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di Fisica
1) Definizione di grado di iperstaticità e significato fisico del valore assunto.
grl = 3m
v = 3i + 2(c+p)+a
Dove:
h = v -3m
v = dl’ - d'
Dove v è la variazione.
Si calcola, infine, per la dilatazione, anche la dilatazione relativa ɛ,
cioè di quanto è variata la lunghezza del lato (o segmento):
ɛ = v/dl
Lo scorrimento
In questo caso, il moto dilatativo non modifica la lunghezza dei lati di un
elemento, ma varia l'orientazione. Per quantificare lo scorrimento, è
necessario considerare due lati inizialmente ortogonali, nei quali si può
osservare la variazione relativa di orientazione (in un solo lato non si nota
l'orientazione!). In t0 i due lati, AO e BO, di lunghezza dl e dh, formano
un angolo di 90°.
•
• Dai quali si trova γ, lo scorrimento in complemento a 90° dell'angolo
formato dopo la deformazione tra i due lati inizialmente ortogonali.
Si nota che è uguale alla somma degli angoli α e β, cioè gli angoli
rispetto le direzioni ortogonali iniziali dei due lati, oppure come
somma del rapporto degli spostamenti con la lunghezza dei lati.
4) La legge di Hooke.
La legge di Hooke determina la relazione tra tensioni e moti deformativi:
l'allungamento subito da un corpo elastico è direttamente proporzionale
alla forza ad esso applicata, in ciò, la costante di proporzionalità viene
detta costante elastica e dipende dalla natura del materiale stesso.
Essa genera un sistema di 6 equazioni che legano le componenti
dilatazione(ε) e scorrimento(γ) alla componente normale(σ)
e tangenziale (ϯ).
Come prima cosa studiamo una prova di trazione nelle tre direzioni
perpendicolari, x,y,z, in un materiale isotropo lineare elastico:
• E è il modulo di Young,
• v una costante detta Coefficiente di contrazione trasversale, o
Coefficiente di Poisson, che rappresenta una caratteristica propria di
ciascun materiale (e dipende dalla temperatura), e misura di quanto il
campione di materiale si restringe o si dilata trasversalmente in
presenza di una sollecitazione monodirezionale.
Cos'è lo snervamento?
Il punto di snervamento, o tensione di snervamento, è il valore della
tensione in cui il materiale inizia a deformarsi plasticamente, passando da
un comportamento elastico reversibile ad uno irreversibile.
• tratto elastico;
• scostamento della proporzionalità, Fp0,2, esso è il carico al quale
corrisponde un allungamento non proporzionale pari alla percentuale p
della distanza tra ai riferimenti, ad esempio, Fp0,2 si ha con un carico
che determina un allungamento avente quota non proporzionale pari a
0,2% della distanza fra i riferimenti, unitariamente si calcola
dividendoFp0,2 per la superfice S0
• plasticizzazione uniforme, con incrudimento e picco in Fm;
• strizione e rottura;
• tratto elastico
• essendo la zona di plasticizzazione molto limitata o assente, si ha
un'immediata rottura (Fm)
Trazione semplice
Si assume che la sezione sotto il carico si muova parallelamente a se
stessa lungo l’asse del solido (z), dunque la forza sia applicata, cioè la forza
è una forza normale che agisce lungo l'asse z.
Le forze agenti su x e y sono assimilabili a zero (per ipotesi del solido di
Saint Venant) e quindi non sono tenute in considerazione.
In questo caso la tensione normale si calcola dividendo la forza normale N
per la sezione del solido, in quanto rimane solo la tensione normale lungo
l'asse z che, come visto per il principio di Saint Venant, si distribuisce
omogeneamente nel solido.
Come prima cosa definiamo le due grandezze che andremo poi a considerare nei
vari comportamenti dei materiali: la rigidezza e la deformabilità.
La rigidezza
La rigidezza, indicata con K, è la capacità che ha un corpo di opporsi alla
deformazione elastica provocata da una forza applicata. Essa è determinata
dal materiale, proprietà estensiva; dalla forma e dai vincoli.
La deformabilità
La deformabilità, indicata con δ, è la proprietà di un corpo di modificare la propria
forma sotto l'azione di varie forze, essa è definita dal reciproco della rigidezza, cioè il
rapporto fra uno spostamento locale in una direzione data e una forza.
