Andrea Scozzari
UNICUSANO - Facolta’ di Economia
18-02-2016
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1 I limiti: introduzione
La nozione di Limite precisa lo studio sull’“andamento” di una funzione reale y = f (x)
quando la variabile indipendente x assume valori prossimi ad un determinato valore x0 che
può essere arbitrariamente grande o arbitrariamente piccolo, ed eventualmente senza mai
raggiungere x0 . Di conseguenza, siamo interessati a verificare se la variabile dipendente
y assumerà o meno un valore di “tendenza” o un valore limite L quando, si dice, x tende
a x0 .
Esempio 1 Si consideri la funzione y = f (x) = x12 . Essa è definita per tutti gli x ∈ R\{0}.
I valori della funzione f (x) (ovvero i valori della frazione x12 ) tendono a diventare sempre
più piccoli se la variabile indipendente x assume valori sempre più grandi. Viceversa, la
funzione f (x) assumerà valori sempre più grandi quanto più la varibile x si avvicina a 0.
Introduciamo alcune definizioni che torneranno utili nello studio del limite di una funzione
y = f (x).
(c − , c + ).
Tale intorno è talvolta anche indicato con I(c, ). In pratica, si sta definendo un intervallo
I = (a, b) il cui “centro” è il punto c e di ampiezza: b − a = c + − (c − ) = 2.
Intuitivamente, il fatto che x0 sia un punto di accumulazione per A significa che è possibile
avvicinarsi quanto si vuole ad x0 “passando” sempre per i punti di A.
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Figure 1: All’aumentare di n la successione degli elementi dell’insieme A si avvicina allo
0, che non appartiene ad A, ed è sempre possibile definire un intorno di centro 0 e raggio
> 0 piccolo quanto si vuole, individuando in questo modo un intervallo (0, ) che contiene
almeno un elemento, seppur di valore piccolissimo, di A.
Definizione 3 Definizione Formale di Limite. Sia f (x) una funzione reale indicata con
f : A → R, con A ⊆ R, e sia x0 un punto di accumulazione per A. Si dice che f (x) ha
come limite il numero reale L per x che tende a x0 , e si scrive:
lim f (x) =L
x→x0
se, per ogni numero > 0 comunque fissato, si può determinare un δ > 0 tale che:
|f (x)−L| <
3
La definizione precedente stabilisce la convergenza di una funzione f (x) al limite L. Di
seguito verranno mostrati alcuni esempi di individuazione del limite di una funzione y =
f (x) per x tendente ad un (generico) valore x0 (ossia per x → x0 ), anche utilizzando la
definizione formale di limite. Partiamo dal caso più semplice.
Esempio 3 Sia data la funzione costante f (x) = c che è definita in tutto R, e si consideri,
in particolare, un sottoinsieme A ⊆ R. Per ogni x ∈ A risulta:
lim f (x) = c
x→x0
f unzioni divergenti
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1.1 Funzioni Divergenti
Definizione 4 Sia f (x) una funzione definita sull’insieme A ⊆ R, e sia x0 un punto di
accumulazione per A. Si dice che f (x) tende a +∞ od anche che f (x) diverge positiva-
mente per x che tende ad x0 , quando:
ovvero quando i valori della f (x) diventano sempre più “grandi” man mano che la variabile
indipendente x si avvicina ad x0 .
Se, invece, quando per x → x0 la f (x) assume valori negativi sempre più piccoli, allora si
dice che la f (x) diverge negativamente e si scrive:
Volendo precisare in maniera più formale le due definizioni, si può dire che per ogni > 0
è possibile:
1. determinare un δ > 0 tale che risulti f (x) > per tutti gli x ∈ A, x 6= x0 e per cui
0 < |x − x0 | < δ, cioè f (x) diverge positivamente;
2. determinare un δ > 0 tale che risulti f (x) < − per tutti gli x ∈ A, x 6= x0 e per cui
0 < |x − x0 | < δ, cioè f (x) diverge negativamente.
