco, stasera servirà essere proprio così, un po’ faccio? (…)”. A frequentare il gruppo dei gaz- affonda... Insomma, il mestiere lo-
la cattiveria, l’orgoglio e la fantasia di questo come Leo, imprevedibili al di là della logica cal- zettari al seguito dell’Inter si subisce di queste ro lo sanno fare. Nel calcio. Nella
conseguenze. politica giudicate voi anche se il
mondo, non è successo niente dell’altro cistica, uomini senza confini di territorio e ma- primo serve alla seconda e solo in
mondo. Perché poi alla fine c’è stato di tutto nifestazione: se non si è stati profeti in patria, Antonio Giordano, il più grande. Dal “Corriere
una dose circoscritta la seconda al
poco, ma di niente abbastanza. Perché l’unica è provare a far diventare l’Inter una spe- dello Sport-Stadio” del 17 aprile, vigilia di Na- primo. Quanto alla Formula 1, non
ribellarsi a una caduta e volersi rialzare subito; cie di Penelope al contrario”. Per la serie: Ome- poli-Udinese: “Gli amici, e poi gli amici degli era Berlusconi che voleva chiama-
rifiutare l’idea che un tempo sia passato e non ro era un impiegato del catasto, al confronto. amici; i giovani, i vecchi, le donne e pure i bam- re la Fiat Ferrari perché suonava
tutto sia uguale a prima; crederci anche Fra gli inviati della Gazzetta a Gelsenkirchen bini: cinquantasettemila cuori e una capanna, meglio? Ha dato un’occhiata a
in uno stadio da favola, lo scenario di sempre. quest’inizio di Mondiale Piloti? E
The show must go on: e lo spettacolo continua, del Marchionne d’esportazione
NEMMENO L’ELIMINAZIONE DELL’INTER È RIUSCITA A con quel fiume di gente che s’incammina verso
che mi dice?
Dal processo breve allo scudetto
SCORAGGIARE LE MASSIME FILOSOFICHE DEGLI INVIATI il tempio, un’onda azzurra che ormai d’anoma- breve all’americanizzazione bre-
lo non ha più niente”. E così sia. ve? Che altro le viene in mente di
breve al momento?
pagina 16 Martedì 19 aprile 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TG PAPI

Bunga Bunga T
TELE COMANDO + è sempre una garanzia: ogni
due parole, il centrodestra
perde un voto.

g3
Piccolo disguido tecnico
di Fulvio Abbate

altra sera, domenica, facendo forsennata-

e il Tg3 è costretto ad aprire
L’mentale,
mente zapping in cerca di un po’ di ristoro
mi è caduto l’occhio su “Nude e bel-
le” (Sky Uno), un reality con spogliatoio an-
Gatto, Volpe
e visagista
altrettanto esclusa la chirurgia plastica. Devi
insomma, parole loro, “farcela con la sola forza
di volontà”, così fino a compiere “uno straor-
dinario lavoro sulle proprie fragilità e insicu-
nesso alla boutique televisiva destinata a co- rezze”. Devi imparare ad accettarti a partire da

con Fede&Lele con un ritratto di Lassini, cu-

di Paolo Ojetti
g1
T Niente da dire: con le no-
tizie scomode, il Tg1 è tal-
mente abile che potrebbe so-
stituire in tournée il Circo di
Pechino. C’è una giornalista,
Ilaria Cavo che ha scritto un
libro sui numerosi casi di “ma-
lagiustizia”, errori giudiziari
così come ci sono errori dei
medici, dei giornalisti e anche
dei militari che, ogni tanto,
perdono battaglie. Ma che, in
un servizio di Stefano Cam-
pagna, questo libro venga
usato strumentalmente per
dimostrare che Roberto
Lassini non rinuncerà alle
elezioni milanesi, i suoi ma-
nifesti sono una protesta per-
ché durante Tangentopoli fu
indagato e poi assolto, è un
must del Tg1: ricordiamo l’in-
sistenza con cui, in chiave
“storica”, giustificò le debo-
lezze erotiche di Berlusconi,
paragonandolo a Kennedy
(oddio, Ruby non è Marilyn,
ma anche Arcore non è Wa-
shington). Ma anche ieri sera,
il Tg1 ha privilegiato i toni
bassi: se Berlusconi non parla
(allora c’è l’obbligo di esaltar-
lo), meglio ovattare, magari la
gente capisce che qualcosa
non va.
g2
T Napolitano ha parlato ai
manifesti rossastri di Roberto
Lassini per non parlare diret-
tamente a Berlusconi: il para-
gone fra pubblici ministeri
(quelli che non gli piacciono,
praticamente tutti) e terrori-
sti brigatisti è del “premier”,
praticamente brevettato.
Metti assieme questa “ignobi-
le speculazione” con le “pe-
ricolose esasperazioni” spara-
te ogni giorno alle varie “con-
vention” brambillesche o si-
milari, ed ecco che manca so-
lo una convocazione del Ca-
valiere: o la pianti o seguo il
piano Asor Rosa. Il Cavaliere
tace e il Tg2 lo accantona. Ha
già il risorto Capezzone, che
rato da Gianni Bianco. Ed ec-
co che questo Lassini (a parte
che fu un protagonista mino-
re di Tangentopoli e che la
Moratti non riesce a toglier-
selo di torno) spunta nell’u-
dienza del processo Mills, ani-
matore della claque per Ber-
lusconi e – non per caso – un
protetto di Mantovani, il coor-
dinatore dei berluscones mi-
lanesi. Passata la sfuriata di
Napolitano (impressiona so-
prattutto sentire che “siamo
al limite”: dove e come co-
mincia il “dopo”?), i riflettori
(ce li ha messi Berlusconi)
vanno su Milano: la posta in
gioco è altissima, se cade Mi-
lano – osserva il Tg3 – si fran-
tuma l’impero destra-lega. In-
tanto (e anche qui il Tg3 non
tralascia neanche un partico-
lare) arriva la bomba Minetti.
Vuole salvare la pelle (in sen-
so figurato) e, in una memoria
difensiva, scarica Fede e Mo-
ra: erano loro i procacciatori
di ragazzine. Elio e le Storie
Tese sono stati profetici: Bun-
ga Bunga con Fede, Bunga
Bunga con Lele. Nicole non
era compresa: tutta colpa del-
l’Africa.
loro che vorrebbero diventare, se non proprio
belli, almeno passabili. Una roba che prende a
mostrarsi nella steppa ossigenata (nell’acce-
zione delle tinture) dei canali “alla moda”, spu-
doratamente, doverosamente bugiardi. Nel
senso che si tratta di format assai più menzo-
gneri e crudeli del Gatto e della Volpe che sep-
pero ingannare il povero Pinocchio. Già, è co-
me se ti dicessero: cesso come sei, può comun-
que diventare un po’ meglio, sì, ti diamo la pos-
sibilità di guardarti allo specchio ritrovandoti,
sì, cesso ma non più modello base. Grazie a noi
sarai un cesso pettinato, truccato, rivestito.
Va da sé che per dimostrare le capacità tauma-
turgiche del format stesso, nella prima inqua-
dratura ti vengono a beccare al momento del
bidè, quando non hai ancora avuto il tempo di
renderti un tantino decoroso. Se ho capito be-
ne, in questa giostra della quintana del visagi-
sta targata Regno Uni-
to, non c’è di mezzo il
Gok Wan, ricorso al silicone, e
“fashion stylist”, di forse neppure alle
“Nude e belle”, su Sky Uno punture di quell’altro
acido che serve a ren-
derti simile a una
creatura di razza ulte-
riore, post-umana, un
volto che oscilli tra
Oceania e Ande, volti
che sappiano suggeri-
re il suono del cha-
rango e l’immagine
della collana di fiori
intorno al collo. Ed è
ciò che ti verrà detto da un tale Gok Wan, vol-
to e colpo da commesso assai convinto di sé
che viene presentato con il titolo di “fashion
stylist”. C’è stato un tempo in cui sembrava
che il dominio del pensiero corrente, ossia i
rudimenti per far colpo durante una serata tra-
scorsa fra “Risiko” e cipster, fossero privilegio
esclusivo dei dj in maglietta, gli stessi che han-
no la pretesa di leggere il mondo attraverso le
compilation stagionali. Verrà poi il momento
dei cuochi, degli affittacamere di lusso, così
via fino alla nascita di un ircocervo mediatico e
spettacolare che sembra riassumere in un’u-
nica figura sia il dietologo sia la dirimpettaia
rappresentante di beveroni dell’Herbalife, il
passo successivo mi sembra che inquadri in-
vece proprio il tenutario di “Nude e belle”. Se
ho intuito bene, il palco della dimostrazione
conclusiva era stato montato in un centro
commerciale, cioè una basilica del cultura del
consumo e della nuova socialità, intorno un
pubblico casuale pronto a gesticolare alla vista
dell’accappatoio che cade giù come davanti
all’arrivo degli ufo. Sia detto in due semplici
parole: innocenza e facili entusiasmi.
Penso che Andy Warhol, l’artista, il narcisi-
sta, l’uomo pop che orgogliosamente vestiva
come un commesso freddoloso di Park Ave-
nue, avesse già previsto tutto questo quando
realizzò un quadro che mostrava il prima e il
dopo della rinoplastica, il paradigma della
pubblicità destinata a convincerti che perfino
tu potresti diventare divino, o, se non proprio
tale, comunque un cesso passabile.
www.teledurruti.it

