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Background Kenvilon Mogra - warlock liv 1

Un piccolo bambino è seduto sotto un grande albero in cima ad una collina che domina il villaggio di
Sothalor. Il suo nome è Kenvilon, lui era solito isolarsi dagli altri bambini che lo vedevano in malo modo
per il suo comportamento a volte aggressivo e spesso si rifigiava su quella collina. Una di quelle sere
mentre era lì intenta a guardare il tramonto un incursione di banditi fece breccia nel piccolo villaggio
decimando tutto e tutti, lui aveva solo otto anni e si ritrovò a vagabondare per le strade della città vicina.
Fece di tutto per provurarsi il poco cibo di cui necessitava per tirare avanti, dal pulire stalle a piccoli furti
nelle bancarelle del mercato. Non gli piaceva rubare, ma lo faceva solo se ne avesse veramente bisogno
per sopravvivere. Per un paio di anni continuò questa vita finchè non rubò all'uomo sbagliato un piccolo
tocco di pane e del formaggio. Passò meno di un'ora che questo individuo ammantato di giallo lo trovò
mentre gustava quel delizioso bottino. Mentre mangiava davanti a sé una mano eterea gli strappò il cibo,
inutile dire che la spaventò un po '. Kenvilon urlò "fantasma!". Mentre si gira e corre dritto verso l'uomo
in giallo. Lui lo guarda mentre gli rivolge questo sorriso compiaciuto. "Forse la prossima volta non ruberai
agli estranei a caso." La sua voce era dolce e quasi calmante. "Sì, beh, non sai cosa vuol dire vivere per le
strade!"Dice con un po 'di rabbia. In qualche modo l'uomo sembrava ancora più arrogante di
prima."Hmm, questa è una pretesa audace da fare in tempi come questi.". La sua faccia diventa rossa e
Kenvilon guarda i suoi piedi. Lui ridacchia un po '. "Va bene.", gli mette una mano sulla spalla, la sua voce
suona ancora come miele alle orecchie. "Spero che tu sia il migliore qui fuori." Dice prima di girarsi e
iniziare a camminare via. "Aspettate!". L'uomo sorride e gli fa cenno di seguirlo. Passarono gli anni da
quel fatidico incontro, l'uomo che l'aveva salvato si chiamava Amidon Mae. È il capo di un gruppo
chiamato "L'ordine degli invisibili". Gli Invisibili erano quelli che si perdono in un mondo crudele e
spietato ed aiutano quelli che ne hanno più bisogno (o così si credeva). Quei pochi che erano stati
selezionati da Amidon furono portati in un vecchio ed appartato tempio che si trovava sul confine del
regno. È qui che Kenvilon impara altre lingue e come combattere. Vivevano adorando una divinità forse
dimenticata nei secoli, in un dipinto ella veniva raffigurata come una donna in giovane età seduta su un
trono, dietro di lei centinaia di corvi scrutavano l'orizzonte. Non veniva mai menzionata da Amidon o gli
altri uomini del gruppo. Amidon insegnò tutto a quei ragazzi a meno che non fosse via per una ragione o
per un'altra. Ha fatto in modo di familiarizzare con ognuno di loro e tutti lo vedevano come un padre ed
un protettore. Una volta raggiunta la maggiore età Amidon concedeva loro il suo potere in modo che
potessero finalmente lasciare il tempio per adempiere ai propri doveri. Alla fine anche Kelvion ricevette
tale dono, entrò nel Sancta Sanctorum, dove Amidon impugnava la spada lunga che era sempre posta
sopra l'altare. Fece cenno al ragazzo di farsi avanti e posò l'estremità piatta della lama sulla sommità
della testa del ragazzo. Fù allora che Kelvion sentì qualcosa provenire dalla lama. Amidon cantò in una
lingua incomprensibile e la lama iniziò a brillare, poi si rivolse al ragazzo "Alzati Kelvion". Kelvion si alzò e
volgendo lo sguardo al suo maestrò nel lampo di un attimo lo vide per quello che era realmente. Rimase
immobile sul posto, Amidon lo fissò come se sapeva cosa avesse appena visto. "Sembra che il rituale
abbia preso il sopravvento su Kelvion". I suoi occhi non abbandonano mai quelli del ragazzo. "Perchè non
finiamo qui la giornata e riposiamo?" dice rivolgendosi agli altri ragazzi con un sorriso caloroso. "Vai a
dormire ne hai bisogno" disse al ragazzo. Kelvion annuì e tornò alla sua stanza. Mentre cercava di
prendere sonno pensò a ciò che era successo e capì che l'unico modo di avere qualche risposta in più era
vedere di nuovo la spada. Appena tutti andarono a dormire sgattaiolò fuori la sua stanza e andò verso la
sala del Sancto Sanctorum. Si mosse tranquillamente verso l'altare finchè non si trovò a pochi passi dalla
spada. "Prendimi!". Sentì una voce provenire dalla spada. "Forza! Raccoglimi!", sentì di nuovo.
Lentamente allungò la mano ed afferrò il fodero dove era riposta la spada. "Davvero un grande peccato,
avevo riposto molta fiducia in te." Kelvion si girò rapidamente, con la spada stretta al petto, Amidon lo
guardò dal fondo della sala con uno sguardo pieno di rabbia. "Pericolo!" urlò la voce proveniente dalla
spada. Kelvion non proferì parola, Amidon senza pensarci due volte lanciò un dardo di fuoco verso il
ragazzo. Una barriera magica si formò avanti al ragazzo e il dardo vi si infranse. "Corri! Scappa!" urlò la
voce. Senza esitare un secondo Kelvion si diresse verso una delle porte laterali della sala, un altro dardo
si infranse sulla barriera mentre lui correva senza voltarsi indietro. "Come è possibile?!" urlò Amidon con
voce profonda e demoniaca. "Continua a correre!" erano le uniche parole che sentì provenire dalla spada
per le restanti 2 ore. Kelvion corse finchè le sue gambe non cedettero, oramai era al sicuro. Mentre
crollava sotto un albero, con il respiro affannoso, guardò la spada. "Che cosa sei?" chiese, "Potere."
rispose la spada. Da quel giorno non sentì alcuna parola provenire da essa, ma decise di conservarla
sempre con se. Vagò per circa 4-5 anni di città in città facendo lavori di ogni tipo: taglialegna, pescatore,
cacciatore, ecc. A volte capitava che veniva incaricato di uccidere qualche goblin che infestava le fattorie
o far allontanare dei lupi che si avvicinavano ai greggi. Ma in cuor suo sapeva che non era questa la vita
che voleva fare, perciò decise di "cambiare aria". Sentì raccontare, da molti mercanti che viaggiavano per
la regione, che in una grande città chiamata Baldur's Gate vi era la possibilità di trovare lavori molto più
redditizi. Decise così di intraprendere la strada verso la sua nuova meta, un viaggio lungo 1 anno, pur non
sapendo ancora cosa la vita aveva in serbo per lui.

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