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ALCMEONE DI CROTONE

Akmeone di Crotone è certo una delle più notevoli personalità del-


la storia della medicina greca, poiché elaborò per primo una teoria ge-
nerale sulla genesi delle malattie inteme e ottenne brillanti risultati nel
camp» dell'anatomia e della fisiologia, servendosi di metodi di ricerca
che appaiono molto avanzati, sopratluuo lenendo conto dell'epoca in

Prima di parlare dell'attività più specificamente medica di Alcmeo-


ne, è però necessario inquadrarlo nell'ambiente culturale della sua cit-
tà, che ha una caratteri nazione molto precisa; Crotone era la sede prin-
cipale della scuola pitagorica e stabilire quali rapporti ebbe con essa il
noslro medico è importante per chiarire l'interpretazione di alcune te-
stimonianze che lo riguardano, oltre che per la necessità generale di
storicizzare il personaggio.
Una parte della tradizione antica lo presenta esplicitamente co-
me pitagorico. Diogene Laerzio (Vili, 83) ci dice che fu scolaro
di Pitagora: Πιιίι.γήρο" βιήκοι™ ('), ugualmente Giamblico (V.P., 104)
lo mette fra gli scolari giovani del vecchiofilosofoe lo inserisce nel Ca­
talogo (V.P., 267). da Filopono {De anim., 88 Hayduck) e dallo scolio
platonico ad Ale. I, 121 e è definito pitagorico, mentre Simplicio (De
anim., 32, 3) non esprime un giudizio, ma si limita a constatare che
altri lo considerano pitagorico, ma Aristotele no. Peraltro nel IV sec. la
figura del Crotoniate era ancora cosi nota e legata all'ambiente pitago-
rici:, che cornice Mnesimaco mise in scena una commedia dal titolo
. Akmeone . (!). dove venivano prese in giro lo prescrizioni pitagori-
che, come avviene appunto nel (rammento rimastoci.
La testimonianza di Simplicio ci fa vedere però che già fra gli an-
tichi esisteva una discordanza di opinioni che ancora sussiste fra gli stu-
diosi moderni. Il problema è perciò stabilire la derivazione della forma-
zionefilosofico-culturaledi Alcmeone, anche se, come premessa gene-
ra'?, mi sembra giusto dire che è logico che il nostro medico abbia ri-
86 DANIELA FAUSTI

sentito di influssi pitagorici, pinchi1 Faivndo parte dell'elite socio-intel-


lettuale della sua città, doveva di necessità essere in contatto con i Pi-
tagorici, che a Crotone detenevano il primato politico e anche quello
culturale (").
Da un esame delle notizie che abbiamo su Alcmeone possiamo met-
tere in luce alcuni elei Piotivi che hanno portato a inserirlo fra gli affi-
liati alla scuoia pitagorica Come curia generica c'è anzitutto la prove-
nienza crotoniate. poi il fatto che egli seguisse la dottrina degli opposti
[questo è il punto nodale di tutta la qucstioncl e infine la somiglianza
di idee cosmologiche efilosofichegenerali.
Alcuni esempi: l'anima è immortale e si muove come il sole ('),
l'anima è immortali? come i corpi celesti, che lo snoo io virtù del movi-
mento continuo | s ); come per i Pitagorici ciò che è celeste è perfetto.
Teorie astronomiche: i pianeti si muovono da occidente a oriente in
senso opposto a quello delle stelle MSSPC'ì: che questo concetto sia di
Scriva/ione tipicamente pitagorica è anche confermato dal fatto che sia
accolto da Platone nel mito di Er e nel Timeo, che risente profonda-
mente di influssi pitagorici 0- Accanto a queste, ci sono però tesi di
origine ionica, come l'afferma/ioue chi: il sole è piatto ;') gii presente in
Anassimene (*). ο la spiega/ione dell'eclissi di lima che riprende Era­
clito ('»).
I giudizi dati dagli studiosi sulla posizione da assegnarsi ad Alcmeo­
ne nella schiera dei Presocratici comprendono tutte le possibilità: in-
dipendenza dal pitagorismo, stretto rapporto, mutua influenza.
Le ultime due sono le posizioni più comuni, e senz'altro più fon-
date alla luce delle testimonianze a nostra disposizione, ma anche la

e poiché a quel tempo etica e ialine, "i •• -i--:-..n;:: :.-..• L.jll^jte. essi si occupl•
\t;ijjm ΓίΐΐΛ.ί:ι L'acmi' .VI |•.ι.:.- .:Ιιλ•γ. ι. ni ILLL api 5 LI ι n.C. con la vittoria su
Sibilìi (Cfi f. Y. •:» li Vi™., 1 : '.. Sa ilei Greci iltippa slonr.n
II. Firenzi 1032-38. pp. 4110-414).
a l>K ! 4 A 1 :IV- - r.il , • -I Μ incili» 1: dejjli .illi. i'-mirr.ifici hn seguito
H. DlELS-W KRASì. Die Fniiftnffile dit Vanacntiilr. Berlin li)5I- 3 l)
prima ha i suoi sostenitori, in particolare lo Heidel, che postula un net-
to distacco ("). A mio avviso questo punto di vista ha una affermazio-
ne di partenza giusta : Alcmeone è chiamato • pitagorico . senza ragio-
ni veramente valide, ma le conclusioni totalmente negative a cui giun-
ge lo Heidel, sono inaccettabili, perché tolgono valore a vari elementi,
die invece [itesi insieme danno una buon:', basi• indicatn ι -in pei la f e ­
nologia che per i rapporti culturali.
Anzitutto prcndiariui in considerazione- la dedica che Alcmeone fa
all'inizio della sua opera agli amici Bro(n)tino, Leonte e Batillo (°) ; i
primi si ritrovano nel Catalogo di Giamblico (V.P.. 267) ricordati fra i
Me'.apontini. l'ali™ è forse ider"inrabileratiBatilao di Posidonia, come
propone la Timpanaro-Cardini (B). Il passo non attesta una dipenden-
za, ma certamente delle relazioni, in questo caso personali, e offre an-
che un indizio cronologico, in quanl : Bro(n)1ino è ricordalo fra i Pita-
gorici più antichi, come suocero di Pitagora 0 marito di una sna disce-
pola (D.L. Vili, 42).
Ugualmente una relazione, questa volta anche di carattere dottri-
nale, è attestata dalla notizia di Aristotele:, [Melapk. A 5 986 a 22), che
i- in mi certo 3ί-η=ο la chiave di volta nell'orieiila mento dell'interpreta­
zione di Alcmeone, ed è. oggetto di discussione fra gli studiosi sia dal
limito cii v k a lesinale che «mienutistico. Il filosofo dopo aver elenca-
to le dieci coppie di opposti che per i Pitagorici : ostruiscono le '••, mi
dice: .Allo stesso modo sembra pensasse .indie Ah'rrteone di Crolone,
sia che egli prendesse tale dottrina da quelli sia quelli da lui... egli
espresse idee simili alle loro; diceva infatti che la maggior parte delle
cose umane sono dualità (") solo che η
tondo un criterio definito come fanno costoro, ma a caso; per es. bian
co-nero... Questo solo dunque troviamo di comune in lui e in quelli:
che i contrari sono i principi delle cose. ("}. Questa la testimonianz;
per ciò che riguarda i rapporti culturali; per quelli cronologici. Ari-
stotele ci dice che. quanto ad età, Alcmeone era giovane quando Pita-
gora era vecchio. Questa frase, seppure abbastanza generica, ci attesta
che per un certo periodo le vite dei due personaggi ι oimi-f-ro
corda con la notizia di Giamblico (V.P., 104). Proprio qucsisi i-
danza, insieme al fat'o che Li frase manca nel miglior codice t
1
stotele (A ), spinge lo Heidel a negare la validità di questa indicazio-
ne, considerata un'interpolazione ("), ma il contesto e il frammento con-
tenente la dedica, possono in linea di massima farci giudicare accetta-
bile l'informazione ("). Peraltro ricavarne dei dati precisi è abbastanza
difficile, in quanto i termini di confronto, le date della vita di Pitago-
ra, sono piuttosto confusi.
Ammettendo (") che il filosofo sia morto a Metaponto verso il 400
a.C. e si eia allonlanaki il., ('rotane dopo il 510, se accettiamo l'inte-
grazione del Diels {'") . vé«, „. poss-amo porre la data di nascita di Ale-
nicene un po' prima di questa seconda data e fissare il periodo della
sua attività nella prima metà del V sec. (").
Egli sarebbe perei?) molto più giovane di Eraclito, approssimativa-
mente contemporaneo di Empedocle e Anassagora, ma più vecchio di
Democrito, perché nelle sue dottrine non c'è traccia di atomismo e se-
gue la vecchia teoria che identifica il vuoto con l'aria (").