LA TV DI OGGI
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la Notizia - La voce del-
l'improvvidenza (REPLICA)
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do
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Luther
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Cafè
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Cafè Ristretto
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mangiato - Il menù del
giorno
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Aperto - Meteo
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VO Studio Sport
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Poker1mania
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Meteo - Vie d'Italia noti-
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poliziotto a Berlino
12.50 TELEFILM Distretto
di Polizia 8
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pomeridiana: il tribunale
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coppia in giallo
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lupi
2.05 NOTIZIARIO TG4
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ni e di mondi
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La vita segreta delle
donne
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Fermata
1.20 TELEFILM Cold Squad
2.15 TELEFILM Alla corte
di Alice

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Banana Joe
Botte da orbi con il mitico Bud Spen-
cer. Responsabile di una società forni-
trice di banane, ne vende a quintali in
una località dell’America Latina. I pro-
blemi iniziano quando un losco indu-
striale vorrebbe soppiantarlo e creare
un monopolio. Per aiutare la pacifica
popolazione, si trova a dover gestire il
potere durante una comica ed anarchi-
ca rivoluzione. Dal regista di “Febbre da
cavallo”.
Rete 4 21,10
/ Ragazzi miei
La morte improvvisa della seconda mo-
glie catapulta Joe Warr, giornalista
sportivo britannico trapiantato in
Australia, in una difficile e a lui estra-
nea dimensione: quella del genitore sin-
gle. Con un ragazzino di sei anni da cre-
scere e l’arrivo, per le vacanze estive, del
figlio teenager avuto dal precedente
matrimonio, Joe riesce a trovare solo
una formula per riportare in famiglia la
gioia di vivere: dire sempre di sì.
Sky Cinema 1 21,10
 Roma - Inter  Niente di personale
Torna la Coppa Italia con l’andata del- Antonello Piroso ospita per un faccia-
le semifinali.Apre il programma un a-faccia: Umberto Pizzi, tra i più im-
classico di questa competizione, visto portanti fotografi italiani, un “testimo-
che si trovano di fronte Roma ed Inter, ne del tempo”tra cronaca, politica,
le due rivali che si sono affrontate costume e spettacolo, coautore dei libri
numerose volte in questi anni. Per “Cafonal”e “UltraCafonal”con Roberto
entrambe il momento non è dei miglio- D’Agostino; l’“imitattore”Neri Marco-
ri, visto che in campionato sono reduci rè, lo scrittore ed opinionista Giampiero
/ Il patto dei lupi  Ballarò
da cocenti sconfitte. Proprio la Coppa Mughini e la modella romena Madalina
Film tratto da una storia vera. Siamo Puntata numero 300 per Ballarò, il set-
Italia potrebbe rappresentare una buo- Ghenea, divenuta popolare come con-
nel XVIII secolo un’orribile bestia ter- timanale di approfondimento condotto
na occasione di rivincita. corrente a “Ballando con le stelle”.
rorizza il Gévaudan, un’isolata regione da Giovanni Floris,. Ospiti del pro-
della Francia meridionale, massacrando
Rai 1 20,35 gramma: il ministro dell’istruzione
La7 21,10
selvaggiamente più di cento abitanti, Maria Stella Gelmini, il vicesegretario
senza risparmiare donne e bambini. Il del PD Enrico Letta, il presidente della
cavaliere di Fronsac viene inviato da regione Piemonte Roberto Cota della
Re Luigi XV, insieme al suo fratello di Lega Nord, Flavia Perina di FLI, il filo-
sangue, il pellerossa Mani, per investiga- sofo Dario Antiseri, il direttore del Tem-
re e catturare questo animale. Ma l’im- po Mario Sechi e il giornalista di
presa si rivelerà tutt’altro che agevole... Repubblica Giovanni Valentini.
Rete 4 23,30 Rai 3 21,05
Martedì 19 aprile 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedbac$
k
MONDO
CI PROVANO DUE SOCIAL NETWORK
WEB
di Federico Mello
è POLITICA, TRASPARENZA E “OPEN DATA”
OGGI ALLA CAMERA L’INIZIATIVA DEI RADICALI
Con il tema dell’“Open Data”, ovvero dei dati della
Pubblica amministrazione da rendere aperti, intellegibili e
pubblici; si stanno confrontando numerosi governi, con
Inghilterra e Stati Uniti in prima fila (Barack Obama ha
ingiunto la pubblicazione su Internet di tutti i dati pubblici
delle amministrazioni governative). Su questo tema è in
Commenti al post
su
ilFattoQuotidiano.it
“Tettamanzi cardinale
nel mirino dei
berluscones”
programma per oggi un appuntamento internazionale alla di Luigi Franco

“Idee” generate è ARRIVA “LETTERA V”

