campionamento dei tarantati: erano tutti coloro che erano stati coinvolti in casi di
tarantismo e partecipavano all’ideologia della cura con danza, musica e colori. Si tenne fuori
l’analisi medica.
Come riferimento si prese il giorno della festa dei SS Pietro e Paolo (29 giugno) momento in
cui i tarantati confluivano a Galatina per ringraziare San Paolo per la guarigione o per
chiederla
Primo intento era valutare se si trattasse o meno di una malattia: aracnidismo o disordine
psichico. Si scoprì che il latrodectismo (sindrome causata dal morso di un ragno) in Salento
era raro.
Galatina risultava essere un’oasi di immunità per via della protezione del santo, quindi era
inutile cercare tarantati entro i confini di quel “feudo”
C’erano diverse zone che godevano di quest’immunità, sempre grazie all’intercessione di
qualche santo, L’entrata entro i confini del feudo era, pertanto, un momento importante
poiché si entrava in territorio sacro.
non si trattava di una malattia data dal morso di un ragno, altrimenti non si sarebbe
reiterata in modo così anomalo rendendosi curabile ogni volta. Quindi il tarantismo era
riconducibile ad un fenomeno culturale con ripetizione rituale tradizionale (di solito nel
giorno della festa, in quella chiesa, come se la tradizione cristiana avesse piegato quella
pagana). La maggior parte dei tarantati era costituita da femmine, prevalenza troppo netta
per essere casuale (32 su 37) e le fonti testimoniavano che sin dal 400 era stato così. Solo
nel 900 ci fu un evidente ribaltamento della situazione il che è spiegabile col maggior
impiego della mano d’opera maschile nel lavoro nei campi.
Il fatto che i tarantati fossero prevalentemente femmine sottolinea ancora una volta il
carattere culturale-storico-sociale-religioso della questione.
Coloro che fingevano di essere stati morsi ripetevano, recitando, le sensazioni provate da chi
effettivamente era stato colpito da un aracnide. Essendo una situazione di
scombussolamento e agitazione questa poteva trarre facilmente in inganno il medico che
quindi non riusciva a determinarne la veridicità. Il simbolismo della taranta si era reso
autonomo, prendendo spunto da una condizione storica ed esistenziale vera, quella del
latrodectismo.
La crisi giungeva o in momenti in cui c’era stato un reale avvelenamento simbolico (per
esempio qualche trauma) oppure per i momenti critici dell’esistenza. Si poteva essere
pizzicati, quindi, non solo durante i lavori agricoli, ma, più simbolicamente, in seguito ad
eventi che avevano segnato la persona. Quindi due casi: episodio iniziale di latrodectismo
con successivo simbolismo; morso interamente simbolico. Secondo il Prof. Katner di Lipsia
all’origine del fenomeno poteva esserci il colpo di calore o di sole.
Il carattere preminente rimaneva quello culturale.
Probabile che il fenomeno della taranta si fosse costruito su casi di insolazione e
latrodectismo e in entrambi i casi ci si riconduceva al lavoro nei campi. Il tarantismo imita
quindi non solo chi è morso da un aracnide ma anche chi è trafitto dai raggi solari. Venne
meno, così, anche l’ipotesi che fosse una malattia psichica, avanzata da alcuni nel corso dei
secoli per via dei sintomi manifestati.
起始原因案例
Il fenomeno rimaneva un mistero agli occhi degli studiosi, non si capiva quale fosse il
dramma psichico alla base di esso. Si cercò di capire in che modo tutti i simboli del
tarantismo confluissero in quanto si era visto. Si analizzò la storia della tarantata, quella
precedente al fenomeno: raccoglitrice di tabacco e spigolatrice, sposata da nove anni con un
contadino. Orfana di padre sin da piccola, sballottata, con la madre, tra uno zio e l’altro, mal
sopportata da tutti: una vita in angustia. Non aveva potuto sposare l’amore della sua vita
perché lui apparteneva ad una classe sociale più alta e quindi il giovane l’aveva lasciata.
Sofferenza. Morso. Danze. Una madre le propose di sposare il suo malaticcio, disoccupato e
già disgraziato figlio, ma Maria rinunciò e fu chiamata a nozze mistiche da San Paolo da
tarantata quale era. Con l’inganno sposò quell’uomo e un giorno per strada incontrò i santi
protettori dei tarantati che la invitarono a seguirli: Maria vagò per i campi per tre giorni poi
tornò dal marito. quel primo morso il santo geloso se la riprende fermandola per strada. Per
punirla del tradimento, rinnova il morso e la costringe alla danza. Ripetendo il rito, Maria
ripeteva la vicenda del morso d’amore da cui risanava per grazia del suo sposo celeste
(proiezione di quello terreno, perduto). Con il tarantismo, Maria realizzava in simbolo quelle
che erano le sue frustrazioni, i suoi conflitti, la sua stessa vita quotidiana. Con la danza e la
musica annuali defluiva in forma alienata i malcontenti, la carica aggressiva contro il marito
non gradito, metteva in difficoltà la vita coniugale, danneggiava economicamente la famiglia
non amata e richiamava su di sé l’attenzione di un pubblico che normalmente non gliene
offriva. Un caso di tarantismo osservato in modo completo comporterebbe una conoscenza
totale del fenomeno: il primo morso, i cambiamenti negli anni, la biografia psichica del
tarantato (inconscio). Tuttavia all’équipe non fu possibile uno studio così approfondito per
la tempistica e la scarsità di mezzi. Il caso di Maria fu uno dei più completi e orientò la
ricerca, anche come modello di confronto con gli altri casi. Il tarantismo era, dunque, da
considerare un meccanismo simbolico mediante il quale il contenuto psichico conflittuale
inconscio, senza soluzione nella coscienza, una sorta di finta nevrosi, evocato e configurato a
scadenze temporali fisse in modo da procurare un relativo equilibrio psichico.
