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Un conflitto fatto di molti conflitti

La seconda guerra mondiale è stata, in realtà, un complesso di conflitti.


Mutuamente intrecciati, certo. Ma cronologicamente più o meno sfasati
e diversi per scenari e strategie. La dimensione planetaria è emersa
gradualmente, col progressivo coinvolgimento delle potenze e con la graduale
modificazione dei loro fini. Nessun paese poté prevedere esattamente le
dinamiche che avrebbero scatenate. In Europa si ha sentore che la Germania
conduca una guerra-lampo: proprio ciò spinge Mussolini all'intervento,
timoroso di esclusione dal tavolo dei vincitori. In origine, il focus statunitense è
il Pacifico.  

• In Asia, la guerra comincia nel marzo 1937, quando i giapponesi invadono la


Cina (nel 1931 avevano già invasa la Manciuria). Terminerà,
ufficialmente,  il 15 agosto 1945, con la capitolazione di Tokyo a pochi
giorni dai bombardamenti atomici di Hiroshima (giorno 6) e Nagasaki
(giorno 9).
• Sul fronte europeo, l'inizio ufficiale data il 3 settembre 1939 con la
dichiarazione di ostilità alla Germania da parte di Gran Bretagna e
Francia (e di paesi dell'orbita britannica come Australia, Nuova Zelanda
e India). Il casus belli è l'invasione tedesca della Polonia. La "fine"
daterà la sera dell'8 maggio 1945 (a Mosca erano già trascorsa la
mezzanotte: nei Paesi dell'Est la Giornata della Vittoria è celebrata il 9
maggio).
Il teatro europeo conosce almeno due tipi di conflitti:
• a Ovest, le truppe tedesche conducono una guerra di conquista tutto sommato
tradizionale
a Est si propongono di germanizzare lo "spazio vitale" mettendo in opera il
genocidio.
Di chi la colpa?

Nel jus publicum europæum, vigente dalla Pace di Westfalia fino a tutto


l'Ottocento, intraprendere una guerra è una sorta di diritto implicito nella
sovranità statale. Ciascuno Stato puo' dichiarare guerra senza bisogno di
addurre una causa "giusta" in senso morale o religioso. In caso di sconfitta
dovrà risarcire i danni, potrà subire perdite territoriali, smilitarizzazione
forzata, rappresaglie; non sarà, tuttavia, criminalizzato. Nel Novecento il
concetto di "guerra" subisce un radicale mutamento:

• nel Trattato di Versailles del 1919


la guerra di aggressione viene qualificata un "crimine internazionale",
le responsabilità del "crimine di attacco" è addebitata a singoli
individui, cittadini dello Stato sconfitto. L'art. 227 del Trattato
predispone che il Kaiser Guglielmo II sia processato innanzi a un
Tribunale internazionale nominato dalle cinque potenze vincitrici.
(qui)
• Con il patto sottoscritto a Parigi, nel 1928, dal ministro degli esteri francese
Aristide Briand e dal suo omologo americano Frank Kellog (Testo) è
accettata la rinuncia alla guerra come strumento di soluzione dei
contenziosi internazionali e la condanna degli Stati che vi fanno ricorso.
Nel corso del decennio successivo, il patto è sottoscritto da 63 Paesi,
compresi Germania, Italia e Giappone. 
• La dichiarazione firmata a Mosca nel 1943 da Stalin, Churchill e
Roosvelt stabilisce che, a conflitto ultimato, chi abbia perpetrato crimini
d guerra in uno specifico Paese andrà giudicato secondo le leggi di quel
Paese; i responsabili di crimini de-localizzati, ossia i più alti gerarchi
nazisti, risponderanno innanzi a Tribunali internazionali (poi istituiti a
Norimberga e Tokyo).
La Storia, si sa, viene continuamente riscritta.  Il passato costantemente
rivisitato e reinterpretato a uso del presente. Ciò è, in certa misura, implicito nel
còmpito scientifico della storiografia. Ciò, d'altra parte, rende il passato
disponibile al lavorìo ideologico e alle decisioni della politica, bisognosa di
rinnovare la propria legittimazione. Pensare in termini di "colpa" e "crimini"
facilita il còmpito a ideologia e politica. Per decenni, "colpevoli" del secondo
conflitto mondiale sono stati ritenuti Germania, Italia e Giappone. Nel 2009 il
Parlamento europeo istituisce una diversa "verità". Proclama la "Giornata di
commemorazione delle vittime dello stalinismo e del nazismo" e ne fissa la
data al 23 agosto. Il giorno è dell'annuncio, dato nel 1939, del patto di non
aggressione tra la Germania e l'URSS. Il Patto, in realtà firmato nella notte tra
il 24 e il 25, è ricordato attraverso i nomi dei ministri degli esteri dei due Paesi:
Joachim von Ribbentrop e Vjačeslav Molotov. La responsabilità della guerra è,
dunque, tutta ripartita tra nazismo e comunismo. L'Armata rossa entrata a
Berlino e ad Auschwitz. Il tributo dell'URSS stimato in  23 milioni di vite
umane. L'atto di un'assemblea politica mette tutto ciò in secondo piano.
 
