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e poiché a quel tempo etica e ialine, "i •• -i--:-..n;:: :.-..• L.jll^jte. essi si occupl•
\t;ijjm ΓίΐΐΛ.ί:ι L'acmi' .VI |•.ι.:.- .:Ιιλ•γ. ι. ni ILLL api 5 LI ι n.C. con la vittoria su
Sibilìi (Cfi f. Y. •:» li Vi™., 1 : '.. Sa ilei Greci iltippa slonr.n
II. Firenzi 1032-38. pp. 4110-414).
a l>K ! 4 A 1 :IV- - r.il , • -I Μ incili» 1: dejjli .illi. i'-mirr.ifici hn seguito
H. DlELS-W KRASì. Die Fniiftnffile dit Vanacntiilr. Berlin li)5I- 3 l)
prima ha i suoi sostenitori, in particolare lo Heidel, che postula un net-
to distacco ("). A mio avviso questo punto di vista ha una affermazio-
ne di partenza giusta : Alcmeone è chiamato • pitagorico . senza ragio-
ni veramente valide, ma le conclusioni totalmente negative a cui giun-
ge lo Heidel, sono inaccettabili, perché tolgono valore a vari elementi,
die invece [itesi insieme danno una buon:', basi• indicatn ι -in pei la f e
nologia che per i rapporti culturali.
Anzitutto prcndiariui in considerazione- la dedica che Alcmeone fa
all'inizio della sua opera agli amici Bro(n)tino, Leonte e Batillo (°) ; i
primi si ritrovano nel Catalogo di Giamblico (V.P.. 267) ricordati fra i
Me'.apontini. l'ali™ è forse ider"inrabileratiBatilao di Posidonia, come
propone la Timpanaro-Cardini (B). Il passo non attesta una dipenden-
za, ma certamente delle relazioni, in questo caso personali, e offre an-
che un indizio cronologico, in quanl : Bro(n)1ino è ricordalo fra i Pita-
gorici più antichi, come suocero di Pitagora 0 marito di una sna disce-
pola (D.L. Vili, 42).
Ugualmente una relazione, questa volta anche di carattere dottri-
nale, è attestata dalla notizia di Aristotele:, [Melapk. A 5 986 a 22), che
i- in mi certo 3ί-η=ο la chiave di volta nell'orieiila mento dell'interpreta
zione di Alcmeone, ed è. oggetto di discussione fra gli studiosi sia dal
limito cii v k a lesinale che «mienutistico. Il filosofo dopo aver elenca-
to le dieci coppie di opposti che per i Pitagorici : ostruiscono le '••, mi
dice: .Allo stesso modo sembra pensasse .indie Ah'rrteone di Crolone,
sia che egli prendesse tale dottrina da quelli sia quelli da lui... egli
espresse idee simili alle loro; diceva infatti che la maggior parte delle
cose umane sono dualità (") solo che η
tondo un criterio definito come fanno costoro, ma a caso; per es. bian
co-nero... Questo solo dunque troviamo di comune in lui e in quelli:
che i contrari sono i principi delle cose. ("}. Questa la testimonianz;
per ciò che riguarda i rapporti culturali; per quelli cronologici. Ari-
stotele ci dice che. quanto ad età, Alcmeone era giovane quando Pita-
gora era vecchio. Questa frase, seppure abbastanza generica, ci attesta
che per un certo periodo le vite dei due personaggi ι oimi-f-ro
corda con la notizia di Giamblico (V.P., 104). Proprio qucsisi i-
danza, insieme al fat'o che Li frase manca nel miglior codice t
1
stotele (A ), spinge lo Heidel a negare la validità di questa indicazio-
ne, considerata un'interpolazione ("), ma il contesto e il frammento con-
tenente la dedica, possono in linea di massima farci giudicare accetta-
bile l'informazione ("). Peraltro ricavarne dei dati precisi è abbastanza
difficile, in quanto i termini di confronto, le date della vita di Pitago-
ra, sono piuttosto confusi.
Ammettendo (") che il filosofo sia morto a Metaponto verso il 400
a.C. e si eia allonlanaki il., ('rotane dopo il 510, se accettiamo l'inte-
grazione del Diels {'") . vé«, „. poss-amo porre la data di nascita di Ale-
nicene un po' prima di questa seconda data e fissare il periodo della
sua attività nella prima metà del V sec. (").
Egli sarebbe perei?) molto più giovane di Eraclito, approssimativa-
mente contemporaneo di Empedocle e Anassagora, ma più vecchio di
Democrito, perché nelle sue dottrine non c'è traccia di atomismo e se-
gue la vecchia teoria che identifica il vuoto con l'aria (").
