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Energia
Si definisce energia l’attitudine di un corpo (o di una sostanza) a compiere
lavoro. Tale attitudine comporterà, in ogni caso, la presenza di una <forza>
capace a sua volta di effettuare uno <spostamento>, in quanto dal prodotto di
queste due grandezze ha origine il lavoro meccanico.
Dalla definizione ora enunciata, si deduce che l’energia ha le stesse dimensioni
del lavoro. Nel Sistema Internazionale (SI) l’unità di misura è il “joule” [J].
Limitatamente al campo della meccanica, la forza ed il conseguente
spostamento sono spesso evidenti, come si può rilevare dagli esempi che
seguono.
Una molla compressa e trattenuta in tale posizione, può sviluppare una certa
forza; rimosso il sistema di arresto, la molla si dilata producendo uno
spostamento e di conseguenza la forza da essa sviluppata può compiere un
lavoro. La molla possiede perciò una certa quantità di energia dipendente dalla
deformazione subita in precedenza.

Energia meccanica di deformazione

Nel caso di una molla compressa (vedi figura), l’energia potenziale elastica
da essa posseduta equivale al lavoro:
1
𝐿= ∙𝐹∙𝑠
2
prodotto dalla forza F, gradualmente variabile dal massimo iniziale fino a zero
(massimo allungamento), che la molla esercita quando viene liberata dal
vincolo che la comprimeva.
𝐹𝑚𝑎𝑥 + 0 1
𝐿 = 𝐹𝑚 ∙ 𝑠 = ∙𝑠 = ∙𝐹∙𝑠
2 2
In questo caso la trasformazione dell’energia posseduta dal corpo (molla) in
lavoro meccanico avviene direttamente.
****************
Un corpo di peso P posto ad una certa altezza h rispetto ad un piano di
riferimento (vedi figura) è in condizione di sviluppare un lavoro quando viene
lasciato cadere; esso possiede energia potenziale gravitazionale
dipendente dalla sua posizione, in alto rispetto al piano.
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Energia meccanica di posizione

𝐿 = 𝑃∙ℎ

(in questo caso forza e spostamento hanno stesso verso e stessa direzione).
*****************
Un gas compresso entro un recipiente (vedi figura) esercita sulle pareti di
questo una forza dipendente dalla pressione cui è sottoposto; se lo si lascia
espandere contro una superficie mobile (ad esempio la faccia superiore dello
stantuffo) esso agisce con una forza sulla superficie spostandola e compiendo
lavoro. Il gas dispone di una certa energia potenziale di pressione dovuta
alla pressione cui esso è sottoposto.

Energia meccanica di pressione

Se lo stantuffo non è impedito di spostarsi, il gas lo spinge con una forza 𝐹 = 𝑝 ∙


𝐴, facendogli compiere uno spostamento s e quindi trasforma direttamente la
sua energia potenziale di pressione in lavoro meccanico:
𝐿 = (𝑝 ∙ 𝐴 ) ∙ 𝑠
Riepilogando:
L’energia potenziale si distingue in:
- energia potenziale elastica;
- energia potenziale gravitazionale (o di posizione);
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- energia potenziale di pressione.


Energia cinetica
È il lavoro che un corpo di massa m è capace di compiere mediante la velocità
v costante posseduta:
1
𝐸𝑐 = ∙ 𝑚 ∙ 𝑣2
2
L’energia cinetica posseduta da un corpo è anche uguale al lavoro L che è stato
fornito per portare il corpo dalla quiete (v = 0) alla velocità v a cui si trova il
corpo.
Infatti il lavoro L è dato dal prodotto della forza F = m∙a per lo spostamento
1
𝑠 = 2 ∙ 𝑎 ∙ 𝑡 2 subito dal corpo nel moto naturalmente accelerato. Si ottiene:

1 1
𝐿 = 𝐹 ∙ 𝑠 = 𝑚𝑎 ∙ 𝑎𝑡 2 = 𝑎2 𝑡 2
2 2
Ricordando che 𝑣 = 𝑎𝑡 risulta:
1
𝐿 = 𝑚𝑣 2 ≡ 𝐸𝑐
2
1
Se un corpo possiede velocità iniziale 𝑣0 ≠ 0 ha ricevuto un lavoro 𝐿0 = 2 𝑚𝑣02 .

Volendo portare la sua velocità a vf devo fornire un lavoro:


1 1
𝐿 = 𝑚𝑣𝑓2 − 𝑚𝑣02 = 𝐸𝑓 − 𝐸0
2 2
Che costituisce il teorema dell’energia cinetica o teorema delle forze vive:
il lavoro sviluppato da una forza di intensità costante agente su un corpo, è
uguale alla variazione di energia cinetica del corpo stesso.

