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Dispensa Modulo 7 - I Limiti

Andrea Scozzari
UNICUSANO - Facolta’ di Economia

18-02-2016

1
1 I limiti: introduzione
La nozione di Limite precisa lo studio sull’“andamento” di una funzione reale y = f (x)
quando la variabile indipendente x assume valori prossimi ad un determinato valore x0 che
può essere arbitrariamente grande o arbitrariamente piccolo, ed eventualmente senza mai
raggiungere x0 . Di conseguenza, siamo interessati a verificare se la variabile dipendente
y assumerà o meno un valore di “tendenza” o un valore limite L quando, si dice, x tende
a x0 .

Esempio 1 Si consideri la funzione y = f (x) = x12 . Essa è definita per tutti gli x ∈ R\{0}.
I valori della funzione f (x) (ovvero i valori della frazione x12 ) tendono a diventare sempre
più piccoli se la variabile indipendente x assume valori sempre più grandi. Viceversa, la
funzione f (x) assumerà valori sempre più grandi quanto più la varibile x si avvicina a 0.

Introduciamo alcune definizioni che torneranno utili nello studio del limite di una funzione
y = f (x).

Definizione 1 Sia dato un numero reale c, si definisce intorno di centro c e di raggio


 > 0, un intervallo aperto del tipo:

(c − , c + ).

Tale intorno è talvolta anche indicato con I(c, ). In pratica, si sta definendo un intervallo
I = (a, b) il cui “centro” è il punto c e di ampiezza: b − a = c +  − (c − ) = 2.

Definizione 2 Sia A un intervallo o un sottoinsieme di R, ossia A ⊂ R. Preso un punto


x0 , che potrebbe o meno appartenere ad A, allora x0 è un punto di accumulazione per A
se ogni intorno di x0 e di raggio qualsiasi contiene inf initi elementi dell’insieme A.

Intuitivamente, il fatto che x0 sia un punto di accumulazione per A significa che è possibile
avvicinarsi quanto si vuole ad x0 “passando” sempre per i punti di A.

Esempio 2 Si prenda l’insieme A = {1, 12 , 13 , 14 , . . . , n1 , . . .} che è l’insieme dei reciproci


dei numeri interi positivi. Questo insieme ha come punto di accumulazione x0 = 0 che
non appatiene ad A. Infatti, man mano che aumenta n le frazioni diventano sempre
più piccole ed il loro valore si “avvicina” allo 0 senza mai raggiungerlo, in quanto già
sappiamo che 0 ∈ / A.

Da queste considerazioni discende che ha senso considerare la ricerca di un valore limite


per una funzione f (x) in prossimità di un punto di accumulazione x0 per il dominio di
f (x).
Nella ricerca dei valori di una funzione f (x) “prossimi” ad un limite L, l’obiettivo è quello
di richiedere che la distanza tra f (x) ed L può essere resa inferiore ad una quantità  > 0
comunque prefissata, in corrispondenza di tutti gli x la cui distanza da x0 sia inferiore ad
un’altra quantità δ > 0. Più formalmente:

2
Figure 1: All’aumentare di n la successione degli elementi dell’insieme A si avvicina allo
0, che non appartiene ad A, ed è sempre possibile definire un intorno di centro 0 e raggio
 > 0 piccolo quanto si vuole, individuando in questo modo un intervallo (0, ) che contiene
almeno un elemento, seppur di valore piccolissimo, di A.

Definizione 3 Definizione Formale di Limite. Sia f (x) una funzione reale indicata con
f : A → R, con A ⊆ R, e sia x0 un punto di accumulazione per A. Si dice che f (x) ha
come limite il numero reale L per x che tende a x0 , e si scrive:

lim f (x) =L
x→x0

se, per ogni numero  > 0 comunque fissato, si può determinare un δ > 0 tale che:

|f (x)−L| < 

per tutti gli x ∈ A con x 6= x0 , per cui |x − x0 | < δ.

Figure 2: Rappresentazione geometrica della definizione di limite.

