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STAGIONE 2021-22
Teatro Binario 7
domenica 19 settembre 2021 alle 20
Presenta
Corrado Accordino
direttore artistico del Teatro Binario 7
Intervengono
Dario Allevi, sindaco di Monza
Massimiliano Longo, assessore alla cultura del comune di Monza
Alfredo Colina, condirettore della Scuola di Teatro Binario 7
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INDICE
Comunicato stampa
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Teatro+Tempo Presente
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L’altro Binario
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Teatro+Tempo Eventi
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Teatro+Tempo Famiglie
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Contatti 69
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STAGIONE 2021-22
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Il Teatro Binario 7 è diventato in questi anni un vero e proprio punto di riferimento culturale
per la nostra città con interessanti stagioni teatrali capaci di sviluppare, anno dopo anno,
quell’idea che il palcoscenico possa svolgere un’importantissima funzione pubblica anche
per la crescita e lo sviluppo sociale ed educativo della comunità.
In questi anni il Teatro Binario 7 ha saputo esercitare una forte attrazione sui grandi
protagonisti della scena teatrale, che arrivano a Monza a lavorare in assoluta autonomia e
indipendenza sia dal punto di vista artistico che progettuale. Ciò anche perché il pubblico
monzese è appassionato, competente e giovane, sempre alla ricerca di stimoli nuovi.
Per dirla con le parole di Gigi Proietti, un gigante del palcoscenico che ci ha lasciati un anno
fa, «Benvenuti a teatro, dove tutto è finto, ma niente è falso».
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Buona stagione a tutti!
Comunicato stampa
Si riaccendono le luci sul palcoscenico del teatro Binario 7 di Monza, che si prepara a
presentare la sua diciassettesima stagione. Succederà domenica 19 settembre alle 20: sul
palco, con il direttore artistico Corrado Accordino, il sindaco di Monza Dario Allevi,
l’assessore alla Cultura Massimiliano Longo e alcuni protagonisti della stagione.
Il polo di via Turati torna a offrire al pubblico emozioni, riflessioni e bellezza: lo fa dopo aver
già riaperto alla fine dello scorso aprile, non appena l’emergenza sanitaria ha attenuato la
sua morsa, con gli spettacoli portati in scena nell’ambito di un mini finale di stagione e della
più ricca rassegna estiva. Torna adesso, in piena sicurezza, con diversi cartelloni tutti da
scoprire. E un fil rouge che vuole accompagnare il pubblico, con leggerezza e creatività, alla
scoperta del Libero Stato della Bellezza e dei suoi Ministeri, che abbracciano tutte le
sfaccettature artistiche e culturali del teatro e della sua scuola. Con alcune novità.
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Ma non ci si ferma qui: torna la prosa de L’altro Binario, con le sue nuove proposte e i nuovi
linguaggi, e prenderà il via per la prima volta una rassegna cinematografica dedicata a film
d’autore (ma non solo). Spazio poi all’arte, con BinarioArte e un programma di mostre e
iniziative che snoderà lungo l’intero anno negli spazi di via Turati. Da Monza ci si sposterà
anche in altri comuni della Brianza: nuova la collaborazione con l’amministrazione comunale
di Bovisio Masciago, mentre si conferma quella con Agrate Brianza.
Non solo teatro: perché, intanto, si arricchisce il palinsesto di Radio Binario 7 e perché i
corsi proposti dalla Scuola di teatro Binario 7 quest’anno sono più di quaranta e adatti a
tutte le età, dai più piccoli agli over 60.
LA STAGIONE
La stagione di Teatro+Tempo Presente porta con sé una nuova produzione della Compagnia
Teatro Binario 7.
Psycho Killer (dal 13 al 16 gennaio 2022) racconta le vicissitudini di tre sceneggiatori alle
prese con l’ultima stagione di una serie televisiva di successo. Sono al lavoro per definire il
finale e non si trovano d’accordo tra loro. Lo spettacolo si sofferma su tutto quello che
assorbiamo quotidianamente dal piccolo e dal grande schermo, su cosa cerchiamo nelle
storie per placare il nostro senso di inadeguatezza, solleticare i nostri umori e soddisfare le
nostre ansie. Drammaturgia e regia di Corrado Accordino.
Si inizia però con uno spettacolo itinerante, evento inaugurale a ingresso gratuito (dal 30
settembre al 3 ottobre 2021) ideato dal direttore artistico Accordino: si snoderà nei diversi
spazi del Binario 7 e accompagnerà il pubblico a riappropriarsi fisicamente dei luoghi che per
troppi mesi sono stati negati. Perché un teatro è fatto di muri, assi di legno, poltrone, corde
e fari, ma diventa un luogo magico grazie all’energia di chi lo vive.
Alcuni spettacoli in calendario nell’autunno introducono due motivi che snoderanno nel
corso della stagione: la tematica femminile e i drammi dei migranti, legati a conflitti e
rivoluzioni. Un viaggio nel tempo con Sara D’Amario alla scoperta di venti scienziate
eccezionali: è XXn sfumature di donne di scienza (dall’8 al 10 ottobre 2021). Dal periodo
delle “streghe” a quello delle prime donne laureate, dal fascino dell’atomo alle implicazioni
etiche delle “forbici” del DNA. Storie di donne geniali che portano a chiederci se
l’intelligenza abbia un sesso. Si parla di libertà, e di libertà delle donne, con The Handmaid’s
Tale. Confessione di un’ancella (dal 12 al 14 novembre 2021), tratto dal Racconto
dell’ancella di Margaret Atwood che ha ispirato anche una fortunata serie televisiva.
Ambientazione da futuro distopico per lo spettacolo che porta in scena Viola Graziosi, con la
regia di Graziano Piazza. Ne L’altra Resistenza (dal 6 all’8 maggio 2022) Cinzia Spanò dà voce
alle vicende della storica direttrice della Galleria nazionale d’arte Moderna di Roma, Palma
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Bucarelli: antifascista che durante la seconda guerra mondiale si è impegnata a mettere in
salvo molte opere d’arte.
Una sola sedia in scena basterà invece per raccontare il travaglio e il peregrinare di un
bambino, costretto a barattare la propria innocenza in cambio della sopravvivenza. Nel
viaggio diventa un uomo portando sempre in tasca le parole di suo padre e le promesse
fatte a sua madre: è Nel mare ci sono i coccodrilli (dal 26 al 28 novembre 2021), di Fabio
Geda e con Christian Di Domenico. Prende invece il via nello scantinato di una prigione I
girasoli (dal 4 al 6 febbraio 2022), dove due donne sono costrette a lavare dal sangue i
vestiti dei condannati e i panni sporchi della rivoluzione in corso: spettatrici scomode, sono
due inconsapevoli testimoni della Storia. Di Emanuela Bolco ed Elisabetta Ratti, quest’ultima
sul palco con Marisa Della Pasqua.
L’amore vince (dal 10 al 12 dicembre 2021) porta sul palco Valentina Paiano, volto noto del
Binario 7, con Alessandro Treccani e Maurizio Brandalese, che cura anche la regia di questa
commedia moderna ispirata a L’amore medico di Molière e alla grande tradizione della
commedia dell’arte. Produzione Dedalus. Ancora risate con La battuta atomica (dal 28 al 30
dicembre 2021), che vede in scena altre due personalità del Binario 7: Alfredo Colina e
Rossana Carretto, impegnati con Stefano Chiodaroli a svelare al pubblico - o forse no - la
battuta rivoluzionaria, quella che cambierà definitivamente il mondo, arrivando addirittura
fino a dove la politica non è mai arrivata. Regia di Marco Posani e Giorgio Centamore per la
produzione di Teatro Bello. Commedia agrodolce che esplora i conflitti tra sentimenti,
interessi e valori ai tempi della nostra modernità liquida è Combattenti (dall’8 al 10 aprile
2022): Silvia Pietta e Massimo Speziani interpretano una ex campionessa di pugilato e un
giornalista sportivo disoccupato, che si uniscono per rilanciare la palestra di lei con una serie
di tutorial di autodifesa femminile. Ma sarà proprio la riuscita del piano a mettere a rischio il
loro rapporto.
Nuovi e apprezzati nomi della drammaturgia contemporanea per altri due spettacoli in
cartellone. Daniele Vignozzi firma Argonauti e Xanax (dal 21 al 24 ottobre 2021): con i
ragazzi della Compagnia Caterpillar porta in scena un viaggio alla scoperta del mondo di
ognuno di noi, diviso tra speranze e paure, legami e isolamento. Un mondo in cui è facile
perdere la rotta senza lavoro di squadra. Un vero e proprio thriller teatrale sulla nuova era,
quella dell’ansia. Con La donna più grassa del mondo (dal 28 al 30 gennaio 2022) Emanuele
Aldrovandi induce a riflettere sulla capacità dell’uomo di immaginare un modo alternativo
per raggiungere una felicità che non lo condanni all’autodistruzione.
Violenza e stupidità, stupidità e violenza: se ne parlerà tra febbraio e marzo. Ecco allora
Leviatano (dal 18 al 20 febbraio 2022): il caso di un rapinatore improvvisato che,
suggestionato da un esperimento, si strizza un limone in faccia e poi assalta due banche
finisce in mano a due studiosi di psicologia sociale, David Dunning e Justin Kruger. Diventa lo
spunto per una “teoria della stupidità”, il cosiddetto Effetto Dunning-Kruger. Di Riccardo
Tabilio con la regia di Marco Di Stefano e con Giulio Davanzati, Alessia Sorbello, Andrea
Trovato. La rivolta dei brutti (dall’11 al 13 marzo 2022) prende spunto da una strage
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compiuta nel 2014 in California che alza il velo sulla community online nota anche in Italia:
quella degli incel, dall’inglese “involuntary celibate”, ossia uomini sessualmente frustrati.
Quattro ragazzi rivivono il meccanismo alla base della strage svelandoci come la rete
esasperi le frustrazioni e crei ghetti virtuali che diventano luoghi reali. Una produzione MTM
Teatro per la regia di Stefano Cordella.
Due monologhi per le due produzioni milanesi che chiudono la stagione. Teatro OutOff con
Il sogno di un uomo ridicolo (dal 25 al 27 marzo 2022) porta in scena il racconto in cui Fëdor
Dostoevskij suggerisce che la felicità sulla terra può esistere e cercarla non solo ha senso,
ma è forse l’unica cosa che abbia senso fare. Sul palco Mario Sala per la regia di Lorenzo
Loris. È invece del Teatro dell’Elfo Nel guscio (dal 20 al 22 maggio 2022), dal romanzo di Ian
McEwan per la regia di Cristina Crippa: un feto ormai prossimo a divenire un bambino è
incastrato a testa in giù nel grembo di una donna. La madre si chiama Trudy, probabile
diminutivo di Gertrude, ha un amante di nome Claudio, fratello di un nobile marito di cui si
progetta l’eliminazione: pochi dettagli per capire che si tratta di una famiglia dalla storia
nota. Che abita in Danimarca. Con Marco Bonadei.
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percorsi dedicati alle giovani espressioni locali e a vere azioni di performing art. Il Ministero
della Voce, sulle onde di Radio Binario7, che proporrà un nuovo palinsesto ricco di spunti e
stimoli sul sociale, la cultura e qualche irruzione nel paradosso. Il Ministero della Creatività,
il luogo dell’azione scenica, la nostra scuola di teatro, che torna ad aprire le porte a chi vorrà
sperimentare, cimentarsi con la libertà espressiva e indossare panni, volti e gesti dell’attore.
Questo il nostro Stato Libero della Bellezza, il luogo del possibile e dell’impossibile,
dell’essere e non essere, del qui e ora, del reale e dell’irreale, della fantasia e dell’umano
respiro. Certo, un gioco, un divertissement da teatranti o una semplice provocazione
intellettuale. Ma anche la voglia e il desiderio di ricordare che, talvolta, sono proprio i
momenti difficili, le ferite e le cadute, a farci capire cosa è davvero importante e di cosa
abbiamo realmente bisogno. Stare insieme, immaginare, sorridere, emozionarci, proteggere
il nostro tempo e proteggere la Bellezza!
Corrado Accordino
TEATRO+TEMPO PRESENTE
ideata da Corrado Accordino in collaborazione con Elio De Capitani
CARTELLONE
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L’AMORE VINCE dal 10 al 12 dicembre
2021
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dall’8 al 10 ottobre 2021
XXn SFUMATURE DI DONNE E DI SCIENZA
di e con Sara D’Amario
musiche dal vivo e mise en scène François-Xavier Frantz
produzione Associazione Ancóra e Constellation Factory
Un one woman show dal tono leggero: un viaggio nel tempo per divertirsi scoprendo venti
scienziate eccezionali. Perché non dobbiamo dimenticare che ci sono state fin troppe donne,
in passato, che hanno dovuto cambiare nome o travestirsi da uomo per inseguire il loro
sogno e dimostrare di essere grandi scienziate. Donne che, dopo aver studiato di nascosto,
sono riuscite a uscire dall’ombra.
Dall’alchimista o “strega” del I secolo dopo Cristo alla versione 4.0 di Google, passando
attraverso la storia delle prime donne laureate, per poi raccontare le avventure di quelle che
hanno fatto da apripista nella matematica, nell’astronomia, nella fisica nucleare,
nell’informatica, nella biogenetica. Tante donne, insieme ai loro papà, alle loro mamme, ai
mariti, agli amanti, ai colleghi, agli insegnanti: un esercito pacifico di cervelli in movimento
per dimostrare che l’intelligenza non ha sesso.
XXn sfumature di donne e di scienza è il trionfo della luce, dei sogni, della passione, della
determinazione. E la sconfitta del pregiudizio. Lo spettacolo propone collegamenti
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inaspettati e curiosi. Insieme ci si diverte: i termini tecnici e scientifici sono resi accessibili a
tutti, così che il racconto risulti piacevole per pubblici diversi.