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ι' • ••
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statele, rifilila la datazioni di Alcmennt agli ini; del V sec. Egli ritiene
che sia meglio giudicarlo solo in base al contenuto delle sue dottrine,
considerandolo un medico eccezionalmente intelligente che vive all'in-
cicca nel 450 a.C. e non ha legami riconoscibili con qualche speciale
gruppo di filosofi natura listici. A parti; in difficoltà di dare giudizi esat-
ti soltanto servendosi di elementi contenutistici, lo Heidel non interpre-
ta correttamenle il passo della Metafisica, perché egli afferma che non
si può fare un paragone fra le opposizioni alcmeoniche e lo schema pi-
tagorico, perché è di origine tarda, databile presumìbilmente a dopo il
450 a.C. In realtà Aristotele stesso, alla fine del passo, dice che il vero
punto di contatto fra il Crotoniate e i Pitagorici è il concetto dell'oppo-
sizione, che è all'origine di tulle le cose, rum 1» serie delle dieci oppo-

II primo accostamento • OVIUQ ιρ6πογ ... », che segue l'elenco del­


le opposizioni, non è dunque cosi stretto come sembrerebbe a prima
vista, anzi viene espressa chiaramente la differenza: i Pitagorici enun-
ciavano le opposizioni secondo un criterio definito, dicendo quante e
quali erano, invece il nostro medico le τιι«Ι:κνιι u coisti (IU/WìIO;..
Questa diversità ha anche una spiegazione logica nella diversa im-
postazione mentale degli interessa:!: ina di tipo matematico, quindi ri-
gida e schematica, quella di Alcmeone invece, formata all'osservazio-
ne della natura e dell'uomo, molto più elastica e comprendente una
gamma infinita di possibilità, come implica la presenza del verbo
i«Yjdvm, che peraltro non vuol dire che nelle opposizioni ci fosse la
casualità assoluta; il criterio sarà stato suggerito dall'interdipendenza
dei fenomeni vitali (cfr. il frammento Β 4 sulla genesi della malattia) (").
Si deve quindi concludere che una differenza di impostazione dot­
trinale ci doveva essere, altrimenti Aristotele non si sarebbe posto il
problema della reciprocità di influenza se le idee fossero state perfetta-
mente uguali. Un'altra prova che ai suoi occhi il nostro medico non do-
vesse essere semplicemente un pitagorico, si vede anche dalla notizia di
Diogene Laerzio (V, 25), die riportando un elenco 'li opere di Arisro
tele, cita di seguito uno scritto contro Alcmeone e uno contro i Pitago-
90 DANIELA FAUSTI

liei, come cose separ.:i>- IJ''^!:: •.ii^J;r;i.i:i- -• r.-r.iyj ani/fu ni dosso


grilli comi: Aetio e Stobeo, a proposito di -.coric soiia vista (").
Stabilità questa diversità, quale conclusione si può trarre? La Tim-
panaro-Cardini (°) ritiene che, come alla primitiva fisica ionica si ricol-
legava probabilmente la primitiva dualità pitagorica . lìmi la lo- illimita-
to ., cosi da quella stessi, il Cioloiiiaii liaisc alcune opposizioni, (clr.
Β 4), le cui «poterne• egli constatava nella pratica della medicina, e
le introdusse nella dottrina pitagorica estendendo il numero delle oppo­
sizioni oltre quello fondamentale „ limitai!J illimiiam »; i Pitagorici teo­
rizzarono poi le antitesi, fissando un canone di dieci, in contormità al
sistema cosmico che andavano elaborando. L'ipotesi mi sembra esatta
solo parzialmente, perché Alcmeone appare cosi inserito di fatto nella
scuota pitagorica come rappresentante di una corrente particolare (*),
ma mi pare da sottolineare il fatto che il concetto comune che deriva
dalla fisica ionica, in particolare da Anassimandro, sia quello delle op-
posizioni [") e che poi da una purit i Pitagorici valorizzano (almeno
originariamente), la coppia • limi tato-illimitato « {"). mentre per Alc-
meone questo concetto non i- attcstato (come non è attestata la pre-
senza di dottrine sui numeri, che sono invece essenziali per i Pitagori-
ci), ed egli sottolinea invece le coppie caldo-freddo, secco-umido ... che
già citava Anassimandro. Giustamente qui lo Heidel nota che (") era
strano che Aristotele si ponesse il problema dell'origine della teo-
presenza nel pensatore ionico (l'h. i.ija 12 ss.j ma nella Metafisica fa il
paragone probabilmente perclié conscio ihc ili. .illuni il medico di
Crotone veniva considerato pitagorico.
Quindi escludendo l'ipotesi dell' appartenerli» di Alcmeone ad UD
particolare indirizzo della scuola pitagorica, mi pare che la soluzione
più giusta sia ricollegarlo alla tradizione medica esistente a Crotone già
prima dell'arrivo di Pitagora (*). La Stella ("), basandosi sull'attività
alcmeonica, dà un quadro molto positivo di questa scuola medica, ge-
neralizzando troppo, a mio avviso, dei « i r a : ι cri di scieiitificità. che era-
no invece propri di Alcmeone, sottolineando come essa fosse basata sul-
l'osservazione, e sul concetto che l'uomo è una parte del m o n d o orga-
nico, chi; ha ifiiLiioni e analogie col iivgKu animale e vegetale, (concet-
to favorito dalle idee religiose della scuola pitagorica); d'altra parte si
ricordi che non tutti i principi della scuola favorivano le ricerche scien-
tifiche, ad es. quello d e l l ' u i ' i l • firn in aperta opposizione con il rt»|inl-
ptouUL alcmeonico.
I lati più interessanti dell:• persoglililà de; L'rotoniate sono quindi
da ricercarsi nella sua attività di oiefiico, perché come abbiamo già
detto, in campi più generali, ad es. in quello astronomico, risente mol-
ti• dc.i'a;r.':iLiili.- >4;!. ;• .i:cLI|•,! -i;. di ;••::':;.cu;- iMlctaii, :.ui r.lii solu-
zioni influenzate dalla fiUisoiia ionici! (l'origine della malattia), sia di
ricerche pratiche che confermino le -uè teorie (le esperienze di disse-
zione), ed in alcuni campi è un precursore, ad es. nell'embriologia.
La testimonianza di Diogene Laerzio ci conferma che la medicina
era il prevalente interesse di Alcmeone (":•: m iri.lisìmu γ(1οιροιύ I c p i ,
όμοι; hi KU'I φνοιηλογεί ί.νίι,ν .
Infondata è invece la notizia che per primo scrisse un ΐ|.υαι*.ι'>;
ίογοί ("j poiché certamente prima di lui avevano scritto su tale argo-
mento Anassimandro, Anassimene e Senofane.
Della sua opera ci restano scarsi frammenti in dii.leiio ionico con-
tenenti dei dorismi, frammenti caratterizzati dallo siile analitico ed
esplicativo tipico di chi vuol procedere :. dure una dimostrazione-O•
Fra questi ci è conservata la frase iniziale dello scrìtto « SaUa natura , ,
che già da sola è molto indicativa dell'impostazione mentale di Alcmeo-
ne e dei suoi metodi di lavoro ( s )

(») Cir. C. SCHICK, iis.ii sai pnmamt rìerinfi-magreca, „ Archivio GtottoJo-

tie ,1 sciiveie in veiii: .incili: quegli 0 .iuiKiuf jn altro 'inni., lii divergenza tra i
Pitafturi.:] :- ι'. wstn.< medici*, l ì -.ili ly^i-f di .ip< :r..:\i : ..-,ι ; • multe Ir::.:/
Milelù. Antioco di Siracusa ed anche Erodoto, neppure egli proenti nna forma più
Άΐκμαίοιν Κ(.οιωΥΐήιης làÈs ίίεξί Πίίριβον υιός BrJoiiVN noi

D o p o la d e d i c a agli a m i c i pitagorici, c'è u n ' a f f e r m a z i o n e di umiltà


q u a s i , da parto d e l l ' a u t o r e : gli dei h a n n o chiara conoscenza delle cose
invisibili e delle cose m o r t a l i , gli u o m i n i invece h a n n o solo la possibi-
lità di • CExiinleenihu », cioè f o r m u l a r e u n giudizio congetturale.
Mentre molti Presocratici si d i c e v a n o certi di a v e r t r o v a t o la chia-
v e della c o n o s c e n z a , v e d i a m o c o m e q u e s t o m e d i c o sia p o r t a t o d a l suo
tipo d i esperienze, a procedere nelle affermazioni p o n e n d o c o m e b a s e i
segni a s u a disposizione. Egli ("), dice il G u t h r i e . è già nello spirito di
VM (") d o v e sono b i a s i m a t i quelli c h e s t u d i a n o le cose celesti e le sot-
t e r r a n e e , s e r v e n d o s i d e l l ' a i u t o d i p o s t u l a t i , poiché tali a
offrono a l c u n p u n t o di riferimento grazio al quale poter ri
certezza. L ' a f f e r m a z i o n e del Guthrie è vera »ιύ> parziitlmerite, poiché
il c a m p o di indagine di Aleninone include sia gli » ίφανη » c h e gli
«9νηι(ί•, Egli p a r t e dallo stesso c o n c e t t o di VM (bisogna a v e r e u n p u n ­
to di r i f e r i m e n t o nello s v o l g i m e n t o della ricerca), p e r ò agli u o m i n i n o n
•;. ρ:κ.;-.ϊ.ι Li z:r.n-. di/:'ir:viil)il:-, IMI.-tata da VM, poiché il C r o t o n i a t e
stesso e l a b o r ò , c o m e già si è v i s t o , teorie cosmologiche e psicologiche.