GIORNALE ONLINE DEL POPOLO VIOLA
Alle mille testate, riviste, web-giornali che
Camera dei deputati promosso dai Radicali e
dall’associazione Agorà Digitale. Tra i relatori
dei numerosi panel di discussione, Simon
Rogers del Guardian; Ben Brandzel di
Avaaz.org; Emma Bonino; il direttore de
è QUESTO genere di
critiche sono medaglie al
petto di uno degli ultimi alti
prelati fedeli alla parola di

dagli utenti sempre più popolano il web, si aggiungerà

presto “Lettera V”, il nuovo giornale on
line del Popolo viola. Forti di “due milioni
e mezzo di utenti unici nel corso degli
ultimi dieci mesi” sul loro attuale blog, gli
ilFattoQuotidiano.it Peter Gomez; il
presidente dell’Istat Enrico Giovannini.
Gesù rimasti.
Poxeraitalia

è CHE lo lascino in pace è

ell’economia avanzata dei
Ncircolazione
servizi, il bene più scarso in
– ma dal più alto va-
lore aggiunto – sono le idee. “Se
hai un’idea devi alzare la voce”
è, non a caso, una delle massime
che Steve Jobs rifila volentieri ai
suoi dipendenti. Certo, non tut-
ti sarebbero in grado di immagi-
nare l’iPhone. Ma tra la folla di
cervelli che popolano Internet,
si nascondono di certo delle
buone idee che possono, se aiu-
tate, trovare spazio. Questa ri-
flessione è alla base di nuovi so-
cial network che provano a farsi
largo nella giungla delle
start-up. “Ahhha”, l’esclamazio-
ne tipica di chi è colto da un’i-
spirazione, è il nome del sito lan-
ciato negli Usa da un ventotten-
ne, Matt Crowe. “What’s your
idea?”, qual è la tua idea?, la do-
manda che accoglie il navigato-
re. Ognuno può proporre la sua
trovata e sono poi gli iscritti di
“Ahhha” a votare la proposta più
convincente. “Non è il sito a dire
se la tua idea è buona o cattiva –
spiega Crowe a Cnn.com –, ma è
la community”. Non finisce qua:
I FILM
SC1=Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max
17.20 Rombo di tuono SCM
17.30 Il mio amico vampiro SCF
17.50 Dance Flick SCC
18.55 L'Albatross SCP
18.55 Che - Guerriglia SCH
19.05 Slevin SCM
19.05 The Last Station SC1
19.10 Scusa ma ti voglio
sposare SCF
19.20 Il rompiscatole SCC
21.00 L'aereo più pazzo del
mondo SCC
21.00 Balla coi lupi (Extended
Version) SCP
21.00 The Getaway SCM
21.00 Alice in Wonderland SCF
21.10 Prima tv Ragazzi miei SC1
21.10 Hotel Bau SCH
22.35 L'aereo più pazzo del
mondo... sempre più pazzo SCC
22.55 Mimzy SCF
23.00 Dear John SC1
23.05 Squadra 49 SCM
0.25 The opposite of sex SCC
0.35 S.O.S. Fantasmi SCF
0.50 High Spirits SCH
0.55 Cosmonauta SCP
una volta che un’idea ha raccol-
to consensi, il sito si impegna a
trovare fondi per trasformare il
sogno in realtà. Crowe non è sta-
to l’unico ad avere, appunto,
una simile “idea”. È online dal
primo marzo, WyGet.com, rea-
lizzato dall’italiano Luca Pagani,
studente di Cambridge che con
un collega ha lanciato questo si-
to di ricerche di mercato “so-
cial”. Come sul portale america-
no, gli utenti suggeriscono idee
o “prodotti” e votano i migliori.
Le aziende possono quindi uti-
lizzare le informazioni postate
per realizzare prodotti che inte-
ressino al mercato (o possono, a
pagamento, chiedere un’indagi-
ne specifica). Tutti e due i pro-
getti, per quanto possano risul-
tare buoni, fanno affidamento
solo sui “contenuti generati da-
gli utenti”. E per ora, soprattutto
su Ahhha, protagoniste sono
proposte “divertenti” come “un
vino rosso ‘pulito’ che non spor-
ca i denti”. Un’idea anche que-
sta, non c’è dubbio. Ma sono
quelle buone ad essere scarse.
f.mello@ilfattoquotidiano.it
LO SPORT
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
SP3=Sport 3
18.00 Basket, Serie A maschile
2010/2011 26a giornata
Cimberio Varese - Armani Jeans
Milano (Sintesi) SP2
18.30 Calcio, Liga 2010/2011
32a giornata Espanyol - Atletico
Madrid (Replica) SP3
19.00 Wrestling, WWE
Experience Episodio 42 SP2
20.00 Wrestling WWE
Domestic Raw Episodio 43 SP2
20.45 Calcio, Premier League
2010/2011 33a giornata Newca-
stle United - Manchester Uni-
ted (Diretta) SP1
21.00 Automobilismo, IndyCar
2011 Long Beach California SP3
22.00 Basket, NBA 2010/2011
Playoff Miami Heat - Philadel-
phia 76ers (Replica) SP2
23.00 Calcio, Premier League
2010/2011 33a giornata Newca-
stle United - Manchester Uni-
ted (Replica) SP3
1.00 Calcio, Serie A 2010/2011
Anticipo 14a giornata ritorno
Milan - Sampdoria (Replica) SP1
uno dei migliori prelati
attivisti informano: “Il nostro lavoro sarà
quello di sempre: leggere e raccontare la
realtà con lo sguardo privilegiato del
almeno tra quelli in vista
che ci sono in Italia!!!
Brombeere
cittadino comune”. I militanti viola stanno
cercando anche corrispondenti dalle città, è NON È il cardinale che
vignettisti, fotografi, videomaker. Tra ha perso la sintonia con i
pochi giorni il lancio ufficiale. cattolici, ma è sono B. ed
accoliti ad aver perso ogni
misura e decoro e
calpestano ogni regola. Mi
consola il fatto che
un’autorevole voce prenda
le distanze da certa gente.
Se tutti i veri credenti
facessero altrettanto, per B.
sarebbe fine certa alle
prossime elezioni.
Scaramouche
è CARO CARDINALE il
suo linguaggio non è
recepito dai leghisti, troppo
indaffarati a conservare i
privilegi che hanno ed
acquisirne altri, ma neanche
i cosiddetti cattolici la
capiscono per lo stesso
motivo e anche perchè le
alte sfere del Vaticano
L’home page di Ahhha.com; vogliono che le cose
l’home di Wyget.com; vadano così. Mi dispiace
il post sul Futurista; per lei che si distingue, ma
l’attuale blog del Popolo Viola è così mi creda!
Matahari
è TETTAMANZI osa
L’ISOLA DEI dire ai milanesi qualcosa di
CASSINTEGRATI scomodo e soprattutto di
autenticamente cristiano.
AGILE-EUTELIA,
UN ANNO DOPO Sallusti lo definisce non in
sintonia coi suoi fedeli.
(di Michele Azzu, www.isoladeicassintegrati.com). Strepitosa, poi,
Oggi é un anniversario importante per i lavoratori l’interpretazione che ne dà
Agile-Eutelia: era il 19 aprile 2010, infatti, quando il Formigoni! Ormai siamo in
tribunale fallimentare di Roma deliberò pieno scisma cattolico.
l’amministrazione straordinaria. Nel 2008 il processo Calystegia
aveva scoperchiato una complesso sistema di frode
fiscale e distrazione di fondi, 33 milioni rubati dal è TETTAMANZI parla di
2003 al 2008 dagli amministratori Landi. Un anno fa la “ingiusti che non si fanno
fine di un incubo, i giudici avevano finalmente tolto giudicare” e Il Giornale
l’azienda dalle mani dei Landi, ma qual’è la situazione associa questa definizione a
dei lavoratori ad un anno di distanza? I 1200 di Eutelia Berlusconi? Ma lui non era
aspettano il rinnovo della cassa integrazione, causa i un “innocente perseguitato
ritardi dei commissari. Nessun ritardo, invece, per dalla magistratura
comunicare ai 1200 che continueranno ad essere politicizzata”? C’è qualcosa
sospesi dal lavoro, e non va meglio per i 300 che non torna...
ancora in servizio, che non vengono pagati da Miomao70
tre mesi. Del bando di vendita Agile, che il
ministro Romani si era impegnato ad attivare, è IL FATTO è che con
non c’è traccia. Ma i lavoratori non si arrendono: Tettamazzi l’accusa di
dall’1 al 16 marzo hanno presidiato la regione “comunista” non era
Piemonte in P.za Castello a Torino, col preciso possibile, il metodo Boffo
scopo di incalzare Romani ad aprire un tavolo per impraticabile... ma cribbio!
Agile-Eutelia. Il 18 marzo altri 12 operai sono stati Qualcosa dovevano pur
condannati a una multa di 7.600 euro per avere trovare per difendere
occupato la fabbrica il 10 novembre 2009, la notte l’indifendibile.
passata alle Simodk
cronache perchè è ONLINE IL FILE SUL NUCLEARE
gli uomini di ERRORE DI TRE MINISTERI BRITANNICI è SE TUTTI questi