Nel poema epico Le Argonautiche, Apollonio Rodio racconta di giovani eroi salpati alla
ricerca di un tesoro dal valore inestimabile: il vello d’oro. Oggi, però, i giovani Argonauti
sembrano non salpare mai. Come in un inverno perenne che non lascia intravedere la
stagione delle partenze, sette ragazzi, ex compagni di liceo, si ritrovano per risolvere il
mistero di un amico. Marco, il più brillante e ambizioso di loro, da anni all’estero, è
finalmente tornato in città, ma si è chiuso in casa e non vuole saperne di uscire. Sarà così
che il gruppo, come una vera squadra di salvataggio, proverà a fare breccia nella fortezza in
cui è rinchiuso, fino a scoprire che le mura che imprigionano l’amico sono quelle dell’ansia e
degli attacchi di panico. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono milioni le
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persone che, oggi, si trovano imprigionate da queste mura. Come molte di loro, Marco trova
nello Xanax una medicina, un anestetico ai propri mali: fino all’arrivo di Sara, l’unica che
riuscirà a penetrare nella nebbia che lo avvolge. I due condivideranno le proprie paure in un
vortice di amore e patologia che li porterà a rischiare la vita costringendo gli altri a un ultimo
e disperato salvataggio.
NOTE DI REGIA
La parola ansia oggi fa parte del nostro dizionario quotidiano e quasi ognuno di noi sa, per
esperienza diretta o indiretta di amici o conoscenti, cosa sia un ansiolitico, un tranquillante o
un attacco di panico. È normale per noi pensare agli anni che ci aspettano con un piccolo e
inconfessabile timore nel cuore. Sono problemi che viviamo ogni giorno ma di cui parliamo
poco e male. Il motivo? Paura, certo. Ma cos’è la paura? La paura è questo cane che si
morde la coda e che più morde più ha fame, in un cerchio senza fine. A meno che non
smettiamo di
mordere e rompiamo il cerchio, a meno che non si tenti di vincere l’ansia di ciò che verrà - il
terrore di una prossima pandemia o di un altro insuccesso personale - con l’unica cosa che
abbiamo sempre a portata di mano, il presente. E il presente è una pianta che si coltiva con
qualcuno, mai da soli. Argonauti e Xanax è tutto questo tentativo di ripartire da ciò che
abbiamo: lo sforzo di una giovane ciurma di riprendersi il futuro nel modo in cui gli antichi ci
hanno insegnato. Insieme.
Il racconto dell’ancella è un romanzo distopico scritto nel 1985 dalla canadese Margaret
Atwood, tornato alle cronache per il grande successo della serie televisiva The Handmaid’s
Tale, che ha ispirato i cortei di protesta delle donne di tutto il mondo.
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Attraverso il ritrovamento di una confessione registrata, siamo rapiti dal racconto di
un’ancella. Non sappiamo da dove ci parli, quale luogo e quale tempo, ma riconosciamo che
parla proprio a noi, donne e uomini di questa società contemporanea. L’ancella porta in sé
l’urgenza della domanda che brucia: la nostra responsabilità.
Ci interroga sulla libertà, su ciò che ne facciamo e soprattutto su quale sia realmente la
libertà delle donne. Diventa un simbolo, ma anche l’incubo di un futuro prossimo possibile,
un monito che ci tiene in guardia.
Nella nostra esperienza di esseri umani ci ritroviamo talvolta a cogliere i segni del
cambiamento senza ascoltarli troppo, demandando la nostra responsabilità ad altri e
pensando che tutto procederà sempre più o meno bene. Solo quando è ormai troppo tardi
ci accorgiamo che il cambiamento ci ha superato e siamo diventati vittime della nostra
stessa indolenza.
C’è chi parte per amore, per lavoro o per turismo. Poi ci sono quelli che partono per
inseguire la vita, e allora la partenza è un parto. Un viaggio in posizione fetale, stipato in
pochi centimetri, nella pancia di un camion dentro un mare di letame. Un mare in salita, che
unisce e che separa. Un mare che è liquido amniotico che nutre ma in cui si può annegare.
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uno dei drammi contemporanei più toccanti: le migrazioni di milioni di individui in fuga da
territori devastati dalle guerre, in cerca di un miraggio di libertà e di pace. È una storia che ci
riguarda, anche se preferiamo non ascoltarla. “Le guerre cominciano nella mente degli
uomini ed è nella mente degli uomini che bisogna costruire la difesa della pace”, dice il
preambolo della costituzione dell’Unesco. Il teatro, da Eschilo a Shakespeare, ha avuto una
funzione determinante nella formazione dell’uomo occidentale perché col suo mettere sulla
scena tutti protagonisti di un conflitto, ognuno con i suoi punti di vista, i suoi ripensamenti e
le sue scelte di azione, è servito a far riflettere sul senso delle passioni e sull’inutilità della
violenza. Spero che raccontare la storia di Enaiatollah, in forma di monologo teatrale, possa
costituire una preziosa occasione per fermarsi, riflettere, prendere coscienza. E poi ognuno
faccia qualcosa, anche solo tendere una mano: per salvare una vita umana e salvare la
propria. E sentire la pace dentro di sé.
L’amore vince si ispira alla commedia di Molière L’amore medico: protagonisti Sganerelle e
la figlia Lucinde, triste di una tristezza che sembra perenne e senza rimedio. Ma la giovane in
realtà si strugge d’amore: potrebbe alleviare le sue pene sposando Clitandre. Quando
Sganerelle lo scopre, va su tutte le furie: per lui quel matrimonio non s’ha da fare.
Tutto cambia quando entra in scena l’arguta serva di casa, Lisette, che decide di tendere un
tranello a Sganerelle. Lucinde, così, si finge malata: secondo il parere di un medico
(squinternato) la giovane sarebbe in fin di vita e solo un matrimonio potrebbe guarirla. Fra
travestimenti e inganni, Clitande e Lucinde riusciranno a convincere Sganerelle a dare il suo
benestare al matrimonio. Sempre, ovviamente, che anche il pubblico sia d’accordo.
NOTE DI REGIA
L’opera originale di Molière viene rappresentata per la prima volta nel 1665 alla corte di re
Luigi XIV. Si tratta di una rivisitazione della prima commedia di Molière, Il medico volante.
Tra Molière e i medici non correva buon sangue. O, meglio, era il grande commediografo
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francese a dettare i ritmi del duello, serbando ed esacerbando nell’animo un accanito
sentimento di avversione contro i rappresentanti della categoria, da lui canzonati in quanto
“ciarlatani e impostori”. In questo caso la compagnia di attori ha voluto ricondurre il testo
scritto da Molière alle vicende che legano i più famosi innamorati della storia: Piramo e
Tisbe, Lancillotto e Ginevra, Tristano e Isotta, Fillide e Demofonte, Romeo e Giulietta. Il
ritorno a un teatro popolare, di origine italiana qual è la commedia dell’arte, è un modo per
restituire alla scena ciò che più si avvicina al sentire del pubblico. La storia di chi ha un sogno
e non può acchiapparlo, se non con caparbietà e determinazione: fino a far sì che anche chi
non crede si redima e si unisca al giubilo della felicità estatica finale, sapendo che l’amore
vince sempre e comunque, anche nei finali più tragici. Un inno alla gioia ricco di incidenti e
possibilità, com’è la vita, che alla fine ci restituisce la risata con cui seppelliremo tutte le
disgrazie. Un ballo liberatorio e rituale che inebria i commensali ospiti di questa cena ricca di
improvvisazione, ritmo, lazzi e scherzi. Perché da teatro si possa uscire non solo con
tormenti ma anche, divertendosi, pieni di stimoli e di riflessioni.
Uno spettacolo per rispondere a una domanda: “Può la comicità cambiare il mondo e i
poteri che lo governano?”
Tra Mirko e Eva c’è un legame affettivo. Mirko, però, non ne ha parlato con Alberto: è stato
in silenzio per non svilire l’importanza di quella grande occasione professionale, tanto
inseguita e tanto sognata.
Alberto non sa che Mirko nasconde un segreto, ma nemmeno Mirko sa che pure Alberto ne
custodisce uno, meno romantico e molto più pericoloso: una battuta rivoluzionaria, la
battuta che cambierà definitivamente il mondo, arrivando dove la politica non è mai
arrivata: La battuta atomica.
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Ma i segreti vengono scoperti e i delicati equilibri tra amicizia, sentimento e lavoro
sembrano essere lì lì per esplodere tutti insieme. Nel frattempo “Sganasciamoci&
Scompisciamoci” sta andando in onda e il tempo a disposizione è sempre meno: prima dieci
minuti, poi cinque, poi tre, poi uno, e alla fine l’amara verità: c’è il tempo per una sola
battuta.
Tre sceneggiatori stanno lavorando al finale dell’ultima stagione di una serie televisiva
thriller/giallo/legal di grande successo. Ma non sono affatto d’accordo tra loro.
La serie parla di una coppia in carriera e corrotta. Lui: un avvocato di successo invischiato tra
mafia e aziende farmaceutiche. Lei: primario ospedaliero costantemente in conflitto tra le
pressioni familiari e lavorative. Si trovano davanti a una scelta importante: accettare o
rifiutare un pesante ricatto politico. Si vorrebbe usare l’ospedale dove lavora lei per
un’ambigua sperimentazione scientifica.
Al lavoro insieme, gli sceneggiatori non sono più uniti ed entusiasti come un tempo: le
necessità produttive e le regole del mercato hanno creato distanze nel gruppo. Alberto è il
più giovane, pragmatico e ambizioso. Scrive per i soldi e per la fama: vorrebbe dare al
pubblico un finale di stagione esaltante. Cinzia, più polemica, è un’idealista un po’
romantica: scrive perché ancora crede di poter cambiare il mondo con le grandi storie.
Punterebbe, per il protagonista, su una scelta inaspettata. Poi c’è Alessandro: stanco e
disilluso dal mondo dello spettacolo. Vorrebbe cambiare vita e aprire un bar in Sicilia ma ha
paura e, oltretutto, sta affrontando un divorzio che lo sta avvelenando. Tutte le loro
frustrazioni e le loro ossessioni emergono tra le righe della storia che stanno scrivendo.
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Psycho Killer vuole parlare del potere dell’immaginazione e mostrarne le implicazioni.
Esplorare come e quanto tutti siano manipolabili: quanto ognuno di noi aspiri, nel profondo,
a una libertà di pensiero e di scelta e come, allo stesso tempo, sia difficile risultarne davvero
all’altezza. Del resto, però, le storie servono proprio a questo: a ricordare chi si è stati e
immaginare come si potrebbe essere.
Una grossa crepa minaccia la sicurezza della casa in cui vivono i protagonisti di questa storia,
ma solo uno di loro sembra preoccuparsene: è l’Uomo del piano di sotto che da mesi tenta
di convincere la coppia di vicini a intraprendere i lavori di ristrutturazione. Il problema è che
la crepa si trova proprio sotto il divano della Donna più grassa del mondo che pesa
quattrocentosessanta chili e non può muoversi. L’unica possibilità per poter intraprendere i
lavori sarebbe che il Marito la convincesse a dimagrire, ma la felicità che le procura il cibo è
troppo grande perché la donna possa rinunciarvi. In un’epoca in cui sembra che la nostra
società abbia raggiunto il suo massimo grado di benessere, questa commedia, attraverso
una cifra grottesca e paradossale, induce a riflettere sulla capacità dell’uomo di immaginare
un modo alternativo per raggiungere la felicità che non lo condanni all’autodistruzione.
NOTE DI REGIA
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Ci è stato insegnato che viviamo nel migliore dei mondi possibili ed è quindi assurdo cercare
di costruirne uno migliore. Eppure l’aumento dell’uso di psicofarmaci nel nostro paese ci
spinge a pensare che questo “benessere” non sia poi così diffuso. Noi non siamo felici.
Abbiamo continuamente fame. Abbiamo le case piene di oggetti, ma ne vogliamo sempre di
nuovi. Siamo pieni di contatti, ma non ci soddisfano del tutto. Siamo affamati. La nostra
società ha raggiunto una grande libertà, ma questa libertà non ci ha liberato. Continuiamo
ad avere fame. Questa fame insaziabile, questa vuotezza intrinseca, ci parla di una cosa
molto reale, di una profonda vacuità al centro della nostra cultura, generata dalla
distruzione di idee e tradizioni rimpiazzate da sistemi economici per cui l’uomo non deve
credere più a nulla se non alla soddisfazione del proprio desiderio. Il desiderio è diventato il
nostro ultimo idolo. Lavoriamo per l’affermazione incontrastata della nostra volontà di
godimento attraverso la distruzione di tutti i tabù. La distruzione dei tabù ci rende più liberi?
O sono i limiti a renderci liberi? La Donna più grassa del mondo ha intrapreso un percorso
alla ricerca della massima felicità e del massimo godimento attraverso il cibo e la distruzione
di tutti i cliché sociali, ma non raggiunge uno stato di felicità. Questa Donna grassa che, pur
essendo simbolo di insaziabilità, rimane contemporaneamente metafora di fertilità, ci
suggerisce che c’è qualcosa di cui noi esseri umani abbiamo bisogno per un nostro autentico
benessere e che non cesseremo mai di desiderare: comunità, connessione, contatto con la
natura, una missione più grande dei nostri immediati desideri parcellizzati.
dal 4 al 6 febbraio 2022
I GIRASOLI
di Elisabetta Ratti, Emanuela Bolco
con Elisabetta Ratti, Marisa Della Pasqua
violino Adriana Mangiarotti
voce fuori campo Gabriele Calindri
regia Elisabetta Ratti
con la collaborazione di Emanuela Bolco
Un Paese in rivoluzione. Nello scantinato di una prigione due donne extracomunitarie sono
costrette a lavare dal sangue i vestiti dei condannati, i panni sporchi della rivoluzione.
Spettatrici scomode, rinchiuse nel sottobosco delle esecuzioni, due inconsapevoli sibille
testimoni della Storia.
Un’amicizia nata in cattività che cresce col precipitare degli eventi, fino ad arrivare a un
ultimo gesto di umanità: restituire dignità alla morte, forse quella di una regina.
I girasoli è uno spettacolo fra tragico e comico che con umana ironia attraversa un periodo
storico in cui tutto è sottosopra - un periodo storico non così lontano dai giorni nostri.