L a Stella (") invece limila il p r o b l e m a della conoscenza • alle cose


invisibili i , poiclu ac< erta l'espunzioni; di • *νητί™ . , s p i e g a n d o l a come
c o r r u z i o n e della glossa • άϋηήιων •, m a in r e a l t à n o n c'è b i s o g n o di ri-
c o r r e r e a spiegazioni m a c c h i n o s e , poiché i due termini n o n sono in con-
t r a d d i z i o n e , m a s e r v o n o a indicare u n c a m p o d i i n d a g i n e .
Quello c h e più c h e a l t r o viene messo m r i s a l o nel f r a m m e n t o e il
diverso tipo di conoscenza c h e h a n n o l ' u o m o e gli dei : questi h a n n o u n a
possibilità di conoscenza c h i a r a e i m m e d i a t a , l ' u o m o d e v e invece p r o -
cedere a t t r a v e r s o indizi, c h e gli c o n s e n t o n o di i n t e r p r e t a r e a n c h e ciò
c h e è invisibile. Ci s a r e b b e cosi in Alc me one u n concetto c h e anticipa
quello a n a s s a g o r e o : 6ψιϊΐ<ϊι> ιών toqjun iù φαινυμ^κι : -.. i. che si spiega
a n c h e a b b a s t a n z a b e n e t e n e n d o c o n t o del fatto c h e egli n o n è esclusiva-
m e n t e m e d i c o , m a si o c c u p a di scienze n a t u r a l i iti g e n e r e , c o m e Anas-
s a g o r a si o c c u p a v a di μίιωιοολογίιι. Quindi è e v i d e n t e c o m e la p a r o l a
chiave di t u t t o il f r a m m e n t o àia il vi'rbo rFK|iuit>tciiui c h e la T i m p a n a -

| l 7 i t',',1. 1 l i . J72i f.<~ c . : i i ' i ^ : i i : -.:|.. ι.- -.1.-1 \ . ' / M . - ' / i ; / I . J •'.'< JJ ι-κ m .«;i'.n Iì;Lì<-
" l o I " I . :-' • ' '•• . • • . • • ^ • • • . ! V / K ^ . . - , . . ; , . l ' . i . ] - 1.S31. Ο ι .
( " ) C i r . S T I L I . . , o f c i t . . p . i } 7 " • 1 .
(ΟΤΟΝΕ 93

io-Cardini traduce ι dimostra re » {"), falsandone il senso, poiché questo


non è il significato c o m u n e del w i b o . imanlii un senso derivato dal so-
stantivo. Di «ιιμιίριον si possono enucleare due significati fondamen­
tali: • segno sicuro » (') e poi « p r o v a certa • 0 addirittura • dimostra­
zione ι di un'ailermazione negli scritti medici {").
Il verbo invece, indica un processo mentale che permette di formu­
lare un giudizio s u un argomento anche sconosciuto, partendo da fatti
noti ("). Mi p a r e p e r e i » che si possa dire che il termine « d i m o s t r a r c i
non rende esattamente il senso della frase, poiché fa perdere l'implicito
accenno alla ricerca che l'uomo deve portare avanti una volta esamina-
ti alcuni indizi.
Alcuni studiosi come la S.clla e il Crispo ι ' ; , h a n n o ipotizzato che
dietro questo atteggiamento ci sia un'influenza di Senofane, che duran­
te i suoi numerosi spii.iiiiueiil; ìLVrebbi: soggiornato anche a Crotone;
il fatto non è confermato dalla tradizione, ma è giudicato possibile an-
che da altri, ad es. lo Ebncr ("), a causa dell'irrequietezza del filosofo
che lo spingeva IL numerosi s p o s t a m e n t i . In particolare una coinciden-
za viene notata nel iraimncnfi.i in cui si dice che nessuno può avere la
certezza relativamente agli dei e a tutte le cose, perché a tutti è data
solo l'opinione ("I ; Γ a i l e ™ azione chi; l ' u o m o non può raggiungere la
cene/./u costituiste il punto di coniano, coinè pure slmile mi sembra
l'atteggiamento verso il valore della ricerca umana, poiché Alcmeone
procede attraverso il ιβιμιιίίίββοι, la ricerca per indizi, e Senofane da
parte sua afferma che gli dei non hanno rivelatofindall'inizio ogni co­
sa ai mortali, ma questi col tempo, cercando (ìjneuviei: trovano il me-
glio η

Μ i• ."• I • • • il! ι Ίι'. .1. i: l'imi Il


\ :i E -I • " - '^^ ••:>H. Λ.:. .; >': •; !••,! v/[ -.n
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I ;i 1! [« (ίίΙκη un 1 .imi,: ιιίντπ Htm ,Ιϊΐμ,ιΙηΊ.ηίίιιϊι.γ ; .Ίϊ.-..i i./ivc
Μ DANIELA FAUSTI

P e r f e t t a m e n t e coerente c o n le idee esposte nella d e d i c a , s a r e b b e a n ­


che u n altro frammento, c h e di solito non figura i r a quelli a t t r i b u i t i ad
A l c m e o n e , bensì a d A l c m a n c (cfr. 125 Ρ . ) ; ntipii ιοί μιι.'Κιοιυς πρχά.
Il L a m a {'") n o t a n d o la difficoltà di i n q u a d r a r e q u e s t a attcrmazili-
n e n e l l ' o p e r a del p o e t a , sia del p u n t u di vista Luntunmistico che d a quel-
lo lessicale e fonetico, p r o p o n e a p p u n t o l'attribuzione al C r o t o n i a t e ,
a n c h e p e r c h e a causa della somiglianza dei nomi e delie v a r i e f o r m e in
cui è a t t c s t a t o quello del m e d i c o , u n o s c a m b i o e r a possibile.
A c c e t t a n d o q u e s t a interessante p r o p o s t a , a v r e m o cosi la p r i m a di-
c h i a r a / i o n e iin-iodologit il rli ik. =•.-πι,•.. ; i i . - . : ; dilli'esperienza si o r i g i n a la
ιιάϋηοις, cioè il processo d e l l ' a p p r e n d e r e c h e si distende nel t e m p o ba-
sandosi SUI tiÌIMllpEoU-Hl.
l'ili»; queste p u n i i -,:;ι: sulla metodologia, p a s s i a m o o r a a d e s p o n e
i risultati delle ricerche a l c m e o n i c h e , Teofrasto (") ci r i p o r t a il s e c o n d o
f r a m m e n t o d o v e si spiega p e r c h é l ' u o m o differisce d a g h a n i m a l i : Or-
|..|..i.-..^ γ:.μ • ι .IL [•υ'•/ L/.'.HY ^.,;ΐ|^-1'. ΙΓ| μοΥ,Ιγ £ν•νίϊ|<11, ΧΠ Ò'&ÌXa litotìdvt
mi μέν, οί ζιινίηοι 6É.; solo l ' u o m o h a la facoltà intellettiva, m e n t r e tutti
i viventi h a n n o in c o m u n e quella sensitiva. Questa è la citazione diret-
ta, m a tutto il p a s s o [Seni., 25 ss.] riporta diffusamente le opinioni del
m e d i c o crotoniiilc sul t o r m a i s i delle v a r i e sensazioni.
P r i m a di e s a m i n a l e il lesto c'è (la p r e m e ; le re che T t o t i a s i o . d o p o
a v e r d e t t o all'inizio d e l l ' o p e r a , che le teorie sul p r o d u r s i della sensazio-
ne si d i v i d o n o in d u e g r u p p i , m e d i a n t e il simile ο m e d i a n t e il c o n t r a r i o ,
p e r A l c m e o n e usa u n a terza espressione, il n o n simile, il d i v e r s o ( μή
κ•, ομού}). Questo è u n a l t r o p a r t i c o l a r e che sottolinea lo spirito di in-
d i p e n d e n z a del p e r s o n a g g i o rispetto alle c o m u n i c o n e n t i di ricerca, e

to brillanti e s o p r a t t u t t o molto a v a n z a t e p e r i suoi t e m p i , p e r c h é p e r e s .