RADIO Landi entrarono a Come se non bastasse WikiLeaks, ben tre

sgomberarli con
spranghe e bastoni,
ministeri britannici si sono resi protagonisti
d’imbarazzanti fughe d’informazioni sensibili
teatrini non fossero fatti
sulla pelle e a discapito
della credibilità di tutti gli
è ”CHIEDIAMO I DANNI A B.”
A “Radio3 Mondo” un viaggio LA PROPOSTA DEL “FUTURISTA”
fingendosi poliziotti.
Eutelia, un anno
pubblicando per errore su Internet stralci di
rapporti classificati come confidenziali e, in
italiani per bene ci sarebbe
di che farsi molte e molte
nei Brics “Perché non denunciamo Silvio
Berlusconi per danni? Sarebbe una
dopo, oltre il danno un caso, persino top-secret. L’errore più grasse risate. P.S Il Giornale
Continuano a correre a ritmo sostenuto l’economia ci- anche la beffa. clamoroso riguarda il parere di un esperto ormai non possiamo più
class action nazionale, di rilevanza
nese e quella indiana e viaggia attorno al 5% la crescita sui rischi che corre la flotta di sommergibili considerarlo un quotidiano
storica. Sarebbe il segnale del
in Brasile e Russia, spingendo i Bric ad alzare la voce nucleari della Royal Navy in caso di ma un temibile
risveglio: gli italiani che scendono in
nelle istituzioni economiche internazionali e l’ingresso “catastrofe”, che è finito per errore sul web concorrente del mensile
campo per davvero e rovesciano addosso al premier tutte
del Sud Africa oltre ad allargare il club ne fa assumere – il rapporto, a quanto pare, potrebbe satirico “il Vernacoliere”.
le sue responsabilità”. Questa la proposta lanciata dal
una fisionomia globale. Un viaggio in Cina dove le azio- fornire ad occhi potenzialmente ostili Solo che questo è
Futurista.it, rivista online diretta da Filippo Rossi, già
ni repressive lasciano intravedere il loro nervosismo; dettagli preziosi anche sui segreti dei quotidiano ed è
direttore di Farefuturo, – nonché blogger del Fatto. La
alcune storie brasiliane per descrivere l’originale svilup- sottomarini americani. All’origine chiaramente concorrenza
class action, si legge nell’articolo, andrebbe fatta “non solo
po economico, sociale e civile di un Paese che si è affer- dell’imbarazzante incidente c’è il Foia, la sleale.
per il bunga bunga, i festini, le igieniste dentali e le nipoti di
mato come uno dei più dinamici protagonisti dell’Ame- legge che obbliga la Pubblica Belloggettino
Mubarak, che ci hanno ormai trasformati nello zimbello di
rica Latina e della scena mondiale; e la rapida ri-presa amministrazione a permettere l’accesso ai
economica degli oligarchi russi grazie al recupero dei
mezzo mondo. Ma anche per le barzellette volgari. Per le
propri file. Le parti troppo “sensibili” dei è PER QUESTI individui
prezzi dell’acciaio e dell’energia che restituisce a Mosca promesse mai mantenute. Per aver portato al governo
documenti vengono solitamente oscurate bisogna assolutamente
il titolo di capitale mondiale dei super ricchi. Stefano Daniela Santanchè”. B., la conclusione, “non dovrebbe
dai funzionari competenti. In questo caso un schierarsi, o con loro, lui, o
Cingolani lo chiede a Francesco Sisci, editorialista de avere problemi economici a risarcire l’Italia e gli italiani”.
errore tecnico ha fatto sì che copiando e contro! Meglio contro 100
La Stampa da Pechino e Antonio Calabrò, direttore di incollando le porzioni di testo incriminate su volte contro. 1000 volte
Affari Istituzionali e Culturali del gruppo Pirelli. un nuovo documento le informazioni sono contro.
Radiotre 11,30 tornate “magicamente” a essere leggibili. Tex
pagina 18 Martedì 19 aprile 2011

SECONDO TEMPO

noi e loro
PIAZZA GRANDE É di Maurizio Chierici

Sacrifici nel nome delle banche
di Marco Onado
ull’Italia, come su molti
venuto negli Stati Uniti l’anno
scorso e oggi nel Regno Unito.
Le proposte, ripetute ancora ie-
ropa riottosa e spendacciona,
in attesa del 2013, quando verrà
avviato il patto per l’euro fatico-
dunque il tempo di affrontare il
problema alla base, riconoscen-
do che il risanamento deve col-
CI VEDIAMO
SU RADIO TRE
Q uell’Italia dimenticata nella quale gli intellettuali si
incontravano senza darsi appuntamento. Chiacchiere
ormai perdute nella vanità della rappresentazione televisiva;
smorfie dell’apparire che distraggono la sostanza dell’essere.
Per Dacia Maraini solo Radio Tre resta “lo spazio sicuro dei
confronti”. Lo ripete a Cervia, dove le voci di una Rai