3
La definizione precedente stabilisce la convergenza di una funzione f (x) al limite L. Di
seguito verranno mostrati alcuni esempi di individuazione del limite di una funzione y =
f (x) per x tendente ad un (generico) valore x0 (ossia per x → x0 ), anche utilizzando la
definizione formale di limite. Partiamo dal caso più semplice.
Esempio 3 Sia data la funzione costante f (x) = c che è definita in tutto R, e si consideri,
in particolare, un sottoinsieme A ⊆ R. Per ogni x ∈ A risulta:
lim f (x) = c
x→x0

qualunque sia x0 punto di accumulazione per A. In sostanza, dato che la funzione è


per definizione costante in tutto il suo insieme di definizione, questa rimane costante,
ossia assumerà sempre il valore c, qualunque sia in valore verso cui tende la variabile
indipendente x. In particolare ciò vale per ogni x ∈ A.
Esempio 4 Sia data la funzione f (x) = x definita in tutto R. Seguendo la definizione di
limite si può dimostrare che:
lim f (x) = x0 per ogni x0 ∈ R.
x→x0

Infatti, dato un  > 0 arbitrariamente scelto, affinchè risulti  > |f (x) − x0 | = |x − x0 |


sarà sufficiente prendere un δ > 0 tale che δ > |x − x0 | e ciò sarà vero purchè si scelga
δ ≤ .
−1 2
Esempio 5 Verifichiamo che la funzione f (x) = xx−1 converge per x → 1 al limite finito
L = 2. Il valore x0 = 1 non appartiene al dominio di f (x) dato che dom f= R\{1}.
x0 = 1 è dunque punto di accumulazione per f (x). Bisogna verificare che:
x2 − 1
lim = 2.
x→1 x − 1

Fissato un generico  > 0 e seguendo la definizione, bisogna individuare se esiste un δ > 0


tale che, quando 0 < |x − 1| < δ risulti:
x2 − 1
| − 2| <  (1)
x−1
Dato che (x2 − 1) = (x − 1)(x + 1), semplificando si ottiene |x − 1| <  per cui se si
prende δ =  per 0 < |x − 1| < δ, si ha anche che |x − 1| < . Questo allora verifica la
relazione (1).

Vale la seguente proprietà:


Se la funzione y = f (x) ammette un limite finito L, allora esso è unico.
Si possono però presentare alcune situazioni in cui non esiste un limite nel senso precisato
dalla definizione data. Ciò accade, ad esempio, quando in prossimità di x0 la funzione
f (x) assume valori maggiori o minori di un qualsiasi altro numero reale. Si parla allora
di:

f unzioni divergenti

4
1.1 Funzioni Divergenti
Definizione 4 Sia f (x) una funzione definita sull’insieme A ⊆ R, e sia x0 un punto di
accumulazione per A. Si dice che f (x) tende a +∞ od anche che f (x) diverge positiva-
mente per x che tende ad x0 , quando:

lim f (x) =+∞,


x→x0

ovvero quando i valori della f (x) diventano sempre più “grandi” man mano che la variabile
indipendente x si avvicina ad x0 .

Se, invece, quando per x → x0 la f (x) assume valori negativi sempre più piccoli, allora si
dice che la f (x) diverge negativamente e si scrive:

lim f (x) =−∞.


x→x0

Volendo precisare in maniera più formale le due definizioni, si può dire che per ogni  > 0
è possibile:

1. determinare un δ > 0 tale che risulti f (x) >  per tutti gli x ∈ A, x 6= x0 e per cui
0 < |x − x0 | < δ, cioè f (x) diverge positivamente;

2. determinare un δ > 0 tale che risulti f (x) < − per tutti gli x ∈ A, x 6= x0 e per cui
0 < |x − x0 | < δ, cioè f (x) diverge negativamente.

Figure 3: Esempio di funzione divergente.

1
Esempio 6 Verificare il seguente limite: lim 2 = +∞.
x→0 x

Si prenda un  > 0 arbitrario, dal punto 1., deve risultare:

5
1 1
2
> ossia x2 <
x 
Dunque, per risultare 0 < |x − x0 | = |x − 0| = |x| < δ, deve aversi δ ≤ √1 . Allora esiste
un valore δ > 0 per cui f (x) >  (vedi punto 1.), e dunque la funzione diverge positiva-
mente.

Esempio 7 Verificare il seguente limite: lim1 loga |x − 21 | = −∞ con a > 1.


x→ 2

Si prenda un  > 0 arbitrario, dalle definizioni deve risultare:


1 1
loga |x − | < − ossia |x − | < a−
2 2
Dunque, dato che per a > 1 la funzione esponenziale è strettamente crescente, per risultare
0 < |x − x0 | = |x − 12 | < δ, basta prendere δ ≤ a− . Anche in questo caso, allora, è possi-
bile individuare un valore δ > 0 per cui f (x) < − (vedi punto 2.), e dunque la funzione
diverge negativamente.