1
Esempio 6 Verificare il seguente limite: lim 2 = +∞.
x→0 x
5
1 1
2
> ossia x2 <
x
Dunque, per risultare 0 < |x − x0 | = |x − 0| = |x| < δ, deve aversi δ ≤ √1 . Allora esiste
un valore δ > 0 per cui f (x) > (vedi punto 1.), e dunque la funzione diverge positiva-
mente.
2 Asintoti
Una diretta applicazione dei concetti e delle definizioni di limite per una funzione y = f (x)
la si ritrova nella ricerca degli asintoti della funzione. Un asintoto stabilisce una sorta di
“barriera” per i possibili valori che può assumere una funzione f (x).
Sia data una funzione f (x) e un punto x0 di accumulazione per il suo dominio, con
x0 ∈
/ dom f , se lim f (x) = +∞ significa che la retta verticale (costante) di equazione
x→x0
x = x0 rappresenta una “barriera” per la funzione. Ovvero, la funzione f (x) si “allontana”
dall’asse delle ascisse e si “avvicina” sempre più alla retta verticale x = x0 senza mai
oltrepassarla.
Si dice allora che la retta di equazione x = x0 è un asintoto verticale per f (x).
In maniera analoga, supponiamo che lim f (x) = `. Ciò vuol dire che quanto più grandi
x→+∞
diventano i valori della variabile indipendente tanto più i valori della f (x) si “avvicinano”
ad `. Geometricamente significa che la retta (costante) di equazione y = ` è una “barriera”
per la funzione data.
Si dice allora che la retta di equazione y = ` è un asintoto orizzontale per f (x).
6
1
Figure 4: Funzione y = x2
con x > 0. Questa funzione ha un asintoto verticale di
equazione x = 0.
Riassumendo le considerazioni fin qui svolte, si può affermare che, nella ricerca del limite
di una funzione f (x), possono presentarsi le seguenti situazioni:
Ci sono alcune estensioni alla nozione di limite. Sia x0 un punto di accumulazione per
il dominio A di f (x), se in un intorno di x0 esistono valori di x che “cadono” sempre
nel dominio della f (x), allora si può pensare di studiare separatamente il limite di una
funzione per x → x0 sia da “destra” che da “sinistra”.
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Le definizioni di limite riportate in precedenza rimangono inalterate, semplicemente siamo
interessati a studiare il limite di una funzione f (x) per x → x0 con x > x0 (limite destro)
e per x → x0 con x < x0 (limite sinistro). Per questo si usano i simboli:
1
Esempio 8 Verifichiamo che lim+ x
= +∞. Ricordando la definizione di limite per fun-
x→0
zioni divergenti si ha che per ogni > 0 si ha:
1 1
> ossia > x.
x
Dunque per determinare un δ > 0 per cui 0 < |x − 0| = |x| = x < δ ed affinchè risulti
f (x) > , basta scegliere δ ≤ 1 .
Si noti che nella relazione precedente 0 < |x − 0| = |x| = x < δ vale l’uguaglianza |x| = x
dato che stiamo considerando solo i valori x > x0 = 0. Infatti, il modulo di un numero |x|
restituisce la parte positiva del numero e, in particolare, si ha |x| = x se x > 0.
3 Funzioni Continue
Quando è stata introdotta la definizione di limite di una funzione f (x) per x → x0 , non si
è fatto cenno a cosa succede alla funzione nel punto x0 , cioè eravamo interessati solamente
a capire verso quale valore può tendere una funzione f (x) quando x si avvicina ad x0 .
Supponiamo di considerare un punto di accumulazione x0 per A, con A dominio di una
funzione f (x). Come detto, un punto di accumulazione può o meno appartenere ad A.
Supponiamo, invece, che x0 ∈ A, allora x0 viene detto punto non isolato di A. Vale la
seguente definizione:
8
In maniera del tutto analoga vale la definizione di funzione continua a destra o a sinistra
di un punto x0 .