S
Paesi, incombe la stangata
fiscale necessaria per ri-
durre un debito pubblico
sempre più alto: fra i paesi che
hanno superato il rapporto del
100 per cento fra debito e red-
dito, ci fanno buona compagnia
Giappone, Stati Uniti, Belgio, Ir-
landa, Grecia mentre Francia e
Regno Unito si accingono a su-
perare il 90. Per ridurre il debito
occorre portare in surplus il bi-
lancio corrente dello Stato,
cioè, nel linguaggio di ogni pa-
dre di famiglia, incassare più di
quanto si spende. Dobbiamo al-
lora consolarci pensando che si
tratta di un male comune, da at-
tribuire all’avversa situazione
economica e al solito destino ci-
nico e baro?
Non proprio, perché qualcosa
non torna nei conti. Innanzitut-
to, se sul mondo occidentale in-
combe questo spettro, sappia-
mo chi ringraziare: l’enorme
crescita del debito privato, cul-
minata nella crisi finanziaria
che dura ormai da quattro anni.
Con l’eccezione dell’Italia, in
tutti i grandi paesi occidentali il
debito degli Stati è cresciuto do-
po le prime avvisaglie della crisi
perché bisognava salvare le
banche e limitare la caduta
drammatica dell’attività pro-
duttiva. Certo, curare un ecces-
so di debito privato con nuovo
debito pubblico è un po’ come
cercare di far passare una sbor-
nia a forza di grappini, ma in
quel momento non c’erano rea-
listicamente alternative. In ogni
caso, si disse, le grandi banche
internazionali che avevano pro-
vocato la crisi sarebbero state ri-
portate a un sistema di regole
più severo e tale da contenerne
in futuro gli eccessi.
Il guaio è che questo fondamen-
tale tassello della strategia è an-
cora in alto mare: lo afferma
senza mezzi termini l’austero
Fondo monetario internaziona-
le nel suo ultimo rapporto sulla
stabilità finanziaria, in una se-
zione significativamente intito-
lata “Il sistema bancario mon-
diale: non è stato fatto abbastan-
za”. E più si aspetta, più cresce il
potere politico delle banche di
bloccare le riforme, come è av-
ri dall’autorevole fondo ameri-
cano di tutela dei depositi di co-
stringere le banche ad usare più
capitale per l’attività più pro-
priamente speculativa (quindi a
ridurre la parte bancaria del de-
bito), hanno suscitato la solita
ondata di reazioni sdegnate. Un
importante banchiere inglese
ha addirittura dichiarato qual-
che settimana fa che “il tempo
del rimorso è finito”. E poi di-
cono che uno si butta a sinistra,
avrebbe commentato Totò.
In Europa la situazione è ancora
più complessa perché paesi co-
me Irlanda, Grecia e Portogallo
hanno raggiunto livelli di debi-
to pubblico talmente elevati
che prima o poi qualcuno dovrà
chiedere ai creditori una ristrut-
turazione, più o meno drastica.
Il guaio è che ciò darebbe ori-
gine a perdite per le banche cre-
ditrici, che stanno in Francia,
Germania e Regno Unito. Anco-
ra una volta dunque, in nome
degli interessi delle banche, si è
rinviato il problema, sperando
che i “salvataggi” di volta in vol-
ta decisi dall’Europa fossero ri-
solutivi. E così l’indulgenza ver-
so le banche ha portato ad in-
dirizzare il rigore solo verso il
settore pubblico.
La smania di intransigenza si è
spinta a tal punto che il nuovo
accordo europeo continua a
considerare come misura ideale
per il debito pubblico quel rap-
porto del 60 per cento rispetto
al Pil che avevamo scelto oltre
venti anni fa, in uno scenario
completamente diverso e no-
nostante che oggi persino la
Germania veleggi oltre l’80. Ma
questo consente ad Angela Mer-
kel di dire al proprio elettorato
che l’austera Germania sta ri-
portando sulla retta via un’Eu-
samente siglato in questi giorni.
Ma i problemi continuano fatal-
mente ad aggravarsi, sia sul pia-
no economico (la Grecia sta pa-
gando tassi di interesse esorbi-
tanti) sia su quello politico. In
Finlandia un partito ultracon-
servatore (i “Veri finlandesi”:
un nome, una garanzia direbbe
Calderoli) è passato dal 4 al 19
per cento e condizionerà il fu-
turo Parlamento che, avendo il
potere di esprimersi sul patto
europeo, potrebbe porre il veto
del piccolo paese ai compro-
messi dilatori disegnati sull’asse
Parigi-Berlino.
Soprattutto in Europa sarebbe
Per salvare il settore
finanziario, il peso
del risanamento è
tutto sugli Stati.
Ma il governo
italiano è senza idee
e spera in una
crescita del 2 per
cento, che si è vista
solo tre volte negli
ultimi 15 anni
Il direttore di RadioRai Tre Marino Sinibaldi (FOTO ANSA)
pire non solo le finanze pubbli-
che dei paesi periferici, ma an-
che le banche dei paesi più ric-
chi, in particolare di Francia,
Germania e Regno Unito, ad-
dossando loro una parte del co-
sto della ristrutturazione, sotto
forma di perdite immediate e di
regole più severe per il futuro.
Sarebbe questo anche il modo
per alleggerire il peso del risa-
namento sull’Italia, facendo va-
lere i nostri elementi di vantag-
gio sotto il profilo della finanza
privata, inclusa quella delle
banche. Ma la formula di ridu-
zione del debito che abbiamo
sottoscritto e che ci impegnerà
per oltre dieci anni riguarda so-
lo il debito pubblico e sarà so-
stenibile se il Pil aumenterà sta-
bilmente del 2 per cento all’an-
no. Una crescita doppia di quel-
la attuale, che negli ultimi 16 an-
ni abbiamo toccato solo tre vol-
te (l’ultima nel 2006) ma che do-
vrebbe tornare raggiungibile
grazie al “Piano nazionale di ri-
forma” presentato dal governo.
Ma la sigla Pnr, come scrive Tito
Boeri su lavoce.info si può inter-
pretare anche come "proprio
nessuna riforma", tanto il docu-
mento è generico e privo di
contenuti specifici. Se queste
sono le premesse, la “frustata al-
l’economia” annunciata da Ber-
lusconi, piacerà solo al barone
Von Masoch.
considerata minore raccolgono gli ascoltatori nell’immenso
auditorio ricavato dall’immenso Magazzino del Sale.
Cattedrale per concerti rock, sfida arrischiata, più di mille
poltrone: come riempirle per tre giorni dal mattino alla sera
nel rigore delle analisi e dei suoni? Dietro i vetri, mare
infreddolito e strade vuote. I cavalli a dondolo di una giostra
disabitata girano nel silenzio della piazza deserta. Dubbi
della vigilia sciolti dalla meraviglia del popolo Radio 3:
mezzo chilometro di fila, corriere dal Veneto e da ogni
Emilia. Viaggiatori che risalgono le Marche e il silenzio
incantato attorno al Beethoven di Andrea Lucchesini. È la
folla bene educata dei concerti, ma domani? Domani la fila
continua. Quaderni aperti per gli appunti quando Giacomo
Rizzolatti fa sapere della scoperta dei neuroni-specchio,
cellule dell’empatia che favoriscono il dialogo con gli altri.
Forse base di una terapia d’urgenza per politici cannibali.
Trovare una sedia è la complicazione compensata dal
piacere dell’incontro con ospiti che rispondono senza
sfarfallare. Quando Annamaria Giordano attraversa le
rivoluzioni nordafricane con chi sospira la sua Libia, la sua
Tunisi e il suo Egitto e aggiunge qualcosa sul velo della
ragazza che abita a Novara, ecco la scoperta degli
ascoltatori trasformati in spettatori: ciò che i protagonisti
raccontano e come lo raccontano, riflette giovinezza e
nostalgia degli sguardi che accompagnano le parole. E la
loro immagine non serve. Bisogna dire che l’attenzione è
facile se Riccardo Iacona scava nel paese degli imbrogli o
l’ironia di Riondino accende sorrisi nella folla dall’allegria
bene educata, ma chi avrà il coraggio di una levataccia,
domenica di buon’ora? “Uomini e Profeti” con Gabriella
Caramore, che vuol sapere da Roberta De Monticelli in
quale misura il sentimento religioso frena o allarga la deriva
morale degli italiani: “Siamo il paese dove i sindaci con fascia
tricolore chiedono all’autorità del governo di annullare
l’ordine giudiziario di abbattere le costruzioni illegali...”.
Guai arrivare all’appuntamento appena in anticipo. Tutto
esaurito, non importa il giorno di festa. Davvero una Rai
minore? L’ultima ricerca è di 8 mesi fa: quasi 3 milioni di
ascoltatori. L’invidia delle scatole musicali private contesta i
protocolli dell’indagine e la direzione fa sparire i numeri.
Forse per l’imbarazzo di ammettere una folla che raccoglie
ascoltatori critici, consumatori di libri, concerti, musica mai
banale, cabaret e giochi intelligenti, insomma, testimoni di
una società che non beve le banalità del bucato sempre più
bianco. Per Marino Sinibaldi, direttore Radio 3, sono
persone che non sopportano l’isolamento nel frullatore delle
sciocchezze. E accorrono agli appuntamenti di letteratura,
scienza, filosofia, per nutrire il coraggio del difendere la
ragione. Una profezia di Pasolini annunciava che le braccia
della solidarietà possono trasformarsi braccia delle Leghe
dell’egoismo. “I festival dell’Unità sono le ultime cittadelle di
un’Italia pulita nel paese delle immondizie. Attenzione,
però: nella società dei consumi, i protagonisti dell’altruismo
a volte diventano nazisti per difendere l’utilitaria pagata a
rate e le vacanze al mare”. È il sospetto dal quale osservo chi
ascolta fra le mura del Magazzino del Sale. Nessun pericolo,
non smettono gli appunti: la cultura è il salvagente che
galleggia a Radio Tre. mchierici2@libero.it