E m p e d o c l e c o n t u n d e uinaavsoiiai e ipiioveiv, c o m e l a n o t a r e , d i s a p p r o v a n -
do, Teofrasto stesso e nel m e d e s i m o e n o r e c a d e P a r m e n i d e (*}.
D ' a l t r o c a n t o E m p e d o c l e , c o m e si v e d r à a t t r a v e r s o i confronti, a
volte dissente, a volte c o n c o r d a c o n le teorie di A l c m e o n e . m a general-
n i c n . e . p u r essendo p i ù g i o v a n e , segue u n a linea di p e n s i e r o pio a r r e -
t r a t a , che del resto si spiega b e n e t e n e n d o presente la sua complessa
personalità divisa fra lo scienziato e il t a u m a t u r g o ( Sl ).

t , ,,,„,,.. .1 1-1. .:-„,'i: • .IUIL opere completamente


La critica a d E m p e d o c l e va v i s t i in r a p p o i t o a q u a n t o dice Ari-
stutele nel D e anima (427 a, b j , d o v e si fa u n a distinzione triplice fra il
φφογΕϊν, Ι'ιιΙοϋϋϊΕοϋιιι ed il voiìv e v e n g o n o criticati gli antichi c h e dice-
v a n o c h e > ii> nujovs'.v m i ιό ui5*dveo*uL rtiu;ov ίΐναι,. c o m e a p p u n t o E m -
pedo< e e altri, •!••• ialino qu sia ;:ΐ:'ί•;ιι;.ΐϊΐ;;:ΐι- ;:oiché concepiscono sia
il pensiero c h e la sensazione in f o r m a di realtà c o r p o r e a ΐικομοΐΜόγ]
e r i t e n g o n o che e n t r a m b i si realizzino a t t r a v e r s o il simile. I n r e a l t à es-
si h a n n o t o r t o , p e r c h é « υύταύιύν lori io [ΐίαθι:νι-..•..••,. ...ι [,, , (ι ,ονι .γ, :; .ι
YtyiiV. LÙV !"^ γ..^ .L<... .[•Lfl.LL. Ι'.ϊ ^L όλίγυΐί t(Lv .ΙΙΙ,ΜΥ -
Solo pochi a n i m a l i perciò possiedono . I«II>YEìY, lutti Γ ιχίβΐίύνίοβαι
e solo gli uomini, esseri forniti di λόγο; p o s s i e d o n o il YCJSIY. M e n t r e Ari­
stotele sotloiinea cosi diffusamente le diversità, E m p e d o c l e è a l l ' o p p o -
sto di q u e s t a posizione p o i c h é a l i e r m a che tutti gli esseri h a n n o la
W i f i u n s p).
E tacile vedere come la distinzione dello Stagirita si rifaccia a d Alc-
rneone, le cui do.trinc d o v e v a n o essere b e n note nella cerchia platoni-
ca e presenti al filosofo stesso p i ù d i q u a n t o n o n a p p a i a a p r i m a vista,
sia c h e le accetti sia che ne dissenta, p o i c h é egli h a l ' a b i t u d i n e di n o n

teva p e n s a r e c h e n o n avessero ben i m p o s t a t o il p r o b l e m a (").


t o r n a n d o a Teofrasto, e s a m i n i a m o o r a l'esposizione sistematica che
egli fa delle teorie alcmconiche sul p r o d u r s i delle sensazioni, a comin-
ciare da quella uditiva ("), L a notizia a questo proposito n o n è molto
c h i a r a , m a coni 1 0 m a n d o l a c o n quella d a t a d a l dossografo Aetio (*),
se n e ricava che si o d e m e d i a n t e le orecchie, p e r c h é in esse c'è il v u o t o ,
- κενόν• (che p r o b a b i l m e n t e è inteso nel senso fisiologico di . s p a z i o in-
terno al corpo • e indica il condotto uditivo (")), ed esso r i s u o n a all'ir-
ruzione dell'aria c o m e si dice nel p a s s o di Aetio.
Alcuni studiosi ( n ) p e n s a n o c h e Alc me one conoscesse l ' a n a t o m i a
dell'orecchio medio a dalla i r u m u a di Eustachio e u n a p p o g g i o p e r que-
slii ipotesi porrebbe essere ..1 frase di Aristotele ('"J, t h e gli alUibuisce
l'idea che le c a p r e respirino f o n le u r e i i h k : . Ter fare questa afferma-
zione, sia pure sbagliata, egli deve aver visto, mediante la dissezione
di questi animali, le connessioni fra l'orecchio esterno e le vie respira-
torie interne; non è però possibile dire se considerasse la cosa una ca-
ratteristica delle capre ο un fatto generale ed estensibile anche all'uo­
mo. Questa idea peraltro d o v e v a essere molto antica, poiché la trovia-
mo e s p i l a giù in testi egiziani ( s ) .
La spiegazione di Empedocle mostra in questo caso una notevoli*
affinità; dice infatti che la sensazione uditiva si produce ad opera dei
rumori interni; l'orecchio ripercuote l'aria mossa contro le pareti soli-
di e p r o d u c i la risonanza i1"}. Spi. gazioiii iimii. sono sia in Anassa-
h!
g o r a ! 6 1 ) che - " Diogeni ili Apollon ι j ), che sottolineano pero esplici­
tamente che la sensazione uditiva si produce quando il s u o n o 0 l'aria
arrivano al cervello, c o m e si dice anche in alcuni tratiati ippocratici ( u ) .
Alcmeone fa invece questa o s i o v a z i u m ; a p r o p e s i l o dell'olfatto, che per­
mette di sentire gli odori, quando respirando, l'aria «jiveijui- arriva
al c e r v e l l o ! " ) ; anche . n v e i j m . come prima .xsvdv. ha un significato
tecnico ch( poi r i c o m p a r e negli scritti mudici „ ι::.ι i n t e r n a ( h e riempie
le cavita del corpo • (**).
Diogene di Apollonia riprende integralmente qi
ne, Anassagora ed Empedocle dicono invece e/c ne rie a m e n le che Γ
io •• c o n n e s s o alla respirazione.
Riguardo al gusio (•";• Al ora •. ctie si distinguono i sapori con
la lingua, poiché questa essendo tiepida e molle scioglie i cibi con il suo
calore; poi accoglie e distribuisce i sapori per la sua spugnosità e mor-
bidezza.
Sul tatto ι άφή ι il medico di Crotone non si pronuncia. Anche que­
sta è una conferma della s u a seric;à scientifica, poiché egli preferisce
astenersi dal giudizio, piuttosto che fare affermazioni che non partano
da un qualche indizio reale, l'rosegc.endo il confronto con gli altri tre
Presocratici, vediamo che è ancora Diogene quello che più da vicino si
rifa ad Alcmeone; infatti si astiene dal parlare del tatto e spiega le sen-
sazioni gustative con la mollezza e morbidezza della lingua. Empedo-
cle -piega genericamente questi due sensi con il prodursi delle sensazio-
ni a t t r a v e r s o il simile e. lo stesso fu Anassagora sulla b a s e della teoria
dei c o n t r a r i .
Parecchio spazio È dedicato a d illustrare il m e c c a n i s m o v i s i v o : gli
occhi v e d o n o a t t r a v e r s o l ' u m o r e acqueo che li circonda, m a che nell'oc-
chio ci sia del fuoco è chiarii, pecche se viene colpito m a n d a bagliori
Questa affermazione s e m b r a molto vicina a quella di E m p e d o c l e ,
che spiega l'attività visiva c o m e possibile grazie al fuoco che è nella
pupilla, che p e r m e t t e tir cogliere b luce [che è p u r e fuoco) (*). Alcmeo-
ne s e m b r e r e b b e cosi a m m e t t e r e la sensazione m e d i a n t e il simile, m a in
realtà n o n c ' è bisogno di m e t t e r e in d u b b i o l'asserzione di Teofrasto
che lo p o n e fra. quelli c h e spiegano la sensazione μη wj>fy">Ì(L'icon il di-
verso. Infatti se c o n s i d e r i a m o a t t e n t a m e n t e il passo si v e d e c h e fa pre-
senza del fuoco nell'occhio serve a spiegare il fenomeno dei fosfeni
•ζτλιπ<™;γί(ΐ F « J ì Ì | I I F I V . p e r c h é di fatto la visione si realizza a t t r a v e r s o
• τ,» «Πίβανη »r.l;ò> f i l a m i , (•*). I/ipotesi più p r o b a b i l e è c h e il Croto-
niate sostenesse l'eterogeneità d e l l ' o r g a n o senziente rispetto all'oggetto
esterno (").
D ' a l t r a p a r t e egli d o v e v a conoscere f ' a n a t o m i a dell'occhio, poiché
dalla t e s t i m o n i a n z a di Calcitilo (™) s a p p i a m o c h e lo seziono, individuan-
do le q u a t t r o m e m b r a n e che lo costituiscono (sclerotica, coroidea, rèti-
na e ialoidea). Di queste m e m b r a n e p a r l a n o a n c h e d u e scritti del Cor-
pus. Loc. Hom.. 2 ( V I , 280) che n e conosce tre e C a m . , 17 ( V i l i , 606):
.-ϊίίλλά οέ icciji' ènei το οέοματα ngb roS όηίί•γϊης /Ί—^.v•-. .V...-.,ίν .••-:•. Ι -..'.
; 1
^ ' i v 1,' τ. : γ '! ••' "- Sitirpav ì .ìv:ri'-r: γιί n•",: -*:<ì -'t λπ|ΐπρ•ι xrlvrif :t.vT•;--

Dall'es
g i u n g e all'affermazione che costituisce la piti g r a n d e scoperta afemeo-
nica, cioè c h e tutti i sensi sono collegati al cervello e perciò se q u e s t o
subisce delle alterazioni, a n c h ' e s s i v e n g o n o Iesi: άχάαος Sé i n ; οΙοΚήοεις
πυνηρΧΓίσ*αί ι ω ; jipòc τάν Sγxϊ<poλ<Ί".••fi;r.>:.L'. rLVLir.r-.'.vu xivouaéirrrtF και μετσλ-
Μ π ο ν ι ο ; ιήν χώοιιτ • i:...'.ii,l•!»• -.•• -.ι'.ρ -...ν- .-,.',.οι-,-, SL'IÌV ai οΙοθήπΕί;.
Dall'osservazione dell'attività dei singoli sensi, A l c m e o n e giunge ad
u n a affermazione generale di acutezza eccezionale, sìa p e r c h é egli è il

p o n g o n o il c u o r e c o m e centro delle sensazioni, c o m e già facevano gli


Egiziani C ) .