δ = 1/K
Comportamento estensionale
Come anticipato, consideriamo uno spostamento dovuto a sforzo normale N.
Se per esempio tiriamo una trave attaccata alla parete (o una sezione che
possiamo considerare ferma), applicando lo sforzo lungo la Normale, avremo un
allungamento ΔL:
Da cui troviamo:
n cui:
• εzz è l'allungamento relativo, che è il rapporto della variazione di
lunghezza con la lunghezza iniziale
• E è il modulo di Young, cioè il modulo di elasticità, che esprime il rapporto
tra tensione e deformazione
• σzz la tensione
• N la forza normale
• A la superficie (l'area) soggetta alla forza
Sostituendo ed eguagliando le formule precedenti troviamo:
Se consideriamo invece un'asta composta da due tratti di sezione
variabile, l’allungamento complessivo sarà pari alla somma degli allungamenti
subiti dai due tratti:
In particolare:
•
Pcr è la forza critica (o carico critico),
•
J il minimo fra i momenti di inerzia,
•
E il modulo di Young, di elasticità,
•
I0 la lunghezza libera di flessione, ovvero la distanza tra due flessi nella
configurazione di trave deformata. Questo valore lo si ricava facendo uso di
appositi coefficienti che vanno a moltiplicare la lunghezza della trave, e dipende
dal tipo di vincolo, e sarà tanto maggiore quanto è minore il grado di
vincolo.
Da questa troviamo la tensione critica:
In cui λ rappresenta la snellezza dell'asta, o semplicemente la snellezza, e si
calcola
Dagli studi sui difetti e gli sforzi si arrivò ad alcune analisi intorno alle cricche, ed in
particolare si è arrivati a definire dei fattori che influenzano il valore
critico del fattore di intensità delle tensioni, KIc, cioè:
• spessore del componente
• temperatura
• velocità di applicazione del carico
In particolare, l'effetto dello spessore.
si nota che ad uno spessore più piccolo si trova un valore di Kc, più alto,
mentre all'aumentare dello spessore si ha che la è asintotica ad un valore
critico che indica la tenacità alla frattura (KIc).
L'effetto della temperatura, in rapporto anche alla velocità di applicazione del
carico:
Per ottenere la curva di Wohler è necessario eseguire una serie di prove di fatica
su provini che vengono sollecitati con un carico ciclico e portati a rottura. Per ogni
provino sottoposto a test si misura il carico ciclico imposto e si registra il numero di
cicli trascorsi al momento della rottura.
I dati ottenuti vengono riportati nel diagramma che individuerà diverse aree alle
quali sono associate altrettante procedure di progetto a fatica:
• Zona della fatica oligociclica, cioè cicli in campo plastico
• Zona della resistenza a termine
• Zona della resistenza o vita infinita
Si nota che il numero di cicli N (vita a fatica) ad ampiezza costante diminuisce al
crescere dell’ampiezza delle tensioni. Nel diagramma è presente un limite
superiore, un tratto intermedio e un limite inferiore.
Il limite inferiore rappresenta il limite di fatica di un materiale cioè lo sforzo
massimo al di sotto del quale il materiale non si rompe per effetto di fatica
nemmeno per un valore molto alto di numeri di cicli. Questo punto viene detto
anche Ginocchio e tipicamente corrisponde a 2x106 cicli per gli acciai. Dopo questo
tratto infatti gli acciai hanno andamento orizzontale con fatica a ampiezza
costante mentre le leghe leggere o gli acciai con fatica ad ampiezza variabile hanno
tratto inclinato con ampiezza minore e resistenza a fatica di circa 107 cicli. Più la
pendenza sarà bassa, più il limite di fatica verrà raggiunto ad un numero di cicli
più elevato e quindi si allungherà il tempo necessario ad arrivare a rottura.
Diagrammi di Haigh
Questi diagrammi mostrano l'influenza della tensione media sul limite di fatica.
Le coppie di valori σm e σa , viste prima, a cui corrisponde una certa vita (numero di
cicli), possono essere rappresentate su un piano avente in ascisse le prime e in
ordinate le seconde.