Respingere la
Ministro Galan, nomina di
Vittorio Sgarbi a
mette che il direttore generale
faccia il direttore generale». E
sarebbe davvero inaudito ap-
prendere che, sotto Galan, ai
Galan quanto tenga alla nomi-
na veneziana di Sgarbi. Si sus-
surra, addirittura, che il Gran-
de Attutitore Gianni Letta ab-
quotidiana di dieci minuti pri-
ma del Tg1, imponendogli
(con la minaccia di penali
astronomiche) di parlare ogni

faccia il ministro Soprintendente

di Tomaso Montanari
Il tramonto dell’ideologia
aveva tentato per ben due vol-
te di imporre Vittorio Sgarbi in
quel ruolo delicatissimo, e per
dei beni di Venezia
Beni culturali la politica saprà
stare al suo posto, e ciascuno
farà il proprio lavoro.
Va da sé che il Direttore gene-
rale rispetterebbe la legge, la
sarebbe il primo
segnale di una vera
bia provato a mediare, offren-
do a Sgarbi l’altisonante carica
di Supervisore delle Attività
Culturali Italiane all’Estero (o
qualcosa del genere), riceven-
done però un netto rifiuto: o
Venezia, o morte!
E dunque il povero Galan è a un
volta solo e soltanto di una sin-
gola opera d’arte. In questo
modo riuscirebbe perfino ad
essere utile, giacché gli storici
dell’arte ‘veri’ in questo paese
non si degnano di fare divulga-
zione (a meno che non si con-
sideri tale il marketing delle