案例二
Altro caso fu quello di Pietro di Nardò, l’unico che era stato effettivamente colpito da una
sindrome tossica da latrodectus. Cinquantenne, fu punto mentre dormiva accanto alla
trebbia e cominciò a presentare: agitazione psicomotoria, dolori alla testa, a tutto il corpo e
agli arti, rigidità delle masse muscolari, lunga ritenzione urinaria. In questo caso l’autonomia
simbolica del tarantismo si manifestò in maniera più netta. Tuttavia, al momento del morso,
in lui non si scatenò tanto la preoccupazione di essere stato morso per davvero, quanto lo
stimolo di doversi lasciar andare a musica, danza e colori così come la tradizione prevedeva.
Ballò per 4 giorni e volle uno straccio multicolore in cui avvolse la testa a mo’ di turbante.
Qualche mese più tardi, nell’udire un suonatore, si “scazzicò” la taranta che era in lui e
riprese a ballare per i campi, in continuo movimento. Seguirono altre crisi poi più nulla fino
all’anniversario dal primo morso come le regole del tarantismo prevedevano. Si era tessuto
un simbolismo, la tradizione, attorno ai reali avvenimenti storici: il morso era avvenuto alle
12, nelle pause il tarantato parlava col santo che comunicava a voce bassa e lontana, il santo
stesso compariva in tutto rilievo fuori la porta così come le immagini sacre lo raffiguravano,
gli comunicava quanto tempo avrebbe dovuto ballare ancora, quando andare a Galatina, se
lo avrebbe guarito o meno.
Pietro e i suoi familiari mostravano rancore nei confronti di ciò che la taranta costringeva a
fare, squilibrando il bilancio familiare.
3. Il simbolo non operante Tra i vari casi specifici che De Martino analizza in loco, utilizzando
fonti etnografiche, con la sua équipe di professionisti, è la vicenda di due tarantati in cui il
simbolo del tarantismo non operava affatto e la musica dei suonatori non sortiva alcun
effetto. Si tratta nel primo caso di Michele da Nardò, un giovane pescatore di 18 anni, per la
prima volta tarantato (quindi un altro caso di tarantismo instatu nascendi), che vagava
tristemente e depresso nel perimetro cerimoniale senza esser preso dal ritmo della
tarantella. Di tanto in tanto baciava le immagini dei SS. Pietro e Paolo, ma poi tornava nella
sua disperazione. Improvvisamente urlò di essere lasciato in pace, i suonatori erano esausti
e i familiari piangevano. L’orchestra si fermò per un attimo, ma poi quando ritornò a
suonare, il ragazzo ‘’fece finta’’ (ecco che torna la componente recitativa che abbiamo
notato spesse volte nei casi magico-rituali) di proclamarsi miracolato. L’équipe decise di
accompagnarlo durante il viaggio di ringraziamento a Galatina. Il ragazzo non sembrava
affatto un graziato. Quale poteva essere la causa di quegli atteggiamenti? Dalla
ricostruzione della biografia si evince una certa insoddisfazione e sofferenza di fondo,
nonché un’infanzia difficile, a causa della guerra.
Probabile, tanto che una sera uscì sconvolto dalla sala cinematografica perché il film
rappresentava proprio un delitto per gelosia. Una mattina confessò al padre di essere
tarantato, forse per una colpa commessa prima, ovvero quando mandò al diavolo la festa e
il santo. Siccome il suo stato di depressione non passava, i familiari chiamarono i suonatori.
Era chiaro che nella sua vita traumatica fosse dominante l’odio per il fratello, che cercava di
sfogare attraverso il simbolismo mitico-rituale del tarantismo.
案例三
Invece la storia di Giorgio di Galàtone rappresenta il caso limite della mancata efficacia del
simbolo che aveva portato a gravi disturbi del contegno, tanto da essere ricoverato
nell’ospedale psichiatrico di Lecce. Anche Giorgio aveva vissuto un’infanzia difficile e, dopo
la morte del padre, visse con la sorellastra. Durante un viaggio di lavoro, accadde che uccise
un serpente con il motofurgone e, rimasto impressionato, nelle notti successive iniziò a star
male, sentendo un peso allo stomaco e dichiarando di vedere entrare dalla finestra un
‘’monacello’’ o forse la colomba dello Spirito Santo. le cure di un medico locale che quelle di
un ‘’professore di fattura’’ non funzionarono e il vicinato (il consensus collettivo) consigliò di
ricorrere alle MUSICHE. Giorgio ballò stranamente per quattro giorni, finché il maresciallo
dei carabinieri proibì i balli, perché il denaro non era autorizzato. Il problema era che dopo
tanti giorni il Santo non si decideva a fare la grazia. Fu portato anche nella cappella di S.
Paolo dove gli fecero bere l’acqua santa che poi vomitava, ma non migliorò. Si pensò di
ricorrere ad uno psichiatra, ma Giorgio rifiutò perché disse di ‘’aver fiducia solo nei Santi’’.
Durante il periodo di Natale,
Giorgio volle ballare di nuovo e insieme alla comitiva si traferì a Nardò (a causa del divieto).
Ballò ancora per altri 18 giorni nel basso pieno di immagini sacre. Il fatto più strano accadde
quando, uscito dalla chiesa dopo una confessione, disse alla sorella ‘’Adesso muoio,
diventerò santo’’ e il suo corpo si irrigidì. Così fu portato in una clinica psichiatrica. Quando
uscì si abbandonò ad alcune stranezze: per esempio si vestiva in modo stravagante e ballava
e cantava per strada di notte. Rientrato in clinica, il medico fornì agli antropologi il rapporto,
in cui si evinceva che, in seguito ad alcuni elettroshock, il suo comportamento era tornato
normale. ‘’Lo stato dissociativo era quindi attribuito ad un processo schizofrenico piuttosto
che ad un isterismo’’.