Data una funzione f (x), quando si dice che questa è continua nell’intevallo [a, b] significa,
nei fatti, che la funzione f (x) è continua in tutti i punti interni di [a, b] ed è continua a
destra in a e a sinistra in b.
In maniera intuitiva, la nozione di continuità in un intervallo riflette il fatto che il grafico
di una funzione f (x) è privo di “strappi” o “salti”.
Queste proprietà diventano importanti dal punto di vista “operativo” per calcolare il
limite di una funzione come si vedrà negli esempi successivi.
Esempio 9 Si calcoli il limite della seguente funzione: lim (log x + x2 + 1).
x→1
Per le proprietà della funzione logaritmica che è definita in (0, +∞) ed è continua in 1,
avremo che lim log x = log 1 = 0. Sfruttando il fatto che la funzione y = x2 (polinomio di
x→1
secondo grado) è definita e continua in tutto R ed è, dunque, continua in x0 = 1, si ha
lim x2 = 12 = 1. Infine, lim 1 = 1 dato che f (x) = 1 è una funzione costante. Allora si
x→1 x→1
ha:
lim (log x + x2 + 1) = (0 + 1 + 1) = 2.
x→1
9
Altri significativi esempi sono forniti nel seguito:
lim log x
log x x→1
3. lim 2 = lim (x2 +1)
= 0.
x→1 (x +1) x→1
Nota Bene: se nel terzo caso la funzione al denominatore fosse stata (x2 − 1) non sarebbe
esistito il limite. Il limite per x → 1 della funzione (xlog x 0
2 −1) è 0 che è un esempio (che
Nel calcolo dei limiti di una funzione troviamo alcuni casi particolari:
una funzione f (x) si dice inf initesima in x0 , con x0 finito oppure pari a ±∞, se:
lim f (x) = 0.
x→x0
1 1 1
Esempio 10 Sia data la funzione x
, il limite lim = 0. Dunque, la funzione è
x→±∞ x x
inf initesima sia a −∞ che a +∞.
Una funzione f (x) si dice inf inita in x0 , con x0 finito oppure pari a ±∞, se:
lim f (x) = ∞.
x→x0
x−2
Esempio 11 Calcolare: lim x
. Avremo:
x→0
x−2 1
lim = lim (x − 2) · lim = −2 · +∞ = −∞
x→0 x x→0 x→0 x
Il calcolo del lmite di una funzione “scomponibile” come somma, differenza, prodotto o
quoziente di due o più funzioni si estende, come visto, anche al caso in cui non tutte le
funzioni componenti hanno limite finito. Consideriamo, infatti, il limite seguente:
x2 − 1 1
lim = lim (x2 − 1) · lim =0·∞
x→1 log x x→1 x→1 log x
In generale, non esiste però una regola fissa per studiare il limite del prodotto di una
funzione convergente a zero ed una divergente a +∞, per cui questo rientra nei casi di
limite di forme indeterminate.
Rientrano in tale classe tutti quei limiti di funzioni che si presentano in una delle forme
seguenti:
∞ 0
∞ − ∞; 0 · ∞; ; .
∞ 0
10
Abbiamo visto come il limite di una funzione permette di trovare delle condizioni per
stabilire se una data funzione f (x) è continua in un intervallo [a, b]. Supponiamo ora
che una funzione f (x) sia continua in tutto l’intervallo [a, b] tranne in un punto interno
x̂ ∈ [a, b]. Si dice allora che in x̂ vi è una singolarità isolata di f (x). Per stabilire se x̂ sia
un punto di singolarità per la f (x), si deve verificare uno dei seguenti casi:
ii) f (x) è convergente per x → x̂, ma ` = lim f (x) 6= f (x̂). Si dice che la funzione f (x)
x→x̂
è discontinua in x̂, ma la discontinuità è eliminabile ponendo f (x̂) = `;
iii) Esistono finiti il limite destro e sinistro in x̂, ma tali limiti sono distinti. Si dice
che in x̂ vi è una discontinuità di prima specie;
iv) Ogni altra situazione di singolarità per f (x) diversa dalle tre precedenti determina
per la funzione una discontinuità di seconda specie.
