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Si definisce distanza tra due punti A e B della superficie terrestre, la lunghezza dell’arco di
geodetica che unisce le proiezioni Ao Bo sull’ellissoide di riferimento.
Considerato che per distanze anche di 200 km, l’arco di geodetica coincide con la sezione normale
(per A o B) si può dire che la distanza AoBo è pari alla lunghezza della sezione normale.
Per intorni geodetici (150 km) si può approssimare la superficie ellissoidica con la sfera locale
(R=√ρN) e parlare di distanza come misura di archi di cerchio massimo, mentre per intorni
topografici (18 km) si può considerare come superficie di riferimento il piano e conseguentemente
la distanza AoBo è un tratto di retta.
Per effettuare la misura di una distanza è necessario quindi:
1) Riportare sulla superficie terrestre la traccia della sezione normale.
2) Correlare la misura eseguita alla superficie di riferimento.
In termini molto semplici, per quanto riguarda il punto 1 è necessario effettuare un allineamento
sulla superficie terrestre, ed in funzione della portata dello strumento eseguire la misura, infatti la
portata dello strumento determina la possibilità di eseguire una operazione sola o suddividere
l’allineamento in parti inferiori alla portata dello strumento.
L’allineamento viene realizzato, (per esempio tra A e B), utilizzando un teodolite in stazione in A e
collimando B, e disponendo lungo la direzione individuata dal reticolo una serie di segnali.
20
Le distanze e la superficie di riferimento
de = dist. Effettiva
da = dist. Orizzontale
do = distanza
∆ = errore di convergenza
da = de sen z
do = R ⋅ ω R ⋅ arct [(da - ∆) / (R + QA)]
d2a ⋅ ctg z
∆ = --------------- e con
R
21
Volendo limitare il valore di ∆ a
∆max = 10-6 da
avremo
d2a ⋅ ctg z
10-6 da = ----------------- da(max) = 5⋅ 10-6 R
R
∆ = 10-5 da 320 m
∆ = 10-3 da 32000 m
1000 m 200
22
do = R ⋅ ω = R ⋅ [(da - ∆) / (R + QA)]
avendo confuso la tangente con angolo.
x x2 x3
ƒ(xo+x) = ƒ(o) + --- ƒ’(xo) + ----- f“(xo) + ----- ƒ” (xo)
1 2! 3!
sviluppando
arctg [(da - ∆) / (R + QA)]
avremo con intervallo (o, x) dove
x = [(da - ∆) / (R + QA)]
da - ∆ da - ∆ 2R (da - ∆)3
R ⋅ arctg ---------- = φ + R ⋅ --------- ⋅ + φ - ----- ⋅ ------------
R + QA R + QA 3! (R+QA)3
R (da - ∆)3
---- ⋅ ----------
3 (R+QA)3
R (da - ∆)3
---- ⋅ ---------- = 10-6 (da - ∆)
3 (R+QA)3
23
R (da - ∆)2
---- ⋅ ---------- = 10-6 trascurando ∆ e QA
3 (R+QA)3
si ha:
R ⋅ da2
-----------< 10-6
3 ⋅ R3
da - ∆
do = R ⋅ --------- e ancora
Q+R
da - ∆
do = --------- che sviluppata in serie fornisce
1 + Q/R
posso scrivere
infatti se
Q= φ do = (da - ∆)
24
Classificazione delle misure di distanza
- misure indirette : esiste un funzionale che lega la distanza ad altre grandezze, queste ultime
vengono misurate e si risale alla misura della distanza.
- misure con le onde: si sfruttano le proprietà delle onde e della loro propagazione
Le incertezze relative che si ottengono nelle misure con i vari metodi variano da 10-3 a 10-6,
offrendo così una gamma molto vasta nella quale è possibile scegliere il metodo che più si addice.
Giova anche precisare che la misura con le onde ha praticamente esautorato soprattutto le misure
dirette di tipo ottico, in quanto il gradimento che gli strumenti elettro-ottici hanno avuto sul mercato
è tale da poter prevedere che in breve tempo i metodi indiretti troveranno poca applicazione.
Misure dirette
Per quanto concerne le incertezze possiamo dire che variano sensibilmente in un campo tra 10-3 e
10-6, e che esse sono fortemente correlate alla cura con cui si esegue la misura.
Altri elementi che influiscono sulla qualità delle misure dirette di distanze sono la temperatura e la
tensione applicata agli estremi, ovviamente questi due fattori entrano in gioco per misure di alta
precisione.
25
Il doppiometro
E’ uno strumento che l’ingegnere utilizza continuamente in cantiere, esso è costituito da dieci tratti
di 20 cm uniti a snodo il che consente di effettuare misure anche su due direzioni
contemporaneamente.
Il doppiometro è graduato in millimetri ed una misura condotta nell’ambito della sua portata (2.00
m) ha un’incertezza pari a 10-3, per misure fuori portata l’incertezza cresce notevolmente e conviene
utilizzarlo solo quando si richiede una informazione poco approssimata.
Nastri e Rolline
Anche questi sono strumenti molto utilizzati nel cantiere, in quanto consentono misure dirette con
portata di 50 m e con incertezze 2÷3 10-4, tutto ciò naturalmente con l’adozione della cura
necessaria soprattutto nel tendere il nastro.
Le rolline possono esser in acciaio, in nastri telati o plastica (animati o meno).
Possono essere utilizzate sia per misure speditive di manufatti, sia per posizionamento mediante
trilaterazione.
Apparato di Jaderin
E’ uno strumento di misura estremamente preciso infatti la sua incertezza è 10-6 su distanze di 1
km, è costituito da una treccia invar con sezioni di 2 mmq lunga 24 m, e porta alle estremità delle
piastrine graduate con graduazione di 1 mm.
24 m
piastrina graduate
I nastri sono avvolti su tamburi e vengono tesati con pesi di 10 kg e disposti sull’allineamento ad
intervalli di circa 24.00 m in cui si fissano i segnali.
Questi ultimi sono costituiti da cilindretti in acciaio che riportano un’incisione cui si fanno
corrispondere gli estremi della distanza.
26
Nastri Invar
AB = C + λ2 - λ1
Vediamo qual è l’influenza della temperatura considerato che α = 10-6 m/m ⋅ c° L= 24.00 m
avremo:
∆L = α L ∆ T
se
σ(∆t) = 1° sarà
1000
σ (∆l ) T = ⋅ 24 ⋅ 10 −3 mm = ±1mm
24
P⋅L
ε=
E⋅A
L ⋅σ P σ ε (P) σ
σ (ε ) P = ⇒ = P
E⋅A L E⋅A
27
σP
10 −6 = = σ P = 10 −6 ⋅ E ⋅ A = 10 − 6 ⋅ 2 ⋅ 10 6 ⋅ 2 ⋅ 10 − 2 =
E⋅A
= 4 ⋅ 10 -2 kg = 40 g
Comparatori
Sono strumenti che consentono di riprodurre una lunghezza con notevole precisione sfruttando il principio
dell’interferenza ottica.
L’interferenza si ottiene quando due fasci di luce F1 e F2 provenienti da una sorgente S, vengono
osservati con un collimatore regolato per l’infinito.
Infatti in questa condizione si presentano frange d’interferenza chiare e scure, ed in corrispondenza
della frangia più brillante si ha che i cammini dei fasci F1 ed F2 sono uguali.
Il principio che abbiamo enunciato si utilizza come segue:
28
Due fasci di linee vengono rinviati ai tre specchi S1 S2 S3, il primo fascio incide su S2 ed S1,
mentre il secondo su S2 S3, le frange d’interferenza si ottengono quando la distanza S1 S2 è
uguale ad S2 S3.
La misura indiretta delle distanze
Per eseguire una misura indiretta è necessario conoscere i valori di altre grandezze legate alla
distanza da una relazione funzionale
D = H ctg α
noti α e di H si ottiene D.
La natura di α determina due classi di misura:
1) Ad angolo parallattico costante
2) Ad angolo parallattico variabile.
Un angolo parallattico costante si ottiene dotando lo strumento di un reticolo come quello in figura
29
Seguendo il percorso dei raggi ottici, è semplice scrivere le relazioni seguenti:
D⋅C F F F ω h 1
= ; D = C+H⋅ K= tg = ⇒ k=
H h h h 2 2F ω
2tg
2
Risulta così:
D=C+K⋅H
che è la forma più semplice di misura di distanza indiretta con strumento dotato di reticolo
tacheometrico, stadia verticale e asse di collimazione orizzontale.
30
Dallo schema in figura
D = CN ⋅ sen (z + ω/2)
[ (sen z cos ω/2 + sen ω/2 cos z) ⋅ (sen z cos ω/2 – sen ω/2 cos z)
D = MN ⋅ --------------------------------------------------------------------------------; MN = H
2 sen ω/2 cos ω/2 (intervallo di stadia)
1 H cos2 z
2
= H ⋅ sen z ⋅ ---------- - -------------- tg ω/2 =
2 tg ω/2 2
1
ricordando che K = -------------- avremo
2 ⋅ tg ω/2
H cos2 z
2
D = K H sen z - -------------
4K
31
Hmax = 4 m
H cos2 z 400 cm ⋅ 1
--------------- = --------------- = 1 cm
4K 400
D = ƒ⋅ (K, H, z)
2 2
ϑD ϑD
σ ( D) =
2
⋅σ H +
2
⋅σ z
2
ϑH ϑZ
ϑD H ⋅ sen 2 z ⋅ σ H
1) σ D ( H ) = ⋅ σ H = K sen 2 z ⋅ σ H = k ⋅
ϑH H
σ D ( h) σH
avremo così =
D H
H = L2 – L1 σ H = 2 ⋅σ L
u⋅D
sperimentalmente si sa che σ L = 2a ⋅ mm
I
10 ⋅ 100
σ L = ±0.12 ⋅ = σ H = 2 ⋅ 0.77 ≅ ±1mm
24
σH
ed essendo a 100 m H= 1 m avremo = 10 −3
H
ϑD
2) σ D ( Z ) = ⋅ σ Z = ± K 2 ⋅ senz ⋅ cos z ⋅ σ Z =
ϑZ
2 sen z
= ± kH ⋅ ⋅ sen z ⋅ cos z ⋅ σ Z = ±2 KH ⋅ sen 2 z ⋅ ctgz ⋅ σ 2
sen z
= 2D ⋅ ctgz ⋅ σ Z
da cui
σ D ( z)
= 2 ⋅ ctgz ⋅ σ Z
D
posto
σ D ( z)
= 10 −3
D
10 −3
10 −3 = 2 ⋅ 0.17 ⋅ σ Z ⇒ σ Z = = 2.5 ⋅ 10 −3
0.34
= 2.9 ⋅ 10 −3 ⋅ 206265 = 606" ≅ 10'
33
Errore indotto dalla non perfetta verticalità della stadia
l2
----- = cos λ + sen λ ctg (z - ϖ/2)
l’2
34
l1
----- = cos λ + sen λ ctg (z + ϖ/2)
l’1
l1
----- = 1 + λ ctg (z + ϖ/2)
l’1
(l2 - l1) = (l’2 - l’1) – (l’2 - l’1) ⋅ λ ⋅ ctg z – (l’2 - l’1) ⋅ λ ⋅ ϖ/2 ⋅ (1/sen2 z)
H’ ⋅ λ 1
H – H’ = H’ ⋅ λ ctg z – ----------- ⋅ -------
2⋅K sen2z
H’ ⋅ λ
K sen2 z (H – Hi) = K sen2 z ⋅ H’ ⋅ λ ctg z - ------------- K sen2 z
2 K sen2 z
H’ ⋅ λ
D – D’ = D’ ⋅ λ ctg z - ----------
2
Per D = ∼ D’ = 100 m
35
2 ⋅ 3600 1 ⋅ 2 ⋅ 3600
D – D’ = 100 x ------------ ⋅ 0.176 - ------------------ = 0.6 - 0.01 = 0.59 m
206265 2 ⋅ 206265
Per λ = 10’ si ha
10 ⋅ 60 10 ⋅ 60 1
D − D' = 100 ⋅ ⋅ 0.176 − ⋅ = 0.05 − 1.45 ⋅ 10 −3 ≅ 5cm
206265 206265 2
Per questo motivo le stadie sono dotate di livella sferica che consente di mantenerle verticali entro ±
2’.
D = l ctg ϕ
1 1 cos ϕ
σD = l ⋅ -------- ⋅σϕ l ⋅ -------- ⋅ ------------- ⋅ σϕ
sen2 ϕ sen2 ϕ cos ϕ
36
l ⋅ ctg ϕ ⋅ σϕ 2 D ⋅ σϕ
σD = ------------------ = ------------
sen ϕ cos ϕ sen 2 ϕ
2 ⋅ σϕ
σD / D = ------------
sen 2 ϕ
σD
σϕ = ------- ⋅ sen2 ϕ
2D
10 −4
σ "ϕ = ⋅ sen 2ϕ ⋅ 206265"
2
1
ϕ"= ⋅ 206265" = 2662" = 0°,5729
100
10 −4
σ "ϕ = ⋅ 1.99 ⋅ 10 − 2 ⋅ 206265" = 0.2"
2
10 −4
σ "ϕ = ⋅ sen 2ϕ ⋅ 206265"
2
sen 2ϕ = 7.98 ⋅ 10 −2
σ "ϕ = 0.82"
37
Angolo parallattico variabile e stadia verticale
l1 – lo = D ctg z1
l2 – lo = D ctg z2
l2 – l1
D = -----------------
ctg z2 – ctg z1
38
ELECTRONIC DISTANCE MEASURE
Metodo ad impulsi
Il metodo concettualmente più semplice per misurare una distanza utilizzando le onde è quello di
determinare l’intervallo di tempo che un impulso acustico o elettromagnetico, impiega da un
estremo all’altro.
D = ν ( ∆t + σ)
39
S= A sen (ωt + ϕo)
Se ϕo = fase iniziale = φ
t=T S=φ
2π v⋅T
S = A sen [----- ⋅ ------------]
T ν
Per una serie di ragioni che più avanti comprenderemo la misura di una distanza viene fatta
utilizzando un’onda continua (C W = Continuos Wave) monocromatica la cui propagazione lungo
un’asse x può essere descritta da una relazione del tipo
40
Schema di un’onda continua
Utilizzando l’onda continua per la misura di una distanza AB, avremo che l’onda vista in A ha
equazione
A(t1o) = Ao sen 2 π ƒ t
Tenendo conto dello sfasamento del tempo tra A e B lo sfasamento totale sarà:
ϕ = ϕB - ϕA + 2 π ƒ ⋅ AB/ν
ϕ = 2 π ƒ ⋅ 2(AB/ν)
41
E.D.M. impulsi andata e ritorno
AB
2 ⋅ ----- = ∆t
ν
AB
2 ⋅ ----- ⋅ 2 πƒ = ∆ϕ
ν
AB
----- + σ = ∆t
ν
AB
------ ⋅ 2 πƒ + ϕB - ϕA = ϕ
ν
Abbiamo visto che se un onda continua viene emessa nell’estremo A di una distanza (D < λ) e
riflessa da B in A la sua differenza di fase sarà:
ϕ = 2 π ƒ ⋅ 2(D/ν)
pertanto
ν ⋅ϕ
D = ---------- ed essendo ν=λ/t ƒ = 1/T
2 πƒ ⋅ 2
si ha
ϕ λ T ϕ λ
D = ----- ⋅ ----- ⋅ ----- -------- ⋅ ------
2π T 2 2π 2
42
se il prisma in B si sposta di un numero n intero di mezze lunghezze d’onda si ha:
ϕ λ λ
D = ----- ⋅ ----- + n -----
2π 2 2
ϕ, λ, n
σϕ = ± (10-3 ÷ 10-4) 2 π
pertanto il suo effetto su D sarà:
1 λ 1 λ
σD(ϕ) = ----- ⋅ ----- ⋅ σϕ = ------ ⋅ ----- ⋅ (10-3 ÷ 10-4) 2 π =
2π 2 2π 2
σλ = 10-6 λ
43
σλ = 1000 / 10-6 = 10-3 cm
sulla distanza di cinque chilometri ci saranno
pertanto
σD(λ) = 1000 ⋅ 10-3 cm = 1 cm
3) La determinazione del numero n presenta qualche aspetto più complesso e necessita di una
particolare attenzione.
Supponiamo di utilizzare due onde λ1 e λ2 per la misura di una distanza D:
ϕ1 λ1 λ1 n λ1
D = ----- ⋅ ----- + n ------ = X1 + ------
2π 2 2 2
ϕ2 λ2 λ2 n λ2
D = ----- ⋅ ----- + n ------ = X2 + ------
2π 2 2 2
ϕi λi
avendo indicato con Xi = ------ ⋅ ------- il primo termine
2π 2
X1 + n λ1/2 = X2 + n λ2 /2 e ancora
X1 - X2
n = --------------
λ1/2 - λ2 /2
λ2
X2 = ----- e X1 = φ
2
che vale
44
λ2 / 2 λ2
n* = -------------- = -----------
λ1/2 - λ2 /2 λ1 - λ2
se la sostituiamo in
λ1
D = X1 + n ----
2
λ1 ⋅ λ2
Dlim = --------------
2 ( λ1- λ2 )
che rappresenta il valore limite della distanza ottenibile con due onde.
a) inferiore a Dlim
con
x2 - x1
n= --------------
λ1/2 - λ2 /2
b) uguale a Dlim
45
λ2
x2 = λ1/2 x2 = φ n* = -------------
2 (λ1 - λ2 )
c) superiore a Dlim
x2 - x1
n= -------------- che fornisce d1 a meno di Dlim
λ1/2 - λ2 /2
In effetti se Dlim fosse molto grande si potrebbe ricorrere all’uso di due sole onde ma le
considerazioni su n e sulla sua incertezza ci porteranno a concludere che non è possibile.
Infatti n deve essere un numero intero e la sua incertezza non può essere tale da rendere dubbio il
suo valore.
Anzi più che parlare d’incertezza, in questo caso, sarà necessario ricorrere alla tolleranza, dicendo
che
tn = 3 σn ≤ 0.1 ÷ 0.2
Infatti se il risultato del conteggio sarà
46
viceversa se
n = 100 ± 0.5 99.5 ÷ 100.5
da cui
8.48 ⋅ σx
(λ1 - λ2 ) ≥ ------------ = (42.4 ÷ 84.8) σx
0.1 ÷ 0.2
10 x (9.576 ÷ 9.788)
Dlim = ---------------------------------- = 112 ÷ 230 m
2 x (0.424264 ÷ 0.212)
Si riportano di seguito alcuni metodi per la misura della distanza che mantenendo un’adeguata σn
sono capaci di sviluppare incertezze σD = 10-6.
47
b) Si utilizza un’onda λ = 200 m, e si misura lo sfasamento x2 che è l’eccedenza agli ettometri,
di questi si prendono in considerazione solo i decametri:
48
Dlim(λ1 - λ2) = (10 x 9.978142) / [2 x (10-9.978142)] = 2282.49 m
Supponiamo che la distanza da misurare sia entro i 2 km, in questo caso potremo calcolare
σn1 = ± (√2 x 0.25 cm) / (λ1/2 - λ2/2) = (√2 ⋅ 0.25 cm) / (10 – 9.978142) =
49
Vediamo quanto vale σn2
quindi n2 è corretto.
e ancora
50
σD = ± [t + r (p.p.m)]
dove t è una parte costante dovuta alla misura dello sfasamento ϕ, e più precisamente dovuta a
ϕ λ
X = ---- ⋅ -----
2π 2
Se si vuole che t sia 1 mm e si dispone di un discriminatore con una risoluzione di 10-2 dovrà
essere:
1 λ 1 λ 2π
t = σx = ----- ⋅ ------ ⋅ σϕ = ------ ⋅ ------ ⋅ ------- = ± 1 mm
2π 2 2π 2 100
cui corrisponde una frequenza ƒ = ν /λ = (3⋅108 m/s) / (2⋅10-1) = 1.5 ⋅ 109 Hz 1500 m.hz
λ 1
----- ⋅ --------- = 1 mm; λ=2m
2 1000
3 x 10-8
ƒ = ---------- = 1.5 ⋅ 10-8 Hz = 150 m.hz
2
Per quanto attiene la natura e caratteristica delle onde utilizzate, va messo in evidenza che
queste onde devono avere l’energia per essere riflesse dal prisma ed essere rilevate dallo
strumento.
Devono essere onde quindi che possono essere convogliate in stretti angoli solidi al fine di
contenere la dissipazione di energia sia per l’elasticità del mezzo sia per la diffusione nello
spazio circostante.
L’onda utilizzata per la misura di distanza deve avere in definitiva due caratteristiche:
51
- frequenza elevata (30000 ÷ 10000 Mhz) per essere mantenute entro uno stretto angolo solido e
poter quindi conservare una energia di risposta dal prisma ricevitore;
- lunghezza d’onda dell’ordine della decina di metri per poter eseguire il conteggio di n in
maniera plausibile.
Le due esigenze si conciliano utilizzando onde modulate (quasi sempre in ampiezza), in esse
l’ampiezza viene fatta variare nel tempo secondo la:
Nella sostanza l’onda modulata ha una lunghezza λm corrispondente alle caratteristiche necessarie
per effettuare i conteggi, mentre l’onda portante è quella che detiene i termini di energia necessari
per propagarsi nell’atmosfera.
Si impiegano quindi onde elettromagnetiche, luminose o onde vicine a queste.
Le frequenze in gioco sono:
onde elettromagnetiche 1 cm ÷ 3 cm
onde luminose 1 µm ÷10-3 µm
E’ chiaro che con onde di questo tipo si avrebbero notevoli difficoltà per il conteggio, si ricorre così
alla modulazione dell’onda.
La modulazione può avvenire in ampiezza, facendo variare nel tempo l’ampiezza dell’onda portante
52
A = Ao + Am ⋅ sen (ωm⋅ t + ϕm)
La scelta della frequenza dell’onda viene fatta in funzione dell’incertezza che si vuole sulla distanza
e della possibilità di risoluzione del discriminatore.
si ha
λ
σ D (k ) = ⋅σ K
2
53
Se si vuole che sia σD(k) = ± 1 mm avremo:
1) σK = 10-2
λ
1mm = ⋅ 10 − 2 ⇒ λ = 200mm = 0.2m
2
con una frequenza
v 3 ⋅ 10 8 m / s
f = = = 1.5 ⋅ 10 9 Hz = 1500 Mhz
λ 0.2m
2) σK = 10-3
λ
1mm = ⋅ 10 −3 ⇒ λ = 2000mm = 2m
2
3 ⋅ 10 8 m
f = = 1.5 ⋅ 10 8 Hz = 150 Mhz
2m
3) σK = 10-4
λ
1mm = ⋅ 10 − 4 ⇒ λ = 20m
2
3 ⋅ 10 8 m
f = = 1.5 ⋅ 10 7 Hz = 15Mhz
20m
54
Il sistema Laser-fotoricevitore è montato al primo estremo della distanza mentre il prisma è montato
al secondo.
Il prisma e del tipo “cube corner” e per il suo percorso interno devono essere eseguite le opportune
tarature.
Le tarature comprendono anche il percorso nel Laser e nel fotoricevitore.
Il sistema Laser (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) dipende dall’energia
per attivare il fotoricevitore.
In genere si tratta di sistemi tipo:
- YAG (yttriun, alluminio) emissione 1.06 µ
- Rubino (Al2 O3) emissione 0.7 µ
- Semiconduttore Arseniuro di Gallio emissione 0.8 µ
v ⋅ ∆t
D = ------ dove v = 3 ⋅ 10-5 km/sec
2
sarà
v ⋅ σt
σD = ------ per σD = 1 mm
2
3 x 10-11
1 mm = ----------- ⋅ σt σt = 2/3 ⋅ 10-11 sec =∼ 0.66 ⋅ 10-11 sec 6 picosecondi
2
55