4
Il processo era quello di: MORSO – VELENO – CRISI. Ma vediamo alcuni casi in cui gli esiti
sono diversi. Sono esempi interessanti perché mettono in luce il carattere allucinatorio del
tarantismo. La maggior parte delle donne tarantate vede e parla con la sua taranta (ragni,
scorpioni o serpenti): sanno di che colore sono, che età hanno (se le donne ballano a terra
sono ragni vecchi, se danzano con l’aiuto di una fune appesa al soffitto sono ragni giovani),
danno ordini, a volte le vedono nei cibi (e perciò non possono mangiarli), addirittura anche i
parenti delle tarante possono tormentare i tarantati. Le donne in questione, una volta
morse, si sentono ‘’lese’’, cioè senza forze e annoiate, per questo hanno un forte bisogno di
sfogarsi nella danza, sono irresistibilmente attratte dal suono e dal ritmo del tamburello e
non possono far a meno di ballare. La maggior parte di esse sono state morse nel periodo
della pubertà. A volte la tarantata mostrava un punto immaginario del corpo su cui era stata
morsa e dimostrava come ogni anno periodicamente quel punto si arrossava.
c’è un forte legame tra il simbolo rituale del tarantismo con la religione cattolica-fede. Un
altro caso particolare è quello di Giovanna da Maglie, il cui ballo fu interrotto dai carabinieri
che la portarono in un
ospedale psichiatrico: da quando il ballo le fu proibito non era riuscita più a star bene. Esiste
inoltre un’antica letteratura sul tarantismo che si è interrogata se gli aracnidi fossero
velenosi solo in Puglia e avessero effetto solo sugli abitanti del luogo e non fuori. Era una
delle tante interpretazioni storico- culturali che studiava il fenomeno del tarantismo
5. Tarantismo ed economia Il tarantismo presenta una distribuzione per classi sociali ben
caratterizzata, infatti, l’esplorazione del ’59 sostenne che riguardava unicamente il mondo
contadino.
dei tarantati e all’attivo di quello dei suonatori e del Capitolo di Galatina in quanto
guadagnavano per due giorni di musica tra le 20.000 e 40.000 lire più il vitto. Questo
accertamento sembrava dare un certo credito alla tesi della riduzione del tarantismo a una
forma di aracnidismo, poiché l’appartenenza al mondo contadino concordava molto bene
con la maggiore esposizione al pericolo di un reale incontro fra uomo e ragno anche se per
quanto il fenomeno fosse stato sempre prevalentemente contadino, anche altri ceti sociali
vi erano stati coinvolti. Solo a cominciare dalla letteratura dell’800, e più precisamente dalla
monografia del De Renzi, non fu più registrata la partecipazione al tarantismo di persone
appartenenti a classi sociali elevate, il che era da interpretare come prova che il tarantismo
aveva cessato di coinvolgere altri ceti sociali al di fuori del mondo contadino. Nel corso
dell’indagine dell’estate del ’59 fu pienamente confermata l’osservazione ricorrente nella
letteratura tradizionale sul tarantismo circa il dissesto economico provocato nelle famiglie
dal ricorso periodico all’esorcismo musicale.
6. Tarantismo e cattolicesimo
Il declino dell’esorcismo tradizionale condotto mediante simboli musicali, coreutici e
cromatici appariva legato, sul terreno strettamente religioso, al rapporto fra taranta e S.
Paolo, promosso dall’influenza cattolica. I cittadini di questa città narrano varie cose in
rapporto alla leggenda: ma ciò che più importa dicono che S. Paolo, per compensare la pietà
del religioso, a favore suo e dei suoi discendenti ottenne da Dio, per i meriti di Gesù Cristo, il
potere di risanare – facendo il segno della croce sulla piccola ferita – quanti fossero stati
morsi da animali velenosi, come lo scorpione e la vipera, facendoli bere al tempo stesso
l’acqua di un pozzo della stessa Casa di S. Paolo.
為什麼做調查和收集數據很難
L’équipe assistette alle scene in cappella nascosta nella tribuna ad “audiendum Sacrum” di
cui parlava la relazione della visita pastorale del 1837: occultamento necessario per evitare,
nei limiti del possibile, che gli osservatori disturbassero il fenomeno da osservare. Seduti
dietro la balaustra, al riparo da un panneggio che apriva alcuni spiragli sullo scenario,
spiarono per lunghe ore quanto accadeva in basso, mentre il fotografo di tanto in tanto si
alzava di scatto emergendo come una marionetta dalla balaustra, per il tempo necessario a
inquadrare e fotografare qualche scena saliente. L’assistente sociale aveva invece il compito
di aggirarsi nella
bolgia, mescolandosi ai tarantati e ai loro familiari, per raccogliere i dati che
dall’osservatorio non era possibile rilevare
沒落危機
In cappella non vi erano né la musica, né i nastri colorati, né l’ambiente raccolto del
domicilio, né tutto il vario simbolismo messo in moto dall’esorcismo musicale in azione: e in
assenza di questo tradizionale dispositivo di evocazione e di deflusso i tarantati
naufragavano.
Di tanto in tanto sembravano accennare a qualche passo di danza, battendo il ritmo palma
contro palma, o addirittura, togliendosi le scarpe, suola contro suola; oppure tentavano per
breve tempo di levare canti ora gai e ora melanconici, ritmi di tarantelle e nenie funebri.
Dominava questa disperata agitazione il grido stilizzato dei tarantati, «il grido della crisi», un
ahì variamente modulato, e che meglio si sarebbe detto un guaito che non un grido umano.