4 Limite di Successioni
Si ricorda che se a ciscun numero naturale k ∈ N = {1, 2, 3, . . .} si fa corrispondere un
numero reale ak , si ottiene un insieme di infiniti numeri reali ordinati secondo l’ordine
crescente dei numeri naturali. Si ottiene, dunque, una successione numerica che sarà
indicata con {ak }, ovvero:
a1 , a2 , a3 , . . . , an , . . .
dove, quindi, l’indice k = 1, 2, 3, . . . , n, . . . individua la posizione dei numeri reali a lungo
la successione. Come già visto (vedi Modulo 2), una successione numerica può vedersi
come una funzione f : N → R, ossia come una funzione f (n) della variabile indipendente
n ∈ N.
Cosa succede alla successione {ak } quando k → +∞? Siamo cioè interessati a valutare
quale è il valore più grande che può assumere l“ultimo” elemento della successione quando
aumentano (all’infinito) gli elementi della successione stessa. Siamo di fatto interessati
a calcolare il limite della successione {ak }. Il calcolo di tale limite avviene calcolando il
limite dell’elemento genrico della successione, indicato con an . Analogamente a quanto
visto per le funzioni, si presentano diversi casi:
11
4. Se lim an = ∞, allora la successione (semplicemente) diverge, cioè da un certo
n→∞
punto in poi il valore assoluto degli elementi di {ak } diventano sempre più grandi;
5. Una successione può non ammettere limite, allora si dice che {ak } è indeterminata.
Definizione 6 Data una successione {ak }, se questa converge ad un limite finito ` sig-
nifica che comunque si fissa un > 0 è possibile individuare un numero naturale o un
indice n̄ tale che, per ogni indice n > n̄, la distanza da ` ad ogni elemento an con indice
maggiore di n̄ risulta inferiore ad un fissato > 0, cioè:
an >
a partire da un numero naturale o un indice n > n̄.
Esempio 12 Data la successione {ak } = {1, 21 , 31 , . . . , n1 , . . .}, si verifica che lim {ak } = 0.
n→∞
5 Le Serie Numeriche
Data una successione numerica a1 , a2 , a3 , . . . , an , . . . si definisce una serie numerica la
somma degli elementi della successione, ossia:
∞
X
an = a1 + a2 + a3 + . . . + an + . . .
n=1
Il problema che ci poniamo ora è quello di conoscere quanto “vale” questa serie, ossia
∞
P
vogliamo calcolare la somma (infinita) an , ossia vogliamo calcolare la somma degli
n=1
elementi a1 , a2 , a3 , . . . , an , . . . quando questi aumentano all’infinito. Per calcolare questa
somma procediamo nel modo seguente:
12
A partire dalla serie è possibile definire la successione delle somme parziali {sn }:
s1 = a1
s2 = a1 + a2
s3 = a1 + a2 + a3
............
s n = a1 + a2 + . . . + an
............
∞
rn = 1 + r + r2 + r3 + . . . + rn + . . .,
P
Esempio 13 Si consideri la serie geometrica
n=0
dove r è la ragione della serie. Se r > 1 si ha che il generico elemento sn della cor-
rispondente successione delle somme parziali {sn } è dato da:
sn = 1 + r + r2 + r3 + . . . + rn ≥ n + 1.
∞
rn si abbia r < 1, allora la somma sn la
P
Supponiamo ora che per la serie geometrica
n=0
possiamo riscrivere:
1−r 1 − rn+1
sn = (1 + r + r2 + r3 + . . . + rn ) =
1−r 1−r
1 − rn+1
sn = .
