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giochi di ruolo
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GDR
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Nume

lo Speciale
Il mistero
Spunti per avventure,
consigli e giochi
completi per gettarsi
a capofitto nel mistero
più profondo.

l'altro gdr
i giochi di
ruolo dal vivo
Viaggio nel mondo dei
LARP, raccontato da chi li

fuori dalla
vive.

speciale play
cronache
modenesi
I MorgenGabe ci raccontano
stanza profonda
le loro impressioni sulla
fiera del gioco.
Intervista all’autore a Vanni Santoni

alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
 l'editoriale

il gioco di ruolo varca i suoi stessi confini

Ci stupiamo sempre quando sentiamo che l’attenzione sul gioco di ruolo varca i
confini degli appassionati. Eppure dovremmo iniziare a farci l’abitudine, perché il
nostro hobby ormai sta diventando un fenomeno di costume, che anche se praticato
ancora da una nicchia, è visto con interesse da più parti.

Qualche giorno fa Beth Singler, una ricercatrice del Faraday Institute for Science and
Religion, ha pubblicato un articolo in cui definisce i giochi di ruolo il vero metro
per testare quanto un’intelligenza artificiale possa realmente dirsi “intelligente”.
Nella tesi dell’antropologa - che ad onor di cronaca ha indicato in D&D il gioco di
ruolo adatto allo scopo - la capacità di rispondere a stimoli che richiedono l’utilizzo
della fantasia e di uno sviluppato senso critico è ciò che può aiutare a sviluppare
intelligenze artificiali sempre più “umane”, contrariamente a quanto può fare una
partita a scacchi, incanalata nelle sue sequenze rigide che non fanno altro che fornire
al computer un algoritmo in più.

Un’altra notizia interessante per il nostro hobby è l’intitolazione di una via a Giovanni
Ingellis nel comune di Acquaviva delle Fonti (Bari), paese originario del pioniere dei
giochi di ruolo in Italia. Ingellis fu il primo a tradurre - nel 1985 - la terza edizione
di Dungeons & Dragons per la Editrice Giochi (la famosa “scatola rossa”) con un
lavoro di traduzione che fu molto apprezzato dagli editori americani. Fondatore
di Stratelibri, Ingellis è e rimarrà uno dei capisaldi del gioco di ruolo in Italia e fa
piacere sapere che i suoi meriti siano riconosciuti anche a livello istituzionale.

Veniamo quindi a questo secondo numero di GDR Time. Un’uscita densa di

materiale e spunti, con ben due giochi gratis e uno speciale sul Mistero tutto da...
scoprire. Inoltre, i nostri MorgenGabe ci parlano della loro esperienza a Modena
Play, mentre Moreno Pedrinzani ha intervistato per noi Vanni Santoni, acclamato
autore di romanzi di successo tra cui l’ormai noto La Stanza Profonda.

Non mi resta che agurarvi una buona lettura.

Luigi Briganti
direttore

alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
 hi di ruolo
mazione sui gioc
magazine di infor

GDR time

la risorsa gratuita

6 L'altra faccia del gdr

giocare dal vivo
Il LARP visto da chi lo... vive

52 8 l'intervista
vanni santoni
Fuori dalla stanza profonda

15
il progetto speciale modena play
la nostra play
I MorgenGabe ci raccontano il Festival del Gioco

19 gli strumenti/1
appunti del demiurgo

25
Piccoli spunti di worldbuilding e demiurgia

alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
 29il mistero è
servito
Che siano enigmi o indizi da
trovare sull’orrore cosmico
che sta divorando le coscienze
e le menti di qualche cultista
pazzo, il mistero è una
fonte inesauribile di spunti
narrativi.

il gioco free

27 gli strumenti/2
costruttori di mondi
Creare e distruggere civiltà con Microscope

29 lo speciale
il mistero è servito
Una fonte inesauribile di spunti narrativi per ogni
una notte al ghibli
avventura
Nell pagine interne,

37 il progetto
playtestcon
Una proposta per aspiranti designer con un’idea in mente
un’avventura esclusiva per
i lettori di GDR Time per
il setting di Savage Worlds
“Imago Mortis”, di Mauro

48
ho un gioco in test Longo
sasso, carta, goblin
Un gioco di Clemente Musa e Giacomo Mancini per 3-6
giocatori

alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
 l'altra faccia del gdr
giocare dal vivo
Il LARP visto dall’occhio di chi lo... vive
L
ive Action Role Playing. O GRV, Gioco
di Ruolo dal Vivo. Un hobby che si sta
affermando nel panorama ludico, suscitando
curiosità, entusiasmo ed un pizzico di
scetticismo. A metà fra il teatro ed il gioco di ruolo da
tavolo, il LARP è il fulcro dell’immedesimazione in
prima persona, un palcoscenico variopinto di armi
finte ma attori reali. Ma in cosa consiste esattamente?
Questo ambiente di finzione ludica abbraccia
numerosi generi e realtà, dal medieval-fantasy al post
apocalittico, dal piratesco alla fantascienza. Ogni
LARP si articola in uno o più eventi, o “live”, dove i
partecipanti si riuniscono insieme per giocare in una
determinata location, che può essere una casa scout,
un maniero o una semplice saletta. Esistono eventi
massivi che raccolgono più di 2000 partecipanti e
molteplici realtà di gioco, così come eventi ristretti
a poche decine di persone selezionate. La realtà larp
italiana si fonda largamente sul no-profit, con eventi
ed associazioni gestite da appassionati del settore
senza fini di lucro, salvo alcune eccezioni.
Giocare dal vivo
Giocare in un evento LARP significa interpretare un
personaggio di finzione, proprio come nel teatro, e
6
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
scena di
combattimento
da Il Segno del Cervo,
live organizzato da
Elder Scroll Live
vestirne i panni sia in senso metaforico che fisico,
improvvisando nel parlato e nelle azioni la sua
personalità.
Benché il livello di dettaglio del costume e scenicità
del gioco sia oggigiorno spesso anche elevato, un
giocatore di un LARP, o larper, non può essere
considerato un vero e proprio cosplayer o attore,
poiché interpreta un personaggio del tutto originale
ma in modo spontaneo e continuo, senza il supporto
di alcun copione.
Ogni LARP è fornito di un regolamento, sia al fine di
tutelare la sicurezza dei partecipanti stessi e sia per
delineare alcune delle linee guida di gioco, come il
combattimento o la magia. Le armi utilizzate sono
in materiali morbidi e plastici, come il plastazote, il
foam ed il lattice, in modo da evitare danni reali in
un combattimento ravvicinato.
Il giocatore, inoltre, talvolta durante un evento viene
guidato, stimolato e supportato dallo Staff, che crea
gli input di gioco e le trame narrative. Scopo primario
di ogni partecipante è divertirsi, all’interno di un
ambiente principalmente cooperativo, interagendo
 con gli altri giocatori in un palcoscenico dinamico in I DATI
costante evoluzione. E’ forse il gioco di simulazione

N
el 2014 è stato realizzato un
che più si avvicina alla realtà concreta e più vissuta
censimento dei giocatori di ruolo
in prima persona dai partecipanti stessi.
dal vivo con una serie di domande
volte a dare una stima del numero
Una maschera per toglierle tutte di appassionati di questo hobby in tutto il
Giocare per divertirsi, giocare per imparare. Il mondo. Qui di seguito riportiamo i dati
LARP offre numerose opportunità di crescita e per relativi all’Italia. Lo studio completo lo
sperimentare un nuovo “ruolo”, venendo a contatto troverete all’indirizzo http://larpcensus.org
con molteplici persone, realtà e luoghi diversi.
Vestendo i panni di un personaggio fittizio, infatti, dati per l'italia su un totale di 710 intervistati
il giocatore è spesso in grado di superare barriere
ETÀ
sociali che prima, nella “vita reale”, gli erano preclusi. 33%
Dietro una maschera la timidezza si trasforma in 16%
24%
13%
scioltezza dialettica, l’insicurezza in determinazione 2% 2%

a “mettersi in gioco” e ad interagire attivamente con 15-19 20-24 24-29 30-34 35-39 45+

gli altri partecipanti. Superando così i propri limiti,

viene data l’occasione di sbagliare ed andare oltre i genere
propri schemi di realtà e conoscenze, aprendosi a 69%

nuovi orizzonti. Una sconfitta in battaglia può essere

la motivazione per allenarsi di più ed imparare a
29%
2% 0.4%
giocare di squadra, l’anonimato di un’altra identità donna uomo non risp. altro
fittizia di lanciarsi in nuove esperienze e sperimentare
diversi stili di gioco e comportamento sociale. luoghi di gioco
Oltre la finzione 75%

Il gioco di ruolo dal vivo è un ambiente curioso e

29%
14%
4%
sfaccettato che si articola in un’immensità di generi, nella mia in citta' lontano da all'estero
città vicine casa ma in
stili e persone troppo variegato per essere sintetizzato all'italia italia
appieno in questo numero. Senza dubbio una realtà
ludica in crescita nel panorama nazionale ed un
punto di aggregazione sociale e confronto essenziale.
“Le armi sono finte, ma le emozioni sono vere” è un elder scroll gdrv
motto storico ricorrente fra i “larpers”. Un insolito È una campagna di Gioco di Ruolo dal Vivo
ambientata nella serie di videogiochi analoga
mondo di finzione che ricrea una realtà tangibile, “The Elder Scrolls”. Il gioco non è ufficiale e
ed una ragnatela sempre più estesa di persone, non è affiliato in alcun modo alla Bethesda,
associazioni, luoghi ed eventi. Oltre al gioco, anche Zenimax. L’intero progetto è completamente No-Profit.
una possibile opportunità educativa di confronto e Scansiona o clicca sul QR Code per seguire Elder Scroll su
Facebook.
riflessione nei confronti dell’attualità.
di Laura Dolla

Il Gioco di Ruolo Fantasy Old School

Entra nel Dungeon

Se sei pronto a sfidare i dungeon più profondi e pericolosi,
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7
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
 l'intervista
fuori dalla stanza profonda
Intervista a Vanni Santoni
S
ono un giocatore di ruolo che, come molti
altri, ha iniziato a leggere le opere di Vanni
Santoni dall’uscita della Stanza profonda.
Credo che nel panorama delle interviste che
sono state fatte all’autore ne manchi una pensata
soltanto per gli interessi di un pubblico esclusivo di
giocatori di ruolo. Abbiamo lasciato le opere come
sfondo per parlare di cosa significa per lui il concetto
di gioco di ruolo e come ha influenzato il suo modo
di pensare e di scrivere.
Si è parlato molto de La stanza profonda, anche
con toni accesi, nelle varie community online.
L’opera, almeno all’interno di questa subcultura, ti
ha consacrato come lettore attento del fenomeno e
artefice di un romanzo generazionale da una parte,
e come fautore di una sorta di appropriazione
culturale illegittima dall’altra. Cosa ne pensi?
Come risponderesti alle critiche di chi ritiene il
tuo affresco denigratorio o di chi ti accusa di non
conoscere abbastanza bene questo mondo?”
Credo che parlino i fatti: La stanza profonda, in
questo primo anno di vita, è stato protagonista di
una cavalcata incredibile. Al di là del successo di
pubblico, ci sono state più di centosessanta recensioni
entusiastiche, dai grandi media nazionali a quelli
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
specificamente letterari fino a quelli del settore
ludico e ruolistico; c’è stata la dozzina del PRemio
Strega, obiettivo sempre difficile per un romanzo, e
considerato quasi impossibile con un libro percepibile
come “di nicchia”; ci sono stati i bagni di folla a Lucca
Comics & Games, tanti dibattiti accesi ma costruttivi
sui vari aspetti del libro in molti forum di appassionati,
l’apprezzamento dei maggiori esperti del settore come
Andrea Angiolino, Luca Giuliano e Beniamino Sidoti;
ci sono stati, e ci sono ancora, i giocatori che vengono
alle presentazioni con sei, sette o dieci copie da farmi
siglare per regalarle a tutto il gruppo; c’è stato il
premio ad honorem alle Ruolimpiadi e ci sono stati
addirittura i cosplayer della copertina, insomma un
affetto incredibile, a volte commovente, sia da parte
della comunità ruolistica che del pubblico letterario,
per tutto quest’anno di vita, e soprattuto c’è stata la
realizzazione di uno dei motivi principali per cui ho
scritto questo libro: portare il dibattito sui giochi di
ruolo sui media mainstream, far loro superare tutta
una serie di pregiudizi nei confronti della nostra
passione, e far passare finalmente l’idea – ovvia per
noi giocatori, ma ancora non pienamente condivisa
fuori – che il gioco di ruolo è un’alta attività di
pensiero, un’occupazione culturalmente rilevante, che
in alcuni momenti della sua storia è stata addirittura
controculturale, e quindi degna dello stesso rispetto di
 cui godono le arti maggiori. Questo è accaduto e ne
sono molto felice.
Poi c’è il mondo dei commenti Facebook, che come
sappiamo è una realtà parallela che tira fuori il peggio
in alcune persone. Lì, in mezzo a un clima analogo a
quello descritto sopra, ci sono stati un paio di hater
molto determinati a buttare il loro tempo per cercare
di infamare il libro, e in realtà è stato un fatto molto
positivo: esiste infatti una parte della comunità dei
lettori che, quando vede parlare soltanto bene di un
romanzo, teme che ci sia qualcosa sotto. Se invece,
a fronte di un entusiasmo generalizzato, c’è anche
qualcuno che ne parla malissimo, ciò genera interesse
e voglia di controllare di persona – di conseguenza
l’attività di quegli hater, peraltro basata su punti
fragili, come il deliberato fraintendimento della natura
romanzesca del libro o della sua collocazione in un
arco di tempo molto specifico rispetto
alla storia dei GdR, ha contributo ad
accrescere ulteriormente la popolarità
de La stanza profonda.
Se volessimo scrivere una biografia
autorizzata di Vanni Santoni come
giocatore, fruitore di prodotti ludico-
culturali, quali sarebbero i passaggi
più importanti e perché?
Come giocatore di ruolo, attività che
va avanti ormai da trentatré anni
(come passa il tempo…) il momento
iniziale fu, come per molti della mia
generazione, l’arrivo in casa della
“Scatola rossa”, secondo modalità simili
a quelle descritte nel La stanza profonda, poi da lì i
passaggi chiave furono l’Advanced, sui cui manuali,
che recuperavamo nei sotterranei della Marzocco, in
pratica imparai l’inglese, Kata Kumbas, indimenticato
primo vero gioco di ruolo italiano, il passaggio dai
giochi Chaosium e Talsorian come Call of Chtulhu
e Cyberpunk (ma del resto quello era un periodo
di grande sperimentazione: anche Rolemaster, per
quanto praticato meno, fu importante per noi, così come
GURPS, e come dimenticare Vampiri, soprattutto nel
suo ruolo di testa di ponte dei LARP), e diversi anni
più tardi Champions: lo scoprimmo da un articolo
di “InQuest” che lo proponeva come miglior gioco di
ruolo di tutti i tempi e lo recuperammo a Lucca ai
tempi in cui fuori dal Palasport, dove si svolgeva ai
tempi la manifestazione, c’erano dozzine di bancarelle
improvvisate che vendevano fumetti e materiali
ruolistici usati. Il sistema “tutto a punti” di Champions
9
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
per noi fu una vera rivoluzione copernicana, tant’è che
poi partii da quello per sviluppare i vari sistemi miei
che ho usato da master negli ultimi quindici anni.
Per quanto riguarda gli altri giochi, come tutti a
metà anni ’90 presi una bella fittonata per Magic: the
gathering, mentre a livello videoludico, come credo si
possa intuire dagli infiniti riferimenti contenuti nel
mio ultimo romanzo L’impero del sogno, che proprio
a quella cultura rende omaggio, ho attraversato tutta
l’epoca d’oro degli anni ’90 sui tre livelli, PC, console
e sala giochi, sempre con un occhio di riguardo per le
atmosfere fantasy e in particolare ruolistiche: dovendo
scegliere solo un gioco (perché altrimenti dovrei
citarne mille) direi Ultima V, un oscuro capolavoro
che per me costituisce il picco e la sintesi massima
dell’arte videoludica di quel periodo.
Raccontaci un ricordo legato ad una
sessione di gioco di ruolo che ti sta
particolarmente a cuore.
Molte delle mie esperienze più notevoli,
viste dal punto di vista della persona,
e non del personaggio o del DM, sono
raccontate nella stessa Stanza profonda,
mentre, come affermo a più riprese nel
libro, non credo molto nel racconto a
posteriore dei fatti avvenuti nel mondo
del gioco. Il GdR è un medium che crea
il proprio contenuto nel momento in cui
si gioca, nel “cloud” delle immaginazioni
condivise dei giocatori. Esiste solo lì e solo
lì si può esperire. Se anche raccontassi le
imprese più epiche o disastrose del mio
gruppo o di un mio personaggio, riportate così su testo,
senza il contesto, la storia pregressa, la partecipazione
di tutti e il campo immaginario in cui tali imprese
sono avvenute, non sarebbe la stessa cosa.
Forse però un evento su tanti vale la pena ricordarlo,
allo scopo di comunicare un fatto: il finale de La stanza
profonda, con quel “blitz” che alcuni hanno visto come
un riferimento a Kafka, o al realismo magico come
la parte in cui protagonista, Paride e Silli incontrano
Gygax dopo la sua morte, è invece ispirato a una cosa
avvenuta veramente, e non solo a noi ma anche ad
altri gruppi di gioco che ho conosciuto.
Oggi si parla molto di giochi di ruolo tradizionali
e di giochi di ruolo moderni. Trovi che sia
importante questa divisione? Che idea ti sei fatto
al riguardo?
 Mi sembrano discussioni abbastanza sterili. È normale
che un medium si evolva, e dall’altro lato l’evoluzione
non porta necessariamente a cancellare il passato o
a renderlo superato. A una certa età, poi, capisci che
quello che conta è divertirsi, e di conseguenza trovare
il sistema che vada meglio a tutti. Non esistono ricette
universali, e soprattutto anche in era completamente
“tradizionale” le house rules potevano portare a
stravolgere l’impianto base del gioco, senza contare
che un buon master spesso assumeva già, anche in
tempi remoti, funzioni da agevolatore di processi di
determinazione pienamente collettiva delle vicende.