Tuttavia, in un senso negativo, il tentativo era andato molto oltre, disgregando il tarantismo
in una serie di grotteschi ibridismi senza avvenire, e soprattutto in una serie di crisi senza
orizzonte.
到了教堂之後 Trasportato in cappella, amputato dell’esorcismo musicale e di tutti i
simbolismi di evocazione e di deflusso che in quell’esorcismo entravano in azione, il
tarantismo si spogliava di ogni dignità culturale, di ogni efficacia simbolica.
在記錄中 什麼丟失 則是報告的分析性太強 失去感知氛圍
L’agonia del tarantismo nella cappella di S. Paolo fu, come si è detto, accuratamente
registrata dall’équipe: i dati raccolti da ciascun componente furono debitamente confrontati
e corretti. Sembrò però più opportuno di non pubblicare integralmente il protocollo unico
che ne risultò, troppo analitico e minuto per un lettore che non essendo stato presente alla
vicenda avrebbe corso il rischio di smarrire la veduta d’assieme, e di non percepire
l’essenziale, cioè l’atmosfera. Per il lettore «che non vide» furono pertanto elaborate le
seguenti note limitate ad alcuni comportamenti meglio osservati e più atti a individuare i
caratteri salienti delle manifestazioni.
la cappella era stata edificata in modo da includere nella sacrestia la bocca del pozzo, nella
cui acqua la
gente vedeva pullulare gli «animali di S. Paolo», cioè serpi, tarante e altri subdoli animali
aderenti al suolo velenosi. Chi beveva di quell’acqua vomitava il veleno, e risanava. Ma nel
giugno del ’59 l’autorità sanitaria di Galatina aveva ritenuto che l’acqua fosse non già
miracolosa ma pericolosa, una sudicia acqua inquinata.
總結
L’indagine etnografica aveva conseguito alcuni risultati apprezzabili: il tarantismo si era
manifestato come un simbolo mitico-rituale culturalmente condizionato, come un orizzonte
di evocazione e di deflusso di conflitti irrisolti operanti nell’inconscio, come un ordine
culturale dotato di una sua propria autonomia rispetto alle occasioni e alle condizioni
esistenziali che lo alimentavano. In particolare, il morso reale di un aracnide velenoso patito
durante il raccolto dei frutti estivi doveva aver rappresentato un importante
condizionamento esistenziale del simbolo. L’analisi aveva messo in evidenza una serie di
indici testimonianti tale autonomia, e cioè l’immunità locale, la ripetizione annua del nesso
crisi-esorcismo, la prevalente partecipazione femminile, la distribuzione familiare,
l’incidenza della crisi nel periodo di pubertà, il vario simbolismo che si ricollegava
all’episodio del «primo morso». L’analisi aveva anche messo in rilievo come il tarantismo, in
parte per l’influenza cattolica e in parte per le mutate condizioni sociali ed economiche, si
era profondamente disarticolato e immiserito nel suo carattere di fenomeno culturale,
come dimostravano la sua ormai limitata diffusione geografica, il numero relativamente
esiguo di tarantati, la decadenza dell’esorcismo musicale e le scene della cappella.
Tutto, però, ha un costo. Anche il medico dalmata Giorgio Baglivi fa riferimenti alle stesse
pratiche e agli stessi elementi. Altri oggetti rituali da lui ricordati sono spade, per il
combattimento che avviene durante la danza, e specchi,
in cui di tanto in tanto i tarantati si contemplavano. Talvolta, all’aperto, era presente
un’altalena (per i tarantati morsi da tarante che gettavano dagli alberi i fili della ragnatela);
al chiuso questa scena si richiamava con funi appese al soffitto su cui si arrampicavano con
sguardi torvi, grondanti di sudore, fra frenetiche movenze per poi finire di testa nell’acqua
per smorzare il calore.
Il medico leccese Nicola Caputo descrive il caso di una certa Marianna Mandarò morsa il 10
luglio 1728, alle 12: danza tenendosi su una fune legata al soffitto, tanto da spezzare la fune
e lussarsi nella caduta. Lo stesso elemento della fune ritorna in altre documentazioni come
le foto del De Raho: la fune serve a facilitare il passaggio alla posizione eretta e di evitare
sbandamenti oltre il perimetro cerimoniale (simbolicamente: il ragno appeso alla ragnatela
oscillata dal vento). In casi in cui non c’era fune, nella sua trance il tarantato mimava
l’oscillazione su di essa con le braccia levate. Altri oggetti servivano all’abbigliamento del
tarantato ed erano messi entro il perimetro: catenine, vesti preziose ecc. in base agli impulsi
che li dominano. Nel Novecento sono offerti dalle comari e si tratta di: scialli, fazzoletti,
sciarpe, sottane, tovaglie, vasi di basilico, cedrina, menta o ruta (stimolo olfattivo), specchi,
gingilli e infine un tino pieno d’acqua. L’ambiente è addobbato e la tarantata sceglie le sue
vesti e i suoi ornamenti richiamando i colori della tarantola in attesa dei suonatori. Stimoli
visivi, uditivi e OLFATTIVI.
治療過程是什麼樣子的
2. Il simbolismo coreutico-musicale
Come scriveva nel 1546 Gaudenzio Merola il tarantismo si può curare con musica, danza,
canto, colori…fra tutti la musica è dominante. Prima però c’è la crisi, cioè l’imitazione
culturalmente condizionata del comportamento dell’avvelenato, sia che si tratti di una
imitazione indipendente da una reale sindrome tossica, sia che si tratti di aracnidismo vero e
proprio. Nell’imitazione si sentono “lesi” e la forma estrema di quest’imitazione è la caduta
al suolo improvvisa.
Così la descrive il Baglivi: Alla perdita di forze e sensi, con l’inizio della musica, comincia il
momento della danza che durerà ore: prima si muovono le dita, poi mani, piedi e tutto il
resto con l’incalzare del ritmo. Dopo pochi attimi di riposo, si riprende con la stessa lena, più
o meno una dozzina di volte in una giornata.