I
del livore incarnata da San-
dro Bondi e l’avvento del
pragmatismo di Giancarlo
Galan hanno riacceso qualche
minima speranza in molti di co-
loro che hanno a cuore le sorti
del patrimonio artistico italia-
no. Ebbene, proprio in queste
ore si potrà capire se Giancarlo
Galan sarà in grado di tradurre
in pratica e di difendere la sua
linea: egli deve infatti decidere
come comportarsi circa la no-
mina del Soprintendente ai be-
ni storico artistici e al polo mu-
seale di Venezia.
Anche questa grana fa parte
dell’eredità avvelenata di Bon-
di. Il mellifluo ministro-poeta
due volte la Corte dei Conti ha
rigettato la nomina, ricordan-
do che: 1) per quel posto ci
vuole un dirigente dei Beni cul-
turali; 2) Sgarbi non è dirigen-
te; 3) il Ministero ha al proprio
interno molti dirigenti adatti.
In altre parole la Corte ha do-
vuto per ben due volte ram-
mentare al ministro che nomi-
nare Sgarbi soprintendente di
Venezia sarebbe come gettare
un bel po’ di denaro pubblico
nel Canal Grande.
Cosa farà, ora, Galan? Innanzi-
tutto, potrebbe semplicemen-
te disinteressarsi del proble-
ma. Tecnicamente la nomina
spetta al Direttore generale
inversione di
rotta rispetto alla
fallimentare
gestione Bondi
per le Belle arti, Antonia Pa-
squa Recchia, e, a bando chiu-
so, risultano pervenute varie
domande di dirigenti del Mini-
stero perfettamente all’altezza
del compito. Se Galan decides-
se di lasciar lavorare la macchi-
na che ha appena elogiato in
Parlamento, egli manderebbe
un messaggio rivoluzionario:
«il ministro fa il ministro e per-
buona prassi amministrativa e
il buon senso: e che, dunque,
con tutta probabilità Sgarbi po-
trebbe continuare a dedicarsi a
tempo pieno all’allestimento
del Padiglione Italia alla Bien-
nale.
Ma, ovviamente, c’è un ‘ma’. I
bene informati dicono che Sil-
vio Berlusconi non lasci passa-
re un giorno senza far sapere a
bivio: o dispiacere al Capo
(uno a cui è notoriamente dif-
ficile far capire che esistono le
leggi), o deludere subito (e di
brutto) tutti coloro che sono
disposti a credere che lui sia
(un po’) meglio del Bondi man-
naro.
E il problema non riguarda solo
il pur importantissimo meto-
do, ma anche il merito della no-
mina.
Sgarbi è uno storico dell’arte,
con un’ottima formazione,
che da circa trent’anni non fa
ricerca e non scrive un testo
scientifico. Se proprio biso-
gnasse trovargli un impiego
pubblico, bisognerebbe affi-
dargli una striscia televisiva
mostre).
Ma per garantire la sopravvi-
venza dell’ecosistema artistico
veneziano (vale a dire il più de-
licato del mondo) non basta es-
sere intelligenti, o conoscere
la storia dell’arte. Ci vuole un
saggio amministratore che ri-
spetti e applichi le leggi, che
sia guidato dall’equilibrio e dal
buon senso e che non trasfor-
mi in arma contundente, in sa-
trapia personale o in una sorta
di perpetuo varietà televisivo i
musei, le opere e la città che
invece dovrebbe difendere.
Insomma, signor ministro, la-
sci lavorare l’ottimo staff del
suo Ministero, e la sua Venezia
gliene sarà grata.
Martedì 19 aprile 2011
Negli studenti
MAIL
valori universali
Mi chiamo Pina Pedretti, vivo
al sud, insegno inglese in un
istituto tecnico statale! Amo i
miei ragazzi e loro amano me.
Parte delle mie lezioni sono
dedicate anche, e quando se
ne presenta l'occasione, a par-
lare della vita e dei suoi casi, ad
ascoltare splendidi ragazzi che
mi raccontano del loro disa-
gio, del loro smarrimento di
fronte a una società che or-
dina loro di uniformarsi, pie-
gandosi alle regole di un con-
sumismo sfrenato e di adat-
tarsi a modelli che strategica-
mente, nell'arco di un venten-
nio, hanno plasmato la gene-
razione di ragazzi che ci ritro-
viamo oggi. E tuttavia, a sca-
vare bene dentro le loro ani-
me, si trova un enorme de-
siderio di pulizia e verità; il ter-
reno è fertile e i semi che noi
insegnanti comunisti ci pian-
tiamo spesso fanno crescere
belle piante! Amicizia-Leal-
tà-Tolleranza-Amore-Consa-
pevolezza-Dignità-Onestà in-
tellettuale-Coraggio delle
proprie azioni-Rispetto di se
stessi e degli altri... Questi non
sono temi di sinistra nè di de-
stra; appartengono agli esseri
umani e vi assicuro che sono
tutti nel cuore dei miei ragazzi,
magari assopiti, in attesa di es-
sere risvegliati! Ma chi lo dice
al Caimano? E soprattutto, chi
è in grado di insegnargli il si-
gnificato di queste parole cre-
dendo davvero che possa ca-
pire? Per lui voto 3 (scarso)
Pina Pedretti
Le riforme necessarie
alla ricerca scientifica
Per evitare la Fuga dei Cervelli
bisogna investire su una poli-
tica che metta veramente al
primo posto i Giovani su una
politica che rivaluti e detti
nuove condizioni sulla valuta-
zione delle ricerche scientifi-
che e sulla valutazione e as-
segnazione dei finanziamenti
in base al merito della scoper-
ta e non in base alla persona
che la presenta, anche usando
il sistema dell'anonimato per
evitare favoritismi di qualun-
LA VIGNETTA
Abbonamenti
Queste sono le forme di abbonamento
previste per il Fatto Quotidiano.
Il giornale sarà in edicola 6 numeri
alla settimana (da martedì alla domenica).
• Abbonamento postale annuale (Italia)
Prezzo 200,00 € • 4 giorni
Prezzo 290,00 € • 6 giorni
E' possibile pagare l'abbonamento annuale
postale ordinario anche con soluzione
rateale: 1ª rata alla sottoscrizione,
2ª rata entro il quinto mese.
pagina 19
SECONDO TEMPO
IL FATTO di ieri19 aprile 1896
BOX Duecentocinquantanove chilometri tra pietre, fango,
polvere, nell’enfer du nord”. Più che una corsa ciclistica,
una cavalcata micidiale sul pavé assassino, intatto, fin dai
tempi di Napoleone III, quando le carrozze arrancavano sui
cubetti di porfido nelle “ter riles” minerarie del nord-est
francese, le montagnole nate dalle scorie di carbone.
Senza scampo,la Parigi-Roubaix, quasi un rito della
sofferenza, a battesimo il 19 aprile 1896, con l’imprimatur
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO del magazine “Le Vélo”, storico sponsor della classica più
pazza del mondo. Debutto nel giorno di Pasqua, subito
stigmatizzato dalla Chiesa, e palma al tedesco Josef
I “PROFESSIONISTI Fischer, esausto alla meta dopo 9 ore e 17 minuti. Gara per
corridori fachiri, tra lo sterrato spettrale della foresta di
DELLA POLITICA” Arenberg, il Carrefour de l’Arbre e la pianura infinita,
sconnessa, giù fino al Velodrome di Roubaix, traguardo
leggendario per fuoriclasse duri e puri come Hinault,
aro Furio Colombo, tutto ciò che sta “professionisti della politica”, specialmente con la
C accadendo in Parlamento non è il
fallimento dei “professionisti della
legge elettorale detta “porcata” dal suo stesso
ideatore, il leghista Calderoli, e che lascia ai partiti
Coppi, Moser, Van Loy e Mercks. Fascino puro per la la
diabolica pedalata, della quale proprio “il cannibale”
dirà…”non date retta alle balle sulla preparazione,
politica”? ogni decisione sulla lista elettorale blindata e sulla eccetera…alcuni non la fanno perché hanno
David posizione dei candidati in lista, posizione che ha paura…perché quando tornano in albergo non vogliono
grande influenza, quasi una decisione prima del avere le mani che tremano come quelle dei vecchi…”.
SI AUTODEFINISCONO voto, sulla elezione. Giovanna Gabrielli
”professionisti della politica” alcuni deputati e C’è comunque una evoluzione fatale, negli anni, per
senatori di lungo corso di estrazione assortita, che gli autentici “professionisti della politica”. La
vantano quella definizione in base a una sorta di professionalità del lavoro politico esige infatti un finalità nel 2008. La devasta- gennaio si capiva la tendenza
immaginaria terzietà. Intendono dire che solo equilibrio molto accorto fra rappresentazione della zione istituzionale in corso - all'aumento rispetto il 2010.
taluni, nel mutevole mare mosso delle due Camere, propria posizione politica e il rapporto – che deve incluse le leggi che saranno Ed è notizia di queste ore che
sono (o almeno vedono se stessi) in grado di trattare essere sempre adeguatamente cordiale – con gli presto sottoposte alla firma di la cassa integrazione nel mese
qualunque argomento, in qualunque momento, “avversari”, in quanto membri permanenti dello Napolitano stesso - non può di marzo è aumentata del
come materia della politica. Qui è in gioco qualcosa stesso club. Ciò consente un’ottima convivenza essere considerata da nessu- 45,1% rispetto a febbraio: me-