Dalle serie tv di successo, alla moda, ai giochi di

ruolo che si identificano nel fenomeno OSR, cosa
ne pensi del revival transmediale degli anni ’80 del
secolo scorso? Ritieni il tuo romanzo inquadrabile
in questo contesto? Credi che il tuo romanzo sia
figlio di un particolare stato mentale ed emotivo
che la tua generazione sta vivendo?

La stanza profonda è stato descritto come un libro

pervaso da un clima malinconico, cosa in cui mi
rivedo, ma non lo definirei “nostalgico”. La nostalgia,
specie quando va di moda come adesso, può essere
una postura pericolosa per un autore, dato che porta
con sé quel “sapore del ricordo che cambia in meglio”:
un atteggiamento nostalgico potrebbe portare, ad
esempio, a mettere sullo stesso piano, perché comunque
riconducibili a dolci memorie d’infanzia, giochi da
tavolo divertenti ma concettualmente irrilevanti come
Brivido o Hotel con qualcosa di rivoluzionario come
Dungeons & Dragons. Per questo, ne La stanza,
cerco di liquidare subito la questione con quella
prima scena, in cui, quando il protagonista incontra
il Bollo per vendergli tutti i suoi vecchi giochi da
tavolo, parte un tiratone su tutta una serie di giochi e rappresentazioni teatrali di fiabe in cui erano presenti,
immaginari dell’epoca. Sono stati importanti per noi, come capita spesso nelle fiabe, delle streghe, accusando
hanno formato il nostro gusto e indirizzato alcune i professori di “insegnare stregoneria”: chi ha qualche
nostre passioni, ma bisogna anche guardare avanti e annetto sulle spalle ha pensato subito a polemiche
soprattutto distinguere, tra tutte le cose che ci hanno analoghe in cui a finire sotto accusa furono i giochi
accompagnati nell’infanzia e nell’adolescenza, quelle di ruolo, per via dei manuali degli incantesimi o di
che avevano un valore culturale assoluto, come i GdR, bestiari che includevano demoni.
e quelle che invece ricordiamo con affetto solo perché Negli Stati Uniti la polemica cristiana contro i GdR
ci ricordano a loro volta la nostra giovinezza. fu a tratti ferocissima, dando origine ad associazioni
dedicate specificamente a tale caccia alle streghe, accuse
Il gioco di ruolo è stato sovente messo sotto accusa. di portare al satanismo o al suicidio, e addirittura a un
Che ricordi hai, se ne hai di personali, del moral ignobile romanzo – Mazes & Monsters – che cercava
panic? di speculare sull’isteria a mezzo stampa, e a un ancor
più imbarazzante film TV tratto da esso. Sembravano
È di questi giorni la notizia che un senatore della Lega spettri del passato, e invece tornano periodicamente,
ha messo sotto accusa una scuola in cui si facevano a testimonianza del fatto che la guardia va sempre
10

alessia.gorrieri@gmail.com - #14869

tenuta alta: come diceva Kika di Radio Onda d’Urto,
che mi ha introdotto a un incontro su giochi di ruolo e
immaginari fantasy tenutosi a Brescia qualche giorno
fa, non solo il sonno della ragione, ma anche quello
della fantasia può generare mostri.
La parte de La stanza profonda in cui si racconta la
psicosi specificamente italiana sui giochi di ruolo –
l’accusa anche qui era di portare al suicidio – è ispirata
a fatti reali (gli articoli di cui riporto gli estratti nel
romanzo sono tutti veri) avvenuti nei primi anni ’90
e l’ho vista coi miei occhi sulle cronache, ma all’epoca
noi eravamo un po’ più giovani dei protagonisti del
romanzo, e le imprese del gruppo giocante raccontate
nel libro sono ricostruite soprattutto su quelle del
gruppo Gdr2, che lavorò molto, all’epoca, per offrire
una contronarrazione in difesa dei giochi di ruolo e
11
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
della cultura ludica in generale.
Il Melani che combatterà i draghi nell’Impero
del Sogno è il medesimo Mella che prende il
Chromebook di Cyberpunk ne La Stanza Profonda.
Questo legame è stato costruito a posteriori o
faceva parte di un ciclo già ben chiaro nella tua
mente? La Stanza profonda è ambientata nel
mondo reale o in una realtà parallela fantastica?
Egli si è perduto o è l’unico ad essersi ritrovato?
Esiste un legame metaforico tra le figure dei tuoi
personaggi e l’utilizzo mitopoietico, di narrazione
condivisa all’interno del cerchio magico, del
gioco di ruolo inteso come isolamento dalla vita
ordinaria, di realtà parallela con regole proprie,
che sono però flessibili, le stesse regole della
fantasia e della pura volontà che il protagonista
dell’Impero del sogno mette in atto?
Ho cominciato a lavorare a una continuity strutturata,
o macroromanzo che dir si voglia, a partire da Muro
di casse ho cominciato a farlo in modo consapevole,
visto che, ad esempio, il mio secondo romanzo Se
fossi fuoco arderei Firenze (2011), per quanto non
avesse collegamenti diretti in termini di trama o
personaggi, era già una sorta di “satellite” del mio
primo Gli interessi in comune (2008), così come – ho
scoperto poi – Tutti i ragni, del 2012, avrebbe avuto
collegamenti tematici forti con La stanza profonda.
Mentre scrivevo Muro di casse, però, per la prima
volta ho fatto una scelta precisa: ho preso uno dei
personaggi de Gli interessi in comune, Iacopo Gori,
che peraltro apparirà poi come comparsa anche nella
Stanza, ho immaginato come sarebbe stato a dieci
anni dagli eventi descritti in quel romanzo, e l’ho
inserito tra i protagonisti di quello nuovo.
Questa scelta, che se vogliamo era dettata da ragioni di
“economia” – mi serviva un certo tipo di personaggio;
avendolo già, l’ho utilizzato di nuovo, come un regista
che richiama un certo attore – avrebbe avuto effetti
più grandi di quanto prevedessi. Dopo di ciò, infatti,
Gli interessi in comune e Muro di casse si ritrovarono
saldati per sempre. La cosa mi piacque, e quando
minimum fax mi chiese un racconto per l’antologia
L’età della febbre, uscita nel 2015 e dedicata a quelli
che a loro dire erano migliori narratori italiani sotto i
quarant’anni, feci il percorso inverso: presi Cleopatra
Mancini, uno dei protagonisti “originali” di Muro di
casse, e scrissi una storia con lei protagonista, Emma
& Cleo.
Funzionava; continuai. Al momento di progettare
La stanza profonda, ho potuto allora agire in piena
 consapevolezza, e pianificare l’utilizzo del Paride, al
secolo Filippo Paridelli, anche lui come Iacopo Gori
tra i personaggi degli Interessi in comune, e allo stesso
modo ho pescato dagli Interessi in comune il buon
Federico “Mella” Melani e l’ho reso protagonista unico
de L’Impero del sogno, uscito sei mesi dopo l’exploit
de La stanza profonda. Dato che mentre scrivevo La
stanza profonda stavo già buttando giù un primo
storyboard dell’Impero ho potuto anche concedermi lo
sfizio del crossover “puro” che citi.
Una simile operazione, poi, come anticipi giustamente
nella domanda, mi ha permesso di strutturare
un lavoro ampio e connesso sul tema dei mondi
immaginari o comunque “altri”: L’impero del sogno,
con le sue suggestioni legate all’universo onirico e
a quello videoludico, finisce per far parte di una
imprevista “trilogia dei mondi immaginari” assieme
a Muro di casse, dedicato al mondo psichedelico dei
free party, e a La stanza profonda, dedicato a quello
dei GdR, ancor più di quella che forma con i due Terra
ignota, rispetto ai quali comunque è un prequel, visto
che racconta la genesi dell’Imperatrice e del mondo in
cui si svolge la saga.
Ho percepito un legame tra la Storia infinita di Ende
e L’Impero del sogno. Opere cariche di significati
esistenziali. Confermi o smentisci? Trovi che il
gioco di ruolo possa diventare quell’incantesimo
che tocca corde profonde dell’animo umano,
quelle stesse corde toccate dal sogno e dal senso
del divino?
È vero, pensa che prima di scrivere questo libro, o
gli altri, non avevo mai messo La storia infinita,
che pure avevo letto e apprezzato a suo tempo, tra i
miei capisaldi assoluti: eppure scopro che ha avuto
un’influenza inconscia molto più grande di quanto già
immaginassi, ha un legame fortissimo con L’impero
del sogno ma se ne sente già l’influenza nei due Terra
ignota, nella figura dell’Imperatrice e in altri elementi
di quel mondo, e ho finito per citarla pure ne La stanza
profonda, con quel parallelo che c’è sul finale tra il
“Nulla” e la desertificazione culturale e civile della
nostra provincia in epoca post-industriale.
Non ho dubbi sulla capacità del GdR di toccare le corde
che citi, tant’è che appunto La stanza profonda nasce
direttamente da Muro di casse, in cui gli enteogeni e il
contatto con il trascendente e la dimensione visionaria
hanno un ruolo centrale.
Ritieni concluso questo capitolo oppure il gioco
di ruolo tornerà ad essere presente con un ruolo
12
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
di primo piano nelle tue opere future? Ritieni che
praticare il gioco di ruolo ti abbia formato come
autore? Non intendo soltanto come esercizio di
creazione del fantastico e di trame complesse,
ma soprattutto come forma mentis profonda,
che si costruisce dopo l’esperienza del gioco di
ruolo inteso come atto che, se fosse proprio di
una cultura subalterna di interesse antropologico,
sarebbe forse ritenuto rituale o sacro.
Quando pratichi qualcosa per più di trent’anni, a tutti i
livelli, non ti lascerà mai. Magari nuovi ruoli di primo
piano i GdR non ne avranno, visto che con La stanza
profonda ho inteso storicizzare la mia esperienza
e fare il punto sul fenomeno, proprio come ho fatto
rispetto ai free party con Muro di casse, ma è indubbio
che nei miei futuri romanzi ci saranno riferimenti
a questo mondo, per chi li saprà cogliere. Anzi, a
pensarci anche nell’enorme romanzo che sto scrivendo
adesso, un lavoro che porto avanti da sei anni e su
cui finalmente ho la possibilità di concentrare tutte le
mie energie, una delle protagoniste è una giocatrice
di ruolo, con un particolare talento per la cartografia
fantastica.
Per quanto riguarda il ruolo formativo che i GdR
hanno avuto per me, andrei oltre la semplice
formazione come autore, e parlerei di una formazione
come essere umano, data la molteplicità di aspetti
su cui il gioco di ruolo va ad agire a mio avviso
positivamente; certo, poi, senza GdR non esisterebbe
La stanza profonda, L’impero del sogno sarebbe molto
diverso, e probabilmente non esisterebbe neanche
In territorio nemico, un romanzo collettivo da me
coordinato e costruito con un metodo di scrittura
che nasce direttamente dal modello di narrazione
condivisa che è proprio dei giochi di ruolo.
a cura di Moreno Pedrinzani
Scrittura Industriale
Collettiva
È un metodo di scrittura collettiva e una
comunità di scrittori avviato da Vanni Santoni
e Gregorio Magini nel 2017
Scansiona o clicca sul QR Code per visitare il sito web e
ottenere maggiori informazioni.

la tua stanza profonda
Annunciati i vincitori del concorso dei nostalgici dei gdr
I
n occasione del Salone del Libro di Torino, il
12 maggio sono stati annunciati i due vincitori
del concorso “La tua stanza profonda”,
organizzato da Anna Benedetto - giornalista e
curatrice del blog Gattaiola.it - in collaborazione con
l’associazione RiLL - Riflessi di Luce Lunare e Lucca
Comics and Games.
Nato sull’onda del successo del romanzo di Vanni
Santoni, “La tua stanza profonda” chiedeva ai
partecipanti di raccontare per immagini le proprie
stanze profonde, ovvero i luoghi in cui si sono svolte
le loro avventure - immaginarie e di vita - dagli anni
‘80 ad oggi.
I vincitori - scelti tra 40 partecipanti - sono Maurizio
Agazzini e Davide Jaccod, di Aosta, con l’opera dal
titolo “GiocAosta - luoghi profondi per le storie e la
Storia”. I due si sono aggiudicati un abbonamento per
il Lucca Comics & Games 2018, un abbonamento
annuale alla rivista Io Gioco, una copia autografata
del romanzo “La stanza profonda” di Santoni e le
antologie di racconti RiLL.
A pari merito, si sono classificati secondi Andrea
Biagi, con “La nostra stanza profonda lunga 25
13
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
il concorso
anni” che ritrae la sua nutrita e longeva compagnia
di giocatori nella zona di Firenze, Francesca
Garello di Roma con “La stanza sulla riva di mondi
infiniti”, direttamente dal 1988. Andrea Magnelli da
Calenzano (Fi) con lo scatto “La tavola non rotonda”
e Laura Silvestri da Roma con ”Ombre”.
Una menzione speciale è stata infine dedicata
al gruppo Elish di Roma, che hanno messo a
disposizione le loro stanze profonde in giro per
l’Italia nel corso degli anni, durante fiere ed eventi
di ogni sorta.
Tutte le opere in concorso - incluse, ovviamente,
quelle vincitrici - saranno esposte in un’area apposita
del Lucca Comics & Games 2018 e pubblicate sul
sito Gattaiola.it in anteprima.
gattaiola.it
È un progetto di Anna Benedetto, Federica di
Spilimbergo e Ethan Ricci, un blog che parla
di giochi, narrativa fantastica e dintorni.
Scansiona o clicca sul QR Code per visitare il
sito web e ottenere maggiori informazioni.
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14

alessia.gorrieri@gmail.com - #14869

la nostra play
Il Festival del Gioco secondo Morgengabe
Q
uesta Play di Modena del 2018 è stata,
finora, la più grande della sua storia. Per
tre giorni oltre quarantamila visitatori,
cinquemila in più rispetto allo scorso
anno, si sono affollati tra gli stand dei giochi di ruolo
e da tavolo per provare le novità e comprare i loro
titoli preferiti.
In molti hanno assistito alle conferenze, di tutti i tipi,
riempendo la convention di calore e curiosità. Non
sono mancati ospiti importanti, come Avery Alder
– autrice di Cuori di Mostro – Francesco Nepitello
– autore, tra gli altri, di Avventure nella Terra di
Mezzo – e la larper Sonja. Noi, come inviati di GDR
Time, abbiamo cercato di essere presenti a più eventi
possibile e documentarli per voi, girando come delle
trottole per tutti e tre i giorni!
Il Play Trade
La mattinata di venerdì è stata dedicata agli addetti ai
lavori e a chi aveva comprato un biglietto speciale. È
stato possibile visionare in anteprima i prodotti che
sarebbero stati presentati da lì a poco dagli editori di
Gdr e Gdt e scoprire di alcune succose anteprime,
ora di pubblico dominio, come i kickstarter iniziati
dalla Wyrd Edizioni riguardanti il famoso Degenesis
e i giochi Coriolis e Midgard. Non tutti gli editori
15
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
lo speciale/modena play
erano presenti al Play Trade, mancavano nomi di
punta come GGStudio e Need Games, ma è stata
comunque un’esperienza interessante e un buon
modo per riscaldarsi per il grosso della fiera che
sarebbe cominciato da lì a poco.
Le conferenze
Molti considerano le conferenze e le talk secondarie
rispetto allo “spettacolo” offerto dagli stand. In
realtà quest’anno erano presenti argomenti caldi e
interessanti. Per motivi di tempo noi abbiamo potuto
assistere solo ad alcune delle molte conferenze
offerte dalla Play: il primo giorno abbiamo assistito
a “Chi è Dreamlords Press?”, talk tenuta dall’editore
Nicola Urbinati, che ha parlato del gioco per mezzo
del quale è entrato nel mondo dell’editoria – FATE –
e dei suoi progetti per il futuro.
Il pomeriggio, Chiara Morgen Listo ha partecipato
alla “(Scarsa) presenza femminile nel mondo del
gioco” insieme ad Anna Benedetto, Mirella Vicini
e Giulia Cursi. Ogni relatrice ha portato la sua
esperienza e il suo incontro con il gioco di ruolo,
parlando di com’è cambiato nel corso del tempo,
dei passi che sono stati fatti e di quelli che ancora
bisogna fare per raggiungere la parità di genere in
 un mercato ancora dominato in maggioranza da Raramente un’esperienza così rapida riesce a lasciare
uomini. un segno così vivido. Sarà sicuramente il prossimo
gioco che proveremo con il nostro gruppo abituale!
Sabato abbiamo partecipato alla conferenza “GDR al
buio” come relatori. Si è presentato questo innovativo
formato – che permette ai giocatori di andare a un
evento dove si provano giochi sempre diversi, senza
sapere a cosa si giocherà fino a quando non ci si evolution pulse
siede al tavolo - e si è parlato di come esportarlo blackbox games / dreamlord press
nelle varie realtà dedicate al gioco di ruolo in Italia.
Aspettative iniziali
Domenica abbiamo avuto modo di prendere parte alte aspettative sulle ispirazioni del gioco, decisamente attese.
alla prima presentazione ufficiale di Deadcatcher,
il videogioco di genere metroidvania ispirato a magnetismo del tavolo
Ultima Forsan. Abbiamo potuto provare una demo e la cura dei dettagli del gioco è decisamente sopra la media
scambiare quattro chiacchiere con Mauro Longo e i
giovani programmatori di StudioObliquo. rapidità di comprensione

il gioco deriva da fate accelerato ma ci si può giocare anche

Le demo senza esperienze precedenti con giochi di questo tipo

Tra una conferenza e l’altra abbiamo avuto modo all'atto pratico

di giocare a quanti più giochi possibile: tra questi
Evolution Pulse, On Mighty Thews, Avventure nella grande potenziale per giocare a lungo
Terra di Mezzo e Shattered Tower. Ogni esperienza retrogusto
è stata diversa e interessante ma ne riportiamo solo
due che ci hanno colpito in maniera particolare, la migliore hack di fate accelerato che abbiamo provato
dando un rapido giudizio ai giochi in questione e
alla dimostrazione:

Evolution Pulse nasce dalla collaborazione tra

Blackbox Games e Dreamlord Press. È stata la
prima ambientazione compatibile con il sistema
di FATE accelerato ed è un felice connubio tra lo
sci-fi e l’horror, in un mondo in cui la realtà che
conosciamo è stata completamente distrutta dagli
Hekath, creature aliene che hanno rimodellato il
mondo a loro piacimento. Solo pochi sopravvissuti
ancora lottano per salvaguardare ciò che resta
dell’umanità e i pochi esseri viventi ancora rimasti.
È un gioco visuale, di combattimento ipercinetici e
si configura come una lotta strenua per mantenere
se stessi e la propria umanità in un mondo che
continua a mutare follemente. Abbiamo avuto modo
di provare il gioco con l’autore, Alberto Tronchi, in
una dimostrazione brevissima ma incredibilmente
vivida: con poche e rapide pennellate ha dipinto un
affresco di desolazione e disperazione, ma anche di
grande eroismo e sacrificio. I nostri personaggi, unici gdr unplugged
Ha registrato la maggior parte delle
in grado di arginare gli Hekath hanno sentito fin da conferenze che potrete trovare sul loro
subito sulle spalle il peso di questo ingrato compito e canale di YouTube. Per poterle visionare,
la paura delle complicazioni, che avrebbero portato scansiona il QR Code qui a lato.
morte e distruzione intorno ai nostri personaggi, era
sempre vivida e palpabile dietro ogni tiro di dado.
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
 On Mighty Thews – Racconti di spada e negromanzia,
è un gioco Sword and Sorcery edito in Italia dalla
Coyote Press nel 2015. Permette di vivere le gesta
eroiche e le avventure di personaggi che sembrano
nati dalle penne di Howard e Leiber. Si configura
come un gioco di semplice fruizione, adattissimo
a neofiti e con preparazione pari quasi a zero. La
location di gioco viene creato dal gruppo all’inizio
della sessione, così come l’obiettivo del gruppo
di personaggi. Si tira solo in presenza di conflitti
importanti alla narrazione e i giocatori hanno una
forte autorità narrativa sulla situazione, che verrà
modificata attivamente dalle loro scelte. In pochi
minuti abbiamo configurato i nostri personaggi,
basati su tre semplici tratti da utilizzare in modo
molto astratto e narrativo, ma è nella costruzione
del mondo che le cose hanno iniziato a prendere
vita: un disegno su un foglio, seguito da un paio di
nomi evocativi e da un altro disegno hanno aiutato
a creare una città viva e decadente, dentro le quali
ambientare le nostre avventure. Un nome nato per
scherzo, quello del terribile “Arcimago Ka-Bum” è
diventato nel corso della giocata un terribile nemico,
tanto malvagio quanto imprevedibile, e derubarlo è
diventata per i nostri personaggi una questione di
principio! Dopo la dimostrazione avremmo subito
acquistato il gioco per studiarlo meglio ma non era
presenta nel catalogo che la Coyote Press ha portato
alla fiera.
on mighty thews
coyote press
Aspettative iniziali
pensavamo di trovarci di fronte a un gioco adatto per one shot
magnetismo del tavolo
si entra immediatamente nel mood del genere sword & sorcery
rapidità di comprensione
le regole sono immediate, il facilitatore le ha presentate in
pochissimo tempo ad un tavolo numeroso e pieno di neofiti
all'atto pratico
è poco adatto a partite di ampio respiro, ma perfetto per passa�
re alcune serate a rivivere le gesta degli omologhi di conan
retrogusto
viene voglia di giocarci di nuovo appena conclusa la partita
17
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
In conclusione
In questi ultimi anni la situazione del gioco di ruolo
in Italia è andata migliorando grandemente, anche
grazie a una nuova edizione di D&D che ha riportato
linfa in tutto il mercato.
Modena è stata la dimostrazione vivente di questo
trend: gli stand sono stati affollati tutti e tre i
giorni, letteralmente presi d’assalto tra il sabato e la
domenica e il pubblico era molto variegato: non più
lo stereotipo del nerd in voga anni fa ma genitori con
figli, coppie più o meno giovani, molte più ragazze
rispetto a qualche anno fa, tutti molto interessati a
prodotti nuovi e diversi.
Anche la qualità dei prodotti è in rapida ascesa:
editing e formati migliori, traduzioni più accurate e
dimostratori molto preparati aiutano ad apprezzare
i prodotti stranieri e quelli nostrani in maniera
sempre più capillare.
Il fatto stesso che si sia dovuta ampliare l’area dei
giochi di ruolo oltre che quella dei giochi da tavolo
è indice del fatto che qualcosa sta cambiando e che
presto ne vedremo delle belle. Speriamo che questo
piccolo mondo composto dal nostro hobby continui
a crescere e diventare sempre più aperto e vitale!
a cura di Chiara “Morgen” Listo e
Giuseppe “Gabe” Vitale
morgengabe
È un’entità duale, costituita da due creature,
Morgen e Gabe, femmina e maschio, che ama-
no creare insieme e giocare con le ambienta-
zioni, gli uomini e gli dei.
Scopri i loro articoli, approfondimenti e mondi di loro
creazione scansionando il QR Code in alto
modenaplay
Nata come erede della ModCon, storica
convention di giocatori da tavolo, di
ruolo e wargame che si è tenuta dal
1985 a 2007, Play - Festival del gioco è
giunto alla sua 10 edizione, totalizzando nel corso degli
anni oltre 250.000 visitatori e diventando atutti gli effetti
una delle fiere di settore più importanti d’Europa e punto
di riferimento del mercato ludico italiano.
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869

appunti del demiurgo
Piccoli spunti di Worldbuilding e Demiurgia
È
meglio partire dal quadro generale o da una
situazione particolare?
Salve ragazzi e benvenuti nel laboratorio
del Demiurgo di GdrTime, ove creeremo insieme
dei mondi fantastici! Creare mondi è un’esperienza
unica ed entusiasmante per qualunque scrittore,
sia di gdr, che di romanzi, film o qualunque altra
opera di ingegno. Scommetto che molti di voi,
almeno una volta, si sono cimentati nella creazione
di un “mondo”. Complimenti, questo vi fa onore.
Purtroppo, senza avere una buona guida da seguire
sono molti coloro che si perdono “strada facendo”:
ogni giorno un gdrista decide di sacrificare tempo
di gioco per creare un suo mondo mentre da un’altra
parte del mondo un differente gdrista dopo mesi di
affannosa ricerca smette di farlo per concentrarsi a
“giocare soltanto”.
Niente paura, da oggi ci siamo qui noi di GdrTime:
vi prenderemo per mano e vi condurremo lungo la
strada percorsa dai grandi. Seguendo il loro esempio
troveremo anche noi la strada giusta per creare il
nostro mondo fantastico.
19
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
gli strumenti/1
Esiste una maniera giusta per
creare mondi?
Bella domanda. Tolkien, da esperto linguista qual
era, probabilmente vi avrebbe risposto che bisogna
partire dalle lingue. Create dapprima una lingua e
poi create le creature che la parlano, le loro case, le
loro abitudini ecc. ecc. Personalmente, non ne sarei
mai capace, ma se voi siete bravi quanto Tolkien
potreste provarci!
Un esperto artista potrebbe iniziare diversamente.
Frank Frazetta potrebbe rispondere che il miglior
modo per creare mondi è disegnare una bella scena
epica (possibilmente con demoni, donne succinte e
pistole laser, n.d.a.).
Qualunque sia la vostra “vocazione artistica”,
la maggior parte dei demiurghi di chiara fama
concorda nell’asserire che esistano sostanzialmente
due “approcci” alla creazione dei mondi: o si parte
dal quadro generale per scendere poi nei particolari
o viceversa si parte da un piccolo particolare per poi
via via allargarsi verso il quadro generale. Questi
sono i due “estremi” delle metodiche di creazione
di mondi; ognuno dei grandi autori ha utilizzato un
 personale mix fra le due tecniche e ora passeremo a
esaminarle nel dettaglio.
La mia personale risposta alla domanda è: no, non
esiste una sola maniera giusta per creare mondi. Per
fortuna, ne esistono più di una: tutto sta a scegliere
quella che più si confà alle nostre esigenze.
Approccio #1: Partire dalla
situazione specifica per poi
espandersi verso il quadro
generale.
Per come la vedo io, questo approccio è decisamente
il più semplice e proprio per questo motivo lo
affrontiamo per primo. In buona sostanza, questa
tecnica di worldbuilding consiste nel partire da
una storia che avete in mente (una campagna,
un’avventura o anche solo semplicemente una scena
chiave) e creare via via il mondo “attorno” a essa.
Semplice, no?
Esempio: la principessa rapita. Gli avventurieri
devono salvare la principessa rapita dal cattivone di
turno. Da questa semplice idea possiamo iniziare a
creare il mondo “attorno”:
- la principessa da dove viene? (Spunto n°1: com’è il
reame della principessa?).
- chi regna nel reame A? (Spunto n°2: genitori
presenti? Matrigne? Altre beghe familiari?)
- da dove viene il cattivone? (Spunto n°3: E’ lo stesso?
Se no, com’è il reame del cattivone?)
- Dove sta portando la principessa? (Spunto n°4:
palude tetra? foresta oscura? Descriviamola!)
- Perché la ha rapita? (Spunto n°5: riscatto? Vendetta?
E se la principessa fosse d’accordo?)
Ecco come da una semplice scena si iniziano a porre
le basi di un mondo che “cresce” assieme alla storia.
Più la storia va avanti, più il mondo si arricchisce.
Se per caso vi è venuto in mente che sia un modo
di procedere da “scrittori da quattro soldi”, sarò
costretto a contraddirvi. Scrittori del calibro di
Howard e Moorcock hanno utilizzato questo metodo
per moltissime delle loro opere.
Il vantaggio principale di questo metodo sta nella
sua immediatezza e nella sua semplicità. Ci permette
di focalizzarci sulla storia che abbiamo in mente e
di aggiungere al mondo unicamente particolari
utili alla trama, senza dover investire tempo nella
creazione di regioni/personaggi o situazioni che al
20
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
momento non tratteremo (e chissà se le tratteremo
mai!).
Alla lunga, però, questo approccio richiede molta
attenzione per non cadere in contraddizione o in
paradossi. Dopo la quinta storia, diventa sempre più
facile “dimenticarsi” di alcuni particolari del mondo,
per questo motivo è sempre meglio “appuntarsi” i
dettagli del mondo che abbiamo via via creato per
non creare paradossi (o peggio, smentirsi!) nelle
successive narrazioni. In poche parole, è difficile
per il demiurgo unificare a posteriori tutte le storie
create in un unico mondo coerente.
Questo metodo è decisamente consigliato ai
demiurghi alle prime armi poiché è semplice e veloce,
permettendo di “giocare subito”. Consigliatissimo
per chi voglia creare avventure o racconti brevi
e scollegati fra loro (anche su più mondi diversi,
perché no?).
Approccio #2: Creare un quadro
generale e poi approfondire
dove serve.
Questo approccio “alla Tolkien” è decisamente
più impegnativo. Si prefigge l’obiettivo di creare
dapprima il mondo nella sua interezza per poi in un
secondo momento approfondire a livello di dettagli
i punti che “servono” per la storia che abbiamo in
mente.
Esempio: creiamo da zero un mondo fantasy.
- chi ha creato il mondo? (lo so, siamo stati noi. Ci
sono dei? Quanti sono? Quanto influiscono?).
- quanto è grande il mondo? (quanto la Terra?
Quanto l’Europa? Quanto la Sicilia?)
- quali culture lo abitano? (una sola? Due? Quanto
sono differenti?)
- Qual è il livello tecnologico? (età della pietra?
Rinascimento? Fantascienza?)
- com’è la politica? (guerra mondiale? Pace assoluta?
Schieramenti contrapposti?)
Questo è solo un piccolo elenco delle molteplici
domande che ogni aspirante demiurgo si pone
qualora scelga di adottare questo approccio. Solo
dopo aver risposto a tutte le domande di carattere
“generale” sul setting si passa ad approfondire nel
dettaglio quei particolari utili alla storia che si vuole
narrare.
 I vantaggi sono coerenza e certezza. Chi adotta
questo metodo sa benissimo com’è il mondo in cui
i personaggi si muovono. Grazie all’ampio lavoro
svolto in precedenza, è facile seguire i personaggi
nelle loro avventure senza mai avere dubbi del tipo
“cosa c’è qui?” o “come funziona la magia?” o “chi
sono i nemici degli orchi?”.
D’altro canto, questo metodo richiede molto tempo
ed energie. Si corre addirittura il rischio di venire
così presi dalla fase di worldbuilding che non si passa
mai alla fase di scrivere le storie/avventure. E questo
è spesso così frustrante da far desistere gli aspiranti
worldbuilder: molti di loro abbandonano a metà.
Questo metodo è consigliato a chi volesse creare
campagne lunghe, dettagliate e molto coerenti. Dal
quando il worldbuilding è parte del gioco/1: noirlandia
A
lcuni giochi di ruolo hanno nel
worldbuilding una delle loro meccaniche
fondamentali, se non la p i ù
importante. Costruire al tavolo
il mondo di gioco è uno dei modi più
interessanti per costruire l’atmosfera,
ma soprattutto per portare in scena i
propri interessi e ciò che veramente ci
interessa vedere in una partita.
Molti giochi di ruolo cosiddetti “indie”
presentano questa componente e uno
di questi, Noirlandia - pubblicato recentemente a
Modena Play da Dreamlord Press - la interpreta in
maniera decisamente efficace.
Scritto da Evan Rowland sullo stampo di Questlandia,
suo predecessore fantasy, Noirlandia narra le vicende
di un gruppo di alcune persone - comuni e meno
comuni - che si troveranno a indagare l’omicidio
di una persona a cui erano in qualche modo legati,
sullo sfondo di una città isolata dal resto del mondo.
La fase preliminare del gioco - prima ancora di
creare i personaggi - guida i giocatori nel processo
di creazione della città, ovvero di definizione
del mondo in cui si svolgeranno le vicende dei
protagonisti. Oltre a richiedere come è fisicamente
strutturata questa città, ai giocatori sarà dato il
compito di rispondere a domande come “Perché la
21
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
momento che questo tipo di creazione di mondi
richiede molto tempo, sappiate che ci vorrà un bel
po’ prima che riusciate a giocare davvero nel vostro
mondo. Ma quando succederà, la soddisfazione sarà
davvero enorme (sempre che non abbiate gettato la
spugna prima).
Ovviamente, questi due approcci vanno intesi come
“consigli”. Sentitevi liberi di procedere come volete: il
mio personale consiglio è di alternarli e/o mischiarli
in base alle vostre esigenze.
Nello specifico consiglierei di partire dal particolare
(metodo 1) e poi appena possibile “espandere”
il mondo in modo coerente e facendosi delle
domande di carattere generale (metodo 2) così da
poter amalgamare meglio tutte le successive fasi di
creazione dinamica del mondo.
di Gilbert Gallo
città è rimasta isolata dal resto del mondo?” oppure
“Cosa hanno di diverso da noi i suoi abitanti?”, oltre
a tutta una serie di informazioni di tipo culturale
e sociale che contribuiranno a dare più spessore e
profondità a ciò che circonda i personaggi.
La città ha un ruolo fondamentale, perché
oltre a fornire uno sfondo, è anche uno
dei motivi che può porre fine alle traversie
dei protagonisti. Uno dei trigger della fine
del gioco è proprio la crisi in cui possono
precipitare - nel corso di una giocata - i quartieri
della città. Questa crisi può portare alla distruzione
delle piste che i diretti interessati stanno seguendo
nel tentare di risolvere il caso oppure persino a
influenzare il loro lo stato psico-fisico.
Un mondo che non è solo scenario immobile, ma
vero e proprio cuore pulsante e linfa vitale della
storia a cui ogni giocatore può contribuire persino
in durante il corso della partita.
di Luigi Briganti
noirlandia
Edito da: Dreamlord Press
Autore/i: Evan Rowland
Pubblicazione: Aprile 2018
Prezzo: 20,00€
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869