2 Asintoti
Una diretta applicazione dei concetti e delle definizioni di limite per una funzione y = f (x)
la si ritrova nella ricerca degli asintoti della funzione. Un asintoto stabilisce una sorta di
“barriera” per i possibili valori che può assumere una funzione f (x).
Sia data una funzione f (x) e un punto x0 di accumulazione per il suo dominio, con
x0 ∈
/ dom f , se lim f (x) = +∞ significa che la retta verticale (costante) di equazione
x→x0
x = x0 rappresenta una “barriera” per la funzione. Ovvero, la funzione f (x) si “allontana”
dall’asse delle ascisse e si “avvicina” sempre più alla retta verticale x = x0 senza mai
oltrepassarla.
Si dice allora che la retta di equazione x = x0 è un asintoto verticale per f (x).
In maniera analoga, supponiamo che lim f (x) = `. Ciò vuol dire che quanto più grandi
x→+∞
diventano i valori della variabile indipendente tanto più i valori della f (x) si “avvicinano”
ad `. Geometricamente significa che la retta (costante) di equazione y = ` è una “barriera”
per la funzione data.
Si dice allora che la retta di equazione y = ` è un asintoto orizzontale per f (x).

6
1
Figure 4: Funzione y = x2
con x > 0. Questa funzione ha un asintoto verticale di
equazione x = 0.

Figure 5: Funzione (1 + x1 )x , con x > 0. Questa funzione ha un asintoto orizzontale di


equazione y = e.

Riassumendo le considerazioni fin qui svolte, si può affermare che, nella ricerca del limite
di una funzione f (x), possono presentarsi le seguenti situazioni:

1. la funzione f (x) è convergente, cioè il limite di f (x) esiste ed è finito;

2. la funzione f (x) è divergente, cioè il limite esiste ed è +∞ o −∞;

3. la funzione f (x) è indeterminata, cioè il limite di f (x) non esiste.

Ci sono alcune estensioni alla nozione di limite. Sia x0 un punto di accumulazione per
il dominio A di f (x), se in un intorno di x0 esistono valori di x che “cadono” sempre
nel dominio della f (x), allora si può pensare di studiare separatamente il limite di una
funzione per x → x0 sia da “destra” che da “sinistra”.

7
Le definizioni di limite riportate in precedenza rimangono inalterate, semplicemente siamo
interessati a studiare il limite di una funzione f (x) per x → x0 con x > x0 (limite destro)
e per x → x0 con x < x0 (limite sinistro). Per questo si usano i simboli:

1. lim+ f (x) (limite destro);


x→x0

2. lim− f (x) (limite sinistro).


x→x0

1
Esempio 8 Verifichiamo che lim+ x
= +∞. Ricordando la definizione di limite per fun-
x→0
zioni divergenti si ha che per ogni  > 0 si ha:
1 1
> ossia > x.
x 
Dunque per determinare un δ > 0 per cui 0 < |x − 0| = |x| = x < δ ed affinchè risulti
f (x) > , basta scegliere δ ≤ 1 .

Si noti che nella relazione precedente 0 < |x − 0| = |x| = x < δ vale l’uguaglianza |x| = x
dato che stiamo considerando solo i valori x > x0 = 0. Infatti, il modulo di un numero |x|
restituisce la parte positiva del numero e, in particolare, si ha |x| = x se x > 0.

3 Funzioni Continue
Quando è stata introdotta la definizione di limite di una funzione f (x) per x → x0 , non si
è fatto cenno a cosa succede alla funzione nel punto x0 , cioè eravamo interessati solamente
a capire verso quale valore può tendere una funzione f (x) quando x si avvicina ad x0 .
Supponiamo di considerare un punto di accumulazione x0 per A, con A dominio di una
funzione f (x). Come detto, un punto di accumulazione può o meno appartenere ad A.
Supponiamo, invece, che x0 ∈ A, allora x0 viene detto punto non isolato di A. Vale la
seguente definizione:

Definizione 5 Sia f : A → R ed x0 un punto non isolato di A. Si dice che la funzione


f (x) è continua in x0 se:

lim f (x) = f (x0 ).


x→x0

Generalizzando, si dice che la funzione f (x) è continua in tutto l’insieme A se essa è


continua in tutti i punti non isolati di A.

