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Satta
Lungi da me sostenere che il chimico ed il biologico siano uguali, specie per quanto riguarda
l’inquinamento ambientale, ma pensare che siano diversi in modo radicale è spesso un’illusione.
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Agricoltura Naturale for Dummies – di Anna C. Satta
Nell’espressione comune, l’agricoltura si identifica proprio con tali pratiche, fare agricoltura è
sinonimo di arare, diserbare, concimare e dare antiparassitari quasi più che raccogliere.
1 Nella catalogazione scientifica il suolo è classificato in strati detti orizzonti pedologici; i primi due sono indicati
come “orizzonte O” la lettiera e “orizzonte A” lo strato appena sotto.
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Agricoltura Naturale for Dummies – di Anna C. Satta
Peccato che la biologia dimostri l'esatto opposto ed i contadini che praticano il naturale possano
testimoniarlo. L’eliminazione sistematica di tutte le piante spontanee causa ulteriore
impoverimento del suolo che implica l’uso di ulteriori fertilizzanti.
L’osservazione della natura suggerisce inoltre che le monoculture di un’unica varietà non sono
una buona idea. Ovvero quello che in agricoltura è la norma (grandi campi di pomodori, di
vite, di mais, di soia, di cavoli, di nocciole, di castagne e di quant’altro) sono la cosa peggiore
che si possa fare sia al suolo che alle piante stesse. Nel suolo viene a mancare la diversità
necessaria per una buona vita microbica, essenziale per avviare i processi di fertilità spontanea e
le piante si ritrovano da sole a fronteggiare l’attacco di insetti e funghi che se ne nutrono.
Infatti in Natura non esistono i parassiti, ci sono piuttosto organismi che, nelle condizioni di
indebolimento della pianta bersaglio e in assenza di antagonisti che ne possano limitare la
crescita, tendono a moltiplicarsi in modo esponenziale.
Quando un agricoltore (o un ortolano) si lamenta di avere un problema di afidi, o di cocciniglia,
o di peronospora, o di qualsiasi altro “parassita”, in realtà dovrebbe rendersi conto che il suo
vero problema è che nel campo mancano le condizioni naturali affinché gli afidi, la cocciniglia,
la peronospora, o qualsiasi altra avversità sia tenuta sotto controllo.
Se davvero gli afidi fossero così incontenibili come raccontano, tutto il pianeta ne sarebbe
ricoperto. Invece si riproducono a dismisura solo nei campi arati e dissodati, dove le piante sono
estremamente fragili. Per inciso, le piante coltivate sono fragili rispetto alle loro progenitrici
selvatiche in parte a causa delle dissennate selezioni varietali che accentuano principalmente le
caratteristiche commerciali piuttosto che la loro capacità di resistere alle avversità e, in parte, a
causa della fertilizzazione e dell’irrigazione forzate che costringono le piante a crescere in modo
innaturale ed in tempi velocissimi, rendendo i tessuti vegetali tesi e gonfi di liquido, quindi
fragili ed esposti ad ogni attacco parassitario. Inoltre, se in un campo ci sono solo piante della
stessa specie, è normale che un insetto o una malattia, che tendono ad essere molto selettivi,
specifici di quella data specie vegetale, è normale che trovino tanta abbondanza da riprodursi
senza limite. In tali condizioni le piante sono incapaci di difendersi come invece farebbero in
natura. Per giunta la fertilizzazione e l’irrigazione forzate alterano talmente tanto i meccanismi
dell’orizzonte umifero da inibirli.
Infine il terreno lavorato e diserbato resta esposto alle intemperie che ne causano un tale
compattamento e impoverimento per cui, l’anno successivo, si rende necessario dissodarlo e
fertilizzarlo di nuovo e tutto rincomincia.
Ecco come funziona il circolo infinito nel quale si sono cacciati (loro malgrado) gli agricoltori.
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Agricoltura Naturale for Dummies – di Anna C. Satta
L’agricoltura naturale si può praticare anche in un’azienda o è solo per gli orti familiari?
La coltivazione naturale è la soluzione ideale nelle piccole aziende agricole. Masanobu Fukuoka
aveva la sua azienda in Giappone ed è stata per tanti anni la sua unica fonte di reddito, molti
altri contadini naturali come lui, in tutto il mondo, stanno dimostrando che è possibile creare
reddito dalla coltivazione naturale.
Gli aspetti fondamentali che distinguono le contadine ed i contadini naturali è l’organizzazione
del lavoro e lo studio. Come ripete spesso Vandana Shiva 2: “Non dimentichiamoci che il 70-80%
del cibo che sfama le persone nel mondo è prodotto da piccole aziende agricole familiari, non
dalle grosse aziende dell’agribusiness.”
Un reddito dignitoso e l’assenza di debiti sono le caratteristiche di chi coltiva alleandosi con la
Natura. Bisogna conoscere, osservare, sperimentare e diversificare il più possibile le colture per
garantirsi un reddito durante tutto l’anno. Nel primo periodo si deve fare un investimento
importante di tempo ed elaborazione, comunque molto meno oneroso dell’avvio di un’azienda
convenzionale, per la quale si spendono cifre incredibili in mezzi meccanici e strumenti.
E’ un approccio completamente diverso rispetto all’imprenditore agricolo, la coltivazione naturale
richiede applicazione e capacità di progettare in armonia con i cicli e gli equilibri biologici. Non
ci sono grandi lavori faticosi, ma tanto studio e tante piccole attività quotidiane.
E bisogna saper coinvolgere la comunità del territorio per far apprezzare il proprio lavoro,
affinché si instauri non solo un rapporto cliente-produttore, ma ci sia fiducia e orgoglio del
proprio lavoro.3
Forse non è per tutti, ma in fondo perché mai un lavoro così indispensabile per la nostra
sopravvivenza dovrebbe esserlo?
2 Vanda Shiva, fisica quantistica e scienziata, economista ed attivista ambientalista indiana, è considerata la teorica più
nota dell’ecologia sociale.
3 Per la coltivazione da reddito si veda “Le contadine del futuro”, articolo apparso nel numero di XXXX/2019
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