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François Rabelais (1494-1553)

Scrittore e umanista francese, Rabelais è una figura molto importante nel panorama letterario e culturale
del XVI secolo. Rabelais conduce una vita ricca di esperienze, Inizialmente monaco francescano, poi
benedettino, per sei anni. Scioglie i voti e parte per un lungo viaggio durante il quale studia medicina.
Diventa quindi un medico conosciuto sia in Francia che in Italia. Conduce parallelamente la carriera da
medico e da scrittore. E’ conosciuto nel panorama letterario mondiale in particolar modo per la notevole
epopea satirica dei giganti Gargantua e Pantagruel.

XVI sec. - Rinascimento: l’umanesimo che anima i suoi romanzi si esprime con entusiasmo ed esuberanza.

GARGANTUA E PANTAGRUELE
- Prologo all’inizio di ogni libro. L’autore si indirizza colloquialmente/confidenzialmente al lettore.
- Primi due libro firmati con lo pseudonimo ed anagramma Alcofribas Nasier.

Serie di 5 romanzi :

 Pantagruel (1532)
Racconta la nascita, l’infanzia, la gioventù, il soggiorno a Parigi di un giovane gigante, figlio del
Re Gargantua. Racconta anche della guerra che questo conduce vittoriosamente contro i
Dipsodi, invasori del reame di suo padre.

 Gargantua (1534)
Segue lo stesso schema (nascita, infanzia, gioventù), riferendosi però all’eroe Gargantua. Narra
della sua educazione, delle prodezze guerriere, della fondazione dell’Abbazia di Thélème.
- Thélème = volontà in greco, è un’abbazia in cui i giovani ricevono un’educazione ideale e
vivono secondo il loro ideale, libero arbitrio (umanesimo-confidenza nell’uomo,
antropocentrismo) e non secondo regole prestabilite (critica la vita monastica, questa Abbazia
non è come le altre) Abbazia = Utopia

 Le Tiers Livre (1546), dedicato a Margherita di Navarra


Reputato osceno, viene censurato dalla Sorbona, così come Pantagruel e Gargantua. Tuttavia,
verrà protetto e pubblicato nel 1546. Si distinguono 3 momenti:
- iniziale elogio paradossale dei debiti come testimonianza di solidarietà e mezzo vantaggioso
sia per il debitore che l’usuraio poiché crea legami reciproci.
- Panurge non sa se prendere moglie o meno, decide perciò di partire alla ricerca di qualcuno
in grado di dargli un consiglio. Parte in compagnia di Pantagruel e frate Jean. Consultano molte
persone..
- Elogio del “Pantagruelion”, un’erba misteriosa dalle virtù singolari.

 Le Quart Livre (1552)


I protagonisti viaggiano per le terre più strane alla ricerca dell'Oracolo ed incontrano:
- i litigiosi Legulei, i Papefigues (caricatura dei Protestanti)
- i Papimanes (caricatura dei Cattolici)
Presso il circolo polare si fermano in un luogo dove odono a causa del disgelo le grida di una
battaglia avvenuta anni prima, che erano rimaste imprigionate nel ghiaccio.
 Cinquième livre (post. 1554) – authenticité pas assurée Narra la continuazione dei viaggi di
Panurge, Pantagruel e i loro compagni, partiti per consultare l’Oracolo della Divina Bottiglia.
Le scale permettono all’autore di rappresentare allegoricamente e di denunciare gli abusi del
mondo, quelli della Chiesa e della Giustizia.

Gigantismo
- Eroi dei due primi romanzi sono dei giganti. Tradizionalmente, il gigante simboleggia il male sciocco/stolto
su cui si può trionfare con l’intelligenza. Tale è Polifemo nell’Odissea o il gigante dei racconti popolari.
- Contrariamente, il gigante di Rabelais simboleggia la perfezione umana, tanto fisica quanto intellettuale e
morale. E’ un emblema del secolo, questo gigantismo, che è metaforico e iperbolico, e canta con
entusiasmo la fiducia nell’uomo che cresce (carattere fondamentale dell’Umanesimo). Gigante = figura
utopica di un uomo nuovo, amante della vita, desideroso di “divorarla”, erudito
- Grandgousier (« grand gosier »), le grand- père, Gargantua (« que grand tu as... le gosier »), le père,
Pantagruel, le fils, « ha sete di tutto ».
- Si rivela un invito ad avere un appetito intellettuale senza limiti, un appetito « da giganti ». Eco della
riflessione e dei valori che animano l’umanesimo.

