∆L
ε= (sono stati omessi gli indici).
L
La teoria lineare dell’elasticità fornisce il risultato teorico: σ = Eε . P
157
Capitolo20 COMPORTAMENTO OLTRE IL LIMITE ELASTICO
b
s
y s
b
s s s
M limite per un punto della sezione:
bh 2
ML = σ sW = σ s
x MP 6
M ML
h M limite per la sezione:
bh h bh 2
MP = σ s ⋅ =σs > ML
y s s s
2 2 4
Mentre nella sezione tesa o compresa ( σ costante) la forza normale N che manda in plasticità un
punto della sezione plasticizza simultaneamente l’intera sezione, nella sezione inflessa ( σ
variabile) c’è un margine fra M che plasticizza un punto ed M che plasticizza la sezione (nella
sezione rettangolare il margine è 1,5).
NP
N NP NP
M MP MP MP
P PC
NP MP MP
P PC
LABILE LABILE
159
Capitolo20 COMPORTAMENTO OLTRE IL LIMITE ELASTICO
NP N P PC
NP P MP MP
P MP MP
PC
LABILE LABILE
Il margine di una struttura iperstatica rispetto al collasso, dovuto al comportamento in campo
plastico, è effettivamente sfruttato integralmente se:
1) La struttura utilizza effettivamente tutte le iperstatiche
BUONO CATTIVO
s s
r r
(dipende essenzialmente dal materiale).
160
Capitolo20 COMPORTAMENTO OLTRE IL LIMITE ELASTICO
CRITERI DI PLASTICITA’
esprime il confine fra stato elastico e stato plastico, si generalizza nel caso bi – e triassiale.
Sono state proposte diverse generalizzazioni; ciascuna costituisce un criterio di plasticità.
Abbiamo diversi criteri:
• Criteri basati sui valori raggiunti, nel punto, da certe tensioni;
• Criteri basati sui valori raggiunti, nel punto, da certe deformazioni provocate dalle tensioni;
• Criteri basati sui valori raggiunti, nel punto, dall’energia potenziale elastica.
I criteri devono tener conto di un’evidenza sperimentale:
il raggiungimento del limite elastico in un punto è governato essenzialmente
dai valori delle tensioni tangenziali (uno stato di tensione idrostatica,
puramente normale, mantiene il materiale elastico fino a valori elevatissimi
della tensione).
Accenniamo a due fra i più noti criteri di plasticità.
Il primo (Tresca) appartiene al primo gruppo; il secondo (Von Mises) appartiene al terzo.
Criterio di Tresca.
Secondo il criterio di Tresca, si raggiunge la plasticità in un punto quando la tensione tangenziale
massima nel punto raggiunge un certo valore.
Criterio di Mises.
Il criterio di Mises tiene conto dell’influenza prevalente delle tensioni tangenziali considerando, in
luogo del tensore σ ij , un altro tensore s ij (deviatore della tensione) così costituito:
• Le componenti a indici uguali s ii sono date dalle omologhe σ ii depurate della tensione normale
media σ =
1
(σ xx + σ yy + σ zz ).
3
s xx = σ xx −
1
(σ xx + σ yy + σ zz ); s xy = σ xy
3
= σ yy − (σ xx + σ yy + σ zz ) ;
1
Quindi: s yy s xz = σ xz
3
= σ zz − (σ xx + σ yy + σ zz ) ;
1
s zz s yz = σ yz
3
161
Capitolo20 COMPORTAMENTO OLTRE IL LIMITE ELASTICO
Fatta questa premessa, secondo il criterio di Mises si raggiunge la plasticità in un punto quando
l’energia potenziale elastica connessa con s ij (energia distorcente) raggiunge nel punto un certo
valore.
+ L
- L
Sono elastici gli stati ( σ , τ ) che danno luogo ad un cerchio di Mohr interni alla striscia ( ± τ L ),
essendo la τ L la τ limite.
Si ha la plasticità per stati ( σ , τ ) con cerchio di Mohr tangente alle due rette τ = ±τ L .
2
σ
± + τ 2 = τ L → σ 2 + 4τ 2 = 2τ L (1)
2
σ 2 + 4τ 2 = σ i (2)
essendo σ i il valore sperimentale sul provino. σ i prende il nome di tensione ideale.
162
Capitolo20 COMPORTAMENTO OLTRE IL LIMITE ELASTICO
Coulomb: τ L = (C − σ )tgϕ
Sono elastici gli stati ( σ , τ ) che danno luogo a cerchi di Mohr interni all’angolo.
f( )
Sono elastici gli stati ( σ , τ ) che danno luogo a cerchi di Mohr interni alla curva.
163