Τ IH
-.M.-.••p
Cosi Filolao dice che il cuore e principio dell'anima e della perce-
sione e Io stesso fanno Empedocle e addirittura Aristotele (").
Seguaci della teoria alcmeonica sono invece Diogene di Apollonia,
Anassagora. Democrito, l'autore di Marò. sact. e Platone e la sua cer-
chia. U n interessante raffronto e fatto da alcuni studiosi (") con Euri-
fonie di C n i d o : poiché egli ritiene che la malattia sia causata dai resì-
dui trasportati nelle zone della testa, è possibile pensare che egli consi-
derasse questa parte, d o v e appunto si trova i! cervello, c o m e quella da
cui dipende tutto il corpo.
Tornando quindi ad Alcmeone. c e r c h i a m o ιίί precisare il significa
to delle sue parole: tutti i sensi sono in qualche m o d o collegati al cer­
vello, p e r n i essi v e n g o n o tesi q u a n d o questo ?! muove e cambia '>osi-
zione, poiché tale τη < ivi m e n t o ostruisce i . p o r i • attraverso cui giun­
g o n o le sensazioni. C o m e erano considerati questi - p o r i . ? A giudica­
re dal già citato passo Ίί Γ ; - . 1 . - ! γ Γ ι . HI1, nervo ot'ico. v e n i v a n o visi! c o m e
canali in cui scorre uno • spiritili n a t u r a l i * ., e poiché rappreseti! a oo Γιιτιι-
eo mezzo di c o m u n i c a z i o n e fra i s e n i o r i e il cervello, dobbiamo pensare
che indicassero i nervi sensoriali. R i m a n e peraltro in questa testimo­
nianza un punto da chiarire, cioè il significato del verbo - fjulanfMwiv •.
Nella t r a d u z i o n e • ostruire „ fio seguito la spiegazione data dal Di
Benedetto |") : secondo Alcmeone ai « p o r i , corrispondevano altrettan-
ti forellini sulla superficie del cervello quindi ogni s p o s t a m e n t o , per
q u a n t o piccolo, poteva p r o v o c a r e una sfasatura fra i due sistemi di fo-
ri e ostruire cosi un gran numera di . pori •. L i Timpanaro-Cardini (")
traduce invece «riceverei., notando che per dire - o s t r u i r e . Teofrasto
usa altri verbi, m a il senso di ostruire spiega meglio come si realizzi
l'interrompersi delle sensazioni.
Attraverso quali mezzi Alcmeone era giunto ad elaborare tali teo-
rie? L'impressione che si ricava dalla lettura di questa testimonianza f
che il collegamento dei sensori con il cervello non è affermato dogma-

C7! Filolao: DK i ; ti j . : Empedocle T>K 3.1 H in: nuche A S4 dove Censn-


-IIIII d i n ':':>* -n.Jn.Ic Empedocle il cuore contieni- maj'nmnniente In vitn dell'uomo
e A 86 dove Teufmstn riporta l'opinione che In sede della conoscenza sin il enngue.
[imamente, ma c'è il tono di chi riferisce in'esperienza diretta, e pro-
prio a questo proposito si pone il problema di stabilire quali potessero
essere i campi di osservazione del medico di Crotone. Con certezza pos-
siamo dire che si serviva degli animali per i suoi studi anatomici (ab-
biamo visto per es. la testimonia m< a di Aristotele filila respirazione del-
le capre), pero sezionare animali morti ο c a d a v e r i , non porterebbe eer­
to a notare l'interrompersi della sensazione per una alterazione del cer­
vello, perciò si è pensato alla vivisezione dì animali ("). Nelle testimo-
nianze su AIcmcone non si accenna a niente di simile e questo sarebbe
abbastanza strano, pen'he" l;i cosa unii doveva essere di ordinaria am-
ministrazione; nel trattato sul cuore, Cord., ι (TX, fio] parlando di un
esperimento di vivisezione su un maiale, l'autore ne sottolinea le diffi­
coltà e dire che non tutti riescono in questa operazione.
La soluzione più semplice è quella proposta dalla T i m p a n a r o - C a r -
dini ( " ) : Alcmeone poteva basarsi principalmente sull'osservazione dei
feriti, in particolar modo dei feriti di guerra, poichf i colpi di arma da
taglio sono simili ad incisioni. A sostegno dì questa ipotesi, giustamen-
te viene fatto il confronto con i'uso aristotelico di citare a conferma di
alcune teorie esempi tratti dall'osservazione dei feriti (ad es S ì H S . . I I .
4 j 8 b'I. Il filosofo si serve di questi panierini come di qualcosa di uso co-
m u n e e elle si può s - p p o r r e valido anche per Alcmeone. Anzi mi p a r e
che l'osserva v. LOTI e sui feriti possa essere il p u n t o di partenza logico che
conduce a verificare un'idea, magari proprio per mezzo dell'esperimen-
to di vivisezione animale, ρ crebbe ir
dico, parlare dei sensi dell'iloti •basandosi u n i c a m e n t e sull'analogia con
r sortoli enfasi la differenza fra
questi e l'uomo CI. Alcmeone dissc/ionò d a v v e r o cadaveri di uomini?
ί I ; ' ! J risposta ci s o n o opinioni molto conti a s t a n t i : lo [Iridel ("1 accetta
genericamente la dissezione animale, il Wellmann accetta la vivisezio­
ne fondandosi sa alcune testimonia nze relative al Croloriiiile Η ; fon
lui concorda lo Hdclstein ΓΊ. che in linea g e n e r a l e esclude la dissezione
dei c a d a v e r i prima degli Alessandrini, sostenendo che per la medicina
s r e r a l ' a n a t o m i a u m a n a non era un p r e s u p p o s t o necessario per il trat­
t a m e n t o delle m a l a t t i e . A conferma di ciò rileva c o m e nei t r a t t a t i del
Corpus di solilo i paragoni stino falli su animali (eie. Morii, sur e, n
(VI, ;(82} e. Coni., ι (IX. Sol) e come lo stesso Λ risi oli-li•, parlando de­
gli organi interni usi analogie con gli animali.
La Stella, la Timpanaro-Cardini, il Vegetti e lo Ebner sono invece
inclini ad accettare come possibili• la dissezione su cai Inveri umani ("V
La testimonianza ριίικίιιιιΐϋ siili 'argomento è quella di Calcidio (in
Tim. p. 279 Wrob); egli dopo aver esposto la teoria platonica della vi-
sione, dice che i moderaifilosofihanno disperso le grandi teorie degli
antichi „ in mutilila opiniuinulas .. ]«TCìò per capire la dottrina platoni-
ca bisogna rifarsi proprio agli antichi: « commentum vefus advocetur
medicorum, et item physicorum ... qui ad comprehcndendam sanse na-
turae sollertiam, artus humanì corporis, facta membrorum cxsectione,
rimati sunt.... & .Poi iniiia la parte sull'occhio: < Demonstranda ... odi-
li natura est, de qua cum plerique alii tum Alcmaeo Crotoniensis in
nhysicis exercitatus quiquc prjmus osseci ionem adgrcdi est ausus, et Cal-
listhenes, Aristotelis auditor, et Herophilus multa et praeclara in lucerli
protulerant: ...segue la descrizione dei percorso dei nervi ottici, « angustae
semitae., e si riprende «porro quod ex una sede progrediantur ltlcife-
liie semita e. docet quìdem sectio principaliter, ... > si descrivono le mem-
brane dell'occhio e di nuovo si riaccenna alla dissezione: . Fluere por-
rc visura per oculos oonsentiunl bini pliysiri quam etiam medici, qui,