1−r
Per studiare il comportamento della serie geometrica è sufficiente studiare il comporta-
mento di sn . Vale, infatti, la seguente proprietà:
13
Proprietà 1 Data una successione {sn }, con n ∈ N, se questa ha, f inito o inf inito, un
limite, allora tende allo stesso limite ogni altra sottosuccessione estratta da essa.
1 − rn+1
sn = con r < 1
1−r
n+1
Per studiare il comportamento di sn è sufficiente studiare il comportamento di 1−r 1−r
,
n+1
ovvero il comportamento di r che di fatto è l’unico elemento di sn che dipende da n.
Anche in questo caso è evidente che, per r < 1, se n → ∞ si ha: lim rn+1 = 0. Dunque:
n→∞
1 − rn+1 1 1
lim sn = lim = · lim (1 − rn+1 ) =
n→∞ n→∞ 1 − r 1 − r n→∞ 1−r
∞
rn di ragione r, studiando il compor-
P
Riassumendo, si ha che per una serie geometrica
n=0
tamento di sn si ottiene:
0 se −1 < r < 1
+∞ se r>1
∞
rn = lim sn =
P
n=0 n→∞
1 se r=1
non esiste se r ≤ −1
∞
rn di ragione r converge solo se −1 < r < 1.
P
Dunque, la serie geometrica
n=0
Consideriamo adesso la seguente serie, che è un caso particolare della serie geometrica
vista prima:
∞
X 1 n−1 1 1 1 1
= 1 + + 2 + 3 + ... + n + ....
n=1
2 2 2 2 2
14
1 1 1 1 1
+ 2 + 3 + . . . + n = 2 1 − ( )n .
sn = 1 +
2 2 2 2 2
Passando al limite si ottiene:
1 1
lim sn = lim 2 1 − ( )n = 2 · lim 1 − ( )n .
n→∞ n→∞ 2 n→∞ 2
Dobbiamo allora determinare lim ( 12 )n . Ricordando che per una funzione f (x) = 1
x
n→∞
1 1 1
si ha che lim = 0, e dato che r = < 1, il corrispondente limite di 2n
per n → ∞ è
x→±∞ x 2
uguale a 0, per cui:
1
lim sn = lim 2 1 − ( )n = 2,
n→∞ n→∞ 2
ovvero: ∞
X 1
( )n = 2.
n=0
2
2 2 2
Esempio 14 Si consideri la serie 10
+ 102
+ 103
+ . . ..
2 1
Si ha che: c = 10
er= 10
. Per cui:
∞
X 2 1 n 2
( ) = .
n=0
10 10 9
Visti gli esempi riportati in precedenza, abbiamo stabilito un metodo “operativo” per
trovare il valore di molte serie, ossia a partire dalla serie assegnata, bisogna individuare
la successione delle somme parziali {sn }, si deve successivamente determinare il generico
elemento sn di tale successione e calcolarne il limite per n → ∞.
Come si vede, diventa allora importante saper calcolare il limite di funzioni f (x) o f (n).
Alcuni limiti particolarmente importanti da ricordare e che spesso si incontrano negli
esercizi sono:
1
lim (1 + )x = e;
x→∞ x
15
a
lim (1 + )x = ea ;
x→∞ x
1 1 1
lim (1 + x) x = lim (1 + )t = e avendo posto x = .
x→∞ t→∞ t t
Per concludere, sono di seguito riportate alcune serie di particolare interesse, e di cui si
fornirà solo il valore della loro somma. Queste sono:
∞
X 1
serie armonica = ∞ divergente;
n=1
n
∞
X 1
= 1 convergente;
n=1
n(n + 1)
∞
X 1
√ = ∞ divergente.
n=1
n
Riferimenti bibliografici
1. G.C. Barozzi, C. Corradi, Matematica generale per le scienze economiche. Il Mulino,
Bologna 1997.
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