In realtà, la responsabilità delle cosiddette "democrazie occidentali" è notevole.
Lungo gli Anni Trenta hanno assistito imbelli e con ipocrita egoismo al
crescendo delle inequivocabili mosse di Hitler:
1933. ricostruzione dell'aviazione da combattimento (affidata a
Hermann Göring)
1935. ripristino della leva obbligatoria
1936. occupazione della zona smilitarizzata sulla riva sinistra del
Reno
1936/39. intervento nella guerra civile spagnola (aggirando o
infrangendo il Trattato di Versailles),
1938 - marzo. annessione dell'Austria
1938 - settembre. accordi di Monaco sulla spartizione della
Cecoslovacchia
Stalin sa bene che la Germania mira all'URSS e tenta, attraverso il Patto del
'39, un compromesso momentaneo. Nell'aprile, pochi mesi prima di
sottoscrivere quel Patto scellerato, egli ha condotto a Mosca una trattativa con i
delegati di Regno Unito e Francia. Nelle sue Memorie, Churchill
scriverà: "Non c'è alcun dubbio, nemmeno a distanza di tempo, che la Gran
Bretagna e la Francia avrebbero dovuto accettare la proposta russa e
proclamare la Triplice Alleanza".

Nella conferenza di Casablanca, nel gennaio 1943, Roosvelt persuade Churchill


che la guerra debba continuare fino alla resa incondizionata del nemico (Italia,
Germania, Giappone). Il conflitto è ormai concepito come guerra di
annientamento. I massicci bombardamenti sulla popolazione civile tedesca e le
atomiche fatte esplodere sul Giappone non erano affatto indispensabili.
Un conflitto in due atti

L'anno spartiacque è il 1943. Nella prima fase prevalgono le forze dell'Asse.


Nella seconda l'andamento è ribaltato.

Sul fronte Europeo il 1940 si caratterizza per l'efficacia del Patto Ribbentrop-
Molotov: Germania e URSS si spartiscono la Polonia e invadono la maggior
parte dei territori continentali. L'URSS prende Paesi Baltici e Finlandia,  La
Germania (da Nord a Sud): Norvegia, Danimarca, Belgio, Olanda,
Lussemburgo, Francia (Parigi è occupata nel giugno). In Francia meridionale si
costituisce la Repubblica collaborazionista di Vichy con a capo il Maresciallo
Petain. Il Generale Charles De Gaulle coordina la Resistenza. La Germania
mira all'invasione dell'Inghilterra. L'aviazione tedesca sottopone Londra a
massicci e prolungati bombardamenti ma deve arenarsi contro la strenue difesa
britannica. L'Italia entra in guerra il 10 giugno.  Si propone una guerra
"parallela" a quella tedesca. Gli esiti disastrosi delle campagne in Grecia e in
Africa rendono, sùbito, palese che l'Italia non puo' proseguire lo sforzo bellico
senza l'appoggio tedesco. La guerra italiana, da "parallela" si trasforma in
"subalterna".

Nel giugno del 1941 l'improbabile tregua tra Germania e URSS è rotta: i
nazisti sferrano, contro i sovietici, una delle più imponenti imprese terrestri di
tutti i tempi; nome in codice operazione Barbarossa. Vi parteciperanno anche
reparti italiani (scarsamente equipaggiati) raccolti nella cosiddetta ARMIR
(Armata Italiana in Russia). Moriranno in combattimento e durante la tragica
ritirata, circa 75.000 italiani. A fine anno (7 dicembre) l'attacco aereo a Pearl
Harbor rompe gli indugi dell'USA. La guerra assume dimensioni veramente
mondiale e muta carattere. Nei due anni precedenti Roosvelt non è stato, però,
inerme: ha spuntato al Congresso finanziamenti per il potenziamento delle
forze armate e fornito supporto economico e logistico all'Inghilterra.

Tra '42 e '43 la svolta, segnata da


• dalla battaglia delle Midway sul fronte del Pacifico (giugno 1942)
• dalla battaglia di El-Alamein sul fronte africano (novembre 1942)
• dalla rottura sovietica dell'assedio di Leningrado (gennaio 1943)
• dallo sbarco in Sicilia (10 luglio 1943)
Il 6 giugno 1944 è il giorno del D-Day ossia dello sbarco in Normandia.
Nel gennaio 1945 l'Armata Rossa libera Auschwitz. Tra aprile e maggio si
consuma l'attacco finale a Berlino.
Alcune date della fase costituzionale transitoria

La fase è, talvolta, divisa in tre sottoperiodi:


• liberazione dal nazi-fascismo (25 luglio 1943- 25 aprile
1945);
• ordinamento provvisorio (25 aprile 1945 - 2 giugno 1946);
• fase costituente (2 giugno 1946 - 1 gennaio 1948).
1943
• marzo. Ondata di scioperi sollevata dalle fabbriche del Settentrione. Segnale
inquietante per il governo fascista.
• aprile. Mussolini tenta (invano) di rinegoziare con Hitler la strategia del
conflitto.
• maggio/giugno. Il Re medita di sottrarsi all'alleato tedesco. Si profilano
ipotesi di destituzioni di Mussolini. 
• luglio, 25. Anglo-americani da pochi giorni sbarcati in Sicilia. Nella notte il
Gran Consiglio del Fascismo approva a grande maggioranza l'o.d.g.,
proposto da Dino Grandi, che chiede al Duce di rimettere al Re i poteri
militari e costituzional. Mussolini presenta le proprie dimissioni al Re.
Questi le accetta, lo fa arrestare e nomina capo provvisorio del governo
il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio (ascolta l'annuncio radiofonico)
• settembre
3. A Cassabile (Sicilia) il Generale Giuseppe Castellano,
plenipotenziario del governo, firma l'armistizio con gli Alleati
8. L'armistizio è reso pubblico via radio (ascolta)
9. A Roma si forma il Comitato di Liberazione Nazionale. Il Re e il
governo lasciano Roma. Si stabiliranno a Brindisi.
10. Roma riconosciuta "città aperta".
12. Mussolini è liberato dalla sua prigione sul Gran Sasso da
paracadutisti stranieri e condotto a Monaco.
23. Nasce la Repubblica Sociale Italiana con sede a Salò, località sul
lago di Garda.
27. Iniziano a Napoli le "quattro giornate"
• ottobre
13. L'Italia dichiara guerra alla Germania ed è riconosciuta dagli
Anglo-americani come "cobelligerante" (non "alleata")

Curioso destino quello del Fascismo. Governò sotto la Monarchia e, a Salò,


sotto la forma repubblicana. Sotto la Monarchia lasciò formalmente in vigore lo
Statuto albertino. La Costituzione di Salò, per motivi contingenti, non entrò
mai in vigore.
La Resistenza è non soltanto un evento storico ma, anche, il mito fondativo
della Repubblica. Attorno alla sua interpretazione, pertanto, si è combattuta una
guerra ideologica aspra che ha minato - e, a tutt'oggi, in parte mina - la
"riappacificazione". Il monopolio dell'interpretazione è stato, fino a tempi
recenti, detenuto dal PCI e dagli storici e pubblicisti a esso collegati. Ciò ha
comportato, tra l'altro, il misconoscimento del fenomeno della Resistenza
monarchica (riferimento). Oggi si parla, con sempre più ampio consenso, di
"guerra civile". Italia spaccata in due geograficamente e politicamente: al Sud
la Monarchia sotto la protezione Anglo-americana, al Nord la Repubblica (di
Salò) voluta dai Tedeschi. Esercito regolare allo sbando. Non infrequente che
membri di una medesima famiglia si dividessero in partigiani e repubblichini. 

1944
• aprile. "Svolta di Salerno": Togliatti, dopo 18 anni di esilio sbarcato a Napoli
nel marzo, acconsente, su impulso sovietico, ad accantonare la
questione istituzionale e a formare un governo di unità nazionale (per
approfondire). 
• giugno
◦ 5. Dopo la liberazione di Roma, il Re nomina suo figlio Umberto
Luogotenente del Regno
◦ 25. Umberto firma il Decreto Luogotenenziale 151/1944. Esso
stabilisce che, a ostilità ultimate, la forma istituzionale del Paese
sarà da un'Assemblea Costituente eletta a suffragio universale
diretto e segreto. È l'inizio del periodo costituzionale
transitorio che si concluderà il 1 gennaio 1948 con l'entrata in
vigore della carta repubblicana
1945
• aprile, 25. Il Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia (presieduto,
tra gli altri, dal socialista Sandro Pertini, futuro Presidente della
Repubblica) proclama l'insurrezione e la liberazione di Milano e Torino.
1946
• Marzo, 16.  Il Decreto Luogotenenziale 98/1946 modifica quanto stabilito
nel 1944 e stabilisce che la scelta della forma istituzionale dello Stato sia
rimessa a un referendum popolare contestuale all'elezione della
Costituente.
• maggio, 9. Il Re abdica. Il suo posto è preso dal figlio Umberto, già
Luogotenente del Regno. Spera che defilare la propria persona permetta
alla monarchia Savoia di sopravvivere
• giugno
◦ 2. Referendum Monarchia/Repubblica ed elezioni per la Costituente
◦ 18. La Corte di Cassazione proclama la vittoria della Repubblica
◦ 25. Cominciano le sedute della Costituente (si prorogheranno fino al
31 gennaio 1948)
◦ 28. La Costituente elegge il napoletano Enrico De Nicola Presidente
provvisoria della Repubblica
1947
• dicembre
22. La Costituente approva il testo della carta costituzionale
27. Enrico De Nicola promulga la Costituzione
1948
• gennaio 1. Entra in vigore la nuova Costituzione
• aprile 18. Prime elezioni della storia repubblicana
Governi
• 1943, luglio 25 - 1944, giugno 6: Badoglio I II
• 1944, giugno 18 - 1945, giugno 19: Bonomi I e II
• 1945, giugno 21 - dicembre 8: Parri
• 1945, dicembre 10 - 1948, maggio 23: De Gasperi I, II, III, IV

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