La mescolanza tra trivialità e profondità di pensiero


- «meglio scrivere del riso che del pianto/poiché il riso è proprio dell’uomo». Rabelais vuole suscitare il riso,
che è infatti onnipresente nelle opere di Gargantua e Pantgruel.
- « Rompre l’os et sucer la substantifique moelle ». Poi suggerisce al lettore di non accontentarsi di burle e
buffonerie, ma di cercare un significato più profondo: un cane trova un osso, lo stritola con i denti per
succhiare il delizioso midollo; così andrebbero gustati i libri: la loro sostanza più nutriente è nascosta e da
scoprire. ( osso = apparenze, intrighi, personaggi.. sostanza “moelle” = i messaggi impliciti, nascosti,
accessibili solo grazie alla riflessione )

Mescolanza tra la dimensione comica, o triviale, di base popolare, con quella seria, veicolo di riflessioni
filosofiche e sociali. Questa rende la sua opera un punto di riferimento per una tradizione successiva.

Il primo a sottolineare questa mescolanza stilistica è proprio Rabelais, che nel Prologo del Gargantua
compara il suo libro a Socrate. Come il filosofo greco, conosciuto per essere esteriormente brutto e sciatto
("sempre ridendo, sempre bevendo"), era in realtà la saggezza e la riflessione fatta persona ("aprendo
questa scatola, avreste trovato una celeste e incomparabile droga"), così la storia che Rabelais vuole
narrare, pur apparendo triviale e insignificante, ha un peso contenutistico che il lettore è invitato a
cogliere: "Perciò bisogna aprire il libro e attentamente pesare ciò che viene dedotto". I passi che nell'opera
rappresenterebbero degli ottimi esempi di questo carattere "socratico" dell'opera rabelaisiana sono
numerosi; noi ne presenteremo di seguito soltanto alcuni.
Satira usata al fine di suscitare il riso, ma anche criticare un modello di società ed educazione legati ancora
al Medioevo, in contrapposizione invece alla società e ai valori dell’umanesimo e di una visione
antropocentrica, che ripone piena fiducia nell’uomo (utopia dell’Abbazia di Thélème).

PROLOGO Gargantua
Beoni lustrissimi, e voi Impestati pregiatissimi (poiché a voi non ad altri dedico i miei scritti) Alcibiade nel dialogo di
Platone intitolato il Simposio, lodando Socrate, suo precettore e, senza contrasto, principe de' filosofi, dice tra l'altro
ch'egli era simile ai sileni. Per sileni s'intendeva una volta certe scatolette, quali vediamo ora nelle botteghe degli
speziali, dipinte di figure allegre e frivole come arpie, satiri, ochette imbrigliate, lepri colle corna, anitre col basto,
caproni volanti, cervi aggiogati ed altrettali immagini deformate a capriccio per eccitare il riso, quale fu Sileno, maestro
del buon Bacco. Ma quelle scatole dentro contenevano droghe fine come balsamo, ambra grigia, cinnamomo,
muschio, zibetto, gemme ed altre sostanze preziose.
Così dunque di Socrate, diceva Alcibiade. Vedendolo fisicamente e giudicandolo dall'aspetto esteriore, non gli avreste
dato un fico secco tanto brutto il corpo e ridicolo appariva il portamento, col suo naso a punta, lo sguardo di toro, la
faccia da matto, semplice ne' modi, rozzo nel vestire, povero, disgraziato a mogli, inetto a tutti gli uffici della
repubblica; sempre ridente, sempre quanto e più d'ogni altro bevente, sempre burlante e sempre dissimulante il suo
divino sapere. Ma schiudendo quella scatola quale celeste e inapprezzabile droga dentro!
Intelletto più che umano, virtù meravigliosa, coraggio invincibile, sobrietà senza pari, contentatura facile, fermezza
perfetta, disprezzo incredibile di tutte quelle cose per cui gli uomini vegliano, corrono, s'affannano, navigano,
combattono.
A che tende, secondo voi questo preludio d'assaggio? A questo: voi, miei buoni discepoli, e altri mattacchioni,
leggendo gli allegri titoli di alcuni libri di nostra invenzione come Gargantua, Pantagruele, La dignità delle braghette, I
piselli al lardo cum commento, etc. credete troppo facilmente non trovarvi dentro che burle, stramberie e allegre
fandonie, dacché l'insegna esterna, chi non vi cerchi per entro, suona generalmente canzonatura e facezie. Ma le
opere degli uomini non vanno giudicate con tanta leggerezza: l'abito non fa il monaco, dite voi stessi. E talora veste
abito monacale chi tutto è, meno che monaco; e talora veste cappa spagnuola chi nulla ha di spagnuolo nell'anima.
Aprire il libro dunque bisogna, e attentamente pesare ciò che vi è scritto. Allora v'accorgerete che la droga dentro
contenuta è di ben altro valore che la scatola non promettesse: vale a dire che le materie per entro trattate non sono
tanto da burla come il titolo dava a intendere.
E ammesso che, seguendo il senso letterale troviate materie abbastanza gaie e corrispondenti al titolo, non bisogna
badare a quel canto di sirena, ma dare più alta interpretazione a ciò che per avventura crediate detto per festevolezza.