costruttori di mondi
Il potere di creare e distruggere civiltà: Microscope
L'
autore, Ben Robbins, lo definisce a fractal
role-playing game of epic histories, un
gioco tramite il quale è possibile costruire
delle macrostorie molto interessanti in
maniera collaborativa partendo da un’idea generica
e ingrandendo il livello di dettaglio fin quanto lo si
ritiene necessario. Da grandi guerre spaziali fino a
singoli momenti catartici che riguardano una o due
persone fondamentali per lo sviluppo della storia.
Quando ci si prepara a giocare, non si sa bene
dove si andrà a finire: è un mistero da dipanare
insieme agli altri giocatori, una scoperta continua.
Non esiste la figura del master e tutti i giocatori, in
diversi momenti, avranno il pieno potere narrativo
sull’evoluzione della storia. Ma in breve, come
funziona?
La Big Picture
Prima di cominciare una partita i giocatori discutono
a grandi linee di quello che vorrebbero fosse la
somma della loro storia. Un’idea vaga ma in cui è
possibile lavorare molto è la cosa migliore in questa
fase, qualcosa come l’ascesa e la caduta di un grande
impero o l’espansione di una razza al di fuori dei
propri confini e così via. Dopo aver deciso l’idea a
grandi linee bisogna stilare la cosiddetta palette una
lista di elementi che i giocatori non vogliono mettere
nell’ambientazione, qualcosa come nessun mondo
abitabile in un setting sci-fi ad esempio.
Fatto questo bisogna decidere qual è il punto d’inizio
23
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
gli strumenti/2
e quello di fine della vostra storia, che si muoverà in
tutto ciò che accade all’interno di questo segmento.
Se, per esempio, avete deciso che l’inizio della vostra
storia coincide con l’evento l’umanità abbandona la
terra per sfuggire ad una catastrofe trovando rifugio
nello spazio e l’evento finale è l’umanità ritorna
finalmente a casa dopo un lungo esilio tutto ciò che
giocherete sarà compreso tra questi due eventi, di
cui conoscete già il finale.
Lo scopo non è quello di cambiare come la storia
finirà, ma quello di vedere in che modo si è dipanata
la storia fino a quel punto, focalizzandosi sugli eventi
più interessanti.
Il Focus
A turno ogni giocatore prende le vesti della
cosiddetta Lens, la lente che permette di ingrandire
un determinato particolare, su cui si intende
focalizzarsi. Questo focus riguarderà una tematica
particolare che la lens vuole esplorare insieme al
resto del gruppo – questa può essere molto larga
come la grande guerra o molto focalizzata come
L’ultima battaglia del conte Tizio. A turno ogni
giocatore aggiungerà qualcosa di più a questo focus,
finché non si compirà completamente il giro e la
lens chiuderà il focus per poi passare il suo ruolo al
prossimo giocatore, che sceglierà un altro focus da
trattare.
 Periodo – Evento – Scena
Le tre unità narrative in cui è diviso Microscope
sono il Periodo un lungo lasso di tempo sotto l’egida
di una particolare persona, organizzazione o serie
di eventi. L’evento un avvenimento più circoscritto
nel tempo, di grande risonanza per il focus in
questione. La scena l’unità narrativa più piccola,
nella quale si ruola un determinato avvenimento
molto circoscritto che però è fondamentale per
comprendere la Big Picture.
La Legacy
Dopo ogni focus il giocatore a destra della lens
sceglierà qualcosa del vecchio focus che dovrà
rispuntare nel corso del prossimo. In questo modo
si ha una sensazione di continuità anche nel caso
di focus narrativamente molto lontani nel tempo.
La legacy può essere un oggetto, il ricordo di una
persona o un ideale che però risulta ricorrente nel
corso della costruzione della storia.
Un esempio di gioco
Il focus era I tre duelli del barone Narek Ver. La Lens
crea il Periodo (in alto) in cui il Barone prende il
potere sulla Baronia di cui parla tutta la macrostoria.
Cerchia di bianco l’evento perché è considerato
come un evento sotto una luce positiva piuttosto che
negativa.
Come seconda azione la lens crea un evento
(immediatamente sotto il periodo, in orizzontale) in
cui il Barone Narek uccide un mercante per poterne
sposare la bella moglie. L’evento viene segnato con
un cerchietto nero, in quanto visto sotto una luce
negativa.
A questo punto il giocatore alla destra della lens crea
una scena (immediatamente sotto l’evento) in cui
vuole approfondire il rapporto tra il Barone e i suoi
figli. Viene deciso che il Barone ha un solo figlio e che
non l’ha mai considerato alla sua altezza, ruolando
una scena in cui il Barone rifiuta di prendere il
figlio come suo scudiero perché considerato troppo
debole. Alla luce di tutto questo anche questo evento
viene considerato negativo.
Il terzo giocatore a questo punto decide di creare
un evento (Il primo sulla sinistra) in cui si delinea
il primo duello del Barone, in cui lui è diventato
tale. L’evento è visto sotto una luce positiva, perché il
Barone uccide un uomo molto malvagio.
Il quarto giocatore chiede a questo punto una scena
in cui si delinea chi era quest’uomo ucciso dal
Barone. E si delinea la figura del Bernebo Kyiril, un
24
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
uomo venuto da una tribù barbarica che teneva la
baronia sotto il suo tallone spietato e violento, la
sua morte è perciò salutata sotto una luce positiva,
prima che le persone si accorgano di che pasta è fatto
il nostro Barone Narek.
Nel corso del giro alla fine è stata delineata la morte
di Narek, assassinato dalla moglie dopo il suo terzo
duello. Viene scelto come Legacy il tempio del dio
della guerra Morgen, che Narek era solito visitare
molto spesso e la Lens passa al prossimo giocatore,
che decide di esplorare la ricerca della fede in una
divinità da parte del nuovo barone, il piccolo Arax,
figlio di Narek.
In conclusione
Un gioco per creare storie avvincenti, grandi o piccole
che siano, coinvolgendo la fantasia di tutti i giocatori,
che devono costruire uno sopra le idee degli altri,
senza farsi problemi a distruggere o cambiare ciò che
vogliono quando è il loro turno per esplorare il focus
che preferiscono. Un gruppo affiatato e che ama la
narrazione in quanto tale potrà diversi molto a lungo
con Microscope e magari utilizzare i risultati di ciò
che è stato creato nel corso di una o due sessioni di
gioco come ambientazione di base per un altro gioco
in cui vuole poi giocare. Sconsigliato solamente
a chi non si trova bene con l’idea di narrazione
condivisa o a chi odia vedere le sue idee tramutate in
qualcos’altro dagli altri giocatori. Consigliatissimo
a chiunque voglia vedere evolvere una storia da
semi che possono sembrare inizialmente banali
ma che, inevitabilmente, sbocciano in qualcosa di
meravigliosamente particolare.
di Giuseppe “Gabe” Vitale
MICROSCOPE
Edito da: Lame Mage
Autore/i: Ben Robbins
Pubblicazione: 2011
Prezzo: 19,99$
Clicca sul QR Code o scansionalo per acquistare il gioco in
pdf o copia fisica.

for those about to rock
Ecco come è nato e come si sta sviluppando Rockopolis
U
n palco enorme illuminato a giorno. L’urlo
della folla impaziente. Sono tantissimi, ma
fuori dallo stadio zeppo ce ne sono ancora
di più. I gruppi di spalla hanno scaldato il
pubblico, che ora vuole voi! E vuole pogare, saltare e
urlare tutta la notte!
Se almeno una volta avete sognato di trovarvi in una
situazione così, Rockopolis gdr è il gioco che fa per
voi.
Il concept del gioco.
In Rockopolis g.d.r. vestirete i panni di aspiranti
rockers disposti a tutto (se serve, anche ad andare
contro la Legge!) per diventare delle superstar.
L’underground delle band emergenti sarà il vostro
dungeon. I vostri “nemici” non saranno dei bavosi
goblin o dei giganteschi troll, ma le band rivali o e i
loro fans. Le vostre armi saranno i vostri strumenti,
la vostra voce e il vostro look. Perché nel mondo
dello spettacolo l’abito fa il monaco e il look giusto
può sfondare il muro dell’anonimato meglio di una
mazza ferrata.
25
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
il progetto/1
Come ogni rockstar che si rispetti, ognuno di voi
avrà dentro di sé una potentissima Musa ispiratrice,
capace di darvi una carica inarrestabile sul palco e
fuori. Nutrite la vostra Musa e sarete sempre carichi
di ispirazione. Peccato però che la Musa vi spinga
anche verso comportamenti che spesso definire
“antisociali” è un eufemismo. Sesso, droga e rock n
roll vanno sempre d’accordo, così come piromania,
eccessi di violenza, e tutte quelle “sane abitudini”
che contraddistinguono le rockstar. Più nutrirete la
vostra Musa, più scriverete canzoni indimenticabili
e suonerete come leggende del rock, sempre che
riusciate a risalire strisciando dall’abisso della
perdizione. Ogni singolo “giorno da leone” per voi
potrebbe essere l’ultimo, ma per arrivare al top siete
disposti a risvegliarvi in galera, al manicomio o
all’inferno!
Riusciranno i vostri compagni di band a sopportare
la vostra “musa ispiratrice”? E voi riuscirete a
sopportare le loro? In rockopolis il peggior nemico
è dentro di te. E come nei migliori gdr, dividere il
party significa game over!
 Setting e regolamento
Rockopolis gdr è ambientato nel mondo reale e
precisamente nell’underground socio-culturale
delle rock band emergenti italiane. I personaggi si
muoveranno nei locali più di tendenza e passeranno
dalle bettole più malfamate e dimenticate fino ai
palchi più prestigiosi della scena rock Italiana e
internazionale. Durante la loro ascesa, incontreranno
alcune delle band più famose della scena rock italiana
(e probabilmente si scontreranno!). Riusciranno a
raggiungere la fama internazionale o strada facendo
cadranno nell’abisso dell’anonimato?
Rockopolis g.d.r. è ispirato all’omonimo gioco da
tavolo e ha adottato il sistema Savage Worlds, per
le sue caratteristiche “fast, furious and fun” che ben
si sposano con lo spirito rock del setting. In più,
sono state apportate delle aggiunte ad hoc in modo
da rendere al meglio l’esperienza di “suonare live
sul palco” e la gestione della “musa interiore”. In
Rockopolis GDR la finalità non sarà quindi creare
un background che giustifichi una quest epica volta
ad affrontare nemici a suon di mazzate o incantesimi
potenti; la finalità, pur sempre volta a tenere unito
il gruppo ed essere incoronati il miglior gruppo
sulla piazza, sarà soprattutto riuscire a bilanciare i
demoni interiori (chiamati MUSE, ogni riferimento
al gruppo rock è intenzionale ) col pericolo di cadere
nel pozzo della perdizione dei propri vizi.
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
Una avventura, o una serie di avventure a formare
una campagna, in Rockopolis GDR potrà quindi
alternare scene action e scene narrative, che potranno
sublimare nella scena “ad hoc” del gioco, ovverosia
l’esperienza su palco, dove tutti i componenti
dovranno collaborare (o forse no!?) per infiammare
le anime dannate del loro pubblico!
Il progetto Rockopolis
Il progetto Rockopolis g.d.r. sarà lanciato sulla
piattaforma Kickstarter. Per ulteriori informazioni
seguite la pagina fb del progetto: https://m.facebook.
com/RockopolisGame/
Contribuendo al progetto potrete avere contenuti
esclusivi e darete una mano a creare uno dei gdr più
“anticonformisti” e “rock” della scena italiana.
di Gilbert Gallo
ROCKOPOLIS
Edito da: Minos Games
Autore/i: Gilbert Gallo e Andrea Sbragia
Pubblicazione: Prossimamente
Prezzo: ND
Clicca sul QR Code o scansionalo per visitare la pagina
facebook di Rockopolis.
 il progetto/2

una proposta per aspiranti designer con un'idea in mente

una parte essenziale del suo sviluppo; questo ancora
più vero quando si crea un sistema di gioco che vuole
ottenere un’esperienza focalizzata sull’affrontare
un tema ben preciso o nel ricreare un certo tipo di
genere di storia o narrativa.

Questo succede perché, anche quando le regole

E
ravamo su un social network fra amici a
funzionano bene “nella mente del designer”, i
scherzare su quale gioco di ruolo avremmo
giocatori portano sempre all’interno di una partita
dovuto scrivere per fare una partita così e
cosà quando in un commento sparai l’idea: le proprie esperienze pregresse, le proprie voglie e
per playtestare tutte queste idee servirebbe una la propria creatività: un gioco che voglia essere ben
PlaytestCon… e dopo aver cliccato invia mi resi realizzato deve per forza confrontarsi con esse e
conto che non era poi una brutta idea! l’autore deve verificare che la propria concezione di
gioco, lo scopo per cui è stato creato, regga in tutte
Fast forward di qualche mese e intorno all’idea
le situazioni e senza la presenza del designer stesso.
si è creato un gruppetto che comprende il canale
La continua ripetizione del circolo di sviluppo
youtube GDR Unplugged e Gdr al Buio, è nato un
e smussatura del sistema di gioco e successivo
sito internet e siamo presenti sui social su Facebook
playtest per poi tornare su sviluppo e smussatura
e Google Plus e c’è della gente che propone dei propri
è essenziale… ed è anche la più lunga e difficile!
giochi in lavorazione per poterli playtestare.
Per questo abbiamo pensato che fosse importante
dedicare una Con alla fase di playtest, per contribuire
Il Progetto a formare una cultura ludica in cui è normale che
L’osservazione sulla quale nasce l’idea è che nella
una persona abbia un proprio progetto e che ogni
comunità dei giochi di ruolo indie (la cui definizione
tanto lo metta alla prova in un ambiente rilassato ed
è tuttora fumosa) ci sono tante persone che
accogliente.
sviluppano giochi prima di tutto per la passione per
sistemi innovativi e coerenti, per l’atto creativo in sé,
Sottolineiamo accogliente perché non c’è un processo
e per la soddisfazione di giocarli con i propri amici,
di selezione da parte nostra delle proposte di giochi da
anziché con l’idea di fare il prossimo gioco dell’anno
playtestare. Il nostro è quindi un approccio neutrale
ed andare incontro ai gusti del mercato per vendere
anche se la maggior parte degli organizzatori della
copie su copie.
con giocano principalmente a “giochi indie” (con
tutte le virgolette del caso). C’è una sorta di direzione
Ci siamo resi conto che esistono iniziative che
artistica dato chei contenuti che proponiamo,
puntano a far creare giochi ai partecipanti, alcune
interviste, risorse ed approfondimenti sul game
famose come il Gamechef ed altre meno conosciute,
design, si soffermano sull’importanza di svilluppare
ma stranamente molto poche che promuovono il
giochi dal design coerente e focalizzato. Noi agiamo
Playtest dei giochi creati e, in alcuni casi, sono molto
quindi da facilitatori dell’incontro fra l’autore che
“per addetti ai lavori”.
vuole playtestare ed i giocatori sperando che le idee
dei primi incontrino i gusti dei secondi e viceversa.
Per questo abbiamo pensato che un modo per
Abbiamo pensato infine che fosse importante perché
contribuire alla nostra comunità fosse organizzare
sentivamo la mancanza di una “seconda tappa” che,
un evento del genere… e l’abbiamo fatto!
dopo il Game Chef, offrisse un’occasione per dare
continuità ai progetti presentati in quel concorso.
Ma cos'è un Playtest? Umilmente, consci della differenza in termini di
E perché è così importante da farci una Convention prestigio e partecipazione, PlaytestCon vuole offrire
dedicata? Mettere alla prova il prototipo di un gioco è quell’occasione.
27

alessia.gorrieri@gmail.com - #14869

La Prima Edizione
Si è svolta dal 9 al 18 febbraio 2018 e si è svolta
principalmente on-line: fin dall’inizio abbiamo
pensato che organizzare un unico punto di incontro
allo scopo di playtestare giochi sarebbe stato troppo
complicato e oneroso per le tasche dei partecipanti.
Anche se le attività sono state pensate per essere
principalmente online la collaborazione con Gdr al
Buio ha fatto sì che ci fosse una serata in cui, a Pavia,
si potesse giocare di persona.
La Con quindi è durata da un venerdì alla domenica
della settimana successiva e, per una prima edizione,
siamo stati moderatamente soddisfatti anche se
abbiamo avuto alcune difficoltà, primo di tutti la
visibilità del progetto.
I prototipi presentati sono stati sette, il che avrebbe
significato quasi un gioco a serata della Con, cosa
che ci ha rincuorato: in solo un mese di passaparola
e scarsa visibilità sono arrivate molte proposte.
Purtroppo i giochi playtestati, principalmente per
problemi organizzativi di chi li proponeva, sono
stati solo tre: abbiamo scoperto infatti che le cosa più
complicata di organizzare la Con sono due: trovare
gli autori che in quel periodo abbiano prototipo
pronto ed il tempo per testarlo, e trovare giocatori
che abbiano il tempo di provare i giochi.
Nonostante la Con abbia sofferto del classico
problema che hanno iniziative del genere alla prima
edizione, la mancanza di visibilità e le difficoltà
organizzative di dover fare tutto da zero, siamo stati
moderatamente soddisfatti dei risultati ed abbiamo
fatto tesoro degli errori fatti e di ciò che abbiamo
imparato per il futuro.
Fra i buoni risultati c’è il fatto che la proposta ha
suscitato un buon interesse fra gli appassionati e
gli addetti ai lavori; inoltre sia i video autoprodotti
con consigli e suggerimenti realizzati da Rugerfred
Sedda che l’intervista realizzata a Ron Edwards sui
temi di game design e playtest hanno avuto un buon
numero di contatti.
L’interesse dimostrato dalla comunità nel suo
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
complesso ci da’ la fiducia che l’idea sia giusta e che
dobbiamo impegnarci a creare le condizioni affinché
la PlaytestCon cresca.
La Prossima Edizione: Settembre 2018
Sulla scorta delle cose imparate nella prima
edizione quindi annunciamo fin da ora che nel
mese di settembre ci sarà la seconda edizione della
PlaytestCon. Come per la prima sarà una Con
principalmente online ma cercheremo di creare
alcuni punti di ritrovo in cui le persone di una zona
possano ritrovarsi, e magari conoscersi per la prima
volta, per playtestare un gioco.
Per meglio supportare gli autori proporremo che
chi propone un gioco da playtestare debba provare
almeno un gioco di un’altra persona: in questo modo
ci saranno più giocatori per tutti le proposte e ci sarà
un maggiore scambio di idee fra gli autori.
Per dare maggior visibilità al progetto e contribuire
alla circolazione di idee e pratiche invitiamo ad
usare i nostri social network per condividere risorse
e materiali, per proporre prototipi durante tutto
l’anno e per cercare, o offrirsi come, playtester dato
che lo sviluppo di un gioco è un’attività che non si
ferma mai.
Happy Playtesting.
di Filippo “Pippo Jedi” Zolesi
PLAYTESTCON
Un’idea nata sui social per aiutare gli autori
emergenti a mettere in circolo le proprie idee
e a condividere gli strumenti per realizzare al
meglio i propri giochi.
Scopri di più su questo progetto, cliccando o scansionando il
QR Code qui in alto.
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 LO SPECIALE

il mistero è servito
Che sia risolvere l’enigma per da risolvere per entrare nelle
antiche dimore naniche o trovare indizi sull’orrore cosmico che
sta divorando le coscienze e le menti di qualche cultista pazzo, il
mistero è una fonte inesauribile di spunti narrativi.