Il punto di partenza di questo grafico si ha con σm (tensione media) = 0
e σa (tensione alternata)= σf(resistenza a fatica per Nf cicli tenendo conto di tutti gli
effetti relativi al gradiente, alla dimensione e alla finitura del materiale), che
proviene dal diagramma di Wohler. Si osserva che i punti sperimentali possono
essere interpolati da curve che vengono definite diagramma di Haigh. Possiamo
individuare sul diagramma sia il carico di rottura del materiale Rm che il carico di
snervamento. Sono presenti alcuni punti sperimentali che seguono la retta di
Goodman: operando dalla parte della sicurezza è possibile stimare l’effetto della
tensione media unendo il limite di fatica σD-1 con il carico di rottura che è un dato
noto.
Bisogna limitare la tensione massima. È importante evitare che essa superi il limite
di snervamento per non entrare nella zona oligociclica. Allora si unisce con una retta
il punto del limite di snervamento sull’asse delle ascisse con quello sull’asse delle
ordinate e viene considerata come zona di sicurezza quella al di sotto della retta di
Goodman e di questa retta.
Nel campo delle tensioni medie negative, si nota invece che sperimentalmente il
limite di fatica non viene influenzato più di tanto quindi nel lato delle σm negative si
usa un segmento orizzontale che si ferma con la limitazione che la tensione
massima sia pari al limite di snervamento.
La dimensione Cs
A parità di sforzo massimo sono più penalizzati i componenti delle macchine
che presentano dimensioni maggiori.
Esso non è da considerare per trazione e compressione, in cui il valore CI è di
0,7.
l comportamento a fatica di provini intagliati è peggiore di quello dei corrispondenti
provini non intagliati, ovviamente a parità di forze applicate e di sezione minima. Si
ha infatti un abbassamento del limite di fatica anche se il carico di rottura non varia
(per materiali duttili). Esso si calcola rapportando la resistenza a fatica del provino
liscio(limite di fatica nominale) e la resistenza a fatica del provino intagliato (limite di
fatica reale):
Finitura superficiale Cf
Si tratta di un processo meccanico per eliminare le irregolarità macroscopiche
dalla superficie dei pezzi lavorati.
Esso può essere di due tipi:
• geometrico, quando si riferisce al valore di rugosità della superficie
• meccanico quando si riferisce alle caratteristiche di resistenza della pellicola
esterna.
I principali trattamenti si dividono in:
• trattamenti meccanici, si applica un carico locale che provoca snervamento in
compressione, il materiale si espande lateralmente, il cuore rimasto elastico
impedisce l’espansione e mantiene il materiale in superficie in compressione (es.
pallinatura, rullatura a freddo);
• trattamenti di rivestimento, sono applicati per risolvere problemi di corrosione, di
usura e per ragioni estetiche (es. cromatura, nichelatura);
• trattamenti termici, per effetto benefico della resistenza a fatica quali la
cementazione, nitrurazione e tempra.
Tutti i trattamenti che inducono uno stato di tensione residua di compressione
in superficie hanno effetto benefico in termini di resistenza a fatica.
l limite di fatica del componente corretto con i fattori correttivi si indicherà con...
17) Illustrare il meccanismo di generazione delle tensioni residue
tramite trattamenti meccanici.
I trattamenti Meccanici sono uno tra i principali trattamenti superficiali che
vengono utilizzati per indurre uno stato di tensione residua di compressione sulla
superficie di un certo elemento e hanno un effetto benefico in termini di resistenza
a fatica.
Sono lavorazioni che inducono, per deformazione plastica, uno stato di tensione
residua in prossimità della superficie del pezzo lavorato, la parte di materiale non
deformata plasticamente reagisce elasticamente e comprime la parte che ha
subito deformazione plastica. Le tensioni residue (di compressione) si sommano
algebricamente a quelle esterne e quindi, in superficie, diminuisce la tensione
media presente, con effetto benefico in termini di resistenza a fatica.
Meccanismo di generazione:
• si applica un carico locale
• il carico provoca snervamento in compressione
• il materiale si espande lateralmente
il cuore rimasto elastico impedisce l'espansione e mantiene il materiale in
superficie in compressione
Quando è presente una cricca ad ogni ciclo essa può aumentare di lunghezza
Di = ni / Ni