Alessandro d’Alessandro, tra 400 e 500 descrive il fenomeno. La musica varia a seconda del
veleno instillato dall’animale in modo da disperderlo nelle vene. Se non curati
nell’immediato i tarantati muoiono oppure rimangono affetti da continuo stupore con
deficit all’udito e alla vista. L’unica cura, e quindi il rimedio alla morte certa, è la musica
(cornamusa o cetra 風笛或古箏), lo fa alzare in piedi, cosa di cui prima era incapace, e
ballare in accordo con la musica.
重要案例 音樂的重要性
stesse del caso di Maria di Nardò.
Il giovane era alle dipendenze del suono di tamburello. Rapporto di Stefano Storace del
1753 di un tarantato di Torre Annunziata: trovato per strada, bisognava curarlo e lo stesso
Storace fu incaricato di suonare il tamburello. Lui non conosceva la tarantella, quindi tentò
con la giga, ma il tarantato non dava cenni di mobilità. Aiutato da alcune comari ad
apprendere la melodia della tarantella, mentre provava gli accordi, il tarantato si scosse, in
piedi, volto fisso e torvo. All’interruzione del suono l’uomo cadde a terra urlante, stravolto,
in preda a convulsioni. Ma poi si procedette con regolarità.
Tutte queste testimonianze ci confermano che il tarantismo come rito è individuato dalla
graduale risoluzione coreutico-musicale di uno stato di crisi dominato dal crollo della
presenza individuale, in modo che se la musica è interrotta o stonata c’è un crollo del
paziente o un ritorno della crisi.
È la CURA, un ponte fra lo stupore e la vitalità. L’elemento coreutico-musicale divenne per i
pugliesi elemento culturale cui affidarsi all’incombere dell’estrema catastrofe esistenziale, si
ridischiude così all’esistenza storica.
L’aspetto musicale si è rafforzato nella tradizione grazie alla sua ampia tessitura simbolica. Il
rapporto fra taranta e musica è attestato nel documento più antico relativo al tarantismo, il
“Sertum papale de venenis” di Guglielmo De Marra di Padova, del 1362. Ci dice che nel
momento del morso la tarantola produce un suono che poi risulta essere giovamento per il
tarantato, quando reiterato. Quindi si rievoca il morso in termini musicali. Kircher ci riferisce
delle tarante sensibili alla musica e alla danza. 蜘蛛本身發出聲音
蜘蛛本身也聽音樂
Ad Andria fu effettuato uno studio secondo cui, come nei tarantati, anche nelle tarante
stesse la musica sortisce quegli effetti. La duchessa fece catturare una tarantola e, chiamati i
suonatori, la si osservò ballare frenetica a suon di musica. Se il musicista si fermava, anche la
tarantola si arrestava. A Taranto, in seguito alle cure, i suonatori, regolarmente stipendiati,
erano condotti nel luogo del morso. Vedendo le tarantole saltare, adocchiata quella del
colore indicato dal paziente, era possibile trarre l’umore velenoso e farne una cura.
Quindi gli strumenti hanno un’importante funzione in tutto ciò e anch’essi sono scelti in
base alla diversità del veleno: strumenti a percussione, trombe, cetre, clavicembali e lire.
Particolare il rapporto fra tarantato e strumento. Il primo si sente affettivamente legato ad
uno strumento in
particolare.
這一點的案例
A documentare ciò fu per primo Ferdinando Epifanio: il caso di un sordastro che, morso
dalla taranta, teneva le orecchie sempre agli strumenti e danzava. Il Valletta porge altre
testimonianze di un monaco da anni tarantato.
Alla musica si univano spesso canti/evocazione delle crisi e incoraggiamento a danzare. Ha
anche valenza esorcistica. In Calabria addirittura prevede la formazione di cori con domande
e risposte (conclusa- dopo la determinazione di chi ha morso e dove- con l’immagine
catartica della taranta che se ne va scacciata o calpestata). I versi tendono ad identificare:
responsabile simbolico (taranta), qualità dell’aggressione (morso), luogo (mano per es.). La
fine dell’incantesimo si ha con diciture come “se ne va la tarantulà” che allude
all’allontanamento della taranta.
Il morso localizzato nel sesso, è simbolo di patimenti d’amore, gli strumenti diventano parti
del corpo e dell’anima dell’amante tormentato. L’impulso di suicidarsi per disperato amore,
col tentativo di gettarsi in mare, veniva risolto legando il tarantato alla poppa di una barca e
fatto ondeggiare nelle acque mentre i suonatori in barca imponevano il loro ritmo. Oppure
bastavano canti sul mare e l’amore. Forse la conca d’acqua serviva a spegnere l’ardore che
poteva sospingere a fughe verso il mare per gettarvisi dentro. Le localizzazioni del morso
(mano, piede, pube) sollevano ancora il problema dell’autonomia simbolica del tarantismo.
Il morso localizzato nel sesso, è simbolo di patimenti d’amore, gli strumenti diventano parti
del corpo e dell’anima dell’amante tormentato. L’impulso di suicidarsi per disperato amore,
col tentativo di gettarsi in mare, veniva risolto legando il tarantato alla poppa di una barca e
fatto ondeggiare nelle acque mentre i suonatori in barca imponevano il loro ritmo. Oppure
bastavano canti sul mare e l’amore. Forse la conca d’acqua serviva a spegnere l’ardore che
poteva sospingere a fughe verso il mare per gettarvisi dentro. Le localizzazioni del morso
(mano, piede, pube) sollevano ancora il problema dell’autonomia simbolica del tarantismo.