Il commentatore di Platone attribuisce a ire scienziati in particola-


re le ricerche sulla struttura degli occhi, Alcmeone, Callistene ed
Erofilo.
Ora se è naturale che i maggiori contributi siano stati dati da Ero-
filo, dei tre è l'unico di cui si possa affermare con sicurezza che prati-
casse la dissezione, Alcmeone perà doveva essere sulla giusta strada
nell'individuazione del nervo ottico, altrimenti il suo nome sarebbe sta-
to iacinto ο contrapposto agli altri due. Dal nome usato per indicare il
nervo (πώρος) si potrebbe sospettare che il Crotoniate avesse confuso con
dei vasi sanguigni qualsiasi, ma siricordiche ancora Erofilo nel III
a.C, usa questo termine, efinoa Galeno il termine « iti•ρπ • conserva
il vecchio significato omerico di .tendini». Del resto anche Aristotele
[HA 533 a) mostra di connettere i due significati di nervo e meato sen­
sitivo, poiché parlando dell'organo della vista delle talpe, che è atro-
fizzato, dice che dall'encefalo partono δύο πόροι νίνριήΟΕίς τιαΐ (οχνβοΐ.
che correndo in vicinanza delle sedi degli occhi,finisconoai denti spor­
genti superiori. I due aggettivi • robusti e nervosi „ mostrano un chia-
™t»«™ ° ' ' • '
Si può quindi concludere con una certa sicurezza che Alcmeone
aveva individuato il nervo ottico attraverso esperienze di dissezione; su
quali corpi a v e v a operato? Come già si è visto i pareri sono discordi,
ma tenendo presente il fatto che il medico non è legato direttamente al-
la . s c u o l a . si elimina l'obiezione secondo r.ui egli non polevo ulili/.-
zare cadaveri umani, perché i Pitagorici ne aborrivano il contatto, e si
deve dare valore alla testimonianza di Calcidio che parla esplicitamen-
te di corpo u m a n o . artus h u m a u i rorporis, f;irt:i η ir rubro rum exser-
lionc. rimali sunl » e poi « exsectis capitis m e m b r i * ». I.'unica riserva
che si può fare è che non sappiamo quanto sistematicamente Alcmeone
praticasse i suoi esperimenti, perché notazioni cosi precise come quelle
sul nervo ottico ο il cervello, non si ritrovano a proposito di altri or­
gani interni, come per es. il cuore ο il fegato.
Un'altra scoperta a cui il nostro medico poteva essere giunto at­
traverso la dissezione è quella che traspare dalla sua teoria sul sonno
e la morte (") : il sonno è prodotto dal ritirarsi del sangue nelle vene
sanguigne .(Ις t i c υίμόροον; iplipnc . , il risveglio dal suo ridiffondersi, la
morte dal suo ritiro definitivo ι Α ν α χ ώ ^ ι η ς . . La Stella (") dice che die­
tro questo accostamento della morte e del sonno ci può essere l'imma-
gine mitologica che li r a p p r e s e n t a come fratelli, m;i a mio avviso que-
sto stesso munsi:imenici deriva dulia somiglianza esterna dei due stati,
che specialmente nell'uomo è molto evidente. Il punto essenziale della
questione sono però le vene sanguigne, termine che denuncia la difie-

arterie che nella sezioni: cadaverici! si ρ restii! a η ο v i n c e |*ί.


La genialità di Alcmeone consiste in questo caso nell'aver capito
che anche nelle arlcric ciriola il s a n g u e e non l'aria r o m e c r e d e v a n o
moltissimi medici, fra cui addirittura Galeno. Il presen'arsi delle arte-
rie vuole di sangue dopo la morte e r.n latti! c o m u n e all'uomo e all'ani-
male, d'altra parte le osservazioni sul sonno ed il risveglio sembrano
più facili a filisi sull'ini:!!!): si veda ad es. Mt;rh. sacr., 15 d o v e si par-
la diffusamente dei disturbi provocati dalla bile al cervello e si osser-
vano le reazioni del paziente nel sonno durante un attacco; tulti i di-
sturbi cessano col risveglio anche qui spiegalo comi il ridiffor.dersi del
sangue in tutta le v e n e . Il punto di partenza
no r-psere di n u o v o i feriii iil s a n s u e in tutte 't- v c n r l . l'altro firmine
di confronto lo studio dei cadaveri, la spiegazione del sonno una de-
duzione, che poi ebbe molto seguito tanto che anche Aristotele ',") l'ac-
cetta in pieno.
Questa è la spiegazione scientifica della morte, d a t a su elementi fi-
sici, m a fra i frammenti c'è uno che ne dà una filosofica ο che almeno
late viene giudicala dai più, poiché a n c h e in q u e s t o rapo le interpre-
tazioni s o n o molto varie. T! frammento R 2 riportato da Aristotele,
{Probi. 17, 3.i)l6a 33}, ri dire che - e r n n d n A i i m e o n e eli nomini muoio-
no, perche non possono congiungere il principio con la fine. Quale si-
LTiifn-alri pi p u ò dure :, nne-,lr ]Wrri'i° l.a v e l i a ("Ί vi vede u n ' a s t r a ­
zione simbolica ili c a r u ' t e r e m a t e m a t i c o , cor.ccpi'a p r o b a b i l m e n t e per
influenza :lel p i t a g o r i s m o r ì eretta l'opinione dell'Olivieri, che pilpoo
ne che il Crotoniate abbia in mente la ron frappo ρ i? inni Fra i: circoli!
[il cammino degli astri) e la linea retta (il cammino del mortale!. Egli
appoggia la -uà interpretazione al passe, aristotelico di P i v s . V i l i , 8,
zfub. d o v e il moto circolare è contrapposto al moto rettilineo, m a bi-
sogna ricordare che olire la reità vengono considerati esempi del mo-
to non perfetto, anche il semicerchio e le altre curve in cui non sia
possibile il m o v i m e n t o circolare completo. Ciò p u ò dar forse ragione
a] Rostagnì ("), che verte dìelro i'nlTrrmazione del medico l'idea che
la vita u m a n a poppa r a p p r e s i l i iirpi c/m aii arco di r c r d i i n che ha prin-
cipio, acme e fine.
Forse, all'opinione che senza un congiungimento della fine col prin-
cipio non ri può essere continuità di vita, egli era indotto dalla vicen-
da ciclica delle stagioni e dal r i d o della vegetazione •• un lenrativo di
costruzione circolare anche nella specie u m a n a , traspare dalla sua teo-
ria rhe postula il formarsi dell'organismo a cominciare dal cervello e
fa provenire dal cervello lo sperma che dà inizio a un n u o v o ciclo vi-
tale Π •
Che Π frammento voglia alludere .1 ; idi p r o p r i a m e n t e fisici è mi e
ce opinione del M u g l e r f 1 ) , che fondandosi sulla descrizione dei cicli del-
la respirazione e della c i r c o l a t o n e del s a n g u e esposti nel Timeo, opera
che risente dal punto di vista medico di influssi delle scuole dell'Italia
ιη:ιΜΌι•..ι!,\ :'τ::...: ; . l'ipcrtp: •l-.r > p . i : ~ > di Alcmeone vogliano in­
dicare Γ interrompe rsi ili u n o dei cicli fisici, che nell'uomo a differenza
si manlienc inii il perfetto equilibrio.
L O p i n i o n e è accettabile, perché dalla •• . I ' - M : ì . . : ?.. • .. i o n n n . si
vede che il nostro medico i m m a g i n a v a d u e fasi nella circolazione del
s a n g u e α " φ η η σι; ρ ίιά/νιιι;. Inoltre è forse pili illusili p e n s a r e elle nel
f r a m m e n t o si accenni a dei cicli fisici, p e r c h é c o m e già a b b i a m o visto
egli considera l ' a n i m a i m m o r t a l e .

> dire il merito dell'indagine di Alc-


itro delle sen-
sazioni, e di a v e r p o s t o i . p o r i » r o m e mezzo di c o m u n i c a z i o n e fra cer-
vello e organi sensoriali: qllesla afferma/ione era falbi p r o b a b i l m e n t e
su b a s e a n a l o g i c a , d a l confronto col n e r v o ottico, che oliasi c e r t a m e n -
te era stato da lui i n d i v i d u a t o a t t r a v e r s o la dissezione. Centro della
sua i n d a g i n e è in particolare l ' o r g a n i s m o u m a n o , che e. il solo fra i vi-
venti d i * possiede lo iimÉvm, la facoltà intellettiva. G i u s t a m e n t e Π
G i i t h r i e H , n o t a nella scelta di q u e s t o t e r m i n e l'influsso d e l l ' a n t i c o si­
gnificato p r i m a r i o * mettere i n s i e m e » , cine fare una sintesi delle sensa­
zioni. C o m e si r e a l i / m questa s i n l e s i 1 TI W e l l m a n n ritiene che questa
funzione sia svolta d a l l ' a n i m a , che p e r p r i m o Alcmeotie p o r r e b b e nel
cervello, d o v e essa accoglie gli stimoli del m o n d o esterno ed esercita
la sua influenza sul cor;>o: essa s a r e b b e un i W r W f i i n «l'tti-jo;, r o m e pen­
s a v a n o Ϊ neopitagorici. ( D I , . V i l i . >?) ciò spiegherebbe a n c h e la stia
immortalità p e r la sua somiglianza con gli astri.
Ir: realtà dalle :•--.' r .. ι : i ι : :-• :ion si ricava la n r r s r n / a d c l l ' a n i m r
nel i f ' v e l l o . poictu' anrtu* se Aetio ci dice clic Π nel cervello f'f>
rii ivFBnvini», il principio direttivo, questo non e certo l ' a n i m a , per­
che, la frase successivi! ha un valore limitativo ..con onesto infatti noi
sentiamo gli o d o r i , in q u a n t o li attira m e d i a n t e l ' i n s p i r a z i o n e ». Fin prn-
M b i l m c n t e f- il cervello stesso il coordinatore delle sensazioni, poiché
l'autore di Sforb. sacr., c h e m o s t r a di a v e r subito influssi notevoli da
Aicmcone, dice al c a p . 14 che l ' u o m o j a g i o n a (tpgovi!) n n c h é il suo cer-
vello sta fri tuo ίΐΓρπμήιινΙ e a n c o r a al r a p . 17 definisce il cervello , in-

