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FEDERICO ll

Federico nacque nel 1194 da Enrico VI (a sua volta figlio di Federico
Barbarossa) e da Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II di Sicilia[8][9], e
zia di Guglielmo II, a Jesi, nella Marca anconitana, mentre l'imperatrice
stava raggiungendo a Palermo il marito, incoronato appena il giorno
prima, giorno di Natale, re di Sicilia. Data l'età per l'epoca considerata
avanzata (aveva 40 anni), nella popolazione vi era un diffuso scetticismo
circa la gravidanza di Costanza, perciò fu allestito un baldacchino al centro
della piazza di Jesi, dove l'imperatrice partorì pubblicamente, al fine di
fugare ogni dubbio sulla nascita dell'erede al trono.[Federico Conosciuto
con gli appellativi stupor mundi ("meraviglia o stupore del mondo")
o puer Apuliae ("fanciullo di Puglia")[1]. Federico ebbe ben due
scomuniche da Papa Gregorio IX, che arrivò a vedere in lui l'anticristo[2].
Federico fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e
studiosi: la sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina,
germanica, araba ed ebraica. Uomo straordinariamente colto ed energico,
stabilì in Sicilia e nell'Italia meridionale una struttura politica molto
somigliante a un moderno regno, governato centralmente e con
un'amministrazione efficiente.[3]
Federico II parlava sei lingue
(latino, siciliano, tedesco, francese, greco e arabo)[4] e giocò un ruolo
importante nel promuovere le lettere attraverso la poesia della Scuola
siciliana. La sua corte reale siciliana a Palermo, dal 1220 circa sino alla sua
morte, vide uno dei primi utilizzi letterari di una lingua romanza (dopo
l'esperienza provenzale), il siciliano. La poesia che veniva prodotta
dalla Scuola siciliana ha avuto una notevole influenza sulla letteratura e
su quella che sarebbe diventata la moderna lingua italiana. La scuola e la
sua poesia furono salutate con entusiasmo da Dante e dai suoi
contemporanei, e anticiparono di almeno un secolo l'uso dell'idioma
toscano come lingua d'élite letteraria d'Italia.[5]

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