il manoscritto tra mistero e elementare!

di voynich malinconia Quale gioco usare per
Storia di uno dei libri Sweet Agatha di Kevin rivivere le avventure
più misteriosi mai scritti Allen Jr. di Sherlock Holmes?
A PAGINA 30 A PAGINA 33 A PAGINA 36

alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
 lo speciale
Il manoscritto di voynich
Storia di uno dei libri più misteriosi mai esistiti
I
l manoscritto Voynich, così chiamato in onore
del suo scopritore, Wilfrid Voynich, è definito
da Wikipedia e da gran parte del mondo
come il libro più misterioso mai esistito. Di
cosa si tratta esattamente? Stiamo parlando di un
manoscritto redatto tra il 1404 ed il 1438 (secondo
datazione al radiocarbonio, quindi quasi infallibile)
che descrive cose mai vedute nel nostro mondo, con
la stessa accuratezza di un trattato scientifico…
Ma non è finita. Il linguaggio utilizzato per scrivere
tale libro non è mai stato decodificato anche se, fino
ad ora, tantissimi studiosi ed esperti si sono cimentati
in quest’impresa! Sono 1400 anni che si cerca di dare
un senso al l manoscritto e, tra i vari studiosi che
hanno provato a capirci qualcosa, ci sono persino
alcuni esperti della NASA, per via delle costellazioni
raffigurate tra le pagine del manoscritto.
30
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
Non si sa neppure chi lo abbia realizzato e perché.
Giusto per farvi capire di cosa stiamo parlando
esattamente, ecco un riassunto dei contenuti del
manoscritto, da Wikipedia.
- Sezione I (fogli 1-66): chiamata botanica, contiene
113 disegni di piante sconosciute.
- Sezione II (fogli 67-73): chiamata astronomica o
astrologica, presenta 25 diagrammi che sembrano
richiamare delle stelle. Vi si riconoscono anche
alcuni segni zodiacali. Anche in questo caso risulta
alquanto arduo stabilire di cosa effettivamente tratti
questa sezione.
- Sezione III (fogli 75-86): chiamata biologica,
nomenclatura dovuta esclusivamente alla presenza
di numerose figure femminili nude, sovente immerse
fino al ginocchio in strane vasche intercomunicanti
contenenti un liquido scuro.

Subito dopo questa sezione vi è un foglio ripiegato
sei volte, raffigurante nove medaglioni con immagini
di stelle o figure vagamente simili a cellule, raggiere
di petali e fasci di tubi.
- Sezione IV (fogli 87-102): detta farmacologica,
per via delle immagini di ampolle e fiale dalla
forma analoga a quella dei contenitori presenti nelle
antiche farmacie. In questa sezione vi sono anche
disegni di piccole piante e radici, presumibilmente
erbe medicinali.
Piante mai viste sul nostro pianeta, costellazioni
sconosciute, donne immerse in vasche dal liquido
scuro, collegate tra loro da quelli che sembrano
essere tubi di qualche genere. State pensando quello
che sto pensando io? Non so a voi ma tutto questo
mi richiama immediatamente alla mente mondi
alieni, tecnologie sconosciute ed impensabili per
uno scrittore dell’epoca.
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
Un po' di storia
Parliamo brevemente della storia di questo libro:
il collezionista e libraio polacco Wilfrid Voynich
lo acquistò a Frascati nel 1912 nel collegio gesuita
di Villa Mondragone. I religiosi lo avevano messo
in vendita insieme ad altri 30 volumi, al fine di
raccogliere fondi per restaurare la villa.
Quando il polacco trovò in manoscritto Voynich tra
i vari volumi, accompagato da una lettera del medico
reale di Rodolfo II di Boemia, ne rimase stupefatto.
Il medico aveva inviato il libro a Roma per chiedere
al suo amico Athanasius Kircher, un poligrafo, di
provare a decifrarlo.
Ovviamente, tutto restò un mistero. Oggi la datazione
al carbonio ci ha potuto confermare l’età del
manoscritto (scritto tra il 1404 e il 1438), ma persino
Luigi Serafini, l’autore del Codex Seraphinianus,
il più strano libro al mondo, provò a studiare il
manoscritto e, non riuscendo a comprenderlo, lo
bollò come uno scherzo, una bufala, diremmo noi.
Via Libera alla Fantasia
Nelle nostre fantasie, quel libro potrebbe essere il
risultato di un rapimento alieno da parte dell’autore!
La scrittura è indecifrabile, ma come mai? Forse
si tratta di qualcosa che mescola nozioni umane
ed aliene? In un altro mondo, simile al nostro ma
posizionato in un altro punto della galassia (o di altre
galassie), d’altronde, non sarebbe ovvio osservare
costellazioni differenti dalle nostre, nonché vegetali
sconosciuti?
A cosa potevano servire, poi, le vasche nelle quali sono
state raffigurate innumerevoli fanciulle? Le ipotesi
fantascientifiche potrebbero essere infinite. Se avete
visto, come me, Battle Star Galactica, ad esempio,
la vostra mente starà senza dubbio pensando alla
clonazione. Siamo di fronte ad una specie aliena che
analizza noi esseri umani per clonarci e sfruttare il
nostro aspetto e le nostre conoscenze in una futura
invasione? Le donne, si trovavano in vasche di
liquido amniotico in stile Matrix? Direi che è inutile
che io vada avanti...
Michael Cordy, nel romanzo: Il Manoscritto di
Dio (The Source), ha invece concentrato la sua
 attenzione sulle piante sconosciute, ipotizzando che
il libro, se codificato correttamente, non sia altro che
una descrizione dettagliata del Paradiso Terrestre
perduto, il giardino dell’Eden! Dio cacciò gli umani
dall’Eden millenni orsono, ma si trattava di un’altra
dimensione, un altro pianeta, un posto segreto qui
sulla Terra? E se, studiando il libro, dovessimo essere
in grado di raggiungere il Paradiso Terrestre?
Ma proviamo a cambiare completamente ispirazione
ed a passare dalla fantascienza al fantastorico. Il
manoscritto potrebbe essere un codice segreto,
usato da un medico o un alchimista molto antico,
per nascondere le sue scoperte e le ricette dei suoi
farmaci miracolosi. Nel corso dei secoli, sulla Terra
sono apparsi vari medici considerati miracolosi, in
grado di creare pozioni segrete dal potere misterioso.
E se fossero tutte persone entrate in possesso, col
passare del tempo, del manoscritto? Quali altri
segreti potrebbe contenere questo libro… forse
persino ricerche sull’eterna giovinezza?
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E non dimentichiamo i giochi ottici. Molte delle
illustrazioni contenute nel libro, di fatti, possono
essere animate se si fanno scorrere velocemente le
pagine, altre rappresentano particolari effetti ottici…
e molte delle illustrazioni, si ipotizza ritraggano
cellule o tessuti visti al microscopio. Un intero
mondo, quello dei micro-organismi, che si pensava
fosse sconosciuto, nel 1400.
Vi lascio con queste e mille altre domande. Studiate
gente, di materiale ce n’è anche troppo nella rete e le
possibilità per fantasticare su questo libro sono quasi
infinite.
di Luca De Marini
il manoscritto di voynich
Il manoscritto è attualmente conservato
presso la Beinecke Rare Book and Manuscript
Library dell’Università di Yale, negli Stati
Uniti, con il numero di catalogo «Ms 408».
Scarica gratuitamente il manoscritto dal nostro sito,
scansionando o clicaccando sul QR Code in alto.
una sezione interna
tratta dal Manoscritto di
Voynich

mistero e malinconia
Sweet Agatha di Kevin Allen Jr.
N
el dicembre del 2006 il graphic e game
designer Kevin Allen Jr. annuncia, dalle
colonne del suo blog personale, di stare
lavorando a un nuovo gioco di ruolo per
due persone: Sweet Agatha. Si tratta di un’idea
ambiziosa: nel 2006, l’idea stessa di un gioco
progettato intenzionalmente per due soli giocatori
era qualcosa di rivoluzionario e, di fatto, i primi a
tracciare questo solco furono proprio Kevin Allen Jr.
con Sweet Agatha ed Emily Care Boss con Breaking
the Ice (edito in inglese nel 2005 e in Italia nel 2015,
da Narrattiva, col titolo di Rompere il ghiaccio, nella
raccolta Giochi d’amore). La versione definitiva
di Sweet Agatha sarà poi edita nel 2009, ma già
dal 2007 era in circolazione un prototipo che, tra
i molti, fu playtestato anche da Ron Edwards e da
Tim C. Koppang, due affermati giocatori e game
designer dell’area metropolitana di Chicago, attivi
sul forum americano “The Forge” (indie-rpgs.com),
in quegli anni al centro di un’importante ondata di
innovazione nel game design e nei modelli editoriali
di pubblicazione dei giochi di ruolo indipendenti.
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
lo speciale
Anni dopo, Ron e Tim dichiararono di essere stati
sempre enormemente scettici sull’idea di un gioco di
ruolo per due soli giocatori. Però, dopo aver giocato
a Sweet Agatha, scrissero un actual play memorabile
su “The Forge” nel quale riportavano la propria
esperienza e analizzavano il gioco: “[Sweet Agatha]
Stars, diamonds, and death” (potete ancora trovarlo
e leggerlo). Inoltre, Ron, nel 2009, pubblicò S/Lay w/
Me (edito in Italia da Narrattiva nel 2015) mentre
Tim, nel 2010, pubblicò Mars Colony (edito in Italia
da Coyote Press nel 2013). Sweet Agatha non aveva
solo conquistato i loro cuori; gli aveva anche aperto
le porte del design dei giochi per due.
Anche la vicenda editoriale di questo gioco è
particolare: dopo il prototipo del 2007 e la prima
edizione del 2009 (un libro a copertina morbida di
32 pagine), andata esaurita in breve tempo, il gioco
ha avuto una ristampa a tiratura limitata nel 2011,
anch’essa esauritasi immediatamente. Da allora,
Kevin ha ricevuto diverse richieste di ristampare il
gioco, ma i prezzi relativamente elevati di produzione
lo hanno sempre frenato.
 Inoltre, le richieste di produrre anche un’edizione
in formato elettronico, cosa che avrebbe favorito
la diffusione del gioco oltre oceano evitando le
proibitive spese di spedizione, sono sempre state
negate: Kevin riteneva che il gioco dovesse essere
fruito soltanto in formato cartaceo per godere di
un’esperienza piena (sotto vedremo perché).
Finalmente, però, nell’agosto del 2016, l’autore ha
rotto gli indugi e ha prodotto una versione digitale
– denominata, fin dalla copertina, “compromised
vision” (vale a dire: “ho trovato un compromesso
tra la mia visione del gioco e la sua fruizione”) – un
PDF di 23 pagine, grazie al quale abbiamo potuto
riapprezzarlo in tutto il mondo a sette anni dalla sua
prima pubblicazione.
“Ma” potrete rimproverarmi “non ci hai ancora detto
di che cosa parla Sweet Agatha!”. Avete ragione: Sweet
Agatha parla della ricerca di una persona scomparsa
e alla quale si è legati da un qualche sentimento. Il
gioco non dice né chi sia il protagonista (non per
forza un uomo) né quale sentimento provi di preciso
per Agatha, l’oggetto della sua ricerca, crudelmente
scomparsa dalla sua vita dall’oggi al domani. Di certo,
il protagonista conosce Agatha e non è disposto ad
accettare la sua scomparsa con troppa remissività:
stando seduto ad aspettare senza fare domande,
senza iniziare a cercarla.
È un gioco poetico, malinconico, viscerale, e tutto
questo viene fatto camminando a piè leggero su
qualcosa di assimilabile a quello che nel cinema e
nella letteratura è il genere neo-noir. Sweet Agatha si
presenta come un libro di 32 pagine di carta di qualità
fotografica rivestite da una copertina morbida. Si
colloca in un interstizio tra il triplice formato del
libro di fotografia, di letteratura e del manuale di
gioco. È pieno di fotografie tirate a regola d’arte; ha
poche parti testuali, scritte in maniera ispirata, in
modo da tracciare un percorso di “briciole di pane”
tra le foto; ha una sola pagina di regole.
Kevin ha spiegato in alcuni articoli e discussioni
sparsi su internet come riteneva che dovesse essere
la fruizione ideale del suo gioco. Un ideale utente
avrebbe potuto trovare il suo libro sugli scaffali di
una libreria; attirato dal suo formato e dopo aver
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sfogliato le sue pagine, lo avrebbe potuto comprare,
per leggerlo con più attenzione una volta arrivato a
casa.
Così, avrebbe scoperto che Sweet Agatha racconta
una storia solo parziale. Le foto e il testo tracciano una
linea a tratti vaghi, prevalentemente d’ispirazione:
una donna, qualcuno attorno a lei, momenti intimi,
poetici, malinconici. La sparizione, diversi luoghi
misteriosi, persone, messaggi scritti, messaggi in
codice, un percorso disseminato di rivelazioni. E,
alla fine, una domanda: “If she isn’t lost then is she…
found?” (“Allora, se non si è persa, alla fine… l’hai
trovata?”).
Poi, c’è questa unica pagina di regole: poche, semplici.
Chi ha comprato il libro è il Lettore (Reader); egli
deve ritagliare le parti del libro delimitate da linee
rosse: questi sono gli Indizi (Clues), dei pezzettini di
carta triangolari con sopra degli spunti per la storia
in forma scritta. Deve andare da un suo amico, la
Verità (Truth), e dirgli che ha bisogno del suo aiuto
per completare la storia della “dolce Agatha”.
Per completare la storia, neanche a dirlo, occorre
seguire le regole. Il gioco si svolge nello spazio di dieci
scene, impostate a turno dai giocatori. In ogni scena,
il Lettore deve giocare nel ruolo del protagonista della
storia, colui che sta cercando la scomparsa Agatha,
mentre la Verità deve giocare gli altri personaggi
e ritrarre il mondo; entrambi possono sconfinare
limitatamente sulle autorità narrative dall’altro. In
ogni scena la Verità deve lasciar cadere tre Indizi che
sono in grado di tracciare delle strade attraverso le
quali rintracciare Agatha, oppure delle false piste,
per quanto plausibili (il manuale include 67 Indizi,
per cui in una partita se ne utilizzano al massimo 30:
meno della metà).
Il gioco termina obbligatoriamente alla decima
scena. Nessun obbligo di trovare Agatha, nessun
obbligo di nasconderla: la storia è completamente
emergente e cambia a ogni partita. Tra gli Indizi,
è possibile vedere qualcosa come quattro o cinque
nuclei tematici fondamentali, ma non lasciatevi
ingannare: si tratta di semplici “briciole di pane”
dalle mille interpretazioni possibili.
 L’idea è che, facendo violenza a un libro di carta
fotografica di alta qualità, per ritagliare gli Indizi,
il Lettore compia un atto distruttivo nei confronti
dell’arte che, in qualche modo, riecheggia dell’atto
distruttivo che il Lettore della storia, il suo
protagonista, compie verso l’idea di Agatha che
pensava di avere. Se tutto stava andando bene nella
vita della giovane donna, allora perché è scomparsa?
(Per un’ironia della sorte non troppo casuale, credo,
agathé, in greco antico, significa proprio “buona”).
Questo è uno dei temi noir per antonomasia: il
contrasto tra l’essere e l’apparire delle persone.
Tutti noi portiamo dentro dei segreti, che celiamo
agli altri a costo di noi stessi. A volte, questi segreti
vengono a galla, e il conflitto tra individuo e società,
tra morale privata e morale pubblica, si risolve con
tinte tragiche e malinconiche.
È una storia senza speranza, dal finale tragico, già
scritto? Non credo. L’unico modo che avrete, anche
voi, per scoprirlo è quello di giocare e ripercorrere
le tracce della scomparsa e non buona dolce Agatha.
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Nel frattempo, se siete interessati, potete trovare
delle registrazioni di partite complete sui canali
YouTube “Giù lo Schermo” e “GDR Unplugged”,
mentre potete trovare diverse discussioni in italiano
che parlano del gioco sul forum “Gente che gioca”.
Sweet Agatha è stato vincitore della categoria “Gioco
più innovativo” agli Indie RPG Awards 2008, ed è
arrivato finalista nelle categorie “Gioco dell’anno”
e “Migliore produzione”; inoltre, ha ricevuto una
nomination per l’“Eccellenza nel gioco” ai Diana
Jones Awards 2009.
di Daniele Di Rubbo
Sweet agatha
Edito da: Kevin Allen Jr. Design
Autore/i: Kevin Allen Jr.
Pubblicazione: 2008
Prezzo: 6$
Clicca sul QR Code o scansionalo per acquistare il pdf di
Sweet Agatha dal sito dell’autore.
 lo speciale
elementare!
Quale gioco usare per vivere le avventure di Sherlock Holmes?
Negli ultimi periodi il gioco di ruolo sta avendo una
seconda, florida, primavera. In questo ambito quindi
nascono (o rinascono, come in questo caso) prodotti
che si trovano su una sfumata linea di demarcazione
tra il gioco di ruolo e il resto del mondo. In particolare
voglio parlarvi oggi di un gioco da tavolo che sta
nel punto triplo di separazione tra il gioco di ruolo,
il gioco da tavolo e il librogame ovvero Sherlock
Holmes, Consulente Investigativo.
In questo particolare gioco vi troverete ad
impersonare gli Irregolari di Baker Street e, nei
salotti della Londra vittoriana sarete impegnati ad
ascoltare Lestrade o lo stesso Holmes presentarvi
un caso intricato, con al centro, ovviamente, un
omicidio. Ogni caso è composto da un fascicolo con
dei paragrafi numerati, ognuno dei quali corrisponde
ad un luogo o ad un personaggio interessato nel
caso. Dalla vostra avete i quotidiani dove trovare
indizi utili a risolvere il caso, un elenco di nomi ed
indirizzi (e numeri di paragrafo) e una cartina della
Londra dell’epoca. A questo punto il vostro scopo
è, leggendo il minor numero di paragrafi possibili,
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risolvere il caso e rispondere a tutte le domande
finali, o al più alto numero possibile di esse. Alla
fine ogni, confrontando le vostre risposte con quelle
della soluzione otterrete dei punti a cui toglierete
un valore proporzionale al numero di paragrafi che
avete dovuto leggere. Il risultato finale deve essere
confrontato con 100, il punteggio fatto da Sherlock
Holmes per risolvere il caso.
Fino a qui, direte voi, sembra un bel gioco da tavolo
con una spruzzata di colore narrativo di sottofondo.
Effettivamente non esiste nessun metodo di
risoluzione di alcunché, come nei più comuni giochi
di ruolo, né un vero personaggio da interpretare.
Esiste comunque un SIS, uno Spazio Immaginario
Condiviso, creato sia dall’ambientazione generale sia
dalla storia che di volta in volta andrete a giocare,
ai vari PNG di cui leggerete che al fatto di avere
tra le mani i quotidiani che sembrano veramente
uscire dalla fine del 1800. E se il SIS è la minima
parte necessaria per poter parlare di un gioco di
ruolo, la discrimina fondamentale tra questo tipo di
gioco e tutto il resto, sicuramente Sherlock Holmes,
 Consulente Investigativo si affaccia a questo hobby
prepotentemente.
Ultimo, ma non meno importante, ad un occhio
un minimo esperto che capiti sottomano questo
gioco sarà sicuramente balzato alla mente il fatto
che ogni fascicolo sembri praticamente un modulo
avventura di un’avventura gialla appassionante.
Questo quindi ci porta alla naturale conclusione
di questa presentazione ovvero quella di giocare
ogni avventura di questo gioco da tavolo con un
regolamento di un gioco di ruolo apposito. Io ne ho
individuato uno molto adatto, anche se sicuramente
ce ne possono essere altri, ovvero Sulle Tracce di
Cthulhu. Il gioco in questione permette di emulare le
storie dei miti di Lovecraft ma il regolamento che sta
nel gioco, il GumShoe, focalizza la propria attenzione
sull’investigazione, rendendola quindi principale e
dando strumenti efficaci per farla. Ad esempio, visto
il problema che affligge tipicamente i giochi che
pensano di essere giocati in avventure investigative,
Sulle Tracce di Cthulhu non fa fare nessun test nel
37
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
momento in cui un personaggio voglia investigare.
Semplicemente occorre dichiarare l’abilità adatta
(che il master sa essere tale per quella particolare
scena) e ottenere un primo indizio. Ogni abilità poi
contiene un pool di punti che possono essere spesi
per avere indizi sempre più efficaci, superando del
tutto quindi il problema della paralisi dell’indagine
dovuto ad un errato lancio sull’abilità adatta.
Sulle Tracce di Cthulhu quindi, tornando al discorso
originario, rende molto semplice giocare un caso
di Sherlock Holmes, Consulente Investigativo
poiché ognuno di essi è strutturato proprio come
una sequenza di indizi da trovare e da scoprire
e, un master che si trovi per le mani uno di questi
fascicoli, riuscirà in un tempo molto breve ad
adattare le bellissime indagini del gioco da tavolo
ad un’avventura ambientata nella londra vittoriana
per un manipolo di investigatori in erba sotto l’ala
protettiva di Sherlock Holmes.
di Giacomo Bellucci
 Sherlock Holmes
E il Caso Blackbird
sherlock holmes e il
caso blackbird
È un gioco di ruolo per 2-5 persone
in cui i giocatori vestiranno i panni
di Sherlock Holmes e dei suoi alleati
o nemici per risolvere il mistero della
morte di Lady Blackbird. Basato sul
regolamento di Lady Blackbird di John
Harper, puoi scaricarlo
liberamente cliccando o
scansionando il codice
QR qui a lato.
Testi, Impaginazione e Grafica
Luigi Briganti
Liberamente ispirato a
Lady Blackbird di John Harper. Le avventure
di Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan
Doyle. La serie di Sherlock Holmes diretta
da Guy Ritchie. Sherlock, la serie tv con B.
Cumberbatch e Martin Freeman. Il gioco da
tavolo/librogame Sherlock Holmes - Consulente
investigativo di Raymond Edwards, Suzanne
Goldberg e Gary Grady.s, Watson&Holmes di
Jesus Torres Castro.
Questo documento è rilasciato sotto licenza
Creative Commons Attribution Non-
Commercial Share Alike 3.0.
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-
sa/3.0/us/
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Dal Times del 18 Maggio 1893
Un misterioso omicidio è stato compiuto stanotte nei pressi della villa
Blackbird a Royal College Street. Il cadavere di Lady Natalie Blackbird, futura
moglie del rispettabile armatore Lord Henry Carlowe, è stato rinvenuto nella
sala da pranzo della dimora di famiglia, riverso a terra in una pozza di sangue.
La vittima ha ricevuto un unico colpo di pistola in pieno petto.
I domestici della villa hanno dichiarato di non aver sentito alcun rumore, né
di essersi accorti di nulla, dal momento che dimorano nell’ala opposta della villa
e da lì è difficile carpire il minimo rumore proveniente dall’ala est. Si è invece
accorta dello sparo la sorella gemella della vittima, Lady Norah Blackbird, anche
lei nubile e dimorante nella magione di famiglia. Lady Norah ha perso i sensi
quando ha fatto la macabra scoperta ed è stata soccorsa solo la mattina dopo dal
maggiordomo che ha infine chiamato la polizia.
L’ispettore Lestrade di Scotland Yard, prontamente intervenuto sul posto,
ha raccolto le testimonianze dei presenti, dalle quali è emerso che dagli oggetti
della vittima mancherebbe un prezioso pendente d’oro rappresentante la metà
di un sole, lasciatole in eredità dal defunto nonno Lord Blackbird, con cui le
due sorelle sono cresciute dopo la morte prematura dei genitori. L’altra metà
del pendente è in possesso di Lady Norah che si è accorta subito dell’assenza
dell’oggetto quando ha ripreso i sensi.
Il conte Carlowe, straziato dal dolore, auspica una pronta
risoluzione del caso e si augura che l’assassino e ladro venga
prontamente consegnato alle autorità e giustiziato per questo
orrendo crimine.
Sulla scena del delitto sono giunti anche il noto investigatore
privato Sherlock Holmes e il suo fidato collega il dottor John
Watson, probabilmente chiamati da Lestrade.
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 39