di rilevante e allo stesso tempo di intangibile, e cioè ordinaria, ma rende impossibile affrontare no una "linea politica" magari no occupati, più morti! Incre-
che cosa sia “la politica”. emergenze inaspettate e di natura estranea al club, sgradita o un "male minore" a dibile! Purtroppo ai media ed
Precisiamo intanto due aspetti dell'interessante come è stato ed è – dal 1994 in Italia – l'irrompere, cui soggiacere, per evitare che alla politica farlocca non inte-
fenomeno. Uno è che i professionisti della politica vincere e governare quasi ininterrottamente di arrivi il peggio. Chi tace, chi si ressa la prevenzione, ma solo,
(definizione coniata dagli stessi interessati) non Berlusconi, una egemonia che è ormai quasi astiene, chi blandisce, chi mi- qualche volta, la notizia della
lasciano, di solito, una professione o un lavoro quando ventennale. Quella egemonia è stata nimizza, chi non monita e chi tragedia. Con la sentenza
inizialmente si candidano. Provengono direttamente accompagnata da un atteggiamento ondivago dei non fa il suo dovere, in mo- esemplare della Thyssen , si è
da un impegno o lavoro di partito ovvero hanno scelto “professionisti” di opposizione, in cerca di passaggi menti come questi, non è un risvegliata l'attenzione di qual-
la politica come esclusiva vita professionale. Il tradizionali, di accostamenti, di rinunce all'attacco politico prudente, o attento che politico che sfrutta il la-
secondo aspetto da considerare è l’elezione in diretto (la famosa, immensamente ripetuta alle sorti del Paese. È un com- voro del bravo Guariniello. Ma
sequenza per successive legislature, ammonizione dei toni bassi, l'ordine di non plice della fine della repubbli- questi politici se fossero seri
indipendentemente dalle regole eventualmente in demonizzare), con la attesa vana della reciprocità, il ca, e dello stato di diritto. Ri- dovrebbero occuparsi quoti-
vigore nel proprio partito. In tal modo i tutto alternato da momenti di opposizione netta cordiamoceli, uno per uno. dianamente di una tragedia
“professionisti” assicurano a se stessi, oltre alla ovvia troppo occasionali e scollegati per essere notati Alberto Antonetti non degna di un popolo civile.
esperienza pratica, un reclamo di “seniority” che dagli elettori di opposizione. Eppure la coscienza (e Ricordiamoci di tanti altri pro-
garantisce la prima scelta in quasi qualunque campo anche l'orgoglio) di essere membri permanenti del Morti sul lavoro cessi ancora sospesi o che an-
di attività parlamentare e – se parte di una club ha quasi sempre prevalso sulla necessità di una dranno in prescrizione grazie
maggioranza – di incarichi governativi. Il punto forte opposizione dura e costante che sarebbe stata e sentenze a rischio alla ultima legge salva Berlu-
del “professionista” è di accumulare e di portarsi, di necessaria di fronte a un pericolo così Sono passati meno di quattro sconi targata Lega Pdl. Tra
legislatura in legislatura, un peso crescente di clamorosamente evidente per la democrazia. mesi dall'inizio di quest'anno questi la tragedia della Umbria
riconoscibilità che diventa autorevolezza, che si Con lo sguardo a un orizzonte lontano, “i ed i morti sul lavoro continua- Oli ,ove bruciarono vivi 4 ope-
trasforma in autorità. Per esempio, durante una professionisti della politica” ti fanno capire che la no, arrivando a quasi 23% in rai. Per tale ecatombe il tito-
qualunque seduta in Parlamento, “il professionista” buona e pacata appartenenza al club, con i relativi più di quanti non fossero nel- lare Giorgio Del Papa ebbe
riceve notizie e comunicati – a volte anche con notizie ruoli e funzioni, conta di più e dura di più di una l'aprile del 2010. Per una volta l’ardire di chiedere 35 milioni
che hanno molto peso in aula – che gli altri non emergenza che farà il suo tempo. Intanto non si può accusare il Sud di di danni ai familiari dei morti!
ricevono e che, rigorosamente, non vengono condivisi. Berlusconi governa e scardina ogni giorno il sistema rispettare le regole di sicurez- Sono passati 5 anni e non si
Il punto debole del “professionista” è che, in caso di giuridico, politico, costituzionale italiano. Passerà, za meno del nord. Le regioni intravvede la fine del proces-
caduta elettorale, non ha alcun posto di lavoro o di ma dopo un immenso danno. col maggior numero di inci- so.
insegnamento o di attività in proprio a cui tornare. denti mortali sono state infatti Andrea Bagaglio (medico del lavoro)
Ci può essere solo una lista di attesa del ritorno o lo Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano la Lombardia, l'Emilia-Roma-
spostarsi sulla politica locale, che a volte si rivela 00193 Roma, via Valadier n. 42 gna e il Piemonte, seguite da I nostri errori
un'ottima mossa. Il caso però è raro per i veri lettere@ilfattoquotidiano.it Sicilia, Campania e Veneto. La
strage non si ferma neppure la Le foto pubblicate alla pagina 1
domenica, visto che addirittu- dell’edizione del 14/04/2011 e
ra il 30% degli incidenti mor- alla pagina 6 dell’edizione del
tali si verifica durante il week 15/04/2011 ritraggono un’o-
que genere. Serve una riorga- dal possibile furto della pro- realtà da anni, il presidente del end. Nonostante i dati con- monima di Chiara Danese che
nizzazione degli enti e orga- pria idea. Noi siamo pronti co- Consiglio ripetere che i "ma- traddittori dell'Inail, secondo non ha alcun legame con le vi-
nismi preposti alla valutazione me movimento a realizzare e gistrati sono eversivi", che l’Osservatorio indipendente cende note come il “Caso Ru-
delle ricerche e dei progetti e portare avanti queste riforme complottano contro una par- di Bologna anche l'anno scor- by”. Ce ne scusiamo con l’in-
un registro che tuteli i singoli e a snidare quella casta che im- te politica, che la scuola pub- so c'è stato un aumento di teressata e con i lettori.
pedisce il progresso e la libera blica è un covo di "insegnanti morti, pur in assenza di una
ricerca. Aspettiamo l'appog- comunisti", e via dicendo. diminuzione di disoccupazio-
gio delle altre forze politiche Ora, è chiaro come il sole che ne e cassa integrazione. Dal-
perchè solo dando regole cer- Berlusconi ha deciso di mas- l'inizio dell'anno odierno al 15
te alla ricerca italiana possia- sacrare le Istituzioni e di ten- aprile ci sono state 164 morti IL FATTO QUOTIDIANO
mo invertire la rotta dei nostri tare il tutto per tutto, grazie sui luoghi di lavoro contro i via Valadier n. 42 - 00193 Roma
cer velli. agli irresponsabili parlamenta- 134 del 2010 Già dalla fine di lettere@ilfattoquotidiano.it
Paolo Pelini (Movimento ricerca ri che lo sostengono. Lascian-
scientifica italiana) do da parte la risposta di Ber-
sani ("stupidario quotidiano", Direttore responsabile
Presidente, apra ha minimizzato: sconsolante),
Antonio Padellaro
lasciando stare la latitanza dei
le consultazioni giornalisti e dei pompieri, che Vicedirettore Marco Travaglio
Io credo siamo arrivati a un si squagliano come neve al sole
punto in cui non ci si può più quando arriva l'Incendiario Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
riparare dietro formalismi bu- Capo, la domanda è una e una Progetto grafico Paolo Residori
rocratici, prassi consolidate o sola: abbiamo ancora in que- Redazione
altri bizantinismi di maniera. sto Paese un presidente della 00193 Roma , Via Valadier n°42
Abbiamo ascoltato membri Repubblica? In caso afferma- tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
del governo sostenere che sa- tivo, il presidente della Repub- e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
rebbe opportuno sparare sui blica ha da tempo fondatissimi
clandestini tunisini in arrivo, motivi per aprire le consulta- Editoriale il Fatto S.p.A.
ma "per ora non si può": lo zioni e sciogliere le Camere. Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
stesso governo che si premura Gli italiani avranno pure il di- Presidente e Amministratore delegato
di ripetere a ogni pié sospinto ritto di scegliere se lasciar di- Giorgio Poidomani
che "in Libia non spariamo". struggere la repubblica, oppu- Consiglio di Amministrazione
Ora ascoltiamo da giorni, in re no. Non si votò per questa Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
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