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KEVIN SEDEVCIC
Introduzione
Nel percorso scolastico, dalle elementari sino all‟ università, si incontra un vasto numero di
persone, tra cui studenti, docenti, personale tecnico... Conoscendole meglio si può capire le
motivazioni delle loro scelte d‟istruzione o anche le loro varie routine di studio. Dai docenti
si apprende non solo la conoscenza del argomento ma anche un modo di pensare e agire, che
poi ti segue per il resto della tua vita.
Due erano le idee che mi sono rimaste impresse, una era quella di agevolare il lavoro usando
il lavoro degl‟altri per progredire ad un livello superiore più velocemente. Un‟idea che è per
lo più usata nell‟industria dove si lavora su progetti grandi e scadenze prossime, l‟altra invece
consiste nel conoscere tutto il percorso prima di arrivare alla meta: l‟analisi, le idee, gli
sbagli, le correzzioni. Nonostante la seconda sia più lunga e complessa porta con sè il sapere
completo di tutto quello che era stato fatto fino ad allora. Quest‟ultima idea mi è stata
trasferita dai vari docenti dell‟università creando un bel fondamento nel mio subconscio.
Per la tesi seguente cercherò di simulare questa idea, trasformandola in un lavoro sulla storia
della scuola, o meglio il processo di evoluzione della pedagogia che è la base della scuola di
oggi. In seguito elencherò gli esponenti e lo sviluppo delle varie teorie, nonchè le varie
differenze. Fino ad arrivare ai metodi che sono la base della pedagogia del giorno d‟oggi.
Gli albori
Iniziamo con una semplice introduzione delle prime idee della pedagogia che sono state
scritte nel De Magistro (389). La forte pressione della filosofia cristiana di quei tempi dava
tanta importanza a Dio e associava Cristo come il nostro maestro interiore il quale attraverso
l‟azione divina permetteva la comprensione intellettuale delle cose. Oltre all‟intelletto
spiccavano altri tre concetti nel processo d‟apprendimento. La libertà di scelta, la virtù che si
associa alla scelta del bene (e non del male) e la felicità che è una conseguenza della
comprensione della verità con l‟intelletto.
Facendo un salto nel prossimo millennio, troviamo un grande esponente della Scolastica,
Tommaso d’Aquino (1225 - 1274), che alla filosofia cristiana vuole aggiungere l‟idea della
razionalità, un pilastro portante della filosofia dell‟antica Grecia. Siccome entrambe le
filosofie avevano la stessa finalità (condurre alla verità) e a quei tempi non c‟erano conflitti
tra le due idee (visto che entrambe erano derivate da Dio), ha dato via a questa nuova
filosofia.
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Facendo un‟altro salto fino al 1600, Jan Amos Komensky (noto come Comenio 1592 -
1670) è considerato uno dei maggiori pedagogisti dell‟età moderna, secondo lui esiste un
metodo ideale con il quale si può organizzare il sapere in modo sistematico ed enciclopedico
per settore disciplinare. Da questo si possono prelevare informazioni per un‟ insegnamento
più semplice e strutturato. Comenio definisce questo sapere ideale con il termine Pansofia.
Se riassumiamo il metodo di insegnamento, questo detta che ogni disciplina deve iniziare
dalle cose più semplici per poi proseguire a quelle più complesse senza però demotivare gli
studenti. Per ovviare la problematica di dialetti parlati tra i discenti si definì la regola dell‟uso
della lingua nazionale e si mise da parte il Latino. La teoria a sè è importante ma mai senza il
lato pratico, dove i discenti dovranno testare le loro abilità in esercizi pratici. Una grande
svolta a livello didattico fù portata dall‟introduzione del testo scolastico “Orbis sensualium
pictus” (tradotto in „Il mondo visibile in immagini‟), che fù il primo testo ovvero una vera e
propria enciclopedia basata sulle immagini a scopo didattico.