La precedente definizione ci suggerisce come calcolare il limite di una funzione continua in


un dato intervallo [a, b]. Infatti, data una funzione f (x) continua in [a, b], preso un punto
x0 interno ad [a, b], il valore limite della f (x) per x → x0 si ottiene calcolando il valore
della funzione in x0 , ossia calcolando f (x0 ).

8
In maniera del tutto analoga vale la definizione di funzione continua a destra o a sinistra
di un punto x0 .
Data una funzione f (x), quando si dice che questa è continua nell’intevallo [a, b] significa,
nei fatti, che la funzione f (x) è continua in tutti i punti interni di [a, b] ed è continua a
destra in a e a sinistra in b.
In maniera intuitiva, la nozione di continuità in un intervallo riflette il fatto che il grafico
di una funzione f (x) è privo di “strappi” o “salti”.

3.1 Proprietà e Teoremi sui Limiti


Si riportano di seguito alcuni teoremi, senza dimostrazione, che mettono in evidenza le
proprietà dei limiti per le funzioni reali y = f (x).
Teorema 1 Teorema della permanenza del segno.
Supponiamo di avere una funzione f (x). Se f (x) è continua in un punto x0 interno al suo
dominio A ed è tale che f (x0 ) > 0 allora la f (x) rimane positiva in tutti i punti vicini
ad x0 .
Teorema 2 Teorema del confronto.
Se due funzioni f (x) e g(x) ammettono in x0 lo stesso limite ` e se in un intorno di x0
si ha f (x) ≤ h(x) ≤ g(x) allora anche la nuova funzione h(x) ammette limite ` in x0 .

3.2 Operazioni con i limiti


Se due funzioni f (x) e g(x) ammettono limite finito per x → x0 , allora in x0 ammette
limite anche la funzione somma f (x) + g(x), la funzione differenza f (x) − g(x), la funzione
prodotto f (x) · g(x) e la funzione quoziente fg(x)
(x)
, eccetto, per quest’ultima, quando il limite
di g(x) è nullo.
Tali limiti sono dati rispettivamente dalla somma, differenza, prodotto e quoziente dei
limiti delle due funzioni f (x) e g(x).

Queste proprietà diventano importanti dal punto di vista “operativo” per calcolare il
limite di una funzione come si vedrà negli esempi successivi.
Esempio 9 Si calcoli il limite della seguente funzione: lim (log x + x2 + 1).
x→1

Possiamo riscrivere il limite come lim log x + lim x2 + lim 1.


x→1 x→1 x→1

Per le proprietà della funzione logaritmica che è definita in (0, +∞) ed è continua in 1,
avremo che lim log x = log 1 = 0. Sfruttando il fatto che la funzione y = x2 (polinomio di
x→1
secondo grado) è definita e continua in tutto R ed è, dunque, continua in x0 = 1, si ha
lim x2 = 12 = 1. Infine, lim 1 = 1 dato che f (x) = 1 è una funzione costante. Allora si
x→1 x→1
ha:

lim (log x + x2 + 1) = (0 + 1 + 1) = 2.
x→1

9
Altri significativi esempi sono forniti nel seguito:

1. lim (log x − x2 − 1) = lim log x − lim x2 − lim 1 = −2.


x→1 x→1 x→1 x→1
 
2. lim (x2 + 1) log x = lim (x2 + 1) · lim log x = 0.
x→1 x→1 x→1

lim log x
log x x→1
3. lim 2 = lim (x2 +1)
= 0.
x→1 (x +1) x→1

Nota Bene: se nel terzo caso la funzione al denominatore fosse stata (x2 − 1) non sarebbe
esistito il limite. Il limite per x → 1 della funzione (xlog x 0
2 −1) è 0 che è un esempio (che

vedremo in seguito come trattare) di forma indeterminata.

Nel calcolo dei limiti di una funzione troviamo alcuni casi particolari:
una funzione f (x) si dice inf initesima in x0 , con x0 finito oppure pari a ±∞, se:

lim f (x) = 0.
x→x0

1 1 1
Esempio 10 Sia data la funzione x
, il limite lim = 0. Dunque, la funzione è
x→±∞ x x
inf initesima sia a −∞ che a +∞.