Questo simbolismo coreutico-musicale conferiva ai suonatori il carattere di esorcisti, medici
e artisti. Nel 600 a Taranto erano pubblici funzionari, stipendiati regolarmente, per sollevare
i più poveri dalle spese. La musica e la capacità di riprodurla con uno strumento si
apprendevano per discendenza. Il repertorio terapeutico-musicale è andato impoverendosi
nel corso del 19° secolo, ci si è ridotti a melodie tradizionali.
3. Il simbolismo cromatico
Nel corso dell’indagine, scoprirono che nel fenomeno del tarantismo, aveva una certa
importanza il simbolismo cromatico. Allo stimolo dei suoni faceva riscontro quello dei colori.
Anche la letteratura relativa al tarantismo conferma questo rapporto (musica-colori),
mostrando come certe tarante siano associate a determinate melodie e colori! Ma come si
poteva
individuare il colore della taranta che impossessava la tarantata?
Quindi SIMBOLISMO CROMATICO E COREOUTICO-MUSICALE erano entrambi stimoli
evocativi e di deflusso: certi suoni erano collegati a certi colori e viceversa. Il prof Kircher
nota come i tarantati siano irresistibilmente attratti da alcuni colori e appena vedono un
oggetto di quel colore, si accendono di desiderio tanto da afferrarlo, morderlo e baciarlo,
quasi simulando un ‘’unione’’.
Inoltre i colori avevano valenza simbolica perché erano rapportati con il colore della taranta
avvelenatrice o addirittura con le inclinazioni che essa aveva verso quei colori.
關於色彩刺激的案例
Sempre dal Kircher è raccontata la storia di un frate dell’ordine dei Cappuccini, tarantato: gli
andò a far visita l’arcivesco di Taranto per rendersi conto dal vivo della cosa. E si racconta
come alla vista della tunica purpurea, il frate iniziò a fare movimenti strani col corpo e a
guardare quel colore con gli occhi fissi, bramosi di desiderio. Non potendosi avvicinare,
precipitò in uno stato depressivo. Il cardinale diede l’accessorio purpureo al frate per vedere
la sua reazione: e in effetti questi, appena ne entrò in possesso, iniziò a vezzeggiare quel
panno, baciarlo, quasi bramoso di amore e desiderio.
總結
De martino riflette che è probabile che quella funzione simbolica avesse come scopo la
catarsi, cioè la liberazione per le frustrazioni della vita sua cenobitica.
4. Il simbolismo stagionale
La documentazione dal ‘500 ad oggi concorda nell’attestare che il periodo del tarantismo è
in estate (da maggio ad agosto), già il Ponzetti indicava l’estate come periodo in cui le
tarante mordono di più e in cui il veleno è più pericoloso.
L’esame di letterature diacroniche consentono importanti informazioni: le ripetizione annue
erano precedute astinenze sessuali e/o alimentari. 性和食物的禁慾
Epifanio Ferdinando afferma che alcune persone si astenevano intenzionalmente, per
esempio non mangiavano né carne né lumache, oltre a risparmiare denaro per celebrare
l’esorcismo: questo mette in evidenza un chiaro atteggiamento rituale. Inoltre lo stesso
Epifanio osserva come a Brindisi erano più esposte le donne, poiché abbondavano campi di
frutteti e orti, mentre a Lecce più gli uomini, perché prevaleva la coltivazione del grano.
Infatti i mietitori portavano gambali ai piedi proprio per proteggersi da eventuali morsi.
總結
Il Baglivi inoltre fa una differenza tra tarantismo AUTENTICO (cioè di coloro che
effettivamente sono stati morsi) e INAUTENTICO. In realtà DE MARTINO afferma che il
tarantismo, come fenomeno culturale, è da intendersi in piena autonomia simbolica, anche
se il latrodectismo ha offerto la materia su cui studiare il comportamento dell’avvelenato.
Tra l’altro la stagione estiva era il periodo in cui si decideva il destino del raccolto: un
momento di alta tensione sociale, viste le fatiche e le condizioni di lavoro, ma anche
un’epoca che, sul piano economico, permetteva di pagare i debiti, e sul piano simbolico,
potevano essere pagati i debiti esistenziali dell’anima.
Questi documenti narrano episodi storici reali, interpretati come disordini psichici. La
diffusione di queste crisi nel mondo femminile si collega al nesso mitico- rituale del
menadismo. Nelle MENADI, baccanti, è presente l’aspetto orgiastico del culto dionisiaco e la
fuga in uno stato allucinato verso solitudini arboree, presente anche nelle tragedie (per es.
sul monte Citerone nelle Baccanti di Euripide). 酒神之中也存在類似
其他神話中 Esistono inoltre vari miti, tra cui il mito argivo delle figlie di Proitos: queste,
nell’età della pubertà, si ribellarono ad Hera e al loro destino matrimoniale e di conseguenza
furono colpite da manie, fuggirono dalla casa paterna, errando senza meta. Fu organizzato
un inseguimento delle fanciulle mediante gridi rituali e danze di possessione, portando le
invasate verso il mare (in un’altra versione è il padre che le porta ad una fonte, dove chiede
ad Artemis di liberare le figlie promettendo in sacrificio 20 giovinette dai capelli rossi).