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statele, rifilila la datazioni di Alcmennt agli ini; del V sec. Egli ritiene
che sia meglio giudicarlo solo in base al contenuto delle sue dottrine,
considerandolo un medico eccezionalmente intelligente che vive all'in-
cicca nel 450 a.C. e non ha legami riconoscibili con qualche speciale
gruppo di filosofi natura listici. A parti; in difficoltà di dare giudizi esat-
ti soltanto servendosi di elementi contenutistici, lo Heidel non interpre-
ta correttamenle il passo della Metafisica, perché egli afferma che non
si può fare un paragone fra le opposizioni alcmeoniche e lo schema pi-
tagorico, perché è di origine tarda, databile presumìbilmente a dopo il
450 a.C. In realtà Aristotele stesso, alla fine del passo, dice che il vero
punto di contatto fra il Crotoniate e i Pitagorici è il concetto dell'oppo-
sizione, che è all'origine di tulle le cose, rum 1» serie delle dieci oppo-
tie ,1 sciiveie in veiii: .incili: quegli 0 .iuiKiuf jn altro 'inni., lii divergenza tra i
Pitafturi.:] :- ι'. wstn.< medici*, l ì -.ili ly^i-f di .ip< :r..:\i : ..-,ι ; • multe Ir::.:/
Milelù. Antioco di Siracusa ed anche Erodoto, neppure egli proenti nna forma più
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(ΟΤΟΝΕ 93
Dall'es
g i u n g e all'affermazione che costituisce la piti g r a n d e scoperta afemeo-
nica, cioè c h e tutti i sensi sono collegati al cervello e perciò se q u e s t o
subisce delle alterazioni, a n c h ' e s s i v e n g o n o Iesi: άχάαος Sé i n ; οΙοΚήοεις
πυνηρΧΓίσ*αί ι ω ; jipòc τάν Sγxϊ<poλ<Ί".••fi;r.>:.L'. rLVLir.r-.'.vu xivouaéirrrtF και μετσλ-
Μ π ο ν ι ο ; ιήν χώοιιτ • i:...'.ii,l•!»• -.•• -.ι'.ρ -...ν- .-,.',.οι-,-, SL'IÌV ai οΙοθήπΕί;.
Dall'osservazione dell'attività dei singoli sensi, A l c m e o n e giunge ad
u n a affermazione generale di acutezza eccezionale, sìa p e r c h é egli è il
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Cosi Filolao dice che il cuore e principio dell'anima e della perce-
sione e Io stesso fanno Empedocle e addirittura Aristotele (").
Seguaci della teoria alcmeonica sono invece Diogene di Apollonia,
Anassagora. Democrito, l'autore di Marò. sact. e Platone e la sua cer-
chia. U n interessante raffronto e fatto da alcuni studiosi (") con Euri-
fonie di C n i d o : poiché egli ritiene che la malattia sia causata dai resì-
dui trasportati nelle zone della testa, è possibile pensare che egli consi-
derasse questa parte, d o v e appunto si trova i! cervello, c o m e quella da
cui dipende tutto il corpo.
Tornando quindi ad Alcmeone. c e r c h i a m o ιίί precisare il significa
to delle sue parole: tutti i sensi sono in qualche m o d o collegati al cer
vello, p e r n i essi v e n g o n o tesi q u a n d o questo ?! muove e cambia '>osi-
zione, poiché tale τη < ivi m e n t o ostruisce i . p o r i • attraverso cui giun
g o n o le sensazioni. C o m e erano considerati questi - p o r i . ? A giudica
re dal già citato passo Ίί Γ ; - . 1 . - ! γ Γ ι . HI1, nervo ot'ico. v e n i v a n o visi! c o m e
canali in cui scorre uno • spiritili n a t u r a l i * ., e poiché rappreseti! a oo Γιιτιι-
eo mezzo di c o m u n i c a z i o n e fra i s e n i o r i e il cervello, dobbiamo pensare
che indicassero i nervi sensoriali. R i m a n e peraltro in questa testimo
nianza un punto da chiarire, cioè il significato del verbo - fjulanfMwiv •.
Nella t r a d u z i o n e • ostruire „ fio seguito la spiegazione data dal Di
Benedetto |") : secondo Alcmeone ai « p o r i , corrispondevano altrettan-
ti forellini sulla superficie del cervello quindi ogni s p o s t a m e n t o , per
q u a n t o piccolo, poteva p r o v o c a r e una sfasatura fra i due sistemi di fo-
ri e ostruire cosi un gran numera di . pori •. L i Timpanaro-Cardini (")
traduce invece «riceverei., notando che per dire - o s t r u i r e . Teofrasto
usa altri verbi, m a il senso di ostruire spiega meglio come si realizzi
l'interrompersi delle sensazioni.