Una funzione f (x) si dice inf inita in x0 , con x0 finito oppure pari a ±∞, se:

lim f (x) = ∞.
x→x0

x−2
Esempio 11 Calcolare: lim x
. Avremo:
x→0

x−2 1
lim = lim (x − 2) · lim = −2 · +∞ = −∞
x→0 x x→0 x→0 x
Il calcolo del lmite di una funzione “scomponibile” come somma, differenza, prodotto o
quoziente di due o più funzioni si estende, come visto, anche al caso in cui non tutte le
funzioni componenti hanno limite finito. Consideriamo, infatti, il limite seguente:

x2 − 1 1
lim = lim (x2 − 1) · lim =0·∞
x→1 log x x→1 x→1 log x

In generale, non esiste però una regola fissa per studiare il limite del prodotto di una
funzione convergente a zero ed una divergente a +∞, per cui questo rientra nei casi di
limite di forme indeterminate.
Rientrano in tale classe tutti quei limiti di funzioni che si presentano in una delle forme
seguenti:
∞ 0
∞ − ∞; 0 · ∞; ; .
∞ 0

10
Abbiamo visto come il limite di una funzione permette di trovare delle condizioni per
stabilire se una data funzione f (x) è continua in un intervallo [a, b]. Supponiamo ora
che una funzione f (x) sia continua in tutto l’intervallo [a, b] tranne in un punto interno
x̂ ∈ [a, b]. Si dice allora che in x̂ vi è una singolarità isolata di f (x). Per stabilire se x̂ sia
un punto di singolarità per la f (x), si deve verificare uno dei seguenti casi:

i) f (x) ha limite finito e pari ad ` per x → x̂, ma x̂ ∈


/ dom f ;

ii) f (x) è convergente per x → x̂, ma ` = lim f (x) 6= f (x̂). Si dice che la funzione f (x)
x→x̂
è discontinua in x̂, ma la discontinuità è eliminabile ponendo f (x̂) = `;

iii) Esistono finiti il limite destro e sinistro in x̂, ma tali limiti sono distinti. Si dice
che in x̂ vi è una discontinuità di prima specie;

iv) Ogni altra situazione di singolarità per f (x) diversa dalle tre precedenti determina
per la funzione una discontinuità di seconda specie.

4 Limite di Successioni
Si ricorda che se a ciscun numero naturale k ∈ N = {1, 2, 3, . . .} si fa corrispondere un
numero reale ak , si ottiene un insieme di infiniti numeri reali ordinati secondo l’ordine
crescente dei numeri naturali. Si ottiene, dunque, una successione numerica che sarà
indicata con {ak }, ovvero:

a1 , a2 , a3 , . . . , an , . . .
dove, quindi, l’indice k = 1, 2, 3, . . . , n, . . . individua la posizione dei numeri reali a lungo
la successione. Come già visto (vedi Modulo 2), una successione numerica può vedersi
come una funzione f : N → R, ossia come una funzione f (n) della variabile indipendente
n ∈ N.
Cosa succede alla successione {ak } quando k → +∞? Siamo cioè interessati a valutare
quale è il valore più grande che può assumere l“ultimo” elemento della successione quando
aumentano (all’infinito) gli elementi della successione stessa. Siamo di fatto interessati
a calcolare il limite della successione {ak }. Il calcolo di tale limite avviene calcolando il
limite dell’elemento genrico della successione, indicato con an . Analogamente a quanto
visto per le funzioni, si presentano diversi casi:

1. Se lim an = `, allora la successione converge al limite `;


n→∞

2. Se lim an = +∞, allora la successione diverge positivamente, cioè da un certo


n→∞
punto in poi gli elementi di {ak } diventano sempre più grandi;

3. Se lim an = −∞, allora la successione diverge negativamente, cioè da un certo


n→∞
punto in poi gli elementi di {ak } diventano sempre più piccoli;

11
4. Se lim an = ∞, allora la successione (semplicemente) diverge, cioè da un certo
n→∞
punto in poi il valore assoluto degli elementi di {ak } diventano sempre più grandi;

5. Una successione può non ammettere limite, allora si dice che {ak } è indeterminata.

Consideriamo il caso di una successione {ak } convergente. La definizione è la seguente:

Definizione 6 Data una successione {ak }, se questa converge ad un limite finito ` sig-
nifica che comunque si fissa un  > 0 è possibile individuare un numero naturale o un
indice n̄ tale che, per ogni indice n > n̄, la distanza da ` ad ogni elemento an con indice
maggiore di n̄ risulta inferiore ad un fissato  > 0, cioè:

|an − `| <  per ogni n > n̄.