ricongiungersi alle altre menadi. Il mito delle Minyadi dava orizzonte a un cerimoniale
durante il quale le donne della città fuggivano inseguite dal sacerdote di Dionysos, che le
minacciava con una spada: chi di esse veniva raggiunta era sacrificata all’altare del dio, il che
una volta avvenne al tempo di Plutarco. Nella società greca dell’epoca classica fu il
menadismo che particolarmente raccolse questa eredità, facendo valere le esigenze di
controllo e di risoluzione delle crisi esistenziali che colpivano il mondo femminile,
soprattutto le fanciulle. 古代希臘社會的女孩
3. Il simbolismo dell’aioresis
È il simbolismo dell’altalena come rito. Ci sono riferimenti in Fedra, analogie con
l’impiccagione che ne determina la morte, il suo corpo che penzola come su un’altalena. In
Grecia accadeva spesso, nelle donne in crisi, la fuga dalla comunità civile mediante il suicidio
per impiccagione o annegamento. Questo avveniva per donne perlopiù in età pubere, nella
sfera dell’eros. L’annegamento era visto come un’immersione catartica, mentre
l’impiccagione si riplasmava nel simbolo dell’altalena. Da considerare, a questo punto, è la
“festa dell’aiora”, cioè dell’altalena delle vergini. Alla morte di Icaro, la figlia Erigone lo
cerca, ma trovandolo morto, si impicca. Da allora divenne una voga per le vergini attiche
impiccarsi. L’oracolo predisse che Apollo avrebbe fatto terminare i suicidi se si fosse istituita
quella festa che riproponeva il mito della figlia di Icaro, l’aletis, l’errante, appunto.
Era una festa di primavera, di capodanno in cui ci si lasciava l’anno passato alle spalle, si
regolavano i debiti con l’al di là, ci si assicurava fecondità e fortuna per l’avvenire. La valenza
agraria simbolica è dominante. Si sottolinea la valenza della crisi della pubertà femminile
che sottende l’orizzonte mitico-rituale delle aiora. Momento critico e rischioso potrebbe
essere il mancato distacco dalla figura paterna da sostituire con quella di uno sposo (rifiuto
del destino di donna per la morte del padre nel mito che si evocava nelle donne puberi che
lo proiettavano in forme mitico-rituali da mimare). L’altalena delle vergini o di pupattole che
le sostituivano simbolicamente realizzava in forma alienata e attenuata l’impulso suicida. Il
mito si concludeva con la trasformazione in stelle dei suoi protagonisti così da poterli
contemplare come situazione oltrepassata e sublimata. Il centro del simbolismo e della festa
era l’altalena. 都以主角變成星星而告終 可以代表宣洩和勝華
Come il mito di Charila, orfana che si impicca, in Attica; oppure quello di Artemis Karyatis in
Laconia. Infine ritorniamo all’immagine della Fedra di Euripide che si impicca e, nel ritratto
di Polignoto, dondola come su un’altalena, abbandonata alla malinconia. Punti focali: amore
impossibile, precluso, inerzia mortale, riscuotimento e desiderio di vagare in paesaggi
acquatici ed arborei, riposo sui monti, rifiuto della propria condizione di donna, finale
impiccagione. Fedra ci aiuta a capire tutte le crisi femminili della civiltà religiosa greca con
tutti i loro significati simbolici. 就像 Charila 的神话一样,一个在阿提卡上吊自杀的孤
儿; 或拉科尼亚的阿尔忒弥斯·卡里亚蒂斯。 最后,我们回到欧里庇得斯 (Euripides) 的
斐德拉 (Phaedra) 上吊的形象,在波利尼诺托斯 (Polygnotus) 的肖像中,像在秋千上一
样摆动,被遗弃在忧郁中。 焦点:不可能,止赎的爱,致命的惯性,回忆和在水边和
树栖景观中徘徊的愿望,在山上休息,拒绝女性的条件,最后的悬而未决。 Phaedra
帮助我们了解希腊宗教文明的所有女性危机及其所有象征意义。
Il simbolismo del morso, della vergine errante, delle eroine e delle dee impiccate nel mito e
dell’altalena rituale in uno scenario aquatico e vegetale appaiono nel mondo greco in
contesti mitico-rituali destinati visibilmente a dare orizzonte di deflusso e di risoluzione a
reali disordini psichici di adolescenti e spose infelici, fanciulle rimaste ancora infantili o
deprivate della possibilità di amare un uomo in particolare.被咬的精神障礙
Kircher, tuttavia, riporta la connessione simbolica all’altalena ai rami del ragno come la
ragnatela fra i rami a cui sta appeso il ragno, oscillando al vento. Qualche antecedente
mitico-rituale al tarantismo lo troviamo nel mito di Arachne, grande tessitrice che sfidò
Athena ad una gara tessendo un arazzo con le vicende meno nobili degli dei. Questo fa
arrabbiare la divinità e per salvarsi Arachne fugge ad impiccarsi, ma Athena la precede e la
trasforma in ragno e le concede di vivere a patto di pendere dalla tela. C’è chiara
connessione fra gli elementi: impiccagione 懸掛 , oscillazione del ragno appeso alla tela,
disordini psichici preponderanti e all’origine delle crisi. Altri miti presentano questi aspetti,
anche germanici, così le epidemie coreutiche del Medioevo. 蜘蛛起源的前身
C’è un chiaro rimando ai culti orgiastici femminili e al menadismo, alle corrispondenti crisi.
明确提到女性狂欢崇拜和堕落,以及相应的危机。
Tornano i vari simbolismi: specchio (simbolo del ritorno indietro, rievocazione del cattivo
passato e rinascita), nozze (le spose di San Paolo). L’agonismo rituale orienta verso le
iniziazioni maschili, sono esibizioni di destrezza (rimando alla
danza dei Cureti, alla danza pirrica, alle gymniopedie, ai combattimenti educativi spartani e
ateniesi). Il tarantismo presenta particolare connessione alle gymniopedie che si svolgevano
d’estate ed erano rappresentazioni coreutiche di battaglie e scontri. E fra le danze dei
tarantati troviamo proprio l’ormos (catena) e il panno rosso. La prima era una danza
spartana eseguita in catene, con movimenti bellicosi. La seconda rimanda alla veste rossa
delle danze pirriche e alla divisa di guerra degli spartani.