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 IMAGO MORTIS

UNA NOTTE AL GHIBLI

Avventura introduttiva per Imago Mortis

è un jazz bar, perso nella nebbia del cui si basa Imago Mortis è quello del gioco di ruolo

C Naviglio Martesana, a nord-est di Milano,

il cui proprietario, un vecchio libico,
ama raccontare storie di paura. Dopo la
mezzanotte, quando per i comuni avventori
il locale è chiuso, il vecchio offre da bere a chi racconta
la storia più terrificante della serata.
Certe strane notti è possibile incontrarci Augusto
Ghites, bere una sambuca e fumarsi una sigaretta
di tabacco mescolata con le ceneri di Chet Baker, il
cui spettro evoluisce fra i pochi stupefatti avventori
suonando “My Old Flame”…
Samuel Marolla
Una notte al Ghibli è un’avventura introduttiva
per Imago Mortis, adatta a 3-6 Detective di Rango
Principiante.
Questa che leggete è una versione speciale della prima
avventura presente nel manuale base di Imago Mortis,
realizzata espressamente per GDR Time, in italiano e
in modo da non necessitare il manuale ufficiale Imago
Mortis Setting Book per giocare. Il regolamento su
40
bestseller internazionale Savage Worlds, pubblicato
dalla Pinnacle Entertainment e localizzato in Italia da
GG Studio. Potete trovare una versione gratuita delle
Regole Veloci di Savage Worlds sul sito di GG Studio.
Se lo scenario vi piace, nella versione gratuita
introduttiva del gioco e nel manuale base troverete
molti più dettagli sull’ambientazione e le regole
specifiche per giocare i vostri Detective e affrontare
i casi del Bureau.
Che cos'è Imago Mortis
Molte metropoli europee sono contaminate da un male
interno, che prende forma dalle configurazioni stesse
delle città moderne e si manifesta in luoghi infestati e
macabri, da cui emerge il mare nero dell’Oltretomba
come una fogna che straripa in una strada secondaria.
Milano è una di queste, per qualcuno la più pericolosa
e corrotta tra tutte.
Imago Mortis Savage Setting è una ambientazione

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 introduttive e la Plot Point Campaign che sta per
essere pubblicata (scritta assieme ad Andrea Mollica)
sono ambientate in una Milano quanto più oscura e
deviata riusciate a immaginare, ma il gioco assume
che il Bureau di cui i detective dei giocatori sono
chiamati a far parte sia ramificato in molte altre
città europee. È quindi un gioco ambientato nelle
città della vecchia Europa, le più grandi, pericolose
e oscure.

È un gioco in cui i personaggi dei giocatori sono

Detective membri di un’Agenzia europea che sta in
maniera altamente riservata, tenendo sotto controllo
una misteriosa e improvvisa esplosione di fenomeni
paranormali nel cuore più marcio e decadente di
alcune città, quasi sempre legata a contesti criminali.
Che siano questi fenomeni a suscitare violenza e
crudeltà negli uomini, o viceversa, i Detective del
“Bureau”, veri e propri Indagatori dell’incubo,
devono dunque risolvere casi inquietanti che hanno
sempre risvolti criminali e paranormali, in un
connubio che diventa man mano più complesso,
disturbante e intricato.