1.'altra testimonia o/.a d i e p o r t a tracce di queste afferma/ioni è ','•


passo del Fedone (qoali'i. d o v e Socrate, r i c o r d a n d o v a r i e d o t t r i n e a cui
si era interessato nella sua giovinezza, parla di quella che collega al
cervello le varie- sensazioni i n d i l o , vista e olfatlol e dice che ila. que-
ste d e r i v a n o m e m o r i a e opinione Ιμ^ήμη ™1 Sita) e q u a n d o l'opinione
abbia presa stabilità dalla memoria, da tale processo ha origine la co-
noscenza ("). Questo processo è esposto in maniera ancora pili ri-
gorosa da Aristotele {Ano!, posi, ioo, a e): dalia sensazione si genera
la memoria, dalla memoria l'esperienza, e dall'esperienza, cioè da
tutto ciò che prende nello spirito valore universale e definitivo (i* μέν
οΰν αϊσθήσΒίι»^ yiveccu iivii|ivi ..• £x U. μνΐμπι; κολλύ*ΐί tufi aùiofl γινινμίντκ
Γ.ι ι ri, ιΊ- . . . ι\ι V ." [.,: ι,,'..-, η •'-.• :r.LV ili; Γ::•|.νπιιγ<:-. vi" y.iflnj.n• •:••• - ι| l'ffl.
derivano il sapere pratico e teorii.o. Dallo Ϊ ι ' ϊ Ι ε . ™ ; ;i]cmeonico. onni­
comprensivo dì tutto il processo, si passa ad esposizioni sempre più
analitiche. Sul problema di quanto queste affermazioni derivino diret-
tamente da Alcmeone abbiamo due diversi tipi di risposte: uno nega-
tivo, l'altro forse troppo afferma rivo. Il Lama ("'! sostiene infatti che
i passi di Platone e Aristotele non risentono di teorie alcmeoniche, ben-
sì anassagoree; questo non vuol dire molto, perché Anassagora stesso
subì l'influsso del Crotoniate. Dall'altra parte la Stella ("), attraverso
le testimonianze dei due filosofi, giunge a dire che Alcmeone fu l'ini-
ziatore della psicologi ι sperimentale in [lue sensi. Uno è molto eviden-
le, cioè quello che porta alla differenziazione fra sensazione e pensie-
ro, l'altro è più opinabile, perché la studiosa, notando che in tutti i
Presocratici dopo Alcmeone è vivo il problema del valore della cono-
scenza ottenuta attraverso i sensi (cir. Parmenide DK 28 Β j), pensa
che già nei Crotoniate, per il fatto che egli rileva che le sensazioni e
la memoria derivano dai sensi, si ponga in dubbio il valore delia co-
noscenza. Peraltro quando nei frammento β 1 il medico ci parla del­
la possibilità di conoscenza dell'uomo non affronta affatto il problema
della validità della conoscenza in sé, ma fa un paragone fra l'imme-
diatezza che è propria degli dei e le difficoltà che deve affrontare l'uo-
mo: la conoscenza dell'uomo resta perii ugualmente valida.
Un altro campo in cui Alcmeone appare come un precursore ge-
niale e nella cui scelta può essere stato influenzato dall'ambiente pita-
gorico è quello dell'embriologia e della genetica in generale.
Aetio (") ci attesta che secondo Alcmeone lo sperma è parte del
cervello, affermazione che sembra contrastare con quella dì Censo:
; β ο γ ο ν £ 105

no Ι*), che dopo aver parlalo della louna di Ippone, secondo cui il
seme È contenuto nel midollo, dice . sed natio opinionem nonnulli re-
fellunt, ut Anaxagoras, Democritus et Alcmaeo Crotoniates • ; questi
osservano infatti che dopo la monta i maschi sono impoveriti non solo
di midollo, trjy anche di grasso e multa carne. Li due iostimonian/t
sembrano a prima vista in aperto contrasto e il tcmaiivo di conciliarle
ha portato ad interpretazioni errate sulla teoria genetica seguita dal no-
stro modico. Alcuni studiosi infatti, come il Wellmann ("), mettono in-
sieme i due passi e ne deducono che egli seguisse la teoria pangene-
tica del seme, poiché questo deriverebbe dal corvello, dal midollo, dal-
la carne,.,
Causa di questo travisamento, come dimostra E. Lesky (™), è l'ine-
sattezza della notìzia di Censorino. Egli infatti contrappone Alcmeone
ad Ippone perché fa derivare li scino dui cervulo e non dui midollo,
ma Γ accostamento ad Anassagora ο Demotrito 0 ed tutto incidentale,
come si vede dalla presenza dell', et., che fa capire come il nome di
Alcmeone sia solo un'aggiunta di cui poi non si tiene conto nella dimo­
strazione successiva i™)• Inoltre bisogni* ricorda π .,-.. he la cronologia
di quesli Presocratici, in quanto Alcmeone è anteriore ad Ippone ed
è illogico dire che egli si opponeva a quest'ultimo; l'opposi/ione è va-
lida solo per Anassagora e Democrito, seguaci della teoria pangeneti-
ca, e perciò in contrasto con Ippone. che segue la più antica teoria
Γϋ•-ο:.ι'.υ iiiiolugcna.
il detoniate è il primo clip si pone il problema ddlj derivazioni;
del seme e la sua risposta denuncia l'arcaicità del tempo in cui vive,
perché anche se è vero, che dire che il seme sia una parte de] cervel-
lo, ben si accorda con l'idea che il cervello sia il centro delle sensa-
zioni, in realtà, secondo la Lesky {"-), «gli oun giunge all'affermazio-
ne per via sperimentale, ma si ricollega ad idee speculative molto an-
tiche che si ritrovano nella cultura indo-iranica. Probabilmeote questi
influssi orientali sono arrivati alla medicina crotoniate attraverso gli
Criidi, che mostrano vari collegamenti con la cultura medica orientale.
Secondo la dottrina persiana nel microcosmo uomo si trova la triade
midollo-cervello-seme; in Alcmeone ed Ippone viene privilegialo uno
solo degli elementi di quest'antica teoria.
Tornando alla notizia di Censorino vediamo che essaripone un altro

j 49-55. dove questa passo è


(«) Cfr. LISKV, Die Zen
p r o b ifilli:ι « ulruiimi: ex pallili laminili ι nulo scmiut: p a r i u s iia-.t:atur », co­
me s o s t e n g o n o Diogeni-, Ippone e gli sinici, « a i . e d a m ex matris ' co­
me parve ad Anassagora, Alcraeonc, Empedocle ed Epicuro. Il nostro
medico e quindi fra quelli che iilene,on<i chi- t ^ i a i n d i e i.n sfinii: lein-
minilc, idea anche questa di derivazione orientale, iildiana in partico­
lare; essa, seppure CUTI il >j li in ;: da Aristotele arriva tino a Gaieno e si
trasmette alla cultura medioevale.
l'or d o che i l j j u a i d a i. sesso, Alciriconc 1 illuni: ì-ìIì: esso d i p e n d a
d:d g e n i l u i c i:hi: Ιι,ι « n e s s o m a g g i o : qua ni iti di s p e r m a C"j. a r g o m e n ­
tazione lite viene u s a ' a aticln- da A n a s s a g o r a , i n a p e r la somiglianza
del viso ("*). Invece sia Anassagora che Empedocle ("*| spiegano la di­
versità dei sessi c o n ut: m u l i n i clu: piiiri:iiirtii! definire di tipo tradizio-
nale, cioè dal seme p r o l u s o da) la:o castro ;la destra è privilegiata.) na-
scono i m a s c h i , d a . sinistro i n v e t e .u luminine, sebbene Empedocle am-
metta poi un'ultctiore d i l u i z i o n i ; ir. b i s c al caido e al freddo.
Si noti c o m e , sia in A In m o n i ; d i e negli aliri nlu-nii, l'i'reilitarietà
del sesso sia fondata su un meccanismo di opposizione, che la Lesky ("*)
chiama « Epikrateia-Mechanismus », tipico del pensiero greco.
11 predominili p u ò derivale dalla qca]]'.:ti iniaKjiior quantità di
-penna determina li « U H I ; n u a udii: dalla qualità (si veda il fram-
mento che spiega i motivi dulia sterililà dei nini:; .•'•'•';.
Un altro problema di embriologia su cui ci -uno due t e s t i m o n i a r
ze discordi e quello che riguarda quale parte abbia la priorità nella
formazione del b a m b i n o : (.ieiisuiiuo :": n dit.fi d i e Alcmeonc pensava
- : 1 •. ciò otiti :: potesse llabilir -.. i n zza, \ e h o ( J invece riporla
lal•.-..:•-•.LII. Li :esta ria .niella che ^1 forma |- : p r i m a . Come si pos-
sono conciliare le due affermazioni ? Probabiime 11 te la prima è un'af-
fermazione metodica generale, che può richiamare l'atteggiamento di
Alcntunie nei Clinlrooti de. t a t t o ; la serotida pini e=seje 11 uo'ipolesi le-
gata all'idea che il cervello sia il centro delle sensazioni, e perciò l'uo-
m o ne ha bisogno fin dal suo primo manifestarsi, oppure, come sup-
pone lo E h n e r C ) , pilo d e r i v a r e daii o s s e r v a i ione ci: prodotti abortivi
' e presentano appunto uno sviluppo molto forte del-

piiitilfiiii: risalivo all'embriologia, ili cui non c'È 1.