4. La catartica musicale
La catartica musicale usata per curare disordini psichici e morali o possessioni è un altro
aspetto prorompente negli antecedenti classici. Platone ricorda l’uso di canti contro i morsi
di serpenti, phalangi e scorpioni. Lo stesso Orfeo usa una musica per portare via dall’Ade la
sua Euridice, morta proprio per il morso di un serpente (era uso comune cantare per
riportare in vita fanciulle morte a causa di morsi di animali velenosi). A noi interessa sapere
che in Grecia la musica e la danza avevano impiego terapeutico e catartico per curare
malattie del corpo o disordini psichici o conflitti morali. Chiari riferimenti ci sono
nell’Eutidemo e nello Ione di Platone riguardo le pratiche del coribantismo. Nel primo si fa
riferimento alle danze con l’impiego di strumenti a percussione.
Nel secondo, addirittura, si sottolinea l’elettività da parte dei posseduti per una sola aria
musicale, quella associata al nume che li possiede. Potrebbe trattarsi di due momenti della
stessa cerimonia. L’elettività della musica è presente anche nell’Ippolito euripideo: il coro
domanda di quale nume si tratta e poi decide il mantis da eseguire. 在第二个中,即使是在
与拥有他们的神相关的单个音乐咏叹调中,也强调了被拥有者的选择性。 这可能是同
一个仪式中的两个时刻
rimasto inerte agli altri canti, si ridesta solo all’intonazione del canto e della musica giusti 他
对其他歌曲保持惰性,他只会在正确的歌曲和音乐的音调下醒来
Il mondo greco ritorna per quanto riguarda il rapporto fra mania, rito e musica (rimandi al
pitagorismo, a Platone, Aristotele, alla tragedia). Come diceva Platone, mentre per gli altri la
soluzione è nella danza, negli infanti è nel sonno, nell’oscillazione ritmica di madri e nutrici.
C’è un’angoscia delirante iniziale dovuta a fragilità o inettitudini dell’anima. 由于灵魂的脆
弱或无能,最初会出现妄想的痛苦。La soluzione, in un caso o nell’altro, sta nella musica
(e nella danza). Nel Fedro Platone distingue due tipi di mania: quella dovuta a malattie
umane e quella ispirata dai numi. Poi ci sono 4 sottospecie fra cui la telestica, collegata ai
culti orgiastici con momento iniziale patologico e cura con musica e danza. È follia che muta
di segno e reintegra nella ragionevolezza. Sono manie curabili se le fragilità sono
riconducibili ad antichi debiti contratti con la divinità e sono pagabili con le musiche e le
danze. 在 Phaedrus Plato 中区分了两种类型的躁狂症:一种是由人类疾病引起的,另一
种是受诸神启发的。 然后有 4 个亚种,包括 Telestics,与具有病态初始时刻和音乐和
舞蹈治疗的狂欢邪教有关。 改变其符号并重新融入合理性的是疯狂。 如果虚弱可归因
于与神签订的古老债务,并且可以通过音乐和舞蹈来弥补,那么它们就是可以治愈的
妄想。
Sono spunti platonici sulla catartica che non confondono la pazzia con la mania religiosa, i
disordini psichici con l’ordine mitico-rituale dei culti orgiastici. Ordine rituale si innesta nella
crisi, la imita per farla defluire, per mutarla di segno e orientarla verso la risoluzione. Questa
catartica musicale ebbe la Magna Grecia come patria elettiva, influenzando sia Platone che
Aristotele. Pitagora praticava la musica risanatrice e così i tarantini come Aristosseno. Lui
curava vari malesseri con la musica: la sciatica e l’eccitazione da vino.
这些是柏拉图式的宣泄思想,不会将疯狂与宗教狂热、精神障碍与狂欢邪教的神话仪
式秩序混为一谈。 仪式秩序被嫁接到危机中,它模仿危机使其流出,改变它的符号并
引导它走向解决。 这场音乐宣泄以大希腊作为其选择的家园,影响了柏拉图和亚里士
多德。 毕达哥拉斯练习治疗音乐,塔兰托也像阿里斯托克塞努斯一样练习。 他用音乐
治疗各种疾病:坐骨神经痛和酒瘾。
Per Pitagora la musica curava disagi somatici, psichici e morali. Curava così anche l’epilessia.
In Magna Grecia, tuttavia, ebbe grande importanza il culto dionisiaco, specialmente a
Taranto. Dioniso era il dio più importante della regione e durante le dionisie la città di
Taranto, come nessuna, versava in uno stato di ebbrezza. La Puglia fu perseguitata da un
punto di vista religioso per i Baccanali. Ci fu uno sviluppo nell’economia schiavistica dopo le
conquiste romane. Gli schiavi tarantini giunsero a Roma e con loro il culto bacchico. I Senato
trascorse vari anni per sedare il movimento che assumeva carattere politico e sociale. La
repressione più grande si riscontrò proprio nell’Apulia. È sempre stata un’isola verde,
florida, calda, ricca di piante e frutti esotici e verdeggianti. Terra che ispirò Epicuro e
Lucrezio, oggi terra del rimorso. 对于毕达哥拉斯来说,音乐治愈了身体、心理和道德上
的不适。 因此他也治疗癫痫症。 然而,在大希腊,酒神崇拜非常重要,尤其是在塔兰
托。 狄俄尼索斯是该地区最重要的神,在狄俄尼索斯时期,塔兰托城与其他城市不
同,处于陶醉状态。 从宗教角度来看,普利亚大区因酒神而受到迫害。 罗马征服后奴
隶经济有了发展。 塔兰托奴隶抵达罗马,随之而来的是酒神崇拜。 参议院花了几年时
间来平息这场具有政治和社会性质的运动。 最大的镇压发生在普利亚。 它一直是一个
绿色、繁荣、温暖的岛屿,充满异国情调和青翠的植物和水果。 启发伊壁鸠鲁和卢克
莱修的土地,如今是一片悔恨之地。