Dalla Pansofia e dal suo metodo di insegnamento, Comenio, definisce anche come dovrebbe
essere strutturato il sitema scolastico, considerando le varie fasi di sviluppo dei discenti.
Infatti si nota una struttura molto simile alla nostra:
“la schola materna”, per i bambini fino ai 6 anni dove sono posti in primo piano i sensi e
l‟intuizione del bambino.
“la schola vernacula”, per gli alunni dai 6 ai 12, dove si impara la lingua nazionale e si
comincia a scrivere.
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Illuminismo
Un movimento culturale del „700 che fa riferimento al “lume della ragione”. Nato in
Inghilterra con il massimo sviluppo in Francia portando l‟idea di illuminare l‟intelletto degli
uomini basandosi sul ragionamento razionale e la scienza. In questo periodo nacquero diverse
teorie, ma tutte con una idea specifica, ovvero proporre un‟istruzione universale gratuita e
obbligatoria.
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vera e propria opera di propaganda del pensiero illuministico. Infatti ha avuto non pochi
problemi nella pubblicazione sia dalla parte dell‟aristocrazia e sia dalla chiesa cattolica, tanto
da dover condividere gli ultimi volumi clandestinamente.
Étienne Bonnot de Condillac (1715 - 1780) concorda con il pensiero di Locke, infatti egli
sostiene che bisogna creare scuole con percorsi di studi specifici per le preferenze di ogni
persona le quali siano sempre fondate dalla scienza e dalla tecnologia. Per i ceti più
svantaggiati c‟è la possibilità di un educazione tecnico pratica.
Allo stesso modo anche l‟illuminista Francese Nicola de Condorcet (1743 - 1794) teorizzò
un sistema d‟istruzione sulle teorie di Locke. L‟istruzione deve essere gratuita, libera,
universale e specialistica. Suddivisa in livelli: una scuola comune per alzare il livello di
istruzione di tutti, gli istituti, simili all‟istruzione di secondo grado, i licei, comparabili alle
nostre università ed infine la società nazionale delle scienze e delle arti che supervisiona tutti
i livelli precedenti.
Lo svizzero Jean Jacques Rousseau (1712 - 1778) aveva una visione diversa distaccandosi
dalla visione illuminista di quel tempo. Oltre alla definizione dell‟istruzione universale che
era già nota, lui definì un istruzione specifica per la varie fasi di vita di un fanciullo. La sua
concezione pedagogica è scritta nell‟ opera l’Emilio o dell’educazione, scritta in cinque libri
ognuna per una fase di vita. La prima fase per i bambini fino ai due anni specifica per
l‟educazione del nutrimento e dell‟allevamento. La seconda per i bambini dai 3 ai 12 anni per
l‟educazione dei sensi e dove il linguaggio è pienamente sviluppato. La terza fase e quella
della pubertà dai 13 ai 15 anni dove il bambino comincia a convertire lo studio in situazioni
concrete ed a usare il suo intelletto. La quarta fase è quella dai 16 ai 20 anni dove ci sono
molte relazioni sociali quindi un educazione sentimentale, sessuale e religiosa ed infine
l‟ultima, quella dell‟età adulta dove il fanciullo conclude i suoi studi viaggiando per il mondo
conoscendo altri popoli e culture.
In tutte le fasi si parla di educazione naturale, quindi i docenti non devono impartire ordini,
compiti o altro ma devono cercare di motivare i discenti affinchè loro si interessino e
collaborino. Oltre a questa viene introdotto il concetto di educazione negativa dove
l‟educatore deve rimuovere tutto quello che può essere dannoso per la formazione del
discente. (d'Alembert, 1954)
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Dopo il „700 con l‟idea di dover instaurare un sistema di istruzione per il popolo basato sulle
rigide leggi della scienza e della tecnologia comincia ad instaurarsi una nuova corrente di
pensiero: il Romanticismo, che si contraddistingue dall‟Illuminismo proprio per il suo ritorno
al contatto con la natura, ai processi interiori come fondamento per la formazione
dell‟individuo.
