con le teste idrofile verso l’esterno della membrana e con le code idrofobe verso
l’interno della stessa. È un mosaico fluido, nel quale le posizioni delle molecole li-
pidiche non sono fisse, ma i legami intermolecolari tra esse sono abbastanza forti
da garantirne coesione ed impermeabilità; il colesterolo contribuisce all’adesione.
Scopo della membrana non è impedire lo scambio di sostanze con l’esterno, bensì
regolarlo; occorre dunque una permeabilità selettiva. La membrana è perciò attra-
versata da pori, costituiti da molecole proteiche che costituiscono un canale atto al
passaggio di molecole; esso può essere percorso in entrata da molecole utili ed in
cellule vegetali assumono la consistenza legnosa che permette alle piante di er-
gersi verticalmente; inoltre, essa ostacola l’azione di organismi decompositori, in-
setti e piccoli erbivori. Nei batteri, essa consta di peptidoglicano (combinazione di
proteine e piccoli polisaccaridi) e protegge dalla reazione immunitaria dell’organi-
smo ospite.
2) Il citoplasma ospita sostanze e strutture, tipologicamente varie e numero-
se, diversificate in base alle funzioni che svolgono.
Il citosol è un materiale gelatinoso, trasparente e di solito incolore, costituito
da una miscela di sostanze utili alla cellula, tra le quali prevale l’acqua; esso riem-
pie il volume citoplasmatico, sostenendo e proteggendo dallo schiacciamento gli
organelli citoplasmatici.
Organello citoplasmatico: struttura biologica, specializzata per una o più
funzioni; ve ne sono di molti tipi, ognuno dei quali rappresentato da uno o più
esemplari in ogni cellula. Molti sono dotati di membrana, analoga a quella cellula-
re. Le loro dimensioni sono mediamente nell’ordine di alcuni micron
Citoscheletro: struttura tridimensionale atta a sostenere, conformare e pro-
teggere la cellula. Essa consta di un grande numero di microtubuli proteici, mode-
ratamente flessibili; prevale la cheratina. Essi organizzano la disposizione degli or-
tra cui prevalgono le idrolasi; queste degradano acidi nucleici, polisaccaridi e lipidi.
Perossisoma: organello citoplasmatico incaricato di controllare la presenza
di perossidi nel citoplasma. È una vescicola con diametro minore di 1μ, contenen-
te enzimi tra cui prevale la catalasi; quest’ultima elimina H2O2.
Mitocondrio: organello citoplasmatico che produce energia per le attività
cellulari. Esso brucia carboidrati, lipidi e proteine in presenza di ossigeno mediante
appositi enzimi. Ha forma allungata e sezione rotondeggiante. La membrana
membrana, con la quale si fondono rilasciando verso l’esterno ciò che trasportava-
no. La secrezione può essere costitutiva (continua) o regolata (le vescicole aderi-
scono all’interno della membrana in attesa di un segnale dall’esterno)
Vacuolo: organello citoplasmatico che contiene sostanze utili in deposito.
Consta d’una membrana e viene passivamente riempito e svuotato dalla cellula
secondo le proprie esigenze. In alcuni tipi di cellule, può occupare la maggior par-
quale si svolge la sintesi dei carboidrati. Immersi nello stroma vi sono i tilacoidi, la-
mine contenenti la clorofilla. La clorofilla è una sostanza in grado d’intercettare
l’energia luminosa, che verrà poi immagazzinata nelle molecole zuccherine. Lad-
dove i tilacoidi si avvicinano fino ad impacchettarsi, si formano i grani, aree di ade-
sione tra tilacoidi, in cui avviene la raccolta d’energia luminosa.
Cromoplasto: organello citoplasmatico contenente pigmenti. Esso ha lo sco-
po di rendere colorata la cellula, al fine di trasmettere segnali. È proprio di alcuni
tipi di cellule vegetali. Ha forma rotondeggiante. Lo si trova nei petali dei fiori e nel-
ci contrattili, avvolti in una guaina; la contrazione ritmica dei filamenti muove il ci-
glio. Le ciglia sono corte e presenti in grande numero attorno alla cellula.
Il flagello è analogo alle ciglia per struttura e funzionamento, ma più lungo e
presente solo in 1 o 2 esemplari per ogni cellula.