Attraverso quali mezzi Alcmeone era giunto ad elaborare tali teo-
rie? L'impressione che si ricava dalla lettura di questa testimonianza f
che il collegamento dei sensori con il cervello non è affermato dogma-
no Ι*), che dopo aver parlalo della louna di Ippone, secondo cui il
seme È contenuto nel midollo, dice . sed natio opinionem nonnulli re-
fellunt, ut Anaxagoras, Democritus et Alcmaeo Crotoniates • ; questi
osservano infatti che dopo la monta i maschi sono impoveriti non solo
di midollo, trjy anche di grasso e multa carne. Li due iostimonian/t
sembrano a prima vista in aperto contrasto e il tcmaiivo di conciliarle
ha portato ad interpretazioni errate sulla teoria genetica seguita dal no-
stro modico. Alcuni studiosi infatti, come il Wellmann ("), mettono in-
sieme i due passi e ne deducono che egli seguisse la teoria pangene-
tica del seme, poiché questo deriverebbe dal corvello, dal midollo, dal-
la carne,.,
Causa di questo travisamento, come dimostra E. Lesky (™), è l'ine-
sattezza della notìzia di Censorino. Egli infatti contrappone Alcmeone
ad Ippone perché fa derivare li scino dui cervulo e non dui midollo,
ma Γ accostamento ad Anassagora ο Demotrito 0 ed tutto incidentale,
come si vede dalla presenza dell', et., che fa capire come il nome di
Alcmeone sia solo un'aggiunta di cui poi non si tiene conto nella dimo
strazione successiva i™)• Inoltre bisogni* ricorda π .,-.. he la cronologia
di quesli Presocratici, in quanto Alcmeone è anteriore ad Ippone ed
è illogico dire che egli si opponeva a quest'ultimo; l'opposi/ione è va-
lida solo per Anassagora e Democrito, seguaci della teoria pangeneti-
ca, e perciò in contrasto con Ippone. che segue la più antica teoria
Γϋ•-ο:.ι'.υ iiiiolugcna.
il detoniate è il primo clip si pone il problema ddlj derivazioni;
del seme e la sua risposta denuncia l'arcaicità del tempo in cui vive,
perché anche se è vero, che dire che il seme sia una parte de] cervel-
lo, ben si accorda con l'idea che il cervello sia il centro delle sensa-
zioni, in realtà, secondo la Lesky {"-), «gli oun giunge all'affermazio-
ne per via sperimentale, ma si ricollega ad idee speculative molto an-
tiche che si ritrovano nella cultura indo-iranica. Probabilmeote questi
influssi orientali sono arrivati alla medicina crotoniate attraverso gli
Criidi, che mostrano vari collegamenti con la cultura medica orientale.
Secondo la dottrina persiana nel microcosmo uomo si trova la triade
midollo-cervello-seme; in Alcmeone ed Ippone viene privilegialo uno
solo degli elementi di quest'antica teoria.
Tornando alla notizia di Censorino vediamo che essaripone un altro
s
ο perché il feto possa svilupparsi normalmente per venire
alla luce. Di questo si occupano Diogene, Empedocle ed Ippone e si
può notare nelle opinioni dei primi due ('"), che il maschio appare più
forte, in quanto i m p i l a m e n u tcmpu p e i giungere a compimento, men-
tre Ippone si preoccupa della dala del p a r l o iu generale (a sette mesi
U feto è già completo) ed elabora una serie di dipendenze dal numero
sette, che appare regolare tutta la vita umana, concordando con Alc-
meone sulla data della pubertà {'"). Gli sludi embriologici portano il no-
stro medico a chiederei anche come il feto si nutra nel ventre mater-
n o ; su questo problema a b b i a m o due testimonianze. La p r i m a è di
Aetio ( l l ! ), che ci dice che l'embrione si nutre con tutto il corpo (βΥύλιιυ
ιοί οώμαιο;) e assorbe le parti nutritive del cibo come una spugna;
•".ν.!'..;μΓια-,-- .. -•'',' .li:.";' :0.:.•-:• : : I ι > γ • • I-ì vii •Olii :ii = i|li"t,^ ΰ^ι-•Λ;ικ.ί.
La seconda è di R u i o di Efeso, d i e polemicamente riporta un'opi-
nione di Alcmeone come non vera, quella secondo cui nell'utero il feto
•ι '
Egli dice ci
-lì. Ir- 11,1
i ^ i ('ir. P. K, „
Entrambi hanno un riflesso nel Corpus Hippatratkam ; il rappor
to microcosmo-macrocosmo e l'importanza degli influssi ambientali sono
presi in considerazione ad es. in Epid. [-11] (in ρ irticolare Epid. I. io),
Epid. II, IV, VI (in particolare IV, 46) e sono assunti a principi gene
rali da Air. Per l'eccesso ο il difilli» di libo πλήΐΜ; ο ivosi" considerati
come causa di malattia, si veda, tra gli scritti medici, Vìi. 9, io, ed
infine il Simposio (186 ed), dove Erissimaco definisce l'arte medica co-
me la conoscenza ili ciò ι he giova ai corpo contri! la .-ri-piiovi-; e la κίνωοι;.
Quindi si vede come Akrneone, pur essendo relativamente isolato co
me scienziato dalle grandi correnti filosofiche, esercitò influssi inolio
vasti e profondi sulla scicraa mialica e. sulla i:iillur;i in generale
DANIELA FAUSTI