Principio della conservazione dell’energia


L’energia può presentarsi in varie forme, oltre la meccanica (potenziale
elastica, di pressione, gravitazionale e cinetica), e può trasformarsi da una
forma all’altra.
Le più importanti forme di energia sono quella termica, elettrica, magnetica,
chimica, acustica, luminosa, nucleare, ecc.
I processi di trasformazione dall’una all’altra forma avvengono
spontaneamente o possono essere provocati dall’uomo peri fini di utilità che
egli si prefigge.
Un esempio sono i combustibili, formatisi nel sottosuolo nel corso dei secoli
attraverso reazioni chimiche, posseggono infatti energia chimica che può
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essere trasformata in energia termica (calore) mediante il fenomeno della


combustione.
L’energia termica che così si sviluppa può, attraverso altre trasformazioni
provocate dall’uomo per mezzo di macchine, essere convertita in energia
meccanica di una certa forma e quindi in lavoro meccanico.
Molte volte si preferisce trasformare, sempre per mezzo di macchine, l’energia
meccanica che deriva da una combustione, o quella accumulata dall’acqua che
si trova ad una certa altezza, in energia elettrica, per la minore difficoltà che
tale energia presenta ai fini della distribuzione e del trasporto a distanza.
L’insieme delle varie trasformazioni costituisce un ciclo, alla fine del quale si
trova sempre, quale forma finale, energia termica non più utilizzabile, cioè non
più convertibile in lavoro meccanico perché degradata (presenta una qualità
troppo bassa per subire una ulteriore trasformazione).
Sarà, per meglio comprendere il principio della conservazione dell’energia,
affrontato il caso della trasformazione della sola energia meccanica.
Da quanto detto in premessa, si può affermare che i processi di
trasformazione, salvo fenomeni dissipativi (degradazione dell’energia) che
tendono a far diminuire di una certa aliquota l’energia posseduta da un corpo,
avvengono integralmente; cioè, nel passaggio di un corpo da una posizione
iniziale ad una posizione filale, l’energia potenziale di posizione (gravitazionale)
si trasforma totalmente in energia cinetica, in modo che il corpo resti in
possesso, sia pure nel momento considerato, della stesa energia meccanica
che aveva inizialmente (𝐸𝑡𝑜𝑡 = 𝐸𝑝 + 𝐸𝑐 = 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒).

v=0

G = m∙g (forza di gravità)


G
h1

h
v = v1

G h-h1

v = vmax
piano di riferimento

Per dimostrare quanto asserito facciamo riferimento alla figura precedente, in


cui è rappresentato un generico corpo di peso G che cade lungo la verticale.
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Nella posizione iniziale (v = 0) il corpo possiede solo energia di posizione


Ep = G∙h (energia totale iniziale). Iniziando la caduta il corpo acquista, con
diminuzione dell’altezza di partenza, progressivamente velocità. In tale
condizione esso aumenta la sua energia cinetica Ec ma riduce la sua energia
potenziale gravitazionale Ep. Alla quota h1 si ha:
1
𝐸𝑡𝑜𝑡 = 𝐸1𝑝 + 𝐸1𝑐 = 𝑚𝑔(ℎ − ℎ1 ) + 𝑚𝑣12
2
Poiché secondo Torricelli la velocità di caduta di un corpo dipende dall’altezza
da cui cade (cinematica del punto materiale pag.143 libro di testo formula
[1.21]) 𝑣 = √2𝑔ℎ1 , sostituendo risulta:
1
𝐸𝑡𝑜𝑡 = 𝐸1𝑝 + 𝐸1𝑐 = 𝑚𝑔 (ℎ − ℎ1 ) + 𝑚2𝑔ℎ1 = 𝑚𝑔ℎ − 𝑚𝑔ℎ1 + 𝑚𝑔ℎ1 = 𝑚𝑔ℎ
2
Nella posizione 1, l’energia totale del corpo è uguale a quella posseduta nella
posizione iniziale e il valore è identico per tutte le posizioni occupate dal corpo
nella caduta.
Al suolo il corpo ha acquistato la massima energia cinetica (v = v max) e
contemporaneamente ha trasformato tutta la sua energia potenziale
gravitazionale.
Riepilogando: nella posizione intermedia generica, l’incremento di energia
cinetica corrisponde esattamente alla diminuzione di energia di posizione, per
cui l’energia totale in possesso del corpo, somma dell’energia potenziale e
dell’energia cinetica, è costante istante per istante.
Principio della conservazione dell’energia: l’energia totale posseduta da
un corpo può variare soltanto nella forma, rimanendo sempre costante il suo
valore complessivo.
Il principio della conservazione dell’energia è un principio di portata
assolutamente generale, tale da essere assunto come fondamento delle
scienze e della tecnica.

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