Vi sono organismi unicellulari che usano ciglia o flagelli per muoversi
nell’ambiente acquatico; in altri casi, cellule insediate in un organismo usano le ci-
glia o i flagelli per muovere le sostanze con cui vengono a contatto.
La riproduzione cellulare si svolge per divisione d’una cellula madre in
cellule figlie. Ciò comporta la spartizione di membrana, citoplasma ed organelli tra
le cellule discendenti; ognuna di esse, poi, si accrescerà fino alle dimensioni della
madre. Anche il genoma dovrà essere fornito in copia completa ad ognuna delle fi-
glie.
La riproduzione cellulare può avvenire in due modalità; mitosi e meiosi.
La mitosi inizia con la condensazione e duplicazione del DNA, producendo
una copia per ogni cellula figlia. L’enzima DNAtopoisomerasi svolge il filamento,
DNAelicasi ne separa le due parti, DNApolimerasi lo percorre unendo i monomeri
e duplicandolo, mentre le DNAeso- ed endonucleasi rettificano eventuali errori; il
processo riproduttivo può essere sospeso per il tempo necessario alla correzione
A questo punto, ad ognuno dei due poli della cellula si è ammassato un ge-
noma completo, attorno al quale si origina una nuova membrana nucleare.
A questo punto, senza che si abbia una nuova duplicazione del DNA, inizia
un altro ciclo, nel quale ogni nucleo ripete le operazioni di scomparsa della mem-
brana nucleare, genesi del fuso, adesione ad esso dei cromosomi e loro spartizio-
ne. In quest’ultima fase, però, non essendo i cromosomi duplicati, essi vengono
spezzati a metà nei loro due cromatidi, dei quali ogni nuovo nucleo riceve uno
solo; quello paterno o quello materno, che sono diversi. Segue la costituzione di
quattro membrane nucleari e la separazione di quattro cellule.
La meiosi genera pertanto quattro cellule, aventi DNA diverso tra loro e dal-
la cellula madre e viene praticata dai gameti (cellule riproduttive).
LA RESPIRAZIONE CELLULARE è il processo mediante il quale la cellula
produce energia per le proprie funzioni.
L’energia è immagazzinata nei legami delle molecole dei combustibili; lipidi,
bera energia, portata da elettroni. Tali elettroni passano lungo una sequenza di so-
stanze che si trasformano l’una nell’altra con energia calante (catena di trasporto
degli elettroni), fino a CO2 ed H2O.
Ogni rilascio di energia portato da elettroni viene captato dalle molecole di
NAD (nicotinammide adenin dinucleotide = due nucleotidi) e FAD (flavinadenin di-
nucleotide= due nucleotidi); esse usano l’energia per aggiungere un gruppo fosfa-
to a molecole ADP, trasformandole in ATP.
La formula di reazione complessiva è il contrario di quella della fotosintesi,
che aveva introdotto l’energia solare nella molecola di zucchero;
C6H12O6 + 6 O2 = 6 CO2 + 6 H2O
cole di RNA di trasporto (tRNA), ognuna delle quali ha, ad un’estremità, un seg-
mento di tre basi (anticodone) complementari a quelle del codone; all’estremità
opposta, ogni tRNA trasporta l’amminoacido codificato dal codone. I successivi
amminoacidi si staccano dal tRNA e si legano tra loro, generando la proteina.
Il codone iniziale, che innesca l’azione di sintesi, è AUG (anticodone UAC),
corrispondente ad una metionina modificata (fMet), che sarà poi rimossa; il codo-
ne terminale può variare.
Una stessa molecola di mRNA può attraversare più ribosomi contempora-
neamente, accelerando il processo di sintesi proteica.
LA FOTOSINTESI è il processo mediante il quale l’energia solare viene im-
magazzinata nei carboidrati.
È l’unica modalità di passaggio della materia e dell’energia dal mondo inor-
atomi della clorofilla spingendoli a livelli energetici superiori. Tali elettroni entrano
in una serie di passaggi tra successive sostanze, ogni volta cedendo energia ad
ADP che diventa ATP e ad NADP che diventa NADPH. Molecole di H2O vengono
al contempo scisse in H ed O.
- Fase oscura (nello stroma): le molecole di ATP ed NADPH generate nella fase
luminosa rilasciano la propria energia per combinare la CO2 con H ed O ottenen-
do C6H12O6. Nei legami del glucosio risiede l’energia radiante captata all’inizio del
processo.