[Telle conception du livre s’explique dans une société de censure qui oblige les auteurs à dissimuler leurs
thèses audacieuses. Mais cette moelle est fait de la substance, elle crée la vie du lecteur. Rabelais
condamne ici tout dogmatisme qui sclérose le lecteur dans un sens qu’on lui impose, voire qu’on lui assène,
pour défendre une lecture plurielle, faite d’analyses et de jugements personnels, libres, qui construit la
personnalité. C’est le lecteur qui retire du livre la nourriture qui le fait vivre. On peut rapprocher cette
formule de celle de Balzac : « Lire, c’est créer à deux ».]

L’importance de l’éducation – idéal humaniste intellectuel


Un tema importante, trattato in maniera puntuale in numerosi capitoli del Gargantua, è il problema
dell'educazione dei giovani.
Rabelais ammira Erasmo, « il principe degli umanisti ». Più di dieci capitoli di Gargantua sono consacrati
all’educazione dell’eroe.

 Si può notare come attraverso una vena comica e persino triviale, Rabelais operi in proposito una
feroce satira del sistema educativo dato dai professori della Sorbona e allo stesso tempo anche
una critica nei confronti di un’educazione alienante.
Scopo: condannare una certa realtà propria dell'epoca esagerandola apposta e ridicolizzandola.
 Capitoli immediatamente seguiti da altri (XXIII e XXIV) che presentano un ideale di educazione
fondato sulla ragione, la saggezza, la giusta misura e l'amore per l'uomo nella sua integrità fisica
e morale: un ideale tipicamente umanistico.

- Rabelais oppone la pedagogia medievale, che aliena l’uomo ( viene messa in ridicolo da R.), ai
metodi umanisti di Ponocrate, un precettore che gli insegna a vedere i libri come maestri di vita e
che incarna l’ideale umanistico
Inoltre, Ponocrate crede nella possibilità di creare un uomo fiorito tanto nel corpo che nello spirito
e nell’anima. Il programma di Ponocrate intende infatti riscoprire l’interesse per i filosofi antichi,
Plutarco e Cicerone, che sono dei punti di riferimento. Rabelais sottolinea anche l’importanza delle
lingue. Tramite la formazione di Ponocrate vengono messi in risalto gli aspetto fondamentali del
programma culturale umanista.
- Abbazia di Téhlème è anche una scuola.
l'uso triviale e riso = Rabelais portavoce dei valori della nuova coscienza dell'umanità portati dal Rinascimento

La « Lettre de Gargantua à Pantagruel » (capit. 8 Gargantua)


Gargantua incita suo figlio a sviluppare le sue conoscenze e gli presenta un programma educativo ideale,
che corrisponde agli ideali umanistici. Una sorta di programma educativo « enciclopedico » che copre tutto
l’insieme delle conoscenze offerte all’uomo.

Questo prevede infatti innanzitutto lo studio delle lingue antiche (ebraico, greco..), le arti liberali
(Matematica, musica) e meccaniche (medicina), diritto, filosofia, biologia, le sante scritture.. Uomo
considerato come un altro mondo, conoscenze del’uomo, il corpo e l’anima. Cavalleria: dimensione fisica e
militare.

 « Rien ne te soit inconnu », « Que je voie un abîme de science ». . Le mot « abîme » toutefois
suggère que l’homme ne peut atteindre la connaissance universelle, que le savoir, comme l’abîme,
n’a pas de limite.
 « Science sans conscience n’est que ruine de l’âme ». Affermazione di doppia portata :
intellettuale e morale.
1) Il sapere senza la comprensione non può che distruggere l’intelligenza. Rabelais condanna così la
memoria meccanica, quella che era usata nella pedagogia religiosa medievale. Distrugge la
creatività intellettuale e annienta la libertà critica.
2) la ricerca scientifica senza etica può solo distruggere la dignità umana. Rabelais solleva la
necessità di leggi morali.