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dal 18 al 20 febbraio 2022
LEVIATANO
di Riccardo Tabilio
con Giulio Davanzati, Alessia Sorbello, Andrea Trovato
regia, scene e costumi Marco Di Stefano
assistente alla regia Cristina Campochiaro
drammaturgia Chiara Boscaro
una coproduzione Network NdN, Teatro Libero Palermo, Fondazione Atlantide Teatro
Stabile di Verona, Centro Teatrale MaMiMò
col supporto di TRAC - Centro di residenza teatrale Pugliese, AterlierSì, Dracma - Centro
sperimentale di arti sceniche
realizzato da Compagnia Carmentalia e La Confraternita del Chianti
Nel 1995 la polizia di Pittsburgh, Pennsylvania, si presenta a casa di McArthur Wheeler per
arrestarlo: 44 anni, incensurato, è stato riconosciuto colpevole di rapina aggravata ai danni
di due banche. Apre la porta agli agenti e sbianca: “Com’è possibile? Ma io avevo in faccia il
succo di limone”. Il succo di limone. Gli inquirenti si scambiano uno sguardo. Il succo di
limone: il succo dell’invisibilità? Il caso di un rapinatore improvvisato che, suggestionato da
un esperimento con l’inchiostro simpatico, si strizza un limone in faccia e poi assalta due
banche finisce in mano a due studiosi di psicologia sociale, David Dunning e Justin Kruger. Il
caso Wheeler diventa lo spunto per una “teoria della stupidità”: il cosiddetto “effetto
Dunning-Kruger”. La ricerca viene pubblicata. Ha un enorme successo e consegna al mondo
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l’archetipo mitologico degli stupidi: McArthur Wheeler, appunto. Leviatano inizia da qui, da
questa storia di cronaca degli anni '90, e la racconta a partire da fonti giornalistiche e
accademiche. La insegue e la interpreta, affondando lo sguardo nella stupidità, motore
potente della Storia, e nelle sue origini. Come il romanzo di Paul Auster a cui Leviatano deve
il suo titolo, compie una ricostruzione ricercando in controluce nella storia di un uomo solo
tra le rovine dell’America post-industriale quella che è la filigrana del mondo
contemporaneo.
NOTE DI REGIA
Tre microfoni. Due chitarre. Un distorsore. Tre attori, musicisti, performer.
Leviatano è un racconto profondamente radicato negli anni '90, decennio del grunge, neo
punk e brit pop: la musica con cui siamo cresciuti noi. Ed è proprio grazie a questa musica,
interpretata dal vivo dagli attori, che prende vita uno spettacolo che mescola realtà e
finzione, anni '90 e contemporaneità, teatro e concerto.
Leviatano è uno spettacolo rock. Da vedere, ascoltare e ballare.
Leviatano nasce dall'immaginario della nostra adolescenza, piena di sogni e fallimenti.
Un'adolescenza difficile, come tutte le adolescenze, ma anche molto divertente. Siamo
partiti da noi, dal nostro vissuto, per indagare le infinite risorse della stupidità umana. Beh,
non è stato difficile.
dall’11 al 13 marzo
LA RIVOLTA DEI BRUTTI
di Filippo Renda
con Salvatore Aronica, Francesco Errico, Giorgia Favoti, Filippo Renda
scene e costumi Stefano Zullo
light designer Fulvio Melli
sound designer Gianluca Agostini
regia Stefano Cordella
produzione Manifatture Teatrali Milanesi
Il 23 maggio 2014 a Isla Vista, California, la polizia ritrova il corpo senza vita del 22enne Elliot
Rodger all’interno della sua auto, schiantatasi qualche minuto prima contro alcuni veicoli
parcheggiati. Ad ucciderlo, però, non è stato l’impatto: la polizia ritrova sul sedile del
passeggero un’arma da fuoco con cui Rodger è riuscito a spararsi un colpo in testa. Nel suo
appartamento troveranno poi altre tre cadaveri: erano i suoi coinquilini, uccisi a coltellate.
Altre tre persone sono state ritrovate riverse sulle strade di Isla Vista colpiti da un’arma da
fuoco che sparava all’impazzata da una Bmw Serie 3 lanciata a massima velocità per le
strade californiane: l’automobile è quella di Rodger e la sua pistola ha ferito altri sette
sconosciuti, mentre la vettura ne ha investiti altri sette. La spiegazione del gesto viene
rinvenuta in un manoscritto di circa duecento pagine, un testamento che introduce le
dinamiche di una community online che già da qualche anno ha raggiunto migliaia di utenti
in tutto il mondo, anche in Italia: si fanno chiamare “Incel”, dall’inglese “involuntary
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celibate”, uomini sessualmente frustrati che utilizzano slogan come “Il femminismo è il
problema e lo stupro è la soluzione”. Problemi degli “Incel” la mancanza di fascino e
l’incapacità di seduzione, non sempre legata all’aspetto fisico.
La rivolta dei brutti è ambientata in Italia: racconta la storia di quattro ragazzi della nostra
generazione che rivivono il meccanismo alla base della strage di Isla Vista senza, però, che le
violenze siano rappresentate in scena. Racconta il tentativo di giustificare un maschilismo
feroce attraverso dinamiche vittimiste e le modalità con cui la rete amplifica ed esaspera le
frustrazioni generazionali, creando ghetti virtuali che nella coscienza degli utenti diventano
luoghi reali.
NOTE DI REGIA
Quando ho letto il testo mi ha subito colpito come la presenza dei vari schermi e dispositivi
tecnologici (computer, cellulari, videogiochi) diventasse un rifugio per i protagonisti, uno
spazio in cui la violenza può esplodere senza controllo e innescare azioni estreme e
pericolose. Abbiamo cercato di mettere il fuoco su questo delicato confine tra virtuale e
reale creando uno spazio non naturalistico che amplificasse il rapporto con lo
schermo/specchio delle percezioni che stanno sì alla base della dinamica “Incel”, ma sono
anche profondamente radicate nel substrato culturale di molti uomini.
Un racconto fantastico, scritto intorno al 1876 da Dostoevskij, che riesce a parlarci ancora
oggi della necessità dell’utopia proprio in un momento in cui il futuro, più che un sogno
fantastico, è un incubo distopico. Per Dostoevskij l’uomo deve porsi degli obiettivi positivi,
perché la felicità sulla Terra può esistere e cercarla non solo ha senso, ma è forse l’unica
cosa che abbia senso fare.
Un uomo ripercorre la sua vita e le ragioni per cui si è sempre sentito estraneo alla società.
Ogni interesse, ogni impulso vitale sembra in lui ormai destinato a esaurirsi nel nulla,
quando ecco che la svolta salvifica si presenta in forma di sogno, suggerendo una
improvvisa, quanto inaspettata, opportunità di riscatto. Il racconto decolla assieme al suo
protagonista, si sposta di piano e approda in altri mondi: le anguste pareti di una povera
stanza in affitto esplodono nello spazio e una rivelazione di trascinante potenza si offre
disinteressata agli occhi dell’uomo con la forza di una resurrezione per il suo corpo segnato
dal dolore e dalla sconfitta. La felicità sulla Terra può esistere e cercarla ha senso. Ora
l’uomo ridicolo lo sa e la sua condizione non gli è più di peso: il tempo della sua vita ora è un
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tempo pieno, un tempo di parole da regalare, di semplici verità da confidare, senza patemi,
a chi, casomai, tra una risata e l’altra le volesse ascoltare.
NOTE DI REGIA
All’improvviso accade che quest’uomo, afflitto dall’inutilità di essere al mondo, riprenda
forza e vigore attraverso un sogno e ritrovi la volontà e la gioia di vivere. Decide di
trasmettere agli altri la propria straordinaria esperienza, basata su una verità
incontrovertibile, tanto semplice ed evidente da non essere vista: l’amore salverà l’umanità
e ciò che la circonda. Questo è quello che lo stravagante protagonista vuole comunicarci. E
per questo viene scambiato per un pazzo. In fondo, il testo di Dostoevskij sta tutto qui. La
nostra scelta per rappresentarlo è stata radicale. Sulle tavole di un teatro in disarmo, in uno
spazio svuotato, uno spazio destinato alla finzione in cui non c’è più niente da fingere,
assistiamo al confronto fra uno strano individuo e le sue avventurose fantasie: una specie di
clown, che vorrebbe svelare una verità importante a coloro che lo ascoltano ma non
intendono prenderlo sul serio. Lui ne è cosciente e ne soffre. Ma in fondo non gli importa.
Basta che il suo messaggio salvifico prima o poi raggiunga qualcuno e risvegli le anime morte
delle persone che incontra. L’egoismo, la corruzione, la malvagità non sono inevitabili: una
nuova via è possibile, una nuova umanità può nascere e prosperare. Dostoevskij sceglie per
diffondere “la lieta novella” un uomo insignificante, un emarginato: proprio dai più umili
può iniziare il riscatto.
dall’8 al 10 aprile
COMBATTENTI
di Renato Grabrielli
con Massimo Speziani e Silvia Pietta
regia Domenico Ammendola
aiuto regia Valentina Donatti
assistente alla regia Chiara Baccarini
visual design Alessandro Tedde - Antropotopia
produzione NoveTeatro
NOTE DI REGIA
Combattenti è un testo scritto da Renato Gabrielli, autore contemporaneo e insegnante di
drammaturgia della Scuola Paolo Grassi. È per ammissione dello stesso autore “una
commedia bastarda”, perché a tutti gli effetti ha i canoni della commedia ma in più punti
non li rispetta: li sovrascrive, per trasformarla in qualcosa di diverso. A tratti ha punti in
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comune con il teatro dell’assurdo, ma anche con il teatro psicologico. Il testo mi ha
affascinato molto perché mi ha ricordato la drammaturgia anglosassone contemporanea,
su cui NoveTeatro da anni lavora e fa ricerca, soprattutto per la presenza di personaggi
finemente cesellati e “inchiavardati” in un contesto in cui sono costretti a stare e da cui
non possono sfuggire. In questo caso, il pretesto è la storia di Giudy, un’ex campionessa
di pugilato, che apre una palestra di boxe, kick boxing e autodifesa per sole donne. La
palestra è in grandi difficoltà economiche, lei non riesce a tenerla in piedi. Nella sua vita
entra un social media manager, “ex-giornalista sportivo disoccupato”, grande estimatore
di lei come campionessa e grande amante di boxe, che la vuole aiutare per rilanciare la
palestra. In questo contesto surreale si sviluppano non solo le conflittualità ma anche le
affinità tra i due personaggi che cercano di barcamenarsi. Entrambi sono 40-50 enni che si
stanno reinventando, dopo che hanno perso il mestiere precedente. Questo incontro crea
tante situazioni assurde, a tratti grottesche, che portano a ridere e a sorridere in più
momenti, ma che alla fine risultano essere sorprendentemente amare. Per mettere in
risalto questo contesto a tratti surreale e grottesco la messa in scena utilizza
videoproiezioni per creare un contesto dichiaratamente finto dentro al quale muovere i
personaggi perché, come diceva Gigi Proietti, “in teatro tutto è finto ma nulla è falso”.
Prima direttrice donna di un museo pubblico in Italia, storica dell’arte, donna di grande
fascino e personalità, figura fondamentale per la diffusione dell’arte contemporanea nel
nostro Paese. Eppure sono in pochi a conoscere il contributo di Palma Bucarelli negli anni
della seconda guerra mondiale.
Antifascista e molto attiva nella resistenza romana, la storica direttrice della Galleria
Nazionale d’Arte Moderna di Roma si impegnò durante la guerra a mettere in salvo le opere
d’arte dalle razzie tedesche e dai bombardamenti degli alleati. Assieme ad altre figure
coraggiose, Palma non esitò a mettere in pericolo la propria vita per contribuire a quell’altra
resistenza che fu il salvataggio del nostro patrimonio artistico, custode della nostra storia e
della nostra identità.
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dal 20 al 22 maggio 2022
NEL GUSCIO
di Ian McEwan
con Marco Bonadei
regia Cristina Crippa
produzione Teatro dell’Elfo
NOTE DI REGIA
Voi state continuando a immaginare, vero? Anch’io ho continuato, finché, fluttuando in un
limpido mare siracusano due estati fa, mi son vista Marco Bonadei immerso in una vasca di
vetro trasparente, come in un vecchio spettacolo della Fura dels Baus. Direte voi, ma proprio
un interprete di un metro e novantadue di altezza dovevi andare a scovare, quanto ci vuoi
far faticare, figlia mia! Ma abbiate fede, diverrà una credibile creatura di otto mesi, pronta a
captare tutte le voci che il corpo materno gli trasmette. E che appartengono a irresistibili
personaggi, che noi ci immagineremo, così come il nostro, consentitemi, piccolo Hamlet
cerca di figurarseli, anticipando il momento della verità, sopra ogni altro l’incontro tanto
atteso con la giovane madre incosciente e assassina, pigra e sensuale, una Trudy/Lolita
incinta, e pur sempre amatissima, nella buona e nella cattiva sorte.
In quale mare, stanza, legno o bottiglia prenderà vita questa storia, si materializzerà il nostro
guscio? Lo vedrete coi vostri occhi, le immagini, i suoni sono ancora affastellate nella mia
testa. Ma niente paura. Un proverbio messicano che mi ha colpito di recente recita: Avete
cercato di seppellirmi, e non sapevate che io sono un seme.
L’ALTRO BINARIO
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CARTELLONE
TABÙ 15 e 16 ottobre
2021
APLOD 5 e 6 novembre
2021
IL COLLOQUIO 5 febbraio
2022
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il 15 e 16 ottobre 2021
TABÙ
un progetto di Monica Faggiani, Dario Merlini e Angelo Tronca
con Monica Faggiani, Dario Merlini
drammaturgia Dario Merlini
regia Angelo Tronca
produzione Faggiani, Merlini e Tronca in collaborazione con Teatro dell’Allodola - Le
Irriverenti
Tabù è tutto ciò che è proibito, rimosso dalla coscienza, considerato intoccabile e, come
tale, deflagrante e potentemente comico quando viene pronunciato.
I due protagonisti, incuranti o inconsapevoli del pubblico, danno voce a tutto quello che ci si
vergognerebbe anche solo di pensare, o a quanto si pensa ma difficilmente si avrebbe il
coraggio di dire. Amore e sesso, vita e morte, maschile e femminile sono gli estremi,
opposti e complementari, che vengono continuamente messi a confronto e sbeffeggiati nei
loro aspetti più imbarazzanti, più meschini e più umani da una coppia davvero improbabile.
Tabù è una storia d'amore tra due esseri che rivendicano il loro diritto all'imperfezione, a
essere egoisti, inadeguati, soli e disperati. Hanno il coraggio di amarsi e di desiderarsi senza
ignorare le complicazioni, in un mondo in cui sempre più si tende a nascondere dubbi e
sconfitte dietro sgargianti e sorridenti profili virtuali.
Sesso, morte, nevrosi, egoismo: la sfida è quella di far scaturire la comicità a partire da
questi temi, affrontandoli con sincerità e irriverenza attraverso due personaggi che
rivendicano ad ogni passo la propria inadeguatezza, i propri limiti, le proprie imperfezioni e
proprie bassezze, e che, nonostante questo, sono determinati ad amarsi contro tutto e tutti.
NOTE DI DRAMMATURGIA
Tabù nasce da una richiesta degli attori Monica Faggiani e Angelo Tronca: una coppia
improbabile già a colpo d'occhio. Proprio questa “improbabilità” mi ha spinto a immaginare i
loro personaggi in situazioni al limite, scomode, imbarazzanti. Tabù è anche un testo su una
società capace apparentemente di parlare di qualunque cosa e al tempo stesso incapace di
vera empatia e di vera comunicazione: una società che cerca di eliminare tutto ciò che è
imperfetto, antiestetico, angosciante, umano, e dove la nostra vita e la sua
rappresentazione “social” sono sempre più scisse e schizofreniche. Tabù è anche una storia
d'amore, e di sesso, tra due esseri imperfetti, egoisti e nevrotici che cercano disperatamente
di amarsi nonostante errori e incomprensioni. Due esseri che, credo, in fondo somiglino
anche noi: dietro alla maschera di perfezione che il mondo ormai impone, in questa sorta di
“Ritratto di Dorian Grey” al contrario in cui viviamo, in cui le nostre immagini virtuali
diventano sempre più sorridenti e affascinanti, mentre i nostri veri volti mostrano l'angoscia,
la solitudine e la paura di non essere all'altezza di quei mostri di perfezione da noi stessi
creati.
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il 5 e 6 novembre 2021
APLOD
di Rodolfo Ciulla
regia Rodolfo Ciulla, Michele Fedele, Matteo Giacotto, Giacomo Vigentini
con Federico Antonello, Michele Fedele, Matteo Giacotto, Giacomo Vigentini
voce Domomac Dalila Reas
costumi Sara Scodro
disegno e realizzazione scene Elisa Vannuccini
disegno luci Giuseppe Musmarra
con il sostegno di Giovani Direzioni, SpazioYAK – KarakorumTeatro
produzione Fartagnan teatro
Spettacolo finalista In-box 2019
In questo mondo, a metà fra un romanzo di Orwell e una sceneggiatura dei fratelli Coen,
dove tutti sono dediti al lavoro, il protagonista viene licenziato. Stufo di vivere una vita quasi
ai margini della società, decide di aprire un’associazione criminale dedita a produrre video
pirata da caricare in rete e ricavarne un mucchio di quattrini.
NOTE DI DRAMMATURGIA
Aplod nasce da quattro mesi di lavoro in drammaturgia aperta, in un continuo scambio: il
desiderio era quello di allestire uno spettacolo che parlasse dei giovani e di come vivono,
descrivendo quali fossero le loro preoccupazioni e, magari, riderci su. Capimmo
immediatamente che lo spettacolo avrebbe dovuto parlare di soldi e di lavoro. Realizzammo
anche che sarebbe stato molto più semplice e remunerativo realizzare dei video su Youtube,
anziché creare uno spettacolo teatrale. È stato incredibile scoprire quanto il fenomeno di
Youtube si intrecciasse alle problematiche del lavoro giovanile: com’è possibile che nella
società attuale l’aspirazione a diventare uno Youtuber sia diventata un’alternativa così
allettante? Realizzare video, anche in modo amatoriale, rappresenta davvero un metodo
molto efficace per fare carriera e ottenere una stabilità economica? Per riuscire a far
combaciare questi due temi nel modo più efficace e interessante, abbiamo scritto un testo
“distopico”, quasi fantascientifico, che ricalca il modello della serie tv inglese “Black Mirror”,
con toni molto più farseschi. Una commedia nera ricolma di riferimenti alla cultura pop 2.0,
che gira attorno al mondo paradossale - ma ormai essenziale - del video sharing.
il 14 novembre 2021
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LA CHIAVE DELL’ASCENSORE
di Agota Kristof
traduzione Elisabetta Rasy
con Anna Paola Vellaccio
allestimento e regia Fabrizio Arcuri
assistente in scena Edoardo De Piccoli
assistente alla regia Francesca Zerilli
coproduzione Florian Metateatro, Accademia degli Artefatti
si ringrazia Teatro di Roma
Una stanza che gli spettatori sbirciano da una finestra. Avvolta dalle volute della nebbia e
dal vento che le muove i capelli, la donna racconta quella storia a sé stessa. Se la racconta
per l'ennesima volta. E, allora, allo spettatore non resta che lasciarsi lentamente invischiare
dalle maglie di questa vicenda che, da favola, pian piano diventa baratro: ennesima nera
testimonianza dei tanti soprusi di cui le cronache sono piene.
L’urlo che irrompe a sipario ancora chiuso mette subito in guardia: sotto la superficie della
scena che si apre - una donna che attende l’arrivo del marito nella loro casa - c’è qualcosa di
invisibile, e minaccioso.
Anche dal tono pacato della protagonista emerge a tratti la sua vera condizione, quella che
l’ha resa folle: è segregata in casa dal consorte, il solo ad avere la chiave dell’unico
ascensore che conduce fuori dall’abitazione, isolata e immersa in un bosco lontano dalla
città.
L’amore è anche volontà di possedere l’altro. Quando l’istinto prende il sopravvento gli esiti
non posso che essere nefasti, perché un essere umano non si riduce mai a impersonare un
solo ruolo: sarà sempre anche altro rispetto alla parte che riveste all’interno di un
determinato rapporto sociale - e, quindi, non potrà mai essere totalmente dominato
dall’altro. Si tratta una lotta che l’oppressore non può vincere, sembra dirci Kristof, per lo
meno sul piano dell’assoggettamento mentale: il desiderio di libertà è insopprimibile. La
donna, piegata, resa folle, scissa, conserva comunque la volontà di essere un individuo.
Potranno toglierle la vita, ma non si farà strappare la voce per gridare al mondo la sua
condizione.
NOTE DI REGIA
Frasi brevi, una sintassi cruda, dialoghi ridotti all’essenziale, assenza di aggettivi: il fascino di
questo testo scritto in francese nel 1977 sta proprio nell’economia di mezzi e nella loro
intensità. Nel teatro, luogo dell’incontro per eccellenza, l’autrice trova il mezzo ideale per
esprimere il suo messaggio: la speranza è nella parola, nella comunicazione con gli altri.
il 19 e 20 novembre 2021
HO FATTO COLAZIONE CON IL LATTE ALLE GINOCCHIA (Tabù)
drammaturgia e messa in opera Roberto Scappin e Paola Vannoni
tecniche Roberto Pozzi
coproduzione Teatro della Caduta | quotidiana.com
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con il sostegno di Regione Emilia-Romagna
in collaborazione con Armunia Residenze Artistiche e Centro Sociale Poggio Torriana
Ci si confronta con il proibito: con i divieti che ogni disubbidienza o trasgressione faticano a
demolire, radicati come sono nel nostro dna - non per scelta, ma per costituzione. Concetti
protetti sotto l’egida della moralità, che spesso non hanno alcuna reale attinenza con
l’essere morale.
Tabù. Vale a dire il divieto di avere contatti con determinate persone, di frequentare certi
luoghi, di cibarsi di alcuni alimenti, di pronunciare determinate parole, di mostrarsi indecisi,
di fallire. E nessun pensiero non ammissibile alla coscienza.
L’idea del progetto nasce dalla ricezione di una mail che rientra nella metodica nota come
“estorsione sessuale”. Da qui l’idea di trattare il tema dei "divieti” partendo dalla sfera
sessuale per attraversare e svelare, attraverso una condivisione pubblica, le inibizioni a cui ci
si sottomette nel privato e nel sociale, spesso preferendo differire, o tacere.
il 3 e 4 dicembre 2021
LEMON THERAPY
di Chiara Boscaro, Marco Di Stefano
diretto e interpretato da Enrico Lombardi, Alice Melloni
scenografie Rewik Grossi
video Stefania Centonze
grafica e illustrazione Gabriele Ferrari
produzione Compagna Enrico Lombardi/Quinta Parete
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P. è un trentacinquenne che ha rimosso completamente il ricordo della sua adolescenza. Ad
aiutarlo c'è V., una psicoterapeuta che lo segue durante un'originale terapia che prevede
l’interazione con il pubblico presente in sala.
Lemon therapy nasce da un’indagine fatta di interviste, incontri e laboratori con ragazzi dagli
11 ai 20 anni, i loro genitori e gli insegnanti: uno spettacolo che parte dai giovani, dalle
scuole, luoghi in cui si sente sempre più l’esigenza di affrontare un argomento spinoso come
la sessualità in età adolescenziale non in termini di prevenzione o dal punto di vista tecnico-
scientifico, ma in termini di relazione e di educazione all’affettività.
È così che ha preso forma Lemon therapy, una commedia leggera ma non superficiale, che
non vuole solo far ridere e non pretende di dare risposte, ma lascia spazio alla riflessione e
lancia provocazioni sul tema. Senza scimmiottare o prendere in giro il mondo adolescenziale
ne coglie però l’ironia, la crudeltà e la tragicità.
Il racconto di una donna che decide di non sposarsi nel giorno stesso del suo secondo
matrimonio, mentre ricorda il primo e i motivi che lo hanno fatto finire.
Inizia a riflettere sulle sue opinioni, sulla enorme quantità di opinioni che tutti abbiamo e si
chiede: si possono mettere completamente a nudo le opinioni sulla mercificazione del corpo
femminile, la vecchiaia, i gattini e parlare coi cani, sul matrimonio e la morte? Soffri di
opinionismo cronico? Entra a far parte di gruppi di auto aiuto per opinionisti compulsivi! Va
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bene avere opinione su tutto? Va bene se non ho opinioni?
Va bene se dopo decine di notizie di femminicidi sei contenta che una donna abbia ucciso il
marito con il mattarello? Stabilito che possono non piacerti i preti, dio, i cani, gli emigranti,
persino la nutella, va bene se non ti piacciono i bambini?
Va bene se ti piacciono i film che finiscono bene? Va bene se siamo sessiste tra noi? Va bene
se la pubblicità ci rende incontinenti, acide, pazze a causa dei dolori mestruali? Va bene se
sono terrona? Quando l'opinione dovesse mancare a me in prima persona arriva Siri e io le
chiedo, dimmi tu, che sei femmina anche tu, e sembri perfetta nel tuo saper sempre cosa
dire, anche quando dici “non credo di aver capito” o “non so come rispondere”.
il 21 e 22 gennaio 2022
SCUSA SE TI SCRIVO MA NON RESISTO
da un’idea di Ksenjia Martinovic
a cura di Valeria Perdonò e Ksenjia Martinovic
arrangiamenti musicali e musiche dal vivo di Carlo Amleto
produzione Il Menu della Poesia
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In un viaggio musicale tra carteggi e poesie d’amore, più o meno sconce e proibite,
passando dalle note di Debussy, attraversando Carosone e il jazz anni ‘50 fino ai giorni
nostri, proveremo a raccontare che l’amore è sempre amore, quando è eccessivo e
struggente, distaccato e rassegnato, gioioso e realizzato, ufficiale o proibito e clandestino. E
che scriverlo, a volte, lo rende più forte, soprattutto quando ci sembra di non resistere.
Da un verso di Neruda all’interno di una sua lettera (“Scusa se ti scrivo ma non resisto”)
attingendo dai carteggi tra Eugenio Montale e Irma Brandeis, Emily Dickinson e Susan
Gilbert, Rilke e Sibilla Aleramo, e alcuni altri, un viaggio tra musica e parole in un gioco
interattivo in cui il pubblico sceglie cosa “gustare” e crea letteralmente una parte di
spettacolo insieme agli artisti.
il 5 febbraio 2022
IL COLLOQUIO
progetto e regia Eduardo Di Pietro
con Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino
aiuto regia Cecilia Lupoli
costumi Federica Del Gaudio
uno spettacolo di Collettivo lunAzione
Il Colloquio prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti
presso il carcere di Poggioreale, a Napoli. Tra tanti altri in coda, tre donne attendono
stancamente l’inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all’interno,
una di loro è incinta: in maniera differente, desiderano l’accesso al luogo che per ognuna
custodisce un legame.
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In qualche modo la reclusione dei condannati riecheggia all’esterno e per le tre donne, che
ne soffrono direttamente, coincide con la stessa esistenza: i ruoli maschili si sovrappongono
alle vite di ognuna, ripercuotendosi fisicamente sul corpo, sui comportamenti, sulle attività,
sulla psiche. Nella loro realtà, la detenzione è una fatalità vicina – come la morte – che
deturpa l’animo di chi resta. Pare assodato che la pena sia inutile o ingiusta.
NOTE DI REGIA
Nel corso delle ricerche ci siamo innamorati di queste vite dimezzate, ancorate all’abisso,
disposte lungo una linea di confine spaziale e sociale, costantemente protese verso l’altrove:
un aldilà doloroso e ingombrante da un lato e, per contro, una vita altra, sognata,
necessaria, negata. La mancanza, in entrambe le direzioni, ci è sembrata intollerabile.
Alice, 15 anni, è alla sua prima festa. Ci sono anche Martina e Sam, i suoi amici. Musica e
sballo, è il caos totale. Ma la festa a poco a poco si trasforma in un incubo.
Un mese prima. Alice e Martina si sono conosciute da poco al liceo. Alice è una ragazza
timida e tranquilla, i suoi genitori si stanno separando, tende a essere un po’ chiusa. Martina
è il contrario: fa la scafata, è stata bocciata e ha un anno in più, racconta di aver provato di
tutto e vuole che anche Alice impari a divertirsi.
Ci sarà una festa a casa di Desirée, una villa con piscina senza genitori. Per tutti l’obiettivo è
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avere il permesso di andarci e, anche se Alice non è molto convinta, sa che sottrarsi
vorrebbe dire restare senza amici. Arriva la sera della festa. Alice non ha il permesso, ma
dirà al padre che dorme da Martina. I suoi hanno di nuovo litigato e non faranno troppi
controlli. Alla festa Alice vuole parlare con Martina, girano pasticche e alcol, Alice è a
disagio. Rifiuta di sballarsi e si isola. Non trova più i suoi amici, li cerca. Li trova insieme che
fanno sesso. Scappa. Martina la raggiunge. Alice le dice di stare tranquilla: non è innamorata
di Sam. Le confessa di essere forse innamorata di lei e Martina non sa che fare.
Alice inizia a bere. Raggiunge il limite. Alice è nel suo incubo. Non riesce a svegliarsi.
Vorrebbe tornare indietro. Ma all’improvviso ha tantissimo sonno e vuole che le voci si
spengano. Vuole solo che la lascino dormire. Si sveglia e non ricorda più nulla? Oppure non
si sveglierà più?
NOTE DI DRAMMATURGIA
Tra i comportamenti proibiti e il desiderio di essere apprezzati dal gruppo, gli adolescenti
non sanno riconoscere ciò che li farà stare bene, né ciò che li farà crescere. Vivono
nell’angoscia di essere inadeguati e invisibili. In un continuo confronto con ciò che vedono e
sanno del mondo adulto, dove niente è più nascosto, il desiderio non è mai vissuto come
limite, ma sempre soddisfatto. Il problema non è più il divieto. Il pericolo dell’inadeguatezza
è dietro l’angolo. Martina e Alice sono invece travolte dalla potenza dei sentimenti e
dall’incapacità di comunicare. Gli adulti sono vissuti come assenti e sfuggenti. E ciò che è
proibito a parole, ma in fondo così accessibile, l’alcol e le droghe, sembrano essere una
temporanea soluzione. Ma naturalmente non è così. I problemi rimandati e nascosti prima o
poi scoppiano in mano come bombe a orologeria. Di cosa avrebbero bisogno Alice, Martina
e gli altri? Informazioni ne hanno a sufficienza. Regole, forse, anche. Quello che manca è la
possibilità di comunicare, e la consapevolezza di non essere soli.
il 5 marzo 2022
MI ABBATTO E SONO FELICE
ispirato a La decrescita felice di Maurizio Pallante
di e con Daniele Ronco
regia Marco Cavicchioli
produzione Mulino ad Arte
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indifferente. Siamo la specie più invasiva della Terra, accecata da un materialismo dilagante.
L’ipocrisia è all’ordine del giorno.
In tutto questo, l’unica ancora di salvezza è l’amore. L’unica variabile impazzita, l’unica
variabile a sfuggire alle leggi della fisica e della chimica. L’amore per se stessi, per le altre
creature e per il pianeta che ci ospita potrà salvarci da un declino altrimenti inarrestabile.
L’amore non costa, non crea PIL, non inquina, è scomodo perché fa ammalare di meno,
perché sfugge alle statistiche, perché non è tassabile - almeno per ora.
NOTE DELL’AUTORE
L’idea di mettere in scena Mi abbatto e sono felice nasce dalla riflessione che mi ha
accompagnato nei mesi successivi alla morte di mio nonno, una persona che mi ha
insegnato tanto e che stimo infinitamente per la condotta di vita esemplare perseguita
durante i 91 anni trascorsi su questo pianeta. Ecco allora un monologo a impatto
ambientale “0”, autoironico e dissacrante, che vuole far riflettere su come si possa essere
felici abbattendo l’impatto che ognuno di noi ha nei confronti del pianeta.
il 17 e 18 marzo 2022
TRE SULL’ALTALENA
di Luigi Lunari
con Gregory Bonalumi, Denise Brambillasca, Alfredo Colina, Enrico Roveris
regia Enrico Roveris
produzione Compagnia Teatro Binario 7
Suona l’allarme e scatta l’ora del coprifuoco. Il mondo sta combattendo la sua battaglia
contro un virus: vietato spostarsi. Tre uomini, uniti dal caso, si trovano in un luogo da cui
non possono più uscire.
Ci sono arrivati per ragioni differenti: c’è un commendatore pronto per un appuntamento
galante, un capitano dell’esercito che crede di acquistare del materiale da guerra, un
professore che intende ritirare le bozze del suo libro. Ma dove sono finiti? Cos’è
esattamente quel luogo? Cosa rappresenta? Un albergo, un luogo d’affari o una casa
editrice? Possono davvero aver sbagliato indirizzo tutti e tre?
Nel corso della notte che si ritrovano a dover trascorrere insieme, pensieri e timori scorrono
a ruota libera mettendo in evidenza le caratteristiche di ognuno dei protagonisti. A
interpretare il commendator Trimarchi, a cui l’appuntamento galante viene
irrimediabilmente rovinato, Gregory Bonalumi, mentre Alfredo Colina vestirà i panni di
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Bigongiari, capitano dell’esercito in pensione che ha sempre lavorato per i servizi segreti e
che per loro crede ancora di lavorare. Il professor Sapponaro, portato in scena da Enrico
Roveris, tra una citazione e l’altra utilizza la sua filosofia per cercare di dare un senso
all’assurda situazione in cui si sono ritrovati. Un mistero che si infittisce all’apparizione di
una donna delle pulizie, Denise Brambillasca: personaggio finalmente salvifico o portatore di
ulteriori dubbi?
Una storia senza parole di un padre e di sua figlia. Un racconto di vita, morte e rinascita: un
ciclo senza fine che ci riguarda tutti. Il mondo creativo della figlia si nutre dell’essenza di un
padre che è un artista senza, di fatto, esserlo. Venuto a mancare il padre, quello che resta in
eredità è il desiderio di sublimare la vita attraverso l’arte.
“Mi hai visto padre. Uomo. Mai corporeo bambino. Ma nella gravità ho sempre giocato. In
ultimo ho canticchiato e il mio sguardo era not here not now. Iniziavo il mio viaggio e ti
lasciavo in eredità’ i passi sul marmo. Ho mangiato la zucca e l’ananas e la mia immagine si è
sdraiata per sempre in cucina. Come direbbe qualcuno di mia conoscenza vi ho tirato un
brutto scherzo. Ma il mio nome è inciso per sempre nella sabbia. My name is: Not to be”.
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TEATRO+TEMPO EVENTI
SPECIALE CAPODANNO
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TERRA
Musica, voci e paesaggi sonori
Quest’anno una nuova dimensione artistica caratterizza
la stagione Terra. Musica, voci e paesaggi sonori: cinque concerti classici sotto la direzione
artistica di Roberto Porroni, uno dei più noti esponenti del concertismo chitarristico,
e cinque del mondo giovanile promossi da Binari Sonori, un collettivo
che nasce con l’intenzione di creare un ponte tra la musica virtuale e quella dal vivo.
La nuova stagione, il nostro Ministero del Rumore, è musica senza barriere di genere,
un’esperienza collettiva, dall’acustico all’indie, dalla chitarra classica alla musica elettronica,
per un viaggio senza confini ed età.
La nuova stagione musicale del Teatro Binario 7, di cui ho ricevuto il pregio della direzione
artistica, presenterà programmi di particolare originalità con solisti di fama e connubi
strumentali di sicuro fascino, in grado di stimolare la curiosità e l’interesse del consolidato
pubblico del teatro. L’apertura sarà affidata al mio gruppo Cuartet che metterà uno accanto
all’altro due geni del ‘900 quali Astor Piazzolla e Duke Ellington, di cui verranno esplorati i
repertori meno conosciuti ma non meno affascinanti (come ad esempio i Concerti sacri di
Ellington). La musica argentina sarà protagonista anche del secondo concerto prenatalizio
con il formidabile trio guidato dal talentuoso violinista Lautaro Acosta. Il celebre pianista
Carlo Balzaretti ci condurrà in un viaggio nel tempo grazie alla tecnologia, con un pianoforte
digitale che consentirà l’ascolto del suono dei pianoforti originali dell’epoca di Mozart,
Chopin, Brahms. Un abbinamento sonoro peculiare e di grande suggestione è quello del duo
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saxofono – chitarra che ho creato con Jacopo Taddei, una stella nascente del sax a livello
mondiale. Quindi gran finale in maggio con l’orchestra di flauti Zephyrus guidata dal primo
flauto dell’Orchestra del Teatro alla Scala Marco Zoni, che consentirà la scoperta dell’intera
famiglia dei flauti in un repertorio operistico caro a noi tutti. Tradizione e innovazione è il
principio a cui mi sono ispirato nel delineare questa stagione musicale, fiducioso di non
deludere le aspettative del pubblico appassionato.
Roberto Porroni
CARTELLONE
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IL MAGO DEL GELATO + GABRIELLA DI CAPUA TRIO 2 aprile
2022
il 2 ottobre 2021
STUDIO MURENA
con
Amedeo Nan, chitarra elettrica
Maurizio Gazzola, basso elettrico
Matteo Castiglioni, tastiere e synth
Marco Falcon, batteria
Giovanni Ferrazzi, elettronica e sampler
genere Hip Hop, Trip Hop, Jazz
Studio Murena è uno dei volti più freschi e meno allineati del panorama rap italiano. Un ponte
tra l’Europa contaminata e un angolo della città che si muove sempre a ritmo sostenuto come i
Navigli. Nasce a Milano nel 2018 da cinque talentuosi musicisti del conservatorio: Amedeo Nan
(chitarra elettrica), Maurizio Gazzola (basso elettrico), Matteo Castiglioni (tastiere e synth),
Marco Falcon (batteria) e Giovanni Ferrazzi (elettronica, sampler). Dopo aver pubblicato il suo
primo lavoro, “Crunchy Bites”, il gruppo ha avuto la possibilità di esibirsi su grandi palchi quali
JazzMI, MusicalZOO e Jazz On TheRoad. Successivamente Studio Murena si orienta verso
sonorità più scure includendo nella sua formazione l’MC Carma che caratterizza il progetto con
strofe rap di intenzione conscious e impegnate. Nel corso del 2019 il gruppo ottiene numerose
gratificazioni tra cui il primo posto al Pending Lips Festival organizzato da Costello's e alla
JamForTheFuture organizzata da JazzMi concretizzando, poi, la possibilità di condividere palchi
importanti con artisti di spessore quali The Comet is Coming, Davide Shorty & Funk ShuiProject e
Inoki.
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Rappresentando con orgoglio tutte le realtà incluse nel suo personale suono, il gruppo ultima in
studio durante la pandemia i lavori per l’uscita del suo nuovo progetto che, grazie alla
collaborazione con Costello's, inizia un cammino in ascesa ricco di soddisfazioni. I primi segnali
arrivano da Alessio Bertallot, che inserisce i singoli ufficiali "Password" e "Arpa e Tamburo"
all'interno del suo programma Casa Bertallot. Subito dopo è la volta di Ghemon, che inserisce
“Arpa e Tamburo” nella sua playlist sulla Nuova Scena creata per Tidal.
Con i nuovi singoli "Marmo", “Eclissi” e “Long John Silver”, usciti tra luglio e novembre 2020,
viene certificato ufficialmente il valore del collettivo, che arriva alla presentazione del nuovo
disco “Studio Murena” (Costello'sRecords, The Orchard) con ben due brani presenti sulla
prestigiosa playlist global Jazz Rap di Spotify. Numerose le recensioni entusiastiche sui più
rilevanti media settoriali. Studio Murena annuncia allora una nuova collaborazione: quella
stretta con Radar Concerti che, durante l'evento dedicato alla Milano Music Week della
MilanoDigital Week 2021, preparo alla band una entusiasmante estate di appuntamenti di alto
profilo (dal MiManchi organizzato dal Mi Ami Festiva al Locus Festival, passando per l'Ortigia
Sound Festival, ApolideFestival e tanto altro ancora).
il 6 novembre 2021
ASTOR & DUKE. Piazzolla nascosto e Ellington sacro
con Cuartet
Roberto Porroni, chitarra
Adalberto Ferrari, clarinetto
Marija Drincic, violoncello
Marco Ricci, contrabbasso
elaborazioni di Roberto Porroni
PROGRAMMA
A. Piazzolla, The Rough Dancer and the Cyclical Night: Prologue; Milonga for three; Street
tango; Leonora’s love theme; Milonga picaresca; Tango Apasionado; Romance; Los sueños.
D. Ellington, Sacred concerts
Cuartet è un originale ensemble che intende proporre in una nuova dimensione timbrica la
musica brasiliana e argentina del Novecento, con l’intento di valorizzare l’aspetto più colto
di autori come Villa Lobos, Gnattali, Jobim, Gismonti, Pixinguinha e di proporre gli aspetti
meno noti della musica di Piazzolla e Guastavino. La differente estrazione dei musicisti
regala al repertorio una visione davvero originale: la proposta di Cuartet ha riscosso grandi
consensi presso i pubblici più diversi di svariati paesi europei. I loro cd “Brasilar” e “Piazzolla
nascosto” hanno avuto vivo successo di pubblico.
Roberto Porroni è uno dei più noti esponenti del concertismo chitarristico. Perfezionatosi
con Julian Bream e John Williams, è stato invitato personalmente in Spagna da Andrés
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Segovia iniziando una brillante carriera internazionale che ha moltiplicato le sue esibizioni in
Europa, Nord America, Medio Oriente, Corea, Giappone, Singapore, Australia, America
Latina e in Sud Africa e suonando per le maggiori istituzioni concertistiche. Intensa anche la
sua attività discografica e musicologica.
Adalberto Ferrari, clarinettista, sassofonista, polistrumentista e compositore. Musicista
eclettico, si dedica a diversi generi ed è attivo soprattutto nell’ambito classico, jazzistico ed
etnico. Docente di Conservatorio, suona da solista e con diverse formazioni in prestigiose
sale da concerto e teatri in tutto il mondo.
Marija Drincic è nata a Belgrado e si diploma al Conservatorio della sua città. Si trasferisce in
Italia e consegue il Diploma al Conservatorio Santa Cecilia a Roma. Si perfeziona poi con
Mario Brunello. Svolge intensa attività concertistica in Italia e all’estero.
Marco Ricci, selezionato nel 1990 per la European Jazz Orchestra of Young Talents, è oggi
uno dei sideman più richiesti in Italia. Ha suonato con alcuni tra i migliori artisti della scena
nazionale e internazionale (Don Friedman, Billy Cobham, Paolo Fresu), è attivo anche in
televisione e vanta collaborazioni con grandi firme della canzone italiana. La sua discografia
comprende circa 90 cd. È laureato in Musica Jazz al Conservatorio Verdi di Milano.
il 20 novembre 2021
MEMENTO + Moretti
con
Memento
Moretti
genere R&B, Soul, Hip Hop
Luce e buio pesto, oscurità e pieno giorno: la musica di Memento si muove tra le sfumature
delle zone d’ombra dell’animo umano raccontandole con delle intimistiche sonorità R&B e
soul.
Memento
Classe 2002, Andrea cresce con i Led Zeppelin e i Pink Floyd nelle orecchie. Si iscrive
all’indirizzo musicale e a 11 anni inizia gli studi di chitarra: qui il suo amore per la musica
fiorisce. Dalla cameretta ai primi progetti di ensemble, continua a coltivare la sua passione.
Parallelamente agli studi di chitarra classica e acustica, Andrea frequenta i centri sociali tra
Milano e Monza suonando in diversi progetti. Il capitolo “Memento” si apre circa due anni
fa: il brano “Non Mi Manchi” testimonia il cambiamento in atto. “Non ti conosco”, traccia
pubblicata a giugno 2020 all’interno dell’album “HANAMI”, segna l’ingresso di Memento nel
roster di Asian Fake.
Moretti
Moretti è un cantautore: nasce a Milano nel 1997, nel tempo libero fa il rider per Deliveroo
e scrive quando si dimentica di dormire. Dal 2020 collabora con Bradipo Dischi: il suo disco
d’esordio è previsto per il 2022.
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il 18 dicembre 2021
ARGENTINA FUSION
con Lautaro Acosta Trio
Lautaro Acosta, violino
Javier Fernandez, piano
Carlo “El Tero” Buschini, basso
PROGRAMMA
J. Kamori, Encuentros, ritmo de carnaval cruceño
M. Acosta, Cueca Cueca, cueca
C. Aguirre, Milonga Gris, milonga
J. L. Castiñeira De Dios, Los Capiangos, chaya
A.Piazzolla, Fracanapa, tango
L. Acosta, El Haragàn, gato
C. Buschini, Purmamarca, huayno
L. Vitale, El 71, milonga
M. Mores, Taquito Militar, milonga
Il Lautaro Acosta Trio è costituito da tre artisti argentini residenti in Italia che hanno dato
vita a un progetto musicale in cui confluiscono ritmi e stili della loro tradizione e cultura
d’origine. La scelta del repertorio e il gusto interpretativo dei musicisti danno luogo a una
fusione perfetta tra i diversi generi popolari (come il tango e la musica andina) e sonorità
progressive e jazz-rock, con qualche velato accenno ad elementi classici. Tutto questo
avvalendosi del registro sonoro e delle caratteristiche timbriche del proprio organico, per
compensare ed evocare al tempo stesso gli strumenti tradizionali utilizzati nelle diverse
"agrupaciones folcloricas", creando sorprese acustiche molto particolari che si sviluppano e
si proiettano verso nuove forme estetiche. I tre musicisti si sono imposti sulla scena
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internazionale e hanno all’attivo concerti in tutto il mondo con diverse formazioni
cameristiche.
il 22 gennaio 2022
BEETAMAX + F4
con
Beetamax
F4
genere Jazz, Funk, Pop
Una proposta di armonie jazz e synth spaziali, di linee di basso groovy ed energici feel di
batteria.
BEETAMAX
Una band che fonde l'elettronica, il jazz, l'hip-hop, il rock e la dance music offrendo
un'esperienza al di là delle logiche del mercato. La loro estetica è caratterizzata da tratti
peculiari come la cultura memetica, l'approccio DIY, il culto del nastro e del suono analogico:
tutto questo si fonde creando un viaggio continuo attraverso le possibilità offerte dai mezzi
sonori. Lo fanno celebrando valori di base quali l'amicizia, la lealtà, l'amore e l'elevazione
spirituale - nota come “il vibe”, entità imprescindibile attorno alla quale si sviluppa la loro
esistenza.
F4
Sono Pietro, Riccardo e Giuseppe: Varnelli bossa-emo potenza. Trio all'insegna del Camaò,
celebratissimo stile di vita e anche loro primo disco, uscito a maggio del 2020 per To Lose La
Track e General Soreness. F4 come il tasto del pc, F4 come i fogli di carta da disegno.
Saudade in salsa lombardo-marchigiana.
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il 12 febbraio 2022
COLONNE SONORE, TANGO, CANZONI
Jacopo Taddei, sassofono
Roberto Porroni, chitarra
PROGRAMMA
R. Galliano, Spleen - Tango pour Claude
J. S. Bach/C. Gounod Preludio BWV 846
P.M. Pujol, Pompeya
A.Piazzolla, Fracanapa
R. Di Marino, Tango
Vangelis, Blade Runner: Love theme
G. Barbieri, Ultimo tango a Parigi
B. Herrmann, Taxi Driver
H. Pascoal, Chorinho pra Ele
S. Endrigo, Io che amo solo te
P. DONAGGIO, Come sinfonia
B. MARTINO, Estate
H. PASCOAL, Bebe
L’astro emergente del sax Jacopo Taddei, pluripremiato nei più prestigiosi concorsi, in un
singolare abbinamento con la chitarra di Roberto Porroni.
Il programma spazia da alcune delle più evocative colonne sonore (“Blade Runner”, “Taxi
Driver”, “Ultimo tango a Parigi”), ai tanghi di Piazzolla e Galliano di Marino fino alla più
raffinata canzone d’autore italiana di Endrigo, Donaggio, Martino, con una unione timbrica
tra i due strumenti che ne consente una rilettura nuova e originale.
Jacopo Taddei, nato nel 1996 a Portoferraio, a 17 anni si diploma al Conservatorio Rossini di
Pesaro con dieci e lode e menzione d'onore e si perfeziona poi al Conservatorio Verdi di
Milano. È stato premiato come Primo Assoluto in ventuno competizioni nazionali e
internazionali, tra cui il Primo Premio Claudio Abbado nel 2015. Ha suonato da solista con la
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Filarmonica della Scala (diretto da Daniele Gatti e Riccardo Chailly) con l’Orchestra dei Solisti
di Mosca (diretto da Yuri Bashmet) e con l'Orchestra Sinfonica dei Conservatori Italiani
(diretto da Bruno Aprea). Ha tenuto recital solistici in tutta Italia, in Europa e negli Stati
Uniti.
Roberto Porroni è uno dei più noti esponenti del concertismo chitarristico. Vincitore di
numerosi concorsi giovanili, perfezionatosi con Julian Bream e John Williams, è stato
invitato personalmente in Spagna da Andrés Segovia iniziando una brillante carriera
internazionale che ha moltiplicato le sue esibizioni in tutta Europa, in America, in Medio
Oriente, in Estremo Oriente, in Australia, in America Latina e in Sud Africa, suonando per le
maggiori istituzioni concertistiche. Intensa è la sua attività discografica - inciso infatti tredici
cd - e musicologica - sua è la prima edizione completa delle opere per chitarra di Niccolò
Paganini.
il 26 febbraio 2022
SINDEDADES + Amarelo
con Sinedades
Erika Boschi, voce, percussioni
Agustin Cornejo, chitarra, basso, voce
Gianni Apicella, batteria
Matteo Scarpettini, percussioni
con Amarelo
Sofia Zavaglia, voce
Ferruccio Perrone,
genere Bossa Nova, Folk, World
SINEDADES
Fondato da Erika Boschi (voce) e Agustin Cornejo (chitarra) nel 2016 in seguito alla
classificazione al primo posto del concorso Toscana 100 Band, Sinedades è un microclima di
musica e immagini in cui rilassarsi, ricaricarsi, emozionarsi. Il gruppo evoca un mood sospeso
tra World Music e MPB (Musica Popolare Brasiliana), Europa e Sudamerica, pop e tradizione
e un jazz dell’anima che mette la tecnica al servizio dello spirito.
Dopo più di 300 concerti in tutta Italia, il primo disco viene pubblicato il 5 aprile 2019 in
collaborazione con l’etichetta fiorentina Black Candy. Dieci brani di propria composizione,
arrangiati con un ampio ensemble (archi, arpa, fiati, pianoforte, percussioni), cantati in
spagnolo e accomunati da temi ricorrenti come il viaggio, il tempo, la fantasia e la scoperta
di sé.
AMARELO
È un progetto che guarda al mondo musicale brasiliano e alle sue sfumature ritmiche e
stilistiche, proponendo un repertorio che spazia dalla tradizione alla modernità. I brani, che
vanno dallo choro e dal samba alla bossa nova e alla MPB, delineano uno spaccato della
musica brasiliana, spesso muovendosi all'interno di atmosfere dalle sonorità jazzistiche.
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il 19 marzo 2022
DAS KLAVIER: NEL SALOTTO DEI COMPOSITORI
con Carlo Balzaretti, pianoforte
Ci troviamo nel salotto dei compositori accanto ai loro “strumenti a tastiera”: si parte per un
viaggio musicale tra suoni del passato e del presente.
PROGRAMMA
W.A. Mozart, Adagio dalla Sonata Kv 332 e allegro dalla Sonata Kv 545
L. V. Beethoven, Chiaro di luna, adagio sostenuto dalla Sonata quasi una
fantasia op.27 n.2 e minuetto dalla Sonata op.31 n.2
F. Schubert, Impromptu op.142 (D.935) n.2
F. Chopin, Due Mazurche op.67
F. Mendelssohn Tre Lieder ohne Worte
R. Schumann Arabesk op.18
J. Brahms, Intermezzo op.118 n.2
G. Gershwin, The Man I Love
Carlo Balzaretti, pianista e compositore milanese, ha compiuto gli studi musicali e umanistici
al Conservatorio della sua città con A. Mozzati, P, Bordoni e A. Corghi. Si è presto imposto
nel panorama del concertismo internazionale vincendo primi premi assoluti in diversi
concorsi, tra cui il "Maria Canals" di Barcellona. Svolge attività concertistica solistica e
cameristica in tutto il mondo. Rilevante successo di pubblico e critica hanno suscitato i
concerti che Balzaretti ha tenuto in Italia suonando il pianoforte di Horowitz, così come le
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tournée con il celebre clarinettista Gervase de Peyer. Ha al suo attivo numerose incisioni
discografiche.
il 2 aprile 2022
IL MAGO DEL GELATO + GABRIELLA DI CAPUA TRIO
con
Il mago del gelato
Alessio dal Checco, sax tenore
Martina Campi, trombone, flauto traverso
Alessandro Paolone, tastiere
Ferruccio Perrone, chitarra
Giovanni Doneda, basso elettrico
Elia Pozzi, percussioni
Pietro Gregori, batteria
con
Gabriella Di Capua Trio
Gabriella Di Capua, voce e fx
Alessio Busanca, tastiere e synth
Salvatore Rainone, batteria, drum machine
genere Jazz, Soul, Afrobeat
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raccontate nei brani.
il 18 maggio 2022
FLAUTI ALL’OPERA!
con Orchestra di Flauti Zephyrus
diretta da Marco Zoni
PROGRAMMA
W.A. Mozart, Le nozze di Figaro: Ouverture
F. Borne, Carmen Fantasy (flauto solista Marco Zoni)
V. Bellini, Norma: Sinfonia
G. Verdi, Nabucco: Sinfonia
G. Puccini, Bohème: Finale Atto Secondo
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TEATRO+TEMPO FAMIGLIE
Sogna l’incredibile
La stagione Teatro+Tempo Famiglie è giunta alla sua decima edizione: un percorso ricco,
emozionante e bello costruito insieme in questi cresciuto insieme a voi e ai vostri figli.
Abbiamo deciso di ritrovarci lì dove abbiamo interrotto la programmazione, partendo il 19
dicembre con Pollicino, riscrittura della celebre fiaba che nasce dal desiderio di avvicinare
genitori e figli al tema della terza età, al momento in cui si diventa “genitori dei propri
genitori”. Un’altra ripresa importante è l’omaggio a Gianni Rodari con la compagnia I fratelli
Caproni ne Il viaggio di Giovannino. Dalle suggestioni delle “Fiabe italiane” raccolte da Italo
Calvino la narrazione scoppiettante e coinvolgente di Naso d’argento: in scena una
fisarmonica, una piccola sedia e un’attrice che coinvolgerà i bambini a cantare e a inventare
insieme pezzetti di storia.
Fil rouge che unisce gli altri spettacoli i temi della scoperta e della crescita, dell’affrontare
passaggi importanti: Pelle d’oca è una metafora della crescita raccontata ai più piccoli
attraverso la storia del viaggio di due piccole oche, un fratello e una sorella. Il Costruttore di
storie, uno spettacolo costituito da tante piccole storie apparentemente incompatibili che
cambiano strada e che finiscono dentro una storia tutta nuova, per poi ripartire.
Altri due viaggi poetici e divertenti, tra fantasia e realtà, sono gli spettacoli Il cuscino d’oro e
La battaglia di Emma; nel cuore della stagione infine un cult per grandi e piccoli, il libro più
tradotto della storia: Il piccolo principe. Al centro della storia le emozioni: lo sussurra anche
la volpe all’orecchio del bambino: “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene
che con il cuore!”. Ed è proprio questo l’approccio giusto per affrontare questo nuovo anno
insieme: ripartire attraverso storie nuove e, soprattutto, aprire il cuore verso l’essenziale.
Giulia
Brescia
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CARTELLONE
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il 7 novembre 2021
NASO D’ARGENTO
di e con Soledad Nicolazzi
disegni Dora Creminati
produzione Stradevarie_Campsirago Residenza
età consigliata: dai 4 anni
Dalle suggestioni delle “Fiabe Italiane” raccolte da Italo Calvino una narrazione
scoppiettante e coinvolgente: in scena una fisarmonica, un cestino, una piccola sedia e
un'attrice che stende calzini spaiati.
“Dovessi anche servire il diavolo voglio andarmene via di casa!”: così comincia la storia, una
versione popolare di Barbablù. Popolare e ridanciana, perché qui il diavolo è vanitoso e un
po’ tonto. E le tre ragazzine, con furbizia, un po’ di fortuna e gran spasso di tutti i bambini, la
fanno in barba al satanasso.
L'attrice interpreta l'allampanato signor Naso D'Argento, l'anziana mamma e le tre figlie:
Assuntina, la più grandicella, Carlotta la più cicciotta e Lucia, la più giovane e bella. Come
nella tradizione orale, tutti partecipano alla narrazione: i bambini sono invitati a cantare, a
inventare pezzi di storia, a entrare brevemente nella parte di uno dei personaggi.
Naso d’argento è nato nei cortili d’estate e del teatro di strada mantiene intatta la modalità
comunicativa con il pubblico, favorendo il coinvolgimento attivo dei bambini: il piacere
dell'ascoltare in cerchio, la musica, il racconto come condivisione di un momento della
giornata. La cantastorie racconta: le filastrocche, le inflessioni dialettali, le canzoni e i
personaggi si intrecciano a nuove modalità espressive. È una storia per i piccoli spettatori
ma coinvolge genitori e nonni. Le immagini di Dora Creminati, portate in scena dai bambini e
proiettate sullo sfondo, fanno da controcanto alla storia.
NOTE DI REGIA
Faccio questo spettacolo da molti anni. Alla domanda “La lavatrice c'è sempre stata?”, la
prima risposta, in qualunque sparuta scuola dello Stivale o teatro io mi sia trovata, è sempre
stata un fragoroso “Sì”. Poi, alla domanda se Napoleone o i cavernicoli possedessero il
suddetto elettrodomestico, qualche grandicello rinsavisce e realizza che no, ci doveva essere
un tempo in cui i panni si lavavano a mano. Ma che certo questo tempo è lontano, molto
lontano. Inizia così la storia delle tre ragazzine coraggiose che, ribellandosi alla vita
monotona del lavare panni tutto il giorno, vanno incontro alla loro avventura. È una sorta di
prologo, questo, con cui apro ai bambini l'immaginario di un mondo che non conoscono, ma
di cui hanno sentito parlare. Ma è anche a scusa per cominciare a instaurare quel rapporto
di complicità che è esattamente la ricerca che sta alla base di questo lavoro. Naso d'argento
è una storia che si ripete e che è volutamente semplice. Con questo spettacolo vado alla
ricerca dell'essenza del teatro, la relazione: perché quello che conta davvero è sorprenderci
con il piacere dell'essere qui insieme.
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il 21 novembre 2021
PELLE D’OCA
drammaturgia e regia Dario Eduardo de Falco
con Annalisa Arione e Dario Eduardo de Falco
produzione Compagnia Arione de Falco
età consigliata: dai 4 anni
Per la minore è arrivata la stagione delle migrazioni. Il fratellone, a suo tempo, ha già viaggiato.
Come preparare la piccola al grande volo e poi lasciarla andare? Servono giochi e storie per
insegnare, divertire, e preparare alla paura e al diverso: avventure, incontri fantastici, grandi
laghi, lezioni di volo, ninne nanne, cocchi e coccodrilli.
Lo spettacolo parla del viaggio. Il viaggio di disperati, rifugiati, profughi, di uomini che non
potevano più restare là dove si trovavano. “È un discorso da adulti? Non lo crediamo. Ma
crediamo ci voglia la giusta metafora. Dopo un’attenta riflessione abbiamo scelto di parlare del
volo coraggioso compiuto da milioni di oche selvatiche alla ricerca di un luogo dove trovare
ristoro da fame e da sete e vivere finalmente in pace”.
il 19 dicembre 2021
POLLICINO
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drammaturgia Giacomo Ferraù, Giulia Viana
con Andrea Pinna, Libero Stelluti, Giulia Viana
voce e corpo di Frugolo Vittoria Duong
regia Giacomo Ferraù
disegno luci Giuliano Almerighi
scene Giuliano Almerighi, Luca Negri, Lucia Rho
costumi Sara Marcucci – We We Wardrobe
assistente alla regia Dario Muratore
coreografie Riccardo Olivier / Fattoria Vittadini
illustrazioni Libero Stelluti
progetto video Riccardo Calamandrei
animazione video Riccardo Calamandrei, Giulia Viana
si ringraziano Ferdinando Bruni, Francesco Frongia, Francesco Givone, Zaches Teatro
produzione Eco di Fondo
con la collaborazione di Campo Teatrale
età consigliata: dai 6 anni
Pollicino racconta con i toni della fiaba i temi dell’anzianità: la perdita della memoria, la
scelta di accompagnare i propri genitori in una casa di riposo, l’amore nella terza età, gli
acciacchi e le malattie, l’avvicinarsi della fine. Pollicino nasce dal desiderio di avvicinare il
giovane pubblico, ma anche i genitori, al tema della terza età, e a quel momento in cui si
diventa “genitori dei propri genitori”. Pollicino affronta, con toni spesso leggeri e divertenti,
ma talvolta scuri e melanconici, temi attuali legati all’anzianità: come la perdita della
memoria a breve termine, i dubbi dei figli sulla scelta di accompagnare i propri genitori in
una casa di riposo, l’amore nella terza età, la vicinanza tra la senilità e la prima infanzia, gli
acciacchi e le malattie, l’avvicinarsi della fine e la consapevolezza di questo appuntamento.
il 23 gennaio 2022
IL PICCOLO PRINCIPE
con Edoardo Rivoira e Federico Tononi
musiche dal vivo Luca Tononi
regia Vittorio Borsari
produzione Chronos3, Associazione Musicale Casnici
età consigliata: dai 5 anni
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meglio il mondo degli adulti: un meraviglioso racconto carico dei simboli che ognuno di noi
incontra nel suo cammino.
Uno spettacolo musicato dal vivo con in scena un adulto e un bambino, un grande e un
piccino: due anime che si incontrano per scoprirsi a vicenda e cambiare il proprio modo di
guardare la vita. In scena, nel ruolo del Piccolo Principe un ragazzo di 12 anni, Federico
Tononi.
il 13 febbraio 2022
IL COSTRUTTORE DI STORIE
di Fabio Galanti, Enrico Montalbani e Anna Sacchetti
con Fabio Galanti
regia Enrico Montalbani
produzione La baracca
età consigliata: dai 3 anni
Un uomo racconta una storia. È la storia di un ponte che deve attraversare un grande fiume,
un fiume che separa due città nemiche da sempre.
Costruisce questa storia pezzo per pezzo usando un’altra storia, e poi un’altra, e un’altra
ancora. Storie piccole e diverse tra loro, che vanno da qui a lì proprio come ponti. E
intrecciano parole e immagini e oggetti, uno dopo l’altro.
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Il costruttore di storie è uno spettacolo fatto di storie che si susseguono e alternano, e che
finiscono tutte dentro la storia di uomo che racconta una storia: la storia di un ponte che
deve attraversare un grande fiume.
il 6 marzo 2022
LA BATTAGLIA DI EMMA
scritto e diretto da Monica Mattioli e Monica Parmagnani
con Monica Mattioli
produzione Compagnia teatrale Mattioli
età consigliata: dai 3 anni
Viaggio poetico e divertente nel mondo del conflitto pensato per piccole donne e piccoli
uomini, perché nel futuro siano protagonisti di stupefacenti mondi di pace.
Emma, una cuoca provetta, impastatrice votata a regalare benessere ai palati (e non solo), si
ribella fermamente a quello che per lei è contro natura, che non ha senso nell'esistenza
degli uomini: la guerra.
Si ribella al re che la sostiene con la superficialità dei potenti. Si rifiuta di cucinare cibo ai
soldati che stanno per partire - di nuovo. Il tavolo della cucina diventa allora strumento di
evocazione della memoria e palcoscenico della narrazione della sua storia, che rianima la
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vicenda di due popoli: i Giallotti e i Verdolini, che inizialmente vivono in accordo ma che poi
vengono indotti a distruggersi reciprocamente.
Ci mette lo zampino anche la Maga Tubazza, che con il suo animo inquinato cerca di
rovinare anche gli animi altrui: la maga, bella ma priva di capacità di ascolto, non può
tollerare che due popoli convivano in armonia, senza confini e né vendette, condividendo le
ricchezze della terra.
La cuoca del re Emma Giallotti racconta e rivive le emozioni della tragedia: l'amore negato
fra due bambini che si erige a simbolo della crudeltà della separazione fra gli adulti,
l'esaltazione folle e irrazionale della guerra, la frustrazione amara e inconsolabile per i suoi
danni e i suoi delitti.
Le materie e gli strumenti del suo lavoro si animano: si mischiano, si azzuffano, si dividono e
si riconciliano con poesia, amore e rabbia. La cuoca Emma diventa una testimone irridente e
passionale, capace anche trasformare le follie e la stupidità umana in una storia divertente.
Che arriva, proprio perché ben cucinata, alle dritta pancia e al cuore.
il 20 marzo 2022
IL VIAGGIO DI GIOVANNINO
tratto da Le avventure di Giovannino Perdigiorno di Gianni Rodari
ideato da Andrea Ruberti, Alessandro Larocca
con Andrea Ruberti
produzione I fratelli Caproni
età consigliata: dai 6 anni
Perché Giovannino cerca un paese perfetto dove gli errori non esistono. Così viaggia: lo fa
attraversando paesi fantastici, incontrando persone di razze diverse, che hanno nasi a forma
di pipa o che rimbalzano come palle di gomma, persone che vivono nei frigoriferi o in case di
cioccolata.
Ogni volta impara qualcosa e capisce che l’esperienza del viaggio è importante, perché fa
crescere. Giovannino capisce che nel viaggio tutto è compreso, anche l’errore, e quando si
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sbaglia è un po’ come cadere. Ma un buon viaggiatore trova sempre la forza di rialzarsi e di
proseguire nel suo cammino.
il 26 marzo 2022
IL CUSCINO D’ORO
di Silvano Antonelli, Mirko Rizzi
con Mirko Rizzi
regia Silvano Antonelli
produzione Compagnia Teatrale Stilema
età consigliata dai 3 ai 7 anni
Spettacolo realizzato presso la “Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino” grazie anche al
finanziamento della Regione Lombardia nell’ambito di “NEXT 2009 - Laboratorio delle idee
per Oltre il Palcoscenico”
“Non era rosso, non era giallo, non era verde, non era bianco... e neanche nero". Un
personaggio alla ricerca di qualcosa che non ricorda bene: è passato tanto tempo. Sul palco
un personaggio a cui manca qualcosa, che non è contento nonostante abbia decine di
cuscini di tutti i colori.
Lui deve ritrovare il suo, quello che ha smarrito crescendo, catturato dal vortice del mondo
che ne ha tantissimi di cuscini da vendere. Inizia allora un'avventura alla ricerca ed alla
riscoperta del significato più vero della parola desiderio.
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Un viaggio nel quale questo mondo di distrazioni colorate, di stimoli strampalati, di proposte
ignoranti, di luoghi perfidamente seducenti confondono quella strada che conduce ad una
serena consapevolezza di sé ed a quello che realmente ci fa stare bene.
Uno spettacolo che parla della riscoperta dei propri intimi desideri, quelli che brillano come
stelle. Quelli che non si possono comprare. Lo spettacolo è raccontato da un attore che
utilizza, grazie anche ad un aiuto fuori scena, svariate decine di cuscini di diversi colori,
alcuni dei quali nascondono notevoli sorprese.
NORME ANTI-COVID
Per garantire la sicurezza di tutti il teatro Binario 7 ha predisposto un protocollo anti-Covid
in base alle disposizioni prescritte dal Ministero della Salute e da Regione Lombardia. Le
seguenti misure sono valide fino a nuove disposizioni:
- per accedere nell'edificio è necessario esibire la Certificazione verde Covid-19 (Green pass);
- all'interno delle sale il distanziamento è garantito dalla disposizione dei posti occupabili.
Non sono previste deroghe ai congiunti;
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- il sistema di ricircolo dell'aria interna è stato disattivato. L'impianto di climatizzazione delle
sale utilizza esclusivamente aria esterna;
- i percorsi di accesso sono differenziati. Seguire le istruzioni del personale per uscire
dall'edificio.
La scuola di teatro nasce come Associazione Culturale La Scuola Delle Arti nel 2008
dall’incontro tra Corrado Accordino e Alfredo Colina, due personalità teatrali del territorio
le cui competenze si sono fuse, assieme alla professionalità dei collaboratori del Teatro
Binario 7, in una perfetta comunione di desideri e obiettivi: lavorare per e con la città di
Monza alla creazione di una casa della cultura, dove il teatro e le arti affini trovino uno
spazio di sviluppo e d’incontro. Ha così preso vita La Scuola di teatro Binario 7, una scuola di
formazione per attori, allievi attori e amatori del teatro, presentando da subito un
ricchissimo piano didattico.
Alla sua apertura contava circa 140 allievi, ma già l’anno successivo, nel 2009, i numeri sono
aumentati raggiungendo 250 allievi. Attualmente la Scuola vanta oltre 700 iscritti tra
bambini, adolescenti e adulti. Una scuola nel centro pulsante di Monza, un luogo vivo e
dinamico, uno spazio dedicato alla creatività e allo studio dei linguaggi teatrali.