Per una successione divergente positivamente, la definizione sopra implica:

an > 
a partire da un numero naturale o un indice n > n̄.

Esempio 12 Data la successione {ak } = {1, 21 , 31 , . . . , n1 , . . .}, si verifica che lim {ak } = 0.
n→∞

Seguendo la definizione precedente, bisogna verificare se esiste un indice n̄ tale che,


preso un  > 0 si ha che |an − `| <  per ogni indice n > n̄. Si consideri allora la distanza:
1 1 1
|an − `| = | − 0| = <  da cui n > .
n n 
Ciò significa che se si prende il numero n̄ > 1 , per ogni indice n > n̄ si avrà |an − `| = 1
n
< .

Nell’esempio precedente, nel calcolo della distanza |an − `| si è considerato l’elemento


an = n1 come l’elemento generico della successione {ak } per k = 1, 2, . . . , n, . . ..

5 Le Serie Numeriche
Data una successione numerica a1 , a2 , a3 , . . . , an , . . . si definisce una serie numerica la
somma degli elementi della successione, ossia:

X
an = a1 + a2 + a3 + . . . + an + . . .
n=1

Il problema che ci poniamo ora è quello di conoscere quanto “vale” questa serie, ossia

P
vogliamo calcolare la somma (infinita) an , ossia vogliamo calcolare la somma degli
n=1
elementi a1 , a2 , a3 , . . . , an , . . . quando questi aumentano all’infinito. Per calcolare questa
somma procediamo nel modo seguente:

12
A partire dalla serie è possibile definire la successione delle somme parziali {sn }:
s1 = a1
s2 = a1 + a2
s3 = a1 + a2 + a3
............
s n = a1 + a2 + . . . + an
............

Seguendo allora le definizioni introdotte per le successioni numeriche, si ha che la serie


converge, diverge o è indeterminata se la corrispondente successione delle somme parziali
{sn } converge, diverge o è indeterminata. In particolare, se per n → ∞ si ha che {sn }
tende ad un numero reale finito s, si dice che la serie converge alla somma s e si scrive:

X
s= an .
n=1


rn = 1 + r + r2 + r3 + . . . + rn + . . .,
P
Esempio 13 Si consideri la serie geometrica
n=0
dove r è la ragione della serie. Se r > 1 si ha che il generico elemento sn della cor-
rispondente successione delle somme parziali {sn } è dato da:

sn = 1 + r + r2 + r3 + . . . + rn ≥ n + 1.

È immediato vedere che, in questo caso, se n → ∞ la serie diverge positivamente, ossia



rn = +∞.
P
n=0


rn si abbia r < 1, allora la somma sn la
P
Supponiamo ora che per la serie geometrica
n=0
possiamo riscrivere:

1−r 1 − rn+1
sn = (1 + r + r2 + r3 + . . . + rn ) =
1−r 1−r

Si noti che la quantità (1 + r + r2 + r3 + . . . + rn ) è stata semplicemente moltiplicata e


1−r
divisa per la stessa quantità 1 − r. Dato che nella frazione 1−r numeratore e denominatore
1−r
si elidono, ossia 1−r = 1, questa operazione lascia inalterata la somma sn . Questo modo
di operare permette però di riscrivere sn come:

1 − rn+1
sn = .
1−r
Per studiare il comportamento della serie geometrica è sufficiente studiare il comporta-
mento di sn . Vale, infatti, la seguente proprietà:

13
Proprietà 1 Data una successione {sn }, con n ∈ N, se questa ha, f inito o inf inito, un
limite, allora tende allo stesso limite ogni altra sottosuccessione estratta da essa.

