INTRODUZIONE ALLA
STABILITA’ DELL’EQUILIBRIO
− sin = 0 (1.1)
1
Π () = 2 − (1 − cos ) (1.3)
2
1
2 CAPITOLO 1. INTRODUZIONE ALLA STABILITA’ DELL’EQUILIBRIO
k F
F F
L
F M L (1-cos)
L sin
F
2Π
= − 0 (1.7)
2
l’equilibrio è stabile.
2Π
= − 0 (1.8)
2
l’equilibrio è instabile.
Figura 1.3: Grafico della derivata seconda dell’energia potenziale totale nel caso
= 1 con sin = .
µ ¶
2Π
= − cos = − cos = 1 − 0 (1.9)
2 sin tan
l’equilibrio è stabile.
L’andamento della derivata seconda dell’energia potenziale totale è illustrato in
figura 1.3. In figura 1.4 è riportato l’andamento dell’energia potenziale totale per
= 05, = 15 e = 10.
In realtà nella maggior parte delle applicazioni tecniche è di fondamentale im-
portanza determinare esclusivamente il valore del carico critico ovvero del carico
di biforcazione dell’equilibrio, mentre risulta spesso poco interessante, e particolar-
mente complesso, definire tutti i percorsi di equilibrio post-critici. Allo scopo di
determinare il carico critico si può svolgere un’analisi considerando configurazioni
molto vicine a quella indeformata. A tale fine, si sviluppano in serie di Taylor le
funzioni trigonometriche fino al secondo ordine:
sin =
2 (1.10)
cos = 1 − 2
F
Figura 1.5: Trave semplicemente appoggiata con elementi elastici, caricata di punta.
F1
F2
Le forme delle deformate corrispondenti ai due valori del carico critico determinati
sono riportati schematicamente in figura 1.6.
Se ne deduce allora che in corrispondenza del valore del carico critico 1 2 la
configurazione di equilibrio non banale è una qualsiasi, proporzionale alla prima di
quelle riportate in figura 1.6. Inoltre, in corrispondenza del valore del carico critico
2 1 , la configurazione di equilibrio non banale è una qualsiasi, proporzionale
alla seconda di quelle riportate in figura 1.6.
essendo = .
Nell’ipotesi che le curvature siano comunque non troppo grandi e che possa
ancora valere la classica relazione tra momento flettente e curvatura, si ottiene la
seguente equazione differenziale:
+ = 0 (1.24)
8 CAPITOLO 1. INTRODUZIONE ALLA STABILITA’ DELL’EQUILIBRIO
M v v+dv
N M+dM
T
N
T+dT
ovvero
+ 2 = 0 con 2 = (1.25)
L’equazione (1.25) ammette soluzione del tipo:
= sin () + cos () + +
per cui si ha:
= − 0 = − cos () + sin () −
0
= = 2 sin () + 2 cos ()
(1.26)
= − = 3 cos () − 2 sin () +
0 0
N
z1 z2 z3
1 2 3
A B C D
1.2.1 Esempio
Determinare il carico critico della trave a sezione variabile in figura 1.8.
L’equazione differenziale che governa il problema è la seguente:
4 2
+ =0 (1.31)
4 2
dove è l’inflessione della trave e è l’asse della trave. Ponendo:
2 = (1.32)
l’equazione (1.31) diventa:
4 2
2
+ =0 (1.33)
4 2
La soluzione dell’equazione differenziale (1.33) è del tipo:
• in A:
1 (0) = 0
1 (0) = 0
• in B:
1 (1 ) = 2 (0)
1 (1 ) = 2 (0)
1 (1 ) = 2 (0)
1 (1 ) = 2 (0)
1.2. TRAVI CON ELASTICITÀ DIFFUSA 11
• in C:
2 (2 ) = 3 (0)
2 (2 ) = 3 (0)
2 (2 ) = 3 (0)
2 (2 ) = 3 (0)
• in D:
3 (3 ) = 0 ¯
3 (3 ) = 3¯
3 ¯
3
Esplicitando si ha:
0 = 1 + 1
0 = 1 + 1
0 = 1 sin (1 ) + 1 cos (1 ) + 1 1 + 1 − [2 + 2 ]
0 = 1 cos (1 ) + 1 sin (1 ) + 1 − [( ) 2 + 2 ]
0 = 2 1 sin (1 ) + 2 1 cos (1 ) − ( )2 2
0 = 3 1 cos (1 ) + 3 1 sin (1 ) − ( )3 2
0 = 2 sin (( ) 2 ) + 2 cos (( ) 2 ) + 2 2 + 2 − [3 + 3 ]
0 = ( ) 2 cos (( ) 2 ) + ( ) 2 sin (( ) 2 ) + 2 − [( ) 3 + 3 ]
0 = ( )2 2 sin (( ) 2 ) + ( )2 2 cos (( ) 2 ) − ( )2 3
0 = ( )3£2 cos (( ) 2 ) + ( )3 2 sin (( ) 2 ) − ( ) 3
¤ 3
2 2
0 = −3 £( ) 3 sin (( ) 3 ) + ( ) 3 cos (( ) 3 )¤
0 = −3 ( )3 3 cos (( ) 3 ) + ( )3 3 sin (( ) 3 )
− [( ) 3 cos (( ) 3 ) + ( ) 3 sin (( ) 3 ) + 3 ]
(1.40)
Ponendo:
1 = sin (1 ) 1 = sin (1 )
2 = sin (2 ) 2 = sin (2 ) (1.41)
3 = sin (3 ) 3 = sin (3 )
si ottiene il seguente sistema di equazioni omogeneo:
MX=0 (1.42)
Per ottenere una soluzione del sistema di equazioni (1.42) diversa dalla banale, si
impone il determinate della matrice dei coefficienti uguale a zero: