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Sommario n.1/2013 gennaio-febbraio-marzo
82 La Battaglia dell’Assietta
di Ernesto Bonelli
92 Uomini d’arme
del Mezzogiorno d’Italia
di Giuseppe Fernando Musillo
14 La penetrazione cinese
in Africa
di Daniele Cellamare
28 Lo Stato di Al-Qaeda
e la minaccia terroristica
di Mattia Vitale 104 L’Istituzione
con le «stellette»
32 Le dispute territoriali di Francesca Cannataro
nel Mar Cinese Meridionale
di Silvio Mudu 106 La permuta di beni
e prestazioni
di Stefano Rega
www.esercito.difesa.it
riv.mil@tiscali.it 3
4 Rivista Militare
UN NUOVO ANNO
PER UN NUOVO ESERCITO
Nel leggere l’ultimo numero
di «Rivista Militare», è matu-
rato in me il convincimento
di utilizzare questa prestigio-
sa e seguitissima «vetrina»
per tracciare, da Capo di Sta-
to Maggiore dell’Esercito,
l’impegnativo «percorso» che
dovremo, tutti insieme, af-
frontare nel breve-medio ter-
mine. È dunque questo l’in-
tento delle pagine che seguo-
no, nella consapevolezza che
i provvedimenti di riorganiz-
zazione, che saranno varati
prossimamente, richiedono
un più incisivo impegno co-
municativo da parte della
Forza Armata, in virtù della
loro rilevanza e portata.
Nei quindici mesi dall’assunzione dell’incarico al Paese, ma anche dal mutato ruolo richiesto agli odierni
Vertice dell’Esercito, ho avuto modo di intraprendere, in strumenti militari e che segue a poco più di dieci anni la
Patria, un intenso ciclo di visite a Comandi, Enti, Istituti grande trasformazione dai primi anni duemila che
ed unità, che mi ha permesso di prendere piena coscien- portò al modello professionale.
za dello «stato di salute» della Forza Armata. Dalle visi- Come sapete, infatti, lo squilibrio in cui versa l’attuale
te nei principali Teatri Operativi in cui siamo schierati modello di Difesa – cosiddetto «Modello a 190 000» –
all’estero, ho potuto, inoltre, trarre alcune preziose indi- unitamente alla gravissima crisi economica che ha colpi-
cazioni che attestano, inequivocabilmente, la conferma to tutte le economie mondiali, hanno imposto di ricali-
di eccellenti capacità professionali complessive nonché brare lo Strumento Militare nazionale, che dovrà peral-
di una sempre crescente maturazione di quelle capacità tro continuare a «produrre» un output operativo per
che una volta potevamo definire «di nicchia», ma che quanto possibile invariato, in grado di fronteggiare con
oggi sono divenute affermate realtà. efficacia le minacce alla pace e sicurezza, nonché garan-
I lusinghieri risultati che l’Esercito ha, fino ad oggi, con- tire il mantenimento del livello di ambizione nazionale
seguito sono, di certo, ascrivibili all’incondizionato spiri- e il ruolo da protagonista svolto dal nostro Paese in
to di servizio di ciascuno, ma sono altresì il prodotto delle ambito internazionale. Appurata, dunque, l’insostenibi-
scelte coraggiose operate in passato, che possiamo trat- lità del Modello precedente (che prevedeva per
teggiare come un «percorso virtuoso», iniziato con la l’Esercito un livello di forza di 112 000 unità) e stante
prima missione di pace in Libano – primo vero impiego l’esigenza anche per la Difesa, al pari delle altre
«intensivo» di unità dell’Esercito oltremare, di cui abbia- Amministrazioni dello Stato, di contribuire a contrarre
mo recentemente celebrato il trentennale – e proseguito la spesa pubblica, si è imposta l’urgenza di una revisio-
incessantemente nel corso di questi ultimi sei lustri. ne dell’intero comparto.
Oggi però una nuova sfida attende l’Esercito: si tratta di Non siamo, pertanto, di fronte a una semplice trasforma-
una profonda riorganizzazione, in chiave riduttiva, che zione, bensì ad un vero e proprio cambiamento radicale,
ci è imposta dallo sfavorevole quadro economico del ad una svolta «epocale» e culturale, tanto nell’ambito
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dell’organizzazione quanto, per ciò che sarà richiesto a tutti noi, sul piano strettamente individuale.
La revisione si presenta, quindi, non soltanto come una sfida impegnativa, ma anche come un’imperdibile oppor-
tunità che, prevedendo una riorganizzazione complessiva, ci permetterà non solo di varare uno Strumento più
snello e flessibile, ma anche, e soprattutto, equilibrato e sostenibile. Infatti, l’odierno bilancio dell’Esercito dedica
ben il 70% delle risorse al settore Personale, il 18% all’Investimento e solo il 12% all’Esercizio (è questo il settore più
delicato ed in maggiore difficoltà, in cui sono comprese tutte le voci di spesa – addestramento, mantenimento delle
infrastrutture, acquisto delle munizioni, dei carburanti e dei pezzi di ricambio, eccetera – che consentono la «vita»
della Forza Armata). Pertanto, in un quadro complessivo di riduzione delle risorse disponibili, non vi è alternati-
va alla necessità di una contrazione complessiva delle dimensioni del nostro apparato di difesa attraverso la dimi-
nuzione delle strutture di vertice e periferiche, il riadeguamento funzionale di taluni programmi di ammoderna-
mento e dei livelli del personale. L’obiettivo è quello di pervenire ad
allocare tendenzialmente il 50% del totale delle risorse disponibili al
settore Personale, destinando il resto ai settori Esercizio e
Investimento (25% ciascuno). Infatti, il protrarsi di valori sensibil-
mente inferiori al 25% per questi ultimi due settori - ed in partico-
lare lo scostamento eccessivo per quelli di esercizio - finirebbe per
compromettere seriamente sia la prontezza operativa delle nostre
unità, sia il mantenimento in efficienza dei
sistemi a più elevato contenuto tecnologico.
Sebbene inevitabili, le riduzioni dovranno
comunque avvenire con gradualità, per con-
sentire all’Esercito di perseguire una maggiore
6 Rivista Militare
Fig.1
Il modello organizzativo di una Forza Armata forte di adeguato di giovani militari. La ragionevole soluzione
112 000 professionisti e fondata sul principio della stabi- nel breve e medio termine è «spalmare» i VFP 1 su 2/3
lizzazione della maggior parte dei suoi VFP 4 presuppo- anni di ferma iniziale mantenendo il numero complessi-
neva, tuttavia, lo stanziamento di risorse adeguate e si vo di giovani militari pur avendo ridotto le battute di
collocava in un quadro finanziario di riferimento comple- ingresso nei VFP 4. Per il futuro, pertanto, la Forza
tamente diverso da quello attuale che, come ho già detto, Armata dovrà investire, necessariamente e prioritaria-
prevede invece una struttura organizzativa su 90 000 mente, sulle nuove figure professionali dei Volontari a
uomini, da raggiungere gradualmente entro il 2024. Ferma Prefissata, che rappresentano la «formula» più
In tale senso, al fine di prevenire il prodursi di insanabi- efficace per avere soldati in grado di fornire output ope-
li squilibri nei volumi dei VFP 1 e dei VFP 4/VSP, che si rativi di ottimo livello e, al tempo stesso, per contenere
tradurrebbero nel rapido innalzamento dell’età media automaticamente i reclutamenti annuali, consentendo ai
del personale con una sensibile perdita di capacità ope- migliori la possibilità di transitare nelle categorie dei
rativa dello Strumento, occorre ideare soluzioni innova- VFP 4 e dei VSP (Figura 1).
tive ricorrendo all’introduzione di nuove figure. Mi rife- Per poter disporre di un capitale umano di livello ade-
risco in particolare alla possibilità di concedere un’ulte- guato, è altresì indispensabile che il nostro personale
riore rafferma annuale ai VFP 1 al secondo anno di venga sottoposto a percorsi addestrativi assolutamente
ferma (il cosiddetto «VFP 3»), inserita nei provvedimen- realistici e riceva quegli strumenti culturali che gli per-
ti applicativi relativi al «Modello a 90 000» in corso di mettano di comprendere le complesse realtà in cui è chia-
predisposizione. mato ad operare e ad interagire in stretta sinergia con
In sostanza, oggi, in relazione ai reclutamenti del passa- tutti gli attori presenti sul campo. Ma, per formare ed
to, i volumi organici di VSP sono quasi raggiunti. In tal addestrare il personale servono fondi adeguati e suffi-
senso, al fine di mantenere il giusto criterio che i VFP 4 cienti e la progressiva riduzione delle risorse a disposi-
meritevoli e idonei possano avere ragionevolmente zione, unitamente al ben noto sbilanciamento del budget
garantito il transito nei VSP, è necessario ridurre il (spesa eccessiva per il Personale, a detrimento dei setto-
numero dei VFP 4 in accesso, mantenendo un numero ri Esercizio e Investimento), stanno progressivamente
8 Rivista Militare
compromettendo la capacità della Forza Armata di adde- sul territorio nazionale, con forze non inferiori a 5 000
strare e preparare adeguatamente il proprio personale. uomini, costituite da unità non pre-allocate;
Al riguardo, non posso sottacere che, nonostante gli enor- • garantire un impegno di maggior sforzo per un
mi sforzi posti in essere dall’Esercito per aumentare il tempo limitato (fino a 12 mesi), quale forza joint di un
numero e la tipologia delle attività condotte mediante il impegno multinazionale per la condotta di
ricorso a tecniche di simulazione, gli attuali costi adde- Operazioni di difesa collettiva e di Risposta alle Crisi
strativi non risultano ulteriormente comprimibili e ulte- (CRO), che implica la disponibilità di un pacchetto di
riori tagli in tale strategico settore si tradurrebbero, inevi- forze non inferiore ai 20 000 uomini;
tabilmente, in un sensibile decadimento delle capacità • sostenere un impiego prolungato nel tempo di non
operative delle nostre unità, potendo generare anche meno di 10 000 uomini, per un impegno multinazio-
nocumento alla sicurezza del nostro personale. nale «one-shot rinforzato», da utilizzare per una rapida
Pur nel quadro di più ridotte risorse disponibili, l’obiet- reazione ad una situazione di crisi;
tivo finale da conseguire è, dunque, quello di un • mantenere una flessibilità strategica, costituita da una
Esercito caratterizzato da ampia flessibilità e versatilità, forza non inferiore ai 5 000 uomini, che consenta al
completamente integrabile in ambito interforze ed inter- Paese di passare da un’articolazione strategica ad
nazionale e in grado di esprimere assetti pienamente un’altra nel caso di crisi internazionale non prevista.
interoperabili con quelli degli Eserciti alleati ed amici È evidente, però, che un’efficace trasformazione dello
per partecipare, da protagonista, al rafforzamento Strumento Terrestre non può essere disgiunta anche da
dell’Alleanza Atlantica, alla realizzazione delle capacità una profonda revisione della propria presenza sul territo-
europee di sicurezza e di difesa nonché al consolida- rio e, quindi, da un’attenta razionalizzazione delle infra-
mento del sistema di sicurezza e cooperazione interna- strutture. In tale senso, è già stato elaborato uno specifico
zionale delle Nazioni Unite. Si tratta, dunque, di tra- piano sostenibile, denominato «Piano Globale di
guardi ambiziosi e impegnativi che non possono esse- Razionalizzazione delle Infrastrutture dell’Esercito»,
re disattesi, pena la perdita di credibilità internazio- che, sulla base di studi di razionalizzazione di tipo
nale di tutto il «Sistema Paese». areale (i criteri di riferimento adottati sono: vici-
Stante tali premesse, un Esercito a 90 000 unità potrà nanza alle aree addestrative, migliori condizio-
esprimere, nell’ambito della Joint Force nazionale, il ni infrastrutturali e maggiore capienza), si
seguente livello di impegno: prefigge lo scopo di definire le infrastrut-
• essere in grado di contrastare situazioni di emergenza ture non più funzionali alla
Forza Armata, da alienare
e/o valorizzare ai sensi
della vigente
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normativa. Questa strada metterà l’Amministrazione quali il cosiddetto «supporto di piazza» e il concentra-
della Difesa in condizione di avere immediati e consisten- mento delle unità operative presso le caserme migliori e
ti risparmi perché, riducendo le infrastrutture in uso, più vicine alle aree addestrative. Uno studio di massima
diminuiranno i costi di esercizio e perché, attraverso per l’implementazione del citato progetto è già stato
l’alienazione, si otterranno le risorse necessarie per realizzato e prevede la gravitazione delle nostre unità in
ammodernare le infrastrutture attive. Limitandosi alle strutture dislocate in prossimità delle maggiori aree
sole caserme in uso, che sono attualmente 512, il piano ha addestrative presenti in Italia: mi riferisco ai poligoni di
individuato 325 infrastrutture strategiche, mentre 175 Capo Teulada (CA), del Cellina Meduna (PN), di Torre
sarebbero dismissibili nel breve periodo, consentendo – in Veneri (LE), di Candelo Masazza (BI), di Monte Romano
sede teorica – un risparmio di costi di gestione stimato (VT), nonché ad aree addestrative pregiate quali quelle
intorno ai 70 milioni di euro all’anno. di Persano (SA) e Cesano di Roma, che dovremo, com-
Peraltro, proprio in tema di infrastrutture, in più occa- patibilmente con le risorse disponibili, espandere e
sioni ho rappresentato all’Autorità politica una mia potenziare. E su questo argomento basti aggiungere che
«soluzione ideale» che, attuata nel medio-lungo termine la disponibilità di aree addestrative – già oggi scarsissi-
con una disponibilità certa di idonee risorse finanziarie, ma – è assolutamente vitale per garantire l’addestra-
potrebbe portare alla concentrazione di tutti gli Enti e mento e l’operatività delle nostre unità. Si tratta di un
unità della Forza Armata in 15/20 «macrobasi», situate argomento di scottante attualità anche alla luce delle
in prossimità di idonee vie di comunicazione e aree recenti richieste delle comunità locali che talora vorreb-
addestrative. Tale soluzione, se da un lato permettereb- bero ulteriormente limitare le servitù militari, ma sul
be di ottimizzare la spesa infrastrutturale e, nel lungo quale in Italia si è già raggiunto il limite della sostenibi-
periodo, di consentire sensibili economie di gestione, lità. Le aree addestrative sono già oggi insufficienti e
dall’altro presenta notevoli costi iniziali, che, franca- appare, pertanto, necessaria una maggiore consapevo-
mente, ritengo difficilmente sostenibili stante l’attuale lezza da parte della società civile delle ineludibili esi-
situazione economica. genze di un Esercito che si voglia efficiente.
Al momento, stiamo comunque Viste, dunque, le linee generali del processo
cercando di realizzare tale pro- evolutivo, desidero
getto di concentrazione delle
infrastrutture in maniera «vir-
tuale» attraverso alcune
soluzioni
10 Rivista Militare
LA PENETRAZIONE
CINESE IN AFRICA
Nell’ultimo decennio la diplomazia di Pechino si è mossa con scelte tipiche da Grande Potenza.
Distinguendo le ragioni degli Affari di Stato dalle ragioni etiche e di principio, la Cina è riuscita a collocarsi al
centro di una complessa rete di rapporti internazionali giocando un efficace ruolo di «Global Player».
Al tavolo per una nuova definizione degli equilibri geopolitici, il Dragone è diventato un interlocutore di pri-
mo piano anche per l’Africa.
Già solo dal gennaio del 2006 (sino dioline, magliette e condizionatori - esportatori di armi, adducendo pro-
al mese di novembre) la Cina ha in- che riempiono i negozi di Dakar e i ve rinvenute nel Darfur, e ritenendo
dirizzato il 10% dei suoi investi- mercati di Nairobi - aumenta più ra- sospetti i forti legami di Pechino
menti esteri (6,27 miliardi di dollari) pidamente che in qualsiasi altra re- con il dittatore Robert Mugabe.
proprio verso l’Africa e 800 grandi gione del mondo, il 18% annuo. La concorrenza cinese sui mercati in-
imprese cinesi hanno impiantato so- L’Angola sorpassa l’Arabia Saudita, ternazionali e la massiccia importa-
lide attività sul Continente, oltre a diventando nel 2006 il principale zione di prodotti made in China a
un migliaio di progetti strutturali e fornitore di petrolio della Repubbli- basso costo ha indubbiamente causa-
nelle infrastrutture: porti, ospedali, ca Popolare con circa 465 000 barili to la chiusura di numerose fabbriche
scuole, reti idriche ed elettriche. al giorno, mentre la compagnia pe- tessili in Lesotho e la perdita di oltre
Inoltre, vengono azzerati 10 miliar- trolifera cinese Sinopec si aggiudica 70 000 posti di lavoro in Sudafrica.
di di dollari di debiti contratti da 31 alcune concessioni per estrarre il Nello Zambia, dove il Presidente
Paesi africani, annullati i dazi sui greggio. Già dal 2004 la Eximbank of Levy Mwanawasa ha vinto il secon-
190 prodotti di importazione africa- China aveva concesso al Paese un do mandato, il suo principale sfidan-
na e inseriti 16 Paesi dell’Unione credito agevolato pari a 2 miliardi te, Michael Sata, durante la campa-
nelle destinazioni turistiche consi- di dollari (divenuti presto 11) per gna elettorale ha accusato gli investi-
gliate da Pechino (già nel 2005 sono avviare la ricostruzione delle infra- tori cinesi di sfruttare i lavoratori lo-
stati 110 000 i turisti cinesi che han- strutture distrutte da 27 anni di cali nelle miniere di rame, dichiaran-
no visitato quelle mete). guerra civile. dosi a favore delle imprese di
La Bejing Urban Construction Group, Sempre all’inizio del 2006, la China Taiwan. Anche le stesse proteste
un’azienda statale cinese, ha comple- National Offshore Corporation annun- scoppiate tra i lavoratori delle minie-
tato il restauro del lussuoso Bintu- cia l’acquisizione del 45% di una re hanno messo in evidenza l’insuffi-
mani Hotel a Freetown prima ancora concessione offshore in Nigeria, pari ciente standard delle misure di sicu-
che in Sierra Leone tornasse la pace, a 2,7 miliardi di dollari, e in Gabon - rezza e l’estremo sfruttamento della
nel 2002, dopo dieci anni di deva- dove i pozzi petroliferi si stanno manodopera (nell’aprile del 2005,
stante guerra civile (televisori, docce, prosciugando - la cinese Sinopec durante il brillamento di una mina,
porte e persino le toilette della hall inizia a far brillare cariche di dina- sono morti più di 50 lavoratori dello
hanno la versione in mandarino). mite all’interno del Parco Nazionale Zambia e secondo il portavoce della
Sempre nella capitale, sono stati rin- Loango (un paradiso ambientale cinese Eastern Union, titolare dello
novati i palazzi dell’amministrazio- popolato da gorilla, leopardi, ippo- stabilimento metallurgico del rame,
ne, rifatto lo stadio di calcio e co- potami ed elefanti) che potrebbe ce- non c’era motivo di ridiscutere i pro-
struiti piccoli laboratori artigianali. lare il tanto agognato petrolio. In grammi).
Oltre ai numerosi complessi turistici Ciad viene costruita la prima raffi- È solo alla fine del 2007 che un altro
sorti in tutta l’Africa occidentale, le neria del Paese, oltre a nuove stra- rapporto stilato dalla Banca Mon-
imprese cinesi hanno realizzato una de, sistemi di irrigazione e una rete diale - ma confermato anche dal
grande diga in Etiopia e una tangen- di telefonia mobile. World Economic Forum, dal Fondo
ziale ad Addis Abeba, oltre ad aver Sono però «soldi troppo facili» per Monetario e dalle Nazioni Unite -
vinto appalti per ammodernare le re- il Segretario al Tesoro americano, accende i riflettori sullo sviluppo
ti di telefonia. Alla Guinea Bissau Henry Paulson, che cerca di inter- economico del Continente: ben 44
viene donata la nuova e imponente pretare le perplessità della Banca Paesi africani «seguono lo sviluppo del
sede del Parlamento, rimasta però Mondiale e del Fondo Monetario. In resto del mondo [...] e molte economie
chiusa a causa degli elevati costi di effetti, lo stesso Presidente della sembrano aver voltato pagina, tanto da
gestione. Banca, Paul Wolfowitz, durante intaccare l’alto tasso di povertà e attrar-
La Banca Mondiale, in uno studio un’intervista al quotidiano francese re gli investimenti».
intitolato «Africa’s Silk Road», foto- «Les Echos», manifesta le sue preoccu- Secondo il rapporto, la crescita me-
grafa l’impatto della Cina, ma anche pazioni per questi soldi «irrespon- dia della comunità dei Paesi africani
dell’India, sull’economia subsaha- sabili»: le banche cinesi non hanno negli ultimi dieci anni è stata del
riana e rivela che tra il 1999 e il 2004 aderito ai Principi dell’Equatore, 5,4%, con previsioni simili per l’anno
le esportazioni del Continente verso una piattaforma che impegna gli successivo. Si sono registrate anche
Pechino sono cresciute a un ritmo istituti di credito a concedere fondi delle vere e proprie punte di eccel-
del 48% annuo. Verso l’Asia viaggia solo per quei progetti che rispettino lenza, come nel caso delle aree pe-
quindi il 27% dell’export africano, ambiente e diritti umani. Un rap- trolifere della Mauritania (19,8%),
quasi quanto arriva nell’Unione Eu- porto di Amnesty International de- ma anche in Angola (17,6%), Ciad
ropea (29%) e negli Stati Uniti nuncia che la Cina sta emergendo (9%) e Mozambico (7,9%). Inoltre, in
(32%). E dalla Cina il flusso di ra- come uno dei principali, e occulti, dieci anni i possessori di telefono
16 Rivista Militare
sono aumentati del 328% (prima lo mento dello Zimbabwe, dove l’infla- l’Africa, ricca di risorse e affamata di
avevano 21 africani su mille e adesso zione ha raggiunto l’8 000%. Anche prodotti finiti a basso costo, il miglior
90), i rubinetti di acqua potabile so- secondo il Presidente algerino, Abde- partner possibile. L’incontro tra la Ci-
no aumentati del 19% e la produzio- laziz Bouteflika, i tassi di interesse na e i Paesi africani supera comun-
ne di elettricità è salita al 43,8%. John non sono accompagnati da «una si- que l’interesse immediato per il ferro
Page, analista della Banca Mondiale, gnificativa riduzione della povertà» ed è del Gabon o per il greggio dell’Ango-
è convinto che - se il tasso di crescita quindi necessario spingere sugli in- la, per trasformarsi ben presto non
raggiungerà il 7% e non subirà va- vestimenti per sostenere lo sviluppo solo in contributi di manodopera, ma
riazioni sino al 2015 - si potrebbe an- di lungo termine, ben oltre il trend anche in una vera e propria esporta-
che realizzare il sogno dell’intero positivo di crescita registrato dalla zione di un modello socio-economi-
Continente, ovvero diminuire il tas- Banca Mondiale. co, che spazia dall’assistenza tecnica
so di povertà sino a dimezzarlo. Ed è a questo punto che la Cina fa il e dalle infrastrutture sino ad arrivare
a una generosa sponda diplomatica.
Infatti, in cambio di materie prime
Pechino è disposta a tollerare i discu-
tibili standard in materia di diritti
umani: con il suo seggio nel Consi-
glio di Sicurezza delle Nazioni Unite,
la Cina è in effetti in grado di garanti-
re un’ampia copertura politica inter-
nazionale. Nel 2006, Cina e Africa fir-
mano un partenariato strategico che
porta, solo due anni più tardi, il volu-
me degli scambi a 100 miliardi di
dollari (nel 2000 era uno soltanto).
Nel corso del 2008, le autorità di Pe-
chino inviano nei Paesi africani mi-
gliaia di «emigrati» e le stime regi-
strano la presenza in Africa di 750 000
lavoratori cinesi tra operai e conta-
Ma i dati del rapporto non vengono Summit del Forum sulla Cooperazione sino- dini. Decine di migliaia di agricolto-
letti con lo stesso entusiamo da tutti africana del novembre 2006. ri provengono dalla provincia cine-
gli analisti. Per molti di loro si tratta se di Hebei, nel nord della Cina, e
di una crescita sostenuta soltanto dal l’ideatore di questa complessa ope-
Sudafrica (il 45% del prodotto lordo suo ingresso «ufficiale» nel Continen- razione è Liu Jianjun, un alto fun-
di tutto il Continente) e dalla Nigeria, te africano. Dopo una fase storica che zionario della Camera di Commer-
il grande esportatore di petrolio. In l’ha vista impegnata nel trasmettere cio sino-africana: «in Cina siamo
effetti, il 41% della popolazione sub- all’Africa i valori e lo stile del comu- troppi e abbiamo poca terra da coltiva-
sahariana continua a vivere con me- nismo asiatico, la Cina si presenta di re». Jianjun, che si lascia spesso foto-
no di un dollaro statunitense al gior- nuovo sul Continente e si propone grafare in costumi africani, è anche
no e le strutture sanitarie e scolasti- come il maggior partner commerciale l’uomo che ha creato nel Continente
che sono inesistenti per sei africani su dopo gli Stati Uniti. Tra i primi pro- nero un articolato sistema di villag-
dieci. Inoltre, la diffusione dell’Aids, getti viene addirittura ridisegnata la gi, chiamati «Villaggi Baoding», dal
della Tbc e della malaria ha raggiun- mappa geografica con la nascita di nome della cittadina dell’Hebei nel-
to tali livelli da far ritenere il fenome- tre macro regioni economiche tra la quale vive. Questi villaggi (i pri-
no oramai inarrestabile. Nell’ultimo Zambia ed Egitto, colonizzandole mi sono sorti nel 1998 in Uganda e
decennio, ben 23 Paesi hanno brucia- con maestranze cinesi. Dopo l’inizia- Kenya) sparsi in quasi tutto il Conti-
to oltre 18 miliardi di dollari in arma- le legame politico degli anni Sessanta nente (Algeria, Senegal, Costa d’A-
menti e anche la corruzione appare a (la conquista del Continente all’ideo- vorio, Ghana, Nigeria, Sudan, Zam-
uno stato endemico. Anche se il Se- logia maoista attraverso la costruzio- bia e Sudafrica) hanno lo scopo di
negal e il Kenya puntano su agricol- ne di infrastrutture, dalle strade agli rendere produttivi i campi. I calcoli
tura e turismo, Paesi come il Congo, ospedali e ai campi di calcio) a parti- di Jianjun, presentati durante un’in-
la Costa d’Avorio e lo Swaziland re- re dagli anni Novanta la Cina, biso- tervista rilasciata all’«Independent»
gistrano un tasso di crescita non su- gnosa di materie prime, idrocarburi e di Londra, sembrano esatti: «c’è un
periore all’1%, senza contare il falli- mercati di espansione, intravede nel- sacco di terra in Africa e i contadini sono
n. 1 - 2013 17
pochi [...] in Costa d’Avorio mancano nuovi e vantaggiosi accordi com- degli Esteri cinese, Qin Gang, «spic-
400 000 tonnellate di cibo l’anno e i merciali (Algeria, Gabon, Etiopia e care quel mandato è stato un errore ca-
contadini indigeni da soli non ce la fan- Madagascar, compresa una visita al- pitale che potrebbe mettere seriamente
no a nutrire la popolazione». l’Unione Africana). a repentaglio il tentativo di pacificare il
In realtà, i calcoli rispondono anche In effetti, la posta in gioco è molto Darfur». Anche lo stesso Presidente
ad altre esigenze. Si tratta in effetti alta e quando nel marzo del 2009 il al Bashir tuona contro Europa e Sta-
di una prospettiva allettante per le Tribunale Penale dell’Aia emette il ti Uniti, considerati i nuovi colonia-
autorità cinesi, costrette a fare i con- mandato di cattura per genocidio listi: «quelli che ci accusano di genoci-
ti con la chiusura delle fabbriche vo- per Omar al Bashir, il Presidente del dio sono gli stessi che hanno provocato
tate all’export a basso costo, che han- Sudan, la Cina - forte del suo seggio i veri genocidi in Vietnam, Iraq e Pale-
no smobilitato centinaia di migliaia permanente nel Consiglio di Sicu- stina».
di operai, tornati nei loro villaggi di rezza con diritto di veto - scende in Per difendere il dittatore accusato di
origine senza la possibilità di trova- campo per prima e chiede che il crimini di guerra, la Cina mette in
re lavoro (a Dongguan, considerata provvedimento restrittivo venga su- campo tutto il suo peso politico ed
la capitale dell’industra del giocat- bito congelato (Pechino esporta da economico, anche se il prezzo da
tolo, nel 2008 hanno chiuso 1 800 Khartum quasi il 70% del suo fabbi- pagare in termini di immagine è
aziende del settore sulle 3 800 pre- sogno petrolifero). In realtà, quasi particolarmente alto: l’indignazione
senti). Un contadino cinese, lavo- la metà dell’Africa è in rivolta, com- dell’opinione pubblica occidentale.
rando in Sudan, arriva a triplicare lo presa la Lega Araba e l’Unione Afri- Ma il suo rapporto preferenziale
stipendio percepito in Cina e ambi- cana, per manifestare solidarietà al con il prezioso fornitore di energia -
sce a raggiungere il Sudafrica, dove Presidente sudanese, così come l’I- dal Sudan orientale parte anche un
i salari sono ancora leggermente
superiori e la comunità cinese regi-
stra già 20 000 connazionali.
Tutto ciò non piace però agli operai
africani. Episodi di intolleranza nei
confronti del dinamismo cinese, spe-
cialmente verso i piccoli esercizi com-
merciali, si affiancano all’irritazione
per i salari concorrenzialmente bassi
accettati dai lavoratori cinesi. In Al-
geria, dove la comunità ha raggiunto
i 20 000 residenti, i muratori cinesi
impiegati dalle aziende di Pechino
decidono spesso, a lavori conclusi, di
non riprendere le attività edili e di
aprire esercizi commerciali in pro-
prio. Nell’aprile del 2008 il governo
cinese preferisce rimpatriare 400 la-
voratori dalla Guinea Equatoriale do-
po la morte di due cinesi durante
uno sciopero dei dipendenti locali.
La spiegazione di Liu Jianjun non si è ran, la Siria e il Sudafrica, senza Cerimonia di apertura della 5a Conferenza
fatta attendere, anche se forse non è contare la Russia, che definisce il ministeriale del Forum sulla cooperazione
sino-africana.
stata troppo corretta sotto il profilo mandato una «decisione intempesti-
politico: «i contadini africani sono un va». Il Tribunale Penale Internazio-
po’ pigri, preferiscono raccogliere la frut- nale non dispone di una propria
ta dall’albero piuttosto che coltivarla». struttura di polizia e si limita a oleodotto di 1 500 chilometri sino al
Anche nello Zambia una protesta emettere una misura, comunque ef- Mar Rosso, dove una spola di petro-
violenta aveva paralizzato tutti gli ficace sul piano internazionale, invi- liere cinesi lo trasporta nei porti di
impianti cinesi nella regione e ave- tando gli Stati aderenti a renderla Hong Kong e Shanghai, sino ai pe-
va costretto il Presidente del Parla- operativa (la Cina, la Russia e il Su- trolchimici del Guangdong - non
mento di Pechino a trascorrere due dan non hanno sottoscritto il tratta- deve essere incrinato. In ogni caso,
settimane in Africa aspettando che to che lo ha istituito). la dirigenza di Pechino è consape-
si calmassero le acque e a proporre Secondo il portavoce del Ministero vole che la posizione assunta, pur
18 Rivista Militare
invisa all’Occidente, raccoglie ampi Ministro degli Esteri, Yang Jiechi, ha mantenerli» avverte Yakubu. Ma an-
consensi tra i regimi illiberali dei incontrato le leadership politiche di che in questo caso, la Cina potrebbe
Paesi cosiddetti emergenti. La Cina, Uganda, Ruanda, Sudafrica e Ma- assicurare la sua protezione alla Ni-
pur facendo sbarramento contro il lawi. In Tanzania, i cinesi hanno ac- geria per gli spinosi problemi politici
diritto di ingerenza umanitaria in quistato il 50% della compagnia ae- del Paese, dalla irrequietezza della
nome della «non interferenza negli rea nazionale, in Angola la società regione del Delta del Niger sino al-
affari interni», riceve in cambio un cinese Sonangol International ha sti- l’ingombrante presenza del gruppo
ampio fronte di solitarietà tra questi pulato un importante accordo pe- islamico terroristico di Boko Haram.
Paesi (quando, nel febbraio del trolifero e nella Repubblica Demo- In ogni caso, questa è la prima volta
2009, il Consiglio per i Diritti Umani cratica del Congo sono stati conces- che un’azienda cinese, controllata
delle Nazioni Unite ha esaminato il si aiuti finanziari per 9 miliardi di dal governo, cerca di entrare nel
dossier di Pechino, le timide proteste dollari (il Paese controlla il 10% di «salotto buono» della finanza inter-
occidentali sono state sommerse da tutto il rame mondiale e un terzo nazionale, sfidando l’antica aristo-
un coro favorevole di alleati africa- delle risorse planetarie di cobalto). crazia del petrolio (nel 2005 ha ten-
ni, asiatici e latinoamericani). Man mano che l’influenza occidenta- tato di scalare il gruppo statuniten-
Inoltre, la stessa recessione non di- le si è indebolita nel Continente, Pe- se Unocal e nel 2008 l’argentina Ypf,
strae i dirigenti cinesi dal raggiunge- chino ha saputo cogliere tutte le op- ma entrambi i progetti non sono an-
re gli obiettivi strategici di lungo ter- portunità per investire nei sei settori dati a buon fine). Al di là del pre-
mine: l’accesso alle aree ricche di più rilevanti: commercio estero, inve- sunto shock finanziario (le offerte di
energia, materie prime e raccolti stimenti per la costruzione di infra- Pechino sono molto alte) e psicolo-
agricoli, la conquista di nuovi merca- strutture, aiuti finanziari e forniture gico dei colossi occidentali, la Cina
ti e il potenziamento di un dispositi- militari (l’interscambio tra Pechino e i tenta con questa operazione di usci-
vo militare capace di proiettarsi a partner africani è cresciuto, nel decen- re dal giro dei piccoli Paesi in cui
largo raggio nelle aree vitali per i nio tra il 1999 e il 2009, del 1 000%). sembrava confinata, nonostante la
suoi interessi. Oltre che nel Sudan, Alla fine del 2009, e a fronte delle in- poca trasparanza dimostrata e il set-
l’espansione della Cina ha raggiunto numerevoli risorse offerte dall’Afri- tore di provenienza così politicizza-
anche tutto il Corno d’Africa, dove ca, il colosso asiatico scopre che la to (ma adesso la Cina è membro uf-
la marina militare cinese gioca un nuova frontiera è costituita dal pe- ficiale del G20, con pari dignità di
ruolo importante nelle operazioni trolio della Nigeria. Un documento, Stati Uniti ed Europa).
anti pirateria al largo della Somalia. considerato riservato, viene però Non tutte le operazioni in Africa so-
Il contingente navale guidato dal- pubblicato dal «Financial Times» e ri- no infatti così trasparenti. Nel rap-
l’Ammiraglio Du Jingchen, che dal vela che la Cina è riuscita ad inserirsi porto redatto dall’Ufficio delle Na-
Golfo di Aden presidia le rotte cru- nella complessa trattativa di 23 licen- zioni Unite contro la Droga e il Cri-
ciali tra l’Oceano Indiano e il Medi- ze per concessioni per l’estrazione mine (Unodoc, luglio 2009) sui traf-
terraneo, insidia indiscutibilmente del greggio, 16 delle quali in scaden- fici illeciti di armi, esseri umani,
un’area storicamente importante per za, per un valore di 30 miliardi di droga e medicinali contraffatti nel-
l’Europa e gli Stati Uniti. dollari (50, secondo gli stessi analisti l’Africa Occidentale, viene segnala-
Anche le stesse società cinesi proiet- del quotidiano inglese). La Compa- to che l’80% del mercato del tabacco
tate in Africa per il cosiddetto busi- gnia di Stato cinese China National (30 milioni di pacchetti di sigarette
ness strategico - la Norinco e la Poly Offshore Oil Corp è riuscita a entrare non tassati o contraffatti) è nelle
Group - sono in realtà potenti agglo- nel business di un terzo delle riserve mani di potenti organizzazioni cri-
merati finanziari legati a doppio filo nigeriane, in aperta concorrenza con minali, con proventi pari a 775 mi-
con l’Esercito Popolare di Liberazio- le grandi Compagnie occidentali: lioni di dollari (superiore al reddito
ne, celebrando la conquista dell’eco- Shell, Chevron, Total e Exxon Mobil. di alcuni Paesi africani, come il
nomia africana in nome dell’aiuto Il Consigliere del Presidente nigeria- Gambia). Il traffico diretto verso
allo sviluppo e dell’amicizia tra i no, Tanimu Yakubu, non nasconde la l’Africa ha il suo punto di partenza
popoli. sua eccitazione: «i cinesi offrono dav- proprio in Cina e, attraverso il Viet-
Da molti anni è ormai tradizione vero multipli di quello che gli attuali nam, la Bulgaria e la Grecia, giunge
che il Presidente cinese, subito dopo produttori stanno offrendo [...] amiamo sino all’Africa del Nord, con Libia,
il Capodanno lunare, intraprenda questo genere di competizione». In que- Algeria ed Egitto in testa alla classi-
una tournée diplomatica in Africa. sta ipotesi, Pechino sarebbe in grado fica degli acquirenti.
Anche nell’Anno del Bue (2009), Hu di assicurarsi 6 miliardi di barili, an- Agli inizi del 2010 la mappa dell’Afri-
Jintao si è recato in visita (dopo l’A- che se il governo di Abuja non vuole ca è comunque disegnata. In Libia, in-
rabia Saudita) in Senegal, Mali, Tan- incrinare i tradizionali rapporti con dustria petrolifera; in Niger, ricerca e
zania e Mauritius. Parallelamente, il gli Stati Uniti: «gli amici vogliamo sfruttamento dell’uranio; in Nigeria,
n. 1 - 2013 19
LA DOTTRINA
NUCLEARE RUSSA
L’EVOLUZIONE DI PENSIERO DALL’UNIONE SOVIETICA ALLA RUSSIA DI OGGI
L’equilibrio tra le due maggiori potenze, Stati Uniti e Unione Sovietica, è stato oggetto di interpretazioni diver-
se, al punto di divenire speculazione intellettuale. Il requisito fondamentale perché la deterrenza possa opera-
re è che l’avversario sappia valutare l’entità del danno che subirebbe se passasse all’attacco. Nessuno dei due si
muove per primo perché conosce la straordinaria potenza dell’altro.
modernizzate ma continuano a svol- fesa diventa solo un concetto a li- approccio più olistico alla guerra in
gere un ruolo di supporto. vello tattico. La strategia deve esse- cui ogni singolo tipo di arma, inclu-
re posta in atto in due fasi: un attac- se quelle convenzionali, abbia un
Acquisizione dell’arma nucleare co preventivo intercontinentale ruolo distinto. Una nuova strategia
(1950-60) (una sola massiccia salva di missili) operativa combinata è formulata
contro gli Stati Uniti, seguita da una per un eventuale conflitto nel Teatro
Inizialmente le armi nucleari hanno seconda fase consistente in un’uni- europeo e il concetto della difesa
un ruolo anti-città. Comunque dal ca massiccia offensiva strategica viene gradualmente recepito. Nello
1955 queste rimpiazzano il carro ar- lungo l’intero fronte del Teatro eu- stesso tempo, però, la guerra è sem-
mato come arma strategica centrale. ropeo. La seconda fase comprende pre vista come dominata dalle armi
Nello stesso tempo, vengono consi- attacchi nucleari preventivi seguiti nucleari e una pura guerra conven-
derate concettualmente come parte da decisive avanzate delle forze
integrante della struttura militare convenzionali senza interruzione.
ereditata dalla Seconda guerra mon- Un punto chiave di questa strategia
diale. Devono spianare la strada sul è che le forze avversarie possono
campo di battaglia al loro predeces- essere poste fuori gioco con un at-
Sopra.
Il leader sovietico Nikita Kruscev.
A sinistra.
Un ICBM SS-11 «Sego».
sore, il Tank, per far avanzare il più tacco preventivo che contempli zionale viene considerata come una
rapidamente possibile massicce for- l’uso delle armi nucleari. Il basso li- possibilità irrealistica. La crescita
ze convenzionali meccanizzate. Pia- vello nella tecnologia missilistica ne dell’arsenale nucleare e l’emergere
ni strategici difensivi semplicemen- premia quindi notevolmente un suo dei sottomarini lanciamissili balisti-
te non esistono. uso preventivo perché il tempo ri- ci (SLBMs), rende concettualmente
chiesto per approntare i missili e ar- possibile la realizzazione di piani
Euforia nucleare (1960-65) marli con le loro testate rende im- per attacchi multipli invece di una
possibile o quasi un attacco di rap- singola massiccia salva. La dirigen-
Sotto Kruscev emerge una nuova presaglia e un puro attacco di que- za sovietica incomincia anche a ri-
strategia. Le armi nucleari raggiun- sto tipo sarebbe comunque insoddi- flettere sulle conseguenze di uno
gono un tale livello di importanza sfacente. scambio di colpi nucleari. Durante
che il valore delle altre viene note- una esercitazione nel 1972, viene si-
volmente ridotto. Sono create le «Discesa sulla Terra» mulato un attacco (first strike) statu-
Forze Missilistiche Strategiche co- e i missili balistici intercontinentali nitense all’URSS e i risultati genera-
me una branca separata dalle altre (ICBMs) (1965-75) no sgomento nella leadership del
Forze Armate e sia l’aviazione con- Cremlino.
venzionale tattica che l’artiglieria Dopo Kruscev si riflette sul fatto In questo periodo, i sovietici seguono
sono fortemente ridimensionate. Il che l’utilizzo delle armi nucleari è anche gli sviluppi americani nel con-
perno della strategia nucleare è la stato sovrastimato e che una rappre- cetto di escalation e impiego dell’ar-
guerra preventiva globale e l’uso saglia avversaria potrebbe infligge- ma atomica. Inizialmente sono con-
dell’arma atomica in Teatro. La di- re danni inaccettabili. Si cerca un trari. Prima del 1970 la loro politica è,
22 Rivista Militare
A sinistra.
Il lancio di prova di un «Minuteman III».
A destra.
Testate «W-87» montate sul veicolo di rien-
tro «MK-21».
24 Rivista Militare
LA STRATEGIA SOVIETICA
PER UN FIRST STRIKE
della postura sovietica. I russi repu- suo uso. L’unico possibile impiego di MIRV, gli «RS-24 Yars», e a un
tavano, a differenza degli statuni- resta in risposta a un attacco con nuovo tipo di SLBM denominato
tensi, che l’unica autentica garanzia armi di distruzione di massa (Wea- «Bulava».
di stabilità era una situazione in cui pons of Mass Destruction - WMD)
una parte (la loro) avesse una chiara ma anche a uno convenzionale che
superiorità sull’altra. Sentirsi sicuri, metta in pericolo la sopravvivenza CONCLUSIONI
dunque, significava che ci fosse uno stessa dello Stato. La precedente
squilibrio a loro favore. Il pendolo dottrina adottata nel 2000 ne pre- In conclusione, dopo i lunghi anni
doveva pendere dalla loro parte. Al- vedeva l’uso in situazioni critiche della guerra fredda, in cui l’arma
lo stesso tempo gli strateghi consi- per la sicurezza nazionale. Quella nucleare ha svolto un ruolo predo-
deravano questo equilibro quasi im- del 2010 conferma l’obiettivo di minante nella dottrina sovietica an-
possibile da raggiungere a causa dei mantenere la stabilità strategica e che a livello operativo, con esercita-
continui progressi tecnologici negli
armamenti e della continua crescita
numerica degli arsenali di entrambe
le superpotenze. Questa situazione
generava una corsa agli armamenti.
L’URSS si sforzerà di migliorare co-
stantemente le proprie forze tra il
1965 e il 1985 cercando in tutti i mo-
di di ottenere la superiorità strategi-
ca sugli Stati Uniti. Il suo principale
obiettivo non era prevalere in uno
scontro nucleare ma creare quella
stabilità e quella sicurezza che li
mettesse al riparo da qualsiasi ri-
schio. La comprensione di un così
lungo momento storico aiuta a capi-
re l’attuale strategia militare russa.
LA SITUAZIONE ATTUALE
LO STATO DI AL-QAEDA E
LA MINACCIA TERRORISTICA
La nuova leadership di Al-Qaeda
non ha cambiato la strategia opera-
tiva dell’organizzazione, anche se
ci sono dei cambiamenti nella
struttura del network qaedista. Le
organizzazioni regionali affiliate
stanno assumendo una centralità
operativa, coniugando l’ideologia
jihadista globale con agende politi-
che locali. I gruppi regionali affi-
liati rappresentano una minaccia
crescente sia a livello regionale sia
a livello globale.
gli aeroporti occidentali con il mi- un intensificarsi dell’influenza di e sembra che stia collaborando con
nor livello di sicurezza. Il tentativo islamisti in seno all’opposizione al re- la setta jihadista nigeriana Boko Ha-
di attentato sull’aereo in volo dal gime di Bashar al Assad. L’acuirsi del ram, molto attiva, in Nigeria, nel-
Ghana a Detroit, nel Natale del conflitto in Siria offre all’organizza- l’attuazione di attacchi terroristici,
2009, è il risultato di questo nuovo zione opportunità per uno sviluppo inclusa nella lista nera del terrori-
approccio. AQPA ha scelto un aereo della propaganda e di azioni mirate smo dagli Stati Uniti.
in partenza dal Ghana con destina- per accrescere il numero di affiliati. In particolare, sembra che sia accertato
zione Detroit, perché avrebbe fatto Anche grazie al supporto di Al-Qae- il legame AQMI e il guppo Jama’atu
scalo nell’aeroporto di Amsterdam da in Iraq l’opposizione laica al regi- Ansarul Muslimina Fi Biladis-Sudan,
Schiphol, verosimilmente da essa me baathista sta lasciando sempre anche noto come Ansaru, organizza-
considerato al tempo meno sicuro più terreno a favore dei gruppi jiha- zione scissa da Boko Haram, che nel
di altri scali europei. Anche gli at- disti; in particolare molto attivo risul- recente periodo ha acquistato molto
spazio in Nigeria, specialmente nel
rapimento e uccisione di cittadini oc-
cidentali. Anche AQMI sta portando
avanti una linea operativa impronta-
ta sempre più al rapimento di cittadi-
ni occidentali, da cui ricava ingenti
risorse economiche. Risorse che ven-
gono utilizzate anche per stabilire
rapporti e alleanze con tribù locali
nel Sahel grazie alla situazione di in-
stabilità nel Mali, dove i vari gruppi
ribelli (Movimento Tuareg di libera-
zione dell’Azawad e l’islamico Ansar
al-Din aventi forti legami con AQMI)
erano riusciti a sottrarre al governo
di Bamako il controllo di tutto il nord
del Paese. L’intervento francese a
supporto del legittimo governo ma-
liano ha efficacemente contrastato sul
campo le forze ribelli, riconquistando
gran parte del territorio precedente-
mente sottratto al controllo governa-
tentati progettati nell’ottobre del Un lanciamissili superficie terra-aria SA-7. tivo. Nonostante ciò, sia le forze ri-
2010 contro un aereo statunitense e, belli, sia soprattutto AQMI, manten-
più recentemente, nel maggio 2012 gono importanti roccaforti nel Paese,
in Arabia Saudita, sventato dai ser- ta il gruppo salafita di Jahbat-Al-Nu- minacciando la stabilità dell’area, e
vizi di sicurezza locali, rispondono sra, forza importante del Free Syrian facilitando le operazioni di AQMI in
alla nuova strategia qaedista. Army, che sta anche raccogliendo il tutto il Sahel. Il conflitto maliano è
Al-Qaeda in Iraq rimane un’organiz- supporto della popolazione. La co- diventato altresì un utile strumento
zazione molto attiva, come dimostra- municazione, propaganda e modus di propaganda. AQMI, grazie alla
no gli attacchi condotti negli ultimi operandi Al Nusra sono molto simili propria organizzazione e risorse,
mesi contro obiettivi sciiti, delle forze a quelli di Al-Qaeda in Iraq. ha saputo condurre una operazio-
di sicurezza e del governo. La capaci- In Algeria, Mali, nel Maghreb e nel ne di grandissimo impatto – ci si
tà operativa resta non solo a Ba- Sahel opera Al-Qaeda nel Maghreb riferisce all’attacco condotto dal
ghdad e nelle roccaforti sunnite, ma Islamico. Nonostante essa rimanga gruppo con a capo Belmokhtar
in tutto il territorio nazionale. Oltre a ancora un’organizzazione fortemen- Khalid Abu Abbas alla piattaforma
prevedere un aumento degli attacchi te caratterizzata dall’ideologia jiha- petrolifera di Tiguentourine in Al-
a seguito del completo ritiro statuni- dista, utilizzata qui più che altrove geria – giustificata proprio come ri-
tense, l’organizzazione sta portando come un utile strumento di propa- sposta jihadista all’intervento fran-
una efficace azione di penetrazione ganda al fine di veicolare l’agenda cese in Mali.
in Siria, grazie alla situazione di con- politica locale, AQMI ha forti ambi- Altro fattore di allarme riguardante
flitto interno presente nel Paese. In zioni anche al di fuori dell’ambito AQMI è inerente agli alert che si regi-
particolare, diverse fonti riportano regionale (specialmente in Francia) strano dal 2011 su ingenti quantitativi
n. 1 - 2013 31
di armamenti prelevati dagli arsenali tualmente, però, Al-Shabaab sta per- condurre azioni di guerriglia e at-
del regime di Gheddafi, che stanno dendo rapidamente consenso popo- tentati terroristici. In ogni modo, ha
contribuendo ad alimentare l’instabi- lare ed il controllo del territorio. I lea- perso consenso tra la popolazione a
lità regionale. Fonti riferiscono che ders delle varie fazioni e tribù somale causa della cattiva amministrazione
una importante parte di queste armi hanno raggiunto nell’estate un accor- delle aree sotto il suo controllo. Im-
sarebbe finita in mano a militanti tua- do su percorso e tempi per la creazio- pedendo alle agenzie internazionali
reg, precedentemente impiegati da ne di uno Stato federale mettendo fi- di offrire supporto alla popolazio-
Gheddafi, che le hanno utilizzate con ne al periodo di transizione. L’accor- ne, l’organizzazione terroristica ha
successo in Mali contro le forze rego- do è stato il risultato anche delle favorito l’emergere della crisi ali-
lari. Grazie agli armamenti prelevati pressioni delle Nazioni Unite e del- mentare, che ha contribuito ad alie-
in Libia, infatti, i Tuareg sono stati in l’Unione Africana per una risoluzio- nare il supporto della popolazione
grado di sottrarre al governo centrale ne della fase di transizione politica locale all’organizzazione. Nono-
aree importanti del Paese, tra cui la apertasi dalla fine della guerra civile stante la situazione della Somalia
città di Timbuctu. scoppiata nel 1991. I Paesi donatori rimanga critica, essendo sostanzial-
Tra gli armamenti mancanti si regi- di fondi alla Somalia avevano minac- mente un failed State, gli sviluppi
strano numerosi missili terra aria ciato di sospendere l’erogazione dei politici, la nomina del nuovo gover-
SA-7B, identificati come sistema finanziamenti se non si fosse rag- no sotto la guida del primo Presi-
d’arma portabili per la difesa aerea giunto un accordo politico. L’accordo dente post-transizione e soprattutto
(MANPADS). Si tratta di missili da è stato firmato ad Addis Abeba e vi il contrasto al network qaedista, in
lancio a spalla, trasportabili da una hanno partecipato, tra gli altri, il Pre- continua ritirata, fanno emergere
persona, studiati per l’uso da parte sidente ad interim Sheikh Sharif un cauto ottimismo sui futuri svi-
della fanteria. Sheikh Ahmed, il Primo Ministro, il luppi, come rilevato anche dal rap-
Desta particolare preoccupazione la Presidente del Parlamento, i leaders porto dell’ufficio del Director of Na-
notizia che i ribelli tuareg sarebbero delle regioni del Putland e Galmu- tional Intelligence statunitense del
in possesso di questo particolare si- dug, oltre che i rappresentanti delle 2012. Anche se la persistenza di di-
stema d’arma. Anche se fino ad ora milizie pro-governative al-Sunna- visioni politiche e tribali, la presen-
non si registrano attacchi effettuati WalJama’a. Il 20 di agosto, i delegati za di milizie armate, la disperata si-
con i SA-7B, gli stretti legami tra i e rappresentanti dei vari gruppi han- tuazione socio-economica del Paese
Tuareg nel nord del Mali e Al-Qaeda no ufficialmente concordato l’istitu- rendono improbabile un migliora-
nel Maghreb Islamico (AQMI) fanno zione dello Stato Federale Somalo e il mento del quadro di sicurezza nel
temere che alcuni missili potrebbero Parlamento ha eletto, il 12 settembre, breve termine, i recenti sviluppi sia
essere acquisiti dal network jihadista il primo Presidente della fase post- nel processo di riconciliazione poli-
regionale ed utilizzati per attentati ad transitoria, Hassan Sheikh Moha- tica sia nel contrasto alle milizie ar-
aerei civili, in particolare nelle fasi di mud. La regione del Somaliland, au- mate potrebbero aprire la strada ad
decollo ed atterraggio. In passato si toproclamatosi Stato indipendente un percorso di stabilizzazione del
sono registrati numerosi attacchi ter- allo scoppio della guerra civile del Paese.
roristici a mezzi aerei effettuati attra- 1991, ha rifiutato di partecipare all’in- Il rapporto dell’EUROPOL del 2012
verso MANPADS, l’ultimo dei quali contro e di far parte del nuovo Stato ha evidenziato come la morte di
nel 2007 in Somalia, rivendicato da federale. Al-Shabaab ha annunciato di Bin Laden non abbia avuto riper-
Al-Shabaab, contro un cargo aereo bie- essere contrario all’accordo. Le forze cussioni in Europa anche se la nuo-
lorusso. Stratfor stima che dal 1973 dell’Unione Africana (18 000 uomi- va strategia dell’homegrown terro-
almeno 30 aerei civili siano stati ab- ni), presenti soprattutto a Mogadi- rism mantiene alto il livello di aller-
battuti da MANPADS, con una per- scio, stanno operando efficacemente ta. Attualmente la principale fonte
dita di 920 civili. Il controllo di que- nel contrastare l’organizzazione qae- di insicurezza per i Paesi europei
sto sistema d’arma da parte di orga- dista, sottraendogli il controllo del viene dai lone actors, individui o
nizzazioni affiliate al network qaedi- territorio. Le operazioni contro l’en- piccoli gruppi autofinanziati e or-
sta rappresenta un importante fattore clave di Afgoye, roccaforte di Al-Sha- ganizzati, che eseguono azioni ter-
di insicurezza e instabilità. baab, e la presa in novembre del nodo roristiche di relativamente piccola
Infine, lo scenario che permette più strategico di WanlaWeyn, hanno for- entità. Questi individui possono es-
ottimismo riguarda la Somalia e l’at- temente indebolito l’organizzazione, sere ideologicamente affiliati a net-
tività di Al-Shabaab. Negli ultimi anni e hanno avuto l’ambizioso obiettivo work terroristici, come nel caso di
il movimento ha registrato una cre- di eliminare la presenza qaedista nel- Mohammed Merah a Tolosa, o in-
scita esponenziale che ha portato al la regione. Comunque, la minaccia dipendenti, come Anders Breivik.
controllo di quasi tutta la Somalia del proveniente da Al-Shabaab rimane
Sud, dei porti e di Mogadiscio. At- alta, soprattutto per la capacità di Mattia Vitale
32 Rivista Militare
LE DISPUTE TERRITORIALI
NEL MAR CINESE MERIDIONALE
A cura del Ce.S.I. - Centro Studi Internazionali
La crescente tensione relativa alle dispute territoriali nel Mar Cinese Meridionale potrebbe progressivamente destabilizzare una delle
aree più importanti per l’economia globale, in un contesto già scosso dalla recessione mondiale e dalla crisi del debito sovrano. Nello
scenario Asia-Pacifico, l’emergente potenza navale cinese sta cercando di estendere la propria influenza sulle aree costiere appartenenti
a Paesi legati agli Stati Uniti sotto il profilo economico, diplomatico e spesso militare. In questa ottica, Washington ha recentemente an-
nunciato un rebalancing della sua politica estera verso oriente.
Le aree maggiormente interessate dalle contese tra Brunei, Vietnam, Filippine, Cina, Taiwan e Giappone sono peraltro attraversate
dalle cosiddette SLOCs (Sea Lines of Communication), rotte marittime da dove passa una consistente percentuale del commercio mon-
diale. In questo senso, non solo gli Stati della regione, ma l’intera comunità internazionale ha un vitale interesse a proteggere la sta-
bilità dell’area.
Alla base delle dispute non vi sono esclusivamente ambizioni territoriali, ma anche energetiche e ittiche. Nei fondali marini delle iso-
le contese sarebbero presenti considerevoli quantità di idrocarburi, si parla di circa 213 miliardi di barili di petrolio. Inoltre, l’area è
stata teatro, fin dai secoli scorsi, di una fruttuosa attività di pesca. In una realtà come quella asiatica, interessata da un boom demo-
grafico senza precedenti, la scarsità delle risorse energetiche e alimentari sta diventando una tematica sempre più cruciale per gli
equilibri geopolitici.
Due arcipelaghi storicamente oggetto di discordia sono le Isole Spratly e le Isole Paracel. Le prime sono contese tra Cina, Taiwan, Viet-
nam, Brunei, Malesia e Filippine. Le seconde, oggetto di disputa tra Cina, Taiwan e Vietnam, sono sotto occupazione militare cinese dal
1974. Attualmente amministrate dalla provincia di Hainan, dal luglio 2012 sono state incorporate nella prefettura di Sansha. Negli ulti-
mi anni la Cina ha portato avanti un grande processo di espansione e modernizzazione della propria Marina militare, come recente-
mente dimostrato dal primo appontaggio sulla Portaerei Liaoning, anche se ancora priva di vere e proprie capacità blue-water. Il poten-
ziamento dell’apparato navale potrebbe giocare un ruolo importante anche in ambito politico. Quello che prima era un braccio di ferro
diplomatico, sembra progressivamente lasciare spazio ad una marcata intraprendenza di Pechino, nel tentativo di condurre a più miti
consigli gli avversari, più deboli economicamente e militarmente.
Da un punto di vista giuridico, la Cina considera vaste porzioni del Mar Cinese Meridionale sotto la propria giurisdizione, ponendosi
così in rotta di collisione con vari membri dell’ASEAN (Association of Southeast Asian Nations). Fin dal 2009, in seno alle Nazioni Unite,
Pechino ha rivendicato il possesso di un’ampia area marittima a forma di «U» che include le Spratly e le Paracel. Tuttavia, le istanze ci-
nesi sembrano inconciliabili con i precetti della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), aperta alla firma a
Montego Bay nel 1982 ed entrata in vigore nel 1994.
In questo senso, la politica di rivendicazioni e l’espansione marittima della Cina potrebbero configurarsi come elementi di destabilizza-
zione nella regione. L’accresciuta aggressività e il ricorso a reciproche ritorsioni, quali il sequestro di imbarcazioni e l’arresto degli equi-
paggi, tra Cina, Vietnam e Filippine, sta minacciando le attività di pesca e la libertà di navigazione nelle aree contese. Proprio a fine no-
vembre le autorità della provincia di Hainan hanno approvato un decreto che consente l’abbordaggio e il sequestro di ogni imbarcazio-
ne che entri nelle acque rivendicate da Pechino. A innalzare le tensioni concorre anche la disputa tra Cina e Giappone relativa alle isole
Senkaku (Diaoyu in cinese), nel Mar Cinese Orientale, sfociata nel settembre 2012 in vera e propria crisi diplomatica in seguito all’ac-
quisto da parte del Governo nipponico di tre isole ancora appartenenti a un privato.
Nel clima di inquietudine venutosi a creare, vista l’assenza di un organismo regionale di sicurezza e di un meccanismo di risoluzione
pacifica delle controversie, potrebbe profilarsi una corsa agli armamenti navali, come testimoniato dall’acquisizione attuale o futura, da
parte di molti Paesi dell’area, di circa 170 sottomarini entro il 2025.
Il tema della sicurezza nel Mar Cinese Meridionale è stato al centro del 19° Forum Regionale dell’ASEAN, tenutosi nella capitale
cambogiana Phnom Penh dal 9 al 13 luglio scorsi. L’evento ha visto la partecipazione di 27 Ministri degli Esteri dell’Asia Orientale,
compreso il cinese Yang Yechi, e la presenza del Segretario di Stato americano Hillary Clinton. Il vertice si è concentrato sulla neces-
sità di istituire un comune Codice di Condotta per gli Stati litoranei, in modo da creare una cornice di legalità che favorisca la fiducia
reciproca e la sicurezza marittima. La proposta è stata patrocinata in particolare da Washington, che mira a rafforzare la stabilità re-
gionale, e dalle Filippine, la cui economia è in gran parte dipendente dal commercio marittimo e dalla pesca. Le iniziative diplomati-
che non hanno, per ora, sortito alcun effetto concreto. Già nel 2002 un memorandum d’intesa firmato tra ASEAN e Cina non ha dato
gli esiti sperati, vista la mancanza di clausole vincolanti e di effettivi meccanismi sanzionatori che fungano da deterrente per le ag-
gressioni dei territori disputati.
Uno snodo cruciale per l’allentamento delle tensioni regionali riguarda la disputa tra Tokyo e Pechino per le Isole Senkaku. Sotto pres-
sione da parte delle forze nazionaliste, il Primo Ministro nipponico uscente Noda ha assunto posizioni sempre più intransigenti, anche
nell’ottica della campagna elettorale di dicembre 2012. Il Giappone sostiene che le isole siano parte integrante del suo territorio, alla lu-
ce dei fatti storici e del diritto internazionale. Tokyo fonda le sue pretese sul Trattato di San Francisco del 1951, firmato da altri 48 Paesi,
compresi gli Stati Uniti. La Cina non ha però riconosciuto il Trattato giudicandolo illegale e non valido. Dalle dichiarazioni del Ministro
degli Esteri giapponese Koichiro Gemba dello scorso 21 novembre è emersa grande preoccupazione per i costanti tentativi di Pechino
di alterare lo status quo con l’uso di intimidazioni.
Vista la situazione di stallo, il Giappone sta provvedendo autonomamente allo sviluppo di tecnologie navali di difesa, soprattut-
to nel settore lotta antisom, ed esiste il rischio che in futuro possa armare e addestrare le Marine dei Paesi costieri in funzione
anticinese.
Gli ultimi sviluppi negoziali nell’area riguardano l’intenzione dei Governi membri dell’ASEAN di dare vita ad un blocco commerciale
su base regionale che includa Australia, India, Giappone, Corea del Sud, nonché la stessa Cina. La Regional Economic Comprehensive Par-
tnership proposta dall’ASEAN terrebbe gli Stati Uniti fuori dai giochi. Questa misura potrebbe rivelarsi controproducente, dal momento
che i Paesi del Sud-Est Asiatico guardano a Washington come baluardo difensivo dello status quo nei confronti di Pechino, che punta in-
vece ad alterarlo.
Un maggiore impegno statunitense nell’area potrebbe promuovere la collaborazione tra i contendenti, portando a benefici comuni, co-
me l’esplorazione congiunta dei depositi di idrocarburi e l’abbattimento delle barriere doganali. Al tempo stesso, il coinvolgimento
americano dovrà essere graduale e finalizzato allo sviluppo economico e commerciale, così da evitare di suscitare a Pechino la sindrome
del contenimento di sovietica memoria.
di Silvio Mudu
34 Rivista Militare
FORMAZIONE E IMPIEGO
DEL PERSONALE MILITARE
Le esigenze discendenti dalla complessità e multidimensionalità, sia degli attuali contesti operativi sia dei
possibili scenari futuri, rafforzano l’idea di dover disporre di uno strumento terrestre profondamente uomo-
centrico. Appare infatti sempre più evidente che il centro focale di tutto il «sistema Esercito» è, e sarà, il singo-
lo soldato. Colui che con la sua presenza sul terreno è l’unico «sistema d’arma» in grado di garantire il succes-
so delle operazioni militari.
La centralità attribuita alla «risorsa mente emanato le «Linee Guida e Truppa preparati, motivati e in gra-
uomo» non può essere concettual- Direttive sulla Formazione e l’Im- do di operare con successo in ogni
mente disgiunta dall’output conse- piego del personale militare». Tale ambito di impiego (nazionale, inter-
guente al suo stesso impiego, che, in documento completa di fatto l’ope- nazionale e interforze), con partico-
tal senso, rappresenta la funzione ra di revisione delle pubblicazioni lare riferimento agli attuali scenari
più importante tra quelle istituzio- di riferimento in materia di «perso- operativi. Data la particolare valen-
nalmente attribuite a ciascuna orga- nale» avviata nell’ultimo biennio za di tale documento, verranno di
nizzazione. Ciò è tanto più vero se dal DIPE e che ha visto tra l’altro la seguito illustrati, ancorché in ma-
riferito a un’organizzazione com- pubblicazione del «Testo Unico sul- niera sintetica, gli elementi concet-
plessa quale l’Esercito Italiano, che, le procedure d’impiego del persona- tuali maggiormente innovativi in
coinvolta in un continuo processo di le militare » (ed. 2008) e delle «Linee esso contenuti.
«adattamento» alle mutevoli esigen- di Indirizzo per la predisposizione
ze degli scenari internazionali, deve della pianificazione d’impiego de-
essere in grado sia di sviluppare e centrato» (ed. 2009). LO SVILUPPO PROFESSIONALE
garantire nuove capacità operative Con questa direttiva si vuole di-
sia di adottare le misure tese a collo- sporre di uno strumento che, ade- Elemento caratterizzante nonché fi-
care «l’uomo giusto al posto giu- rente alle variabili e complesse esi- lo conduttore dell’intera direttiva è
sto», tracciando percorsi che assicu- genze della Forza Armata (F.A.), ga-
rino un impiego sempre ottimale rantisca la disponibilità di Ufficiali,
delle risorse umane a disposizione. Sottufficiali, Graduati e Militari di Il progetto «Soldato Futuro».
In tale ottica, l’impiego del persona-
le rappresenta l’elemento chiave at-
traverso il quale ricercare l’integra-
zione tra le esigenze della nostra or-
ganizzazione e le capacità e aspetta-
tive professionali del singolo indivi-
duo, stimolando al contempo com-
portamenti partecipativi orientati al
conseguimento più efficace ed effi-
ciente degli obiettivi della Forza Ar-
mata.
Sulla base di tali premesse, il Dipar-
timento Impiego del Personale (DI-
PE), ravvisando l’esigenza di inter-
venire sull’elemento fondamentale
del corpo normativo sull’impiego,
ossia la direttiva SME-PERS ed.
2001, in vigore da dieci anni e non
più rispondente agli attuali «biso-
gni» della Forza Armata, ha recente-
n. 1 - 2013 35
Sopra.
Afghanistan: addestramento per lo sgombe-
ro dei feriti in combattimento.
A destra.
Attività di bonifica di ordigni esplosivi.
personale in un particolare settore, d’impiego tesa a ricercare l’integra- della F.A. - Civil-Military Cooperation
mediante la frequenza di corsi suc- zione tra le esigenze dell’organizza- (CIMIC), Operazioni Psicologiche
cessivi (processo formativo «oriz- zione e le capacità/aspettative pro- (PSYOPS), Counter Improvised Esplo-
zontale»). In tale ottica, la formazio- fessionali dell’individuo. sive Devices (C-IED), Combat Intelli-
ne avanzata deve essere sempre in- gence, ecc. - per le quali è richiesta la
tesa quale formazione preventiva, in disponibilità di personale altamente
altre parole propedeutica all’assun- I MACRO SETTORI FUNZIONALI qualificato, che necessita di specifici
zione di incarichi di maggiore com- E I SETTORI A ELEVATA processi selettivi/formativi. Negli
plessità/responsabilità e pertanto SPECIALIZZAZIONE ultimi anni infatti, accanto a quelle
non può essere, in alcun modo, di- di tipo tradizionale, sono emerse al-
sgiunta dalla funzione «impiego», La maniera stessa in cui il docu- cune nuove esigenze direttamente
divenendo anzi di questa momento mento è articolato rappresenta un connesse alle sfide con cui le Forze
qualificante ed elemento caratteriz- altro importante elemento di novità. Armate devono confrontarsi, in par-
zante, mediante il quale perseguire Infatti, oltre al corpo principale, nel ticolare nei Teatri Operativi. Si pensi
costantemente un’oculata e mirata quale sono stati inseriti i criteri ge- al settore CIMIC, in cui la disponibi-
collocazione del personale nella nerali attinenti alla formazione e al- lità di personale selezionato e alta-
struttura della F.A., interforze e in- l’impiego del personale, la direttiva mente qualificato può contribuire in
ternazionale. è costituita da una serie di fascico- modo decisivo al raggiungimento
Proprio attraverso la giusta combi- letti che, quali live document, potran- degli obiettivi sia militari sia di coo-
perazione e ricostruzione, garanten-
do l’appoggio dell’opinione pubbli-
ca locale, il sostegno alla missione e
conseguentemente un adeguato li-
vello di sicurezza per i nostri solda-
ti. È di fondamentale importanza,
pertanto, che gli specialisti di setto-
re siano in possesso non solo di
spiccate doti personali e caratteriali,
ma anche di conoscenze e compe-
tenze professionali che solo un’at-
tenta selezione e un oculato e mira-
to impiego, accompagnato da una
formazione specifica, costante e
continua, possono garantire.
LA «MAPPATURA»
DELLE POSIZIONI
nazione tra i menzionati processi for- Libano: un corso di italiano in una scuola È di tutta evidenza che lo sviluppo
mativi e la funzione «impiego» sarà nell’ambito delle attività CIMIC. professionale sopra illustrato prefi-
dunque possibile delineare sviluppi guri percorsi formativi e d’impiego
di carriera/impiego di tipo «vertica- disegnati in funzione delle possibili-
le», caratterizzati da una spiccata di- no essere costantemente aggiornati tà di progressione professionale di
versificazione delle esperienze for- sulla base delle esigenze operative. ciascun individuo, ovvero di tipo:
mative e professionali, ovvero di ti- In tal modo, sono stati definiti per- • orizzontale, qualora il personale
po «orizzontale», contraddistinti da corsi ideali formativi e d’impiego non raggiunga i gradi apicali e sia
una marcata specializzazione in uno tesi ad alimentare sia i macro-settori pertanto indirizzato al consegui-
specifico settore d’impiego. funzionali, intesi quali «campi d’im- mento di un elevato livello di spe-
In altre parole, lo sviluppo profes- piego connessi con le branche fun- cializzazione nel settore;
sionale, che si configura come un zionali (G1/J1, G2/J2, G3/J3, ecc.), • verticale, nel caso in cui il perso-
processo articolato teso sia a moti- nei quali il personale matura espe- nale sia destinato a ricoprire nel
vare il personale sia a prepararlo rienze connesse con gli incarichi di tempo incarichi di sempre mag-
per il successivo incarico, costituisce staff, sia i settori a elevata specializ- gior rilievo e responsabilità nel-
la chiave di successo per un’attività zazione, ovvero particolari capacità l’ambito dello specifico settore.
n. 1 - 2013 37
L’ESERCITO ITALIANO
NELLA COOPERAZIONE
CIVILE-MILITARE
LA BONIFICA DA ORDIGNI ESPLOSIVI
RESIDUATI BELLICI
NELL’AREA DI RESPONSABILITÀ
DEL 1° COMANDO FORZE DI DIFESA
comunque, rimane responsabile interventi «complessi». Recente- Risalto delle attività di bonifica sugli organi
dell’attività che verrà effettuata, mente, sono stati effettuati impor- d’informazione.
nel più breve tempo possibile, con tanti interventi di tipo «particola-
le procedure di dettaglio e la corni- re» nelle seguenti località: Treviso; LA BONIFICA OCCASIONALE
ce di sicurezza già indicate per gli Rovereto (TN); Idro (BS); Asiago IN MONTAGNA
(VI); Vigonza (PD); Solbiate Olona
(VA); Doberdò del Lago (GO); Mu- Una peculiare attività di bonifica è
Neutralizzazione di un ordigno bellico me- sile di Piave (VE); Folgaria (TN). quella che viene svolta in ambiente
diante brillamento in sicurezza. montano in cui il rinvenimento di or-
digni bellici, specie della Grande
Guerra, è recentemente aumentato a
seguito del progressivo scioglimento
dei ghiacciai insistenti sui gruppi
montuosi lungo le cui creste correva il
fronte italo-austriaco.
I reggimenti genio dell’Esercito che
svolgono le bonifiche sotto l’OPCON
del 1° FOD sono attrezzati per opera-
re anche in alta quota. Purtroppo, a
causa delle condizioni atmosferiche
spesso proibitive, la finestra tempo-
rale in cui queste attività sono possi-
bili è ridotta ai soli mesi estivi. Consi-
derata anche la lontananza delle zo-
ne da bonificare dalle sedi stanziali,
tali bonifiche vengono, in genere, ac-
corpate in operazioni della durata di
diversi giorni effettuando più bril-
lamenti in zone contigue, spesso
impervie e raggiungibili solo a pie-
di. Per lo svolgimento di tali attivi-
tà, il personale specializzato EOD
deve possedere, oltre alle specifiche
46 Rivista Militare
scrivere le caratteristiche fisiche e chimiche di questi depositi fini soprattutto nei bacini di accumulo glaciale (quindi su neve
e nevato). Per quantificare il detrito fine esistente sulla superficie del ghiaccio del Ghiacciaio dei Forni e individuarne carat-
teristiche e variazioni nell’ambito della stagione estiva, un team di ricercatori universitari, nell’ambito del proggetto «SHARE
STELVIO», ha sviluppato un innovativo protocollo di campionamento e monitoraggio. I primi risultati permettono di affer-
mare che il materiale fine presente alla superficie del ghiaccio glaciale è abbondante e aumenta sensibilmente nel corso di
una singola stagione estiva, è molto ricco di sostanza organica e influenza in modo non trascurabile l’assorbimento di ener-
gia (e, quindi, l’aumento della fusione) da parte del ghiacciaio.
Per quanto d’interesse del Ghiacciaio del Dosegù e i tassi di assottigliamento, si rappresenta che si tratta di un apparato val-
livo, che fluisce verso la valle del Gavia, noto soprattutto perché costituisce una delle vie di accesso al Monte San Matteo
(cima aspramente contesa durante la Grande Guerra in quanto dominante il passo del Gavia). Negli ultimi anni, il ghiacciaio
è vistosamente arretrato e si è anche notevolmente assottigliato. Il tasso di assottigliamento della lingua glaciale (riduzione
in spessore) è stimato in 4-5 metri all’anno. Questi dati sono confermati dalle misure rilevate dai ricercatori dell’Università di
Milano sui vicini Ghiacciai dei Forni e della Sforzellina, monitorati da oltre 20 anni per il calcolo del bilancio di massa. Per
valutare le variazioni di spessore vengono installate nel ghiaccio, tramite perforazioni manuali, delle aste (denominate pa-
line ablatometriche) e se ne rileva, periodicamente, l’emersione. L’aumentare dell’emersione dell’asta dal ghiaccio cor-
risponde allo spessore di ghiaccio perso per fusione dal ghiacciaio. Queste misure vengono effettuate su una decina di punti
sparsi sulla superficie dei due ghiacciai campione (Sforzellina e Forni) e permettono, quindi, di valutare l’assottigliamento
stagionale del ghiacciaio che ammonta a circa 4-5 m l’anno a quote comprese tra i 2 700 e i 2 800 metri. La fusione, ovvia-
mente, diminuisce man mano che si sale di quota e tende ad annullarsi al di sopra della linea di equilibrio del ghiacciaio,
così chiamata perché è la quota dove, teoricamente, accumulo e ablazione glaciale si eguagliano e il ghiacciaio ha, appunto,
un bilancio «in equilibrio». Al di sopra della linea di equilibrio (ELA o Equilibrium Line Altitude) la neve invernale non fonde
completamente d’estate e persiste per più anni sino a trasformarsi in ghiaccio di ghiacciaio. Purtroppo, negli ultimi anni, la
ELA si è portata sempre più in quota e per il Ghiacciaio della Sforzellina, che si estende tra i 2 800 ed i 3 200 metri di quota,
possiamo affermare che, oggi, tutto il ghiacciaio è posto al di sotto della linea di equilibrio e, quindi, sottoposto a continua
fusione in estate senza la possibilità di conservare neve invernale. Se queste condizioni persisteranno ancora nei prossimi
due decenni, questo apparato potrebbe estinguersi. Per il Ghiacciaio dei Forni la situazione è più complicata ma, anche qui,
buona parte dell’apparato è in ablazione (ovvero sotto la ELA) e a rendere ancora più drammatiche e intense le perdite si ag-
giungono le emersioni di finestre rocciose, ovvero lembi del letto roccioso che la fusione e l’assottigliamento glaciale mettono
a nudo in alcune porzioni, che una volta esposti alla radiazione solare si riscaldano ed emettono calore amplificando la fu-
sione e accelerando la riduzione glaciale. Nel prossimo decennio, se le condizioni meteo-climatiche rimarranno quelle at-
tuali, si attende la separazione di almeno uno dei tre bacini di accumulo del Ghiacciaio dei Forni che darà così origine ad un
nuovo ghiacciaio, conseguente alla frammentazione del ghiacciaio vallivo principale.
In questi anni di intenso regresso, infatti, si sta assistendo a un aumento numerico degli apparati glaciali, conseguenza della
frammentazione degli apparati originari che si sono divisi in apparati minori.
Sul Ghiacciaio del Dosegù la situazione è, purtroppo, la stessa del Ghiacciaio dei Forni. I processi attivi sono gli stessi ed i
tassi di riduzione sono comparabili.
L’assottigliamento glaciale sta anche portando alla luce, su gran parte dei ghiacciai, resti di infrastrutture e utensili (in alcuni
casi anche resti umani come alcune ossa o capi di vestiario) utilizzati dai nostri soldati nella Prima guerra mondiale, resti che
i ghiacciai avevano inghiottito durante quegli anni di espansione glaciale e di grande freddo. Il cambiamento climatico,
quindi, riducendo i nostri ghiacciai, sta restituendo parte di quanto si era perso nel ghiaccio e nella neve. Ovviamente il ma-
teriale ritrovato è spesso profondamente alterato, soprattutto, dalle notevoli pressioni cui è stato sottoposto dal ghiaccio che
fluisce, deforma e, spesso, frammenta quanto è caduto in un crepaccio o è stato sepolto nella neve che poi si è trasformata in
ghiaccio.
il rispetto dell’ambiente naturale. Al pino dell’Esercito in Valle d’Aosta. successo dal personale del 10° reg-
riguardo, va evidenziato che, oltre ai In tale ambito hanno preso cono- gimento genio. L’attività è stata co-
due reggimenti genio inquadrati nel- scenza e familiarità con i materiali ordinata dalla Prefettura di Sondrio
le Truppe Alpine (il 32° di Torino e il alpinistici e le norme di sicurezza in che, in considerazione della tipolo-
2° di Trento che, in tali contesti, «gio- montagna, oltre ad essersi esercitati gia dell’ordigno e della presenza di
cano in casa»), anche le altre unità sulle pareti rocciose e aver svolto numerosi escursionisti, ha emesso
del genio si occupano di bonifiche in attività di marcia in quota. Tali atti- un’ordinanza di sgombero di 1 500
montagna. Il 3° reggimento genio vità hanno permesso al personale metri dal punto di rinvenimento
guastatori di Udine opera molto EOD di acclimatarsi e testare le pro- dell’ordigno. Il Corpo Forestale del-
spesso nelle montagne friulane e il prie capacità in ambiente montano lo Stato ha interdetto tutti i sentieri
10° reggimento genio guastatori di utilizzando i materiali in dotazione di avvicinamento al ghiacciaio ed è
Cremona si è spesso occupato di in- e sperimentando le varie tecniche stato predisposto un elicottero da
terventi in ambiente montano nel- di movimento nel particolare am- parte del soccorso alpino con relati-
l’alta Lombardia, soprattutto, nel biente. vo pre-allertamento dell’ospedale di
gruppo dell’Ortles-Cevedale. Peral- Al riguardo, è degna di menzione la Bormio per tutta la durata dell’ope-
tro, tutti gli operatori EOD hanno bonifica di un ordigno austriaco da razione (circa 3 ore). Tramite le guide
frequentato un periodo addestrati- 305 mm, individuato sul Ghiacciaio alpine e personale qualificato del Cor-
vo e di ambientamento montano del Dosegù in Alta Valtellina il 25 po Forestale, il Nucleo EOD è stato
presso il Centro Addestramento Al- luglio 2012, portata a termine con condotto sul luogo di rinvenimento
48 Rivista Militare
Estrazione di ordigni della Prima guerra sponibilità e particolare versatilità mente, generale apprezzamento e
mondiale da blocchi di ghiaccio. anche nelle circostanze più critiche manifestazioni di stima.
o rischiose. Peraltro, è opportuno Si tratta, in sintesi, di unità d’eccel-
ricordare che gli stessi reggimenti lenza che, attraverso la loro rassi-
nel 2012 non si discosterà da quel- del genio sono chiamati anche ad curante presenza sul territorio, co-
lo degli anni precedenti. Pertanto, assolvere altri compiti di bonifica stituiscono un importante punto di
per le ragioni illustrate nel presen- in ambito internazionale in cui gli riferimento per il mantenimento
te articolo, la bonifica del territorio operatori EOD vantano una lunga della pubblica incolumità e, per
nazionale dai residuati bellici vie- esperienza, accumulata, special- questo, contribuiscono a tenere al-
ne considerata, a pieno titolo, fra le mente, nel corso delle missioni al- to il prestigio del 1° Comando For-
più importanti attività di Protezio- l’estero nei molti Paesi martoriati ze di Difesa, dell’Esercito e delle
ne Civile in cui l’Esercito svolge, dalla guerra quali Bosnia, Kosovo, Forze Armate.
costantemente, un ruolo fonda- Albania, Iraq, Libano e Afghani-
mentale. Al riguardo, va eviden- stan. In tali contesti, i nostri genie- Colonnello f. (par.)
ziato che nell’AoR del 1° FOD, tut- ri hanno effettuato sia interventi di Carlo Gustavo Giuliana
te le Istituzioni interessate operano bonifica sia attività di prevenzione
in perfetta sinergia condividendo, sul tema degli ordigni inesplosi
sempre e comunque, la necessità di svolgendo cicli di lezioni per Hanno partecipato alla stesura del
garantire l’incolumità dei cittadini istruire le popolazioni locali sul ri- presente articolo:
• il Capitano g. (gua.) Andrea Ce-
e la pubblica utilità. Va ribadito, conoscimento degli ordigni e con- menti (EOD Staff Officer - 10° rgt.
altresì, che tutte le unità del genio seguente comportamento da adot- g. gua., Cremona);
lavorano in piena sinergia con le tare. È lodevole, quindi, che nono- • il Capitano g. (gua.) Michele Cam-
panale (EOD Incident Commander
Prefetture e i Commissariati di Go- stante gli incalzanti impegni inter- - 10° rgt. g. gua., Cremona);
verno di Trento e Bolzano dimo- nazionali, i reggimenti riescano a • il Tenente Co.Sa. (me.) Serena In-
strando, ogni giorno, attraverso rispondere con tempestività alle vernizzi (Ufficiale Medico - 10°
rgt. g. gua., Cremona).
l’impegno degli operatori EOD, esigenze della bonifica del territo-
grande professionalità, costante di- rio nazionale ottenendo, diffusa-
50 Rivista Militare
NEL CONFLITTO
ni impartirono una dura lezione al-
la potente Armata Rossa che rimase
invischiata per un decennio tra le
RUSSO-AFGHANO
impervie montagne del Paese cen-
troasiatico, prima di rientrare scon-
fitta in Unione Sovietica. Ciò costi-
tuì un evidente segnale di una più
profonda crisi politica che avrebbe
portato al collasso l’URSS nel corso
del biennio successivo. Scopo del
presente articolo è quello di illu-
strare il conflitto da una prospettiva
inedita: quella dei Mujaheddin, veri
protagonisti di una guerra che an-
cora oggi offre spunti e interpreta-
zioni tragicamente controverse. Lo
studio presenta l’organizzazione
operativa e logistica, le caratteristi-
che generali, gli aiuti esterni e gli
obiettivi strategici del movimento
di resistenza afghano. L’analisi è
approfondita attraverso una descri-
zione delle tattiche di combatti-
mento offensive (imboscate, raids,
ecc. ...) e difensive.
IL QUADRO DI RIFERIMENTO
POLITICO E STORICO
tuazione politica degenerò rapida- vuto garantire l’adeguata cornice di Combattenti afghani.
mente anche a causa delle innume- sicurezza per l’attuazione del previ-
revoli sommosse popolari che rese- sto piano politico. L’intervento, sud-
ro evidente alla giunta in carica la diviso in tre distinte fasi, prevede- vacante dalla cacciata del Sovrano
dubbia bontà di tale esperimento va: la stabilizzazione della situazio- Zahir Shah nel 1973, a «guerra na-
politico. ne politica, il rafforzamento del- zionale di resistenza», sebbene riva-
L’Unione Sovietica, in accordo con l’Esercito repubblicano e il ritiro del lità e particolarismi dei gruppi poli-
la «Dottrina Breznev» (3), decise per grosso delle forze nei successivi 3 tici armati ribelli impedirono al con-
l’intervento con lo scopo, ufficial- anni. Lo Stato Maggiore russo era flitto di evolvere in una vera «guer-
mente, di sedare le rivolte e soccor- fermamente convinto che le opera- ra nazionale di indipendenza».
rere le travagliate popolazioni af- zioni militari sarebbero gravate in Lo scontro, dopo un decennio di lot-
ghane. In realtà il fine era quello di massima parte sui militari afghani ta, ebbe il suo epilogo con il ritiro
destituire con la forza Amin, sospet- con un limitato coinvolgimento del- delle truppe sovietiche, aprendo
tato di collusioni con la CIA (4), e le proprie forze. Di fatto, però, nuovi scenari di conflittualità inter-
insediare un Governo «fantoccio» l’Esercito repubblicano era impossi- na. Infatti dalle ceneri di tale trage-
presieduto da Karmal, che avrebbe bilitato a sostenere tale conflitto dal dia emersero i Talebani (5), che im-
garantito l’avvio di una progressiva punto di vista operativo, addestrati- posero la loro dittatura nel 1996 con
migrazione politica verso un sociali- vo e del morale. la conquista di Kabul e l’assassinio
smo reale. La presenza dell’Armata L’intervento sovietico mutò la natu- del Presidente Najibullah, il quale
Rossa, sebbene inizialmente previ- ra della guerra, trasformandola da nel 1986 era succeduto a Karmal. I
sta come mera assistenza militare conflitto «civile», con fazioni in lotta Talebani, guidati dal mullah Omar,
alle forze governative, avrebbe do- per la conquista del potere lasciato grazie anche all’appoggio fornito
52 Rivista Militare
dalle tribù Pashtun (6) (in figura 1, un anno dopo, tale gruppo originò del «Peshawar 7» erano fondamen-
la Mappa etnica dell’Afghanistan), per scissione due sottogruppi con vi- talmente le medesime: una «sede
progressivamente estesero la propria sioni politiche differenti: il «Gruppo centrale» e un certo numero di orga-
influenza sul territorio afghano, fino dei 7» (IUAM-7), a sfondo fonda- ni distaccati (commissioni) in terri-
a controllarne il 95% alla fine del mentalista e il «Gruppo dei 3» torio afghano. Lo stesso non poteva
1997. Rimanevano franche ancora al- (IUAM-3), aderente invece a principi dirsi per visione politica e metodolo-
cune zone del nord dell’Afghanistan tradizionalisti. Nel maggio del 1985, gie di lotta applicate. Se si escludono
e la valle del Panjshir, controllata dal dopo un triennio di contrasti deri- i sentimenti antisovietici e l’ostilità
leggendario Massud (7). Gli eventi vanti da visioni politiche e religiose verso il Governo, la resistenza man-
successivi esulano dai contenuti di divergenti, i due Gruppi subirono un cava di una comune piattaforma po-
litica. Le visioni strategiche per l’Af-
ghanistan post sovietico erano difat-
ti palesemente divergenti: alcuni
combattevano per l’istituzione di
una Repubblica Islamica fondamen-
talista, altri per loro stessi e le pro-
prie famiglie, mentre altri ancora,
tra i quali il leggendario Massud,
erano propensi all’istituzione di una
forma di governo islamico moderato
e progressista. In tale complesso mo-
saico politico, le diverse coalizioni
istituite nel corso del decennale con-
flitto furono sempre a carattere tem-
poraneo e derivanti da pressioni
esterne (specialmente da parte della
CIA e dell’ISI (9) pakistano con lo
scopo di fornire unitarietà al movi-
mento controrivoluzionario afgha-
no) o interne (per perseguire obietti-
vi politici di comodo per l’uno o l’al-
tro schieramento).
L’assenza di una leadership accentra-
Il Comandante Massud. nuovo processo disgregativo in ta e di una catena di comando ben
sette distinte unità che, a loro vol- definita favorirono il riaffiorare di
ta, si associarono, almeno formal- vecchie dispute tribali e personali
questa breve disamina e ci conduco- mente, dando vita al «Peshawar 7» mai sopite che limitarono in manie-
no alla storia recente dell’Afghani- (8). Il trait d’union di tale organiz- ra consistente le potenzialità e le ca-
stan con la caduta dei Talebani e zazione era la condotta di un’op- pacità belliche dei Mujaheddin. Non
l’intervento occidentale in supporto posizione armata contro l’invasore era infrequente che le alleanze du-
del Governo Kharzai. sovietico fino al raggiungimento rassero il tempo di un’operazione
della vittoria finale. I gruppi più congiunta tra gruppi diversi o, peg-
influenti erano senza dubbio il gio, che talune fazioni si appro-
LA RESISTENZA AFGHANA: «Partito Islamico» (HIH), il cui lea- priassero degli aiuti (provenienti
L’ORGANIZZAZIONE POLITICA der indiscusso era il pashtun Gul- generalmente dal vicino Pakistan)
buddin Hekmatyar, che persegui- diretti ad altri gruppi di resistenza
Dopo la «Rivoluzione d’Aprile» del va lo scopo di instaurare nell’Af- creando così delle tensioni che spes-
1978 gli elementi ostili al neo insedia- ghanistan post sovietico uno «Sta- so sfociavano in vere e proprie lotte
to Governo filocomunista ripararono to islamico», e la «Società Islami- intestine. Il KGB spesso sfruttò a
in Pakistan aggregandosi in diversi ca», al cui vertice erano Rabbani e proprio vantaggio tali situazioni di
gruppi di opposizione che, a partire Massud, che mirava pure alla libe- criticità interna attraverso la crea-
dal giugno del 1981, si unirono costi- razione del Paese dagli invasori zione di false organizzazioni e falsi
tuendo l’«Unità Islamica dei Muja- ma all’instaurazione, di contro, di gruppi combattenti che avevano co-
heddin Afghani» (Ittehad-i-Islami Mu- uno Stato islamico moderato. me unico obiettivo l’aumento della
jahidden-i-Afghanistan - IUAM). Circa Le strutture organizzative dei partiti confusione e l’instaurazione di un
n. 1 - 2013 53
IL GUERRIGLIERO AFGHANO
mentre nelle zone pianeggianti esso gnamenti della dottrina maoista, la maoista di liberazione), presenta la
era limitato da difficoltà di traspor- prima in Asia a fornire un contribu- stessa capacità e flessibilità nel pas-
to e dal timore che cadessero preda to specifico in tal senso. Alcuni dei sare da metodi e tecniche di com-
dei sovietici o delle forze regolari più importanti Capi Mujaheddin, an- battimento mobili a quelle di difesa
afghane. che inconsapevolmente, richiamaro- areale o di posizioni o, più spesso,
L’intensità del livello di scontro si no con le loro azioni e modi di ope- alla guerriglia vera e propria. En-
elevava con l’arrivo della primavera rare i cardini della «Rivoluzione ar- trambe le organizzazioni si affidano
e raggiungeva la sua massima mata» di Mao. Effettivamente in tal alla capacità di iniziativa e all’ag-
espressione d’estate, per diminuire senso l’insorgente afghano, sebbene gressività dei propri uomini sul ter-
nei mesi invernali durante i quali considerato irregolare (ovvero non reno, contrapposti a un potente di-
l’accesso ai valichi montani, vere e rigidamente inquadrato in unità or- spositivo convenzionale, impacciato
proprie arterie per il rifornimento, ganiche, a differenza dell’Esercito per quanto pesante e poco avvezzo
era precluso. Nel periodo invernale, alle dinamiche di un conflitto asim-
infatti, i Mujaheddin scendevano nel- metrico.
le valli e nei villaggi natii per torna- Un combattente afghano armato di PPSh 41 Limitandoci alla presentazione di
re alle loro attività, reintegrandosi sovietico. un dispositivo difensivo areale, esso
con la popolazione civile. Lo stesso
fenomeno si ravvisava al momento
dei raccolti che in Afghanistan av-
vengono due o tre volte l’anno.
Le azioni offensive erano sempre
pianificate con estrema cura e si ba-
savano sull’esito di precedenti rico-
gnizioni volte ad acquisire elementi
su dislocazione, entità e natura del-
le forze avversarie. A tal riguardo i
Mujaheddin implementarono una
vasta e accurata rete di posti di os-
servazione in ogni Provincia del ter-
ritorio afghano. Il sistema poggiava
anche su una fitta rete informativa
basata sulla popolazione locale, su
elementi infiltrati nelle forze e nelle
agenzie governative. I «Comitati
Islamici» erano costantemente in-
formati su tutte le attività operative
condotte dai sovietici e dai governa-
tivi nelle aree di loro competenza.
In relazione alla tipologia di infor-
mazioni ricevute, i ribelli avevano
quindi il tempo necessario per pia-
nificare attacchi o, in alternativa, ri-
piegare i gruppi o i distaccamenti
da combattimento, nascondendo ac-
curatamente armi ed equipaggia-
menti per un successivo impiego.
Come precedentemente accennato,
un ruolo fondamentale nel conflitto
fu giocato dal servizio segreto paki-
stano. In tal senso l’azione di que-
st’ultimo fu sempre indirizzata alla
trasformazione della guerra in una
sorta di contraltare vietnamita per i
sovietici. Per raggiungere questo
scopo l’ISI fece largo uso degli inse-
60 Rivista Militare
DIFESA IN PROFONDITÀ
La difesa in profondità veniva attuata con sistemi che garantivano una capacità di reazione in profondità, assicurando
quindi un adeguato livello di flessibilità e sicurezza. Nello specifico, viene proposto di seguito uno scenario che contem-
pla un’operazione condotta da truppe aviotrasportate sovietiche in territorio controllato dai Mujaheddin.
Nello schema riportato nella figura sopra:
• unità aviotrasportate russe vengono infiltrate in territorio ostile mediante vettori ad ala rotante;
• le unità vengono, inizialmente, lasciate avanzare in profondità nel territorio;
• generalmente il territorio è controllato da una serie di posti di osservazione che lanciano l’allarme, consentendo agli
insorti di predisporre il dispositivo difensivo;
• già dopo 2-3 ore dall’avvio dell’operazione viene predisposta una prima linea difensiva, costituita da postazioni, gene-
ralmente in quota, precedentemente predisposte. In genere gli insorti evitano di aprire il fuoco per primi, celando la
propria disposizione e posizione dei centri di fuoco;
• con il passare delle ore vengono in genere predisposte più linee difensive parallele, volte a limitare la progressione
avversaria e a sostenere, e poi sostituire, lo sforzo difensivo della prima linea (c.d. difesa in profondità);
• il dispositivo avversario, se penetrato in profondità, può essere soggetto anche ad attacchi sui fianchi esposti alla rea-
zione avversaria;
• contestualmente, le linee difensive sono costantemente alimentate con uomini e materiali.
La difesa in profondità costituisce una tattica flessibile (in quanto permette una serie progressiva di ripiegamenti) e allo
stesso tempo efficace, specie se attuata in terreno montuoso, in quanto consente di sfruttare al meglio eventuali empasse
operative avversarie dovute all’allungamento delle catene logistiche e di Comando e Controllo. Per eliminare tali dispo-
sitivi non si può prescindere dalla realizzazione di operazioni che coinvolgono unità dal livello ordinativo elevato, sup-
portate da adeguato appoggio aereo e di mortai (o artiglieria). Nel conflitto esaminato in questo studio, tale tecnica è stata
più volte attuata nella valle del Panjshir dal Comandante Massud contro l’Armata Rossa.
n. 1 - 2013 61
Sopra.
Un Mujaheddin imbraccia un sistema d’ar-
ma controaerei missilistico spalleggiabile di
produzione sovietica, probabilmente un Sa-7.
A sinistra.
Un posto di osservazione dei Mujaheddin.
riassumendo il dispositivo su una li- severanza e pazienza, con la con- • ricercarono tatticamente sempre il
nea difensiva più munita (in genere sapevolezza che la sopravvivenza combattimento ravvicinato annul-
già predisposta) o disperdendosi, quotidiana fosse più importante lando così la schiacciante superio-
non prima comunque di essersi ri- di una vittoria tattica sul terreno; rità aerea e di artiglieria dei sovie-
congiunti in assembly areas predeter- • ridussero notevolmente l’impatto tici che furono materialmente im-
minate. del fattore tecnologico a loro sfa- possibilitati a impiegare efficace-
vore attraverso semplici accorgi- mente il proprio considerevole
menti tattici quali ricoveri e posta- supporto di fuoco;
CONCLUSIONI zioni ben camuffate e fortificate, • improntarono la maggior parte
dispersione delle unità sul terre- delle loro azioni tattiche in manie-
Questo lungo conflitto, che vide al no, acquisizione di singoli sistemi ra tale che rapidità di esecuzione
termine trionfare la guerriglia afgha- d’arma avanzati (ad esempio i e volume di fuoco erogato fossero
na e l’Armata Rossa ripiegare dopo missili «Stinger»); massimi;
aver lasciato sul campo migliaia di
uomini e mezzi, costituì un impor-
tante segnale per l’opinione pubblica
internazionale, ma soprattutto per i
vertici politici dell’Unione Sovietica,
che nel giro di un biennio furono
spettatori inermi del fallimento del-
l’esperienza socialista, che coinvolse
prima i Paesi satelliti e poi l’URSS
stessa. Il conflitto in Afghanistan se-
gnò quindi la fine di un’epoca carat-
terizzata dal «bipolarismo USA-
URSS», catalizzatore di tutte le
espressioni di politica estera mondia-
le, e dalla «Guerra Fredda», di cui
l’Afghanistan rappresentò un’espres-
sione geopolitica e militare.
Con il ritiro sovietico l’Afghanistan
fu, di fatto, abbandonato a se stesso,
preda di una serie di conflitti interni
ancora irrisolti, nonostante l’impe-
gno ormai decennale della coalizio- Un cimitero di veicoli blindati e corazzati • sebbene difettassero di mezzi di
ne. La vittoria finale fu raggiunta a sovietici. telecomunicazione idonei per la
caro prezzo dalla guerriglia afgha- condotta di una guerra in monta-
na, le cui perdite, se sommate a gna, riuscirono comunque a ga-
quelle della popolazione civile, fu- • beneficiarono sempre di un co- rantire un adeguato sistema infor-
rono praticamente incalcolabili. I stante e vasto supporto logistico, mativo e di Comando e Controllo,
principali fattori che giocarono a fa- informativo e morale da parte del- attraverso l’impiego di mezzi ar-
vore dei Mujaheddin furono le classi- la popolazione civile afghana; caici e singolari, ma efficaci;
che determinanti di ogni conflitto • conservarono sempre efficienti e • mantennero per tutta la durata
asimmetrico, come ad esempio l’in- integre tutte le basi logistiche re- del conflitto un flebile, ma conti-
tima conoscenza del terreno, l’ap- gionali e i «santuari» nei vicini Pa- nuo contatto con la stampa e con i
poggio della popolazione e il con- kistan e Iran che rappresentarono media internazionali, che garanti-
senso internazionale. aree vitali per la guerriglia afgha- rono un’utile cassa di risonanza
La vittoria afghana è quindi ricon- na, che ivi trovò possibilità di ap- politica a favore della loro causa;
ducibile a una molteplicità di ele- provvigionamento, ristoro, tratta- • adeguarono costantemente la loro
menti e in questo senso è utile ricor- menti medici e addestramento condotta di guerra alle caratteri-
dare come i Mujaheddin: specifico; stiche contingenti dell’avversario,
• impostarono il conflitto come una • garantirono costantemente un contrariamente all’Armata Rossa
proposizione a lungo termine da supporto logistico efficiente ai che, iniziando il conflitto con un
perseguire con smisurati sacrifici propri gruppi da combattimento apparato dottrinale inadeguato,
umani e materiali, attraverso per- all’interno dell’Afghanistan; non provvide mai a modificare le
64 Rivista Militare
smittenti, 510 veicoli del genio e 11 369 A. Ahmad Jalali e Lester W. Grau: «The Fought and Lost», 2001.
autocarri. other side of the mountain: Mujaheddin M. Franchetti: You’re making the same
(15) Il punto culmine in pianificazione tactics in the Soviet-Afghan war», Fo- mistakes, «The Sunday Times Magazi-
operativa costituisce il momento di reign Military Study Office; ne», 2010;
un’operazione superato il quale la Lester W. Grau: «The Bear Went Over US Department of State: «Afghanistan:
stessa si avvia al fallimento, a meno di the Mountain: Soviet Combat Tactics in Soviet occupation and withdrawal»,
una modifica delle proprie linee ope- Afghanistan, 1998; Special Report N. 173, 1988;
rative con conseguente inversione di C.J. Dick: «Mujaheddin tactics in the So- «Charlie Wilson’s War», Grove Press,
tendenza. viet-Afghan war», 2002; 2003;
(16) C. von Clausewitz, «Della Guerra», G. Feifer: «The Great Gamble: The So- M. Barry: «Massud, il leone del Pan-
Mondadori, Milano, 2007, p. 23. viet War in Afghanistan», 2009; jshir», Ed. Ponte delle Grazie, 2003;
M. Hauner: «Soviet War in Afghanistan: A. Fontaine: «La Guerra Fredda», Ed.
Patterns of Russian Imperialism», 1991; Piemme, 2005;
BIBLIOGRAFIA G. Bonci: «Le Spade di Allah: I Muja- C. von Clausewitz: «Della guerra»,
heddin nel conflitto russo-afghano (1979 Mondadori, 2007;
H. John Poole: «Tactics of the crescent -1989)», Ed. Libero di Scrivere, 2011; Department of the Army - Soviet Ar-
moon - Militant muslim combat me- Lester W. Grau e M.A. Gress: «The So- my Study Office: «Soviet non linear
thods», Posterity Press, 2004. viet-Afghan War: How a Superpower combat».
66 Rivista Militare
LE BASI DI DIFESA
FRANCESI
UN MODELLO PRAGMATICO DI SOSTEGNO INTERFORZE
L’autore, Ufficiale di collegamento presso lo SME, presenta al pubblico italiano la Catena di Sostegno Inter-
forze, una delle principali leve della trasformazione che coinvolge le Forze Armate in Francia.
Dal 2008, il Ministero della Difesa francese ha avviato, in relazione ad un ambiente operativo particolarmente
esigente, sempre più instabile e caratterizzato da marcata imprevedibilità, una necessaria, profonda e ambizio-
sa ristrutturazione, volta a rendere le Forze Armate più efficaci, più moderne e più reattive. L’obiettivo perse-
guito era quello di conciliare la gestione delle finanze pubbliche con l’eccellenza di Forze Armate al servizio
del prestigio della Francia nel mondo.
ARTICOLAZIONE
DI UNA BASE DI DIFESA
FUNZIONAMENTO
DI UNA BASE DI DIFESA
zione del numero e dell’entità delle Un reggimento schierato in opera- che riguarda le varie componenti
formazioni supportate, della distan- zioni o su un campo addestrativo del sostegno.
za geografica, ecc.. deve far fronte ad attività operative
Di norma è dislocato nel sedime che necessitano di una reale autono-
principale della Base di Difesa, nel- mia in termini di sostegno. Questa PRINCIPI FONDAMENTALI
le immediate vicinanze della pa- unità operativa è di conseguenza DEL NUOVO MODELLO
lazzina Comando, ma può dispor- rinforzata, su richiesta, e prioritaria- ORGANIZZATIVO
re di sedi distaccate per assicurare mente, mediante i servizi della Base
un migliore servizio di prossimità di Difesa cui è collegata. Attraverso questo nuovo modello
(è il caso dei punti di distribuzione Il Comandante della Base è quindi organizzativo, lo Stato Maggiore
viveri). l’unico interlocutore del Coman- della Difesa ha scelto di passare da
Il centro medico, alle dipendenze dante di Reggimento per tutto ciò un sistema compartimentato tra
dell’Ufficiale Medico responsabile,
assicura il sostegno sanitario a tutto
il personale della Base di Difesa.
Il reparto responsabile delle infra-
strutture, livello locale del Servizio
Infrastrutture della Difesa, assicura
la manutenzione specialistica degli
impianti e delle installazioni.
Il Centro Interforze delle Reti Infra-
strutturali e dei sistemi informativi
assicura la gestione delle reti e il
supporto dei sistemi informativi
Reparto
della Base. di Sostegno
Pertanto, le formazioni della Base di della Base di Difesa
Difesa (reggimenti, basi aeree, scuo-
le, ospedali, centri della Direzione
Generale degli Armamenti, ecc.) di-
spongono in proprio esclusivamen-
te degli specifici servizi necessari
per l’assolvimento delle loro pecu-
liari attività.
L’IMPATTO
DEI SISTEMI SOCIALI
SULLE
OPERAZIONI MILITARI
I soldati chiamati a svolgere servizio nell’ambito delle missioni internazionali entrano in contatto con dei con-
testi sociali notevolmente differenti tra loro, che indubbiamente condizionano lo sviluppo della missione e
dunque il raggiungimento degli scopi che essa si prefigge.
I militari occidentali operano oggi al- cott Parsons lo definisce come «un si- sistema riguarda il sottosistema
l’interno di scenari multidimensiona- stema collegato di parti capace di au- politico;
li e in conformità ai principi strategici toregolazione, in cui ogni parte svol- • l’integrazione delle parti compo-
del comprehensive approach: da ciò ge una funzione necessaria alla ripro- nenti il sistema è svolta dai sotto-
consegue che, oltre agli aspetti pret- duzione dell’intero sistema». Nella sistemi giuridico e religioso;
tamente operativi, essi debbano pre- visione di Parsons, il sistema sociale • i sottosistemi della famiglia e
stare attenzione alle variabili locali è caratterizzato da ruoli dove ogni in- della scuola sono volti alla con-
afferenti allo sviluppo economico e dividuo, entrando in relazione con servazione dell’organizzazione
socio-culturale, al grado di stabilità gli altri, contribuisce alla riproduzio- del sistema.
del quadro politico, all’efficienza del ne del sistema stesso, articolato in La penetrazione nel sistema sociale
sistema giuridico, al radicamento e sottounità. Da ciò discende che ogni di riferimento, quello nel cui ambi-
all’influenza esercitata dalle compo- sistema sociale deve essere in grado to operano i militari in missione,
nenti religiose. Dovendo noi analiz- di svolgere per lo meno quattro fun- deve dunque tener conto delle dif-
zare l’impatto di un sistema sociale zioni, ciascuna delle quali è affidata ferenze che esistono nei diversi sot-
sulle operazioni militari e in partico- ad almeno un sottosistema. Schema- tosistemi all’interno dei quali si do-
lare sulla condotta delle missioni tizzando, possiamo dire che: vrà operare. Un sottosistema reli-
svolte dai nostri soldati nell’ambito • l’adattamento di un sistema socia- gioso, ad esempio, può presentare
di contingenti multinazionali, è ne- le all’ambiente è svolto dal sotto- diverse confessioni, ed un sottosi-
cessario chiarire cosa sia un sistema sistema economico; stema giuridico essere influenzato,
sociale. Il sociologo statunitense Tal- • la definizione degli obiettivi del ed a sua volta influenzare, gli altri
sottosistemi, come ad esempio av-
viene quando si conferisce valore
giuridico alle norme religiose della
sharia. Di qui, l’importanza di ben
conoscere le realtà nelle quali si è
chiamati ad agire perché lo scopo
delle missioni, in particolare di
quelle volte alla stabilizzazione, è
anche quello di contrastare e isolare
l’opposizione violenta al rinnova-
mento e di limitare la sua influenza
sui molti micro-gruppi componenti
lo strato sociale. Di seguito analizze-
remo le differenze, anche notevoli,
che presentano i sistemi nell’ambito
n. 1 - 2013 73
dei quali si svolgono le operazioni valori democratici, la legalità, trice delle forze del governo afgha-
militari. l’istruzione: sotto questo profilo, no, sostenute dalla coalizione inter-
malgrado le resistenze, i progressi nazionale. La ricostruzione ha infat-
sono stati apprezzabili. La comunità ti quale pre-requisito l’esistenza di
IL SISTEMA SOCIALE internazionale valuta inoltre positi- una governance credibile e di un ac-
AFGHANO vamente l’assunzione delle respon- cettabile grado di sicurezza, in mo-
sabilità, da parte del governo afgha- do da permettere, attraverso l’azio-
La missione in Afghanistan è carat- no, della componente sicurezza e ne delle agenzie internazionali, go-
terizzata dalla presenza di contin- difesa in alcune province: un pro- vernative, non governative e dei
genti multinazionali che operano cesso che per essere completato ri- Provincial Reconstruction Teams, risul-
nell’ambito di più sistemi sociali chiede però tempo e perseveranza. tati coerenti e duraturi, in grado di
che, pur avendo nella religione mu- Oggi, più di un decennio di influen- permeare, in ampiezza e profondità,
sulmana ed in gran parte delle tra- za occidentale in campo politico, l’intero sistema afghano. Ma, atteso
dizioni un comune denominatore, militare ed economico pare infatti che in questo sistema siano presenti
tendono ad essere auto-referenziali;
i differenti gruppi sociali presenti
tendono infatti a conservare al pro-
prio interno i vari sottosistemi che li
compongono, malgrado in genere
accettino d’interagire, sulla base di
reciproci interessi, con esponenti di
altri gruppi e con il governo centra-
le. Chiaramente, essendo presenti
molti elementi di differenziazione, il
sistema sociale afghano tende a pre-
servare se stesso, aspetto che certo
costituisce un problema per il go-
verno di Kabul, che attraverso le
istituzioni provinciali si sforza di
estendere il proprio controllo su di
un territorio chiamato a condivide-
re, quanto meno, difesa, giustizia ed
istruzione. Differenze di confessio-
ne religiosa, lingua, cultura, tradi-
zioni ed interessi tendono però a
creare confini di interazioni tra i va- aver solo parzialmente modificato gruppi con alto, medio o basso livello
ri sottosistemi ed a non permettere l’ambiente sociale afghano: solo il di permeabilità, quali fattori devono
una buona crescita sociale. Com- prossimo futuro potrà dirci se i mol- essere presi in considerazione per de-
prendere quali siano le distanze che ti sforzi compiuti consentiranno il finire il reale grado di permeabilità
intercorrono tra i differenti sottosi- concreto avvio di un processo di del sistema sociale afghano? Al ri-
stemi sociali – che per lo più sono crescita ed emancipazione o se la guardo, l’indice di permeabilità del
fondati su base etnica – è dunque società afghana deciderà di chiuder- gruppo sociale di riferimento differi-
essenziale per il regolare sviluppo si nuovamente in se stessa, come fe- sce in funzione di più variabili, tra le
delle operazioni. Tanto più ampi so- ce dopo la guerra contro le truppe quali citiamo il suo inserimento nelle
no questi confini tanto più l’impatto dell’Unione Sovietica (1979-1989). Il città o nelle aree rurali, la sua vici-
della missione risulterà frammenta- passaggio alla terza fase della mis- nanza ai confini nazionali, la sua lin-
to e limitato sia in ampiezza (nume- sione, ovvero quella della ricostru- gua, il gruppo politico di apparte-
ro dei microsistemi sociali sui quali zione – che segue quelle di «gestio- nenza, il grado d’integralismo reli-
si riesce ad impattare) che in pro- ne della crisi» e «stabilizzazione» – gioso maturato, il suo sistema giudi-
fondità (grado di penetrazione delle non si può, infatti, ancora conside- ziario e il tasso di corruzione.
comunicazioni). Per consolidare rare acquisita in quanto la vasta Un basso indice di permeabilità può
l’intervento in Afghanistan è dun- area di responsabilità afghana pre- significare che forti interventi non
que cruciale pervenire ad una visio- senta sistemi e sottosistemi sociali riescono a incidere in ampiezza e
ne condivisa degli aspetti fonda- diversificati, alcuni dei quali decisa- profondità sul sistema sociale, che, ri-
mentali, quali ad esempio l’etica, i mente refrattari all’azione pacifica- generandosi sempre con le medesime
74 Rivista Militare
caratteristiche, risulta autopoietico poco connessi tra loro ed aventi va- mana, sono storicamente presenti e
(dal greco auto ovvero «se stesso» e lori non pienamente condivisi: nel perpetuano modelli tradizional-
poiesis «creazione»). Un sistema si di- tempo i fattori aggreganti non si mente differenti da quello islamico.
ce autopoietico quando nei rapporti sono sufficientemente sviluppati La comunità cristiana della Siria
con l’esterno mantiene immutate le e quelli disgreganti hanno subito (meno del 10%), che recentemente
proprie caratteristiche interne. In Af- una crescita progressiva, tanto che ha subito ripetuti attacchi, negli an-
ghanistan micro-sistemi sociali, come la popolazione pare oggi non sentir- ni scorsi ha accolto numerosi Cri-
ad esempio quello del distretto del si più pienamente partecipe del cor- stiani in fuga dalle violenze del-
Gulistan, hanno alti livelli di autore- po sociale e politico della Nazione. l’Iraq e di altri Paesi arabi. La guida
ferenzialità dovuti a fattori ambienta- Un eventuale intervento internazio- del Paese è da decenni appannaggio
li, storici e culturali: una simile dina- nale in Siria dovrebbe dunque ten- di un gruppo sciita minoritario, gli
mica può essere riferita al distretto di dere a pacificare il territorio e a pro- Alawiti, che si professano seguaci di
Bala Morghab, nella provincia di muovere - unitamente alle organiz- Alì, cugino e genero del profeta
Badghis. L’esempio del Gulistan e di zazioni internazionali governative e Maometto: tale élite, alla quale si
Bala Morghab, microsistemi con alti non governative - il coinvolgimento collegano componenti cristiane e
indici di autopoiesi, risulta interes- delle componenti sociali siriane ver- sunnite legate all’establishment poli-
sante per la valutazione di quanto il so forme di collaborazione, recipro- tico-militare, ha quale leader l’attua-
sistema possa essere permeabile agli camente vantaggiose, tese a conferi- le Presidente siriano Bashar al-As-
stimoli esterni e soprattutto quanto re ordine e stabilità al Paese: un sad, succeduto nel 2000 al padre,
questi stimoli possono generare nel compito, ovviamente, non facile. La Hafiz al-Assad. La Siria è dunque
caratterizzata dalla presenza di Ala-
witi e Sunniti. Se nel mondo islami-
co i Sunniti e gli Sciiti sono da sem-
pre in lotta per mantenere la pro-
pria identità culturale e nel contem-
po esercitare la leadership, in Siria
l’egemonia alawita gode di un’im-
portante tutela, quella dell’Iran scii-
ta. Una minoranza oggi contestata e
combattuta – che in passato ha però
consentito al Paese di raggiungere
un certo grado di sviluppo e consi-
derazione internazionale – ha dun-
que governato a lungo una maggio-
ranza ad essa contraria, ponendo le
premesse del conflitto interno at-
tualmente in corso. La cosiddetta
primavera araba ha qui innescato la
sistema un cambiamento endogeno. società siriana, infatti, è caratteriz- deflagrazione che ha coinvolto un
Nelle due citate località alcuni micro- zata da distinzioni religiose, lingui- sistema già in precario equilibrio,
sistemi influenzano e bloccano i ten- stiche, etniche, territoriali, differenti stimolando movimenti di massa fi-
tativi di cambiamento e di passaggio valori e stili di vita e presenta un nalizzati al tentativo di far crollare il
a forme sistemiche più evolute: il «si- largo numero di comunità separate, sistema. A differenza degli altri Pae-
stema talebano», in particolare, non contraddistinte da lealtà e solidarie- si, le proteste sono qui sfociate in un
permette alcun cambiamento, non tà interne. I gruppi religiosi godono conflitto tra le parti, inizialmente ca-
consentendo l’evoluzione verso for- di ampia indipendenza, ma rispon- ratterizzato da intermittenti accele-
me di governo più democratiche e dono a dinamiche autoreferenziali e razioni, parzialmente frenate dall’in-
partecipative. sono caratterizzati dal sospetto ver- tervento della diplomazia interna-
so le altre confessioni. La religione zionale. La netta divisione del siste-
musulmana, propria alla maggio- ma sociale siriano rende evidente ai
IL SISTEMA SOCIALE SIRIANO ranza della popolazione, è preva- contendenti cosa potrebbe accadere
lentemente di confessione sunnita nel caso di una netta vittoria della
La società siriana è un intreccio di (74%), ma le comunità minoritarie controparte. Malgrado non tutti
religioni ed etnie, un mosaico di alawita e drusa (13%), che professa- prendano parte alla repressione, non
gruppi sociali di varia grandezza, no un credo di derivazione musul- vi è infatti Alawita che non si aspetti
n. 1 - 2013 75
LA PROTEZIONE
DELLE INFRASTRUTTURE
CRITICHE
APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE PER LA VALUTAZIONE
DEL RISCHIO SICUREZZA ANTISABOTAGGIO/ANTITERRORISMO
L’entrata in vigore del D. Lgs. 61 dell’11 aprile 2011 come recepimento in Italia della Direttiva Europea
2008/114/CE riguardante la Protezione delle Infrastrutture Critiche Europee ha aperto il dibattito sulla corretta me-
todologia per la redazione (e la successiva gestione) del Piano Sicurezza dell’Operatore come elemento fondamen-
tale del Security Management. Il testo del citato decreto prevede all’art. 12 l’obbligo di tale piano a cura del sogget-
to responsabile dell’infrastruttura e nell’appendice «B» ne definisce le linee guida, basate su una metodologia di
Risk Analysis. Senza limitarsi al campo di applicazione definito dal citato decreto (le «ICE» - Infrastrutture Criti-
che Europee), bensì considerando le «infrastrutture critiche» in generale, viene qui presentato un approccio multi-
disciplinare per un’esaustiva valutazione del rischio sicurezza (focalizzato ad aspetti antisabotaggio/antiterrori-
smo) e per un’efficace stesura del Piano di Sicurezza. Tale approccio considera diverse discipline cooperanti: l’ana-
lisi del rischio (secondo la norma internazionale ISO 31000:2009), l’analisi di scenario (basata essenzialmente su
informazioni di intelligence, per un’attenta definizione delle minacce presenti nel contesto di interesse per l’infra-
struttura), il «Technology Scouting & Design» (per una scelta ottimizzata delle piattaforme tecnologiche e per la re-
lativa progettazione di sistema) ed il «Security System Design» (per un’efficace integrazione del «fattore umano»
nella catena di Comando & Controllo). La metodologia realizza pertanto una combinazione sinergica ed interdi-
pendente dei tre elementi fondamentali (uomo, tecnologie, procedure) nel complesso sistema di protezione del-
l’infrastruttura critica da rischi derivanti da atti di sabotaggio e terrorismo, ponendosi come efficace e dinamico
strumento di Security Governance. Peraltro, l’argomento ha trovato specifico interesse nella relazione annuale tra-
smessa alle Presidenze delle Camere il 25 gennaio u.s. dal Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubbli-
ca (COPASIR).
PERCHÉ UN «PROTOCOLLO»? tuzionali (Forze dell’Ordine, Forze pertanto chiaro che l’argomento del-
Armate, strutture di intelligence, la «protezione antisabotaggio/anti-
La necessità di provvedere a un’ana- ecc.), ciascuno dei quali provvede terrorismo» costituisce una parte
lisi esaustiva della Sicurezza Fisica operativamente in modo autonomo fondamentale di tale piano, sul qua-
di una Infrastruttura Critica (1) ren- e secondo le proprie peculiarità or- le concorrono elementi di valutazio-
de opportuno il ricorso a uno stru- ganizzative e di attribuzione. ne sino ad oggi di esclusiva compe-
mento efficace di «valutazione gui- Il D. Lgs. 61 dell’11 aprile 2011 (che tenza dei soggetti istituzionali pre-
data a 360°», ovvero secondo un ap- recepisce in Italia la Direttiva Euro- posti (secondo le vigenti disposizio-
proccio di tipo all hazard. pea 2008/114/CE riguardante la ni legislative).
Ad oggi in Italia non esiste uno stru- Protezione delle Infrastrutture Criti- Si è ritenuto pertanto utile predi-
mento standardizzato e condiviso che Europee) (2) ha introdotto l’ob- sporre uno specifico strumento di
per un’analisi dei rischi di sicurezza bligo per il gestore dell’Infrastruttu- Risk Analysis (3), da rendere fruibile
AS/AT (antisabotaggio/antiterrori- ra Critica (soggetto di carattere pub- al Security Manager dell’Infrastruttu-
smo). Ciò è principalmente dovuto blico o privato) di redazione del ra Critica in cooperazione con gli
al fatto che tale «tematica», afferente «Piano Sicurezza dell’Operatore» Enti istituzionali competenti.
al settore della Sicurezza Nazionale, (con riferimento all’art. 12 e all’ap- Tale strumento considera diversi set-
è di competenza di diversi Enti isti- pendice «B» del decreto). Appare tori disciplinari (analisi del rischio,
78 Rivista Militare
IL GRUPPO DI VALUTAZIONE
Fig. 4
Matrice dei Rischi
La valutazione dell’impatto avviene Per ciascun «Livello di Rischio» è Crisis Management, da adottarsi da
secondo la scala di valutazione ripor- stabilita la necessità di intervento di parte dell’Operatore in caso di
tata in dettaglio in figura 2: trascurabi- mitigazione, secondo quanto ripor- evento ostile verso l’Infrastruttura
le, minore, moderato, severo, critico. tato in figura 5. Critica, che deve prevedere un pia-
La valutazione della probabilità av- Tale intervento può comportare no di deleghe e di livelli autorizzati-
viene invece secondo la scala di va- opzioni: vi (al fine di garantire una certa
lutazione riportata in dettaglio in fi- • organizzative (con riferimento al operatività dell’Infrastruttura), un
gura 3: improbabile, moderatamente personale impiegato nel sito); Contingency Plan (per le operazioni
probabile, probabile, molto probabi- • operative (con riferimento alle di emergenza) e un Piano di Comu-
le, certo/imminente. procedure adottate nel sito); nicazione (verso l’interno e l’esterno
Infine, il «Livello di Rischio» è defi- • tecnologiche (con riferimento ai di- dell’Infrastruttura).
nito dalla Matrice dei Rischi (figura spositivi tecnologici adottati nel sito). Infine, il decimo capitolo definisce le
4), secondo la seguente classificazio- Nel nono capitolo vengono forniti modalità di esposizione dei risultati
ne: accettabile, medio, inaccettabile. gli elementi di valutazione per il della valutazione all’Operatore re-
sponsabile dell’Infrastruttura Critica
Livello di rischio Fig. 5 da parte del Gruppo di Valutazione,
con la formulazione delle eventuali
raccomandazioni di intervento. In
particolare, il Responsabile del Grup-
po di Valutazione concorda con
l’Operatore dell’Infrastruttura un
piano di intervento per l’implemen-
tazione delle azioni definite (descri-
zione, tempistica e il responsabile per
le singole attività) e per la loro verifi-
ca periodica.
n. 1 - 2013 81
CONCLUSIONI
Tenente Colonnello f.
Vincenzo Iavarone
NOTE
LA BATTAGLIA
Scriveva il Delcroix: «I Granatieri, due
reggimenti, una Brigata sola, la vecchia
Guardia, tutti alti e possenti, sembrava-
DELL’ASSIETTA
no una legione di giganti; truppe da
quadrato, da schierarsi come una mura-
glia nella difesa ad oltranza ... riserva
eroica pronta a rovesciarsi nella mischia
come un torrente di giovinezza...».
Il «percorso storico» dei Granatieri è
QUANDO IL VALORE DI POCHI «lastricato» da numerosi impegni sia
sui campi di battaglia che nel servi-
ANNULLÒ LA FORZA DI TANTI zio d’onore e nel campo del sociale,
al punto tale che Vittorio Emanuele I,
nel «Real Viglietto» del 20 gennaio
«Sarebbe certo un bello studio rifare la storia del nostro Alpinismo Milita- 1816, accompagnava la sua determi-
re, incominciando dalle prime audaci ascensioni delle Legioni di Roma, fi- nazione di estendere qualifica, gra-
no a prospettare il sorprendente schieramento sulle vette alpine di tutti gli do e distinzione di Granatieri a tutti
Italiani accorsi pur dal Lilibeo per sostenere i figli della montagna nella i componenti del reggimento delle
difesa della impervia e gelida frontiera. «Guardie» con le parole «ha costante-
Tale lavoro è peso sproporzionato alle mie spalle, onde mi limito a qual- mente giustificato la grazia sovrana,
che linea della storia generale notando una delle tappe di quella lenta evo- mostrandosi, tanto in tempo di guerra
luzione per cui le “mal vietate Alpi”, già considerate quale barriera sfon- come nelle epoche di pace, fedele al-
data, per rinsavimento degli Italiani passarono ad esercitare la loro fun- l’Onore delle Armi e osservatore della
zione provvidenziale di efficace scudo della Nazione. militare disciplina». Onore militare e
E l’occasione me l’offre l’invito ad illustrare quella memorabile azione di ferrea disciplina intimamente sentiti
guerra alpina che meritò alla Rossa Guardia il fregio di quei candidi ala- come imperativo morale da osser-
mari che la onorano e la spronano a distinguersi». varsi fino al cosciente sacrificio della
propria vita ed estrinsecatisi nel co-
(Alamari e Penne d’aquila, di Don Dionigi Puricelli, mandamento di non cedere, di resi-
«La Vecchia Guardia», 1921). stere, di tenere il proprio posto. Ca-
ratteristiche queste sempre vive, ma
esaltate in alcuni episodi, coinciden-
ti con i momenti più significativi
della storia italiana, quali pietre mi-
liari nella formazione dell’Onore
delle Armi italiane: la battaglia di
Goito (1848), il combattimento sul
Monte Cengio (1916), la battaglia del
Piave (1918), la difesa di Roma
(1943) e, prima fra tutte, la battaglia
dell’Assietta (1747), ove venne san-
cito che i Granatieri «in faccia al ne-
mico non porgono mai le spalle». In
memoria del valore dimostrato in
quella circostanza, a guerra finita,
Carlo Emanuele III, Re di Sardegna,
ordinò che sulle giubbe del Reggi-
mento delle «Guardie» venissero ap-
plicati i bianchi alamari, che erano il
segno caratteristico dell’abbottona-
tura delle truppe spagnole.
CENNI STORICI gere, con le precedenti rinunzie, il Contro l’Austria volsero le Armate
riconoscimento di una Costituzione russe, francesi, spagnole e prussia-
Forse pochi, a meno che non siano eccezionale da parte delle Potenze, ne. Alleati del suddetto Stato, furo-
Granatieri, hanno sentito parlare la cosiddetta «Prammatica Sanzio- no gli inglesi e i piemontesi.
dell’Assietta, di questa montagna ne» per abrogare la «legge salica». Le cause del conflitto furono molte-
che sorge nell’alto Piemonte quasi Questa legge, che escludeva le don- plici: la Francia fu spinta da inte-
sui confini della Francia, ma per gli ne dalla successione, aveva sino ad ressi economici, dalla velleità di un
appartenenti al Corpo e per le genti allora dominato nella monarchia primato europeo e dal desiderio di
del pinerolese questo è un nome che asburgica, e non solo in essa, ma allargare i propri confini; la giova-
ricorda la brillante vittoria conse- l’Imperatore, trovandosi senza eredi ne Prussia di Federico II intese ini-
guita il 19 luglio 1747 dai soldati maschi, l’aveva abrogata destinan- ziare quella serie di azioni che nel
piemontesi, allora alleati con gli au- do a succedergli sia negli Stati au- giro di un secolo l’avrebbero porta-
striaci, contro i francesi. striaci, sia nell’Impero, la figlia Ma- ta da piccolo Regno a centro pro-
La storia politica della prima metà pulsore degli Stati germanici e a
del diciottesimo secolo fu caratteriz- prima potenza europea; la Spagna
zata dalla guerre di successione. fu indotta a tentare di riacquistare,
L’estinzione degli Asburgo di Spa- almeno in Italia, l’egemonia al fine
gna (1700) e di quelli d’Austria di rifarsi di quelle perdite subite
(1740) nonché il conflitto per l’ele- nelle passate ma pur recenti guer-
zione del Re di Polonia (1733) pro- re; l’Inghilterra, pronta ad appog-
vocarono ben tre guerre che, con al- giare con la sua forza navale e le
terne vicende, assicurarono infine sue ricchezze l’Austria, puntò ad
l’equilibrio del sistema politico nel- acquisire egemonia nel Continente.
l’Europa centro-occidentale. Per ultimo il novello Regno di Sar-
I trattati di Utrecht (1713) e di Ra- degna. «Fra i parteggianti per l’Au-
stadt (1714), che chiusero la prima stria stava il Re di Sardegna, Carlo
guerra, riconobbero Filippo V di Emanuele III, il quale nel suo fervore
Borbone come Re di Spagna, ma la di alleato attivo non trascurava di pen-
Nazione ebbe i suoi domini ridotti sare a un qualche possibile indennizzo
perché dovette cedere il Belgio e i per i suoi sacrifici, e siccome assai gli
possedimenti italiani all’Austria e la importava di ottenere una diretta co-
Sicilia al Piemonte. Un tentativo da municazione col mare, nel 1743 si fece
essa fatto, attraverso il suo Ministro cedere da Maria Teresa il marchesato
Cardinale Alberini, per modificare del Finale, tra il Monferrato e la rivie-
quei trattati, non portò che un cam- Q. Cenni, il Conte G.B. Bricherasio, vincitore ra Ligure di ponente.
biamento di territorio per cui Vitto- della battaglia dell’Assietta. Ma quel feudo era già stato venduto
rio Amedeo II di Savoia cedette la nel 1713 dal padre di quella Imperatri-
Sicilia alla Spagna, acquisendo in ce alla Repubblica di Genova per un
cambio la Sardegna e il titolo di Re ria Teresa, andata in sposa a France- milione e duecentomila piastre e il con-
di Sardegna. sco Stefano Duca di Lorena. Questo tratto era stato confermato in solenni
La questione polacca fu risolta con matrimonio aveva rinverdito nel- trattati nel 1718 e nel 1723, onde Ge-
il trattato di Vienna (1738) ed ebbe l’Imperatore la speranza di rafforza- nova non volle saperne di rinunciare al
come conseguenza il completamen- re la sua casa con l’innesto lorenese, suo buon diritto, e quando il Re l’attac-
to dell’unità francese attraverso l’in- mentre il riconoscimento della cò si difese, mentre Carlo Emanuele re-
globamento nel territorio nazionale «Prammatica Sanzione» poteva as- clamava altamente contro i genovesi
della Lorena, l’insediamento della sicurare la pacifica successione della che osavano difendersi. Per lui non tro-
monarchia borbonica a Napoli, la figlia e del genero al trono imperia- viamo oggi altra scusa che quella pre-
successione dei Lorenesi ai Medici le. Con questa speranza, l’Imperato- paratagli dal Principe Eugenio di Sa-
in Toscana, il concentramento dei re morì illudendosi che, firmato il voia il quale, giudicando la condotta
domini austriaci nell’Italia setten- trattato, le Potenze fossero disposte dei Duchi di Baviera e di Lorena e dei
trionale. ad osservarlo. Ma i firmatari non Principi di Savoia, soleva dire che la
La pace di Vienna segnava indub- osservarono quanto concordato e geografia impediva loro di essere galan-
biamente un regresso dell’Austria, nel 1740 ebbe inizio nell’Europa tuomini» (Alamari e Penne d’aquila,
ma l’Imperatore Carlo VI l’aveva centro-occidentale un’estenuante di Don Dionigi Puricelli, «La Vec-
accettata perché sperava di raggiun- guerra durata circa nove anni. chia Guardia», 1921).
84 Rivista Militare
nonostante l’inferiorità numerica. “assiette”, “piatto”. Qui dal Colle delle l’Assietta e a circa 500 metri da que-
Davanti a questo smacco venne deci- Finestre dove il vento fresco spinge a sta sorge un’altura quasi uguale per
so di mettere in esecuzione il piano duemiladuecento metri dal baratro az- altezza alla Testa stessa. Quest’altu-
francese: una consistente aliquota zurrino della Val di Susa come fumi ra si collega con la montagna di Cè-
delle forze fu trasferita dalla riviera grigi le nebbie a folate, essa appare dav- rogne che va a morire in fondo alla
alle valli della Durance e dell’Ubaye vero il formidabile baluardo che Carlo Val Chisone presso Pourrieres, tra le
per invadere il Piemonte dalle Alpi. Emanuele III, stratega sagace, ancor nel cime dell’Assietta e quest’altura, la
Si trattava di un Corpo d’Armata di dubbio intorno alle direttive dell’attacco cui cresta è larga e quasi pianeg-
50 battaglioni di fanteria, 15 squadro- avversario, in meno di venti giorni face- giante e interrotta solo da un picco-
ni di cavalleria, alcune batterie d’arti- va dal Conte di Bricherasio e dal Capita- lo poggio. A sud dell’Altopiano il
glieria, al comando del Cavaliere Ar- no Vedani, del Corpo degli Ingegneri fianco della montagna si rialza leg-
mando di Bellisle, fratello minore del militari, frettolosamente, ma, come poi germente per ricadere poi con roc-
Comandante in capo francese. si vide, sufficientemente munire». cia e formare un valloncello che si
Il cambiamento di rotta nella strate- Infatti, Carlo Emanuele III già dal estende da nord-est a sud-ovest ed è
gia franco-ispana non passò inosser- 14 giugno, aveva fatto elaborare un quasi sbarrato da uno sperone de-
vato a Torino dove Carlo Emanuele piano che prevedeva la realizzazio- presso che scende dalla Testa del-
III s’affrettò a potenziare le difese ne di una difesa integrata tra i forti l’Assietta.
dei valichi alpini e ad inviare 12 bat- di Exilles e di Fenestrelle - posti a Due valloncelli che hanno la testata
taglioni al comando del Generale sbarramento delle valli Ripa e Chi- uno a sud della prima altura, l’altro
Osasco della Rocca in aiuto agli au- sone - con il colle dell’Assietta. ad est dell’Altopiano dell’Assietta,
striaci impegnati nell’assedio di Ge- Questo colle costituiva la chiave di proprio ove questo prende nome di
nova, e dall’altra a cercare di ferma- volta della difesa in quanto vi passa- Colle e dove passa la mulattiera di
re la discesa dell’Esercito nemico va la strada di collegamento più bre- Exilles, si estendono uno a est, l’al-
sulla via del Monginevro. ve tra i due forti e consentiva di agi- tro a sud per riunirsi a sud di un’al-
Del primo contingente faceva parte re dall’alto sul forte di Exilles. In tut- tra altura, formando il vallone del-
il I battaglione del reggimento delle ta fretta fu ordinato al Corpo Inge- l’Assietta che corre da nord-ovest a
«Guardie», che il 21 maggio sosten- gneri di realizzarvi un campo trince- sud-est e che come fianchi ha le
ne un violento scontro con il nemico rato, i cui lavori iniziarono il 29 giu- pendici del Gran Serin e del Gran
a Madonna della Misericordia, un gno. Furono costruite due ridotte, al- Pelà da una parte e quelle della
convento presso Rivarolo. Dell’altro la Testa dell’Assietta e al Gran Serin, montagna di Cérogne dall’altra. In
contingente, il II battaglione del le principali posizioni di particolare questo vallone confluisce quello dei
suddetto reggimento, al comando valore tattico, con opere accessorie Morti. Salendo dal vallone dell’As-
del Tenente Colonnello Conte Paolo quali muretti a secco, terrapieni e sietta al Gran Serin si trovano diffi-
Navarina di San Sebastiano, rinfor- qualche tratto di trinceramento. coltà iniziali che scompaiono per ce-
zato dalla compagnia di Granatieri der il posto a un pendio agevole e
del reggimento «Casale», che fu di- dolce mentre le difficoltà per chi vo-
slocato sul punto più importante e INQUADRAMENTO GEOGRAFICO lesse salirvi dal Vallone dei Morti
pericoloso delle posizioni difensive, sarebbero sempre gravi e impossibi-
il rilievo dell’Assietta sulle Alpi Co- La linea principale di displuvio del le l’arrivo al Gran Serin se il colle
zie, tra il Chisone e il Dora Riparia. contrafforte, lungo la quale si esten- che sovrasta il detto vallone fosse
de l’Altopiano propriamente detto, occupato anche da scarse truppe
si svolge tra le due punte anzidette ostili. Il versante settentrionale della
LA BATTAGLIA DELL’ASSIETTA secondo un arco la cui convessità è linea di displuvio, nel tratto corri-
a nord ed è formata tra la Testa del- spondente all’Altopiano, è assai
Scrive Marziano Bernardi («Piemon- l’Assietta e l’Altopiano di essa da scosceso e coperto di «boscaglie».
te eroico» – Torino 1940, pagg. 120- una crestina, mentre tra il Gran Se- L’Altopiano forma a nord un salien-
121-122): «La Sieta, rozza traduzione di rin e l’Altopiano stesso la dorsale è te dal quale si stacca uno sperone ri-
un nome francese che probabilmente de- più vasta ed è attraversata da una pido che volgendo a nord-ovest
riva dalla configurazione, in quel punto leggera scanalatura che è detta Pia- crea un vallone con la testa dell’As-
pianeggiante e concavo, del massiccio no di Grammi. La cima del Gran Se- sietta. Un gruppo di rovine di casu-
montuoso che all’altezza di quasi due- rin è più alta della testa dell’Assiet- pole poste nel vallone prende il no-
milacinquecento metri si erge dal Se- ta ma è superata a sua volta dal me di Riobacon. Difficile e quasi
strières alla punta del Gran Serin, divi- Gran Pelà. Tra questa e il Grand Se- inaccessibile l’Altopiano dal fianco
dendo le due testate delle valli della Do- rin vi è un colle detto Vallone dei meridionale, facilissimo da raggiun-
ra Riparia e del Chisone: Assietta, cioè Morti. A sud-ovest della testa del- gere dal fianco orientale che ha
86 Rivista Militare
difesi dal battaglione «Meyer». nette e spesso con le mani si accani- testa con due fucilate: e rimase mor-
Quando i francesi furono a tiro, un vano a cercare di divellere i muri, i to sul campo [ l’Ellena, nome di bat-
fuoco infernale li accolse anche per- piemontesi, esaurite le munizioni, taglia «La Chiusa», nato nel 1719 a
chè il battaglione austriaco «For- saltarono sui muri stessi e, con tutti Chiusa Plesso (CN), arruolatosi ini-
gatsch» si era spostato a dar man i mezzi e le forze in loro possesso, zialmente nel reggimento provincia-
forte al «Meyer» mentre il «Traun», s’opponevano agli avversari facen- le di «Nizza» nel 1740, viene trasfe-
che occupava il rientrante del fianco done la maggior strage possibile. rito l’anno successivo nel reggimen-
occidentale dell’Altopiano, concorse Il Conte di San Sebastiano si ergeva to «Guardie» dove rimane sino alla
alla difesa dirigendo il fuoco sul su tutti come un titano meraviglian- morte, avvenuta nella Cittadella mi-
fianco e alle spalle degli assalitori. do tutti, avversari e amici, che mai litare di Torino il 2 dicembre 1794,
I francesi stanchi e spossati dalla ri- l’avevano visto e forse l’avrebbero trascorrendo ben 53 anni nell’Unità.
pidità della salita e meravigliati dal- creduto capace di tante cose. La famiglia, come consuetudine del-
l’intensità del fuoco stavano disper- Il Bellisle, che si era fermato presso l’epoca, lo segue in tutti i suoi spo-
dendosi in cerca di qualche riparo una batteria a osservare l’azione, «si stamenti, e a conferma dei meriti e
quando i loro Ufficiali incomincia- compiacque a contemplare una lotta co- del rispetto acquisiti dal personag-
rono a esporsi in prima fila esortan- sì ammirevole per costanza e coraggio, e gio con l’episodio dell’Assietta, go-
do e dando esempio di stoico san- de e usufruisce di privilegi quali
gue freddo. Ma tutto sembrava inu- l’arruolamento di tutti i figli, uomi-
tile perché il fuoco degli austro-sar- Ricostruzione grafica di Q. Cenni. Il mo- ni e donne, nelle file del reggimento
di era stato micidiale e le truppe del mento in cui il San Sebastiano, ricevuto per «Guardie», e, cosa difficilissima per
la terza volta l’ordine di ritirarsi, esclama:
Mailly dovettero togliersi in disor- «in faccia al nemico non possiamo volgere l’epoca, il conseguimento, da parte
dine dalla portata di tiro onde ri- le spalle». di un figlio, Steffano Francesco, del
prendere fiato e riordinare le file; un rango di Ufficiale nel grado di Luo-
vantaggio tuttavia lo ebbero perché gotenente. L’Adami o Adam (Giò
riuscirono a «sloggiare» i difensori Domenico Adam) nasce a Cervere,
di Riobacon che dovettero ritirarsi e sempre in provincia di Cuneo] lo se-
unirsi, percorrendo a metà costa il guirono subito anche il d’Arnault e
versante settentrionale dell’Altopia- altri Ufficiali.
no, alle truppe che si trovavano a Ciononostante i francesi continuaro-
difesa dell’Alpe Arguel. Intanto i no l’azione incuranti delle perdite
francesi del d’Arnault pure divisi in mentre la Colonna Villemur, giunta
due Colonne, attaccarono con vigo- finalmente a contatto dei difensori
re straordinario la testa dell’Assiet- del Gran Serin, iniziava l’attacco. Se
ta. Servendosi di tutti gli anfratti del questo fosse riuscito avrebbe taglia-
terreno, queste truppe, con alla testa to fuori i difensori della Testa del-
il loro Capo, arrivarono al coperto a l’Assietta e probabilmente risolto
brevissima distanza dalle opere mu- tutto il combattimento in favore del-
nite e si precipitarono contro di esse la Francia.
sperando di evitare così un gran nu- Per l’importanza del Gran Serin,
mero di perdite. Non si poteva non l’Alciati (visto che i francesi al piano
ammirare l’audacia di questi soldati provò un senso d’invidia a starsene lon- dell’Assietta potevano essere conte-
che, nonostante il fuoco micidiale tano osservatore. Senso intollerabile in nuti dal San Sebastiano e dal rinfor-
che li accolse, continuavano ad un cuore amante l’azione e l’eroismo». zo di alcune compagnie svizzere e
avanzare con incredibile ardore, fin- Infatti si mosse e, presa una bandie- austriache nel frattempo venute a
ché non giunsero, come di slancio, ra, si gettò innanzi piantandola su dar man forte) abbandonò il luogo
ai piedi della tenaglia fortificata cer- una breccia del trinceramento e gri- dove combatteva per correre dal Bri-
cando di scardinarne e sconquassar- dando: «La voilà sur la terre du roi». cherasio con il reggimento «Casale».
ne i muri della difesa. La storia ci dice come gli Ufficiali Fu in questa circostanza che scrisse
Qui incominciò una lotta epica e piemontesi, ammirati per tanto va- il biglietto al San Sebastiano racco-
singolare. lore, pregassero e scongiurassero mandandogli, se ne vedeva la ne-
Comandava il settore dei difensori più volte quell’eroe di togliersi da cessità, di pensare «à ménager sa re-
il Generale Alciati, coadiuvato su- quel posto troppo pericoloso per un traite». Veramente il testo del Prioc-
perlativamente dal San Sebastiano e Generale. Ma un colpo di baionetta ca parla di «ne penser qu’à ménager sa
dal Brigadiere Conte di Martinengo. lo ferì al braccio e le Guardie Adami retraite» il che potrebbe interpretarsi
Mentre i francesi con picconi, baio- ed Ellena lo colsero nel petto e nella come un ordine; ma si può supporre
88 Rivista Militare
Carlo Emanuele III il 22 luglio indi- verso le cinque del mattino; quanti- ta di 24 ore, la battaglia non avrebbe
rizzò al suo popolo un messaggio fica, infine, le perdite tra morti e fe- mutato aspetto e l’esito sarebbe sta-
invitandolo a un «rendimento delle riti in 4 625 uomini e 400 Ufficiali. to lo stesso se non peggiore per i
ben dovute grazie al Signor Iddio per Anche l’Anvers fa notare che il Re di francesi.
aver li soldati piemontesi respinto valo- Sardegna fu informato dei movi- Dalla parte austro-piemontese, il
rosamente per quattro volte li nemici, menti francesi verso il Delfinato per rapporto austriaco del Generale
che in numero molto superiore erano ve- cui potè sottrarre i battaglioni dal- Conte di Colloredo fu sobrio e parco
nuti ad attaccare con grande impeto li l’assedio di Genova e avviarli in di particolari sugli eventi ma in com-
nostri trinceramenti del colle di La Sieta tempo sulle Alpi, osservando poi penso non risparmiò lodi sul com-
al di sopra di Exilles, con aver li medesi- che i movimenti furono troppo lenti portamento dei soldati sia suoi che
mi perso sei stendardi, lo stesso Genera- e che bisognava anticipare i piemon- piemontesi durante tutto lo svolgersi
le che li comandava, molti Ufficiali di tesi sui luoghi stessi in cui avvenne dell’azione. Scrive: «Devo lodare la
primo grado e da cinque a seimila uomi- la battaglia; afferma infine che lo bravura e la pertinacia straordinaria di
ni tra morti e feriti e prigionieri». spionaggio francese non funzionò, cui diedero prova senza eccezione tutte le
se è vero che il Bellisle credeva di truppe piemontesi e le nostre. Un enco-
aver contro di sé molti più battaglio- mio speciale spetta al battaglione “For-
CONSIDERAZIONI ni di quanti in realtà fossero. gatsch” e al Tenente Colonnello Drasko-
L’Anvers, in particolare, evidenzia vits di esso, il quale, dopo che il nemico
La battaglia dell’Assietta ha un in- che l’errore fondamentale consistet- era stato respinto dalla nostra parte, si
dubbio valore storico che esorbita te nel dirigere l’attacco ai trincera- gettò con venti uomini nella ridotta pie-
dai fini immediati che essa raggiun- menti solo su tre obiettivi con tre te- montese, dove i Granatieri del regiments
se. Per prima cosa spense nei franco- ste di Colonna, contro le quali i di- des Guardes avevano esaurito le muni-
ispani ogni velleità di riconquista fensori, malgrado il loro esiguo nu- zioni e ricacciavano i francesi a colpi di
italiana ed ogni voglia di «condurre mero, poterono opporre, riunendo- pietra e di baionetta, aiutandoli fino alla
ancora per le lunghe» la guerra. Al- le, forze sufficienti per schiantarle. fine a respingere gli assalti».
l’Assietta i francesi si coprirono di Di contro, se dette punte fossero sta- In Piemonte la relazione ufficiale
gloria ma furono sconfitti e i pie- te non tre ma più numerose, i pie- venne tracciata dal conte Priocca
montesi s’imposero all’ammirazione montesi sarebbero stati costretti a per incarico del Comandante Gene-
dell’Europa non solo perchè vinsero, distribuire le loro forze su un peri- rale Bricherasio.
ma perché si batterono ancor meglio metro assai più vasto, indebolendo- Questa relazione ebbe due redazio-
dei loro avversari contrastando pri- si così da consentire ai francesi di ni di cui la prima accenna al bigliet-
ma il passo, attaccando poi decisa- sfondare almeno in un punto. È del to inviato dall’Alciati al San Seba-
mente, fino a ottenere l’impensabile. parere, infine, che il Bellisle avrebbe stiano perché pensasse «à ménager sa
Il De Mailly in una lunga relazione dovuto rimandare di 24 ore l’attacco retraite» e l’altra, evidentemente
critica il modo di comportarsi fran- per poter piazzare in batteria canno- epurata di comune accordo tra gli
cese enumerando gli errori del Belli- ni da 4 che, meglio di quelli di mon- Ufficiali vincitori, in cui tutto viene
sle i quali consistettero, secondo lui, tagna, avrebbero permesso di aprire evitato per non sminuire la bellezza
soprattutto, nell’aver portato le una breccia sia nella tenaglia sia nel della vittoria e non toccare la suscet-
truppe di fronte ai trinceramenti alle parapetto del Piano dell’Assietta. tibilità di qualcuno.
10.00 di mattino per poi attaccare al- Comunque l’ora dell’attacco fu sba- Questa pertanto è da considerarsi il
le 16.30, la qual cosa permise agli gliata perché tardiva. A suo parere vero documento a cui dovevano at-
austro-sardi di prendere tutte le mi- sarebbe stato meglio attaccare verso tingere gli storici che a distanza di
sure e fare i dovuti spostamenti per mezzogiorno, per via sempre del ri- tempo vollero ricostruire con ogget-
rinforzare con truppe i punti che pa- tardo di Villemur, ed attendere il tività la vicenda dell’Assietta.
revano più deboli; annota che la Co- giorno appresso. Il rimandare di 24 Purtroppo ciò non avvenne perché
lonna Bellisle avrebbe dovuto fare ore l’attacco, comunque, avrebbe l’amore del pettegolezzo, che talvol-
solo una dimostrazione d’attacco giovato anche ai piemontesi in ta s’impadronisce anche di storici
per attirare forze nemiche e impe- quanto avrebbe permesso ad altre seri, fece sì che venisse preferita una
gnarle, per dar modo così di «sfon- forze che erano in cammino di arri- relazione trovata nelle «Memoriès»
dare» altrove alle Colonne De Mailly vare. Nel giorno stesso e in tempo del Conte di Malines, che sparse no-
e Villemur; osserva che nella notte si utile per combattere era infatti arri- tizie inventate sul comportamento
sarebbe dovuto disturbare con pic- vato il Reggimento «Chiablese» e al- del Bricherasio verso il San Seba-
chetti l’azione di fortificazione dei tri si trovavano a mezza giornata di stiano e sulla ingratitudine del Re
piemontesi, tenendo gli stessi in sta- strada. A conti fatti sembra pertanto verso il valoroso figlio della Mar-
to d’allarme per attaccarli poi subito logico pensare che, anche se ritarda- chesa di Spigno.
90 Rivista Militare
cantieristica navale, industria side- la. Oggi i revisionisti storici, oltre a città d’Italia con il più alto numero
rurgica, tessile, cartiera, estrattiva, porre l’accento sulle buone condizio- di tipografie (ben 113) e di pubblica-
chimica, conciaria, del corallo, ve- ni economiche delle Due Sicilie pri- zioni di giornali e riviste; il più alto
traria, alimentare. Occorre sottoli- ma dell’Unità d’Italia, riportano an- numero di conservatori musicali e di
neare che la Sicilia era il maggior che i numerosi primati del Regno in teatri. Inoltre, a Napoli nel 1754 era
produttore e fornitore mondiale di campo scientifico e tecnologico, so- stata fondata nell’ambito dell’Uni-
zolfo, all’epoca minerale strategico stenendone su questa base il suo versità Federico II - la più antica Uni-
per la produzione bellica. Nel perio- evoluto progresso civile. È accertato versità statale d’Europa - la prima
do borbonico dal 1734 al 1860 la po- che nel Regno duosiciliano sia stata cattedra di «Economia Politica» a li-
polazione si era triplicata, sintomo costruita la prima nave a vapore nel vello mondiale, nata ad opera di An-
questo dell’aumentato benessere, Mediterraneo (1818); la prima linea tonio Genovesi. In campo giuridico,
relativamente ai livelli di quel de- ferroviaria italiana (Napoli-Portici, tra l’altro, a Napoli fu redatto nel
terminato periodo storico. Sintetiz- 1839); la prima illuminazione a gas 1781 il primo Codice di navigazione.
zando il quadro appena tracciato, in Italia (1839); il primo osservatorio Proporzionato alla popolazione, al-
nel Regno delle Due Sicilie, a diffe- vulcanologico del mondo (Osserva- le rendite, all’estensione dello Sta-
to, non meno che alla condizione
morale e politica dei cittadini e alla
topografia, era il piccolo Esercito
napoletano. Aveva 18 reggimenti
di fanti nazionali, 4 di svizzeri, 7
battaglioni cacciatori, 7 reggimenti
di cavalleria, 2 di artiglieria, pio-
nieri e circa 8 000 gendarmi. In to-
tale 60 mila uomini, che in caso di
guerra sarebbero aumentati di 20
mila unità. La proporzione con la
popolazione civile era di 1 a 130,
mentre negli Stati sardi di 1 a 106,
in Francia di 1 a 77 e in Prussia di
1 a 115.
Il reclutamento risultava da una
sapiente combinazione di truppe
di leva e di volontari a tipo merce-
nario, con ferme che andavano da
sei anni in fanteria a nove in caval-
leria e nelle artiglierie, con servizio
prestato dai 18 ai 25 anni da uomi-
ni scelti per robustezza e statura
minima per la fanteria di 5 piedi
(m 1,65). Esisteva, ben congegnato,
il rimpiazzo o cambio degli assolda-
renza degli altri Stati della Penisola torio Vesuviano 1841). I revisionisti ti; molti volontari assistevano i figli
e di quanto poi doveva accadere su- sottolineano inoltre la presenza di dei militari, gli orfani venivano
bito dopo l’unificazione, non si co- impianti industriali avanzati come la educati negli ospizi di beneficienza
nosceva la parola «emigrazione». fabbrica metalmeccanica di Pietrarsa - tutte provvidenze insomma che
Nel 1860 a fronte di poco più di nove (la più grande di tutta la penisola); il formeranno vanto degli Eserciti mo-
milioni di abitanti, il 48% della popo- Cantiere navale di Castellammare di derni. Era per altro assicurato, con
lazione era quella produttiva. Le Stabia; il Polo siderurgico di Mongia- la costituzione dei depositi e riserve
Due Sicilie erano lo Stato italiano na e quello tessile di San Leucio di armi e dotazioni, il rapido pas-
preunitario più esteso: comprendeva (opera settecentesca patrimonio del- saggio dal piede di pace a quello di
la Sicilia, tutto il Sud dell’Italia, com- l’umanità). Infine riportano, come guerra. Al pari dell’Esercito era cu-
presi Abruzzo, Molise e la parte me- segno di progresso sociale, che Na- rata la Marina da Guerra, che aveva
ridionale del Lazio. La sua storia era poli tra i numerosi primati aveva lontane e gloriose tradizioni, risa-
cominciata nel 1130 con l’unificazio- quelli di: prima città d’Italia - e terza lenti alle vicende dei Vespri col
ne compiuta da Ruggero II d’Altavil- d’Europa - per numero di abitanti; grande Ammiraglio Ruggiero di
n. 1 - 2013 97
Lauria, alle spedizioni contro i «cor- Ufficiali e allievi del Real Collegio Militare. Con analoghi compiti di formazione
sari di Biserta» e alla resistenza con- operavano le numerose Scuole di
tro le scorrerie barbaresche sulle Tiro e Scuole di Ginnastica, oltre che
milleottocento miglia di coste. Ave- sul vestiario e sugli impresari (for- le quattro Scuole di Scherma istitui-
va Ufficiali e Capi audaci oltre che nitori). A Napoli vi erano due capa- te a partire dal 1848 in Napoli, Ca-
esperti navigatori; i marinai veniva- ci ospedali di Marina a Fuorigrotta, pua e Caserta. In tutti i reggimenti o
no reclutati sul sito «dove tutto suona ampie caserme, orfanotrofi militari battaglioni isolati operavano inoltre
e navi e pesca e mare» e cioè «nei tre e soprattutto un Istituto di educa- Scuole reggimentali, che provvede-
circondari di Napoli, Salerno e Jonio», zione militare: la Scuola Militare vano alla formazione culturale e
e a 16 anni passavano dal traffico Nunziatella, fondata il 18 novembre tecnica della truppa. Negli Alberghi
marittimo - dopo due viaggi di lun- 1787, e ancora oggi depositaria di dei Poveri di Napoli e Aversa, inol-
go corso o dalla pesca esercitata per remote e nobili tradizioni militari tre, venivano impartiti corsi di istru-
quattro anni - alla leva di mare. che la rendono la più antica Scuola zione pre-militare a giovani indi-
L’Armata di Mare si componeva Militare al mondo fra quelle ancora genti (nonché un avviamento pro-
nella metà del XVIII secolo di 2 va- in vita, senza soluzione di continui- fessionale consistente nell’insegna-
scelli, 13 fregate, 5 brigantini, 2 cor- tà. Di questa Istituzione Giuseppe mento di elementi di musica, fale-
vette e circa 50 altre navi di minore Maria Galanti, celeberrimo espo- gnameria, lavorazione di metalli,
tonnellaggio. Per la capacità degli nente dell’Illuminismo napoletano, pellami, tessuti, ecc.), volti a con-
uomini di mare e per la bontà dei ebbe a scrivere: «La maniera come sentire l’eventuale successivo reclu-
materiali usati per le imbarcazioni, quivi è educata la gioventù non ha pari tamento da parte dell’Esercito.
la marineria napoletana godeva di in tutta l’Europa. La filosofia, il patriot- Lo stesso Esercito aveva le sue fabbri-
un certo prestigio tra le potenze ma- tismo, l’esperienza non avrebbero sapu- che d’armi e fonderie: la prima strut-
rittime d’Europa. Le Intendenze to ideare né eseguire più nobile Istituto tura venne fondata nel 1768 nel vil-
dell’Esercito e della Marina avevano da formare il temperamento, la ragione, laggio di Mongiana, in Calabria, che,
un’ottima organizzazione, vigilan- il cuore e tutte le cognizioni necessarie potenziata nel 1814, prese la denomi-
do sulle paghe, sull’alloggiamento, a’ militari». nazione di «Real Fabbrica di Canne».
98 Rivista Militare
dette mandato alle Fabbriche Reali ni più quello reale. Venne però sen- to il motore dello spirito e dell’ani-
di progettare il nuovo Teatro in luo- sibilmente migliorata l’acustica (an- mo delle popolazioni del Mezzo-
go centrale: il 4 novembre 1737, cora oggi unanimemente considera- giorno d’Italia, anche in chiave di
giorno onomastico del Sovrano, il ta perfetta) e fu ampliato il palco- doti militari.
San Carlo fu inaugurato con l’opera scenico. Camillo Guerra e Gennaro Ma le genti d’arme del Sud duosici-
Achille in Sciro del Metastasio. Maldarelli rinnovarono le decora- liano - che caricaturalmente sul
Il Teatro s’impose immediatamente zioni fra cui il bassorilievo e l’orolo- «Chirivari», giornale satirico francese
all’ammirazione dei napoletani e gio nel sottarco del proscenio. Giu- dell’epoca, venivano rappresentate:
degli stranieri, per i quali divenne seppe Cammarano dipinse il soffitto il soldato con la testa di leone, l’Uffi-
in breve tempo un’attrattiva giudi- tuttora esistente (Apollo che presen- ciale con la testa d’asino, il Generale
cata senza eguali, sia per l’interesse ta a Minerva i più grandi poeti del senza testa - hanno anche scritto pa-
musicale degli spettacoli - la Scuola mondo) e il sipario, poi sostituito gine indelebili, spesso obliate dalla
napoletana aveva, in quegli anni, nel 1854 con altro di Giuseppe Man- Storia, in qualità di vinti. Consuma-
incontrastata gloria europea non cinello «Il Parnaso», ancora in uso. ta la fine dell’epopea della resisten-
soltanto nel campo dell’opera buffa Giuseppe Verdi nel 1872 suggerì la za a Gaeta «assediata», con la firma
(che nel San Carlo non veniva rap- creazione del «golfo mistico», la il 13 febbraio 1861 della capitolazio-
presentata) ma in quello dell’opera parte del palcoscenico riservata al-
seria - sia per la grandiosità e la ma- l’orchestra che suona dal vivo. Sten-
gnificenza dell’architettura: decora- dhal, la sera della seconda inaugu- Una vignetta satirica sull’Esercito borbonico,
zioni in oro, addobbi sontuosi in az- razione del teatro, il 12 gennaio apparsa sul giornale francese «Chirivari».
zurro (colore ufficiale della Casa
Borbonica duosiciliana, sostituito
con il rosso sabaudo dopo l’unità
d’Italia). Napoli divenne, in conse-
guenza, la capitale della musica eu-
ropea; così che anche i compositori
stranieri considerarono il San Carlo
come un traguardo della loro carrie-
ra. Allo stesso modo, i più celebrati
cantanti ambirono esibirsi sul palco-
scenico del Teatro di Napoli e molti
consolidarono su di esso la loro fa-
ma. Questo primo ciclo di vita del
San Carlo, che era stato intanto rin-
novato nell’aspetto esterno dall’ar-
chitetto Antonio Niccolini, si chiude
con il doloroso episodio dell’incen-
dio divampato la notte del 12 feb-
braio 1816, che lo distrusse comple-
tamente. Fu un evento che gettò nel
lutto tutta la città e che i giornali di
tutta Europa raccontarono con emo-
zione. Così come con meraviglia e
ammirazione dettero notizia dieci 1817, affermò: «...Non c’è nulla in tut- ne e la fuoriuscita dalla Piazzaforte
mesi dopo, alla fine dello stesso an- ta Europa, che non dico si avvicini a della Guarnigione con l’Onore delle
no, che esso era già risorto. Fu Re questo teatro, ma ne dia la più pallida Armi, Francesco II si congedò dal-
Ferdinando I di Borbone a volere, idea. Gli occhi sono abbagliati, l’anima l’Esercito rivolgendo ai suoi soldati
sei giorni dopo l’incendio, che il San rapita...». le seguenti parole: «...grazie a voi è
Carlo venisse senza indugi rico- Ritornando al concetto di «valore salvo l’onore dell’Esercito delle Due Si-
struito. L’incarico fu affidato al Nic- guerriero» delle genti meridionali, cilie. Quando ritorneranno i miei cari
colini, con l’impegno di rifarlo tale e come si è potuto notare esso non soldati al seno delle loro famiglie, gli uo-
quale com’era prima dell’incendio. può prescindere dalle tradizioni mini d’onore chineranno la testa al loro
Venne rispettata la pianta del Me- della cultura e del sapere. Si può passare e le madri mostreranno ai figli i
drano: la sala lunga m 28,60 e larga quindi affermare che intelligenza e bravi difensori di Gaeta...».
22,50, 184 palchi disposti in sei ordi- cultura hanno sempre rappresenta- La sorte, però, di gran parte di quei
100 Rivista Militare
soldati che non vollero finire il ser- altezza, sulle montagne alla sinistra ancora presentati». Ma il provvedi-
vizio militare obbligatorio nell’Eser- del Chisone. mento normativo si rivelò un falli-
cito sabaudo, che si dichiararono Il governo piemontese affrontò, con mento. Si presentarono solo 20 000
apertamente fedeli al Re Francesco difficoltà, il problema dei prigionie- uomini sui previsti 72 000; gli altri
II, che giurarono resistenza a oltran- ri borbonici: circa 1 700 Ufficiali e si diedero alla macchia e furono ap-
za ai piemontesi, fu segnata dall’ar- 24 000 soldati. Un primo tentativo pellati «briganti». Questi uomini,
resto, spesso seguito dalla deporta- di risoluzione fu l’emanazione di quando catturati, furono concentra-
zione: gli Ufficiali nelle isole del Gol- un decreto ad hoc il 20 dicembre ti a migliaia nei depositi di Napoli
fo di Napoli, come prevedeva il Trat- 1860 con cui: «Art. 1. Sono chiamati o nelle carceri e in seguito «trasferi-
ti»; peraltro, il decreto del 20 gen-
naio 1861 istituì anche «Depositi
d’Uffiziali d’ogni Arma dello sciolto
Esercito delle Due Sicilie». Il Generale
Alfonso Ferrero della Marmora, in
qualità di Prefetto di Napoli e Co-
mandante della Città, ordinò ai pro-
curatori del Regno di «non porre in
libertà nessuno dei detenuti senza l’as-
senso dell’Esercito». Per la maggior
parte i prigionieri furono stipati
nelle navi peggio degli animali, an-
che se molti percorsero a piedi l’in-
tero tragitto di deportazione. Furo-
no fatti sbarcare a Genova e da lì
smistati in vari luoghi: forte di S.
Benigno a Genova, Fenestrelle, S.
Maurizio Canavese, Alessandria,
Milano, Bergamo, Fortezza del
Priamar a Savona, Parma, Modena,
Bologna, e altre località del Nord.
A Fenestrelle, come già accennato,
dal 1861 al 1870 furono deportati mi-
gliaia di meridionali che si opposero
all’unità d’Italia e alla colonizzazio-
ne piemontese. Gli internati furono
soprattutto ex soldati borbonici, con-
tadini, sacerdoti, popolani e uomini
di cultura che, privati di luce e co-
perte, senza neanche un pagliericcio,
lottavano tra la vita e la morte in
condizioni disumane. Perfino i vetri
e gli infissi della fortezza venivano
smontati per rieducare con il freddo
i segregati. Laceri e poco nutriti pas-
savano le giornate standosene ap-
poggiati ai muraglioni nel tentativo
Francesco II di Borbone, ultimo Re del Regno sotto le Armi a far parte del Nostro disperato di catturare i timidi raggi
delle Due Sicilie. Esercito attivo tutti gli individui delle di sole invernali. Chissà che in quei
Provincie Napolitane, i quali furono momenti non ricordassero con no-
obbligati a marciare per le Leve degli stalgia il calore e il clima più medi-
tato di Capitolazione; i soldati sem- anni 1857, 1858, 1859 e 1860 per il già terraneo del loro profondo Sud.
plici, invece, nei campi di prigionia Esercito delle Due Sicilie. Questa chia- Pochissimi riuscirono a sopravvive-
temporanei nel Nord Italia e in for- mata comprende benanche gli individui re: le aspettative di vita in quelle
tezze come quella di Fenestrelle, in che, obbligati a marciare per conte delle condizioni non superavano i tre me-
Piemonte, a quasi duemila metri di Leve degli anni anzidetti, non si siano si e spesso i carcerati venivano uccisi
n. 1 - 2013 101
anche solo per aver proferito ingiu- tene. La liberazione avveniva solo oggi, entrando a Fenestrelle, su un
rie contro i Savoia. Nessuna spiega- con la morte e i corpi - non erano muro è visibile l’iscrizione: «Ognuno
zione logica dunque alla base della ancora in uso i forni crematori - ve- vale non in quanto è ma in quanto pro-
loro misera prigionia, molti non era- nivano disciolti nella calce viva col- duce». Non era più gradevole il cam-
no nemmeno registrati, da qui la dif- locata in una grande vasca situata po impiantato nelle «lande di San
ficoltà di conoscere oggi il numero nel retro della chiesa che sorgeva al- Martino» presso Torino per la «rie-
preciso dei morti, processati e non. E l’ingresso del forte. Una morte senza ducazione» dei militari sbandati, rie-
proprio a Fenestrelle furono impri- onore, senza tombe, senza lapidi e ducazione che procedeva con meto-
gionati un gran numero di quei va- senza ricordo, affinché non restasse- di di inaudita crudeltà. Altre miglia-
lorosi soldati che, in esecuzione de- ro tracce dei misfatti compiuti. Al- ia di meridionali vennero confinati
gli accordi intervenuti dopo la resa l’epoca le notizie a riguardo provve- nelle isole di: Gorgona, Capraia, Gi-
di Gaeta, dovevano invece essere la- deva a diffonderle da Roma l’auto- glio, Elba, Ponza, Sardegna. Tutte le
sciati liberi alla fine delle ostilità. revole rivista dei Gesuiti: «La Civiltà atrocità che si susseguirono per anni
Dopo sei mesi di eroica resistenza Cattolica». Nel numero del 25 gen- sono documentate negli Atti Parla-
dovettero subire un trattamento in- naio 1861 si legge: «per vincere la resi- mentari, nelle relazioni delle Com-
fame che incominciò subito dopo es- stenza dei prigionieri di guerra, già tra- missioni d’Inchiesta sul Brigantag-
sere stati disarmati, venendo deru- sportati in Piemonte e Lombardia, si eb- gio, nei vari carteggi parlamentari
bati di tutto e vigliaccamente insul- be ricorso a uno spediente crudele e di- dell’epoca e negli Archivi di Stato
tati dalle truppe piemontesi. Il 22 sumano, che fa fremere. Quei meschinel- dei capoluoghi dove si svolsero i fat-
agosto del 1861 vi fu un tentativo di li, appena coperti da cenci di tela, e rifi- ti. Francesco Proto Carafa, Duca di
rivolta: uno sforzo inutile, sventato niti di fame perchè tenuti a mezza razio- Maddaloni, sosteneva in Parlamen-
per tempo dai carcerieri e che ebbe ne con cattivo pane e acqua e una sozza to: «Ma che dico di un governo che
come risultato l’inasprimento delle broda, furono fatti scortare nelle gelide strappa dal seno delle famiglie tanti vec-
pene tra cui la costrizione di portare casematte di Fenestrelle e di altri luoghi chi Generali, tanti onorati Ufficiali solo
al piede palle da 16 chili, ceppi e ca- nei più aspri siti delle Alpi». Ancora per il sospetto che nutrissero amore per
102 Rivista Militare
il loro Re sventurato, e rilegagli a vivere Battalion e - racconta Edoardo Spa- nimità o mancamento di virtù milita-
nelle fortezze di Alessandria e in altre gnuolo - «ebbero un ruolo fondamentale ri. Si narra che alla Guerra d’Indi-
inospitali terre del Piemonte.... Sono es- nel mantenimento dell’ordine nei cinque pendenza spagnola Gioacchino Mu-
si trattati peggio che i galeotti. Perché il giorni (25-30 aprile 1862) in cui il Ge- rat, Re di Napoli, fosse costretto ad
governo piemontese abbia a spiegar loro nerale confederato Lovell fu costretto a inviare un contingente di truppe.
tanto lusso di crudeltà? Perché abbia a evacuare le truppe dalla città di New Or- Egli, per sbarazzarsi degli elementi
torturare con la fame e con l’inerzia e la leans». Sciolte le Brigate straniere, gli avversari al suo regime, in quell’oc-
prigione uomini nati in Italia come ex borbonici confluirono nelle unità casione non vide di meglio che man-
noi?». Ma della mozione presentata militari della Louisiana, parteciparo- darli a combattere «aggruppati al nu-
non fu autorizzata la pubblicazione no alla vittoriosa battaglia di Man- mero di 600 fino a 1 000, venivano for-
negli Atti Parlamentari, vietandose- sfield e furono fra gli ultimi ad arren- mati all’infretta, partendoli in compa-
ne la discussione in aula. dersi alle preponderanti forze Unio- gnie e battaglioni, confidandoli al co-
Ma ci fu anche chi tra i «vinti» trovò niste. Non cambiarono la storia degli mando di alcuni Uffiziali e facendoli
mettere in cammino, scortati dalla gen-
darmeria ed anche qualche volta in ma-
nette». Non c’è da meravigliarsi che
quei «forzati» disertarono e ritorna-
rono in patria, da dove però vennero
rimandati in guerra, compiendo «fi-
no a tre volte il giro del Mediterraneo».
Scrisse il d’Ayala: «Strana illusione
pensare che la violenza e i mali tratti
prestamente dovessero cangiare la ini-
mistà in divozione.... Di fatti i napole-
tani, ritenuti in forza, all’ombra degli
stendardi, anzicché rinunziare alla loro
fede e alle loro convinzioni politiche, ri-
pudiavano quelle bandiere sotto cui non
erano favorite le loro inclinazioni. I sol-
dati della legione nella penisola spagno-
la furono privi di ogni scintilla di emu-
lazione». Di certo non si può classifi-
carli uomini vili. È stato scritto che
il soldato meridionale, intelligente e
animato di vivo amore per la Patria,
non si batte unicamente perché co-
mandato o come un bruto. Costretto
vie di fuga fantasiose. Qualche mi- Stati Uniti, ma se l’Esercito Borbonico contrariamente alle proprie aspira-
gliaio di meridionali - ai primi disor- si fosse comportato per intero come zioni dalla disciplina e dalla forza,
dini dopo l’arrivo dei Mille - aveva quei primi emigranti, la Storia d’Ita- ha dimostrato nella storia che appe-
deciso di emigrare in America, prece- lia forse sarebbe stata diversa. na ha potuto ha abbandonato le ar-
dendo di decenni milioni di conterra- Prescindendo dai fatti relativi all’uni- mi, senza per questo manifestare
nei. Molti finirono a New Orleans, si ficazione d’Italia, comunque si può viltà d’animo. Tale concetto venne
comportarono bene e per questo mo- affermare in senso lato che le genti sintetizzato magistralmente da Car-
tivo un Generale confederato, preve- meridionali in arme, quando la causa lo Mezzacapo sul primissimo nu-
dendo la guerra civile dopo l’elezio- per la quale furono condotti a com- mero del 1856 di «Rivista Militare»:
ne di Abraham Lincoln, incaricò un battere era giusta e sentita come una «Il soldato napolitano è vivace, intelli-
suo Ufficiale di cercare truppe volon- necessità di vita, si batterono e vinse- gente, ardito, ed in uno assai immagi-
tarie tra i soldati borbonici rimasti in ro coprendosi di gloria. noso; e però facile ad esaltarsi e correre
Italia. Ne reclutò 51 in Sicilia e un mi- Di contro, quando non videro, con il alle imprese più arrischiate, ma pur fa-
gliaio fra quelli che si erano rifugiati loro acuto raziocinio, coincidere l’in- cile a scorarsi. Si sottomette agevolmen-
nello Stato Pontificio. Nel gennaio teresse proprio con quello nazionale, te alla disciplina, allorché questa muova
1861 salparono per la Louisiana, su trovarono sempre modo di sfuggire da un potere giusto, forte e costante».
due piroscafi, e arrivarono in marzo. alla battaglia. Non perciò la storia Giova ricordare, in conclusione e
Vennero reclutati nell’Italian Guards può gettare una macchia di pusilla- quale monito, come i napoletani tro-
n. 1 - 2013 103
varono modo di dimostrare la loro mente come cavalieri antichi. Riful- sfidandone la feroce disumana rappre-
antica e prisca virtù quando - nel se il loro eroismo in azioni temera- saglia. Impegnata un’impari lotta col
settembre del 1943 - si trovarono di- rie, autentiche pazzie, compiute secolare nemico, offriva alla Patria, nel-
sarmati contro l’Esercito germanico senza misurare il rischio pur di bat- le “Quattro Giornate” di fine settem-
occupante. Insorsero tutti - giovani tere il nemico. Smentirono con la bre 1943, numerosi eletti figli. Col suo
aitanti e vecchi invalidi, professioni- loro audacia e lo spirito di sacrificio glorioso esempio additava a tutti gli
sti e artigiani, uomini e donne - sfi- le vecchie calunnie che indicavano Italiani la via verso la libertà, la giusti-
darono le fucilazioni, patendo il Napoli come un centro di corruzio- zia, la salvezza della Patria. Napoli, 27
martirio e la morte. ne; perché un Paese sia sano non è - 30 settembre 1943».
I combattenti nelle Quattro giornate sufficiente possegga degli uomini L’insurrezione spontanea di Napoli
di Napoli, secondo la Commissione onesti, è necessario che questi siano - il cui successo immediato consi-
ministeriale per il riconoscimento più audaci e più intraprendenti del- stette nell’aver impedito che la città
partigiano furono 1589, 155 i morti le canaglie. Gli scugnizzi avevano fosse ridotta, così come disposto da
e alcune centinaia i feriti, mutilati e dimostrato di esserlo. Uno di loro, Hitler, «in cenere e fango» - ha segna-
invalidi; ma in base alla relazione Gennaro Capuozzo, detto Gennari- to indelebilmente le prime pagine
del sacerdote Antonio Bellucci, in- no, morto il 29 settembre 1943, è della Guerra di Liberazione, ponen-
centrata sugli atti del registro del stato insignito della Medaglia dosi a pieno titolo, in continuum sto-
Cimitero di Poggioreale «gli uccisi d’Oro al Valor Militare, al pari della rico, come ennesimo atto di valore
dai tedeschi fra militari, civili, uomini stessa città di Napoli. La motivazio- incastonato tra gli innumerevoli al-
e donne di ogni età furono 562». Du- ne dell’onorificenza militare tribu- tri espressi in epoche precedenti
rante quelle quattro cruente giorna- tata alla città partenopea recita: dalle genti d’Arme del meridione
te, assieme ai diversificati combat- «Con superbo slancio patriottico sape- d’Italia.
tenti si distinsero gli scugnizzi, ra- va ritrovare, in mezzo al lutto ed alle
gazzi che non si riparavano dai col- rovine, la forza per cacciare dal suolo Tenente Colonnello f. (b.) s. SM
pi e andavano all’attacco spavalda- partenopeo le soldatesche germaniche Giuseppe Fernando Musillo
104 Rivista Militare
L’ISTITUZIONE
CON LE «STELLETTE»
«RAPPORTO ITALIA 2013» DELL’EURISPES: INCREMENTO DI 3,5
PUNTI NEL TASSO DI GRADIMENTO DELL’OPINIONE PUBBLICA
Dal 67,8% del 2012 al 71,3% del 2013. Il cittadino italiano «premia» l’Istituzione militare e nel sentire comune
sono i più giovani a credere tanto nell’operato dei nostri soldati con un tasso percentuale pari al 60,3%.
Le Forze Armate consolidano e ve- similmente significativo, quello re- fronti delle altre Istituzioni, come
dono crescere il livello di fiducia del gistrato per le Forze Armate, consi- emerge chiaramente dai dati nume-
quale godono. rici raccolti e pubblicati dal-
Sono i «freddi» numeri del- lo storico Istituto. Dal Rap-
l’Eurispes a raccontare il porto Italia appare infatti in
calore e la stima che il po- maniera lampante il peggio-
polo italiano nutre nei con- ramento del giudizio degli
fronti della nostra Istituzio- italiani nei confronti delle
ne. Secondo il «Rapporto Istituzioni. Il grado di sfidu-
Italia 2013», le Forze Arma- cia sancito dagli intervistati
te guadagnano, infatti, ben fa salire la percentuale dal
3,5 punti in percentuale 71,6% del 2012 al 73,2% di
passando dal 67,8% del quest’anno.
2012 al 71,3% del 2013. Un dato numerico, quest’ul-
Il venticinquesimo Rappor- timo, che è nei fatti inversa-
to redatto dall’Istituto di mente proporzionale al mi-
Studi Politici, Economici e glioramento del gradimento
Sociali fondato nel 1982 e delle Forze Armate da parte
presieduto da Gian Maria dell’opinione pubblica.
Fara, è stato presentato a L’Istituzione militare non
Roma presso la Biblioteca solo consolida il suo livello
Nazionale. di apprezzamento ma lo in-
Uno studio, quello dell’Eu- nalza. I numeri parlano
rispes, divenuto ormai im- chiaro. Considerazione e fi-
portante e indiscusso pun- ducia nei confronti delle
to di riferimento per ricer- Forze Armate restano alte.
catori, studiosi, giornalisti e Gli italiani credono nelle at-
osservatori della realtà na- tività condotte dai nostri
zionale e internazionale. militari e in loro ripongono
La rilevazione, conclusa a così tanto affidamento da
metà gennaio, è stata rea- far elevare sensibilmente il
lizzata tramite questionario tasso percentuale di soddi-
e ha riguardato 1 500 citta- sfazione.
dini che hanno contribuito Non bisogna andare poi co-
a delineare il quadro degli sì lontano, dunque, per
orientamenti presenti nella comprendere le motivazioni
compagine della nostra società. derata, di contro, la sfiducia che gli di questo sostanziale incremento fi-
Un balzo in avanti notevole e vero- italiani decretano invece nei con- duciario negli uomini e nelle donne
n. 1 - 2013 105
che con convinzione e determina- come presidio di sicurezza e garan- portunità sono relativamente poche
zione, spirito di abnegazione e amor zia di tutela di quei valori unanimi rispetto al numero di inoccupati,
patrio, operano quotidianamente in e condivisi. avere una certezza è fondamentale.
silenzio e con solerzia sia sul territo- Tornando al Rapporto 2013 dell’Eu- Ma a monte delle selezioni, i giova-
rio nazionale, sia in Teatri Operativi rispes, è in virtù di ciò che evidente- ni ormai intraprendono questa stra-
esteri, portando il Tricolore tatuato mente il consenso sale e sale note- da per una fede intrinseca nei con-
nel cuore prima ancora che sul brac- volmente. Ampio e sintomatico il fronti dell’Istituzione militare, con
cio al di sopra di quello scudetto gradimento ancora una volta con- forza d’animo e rispetto dell’ordine.
che orna, orgogliosamente e come fermato tra i giovanissimi di età Del resto gli indici percentuali del-
simbolo indiscusso di riconosci- compresa tra i 18 e i 24 anni. Il l’Eurispes, attestando l’alto gradi-
mento di italianità, la loro mimetica. 60,3% dei più giovani intervistati mento dei più giovani, diventano
Le Forze Armate sono di fatto uno tributa, infatti, una forte stima nei conferma di quanto sopra esplicita-
dei pilastri su cui si basa la nostra confronti dei militari italiani nel to. E sono ancora una volta i nume-
sicurezza interna ed esterna. range compreso tra la dicotomia ri, interpreti del sentire comune, a
I loro incarichi e le loro funzioni go- «abbastanza e molta fiducia». Alto parlarci e a raccontare di quanto
dono di una stabilizzata e condivisa anche il grado di soddisfazione te- l’opinione pubblica, e in particolare
legittimazione sociale e, conseguen- stimoniato dalla seconda fascia di i giovani, si avvicinino sempre più
temente, di un consenso ormai dif- intervistati, giovani tra i 25 e i 34 al mondo militare. Secondo il venti-
fuso e dichiarato. Il ruolo sempre anni, che credono nell’impegno e cinquesimo Rapporto dell’Eurispes,
più importante che le nostre Forze nell’attività dei nostri soldati in per- infatti, il personale preposto alla si-
Armate in generale, e l’Esercito Ita- centuale pari al 64,6% bipartita an- curezza e all’ordine pubblico è quel-
liano in particolare, hanno assunto cora una volta tra le diciture di «ab- lo più «giovane» rispetto all’età me-
negli anni nel contesto internazio- bastanza e molta fiducia». Come dia del «dipendente pubblico» e tra
nale, con la presenza in numerose mai accade ciò? Perché sono i più tutti, in assoluto, il personale impie-
missioni umanitarie e di peacekee- giovani a credere maggiormente gato nelle Forze Armate, con i suoi
ping, ha contribuito certamente a nell’Esercito Italiano e a crederci co- 35,9 anni di media. Dati che risento-
collocare i militari italiani, uomini sì tanto? Le risposte sono diverse, no in maniera significativa dell’in-
prima ancora che soldati, in una ma tutte intrise di quei fondamenti gresso delle donne nell’universo
posizione privilegiata nel comune essenziali di cui l’Esercito Italiano è militare. Dunque, le Forze Armate
sentire. esempio primo e totalizzante. È un oggi si impongono al consenso del-
Profondo è dunque il credito che gli dato di fatto, anzitutto, che moltissi- l’opinione pubblica operando da una
italiani ripongono nello «strumento mi giovani, al giorno d’oggi, sono parte in termini di efficacia ed effi-
militare» considerando le Forze Ar- sempre più attratti dalla carriera cienza ai diversi, molteplici e varie-
mate, e specialmente l’Esercito Ita- militare. La possibile «professione gati contesti strategici in cui vengono
liano, importanti Istituzioni, indi- in uniforme» è a oggi, di fatto, più impiegate; dall’altra grazie al rispetto
spensabili intermediari e fattivi fau- che in altri tempi, capace di fornire di quei valori di «fraternità umanita-
tori non solo di una stabilità inter- concretezza per il futuro. Ed è pro- ria» ormai radicati e diffusamente
nazionale quanto anche preziosi cu- prio per questo che la carriera mili- presenti nella società civile. Un con-
stodi di difesa e supporto concreto e tare attira ogni anno migliaia di ra- senso sempre più allargato e diffuso
materiale all’interno dei confini na- gazzi e ragazze. Una vera e propria perché beneficia ormai in maniera
zionali. Basta pensare infatti, una garanzia che consente di inserirsi diffusa di quell’intreccio tra Forze
per tutte, all’Operazione «Strade Si- nel mondo del lavoro e di imporsi Armate e società civile. Un consenso
cure», che avvicina sempre più in esso in maniera professionale e che trova forza e ragione d’esistere
«l’uomo soldato» al cittadino, im- nella pienezza di quei valori forti nel ruolo ormai diverso del militare
piegandolo, in concorso alle Forze che sono il caposaldo della nostra che non è più, agli occhi dell’opinio-
di Polizia, in attività di pattuglia- italianità. Ma non solo. Sono, ap- ne pubblica, soltanto colui che «fa la
mento e vigilanza di installazioni e punto, gli alti ideali e i valori che guerra» ma anche, e ormai soprattut-
obiettivi sensibili. l’Esercito Italiano porta con sé a in- to, colui che agisce e si adopera per
Gli italiani, dunque, entrano in rela- nescare tutto questo processo di or- salvaguardare e riportare la pace o
zione sempre più e in maniera diret- goglio e convinzione nel servire la anche, «semplicemente», per contri-
ta con il militare. Imparano a cono- Patria, nel decidere, cioè, di «indos- buire al suo consolidamento. Una ve-
scerne l’elevato e indiscusso grado sare le stellette». In una società così ra e propria ricchezza e risorsa unica
di professionalità e nel contempo frenetica e incerta, come può dimo- per l’intero popolo italiano.
anche lo smisurato tasso di umani- strasi in determinate occasioni quel-
tà. A familiarizzare e a individuarlo la in cui viviamo, nella quale le op- Francesca Cannataro
106 Rivista Militare
DI BENI
n’altra razza di animali»). Per una cer-
ta dottrina economica, dunque, la
permuta è l’atto negoziale primario,
E PRESTAZIONI
propulsore del sistema di socialità.
Sebbene concetto connotato da ca-
ratteri fortemente privatistici (è il
singolo individuo che intesse rela-
zioni di scambio con altri individui
al suo livello), non infrequentemen-
UNAPREZIOSARISORSAALTERNATIVA te questa tipologia di atti ha avuto
una immensa rilevanza geopolitica
ove, attraverso la circolazione della
Il contratto di permuta è, forse, la tipologia negoziale più anticamente proprietà terriera, si è assistito in al-
conosciuta nella regolamentazione degli scambi commerciali. Tradizio- cuni momenti storici allo stravolgi-
nalmente essa si sostanzia, come del resto suggerisce anche l’analisi eti- mento degli equilibri di potere. La
mologica, in un «per-mutare» ovvero nello scambiare un determinato be- nascita del Ducato di Massa Carrara,
ne in un qualcosa d’altro e assume, in breve, il carattere di un baratto. per esempio, viene in ultima analisi
fatta risalire a un contratto di per-
muta, avente a oggetto la Signoria di
Differentemente dal concetto di ba- questo tipo di scambio, agli occhi Massa, stipulato il 22 febbraio 1473.
ratto, tradizionalmente connotato da dell’economia moderna, carattere di- Oggi la permuta si definisce, a mente
senso dispregiativo, il lemma «per- stintivo della medesima natura uma- dell’art. 1552 del Codice Civile, come
muta» assurge a categoria giuridica, na. È lo stesso Adam Smith ad affer- quel contratto che ha per oggetto il
speciale e autonoma, espressione po- mare: «The propensity to truck, barter reciproco trasferimento della proprie-
sitiva di valori che l’ordinamento de- and exchange one thing for another is tà di cose, o di altri diritti, da un con-
finisce meritevoli di tutela. La porta- common to all men and to be found in traente all’altro. Si evincono, dunque,
ta di simili valori rende addirittura no other race of animals» («l’inclinazio- in modo chiaro gli elementi essenzia-
li di tale tipologia contrattuale:
• bilateralità dello scambio;
• trasferimento reciproco della pro-
prietà di cose o altri diritti.
Simili requisiti già consentono di
chiarire una questione di forte rilie-
vo: non è possibile prevedere alcu-
no scambio di denaro inteso come
corrispettivo del trasferimento dei
beni o diritti.
In tale ultimo caso, infatti, si configu-
rerebbe ovviamente l’istituto della
vendita e non quello della permuta.
Simili concetti, pur tipici del diritto
privato, mantengono ovviamente
tutta la loro validità nel momento in
cui il negozio giuridico in parola tro-
va attuazione nella delicata dimen-
sione gestoria dell’Amministrazione.
A tal riguardo, non si può non rile-
vare come, pur nelle complessità
attuative, la stipula di contratti di
permuta rappresenti per l’Am -
ministrazione Difesa (A.D.) una so-
stanziale opportunità, connotata da
n. 1 - 2013 107
stesso sia strettamente strumentale l’istanza all’Ente in cui insiste l’im- infrastrutture, la riduzione dei costi
alla fornitura del servizio e/o pre- pianto, ma direttamente al gestionali, il ripristino di condizioni
stazione a favore dell’A.D. (contro- C.O.N.I., che la sottoporrà alla va- di efficienza operativa, ma, soprat-
prestazione) e, comunque, per un lutazione della Commissione Pari- tutto, attraverso la valorizzazione
tempo limitato. tetica all’uopo costituita (composta del personale e delle sue competen-
Pertanto, ai fini del legittimo ricorso da membri del Ministero della Di- ze e lo sviluppo di nuovi prodotti e
alla permuta in argomento, deve fesa e del C.O.N.I.) per la defini- servizi. Tale pieno impiego di risor-
necessariamente sussistere un diret- zione della modalità di cessione se può passare anche attraverso la
to e strumentale nesso di causalità temporanea (permuta o co-uso). stipula di contratti di permuta. AID
tra l’utilizzo temporaneo dell’im- Nel caso specifico del co-uso la So- opera con logiche di mercato anche
pianto/infrastruttura militare e la cietà dovrà corrispondere all’A.D. verso il suo cliente tradizionale (Di-
controprestazione offerta all’A.D., il canone d’affitto che stabilirà fesa). Secondo la convenzione trien-
significando che tale utilizzo deve l’Agenzia delle Entrate. nale stipulata tra il Ministro e il Di-
intendersi pregiudiziale alla stessa L’istituto della permuta non può rettore Generale, la Difesa, per sod-
esecuzione della controprestazione tuttavia non tenere conto di due disfare le sue esigenze di forniture,
(l’una non potendo prescindere dal- nuovi soggetti, parte del panorama interpella con priorità l’Agenzia che
l’altro) e non meramente funzionale della Difesa, dotati di competenze risponde con preventivi e fattibilità
alle esigenze dell’A.D.. di ampio rilievo anche in tema di conformati a valori economici con-
Ancor più peculiare è la permuta contratti di permuta: Agenzia Indu- grui con quelli di mercato, e con
avente per oggetto gli impianti strie Difesa e Difesa Servizi. l’impegno a fornire prodotti/servizi
sportivi, che trova il quadro rego- Agenzia Industrie Difesa (AID), in- di qualità certificata, rispondenti al-
lamentare nel Protocollo d’Intesa e fatti, ha, sulla base della definizione le specifiche tecniche concordate.
nella conseguente Convenzione istituzionale, il compito di assicura- L’Ufficio commerciale cura la cono-
stipulati tra l’A.D. e il Comitato re una gestione coordinata e unita- scenza dei mercati totali e di quelli
Olimpico Nazionale Italiano ria delle unità produttive conferite. acquisibili nell’ambito dei prodotti
(C.O.N.I.). La Società sportiva che La ricerca dell’«economica gestio- dell’Agenzia coordinandosi con
richiede l’uso di un impianto spor- ne» passa attraverso il recupero del l’Ufficio programmazione strategica
tivo dell’A.D. non dovrà rivolgere pieno impiego di risorse, impianti e e operativa. Per il raggiungimento
110 Rivista Militare
dei propri fini istituzionali l’Agen- Al termine di questa sintetica de- economico-finanziaria, contribuirà a
zia, nel rispetto, in quanto applica- scrizione del ben più ampio e com- massimizzare il rapporto tra il livel-
bili, dei principi che regolano la plesso sistema negoziale delle per- lo di operatività dello strumento
concorrenza e il mercato, può stipu- mute nell’ambito dell’Amministra- militare e il contenimento della spe-
lare convenzioni, accordi e contratti zione Difesa e della Forza Armata, sa pubblica.
con soggetti pubblici e privati per la pare opportuno trarre alcune brevi
fornitura o l’acquisizione di beni e e concise considerazioni conclusive. Colonnello ammcom s. SM
servizi, nonché partecipare a con- Lo strumento descritto rappresenta Stefano Rega
sorzi anche internazionali e a socie- una grande opportunità per la For-
tà previa autorizzazione del Mini- za Armata e sebbene caratterizzato
stro. da rilevanti e già identificati pregi FONTI NORMATIVE
Su di un piano a volte potenzial- concreti non risulta, ad oggi, immu-
mente sovrapposto opera, invece, ne da potenziali criticità. Esse pos- Decreto 14 aprile 2000 n. 200 - «Rego-
Difesa Servizi S.p.A. Quest’ultima è sono così essere riassunte: lamento concernente il capitolato ge-
uno strumento innovativo mediante • mancanza di un effettivo controllo nerale d’oneri per i contratti stipulati
il quale la Difesa intende perseguire sulla tipologia e il numero di per- dall’Amministrazione della difesa».
una politica di autofinanziamento mute realizzate (visto di opportu- L. 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finan-
strutturale. L’obiettivo di «Difesa nità/legittimità); ziaria 2006).
Servizi S.p.A.», infatti, è «fattura- • assenza di criteri univoci per la Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163.
re/contabilizzare» tutte le possibili determinazione della contropre- Artt. 14 e 15 D.P.R. n. 167/2006 (R.A.D.) -
forme di concorso non bellico che il stazione; «Acquisti ed esecuzione in economia».
Ministero della Difesa può offrire • assenza di formale tracciabilità nel- Lettera circolare a firma del Capo di Stato
all’esterno. In particolare, la Società la produzione dei vari atti; Maggiore della Difesa n. 143/91/4100 del
svolge la sua attività negoziale per • assenza di valutazione da parte del- 31 luglio 2007.
l’acquisizione di beni mobili, servizi l’organo programmatore della F.A.; Lettera circolare dello Stato Maggiore
e connesse prestazioni legate allo • mancata/non aderente indicazione della Difesa, IV Reparto - Logistica e In-
svolgimento dei compiti istituziona- della destinazione d’uso materiale. frastrutture, n. 143/1324/4100 del 23
li dell’Amministrazione Difesa e Tali criticità potrebbero favorire, nel- maggio 2008.
non direttamente collegate all’attivi- la prassi, la realizzazione di contratti Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66;
tà operativa delle Forze Armate. Tra di permuta per così dire «singolari», Decreto del Presidente della Repubblica
i settori di intervento di «Difesa Ser- talvolta al limite della legittimità 15 marzo 2010, n. 90, artt. 569 e ss..
vizi S.p.A.», inoltre, vi sono la valo- formale e che, pertanto, impongono Direttiva del Comando Logistico del-
rizzazione e la gestione degli immo- una incisiva e costante azione di mo- l’Esercito recante «Criteri di valutazione
bili militari, la stipula di contratti di nitoraggio e di supporto tecnico-am- per la determinazione dei prezzi di ces-
sponsorizzazione, la monetizzazio- ministrativo. Proprio al fine di scon- sione/permuta dei materiali dell’area
ne di stemmi, emblemi e segni di- giurare la stipula di atti negoziali trasporti e materiali esuberanti i fabbiso-
stintivi militari e la valorizzazione non conformi al dettato normativo, gni e/o non più rispondenti alle esigenze
energetica di caserme e strutture la materia è stata recentemente rego- di Forza Armata» - Ed. 2010.
militari tramite l’installazione di lamentata in ambito E.I. con la diret- Lettera circolare dello Stato Maggiore
pannelli fotovoltaici. tiva «Le permute in ambito E.I.: nor- della Difesa, Ufficio Generale Pianifica-
Simile attività può e, anzi, è perse- me e procedure» ed. 2012, elaborata zione Programmazione e Bilancio, n.
guita, come strumento privilegiato, dallo SME, Ufficio Generale del 163/N9-1/008/L1/M_DSSMD0086820
mediante la stipula di contratti di Centro di Responsabilità Ammini- del 21 ottobre 2010.
permuta con specifica competenza strativa «Esercito Italiano», che co- Decreto del Ministro della Difesa 10 feb-
per tutte le permute di valore supe- stituisce oggi, per la Forza Armata, braio 2011, di approvazione dello «Statu-
riore a € 100 000,00 per materiali riferimento normativo primario per to» della Società Difesa Servizi S.p.A..
non warlike. la disciplina e gestione dell’istituto Decreto del Ministro della Difesa 19 mag-
All’atto della stipula di una permu- in argomento. gio 2011 - «Atto di indirizzo» recante gli
ta, dunque, diviene imprescindibile, La permuta, in definitiva, dopo cir- indirizzi strategici e i programmi della So-
sulla base del dato normativo deli- ca cinque anni dalla sua introduzio- cietà Difesa Servizi S.p.A..
neato, interessare, sicuramente a li- ne nell’ambito dell’Amministrazio- Decreto del Ministro della Difesa 7 luglio
vello centrale, i citati organismi, al ne Militare come mezzo alternativo 2011, di approvazione del «Contratto di
fine di consentire agli stessi il perse- di finanza pubblica, si conferma Servizi» disciplinante i rapporti tra il Mi-
guimento delle finalità istituzionali preziosa e agile risorsa strategica nistero della Difesa e la Società Difesa
loro proprie. che, nell’attuale quadro di criticità Servizi S.p.A..
n. 1 - 2013 111
Capitano g. (p.)
Andrea Rollo
112 Rivista Militare
LA MONTAGNA E IL SACRO
All’uomo che si pone davanti alla montagna
essa appare come elemento carico di meravi- «All’Italia diedi il mio ultimo saluto dall’alto di una delle sue più belle
glia e di mistero; attrae e incute timore, svet- montagne, che scalai alcuni giorni dopo (Natale e congedo da casa) il 30
ta superba tra le nuvole e si nasconde nella e il 31 Dicembre 1941. La passione alpinistica mi spinse a tentare quel-
tempesta. La montagna costringe natural- l’ascensione rischiosa, ma affascinante. Da tempo, durante il mio sog-
mente l’individuo a confrontarsi con i suoi giorno in Piemonte col reparto mobilitato, meditavo di compiere la pri-
limiti esistenziali e le sue debolezze. Dimora ma scalata invernale dello spigolo nord della Grivola nel Gran Paradi-
degli dei, avvolta da un’aura di leggendarie so. Realizzai il mio progetto avendo per compagno di cordata il Capora-
paure, è stata passaggio obbligato per con- le Gianni Moor, e dalla cima di quel monte, circondato dal più solenne
quiste, scambi ed esplorazioni. Dalle monta- anfiteatro di cime che io conosca, vidi spuntare il nuovo anno, il 1942.
gne scendevano popoli sconosciuti, proveni- Raggiunta la vetta dopo aver superato nella notte rigidissima molte dif-
vano merci rare e preziose. In orizzontale è ficoltà attraverso le insidie dei lastroni di ghiaccio, aspettammo l’alba. Il
stata un punto di contatto, un confine e una disco del sole non si vedeva ancora, ma già, ad uno ad uno, si accendeva-
barriera tra civiltà e popoli, mentre in verti- no i giganteschi altissimi picchi della chiostra alpina. Il sole apparve in-
cale la montagna rappresenta un confine tra
fine sfolgorante come un enorme ostensorio sopra un altare immacolato e
il mondo umano e il mondo dell’ignoto.
Gli antichi avevano una visione della mon- improvvisamente sugli immensi nevai si riversò un torrente di luce pur-
tagna differente dalla nostra, non conoscen- purea. Dai 4 000 e più metri del mio osservatorio, contemplai attonito
do l’alpinismo, eppure avevano ben presen- quello scenario incomparabile e per un istante credetti di essere un nau-
te il senso del sacro e il simbolismo della frago aggrappato ad uno scoglio in mezzo a un mare di fuoco e di san-
montagna che trasforma l’esperienza indivi- gue. Attraverso un mare di fuoco e di sangue dovetti realmente passare
duale in spirituale. Dall’inizio del secolo durante quel tragico anno che vidi iniziare dalla vetta della Grivola».
scorso è diventata palestra fisica e interiore.
Sfidare le vette è una disciplina che favori- (Da «12 anni di prigionia nell’URSS» di Enrico Reginato – Ed. 2000).
sce lo sviluppo fisico e mentale. Prima che
le montagne divengano spazio sportivo e turistico, anche di tipo estremo, dove si cercano forti emozioni, coloro
che ai primordi conquistano le vette lo fanno con l’ausilio di guide locali spinti dalla curiosità di scoprire spetta-
coli belli e aspri.
Un uomo legato alla montagna da un fortissimo vincolo di amore e passione era Enrico Reginato, di cui ricorre
quest’anno il centenario della nascita, studente universitario negli anni Trenta. La gente del Trevigiano ricorda an-
cora le imprese di alcuni studenti universitari tra i quali Enrico e Cino Boccazzi. I loro concittadini seguivano con
ansia le loro ardimentose ascese che segnavano l’affermazione dell’alpinismo goliardico. Tra le loro numerose im-
prese alpinistiche si ricordano: la prima ascensione invernale della parete ovest della Pala di Popera (2 710 m), in
condizioni penosissime per il freddo intenso su pareti di neve ghiacciata e vetrata, dove sostennero una dura fatica
per ore ad una temperatura di quaranta gradi sotto 0; la prima salita invernale della parete nord della cima Groh-
mann del Sasso Lungo, la maggiore affermazione dell’alpinismo dolomitico invernale sino ad allora; la scalata del
Sass Rigais (3 025 m) che domina il gruppo delle Odle tra la val Gardena e la val di Funes.
Enrico compirà nei giorni 30 e 31 dicembre 1941 la prima scalata invernale dello spigolo nord della Grivola, nel
Gran Paradiso. In seguito a questa avventura il Tenente sarà costretto ad affondare una lama e amputarsi le dita dei
piedi ormai in cancrena sul treno diretto verso il fronte. Infatti, pochi giorni dopo partirà per la campagna di Russia
con il battaglione volontari sciatori Monte Cer-
Enrico Reginato (1913-1990), M.O.V.M. vino a cui appartiene in qualità di Ufficiale me-
dico; battaglione che comprende soldati eccezio-
«Ufficiale medico di battaglione alpino già distintosi nali per vigore e valore.
per attaccamento al dovere e noncuranza del pericolo L’odissea di Enrico Reginato comincia ora: fat-
sul campo di battaglia, per oltre undici anni di prigio- to prigioniero in Russia, aspetterà 12 anni pri-
nia fu, quale medico, apostolo della sua umanitaria ma di fare ritorno a Treviso e riabbracciare i
missione e, quale Ufficiale, fulgido esempio di fiero ca- suoi cari e le montagne. Come Ufficiale medi-
rattere, dirittura morale, dedizione alla Patria lontana co cura e assiste nelle ultime ore i suoi compa-
ed al dovere di soldato. Indifferente al sacrificio della
propria vita, si prodigò instancabilmente nella cura dei gni prigionieri di ogni Nazione, con il conforto
colpiti da pericolose forme epidemiche fino a rimanere egli stesso grave- dei cappellani prigionieri, affidando molti gio-
mente contagiato. Con mezzi di fortuna che non gli offrivano le più ele- vani all’abbraccio del Signore delle Cime.
mentari misure precauzionali, non esitò ad affrontare il pericolo delle più
gravi infezioni, pur di operare ed alleviare le sofferenze dei malati e dei fe- Enrico Vespaziani
riti affidati alle sue cure. Sottoposto, per la sua fede patriottica e per l’at-
taccamento al dovere, prima alle più allettanti lusinghe e, subito dopo, a Il diciassettenne autore, studente della IV classe del Li-
sevizie, minacce e dure punizioni, non venne mai meno alla dignità ed alla ceo Scientifico Statale «Leonardo Da Vinci» e del V
nobiltà dei suoi sentimenti di sconfinato altruismo, altissimo amor di Pa- anno di Violoncello presso il Conservatorio Statale di
tria, incorruttibile rettitudine, senso del dovere. — Russia, 1942-1954». Castelfranco Veneto, ricorda il nonno, Generale Enrico
Reginato, M.O.V.M., nel centenario della nascita.