nedico crotoniate, e quello riguardante il

s
ο perché il feto possa svilupparsi normalmente per venire
alla luce. Di questo si occupano Diogene, Empedocle ed Ippone e si
può notare nelle opinioni dei primi due ('"), che il maschio appare più
forte, in quanto i m p i l a m e n u tcmpu p e i giungere a compimento, men-
tre Ippone si preoccupa della dala del p a r l o iu generale (a sette mesi
U feto è già completo) ed elabora una serie di dipendenze dal numero
sette, che appare regolare tutta la vita umana, concordando con Alc-
meone sulla data della pubertà {'"). Gli sludi embriologici portano il no-
stro medico a chiederei anche come il feto si nutra nel ventre mater-
n o ; su questo problema a b b i a m o due testimonianze. La p r i m a è di
Aetio ( l l ! ), che ci dice che l'embrione si nutre con tutto il corpo (βΥύλιιυ
ιοί οώμαιο;) e assorbe le parti nutritive del cibo come una spugna;
•".ν.!'..;μΓια-,-- .. -•'',' .li:.";' :0.:.•-:• : : I ι > γ • • I-ì vii •Olii :ii = i|li"t,^ ΰ^ι-•Λ;ικ.ί.
La seconda è di R u i o di Efeso, d i e polemicamente riporta un'opi-
nione di Alcmeone come non vera, quella secondo cui nell'utero il feto

È appunto sull'ultima parola che sorge il problema testuale, poi-


ché seguendo la legione < σ η ψ π ι ι » viene mori un'incongruenza rispet­
to al testo di Aetio, per cui la Timpanaro-Cardini accoglie la lezione
• βώματι. dell'Olivieri. In realtà il testo dà senso cosi come e, perché
l'idea che il feto nel venire m a t e r n a possiL mangiari; a l i r a v e r s o la boc-
ca, si ritrova anche in I p p o n e ("'), che i m m a g i n a che nel ventre ci sia
qualcosa dì sporgente, che il bimbo può atterrare con la bocca, traen-
d o n e l ' a l i m e n t o come dai seno maiciiio. Anche Alcmeone peritò po-
leva aver impresso un'idea -irnilf s w v e i i i k s i di un ;>n;i:,diìii(:nlo ana-
logico, anzi secondo lo I bnei ; . i n o r a una volta egli aveva avuto
un'intuizione geniale, poiché davvero il feto beve con la bocca il li-

I riflessi degli studi del Crolouuiii- su questi argomenti si ritrovano


oltre che nei Presocratici eomc ;i visto anche in a l c u n e opere del
Corpus come (Jeitii. e A:nf. pm-r., che oltre ai tii'.cri generali ricalcane
anche degli esempi precisi, come quelli relativi ai vegetali e all'uovo
di gallina ('*).
Non rimane ora da e s a m i n a r e d i e ili;» soln (lei Irammenii di Alc-
m e o n e (B 4) e senza dubbio il più nolo, perché riferisce le sue idee gè-
nerali sul concetto di malattia, ossia la teoria degli opposti applicata

•A. tffl μ ν ί , ι ι ί α ς tlvui a v n x n s j | v

ii|v ι^ϋνι.μίαν i..':v hi'v.f ι.^ν, ι-ν^ι,.ν, ^ηρ,ιϋ, ψυχ^Οΰ, ΰίρμον,


I\IV-QU'\ v-i'^-K": *i[i ullv Λ..ι::•.'•.•-.. ιήι ι• ' iv αύτϋΐς |iuVijgjj[ic-v
νόοον Λοιηιικήν ipitoponoitrt γύρ Éamépov μοναρχών

• Ciò che mantiene la salute, è l'equilibrio delle qualità, umido,


secco, freddo, caldo, dolce, amaro e cosi v i a ; invece il predominio di
una di esse genera la malattia., poiché è esiziale il predominio di uno
dei d u e opposti •.
Si noti come nessuno degli opposti t h e compaiono in questo fram-
mento si ritrovi nella lista pitagorica: giustamente il L l o y d f " ) , affer-
ma che questo avviene perché caldo, freddo, secco, umido (di cui egli
si occupa tri p a r t i c o l a r e ) , non h a n n o valori [insilivi ο negativi a priori,
ma cambiano a secando del contesto e si p o s s o n o d i v e r s a m e n t e a c c o p ­
p i a r e . Li ritroviamo perciò in teorie cosmologiche ( A n a s s i m a n d r o ) , e in
teorie mediche (Alcmeone, Empedocle, Aristotele), d i e sottolineano il
loro equilibrio e la continua interazione, anche se questo non esclude
che ognuna delle coppie sia divisa in un polo positivo e uno negativo
È noto come per esprimere il concetto dell' equilibrio, siano usati
termini come ili m i n ; i: in particolari: ίουνυμιπ derivali dalla sfera poli­
tica, anche se per esprimere lo stesso concetto c'era anche una parola
tipicamente pitagorica: ύμμονία. Probabilmente Alcmeone poteva in que­
sta scelta essere ispirato dalla situazione politica crotoniate. d o v e ari­
stocratici e d e m o c r a t i c i -: ^'.'r"'.:i'.l'. , 'aii'j :i μ:.::: π.- υ l ' u s o c h e egli fa dei
termini potrebbe essere una spia dei suoi sentimenti democratici,
Questo concetto iniziale dell'equilibrio che si identifica con la sa­
lute è ripreso alla fine del passo d o v e si dice che la salute è αύμμετρο»
iti» ποιών xpioiv cioè la mescolanza proporzionata delle qualità,
11 concetto alcmeonico di isonomia c o m e αΐ'μμηφο; κιιαπι; ebbe un
seguito grandissimo, forse perché corrispondente ai principi di ordine
e di equilibrio che si ritrovano un po' in tutto il pensiero greco ed è
probabile che già Alcmeone non limitasse a! corpo umano l'applica-
ad altri campi ("*) e ovviamente negli scritti medici.
In questi ultimi esso ha un valore chimico-biologico già avvertito
dal nostro medico, ma ignorato per es. da Empedocle ("*]. che quan-
do afferma che tulli i turpi derivami da! quattro elementi, li considera
mescolati fra loro, come sono mescolati dopo essere stati tritati e ridotti
in polvere, ruggine, allume di rocca, vetriolo. . cioè si tratta di una
mescolanza meccanica. La mescolanza nel nostro frammento è attuata
dalle qualità indicati; prima (οπίί òWIìUEL; e poi con il termine ari-
stotelico Iri nulli.
Come si possono definire le qualità? Una definizione giusta mi pa-
re quella data dal Kudlien ('*) : parie elementare costituente di un or-
U.LV.-II:;; (inleso in senso molto lato).

il numero di queste qualità, mentre dopo di lui esse saranno irrigidiie


nello schema dei quatiro elementi della scuola siciliana, oppure in grup-
pi di determinali liquidi uiganiu iji'imi;, cioè nella dottrina umorale de-
gli scritti ippocratici yiicsi uuiuri costituenti essenziali della struttura
umana, variano di numero a seconda delle tendenze dell'autore del
trattato; cosi sono due (bile e flegma) in Morb. I e Afì. quattro (bile
gialla, bile nera, sangue e flegma) in Hai. kornr. in VM invece non ci
sono schematizzazioni, ma si tieni maio sopratl ::to degli efletti sul sin-
golo individuo. Entrambi i tipi di soluzione che abbiamo visto deriva-
no quindi dalla teoria alcmconica, a cui va il merito, come dice il Ve-
eetii'-'i, di aver gettalo il scine, purtroppo non raccolto, di una em-
brionale chimicafisiologica,consapevole della molteplicità degli elemen-
ti e dei composti (come ribadirà anche Anassagora) e attenta alla loro
sempre variabile funzionalità nelle sintesi org che.
Il frammento continua spiegando come la malattia sopravvenga
[ο«μπί)Π£ΐν) quanto alla causa, per eccesso di caldo ο di freddo, quan­
to all'occasione, per sovra bbo η danza ο scaise/./a ui cibu, quanto alla
sede, ne: midollo, nel sa^nuo ο nel cervuli". Λ tali malattie se ne ag-
giunono poi altre derivanti da cause esterne, quali certe acque, la re­
gione, gli sforzi, violenze ο altre cause simili. Questa distinzione delle
cause è di impostazione aristotelica, ma più semplicemente possiamo
raggrupparle in due filoni; uno delle cause legate a influssi dell'am-
biente, l'altro di quelle legate a eccesso ο difetto di

•ι '
Egli dice ci
-lì. Ir- 11,1
i ^ i ('ir. P. K, „
Entrambi hanno un riflesso nel Corpus Hippatratkam ; il rappor­
to microcosmo-macrocosmo e l'importanza degli influssi ambientali sono
presi in considerazione ad es. in Epid. [-11] (in ρ irticolare Epid. I. io),
Epid. II, IV, VI (in particolare IV, 46) e sono assunti a principi gene­
rali da Air. Per l'eccesso ο il difilli» di libo πλήΐΜ; ο ivosi" considerati
come causa di malattia, si veda, tra gli scritti medici, Vìi. 9, io, ed
infine il Simposio (186 ed), dove Erissimaco definisce l'arte medica co-
me la conoscenza ili ciò ι he giova ai corpo contri! la .-ri-piiovi-; e la κίνωοι;.
Quindi si vede come Akrneone, pur essendo relativamente isolato co­
me scienziato dalle grandi correnti filosofiche, esercitò influssi inolio
vasti e profondi sulla scicraa mialica e. sulla i:iillur;i in generale

DANIELA FAUSTI

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