La proprietà precedente consente di calcolare il limite di una serie attraverso il calcolo


del limite di un elemento generico sn della successione delle somme parziali {sn } relativa
alla serie considerata.
Con riferimento all’esempio introdotto, a partire dalla serie geometrica si consideri la
somma parziale sn che è stata definita nel modo seguente:

1 − rn+1
sn = con r < 1
1−r
n+1
Per studiare il comportamento di sn è sufficiente studiare il comportamento di 1−r 1−r
,
n+1
ovvero il comportamento di r che di fatto è l’unico elemento di sn che dipende da n.
Anche in questo caso è evidente che, per r < 1, se n → ∞ si ha: lim rn+1 = 0. Dunque:
n→∞

1 − rn+1 1 1
lim sn = lim = · lim (1 − rn+1 ) =
n→∞ n→∞ 1 − r 1 − r n→∞ 1−r


rn di ragione r, studiando il compor-
P
Riassumendo, si ha che per una serie geometrica
n=0
tamento di sn si ottiene:


 0 se −1 < r < 1




+∞ se r>1


∞ 
rn = lim sn =
P
n=0 n→∞
1 se r=1








non esiste se r ≤ −1


rn di ragione r converge solo se −1 < r < 1.
P
Dunque, la serie geometrica
n=0
Consideriamo adesso la seguente serie, che è un caso particolare della serie geometrica
vista prima:

X 1 n−1 1 1 1 1
= 1 + + 2 + 3 + ... + n + ....
n=1
2 2 2 2 2

La corrispondente successione {sn } delle somme parziali è:


s1 = 1
s2 = 1 + 12
s3 = 1 + 12 + 213
Osserviamo dunque che il generico elemento sn è:

14
1 1 1 1 1 
+ 2 + 3 + . . . + n = 2 1 − ( )n .

sn = 1 +
2 2 2 2 2
Passando al limite si ottiene:

1  1 
lim sn = lim 2 1 − ( )n = 2 · lim 1 − ( )n .
 
n→∞ n→∞ 2 n→∞ 2

Dobbiamo allora determinare lim ( 12 )n . Ricordando che per una funzione f (x) = 1
x
n→∞
1 1 1
si ha che lim = 0, e dato che r = < 1, il corrispondente limite di 2n
per n → ∞ è
x→±∞ x 2
uguale a 0, per cui:
1 
lim sn = lim 2 1 − ( )n = 2,

n→∞ n→∞ 2
ovvero: ∞
X 1
( )n = 2.
n=0
2

L’esempio precedente introduce la seguente proprietà:



crn viene chiamata serie geometrica di primo elemento c e
P
Proprietà 2 La serie
n=0
ragione r. Essa è convergente se e solo se |r| < 1, ossia −1 < r < 1 e nel qual caso:

X c
crn = .
n=0
1−r

2 2 2
Esempio 14 Si consideri la serie 10
+ 102
+ 103
+ . . ..
2 1
Si ha che: c = 10
er= 10
. Per cui:

X 2 1 n 2
( ) = .
n=0
10 10 9

Visti gli esempi riportati in precedenza, abbiamo stabilito un metodo “operativo” per
trovare il valore di molte serie, ossia a partire dalla serie assegnata, bisogna individuare
la successione delle somme parziali {sn }, si deve successivamente determinare il generico
elemento sn di tale successione e calcolarne il limite per n → ∞.

Come si vede, diventa allora importante saper calcolare il limite di funzioni f (x) o f (n).
Alcuni limiti particolarmente importanti da ricordare e che spesso si incontrano negli
esercizi sono:

1
lim (1 + )x = e;
x→∞ x

15
a
lim (1 + )x = ea ;
x→∞ x

1 1 1
lim (1 + x) x = lim (1 + )t = e avendo posto x = .
x→∞ t→∞ t t

Per concludere, sono di seguito riportate alcune serie di particolare interesse, e di cui si
fornirà solo il valore della loro somma. Queste sono:

X 1
serie armonica = ∞ divergente;
n=1
n


X 1
= 1 convergente;
n=1
n(n + 1)


X 1
√ = ∞ divergente.
n=1
n

Riferimenti bibliografici
1. G.C. Barozzi, C. Corradi, Matematica generale per le scienze economiche. Il Mulino,
Bologna 1997.

2. A. Blasi, Matematica: Corso base per la Facolta’ di Economia. Edizioni Kappa,


2006.

3. A. Blasi, Matematica: Esercizi, complementi e argomenti preliminari. Edizioni


Kappa, 2006.

4. P. Morcellini, C. Sbordone, Elementi di analisi matematica uno. Liguori Editore,


2002.

5. M. Castellani, F. Gozzi, Matematica di base per economia e azienda. Esculapio


Economia, 2001.

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