Ogni anno la scuola propone nuovi percorsi per stimolare e mettere alla prova gli allievi.
Quest’anno le novità sono il seminario di Danza creativa condotto da Cristina Bucci, tre
incontri dedicati alla danza, all’espressività del corpo, alla poesia che nasce dal gesto, e il
laboratorio breve dedicato alla Commedia dell’arte, a cura di Maurizio Brandalese.
Le lezioni sono tenute da insegnanti altamente qualificati al fine di offrire agli allievi
l’opportunità di vivere un’esperienza formativa esaustiva. Nel corpo docenti ritroviamo i due
direttori artistici Corrado Accordino e Alfredo Colina. Al loro fianco, attori e registi
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provenienti da importanti accademie teatrali come l’Accademia Nazionale d’Arte
Drammatica Silvio D’Amico di Roma, la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi e
l’Accademia dei Filodrammatici di Milano, perfettamente aggiornati con lo sviluppo delle
moderne tecniche di insegnamento.
La Scuola vuole essere un luogo di aggregazione per chi desidera accostarsi al teatro per
passione, per vivere in modo creativo il proprio tempo a disposizione.
Negli anni il bacino di allievi si è allargato sempre di più coinvolgendo non solo i monzesi ma
anche appassionati provenienti dai vari comuni della provincia di Monza e Brianza. Per
questo motivo, nel 2009, è nato il desiderio di accogliere anche le richieste di coloro che
desiderano fare teatro ma non hanno la possibilità di recarsi a Monza coinvolgendo altre
realtà sul territorio e vincendo il bando 2009/04 della Fondazione della Comunità di Monza
e Brianza onlus con il progetto La Scuola Delle Arti in Rete patrocinato dalla provincia di
Monza e Brianza.
Attualmente vengono proposti corsi, tenuti dagli stessi docenti che collaborano con la sede
di Monza, presso altre tre realtà della provincia: Vimercate, in collaborazione con Spazio
Heart e Nova Milanese, in collaborazione con il Comune di Nova Milanese.
COMPAGNIA TEATRO BINARIO 7
Compagnia di produzione e diffusione teatrale diretta da Corrado Accordino
Tappe fondamentali:
Anno 2021 La Danza Immobile vince il bando per l’organizzazione della rassegna teatrale del
Comune di Bovisio Masciago.
Anno 2019 La Danza Immobile vince il bando per l’organizzazione della rassegna teatrale
che si tiene a Lissone, a Palazzo Terragni.
Anno 2018 La Danza immobile vince il bando di Regione Lombardia per il finanziamento di
progetti per “adeguamento strutturale e tecnologico di sale destinate ad attività di
spettacolo e acquisto e installazione di apparecchiature digitali per la proiezione” – art. 42
c.1 lett.c l.r. 25/2016.
Anno 2018 La Danza Immobile ottiene da Regione Lombardia il riconoscimento di essere
uno dei “soggetti che svolgono attività di rilevanza regionale nei settori della promozione
educativa culturale e dello spettacolo” per il triennio 2018-20.
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Anno 2018 Lo spettacolo Sognando la Kamchatka” è selezionato per “Next – Laboratorio
delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione
2018, promosso da AGIS e Regione Lombardia.
Anno 2018 La danza immobile vince il bando Avviso Unico Cultura 2018 nell’ambito
“Produzione teatrale - iniziative triennali” per il triennio 2018-2020.
Anno 2017 Lo spettacolo “Come sono diventato stupido” è selezionato per “Next –
Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo
lombardo” edizione 2017, promosso da AGIS e Regione Lombardia.
Anno 2017 A La Danza Immobile viene confermato il Certificato di Qualità ISO 9001:2008
per la gestione aziendale ed il Certificato BS OHSAS 18001:2007 per la sicurezza degli
ambienti di lavoro.
Anno 2017 Il Comune di Nova Milanese proroga per le stagioni 2017/18 e 2018/19 il
contratto per la gestione dell’auditorium comunale.
Anno 2017 Il Comune di Agrate Brianza affida a La Danza Immobile la progettazione e la
realizzazione degli eventi estivi per l’anno 2018.
Anno 2017 La Danza Immobile, in collaborazione con l’associazione culturale T.L.L.T vince il
bando triennale Fondazione Cariplo “Cultura Sostenibile” con il progetto “T.L.L.T. il teatro
nel quartiere”.
Anno 2017 La Danza Immobile assume la gestione operativa del Teatro Libero di Milano.
Anno 2016 A La Danza Immobile viene confermato il Certificato di Qualità ISO 9001:2008
per la gestione aziendale ed il Certificato BS OHSAS 18001:2007 per la sicurezza degli
ambienti di lavoro.
Anno 2016 La Danza Immobile vince il bando triennale Fondazione Cariplo “Patrimonio
culturale per lo sviluppo” con il progetto “Binario 7 il Centro delle Arti. Riqualificazione
funzionale e potenziamento delle attività dello spazio polifunzionale Urban Center di
Monza”.
Anno 2016 Lo spettacolo “Uno che conoscevo” è selezionato per “Next – Laboratorio delle
idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2016,
promosso da AGIS e Regione Lombardia.
Anno 2016 L’associazione vince il bando INAIL ISI 2015 per Progetti di investimento o
adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale.
Anno 2016 Dopo aver presentato un progetto all’amministrazione comunale in base al D.
Lgs. 18 aprile 2016 n. 50 art. 153 “Finanza di progetto”, l’associazione viene dichiarata
assegnataria della concessione per la gestione dell’intero edificio Urban Center “Binario 7”
per dodici anni, dal 01/08/2016 al 31/07/2028.
Anno 2015 Lo spettacolo “I due Cyrano” è selezionato per “Next – Laboratorio delle idee per
la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2015,
promosso da AGIS e Regione Lombardia.
Anno 2015 Il Comune di Nova Milanese affida alla nostra associazione la realizzazione della
stagione teatrale negli spazi dell’auditorium comunale per l’anno 2016.
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Anno 2015 La Danza Immobile stipula con Regione Lombardia una convenzione triennale,
2015 – 2017, per la “Realizzazione di attività di produzione teatrale”.
Anno 2015 Il Comune di Monza proroga il contratto in essere per la gestione del Teatro
Binario 7 per la stagione 2015/2016.
Anno 2015 Lo spettacolo “All’asta la Villa Reale” è selezionato tra gli eventi dell’iniziativa
“ph
performing Heritage” Distretto Culturale Evoluto 2015 organizzato dalla Provincia di Monza
e Brianza con la collaborazione della Fondazione Cariplo.
Anno 2015 Il Comune di Agrate Brianza affida a La Danza Immobile la realizzazione delle
stagioni teatrali negli spazi del Teatro Duse per gli anni 2015 e 2016 e della stagione di
Teatro Ragazzi presso l’auditorium Mario Rigoni Stern per l’anno 2016.
Anno 2015 A La Danza Immobile viene confermato il Certificato di Qualità ISO 9001:2008
per la gestione aziendale ed il Certificato BS OHSAS 18001:2007 per la sicurezza degli
ambienti di lavoro.
Anno 2014 Il Comune di Monza proroga il contratto in essere per la gestione del Teatro
Binario 7 per la stagione 2014/2015.
Anno 2014 La Danza Immobile è selezionata per la realizzazione di un evento teatrale
durante i festeggiamenti per la riapertura della Villa Reale di Monza.
Anno 2014 Lo spettacolo “La Danza Immobile” è selezionato per “Next – Laboratorio delle
idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2014,
promosso da AGIS e Regione Lombardia.
Anno 2014 Lo spettacolo “La Bella e la Bestia ovvero la storia d’Amore e Psiche” è
selezionato tra gli eventi dell’iniziativa “ph performing Heritage” Distretto Culturale Evoluto
2014 organizzato dalla provincia di Monza e Brianza e la Fondazione Cariplo.
Anno 2014 A La Danza Immobile viene confermato il Certificato di Qualità ISO 9001:2008
per la gestione aziendale e il Certificato BS OHSAS 18001:2007 per la sicurezza degli
ambienti di lavoro.
Anno 2014 Regione Lombardia conferma a La Danza Immobile il “Riconoscimento di
rilevanza regionale dei soggetti che svolgono attività di spettacolo” per l’anno 2014.
Anno 2013 Regione Lombardia conferma la convenzione triennale, 2012 – 2014, per la
“Realizzazione di attività di produzione teatrale”.
Anno 2013 Lo spettacolo “Mia moglie parla strano” è selezionato per “Next – Laboratorio
delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione
2013, promosso da AGIS e da Regione Lombardia.
Anno 2013 Lo spettacolo “La Tragedia del Grande Inquisitore” è selezionato tra gli eventi
dell’iniziativa “ph performing Heritage” Distretto Culturale Evoluto 2012 organizzato dalla
provincia di Monza e Brianza con la collaborazione della Fondazione Cariplo.
Anno 2013 La Danza Immobile stipula direttamente con il Comune di Monza un contratto
per la gestione del Teatro Binario 7 per la stagione 2013/2014.
Anno 2013 Corrado Accordino assume la co-direzione artistica del Teatro Libero di Milano.
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Anno 2013 A La Danza Immobile viene confermato il Certificato di Qualità ISO 9001:2008
per la gestione aziendale ed il Certificato BS OHSAS 18001:2007 per la sicurezza degli
ambienti di lavoro.
Anno 2013 Regione Lombardia conferma a La Danza Immobile il “Riconoscimento di
rilevanza regionale dei soggetti che svolgono attività di spettacolo” per l’anno 2013.
Anno 2012 La Danza Immobile stipula con Regione Lombardia una convenzione triennale,
2012 – 2014, per la “Realizzazione di attività di produzione teatrale”.
Anno 2012 Lo spettacolo “Assalto ai Bambini” è selezionato per “Next – Laboratorio delle
idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2012,
promosso da AGIS e da Regione Lombardia.
Anno 2012 La Danza Immobile entra a far parte dell’Associazione Culturale “T.L.L.T. Teatro
Libero Liberi Teatri” per la gestione del Teatro Libero di Milano.
Anno 2012 L’amministrazione comunale di Monza attraverso la società partecipata
Scenaperta Spa proroga il contratto per la gestione del Teatro Binario 7 per la stagione
2012/2013.
Anno 2012 Lo spettacolo “I menù del Re” è selezionato tra gli eventi dell’iniziativa “ph
performing Heritage” Distretto Culturale Evoluto 2012 organizzato dalla provincia di Monza
e Brianza con la collaborazione della Fondazione Cariplo.
Anno 2012 La Danza Immobile ottiene il Certificato di Qualità ISO 9001:2008 per la gestione
aziendale e il Certificato BS OHSAS 18001:2007 per la sicurezza sul lavoro.
Anno 2012 Regione Lombardia attribuisce a La Danza Immobile il “Riconoscimento di
rilevanza regionale dei soggetti che svolgono attività di spettacolo”.
Anno 2011 Fondazione Cariplo assegna a La Danza Immobile un contributo triennale, 2012 –
2014, per il progetto “Tre anni per ridurre le distanze” presentato per il bando “Promuovere
la buona gestione nel campo della cultura”.
Anno 2011 L’amministrazione comunale di Monza attraverso la società partecipata
Scenaperta Spa proroga il contratto per la gestione del Teatro Binario 7 per la stagione
2011/2012.
Anno 2011 Gli spettacoli “Il labirinto di Alice”, “Agorà” e “I Viaggi della seta” vengono
selezionati tra gli eventi dell’iniziativa “ph performing Heritage” Distretto Culturale Evoluto
2011 organizzato dalla provincia di Monza e Brianza. “La Danza Immobile” viene inoltre
individuata come referente organizzativo ed artistico per l’intero progetto.
Anno 2011 Lo spettacolo “Il raffreddore dei pesci rossi” viene selezionate per il Festival
nazionale di teatro per i ragazzi di Vimercate “Una Città per gioco”.
Anno 2010 Regione Lombardia assegna a La Danza Immobile un contributo annuale per
“Attività di compagnie teatrali a carattere permanente”.
Anno 2010 Lo spettacolo “Il raffreddore dei pesci rossi” viene selezionate per il Festival
Nazionale di teatro per ragazzi di Padova.
Anno 2009 Lo spettacolo “La Ballata dei Suicidi” è selezionato per “Next – Laboratorio delle
idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2009,
promosso da AGIS e da Regione Lombardia.
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Anno 2009 La Giunta Regionale della Lombardia assegna a La Danza Immobile un contributo
per il progetto “Atelier – L’Arte del dialogo” c/o il Teatro Filodrammatici di Milano.
Anno 2008 Regione Lombardia assegna a La Danza Immobile un contributo annuale per
“Attività di compagnie teatrali a carattere permanente”.
Anno 2008 L’Accademia dei Filodrammatici di Milano assegna a La Danza Immobile la
gestione del Teatro Filodrammatici di Milano per le stagioni 2008/09, 2009/10 e 2010/11.
Corrado Accordino assume la co-direzione artistica del teatro dal 2008 al 2012.
Anno 2006 La Provincia di Monza e Brianza affida a La Danza Immobile la progettazione e la
realizzazione dell’abbonamento itinerante “OpenTeatro” e della pubblicazione
“Palcoscenici”.
Anno 2005 L’amministrazione comunale di Monza attraverso la società partecipata
Scenaperta Spa assegna a La Danza Immobile la gestione del nuovo Teatro Binario7 per 6
stagioni.
Anno 2000 Dalla stagione 2000/01 e fino alla stagione 2003/04 La Danza Immobile progetta
e realizza il cartellone Teatro + Tempo Presente negli spazi dello storico teatro Villoresi di
piazza Carrobiolo a Monza (MB). Le prime due stagioni vengono realizzate in maniera
completamente indipendente. Dalla terza stagione l’amministrazione comunale concede un
piccolo contributo.
Anno 1992 L’associazione culturale “Il Laboratorio dell’Immaginario – La Danza Immobile”
viene costituita con atto pubblico notarile.
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