L’idéal humaniste politique – théme guerrier


Un altro tema che ci evidenzia la tecnica tipicamente rabelaisiana riguarda il problema della guerra: un
problema molto serio per un secolo continuamente sconvolto da instabilità politica.
Nel Gargantua il tema della guerra è senza dubbio quello che occupa più posto, cap. 25-57 raccontano la
guerra tra Picrochole (Carlo Quinto) e Grandgousier (François Ier)

 Il comportamento irrazionale e impulsivo di Picrochole, il principe cattivo e bellicoso, è spinto fino


al ridicolo e perciò suscita delle situazioni assai comiche.
Rabelais non si esime dai dettagli triviali che accentuano la satira, come per esempio il nome di uno
dei consiglieri, "Merdaille" (tradotto in italiano, suonerebbe come "Merdaglia").

- caricatura parodica dell’epopea. Rabelais afferma che la guerra non accresce l’uomo rendendolo eroe,
bensì lo riduce a un barbaro. (Umanesimo pacifista)

Un racconto metaforico
Componimento legato ad un contesto storico reale : conflitto tra François Ier e Carlo Quinto. E’ quindi
un’occasione per fare un elogio a Francesco I e sviluppare la teoria di un Principe umanista difensore della
pace e della luce della consocenza (post tenebras lux).
- Francesco I aveva avviato la politica di riconciliazione nel periodo della Riforma e Contro-riforma al fine di
mantenere la pace e nel 1530 aveva creato il Collège Royal (greco e ebraico, prono alla conoscenza di
nuove discipline)

L’idéal humaniste moral – Abbazia di Thélème


Sviluppato negli ultimi capitoli di « Gargantua » consacrati all’ Abbazia di Thélème. Abbazia che stravolge
l’immagine tradizionale del XVI secolo.
- antropocentrismo : uomo al centro dell’Abbazia, ricerca del benessere, “fa quello che vorrai”
paradossalmente è l’unica regola. Libero arbitrio, valorizzare la libertà individuale, l’autonomia = fiducia
nell’Uomo (valore ess. Umanesimo)
- Importanza dell’uguaglianza e dell’educazione: assenza di gerarchie, tutti misti, uomini-donne, nuova idea
di uguaglianza. E’ una scuola, ideale di educazione che rende possibile la libertà e l’uguaglianza, i “telemiti”
sono ben educati e acculturati. Per un umanista, bisogna prima divenire uomini, poi ricevere un’educazione
che sviluppi la ragione al fine di conquistare la propria libertà.

Un’opera allegorica  : l’utopia dell’Abbazia di Thélème

- L’Abbazia di Thélème è un Utopia (riferimento a Thomas More e alla creazione della prima utopia nel XV
secolo). Questo luogo permette a Rabelais di sviluppare una satira della religione e della società. Allo stesso
tempo egli sviluppa un ideale di libertà fondato sull’armonia. Gioca con il linguaggio, trasporta i lettori in un
mondo irreale, sorprendente, che fa sempre ridere. Il suo linguaggio, che fa proprio il registro del
buffone/giullare, del comico, della satira, dà concretezza alle sue rappresentazioni metaforiche e fonda una
propria “estetica”.
- Abbazia – Utopia: perfezione di questa Abbazia all’incontrario = critica vita religiosa dell’epoca
« Fais ce que tu voudras » est aussi un pastiche de la formule de saint Augustin «Aime et fais ce que tu
veux». Thélème est aussi une utopie parce que ce récit imaginaire propose un modèle de société, et
surtout d’humanité, à édifier, une humanité éduquée, solidaire et libre.

Canto alla libertà, alla sete di conoscenza, al libero arbitrio e alla pace. Esaltazione della sostanza, della
conoscenza e dell’ambizione, non bisogna fermarsi alle apparenze, bensì andare sempre oltre, riflettere e
“masticare” la vita.

Umanesimo di Rabelais
Fiducia nell’uomo, importanza-chiave e fondamentale dell’educazione (mezzo per la libertà), apologie dei
valori della pace e della libertà. Umanesimo moderno non solo per il contenuto, ma anche per la forma.
L'educazione e la guerra sono solo alcuni dei temi cruciali affrontati dall'autore nella sua opera. Vengono
trattate allo stesso modo numerose questioni politiche, sociali, giudiziarie, religiose, ecc., sempre en
passant, seguendo le peripezie degli eroi. La tecnica di sovrapposizione tra contenuti seri e veste comica
procede nella distruzione delle idee da combattere, attraverso il richiamo di un riso "enorme", che ingloba
tutto, a cui niente può scampare. Il "baratro dello spirito" che si apre col riso rabelaisiano rappresenta una
caratteristica propria al secolo dell'autore e insieme al tentativo di rinnovare completamente l'intero
sistema mentale e culturale. Quello di Rabelais è un riso libero e provocatorio che ha scandalizzato, più che
i contemporanei, tutta la critica precedente al Romanticismo. Soltanto un Victor Hugo poteva apprezzarne
la forza creatrice.

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