Attualmente la linea di Imago Mortis prevede il

Manuale Base e una Preview gratuita che contiene
un gruppo di ragazzI già materiale giocabile e una descrizione generale
intente a giocare con Dungeon Next. di cosa il gioco sia, ma una campagna e altre
avventure stanno per arrivare, sempre in inglese. Se
questa commistione tra paranormale e crimine vi
ufficiale per Savage Worlds scritta da Mauro Longo,
incuriosisce, se volete giocare un horror moderno
tutta italiana nell’ideazione e nello sviluppo, ma
ambientato in una città italiana o se vi chiedete come
inglese nella pubblicazione e nella distribuzione. Il
sia possibile portare in gioco racconti e romanzi
gioco è stato pubblicato dalla GRAmel, che pubblica
horror italiani moderni, allora Imago Mortis è il
anche Tropicana – creato dallo stesso autore, assieme
gioco che fa per voi.
a Giuseppe Rotondo - e altri splendidi Mondi
Selvaggi per Savage Worlds (Beasts & Barbarians,
“La morte è solo una questione di prospettiva”.
Nemezis ecc…).
Retroscena per il Game Master
Il mondo fantastico che è stato trasposto in gioco di
Carmine Branca, il boss della famiglia Branca, è
ruolo è realizzato a partire dal romanzo horror noir
morto cinque anni fa in una sparatoria, lasciando
dello scrittore Samuel Marolla che porta lo stesso
la sua organizzazione criminale in mano ai tre figli
nome (pubblicato da Acheron Books), mescolandoci
Bastiano, Lorenzo e Vito. I tre si sono divisi i rioni
dentro tante idee da altre opere dell’autore milanese
di Milano che la famiglia controllava, ma Bastiano
e di altri scrittori italiani e stranieri dell’horror e del
non sembra essere in grado di gestire la sua parte di
fantastico, come Fritz Leiber, Thomas de Quincey,
“eredità”, e ben presto la manda sull’orlo della rovina.
Montague Rhode James, Alessandro Girola, Davide
Un anno orsono, tuttavia, Bastiano viene in contatto
Mana e Fabrizio Borgio, parterre di autori e di
con una misteriosa “mavara” che gli promette di farlo
opere che si conta di ampliare il più possibile con il
diventare nuovamente un capo onorato. Bastiano
proseguire delle pubblicazioni.
acconsente e l’anziana spiritista evoca lo Spettro di
Carmine, che fornisce nuove istruzioni al figlio.
Il Manuale Base del gioco, le prime avventure
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
 Dapprima titubante, Bastiano finisce per seguire
queste indicazioni e il suo ramo della famiglia ritorna
a prosperare, anche se il boss acquisisce una nuova
nomea di “pazzo invasato e sanguinario”.
Nei mesi successivi, il boss torna più e più volte dalla
mavara e il vecchio Carmine diventa nuovamente il
vero capo della famiglia, comandando la sua ‘ndrina
dall’Oltretomba.
Infine, guadagnata la fiducia del figlio, lo Spettro
spinge Bastiano a operare per un nuovo rituale, che
servirebbe a farlo tornare per sempre nel Mondo
Terreno. Quello che Bastiano non sa è che il rito
servirà a far possedere in maniera permanente il suo
corpo dallo Spettro, e che il padre gli sta giocando
davvero un brutto tiro...
Per completare il rito serve di procurarsi una grande
quantità di “Cruore”: sangue strappato a una donna
torturata, mentre ancora in vita. Per questo motivo,
negli ultimi giorni, Bastiano ha ordinato al suo
scagnozzo più efferato, Dragomir, di rapire delle
donne, torturarle, estrarne Cruore e poi ucciderle
secondo uno schema che depistasse la polizia e i
possibili Detective che dovessero occuparsene.
I corpi morti vengono fatti a pezzi e disposti a terra in
uno schema che simula un qualche rituale, in realtà
privo di senso.
A causa di questo strano Modus Operandi, il caso
arriva all’attenzione dell’ufficio di Milano del Bureau,
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
quindi il Direttore convoca i Detective dei giocatori
per il briefing.
Il Briefing
Questo potrebbe essere il primo caso per i Detective (e
per i giocatori), e così il Game Master, impersonando
il Direttore Pietro Orziero, li convoca nella Sala
Briefing per spiegare loro il caso e i dettagli operativi
del loro mandato.
È il momento migliore per introdurre l’ambientazione
ai giocatori e spiegare cosa i loro detective possono e
non possono fare quando indagano uno dei loro casi
(ottenere mandati ufficiali, collaborare con la polizia,
non farsi notare, non rivelare a nessuno di cosa si
occupano davvero). È anche il momento migliore
per far conoscere i personaggi (e i giocatori?) tra loro
e spiegare quali sono le specifiche abilità di ciascun
Detective (vedi Appendice 2).
Per quanto riguarda il caso, Orziero delinea
semplicemente la situazione in termini generali: due
donne sono state trovate morte nei loro appartamenti,
torturate, uccise e infine fatte a pezzi, con parti
del corpo disposte su simboli arcani disegnati sul
pavimento con il loro sangue. Mostra loro le foto e i
dettagli scoperti dalla polizia e afferma che:
• Gli esperti del Bureau non hanno riconosciuto
il rituale o i simboli disegnati.
• Sembra che le vittime non si conoscessero
e appartengano a zone e classi sociali
diverse. Loredana Minarghini è la figlia di
un imprenditore, mentre Sveta Slepneva
una studente della Bocconi proveniente da
Mosca.
• A domanda diretta: c’è effettivamente
molto poco sangue sulle scene del delitto.
Quello usato per disegnare i simboli è forse
un quinto di quello che ci sarebbe dovuto
essere.
Orziero non ha altre informazioni sul caso,
ma ha preso appuntamento per quella sera
per conto dei Detective con Augusto Ghites,
un consulente del Bureau che potrà dare loro
altri dettagli e informazioni.
Scena 1: Il Ghibli
Il Ghibli è un noto posto di ritrovo per quelli
del Milieu, ovvero tutti quelli che, come i
Detective impersonati dai giocatori, sono
consapevoli dell’esplosione di fenomeni
paranormali a Milano e nel resto dell’Europa.
È anche uno dei pochi luoghi considerati
un “santuario” contro i terrori provenienti
 dall’Oltretomba, e dov’è possibile ritrovarsi e parlare
di quello che sta succedendo senza essere presi per
folli – perlomeno dopo la Mezzanotte, quando il
proprietario serra i battenti per gli avventori comuni
e lascia aperta solo una porta sul retro per quelli del
Milieu.
Quando i Detective arrivano, Ghites sta fumando e
bevendo la sua sambuca, come sempre. Fa loro un
cenno per farli avvicinare e inizia a raccontare quello
che sa.
Augusto Ghites è un detective privato un po’
scalcagnato, ma grande esperto di quello che sta
succedendo, uno dei primi a Milano ad occuparsene,
quando ancora non esisteva neppure il Bureau. È
anche un Cineromante, ovvero un medium che
riesce a evocare le Ombre dei morti tramite le loro
ceneri, sniffandole, ingerendole o usandole in altri
modi più creativi.
Secondo quanto si dice nel Milieu e nei bassifondi,
dietro all’omicidio delle due donne è coinvolta la
‘Ndrangheta, e in particolare il ramo della famiglia
Branca gestito da Bastiano Branca, la più potente
delle ‘ndrine di Milano, che da decenni gestisce
estorsioni, spaccio e prostituzione.
Sembra che sia stato uno dei tirapiedi della famiglia,
un killer slavo chiamato Dragomir, a seviziare e
uccidere le due, ma nessuno sa perché e i simboli
ritrovati sul posto non dicono nulla neanche a lui.
I due corpi sono ora all’obitorio e non sono sotto un
controllo particolarmente stretto della polizia, ma,
per vederli i Detective hanno bisogno di un permesso
speciale che arriverebbe in non meno di tre giorni, o
devono trovare una via più “furtiva” per entrare. Stessa
cosa in caso vogliano visitare le scene del delitto.
A questo punto, le piste da seguire potrebbero essere
le seguenti:
• Cercare i gangster della famiglia Branca e
seguirli fino a incontrare Bastiano (Ghites lo
sconsiglia caldamente).
• Cercare indizi o informatori nei bassifondi.
• Cercare indizi ulteriori sui rituali. Come già
detto, questi indizi non esistono. Tuttavia,
alcuni dei Detectives o Ghites potrebbero
decidere di chiedere a qualcuno che conosce
questa materia meglio di chiunque altro: lo
Stramadhezo, giù nella Tormenthada.
• Esaminare le scene del crimine o i cadaveri.
• Evocare le Ombre delle due vittime con una
Seduta e chiedere direttamente a loro.
Scena 2: Pioggia di Piombo
Qualsiasi cosa i Detective decidono di fare, non
appena esce con Ghites dal Ghibli il gruppo viene
accolto da una scarica di mitra. Un agguato dei Branca
coglie tutti impreparati proprio sul retro del locale.
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
Questa sparatoria si può mettere in scena come un
Combattimento regolare o come Combattimento
Rapido a -2 o -4, a causa della sorpresa e del vantaggio
numerico. I Branca hanno copertura media dietro o
dentro le auto (-2) e il loro scopo è uccidere Ghites
e spaventare gli altri, visto che hanno iniziato a
seguirlo quando hanno sentito che faceva troppe
domande in giro.
Affiliato dei Branca: 2 per ogni
Detective +2.
Dopo la prima pioggia di colpi, Ghites o chi si
mette in allerta annuncia che stanno arrivando
altri criminali, e che non è salubre rimanere da
queste parti: Ghites attirerà via la banda, i Detective
procedano secondo quanto stabilito. Si ritroveranno
domani al Duomo a Mezzogiorno: se possibile con
qualcosa in più di cui parlare.
Se gli Indagatori vogliono continuare a combattere,
butta dentro 2 altri Affiliati della banda per ciascuno
di essi e Dragomir, il capo del commando. Questo
combattimento deve essere chiaramente mostrato
dal Game Master come pericoloso (cosa che in fatti
è), e se i Detective insistono per rimanere è possibile
che alcuni di essi vengano feriti gravemente o uccisi.
Se sconfitti, i Branca sanno poco della questione.
Effettivamente a volte uno o due di loro hanno
seguito Dragomir nei rapimenti e nelle efferatezze,
ma non hanno idea del perché vengano uccise o di
cosa siano quei segni che il loro capo traccia.
È proprio Dragomir ad adescare le donne nel locale
che gestisce, l’Iguana, a catturarle, torturarle ed
estrarne il Cruore, ma l’uomo non conosce altri
retroscena se non che “Bastiano sta giocando con
cose che non dovrebbero venire alla luce”.
Scena 3: Cenere alla cenere
È il momento di seguire gli indizi e le piste emerse
finora.
• Cercare e pedinare i Branca: I Detective in un
modo o nell’altro arrivano all’Iguana, il night
club alla moda gestito dai Branca. Bastiano
Branca trascorre lì la nottata, dedicandosi
ai bagordi e cercando la prossima vittima
per il rito finale. Se i Detective non fanno
nulla per fermarlo, lui attira una ragazza nel
suo privée, la droga e infine la fa portare da
Dragomir alla propria villa, fuori Milano. Un
attacco diretto contro i gangster, all’Iguana o
alla Villa, è molto pericoloso, anche perché
gli avvocati dei Branca li possono facilmente
fare passare per aggressori.
• Cercare informazioni nei Bassifondi: tutti
puntano verso l’Iguana e la Villa. Se arrivano
per vie traverse, i Detective possono assistere
 a distanza al rapimento della ragazza e
all’arrivo alla Villa.
• Cercare indizi ulteriori sui rituali: i corpi
fatti a pezzi e i glifi sul pavimento sono dei
depistaggi, MA se i Detective si concentrano
proprio su questo e sulla mancanza di
sangue sulle scene del delitto, allora possono
ricostruire i fatti e la storia del Cruore, una
componente utilizzata per evocare entità
paranormali permanentemente nel mondo
terreno. Con una indagine particolarmente
riuscita, i Detective trovano che in passato
lo Stramadhezo ha già fatto più volte a pezzi
coloro che cercavano di usare questa pratica.
Forse questa inquietante Entità potrebbe
essere d’aiuto nel caso...
• Esaminare le scene del crimine o i cadaveri:
non ci sono indizi materiali sul caso sfuggiti
alla Polizia o da recuperare, ma i Detective
potrebbero effettuare delle Sedute nei luoghi
dei delitti o compiere qualcuno dei loro
trucchi alla presenza dei cadaveri. Vedi il
prossimo punto.
• Evocare le Ombre delle due vittime: i
corpi sono conservati nella cella apposita
dell’Ospedale convenzionato con la Polizia di
Milano. Le salme non sono particolarmente
sorvegliate, ma si deve trovare il modo di
penetrare nottetempo nella “Sala deposito e
osservazione” e avere il tempo di compiere lì
qualche rituale o trafugare un pezzo di salma
da ridurre in cenere per effettuare trucchi da
Cineromante. Si può accedere facilmente al
Pronto Soccorso, ma da lì occorre avere un
buon piano. Ci sono in giro paramedici un
po’ distratti, ma anche due guardie notturne
e una giunonica e ostile capoturno. Se i
Detective riescono nell’operazione, come
che sia, e interrogano le Ombre delle ragazze
morte, ottengono le seguenti indicazioni:
l’Ombra di Loredana dice che “chi l’ha uccisa
è e non è di questo mondo”, che “il padre vuole
il corpo del figlio”, e infine che “il Cruore, il
sangue dei tormentati, è la chiave di tutto”.
L’Ombra di Sveva rivela invece che in fin
di vita ella ha sentito i suoi assassini parlare
dell’ “Uomo con la tuba, che li avrebbe uccisi
se avesse saputo le loro intenzioni” e di nuovo
che “il Cruore, il sangue dei tormentati, è la
chiave di tutto”.
In tutti i casi, i Detective dovrebbero capire che
sarebbe utile parlare con lo Stramadezho, che è
anche “l’uomo con la tuba” in certe descrizioni e
raffigurazioni occulte sulla Milano segreta.
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Scena 4: Il cammino di sabbia e
ossa
Lo Stramadhezo è una figura leggendaria nota ai
membri del Milieu di Milano, un’Entità neutrale,
pericolosa ma non ostile, che molti identificano
in un Caronte rinnegato che ha deciso di farsi i
fatti suoi in un luogo a metà strada tra il Mondo
Terreno e l’Oltretomba, una delle cosiddette
Anticamere. Questo luogo è conosciuto come la
Tormenthada, il Quartiere Oscuro di Milano, un
rione segreto all’interno della Cerchia dei Bastioni.
Si dice che esso sia stato costruito (o consolidato) da
Leonardo da Vinci, secondo architetture e schemi di
Megapolisomanzia, atti a tenere distinti il mondo dei
vivi e quello dei morti.
A seconda di chi siano i Detective e di quali sistemi
vogliano tentare, ci sono tre vie che questi possono
percorrere per raggiungere il Quartiere Oscuro:
A: Il dipinto di Arcimboldo. Fra i numerosi graffiti
di street-art del muro che circonda l’ippodromo di
San Siro c’è n’è uno antichissimo, un dipinto murale
mimetico dipinto da Arcimboldo che nasconde uno
degli Spiragli verso la Tormenthada. Il dipinto è
mimetico nel senso che cambia di continuo forma
e posizione e ci vuole una Prova di Percezione a -2
per notarlo, una volta individuata la zona corretta.
Il portale-dipinto è protetto inoltre da un antico
Paramentale fatto di frutta e verdura (come un
mostro di Arcimboldo) però marcia. Dopo aver
trovato il dipinto, bisogna sconfiggere questo
avversario, generato dal Vento dei Morti che soffia
dallo Spiraglio.
B: Le ceneri di Rovani. Questo celebre scrittore
pazzoide, membro della Scapigliatura, conosceva
l’ubicazione della Tormenthada. Vanno quindi
trovate le sue ceneri al Famedio del Cimitero
Monumentale di Milano (attenzione alle Ombre che
i Detective potrebbero trovarvi), per poi evocarlo
con una Seduta o la Cineromanzia, richiamando cosi
la sua Ombra, che mostrerà il cammino. Rovani è
Neutrale nei confronti dei Detective, e li aiuta solo
se questi lo portano in qualche posto frequentato da
giovani scapestrati “moderni”, prima di andare nel
Quartiere Oscuro. Durante tutto il tempo, Rovani
si manifesta accanto ai Detective e questi dovranno
spiegare ai passanti cosa ci faccia assieme a loro
“quel tipo strano vestito come nell’800, che canta a
squarciagola canzoni di rivolta”.
C: La Testa del Boggia. La testa mozzata di questo
famoso serial killer, “il Mostro di Milano”, è stata
regalata al laboratorio di Lombroso ed è andata poi
fintamente trafugata, per inserirla nell’Athaeneum dei
Lombrosiani di Milano, il luogo dove si conservano
 le orrende memorabilia del loro mestiere. Anche se
tra i Detective vi è un Lombrosiano, essi dovranno
comunque trafugare la testa dall’Athaeneum, una
sorta di gabinetto delle meraviglie/laboratorio
segreto, perchè il responsabile di questa setta non la
presterà mai volontariamente. La testa del Boggia è
inoltre ancora attiva e capace di parlare e indica la via
verso la Tormenthada, se tenuta come una lanterna.
Peccato che la scena non sia propriamente semplice
da spiegare ai passanti...
In tutti i casi, superata la prova, ci si ritrova a
discendere verso un luogo contorto e deviato, con
un canale (impossibile) che procede in discesa (ma
l’acqua sale verso l’alto). Lungo l’argine del canale,
tra cunicoli e passaggi, ci sono sabbia e ossa. Infine,
una porticina di legno si schiude sulla Tormenthada.
Scena 5: Tredici a Mezzanotte
La Tormenthada appare come una sorta di Milano
rinascimentale, distorta e inquietante, sotterranea
ma ricoperta da un cielo nero. Molte sono le Ombre
lugubri che la attraversano o gli esseri grotteschi che
si aggirano tra palazzi contorti, gli edifici colossali e
strade intrecciate di catene di ferro. Altri sembrano
riflessi di uomini di ogni nazionalità e epoca. Si
tratta di uno di quei luoghi chiamati Anticamere,
regioni situate tra la vita e la morte, tra il mondo
terreno e l’Oltretomba, a cui a volta si può accedere
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attraversando uno degli Spiragli che si aprono nel
Sipario, la cortina che divide i due mondi.
La Tormenthada esiste per l’arco di una sola notte, e
tutti quelli che ci entrano, da ogni parte del mondo
o epoca arrivino, si ritrovano a convivere nello stesso
lasso di tempo, anche se in forma più o meno diafana.
Un enorme orologio a carica in cima a un campanile,
i cui ingranaggi sono di ossa e lubrificati di sangue,
segna l’ora. Quando i Detective ci arrivano sono le
23:47 e TUTTI sanno che non bisogna trovarsi nella
Tormenthada quando suonerà la Mezzanotte.
Per questo motivo, i Detective hanno pochi minuti
per parlare con Stramadhezo, che in questa occasione
si comporterà come una sorta di “informatore”.
Dovranno inoltre pagare per la loro informazione, o
questi si toglierà tuba e testa con un inchino e in quel
momento i Detective vedranno il suo volto ghignare,
mentre la loro mente si scioglierà e colerà loro dalle
orecchie.
Stramadhezo si avvicina lentamente con incedere
elegante ha l’aspetto trasognato, malinconico ed
assente. Non si sa da dove vien, né dove va. Ha un
cilindro per cappello, due diamanti per gemelli, un
bastone di cristallo, la gardenia nell’occhiello.
Il Game Master dovrebbe interpretare Stramadhezo
in maniera eccessiva, caricandolo di “effetti speciali”:
cerca sempre di scappellarsi e uccidere chi lo guarda,
conosce e punzecchia tutti i lati oscuri, gli Svantaggi

e i retroscena più torbidi dei personaggi, si muove
attorno a loro cercando di far perdere loro tempo e
mostrando la propria fisionomia sbagliata, racconta
di quando li ha incontrati per la prima volta, nel loro
futuro... Per dare ai giocatori un senso di panico e di
urgenza, inoltre, il Game Master deve prendere un
vero orologio, puntare un conto alla rovescia di 13
minuti all’ingresso nella Tormenthada, e avviarlo,
lasciando intendere che cose terribili avverranno alla
Mezzanotte.
Come pagamento, a Stramadhezo basta sapere
perché i Detective sono lì: il fatto che i Branca
usino il Cruore e che il vecchio Carmine voglia
fuggire dall’Oltretomba per lui è fonte di rabbia. Se i
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
Detective non vogliono rivelargli
questa informazione, l’essere
chiede in cambio la Testa del
Boggia, l’urna con le ceneri del
Rovani o un qualche cimelio che
essi hanno (o i loro mignoli).
Se questo prezzo viene pagato, lo
Stramadhezo rivela che il capo
dei Branca non è Bastiano, ma
suo padre Don Carmine. Morto
da anni in uno scontro a fuoco
tra bande, Don Carmine “rivive”
quando Bastiano si inietta in vena
le ceneri del genitore e quegli
gli appare e fornisce istruzioni
dall’Oltretomba.
Alla fine, Stramadhezo consegna
ai Detective un campanello
d’argento brunito (che non emette
alcun tintinnio) e dice loro di
suonarlo quando incontreranno
Don Carmine (non Bastiano,
ma lo spettro che lo possiede!);
allora lui verrà a “prelevare il
loro bagaglio.” Se ancora non lo
sanno, lo strano essere dice loro
anche della terza ragazza, ormai
rapita e prigioniera alla Villa dei
Branca.
A quel punto, Stramadhezo
guarda il suo orologio da taschino
e dice di avere un appuntamento,
quindi se ne va a lunghi passi. I
Detective devono ora fuggire
dalla Tormenthada prima che sia
troppo tardi!
Gestisci questa scena come se
fosse un Inseguimento, basato su
Agilità, contro la Tormenthada
che si sta accartocciando su se
stessa. Il “collasso” è un nemico
Protagonista che ha d4 Agilità al
primo round e il tipo di dado aumenta ad ogni round
fino al d8. La Tormenthada non attacca, ma ogni
Detective che abbia una Carta Azione inferiore alla
sua deve effettuare un tiro Agilità o subire 2d6 danni
e -1 a tutti al prossimo tiro di Inseguimento. Ad ogni
round, accade un evento particolare, descritto di
seguito:
Primo Round – Visioni terrificanti: tutto il
Quartiere Oscuro sta collassando e le Ombre si
stanno radunando nella piazza centrale, di fronte
all’Orologio dell’Apocalisse. I Detective devono
superare delle Prove di Spirito per non cadere in
preda al terrore.
Secondo Round - Via buia: una strada contorta e
 cupa; le condizioni di bassa illuminazione causano Epilogo
una penalità di -2 a tutti i tiri dei Detective. Non appena i Detective sconfiggono lo Spettro di
Terzo Round - Scale che crollano: i Detective Carmine - o se suonano il campanello d’argento
devono salire queste scale di ossa e pietre mentre che potrebbero essersi procurati nella Tormenthada
franano. I Detective devono effettuare una prova di (che non emette alcun tintinnio), appare dal nulla
Arrampicarsi a -2 per non scivolare e cadere subendo lo Stramadhezo con in mano ancora il suo orologio,
2d6 danni. che afferra l’anima di Carmine, la infila urlante in
Quarto Round – Festa in Maschera: i Detective una valigia scura come fosse una veste scolorita, e poi
devono attraversare un salone delle feste, occupato ritorna nella Tormenthada.
da un inquietante ballo in maschera. I partecipanti Una volta sconfitto Carmine Branca, l’avventura è
bloccano i fuggitivi e chiedono loro di rimanere conclusa e le ragazze smetteranno di venire trucidate,
fino alla Mezzanotte, mentre tutto si fa sempre ma Ghites non sembra felice: “L’ombra di Carmine
più inquietante. Durante questo round i Detective Branca avrà quello che merita, ma l’orologio della
utilizzano Spirito come Tratto di Manovra. Tormenthada non è mai stato così vicino alla
Quinto Round – La porticina di legno: La porta Mezzanotte. Qualcosa di sinistro sta per accadere…”
da cui sono entrati sbarra l’unica via di salvezza dei
Detective ed appare ora serrata e indistrubbile. La imago mortis
porticina ha tre diverse serrature, ognuna delle quali Edito da: Pinnacle Entertainment
può essere aperta con una Prova o un oggetto diverso, Autore/i: Mauro Longo
anche casuale o procurato tramite il Vantaggio Pubblicazione: 2018
Occultista, che poi però rimane nella serratura. Prezzo: 11.99$
Clicca sul QR Code o scansionalo per acquistare il pdf del
setting di Imago Mortis da RPG Now.
Scena 6: Qualcosa di
sinistro sta per accadere
Se i Detective escono dalla Tormenthada
in tempo o se hanno scoperto tutto in
qualche altra maniera, il loro obiettivo
ora dovrebbe essere quello di salvare la
terza ragazza dalle torture, ed evitare
che Carmine Branca ritorni nel mondo
terreno permanentemente, tramite
il Cruore accumulato da Bastiano e
Dragomir.
Se ai Detective manca ancora qualche
pezzo dell’enigma, l’appuntamento con
Ghites a Piazza Duomo serve a chiarire
tutti i punti oscuri.
Si corre allora a Villa Branca, dove lo
scontro sarà contro Bastiano Branca, 2
Affiliati x ciascun Detective e Dragomir
(se ancora in circolazione). Dopo che
i Detective li avranno tolti di mezzo,
Bastiano riapre gli occhi e torna
ad affrontarli, stavolta come corpo
Rianimato dallo Spettro del padre.
Qualora invece i Detective dovessero
perdere tempo, tergiversare o brancolare
nel buio, non appena si incontrano
nuovamente con Ghites, Bastiano
Branca arriva anticipato da qualche
effetto speciale e avanza verso di loro
con le pistole in mano, anche nel giorno
pieno e in mezzo alla folla.
In questo caso lo scontro è con Bastiano
Branca Posseduto e Dragomir (se ancora
in circolazione).

alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
 ho un gioco in test
Narratore?
SCG richiede la presenza di un Oracolo, che svolge
le veci del Narratore.
Ambientazione
Le avventure dei personaggi si svolgono all’interno
dell’immaginario continente di Maraldor un tempo
governato da un antica e potente civiltà di cui non
restano altro che rovine ed artefatti irriproducibili a
testamento della loro gloria passata.
Ora separato in due (Terre Conosciute e Terre
Ignote), da un enorme catena montuosa, è un luogo
ricco di pericoli e di misteri ancora da scoprire.
Le Terre Conosciute sono il dominio dei Goblin.
Essi sono dotati, come molte altre creature, di una
particolare barriera (Teca d’Energia) che possono
manipolare per attaccare e interagire con il mondo
circostante (mediante la Mano d’Energia Techica).
La loro civiltà è strettamente collegata a questo
straordinario potere e per questo molto primitiva
sotto diversi aspetti, tra cui l’artigianato elementare
e la totale assenza di armi; queste ultime incapaci di
danneggiare la Teca d’Energia.
Meccanica principale
La meccanica principale è l’utilizzo dell’Energia
Spirituale(ES) come valuta all’interno del gioco e per
qualsiasi aspetto del personaggio: potenziamento
delle caratteristiche, abilità, acquisizione di
conoscenze e capacità. In qualsiasi momento della
sessione, a patto che si disponga dei punti ES
necessari.
Avventure tipiche
Come già specifichiamo all’interno del manuale, ci
si può aspettare principalmente sessioni ricche di
esplorazioni e combattimenti.
Descrizione del gioco
“Sasso, Carta, Goblin!” è un GdR da tavolo Diceless
il cui sistema di combattimento è costruito sulle
meccaniche di “sasso, carta e forbice” (da cui il
nome).
48
alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
Presenta delle regole molto semplici che NON
prevedono prove per la buon riuscita delle abilità,
per questo le modalità di gioco sono principalmente
basate sull’interpretazione dei propri personaggi
mantenendo dei capisaldi basati sui valori,
conoscenze e capacità possedute da questi.
Punti di Forza / Pregi
-Facile comprensione delle meccaniche di gioco.
-Ampia personalizzazione dei personaggi.
-Indicato per introdurre al mondo dei GdR.
-Dà il meglio di se in avventure brevi.
Punti di Debolezza / Difetti
-Il regolamento si presta maggiormente ad avventure
incentrare sull’azione ed il combattimento.
-Meccaniche di gioco strettamente interconnesse
con l’ambientazione.
-Per quanto vi sia un’ampia personalizzazione dei
personaggi, gli stessi non potranno che essere dei
Goblin.
-Poco indicato per avventure estremamente longeve.
Miscellanea
Il gioco presenta delle carte che sostituiscono l’utilizzo
delle mani durante gli scontri con meccanica “sasso,
carta e forbice”.
sasso, carta, goblin
Versione: Alpha Beta Release candidate
Autori: Clemente Musa e Giacomo Mancini
Numero di Giocatori: 3- 6
Contatti: https://www.facebook.com/sasso-
cartagoblin
Clicca sul QR Code o scansionalo per scaricare le schede dei
personaggi.

etruscon estate 2018
Torna la convention montecatinese
Dal 13 al 19 agosto si terrà Etruscon Estate 2018, la
tredicesima edizione della convention semestrale
che si tiene due volte all’anno presso l’Hotel Royal
Palace di Montecatini Terme (PT).
Luogo di incontro per giocatori di ruolo e da
tavolo di tutta Italia, Etruscon è un’occasione per
conoscere nuovi appassionati e scambiarsi idee, o
semplicemente per trascorrere qualche giorno di
relax.
I partecipanti avranno a disposizione tutti gli spazi
dell’Hotel per intavolare le loro sessioni di gioco,
oltre all’accesso alla piscina e al free bar, incluso nel
prezzo per tutta la durata della convention.
Per prezzi e prenotazioni, visitate www.etruscon.it
oppure scrivete un’email all’indirizzo info@etruscon.it.
Etruscon estate 2018
Una convention per giocatori di ruolo e da
tavolo che si svolge ogni anno press l’Hotel
Royal Palace di Montecatini Terme (PT)
Per maggiori informazioni sui prezzi e prenotazioni,
clicca o scansiona il QR Code in alto.
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
gli eventi
Secretum tarantasi
Torneo di Runequest 2
Il 3 giugno, a partire dalle ore 16 a Cassano d’Adda
(MI) si terrà il torneo di giochi di ruolo Secretum
Tarantasi.
I tavoli saranno composti da un minimo di 3 a un
massimo di 5 persone. L’avventura si basa sul sistema
di gioco Runequest II. Le iscrizioni devono pervenire
entro il 31 maggio a mezzo e-mail contattando
l’indirizzo: associazionediventi@gmail.com
In palio per il tavolo vincitore un buono acquisto del
valore di 100 euro da utilizzare presso gli amici di
The Kingdom of Comics. Al miglior giocatore uno
splendido set di dadi in tema con l’avventura
La quota di partecipazione al torneo, da versare in
loco nel giorno dell’evento, è di 5 euro+consumazione
obbligatoria presso uno dei foodtruck presenti.
Secretum tarantasi
Torneo di giochi di ruolo organizzato a Cassano
D’Adda e aperto a tutti in cui si giocherà
un’avventura basata su Runequest II.
Per maggiori informazioni, visita la pagina
facebook cliccando o scansionando il QR Code in alto.
 un gioco di ombre
Seconda parte dell’avventura per Dungeon World scritta da Giacomo Bellucci

t
orniamo nel XIII secolo, in mezzo alla lotta tra Guelfi e Ghibellini. Ancora una volta, un manipolo di
uomini, detti le Ombre di Montecoronato, dal nome del monte su cui si rifugiano, sotto la guida del Conte
Inghiramo da Biserno, difendono la giustizia e lottano contro i soprusi.

Questa è la seconda e ultima parte dell’articolo Un gioco di Ombre, dove vi presenterò le ultime 4 ombre e dove
troverete le mosse avanzate del libretto della classe Ombra di Montecoronato per Dungeon World. Buon gioco.

folle da generazioni. Dopo

L’uomo che ora siamo abituati a chiamare Folle un
tempo era chiamato Diego ma il germe della follia
già risiedeva in lui. Ha vissuto i primi anni della sua
vita nel borgo di Campiglia. Di origine longobarda
e col sangue guerriero che scorreva nelle sue ven,
fin da giovane venne arruolato nella guarnigione
campigliese, dove imparò l’arte della spada e della
battaglia. La feroce furia che ribolliva nelle sue vene
però non gli dettero mai pace. In quel periodo,
colpito dall’amore, ne fece le spese personalmente e,
impedito nel portar avanti la sua passione verso una
signorina di origini nobili che la società divideva da
lui e li costrinse ad una passione segreta. Relazione
però che durò poco perché il parente belligerante
della fanciulla, colpito nell’onore, li scoprì. La ragazza
venne spedita in un monastero lontano mentre Diego
venne braccato come un animale da quattro armigeri
e dal signore dall’onore offeso. E fu quell’animale che
trovarono perché, quando lo raggiunsero, Diego
era andato e al suo posto c’era la bestia che con
artigli d’acciaio e furia d’orso uccise gli armigeri e
finì, macellandolo a colpi d’ascia, il nobile incauto.
Diego si diede alla macchia, tenendo come unico
tesoro una spada che la sua famiglia si tramandava
aver peregrinato nelle zone limitrofe al territorio
di Campiglia, assieme ad un nobile cavaliere
ospitaliare che in futuro tutti chiameranno il Cane
Nero, partirono per la Terra Santa. Là si distinse e
prese definitivamente il nome di Folle, nome che
gli valse una certa fama sia per il racconto sia per
le gesta effettive che compì. Conobbe il Fabbro e lì
si consumarono le loro vicende che li videro uniti
fino all’assedio di Acri. Il Folle riuscì a malapena
a scampare alla furia degli arabi e rimase solo e
senza cibo nel deserto per alcuni giorni dove perse
definitivamente la ragione. Fu la fortuna o la fede
a ricondurlo verso il mediterraneo e lì, in maniera
del tutto rocambolesca, riuscì a tornare verso la sua
terra. Quando rimise piede nelle terre di Biserno
era irriconoscibile e solo l’amicizia permise a Cane
Nero di capire che sotto lo sporco e i capelli incolti
si trovava un suo vecchio amico. Se lo incontrerete
adesso, troverete nel Folle l’anima delle Ombre. Lui è
il loro maestro d’arme, colui che più di tutti conosce
le tecniche di combattimento e che continua a
formare tutti gli altri uomini. Lo fa a modo suo
ovviamente, insultando, inveendo e arrabbiandosi.
Non fatevi però ingannare, quella è solo la veste del

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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
 Folle: la vera follia risiede sotto quelle parole ed è
quella di un uomo che darebbe l’ultima goccia di
sangue per i propri amici.
ombroso
Ilic ebbe umili natali nella macchia vicino a Baratti
da madre longobarda e padre originario del luogo, di
profonda tradizione etrusca. I genitori erano persone
povere che vivevano fabbricando il carbone. Negli
anni dell’infanzia, Ilic apprese questa antica arte dal
padre, mentre la madre gli tramandò le tradizioni
e le storie dei luoghi oltralpe da cui proveniva. Ilic
tuttavia non aveva l’istinto calmo e adatto a quella
vita mite. Già da bambino, girovagando per i boschi
intorno alla sua casa, ebbe modo di vedere e venire in
contatto con briganti e contrabbandieri che avevano
preso il fanciullo in simpatia. Quando ebbe 13 anni
non riuscì più a tenere a bada il suo istinto e decise di
entrare a far parte di una di queste bande ed è in questi
anni di scorrerie che si guadagna il soprannome di
Ombroso. Un giorno, durante l’ennesimo lavoro con
suo cugino il Volpe, viene attirato in una trappola
mentre attacca un gruppo di viandanti che in realtà
sono valenti uomini d’arme capeggiate da Cane nero
e al soldo del conte Inghiramo da Biserno. Portato al
cospetto del signore, questi gli offri la salvezza dalla
forca, in cambio dei suoi servigi come spia e uomo
d’arme. Ombroso accettò di buon grado e si fece
un’ottima fama al servizio del signore di Biserno.
Alla sua morte rimase con tutto il gruppo da egli
radunato, considerandoli ormai fratelli che tutti
chiamano Ombre di Montecoronato
trabucco
Addestrato dall’età di sei anni dai monaci, in
particolare da un vecchio Templare del Santo
Sepolcro, quando rientrò nei territori di Bibbona
trovò il luogo vessato dai locali Gherardesca. Come
altri suoi coetanei decise di combattere i soprusi
e a 13 anni si unì ad una delle compagnie guelfe
per combattere i ghibellini sparsi per la Toscana.
Durante la battaglia, insieme al suo gruppo, si spostò
verso la Francia. Là, su ordine di alcuni comandanti
francesi, si prese l’incarico di costruire imponenti
armi d’assedio poiché il progetto di un trabucco,
nome che poi fece suo, lo colpì profondamente. Oltre
ad apprendere l’arte di fabbricare imponenti armi di
distruzione, si addestrò anche nella spada e nella
lotta. Rientrato a Bibbona si rese conto che poco era
cambiato dalla sua partenza e, scomparsa oramai
la sua famiglia e perse le radici che a quel luogo lo
legavano, giuntogli al’orecchio dell’esistenza di un
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alessia.gorrieri@gmail.com - #14869
gruppo di ribelli capeggiati dal Conte Inghiramo
da Biserno, decise di incontrarli ed è con loro che
proseguì la loro storia e le battaglie che gli dettero la
fama che ha guadagnato.
volpe
Cino dei Federici, nacque da genitori sconosciuti
e venne affidato, in fasce, ad un prete. Poco dopo,
l’uomo lo affidò a Barna, un contadino di Campiglia
rimasto solo, che lo allevò come un figlio. Cino
cresceva forte e abile, molto scaltro. Quando le forze
esplosero definitivamente in lui abbandonò il padre
adottivo e si dette ad una vita di imbrogli e sotterfugi.
Fu in quegli anni che, probabilmente, nacque il suo
soprannome Volpe, anni in cui si dedicava con
successo al gioco dei dadi, molto spesso barando,
e alla giocoleria. La vita del Volpe scorreva leggera
fin quando, dopo l’ennesimo imbroglio, venne
acciuffato e rinchiuso nelle prigioni campigliesi.
Disperato e pensando di non riuscire a vedere la luce
nuovamente che fra molto tempo, Cino rimase molto
stupito quando uno sconosciuto pagò l’ammenda
e lo fece liberare. Cino fuggi, pensando di lasciare
per sempre il borgo in cui aveva sempre vissuto ma
un uomo lo acciuffò. Era Ilic, detto l’Ombroso che,
inaspettatamente, si rivelò essere il suo vero cugino.
Il Volpe si unì a lui e alla sua banda e le loro storie
di saccheggi e ruberie si intrecciarono fin quando,
dopo l’ennesimo colpo, rimasero entrambi vittime
di una trappola ordita dal Cane Nero. L’uomo,
fido combattente del Conte Inghiramo da Biserno,
porto i due al cospetto del suo signore che offrì
loro un incarico in cambio della libertà. In questo
modo il Volpe entrò a far parte delle Ombre di
Montecoronato, il corpo segreto scelto al soldo del
ribelle Inghiramo.
di Giacomo Bellucci
un gioco di ombre
Seconda e ultima parte di una serie di spunti per
avventure - e relativi personaggi - per Dungeon
World scritte da Giacomo Bellucci.
Scansiona o clicca sul QR code per scaricare la scheda del
personaggio.
le ombre di montecoronato
Nata nel 2012, dalla passione di un gruppo di
amici, quest’associazione di rievocazione storica
si propone lo scopo di promuovere, studiare e
insegnarele discipline storiche quali scherma
antica, armi bianche, armi in asta, tiro con l’arco
e tutto quanto riguarda la cultura marziale occidentale.
Scansiona o clicca sul QR code per visitare il sito web
dell’associazione.
 la risorsa

apocalypse fuel: un tool online per aw

Un generatore di spunti di personaggi per Apocalypse
World/Il Mondo dell’Apocalisse

Sam Kabo Ashwell, game designer e scrittore

di giochi di ruolo, ha rilasciato gratuitamente
attraverso il suo sito web un generatore di concept
per personaggi di Apocalypse World.

Questo tool online consente di dar vita al proprio

personaggio definendo poche, ma mirate,
informazioni chiave su di esso, a seconda del tipo di
libretto che si sceglie di giocare.

Apocalypse Fuel è raggiungibile direttamente

all’indirizzo samkabo.com/ApocalypseFuel/

Impaginazione e grafica
di ruolo
linebreak
ione sui giochi
magazine di informaz
www.linebreak.it

GDR time
Scrivici a
info@gdrtime.it

in collaborazione con

Direttore
Luigi Briganti
apocalypse fuel





  


Redazione
Chiara listo, giuseppe vitale,
giacomo bellucci, daniele di
Un tool gratuito per generare spunti di
rubbo, gilbert gallo, luca de personaggi per Apocalypse World / Il Mondo
marini, moreno pedrinzani,
laura dolla dell’Apocalisse, a partire dal libretto che si vuole
Hanno partecipato a questo numero
Tutto il materiale presente in questo giocare.
numero è rilasciato sotto licenza Creative
filippo zolesi, mauro longo,
diego pisa
Commons Attribuzione - Non commerciale Clicca o scansiona il QR Code in alto per visitare il sito web
- Non opere derivate 3.0 Italia (CC BY-NC-
ND 3.0 IT) del tool.
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