Romanticismo
Partendo dall‟Inghilterra con il suo picco in Germania, il Romanticismo è una corrente che
dura per tutto il diciannovesimo secolo con l‟idea pedagogica rivolta alla moralità.
Uno dei primi pedagogisti romantici è di sicuro Johann Heinrich Pestalozzi (1746 - 1827)
che basandosi sul lavoro svolto di Rousseau ha creato un nuovo metodo educativo basati su
tre punti chiave. L’aspetto morale dell’educazione, il metodo elementare e il metodo
intuitivo. Analizzandole, si nota come l‟autore definisca tre aree di sviluppo principali del
bambino:
Il metodo elementare è il metodo con il quale queste aree di sviluppo vengono rinforzate. Il
metodo intuitivo invece è più collegato con la mente, Pestalozzi definisce che la forma è la
base della geometria e del disegno, il numero la base della matematica e la lingua la base del
linguaggio. Questi tre punti aiuteranno il discente a tenere il suo pensiero ordinato.
Friedrich Wilhelm August Frobel (1782 - 1852) pedagogista tedesco dell‟ età romantica ha
scritto un importante opera sull‟educazione dell‟uomo prendendo spunti dalla conoscenza di
Pestalozzi nella sua giovane età e creando nuovi metodi educativi fondati sul gioco e
l‟attività. Da qui conia il termine “Kindergarten” tradotto in giardino dei bambini con il
quale descrive il luogo nel quale i bambini giocano ed imparano. Come già scritto in
precedenza anche Frobel nota delle fasi temporali nel processo di crescita del bambino:
quella del lattante, del fanciullo e dello scolaro.
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Abbiamo capito come nel „800 l‟idea dell‟educazione e della pedagogia si era evoluta in
modo diverso da quella che caratterizzava l‟Illuminismo. Si riescono però a scorgere delle
similitudini tra le due epoche, come l‟idea di un‟educazione aperta e libera a tutti. Il volere
dell‟innalzamento del ceto sociale e sopratutto il volere di trovare uno o più metodi che
possano giovare all‟apprendimento di persone in fascie di età diverse. Analizzando le varie
opere e le varie filosofie vediamo che ci stiamo spingendo sempre più verso
un‟organizzazione dell‟educazione mondiale come la conosciamo oggi.
Nel prossimo capitolo sarà esposto un nuovo movimento i quali ideali porteranno notevoli
cambiamenti alla pedagogia.
Attivismo
Questa corrente ha intenzione di cambiare l‟idea pedagogica che si è instaurata nel periodo
del Romanticismo. I principali pedagogisti dell‟epoca hanno notato che il sistema scolastico
non si era evoluto completamente. Infatti con il solito uso delle tecniche mnemoniche per
l‟apprendimento, l‟ascolto passivo e il lavoro individuale si doveva cambiare qualcosa.
L‟attivismo prende nome dalle “new schools” o nuove scuole che hanno l‟idea di creare un
ambiente scolastico più attivo, proponendo gite e viaggi d‟istruzione, attività sportive e
scientifiche, lavori manuali e l‟apprendimento di lingue straniere. Le scuole attive si basano
su dei principi fondamentali:
- Nelle epoche precedenti si cercava il modo di far diventare i ragazzi adulti il prima
possibile. Nell‟attivismo, si cerca di enfatizzare il periodo fanciullesco poichè in
questo periodo i fanciulli hanno più energia vitale ed hanno una vita più attiva quindi
non propensa allo studio sedentario. Questa idea prende il nome di puerocentrismo,
dal latino puer puĕri, fanciullo+centro.
- La cooperazione, che si realizza attraverso il lavoro manuale e la coeducazione con
la presenza di entrambi i sessi così da riconoscere le caratteristiche dell‟altro,
cercando di creare rapporti sociali tra di loro.
- L’ambiente deve creare stimoli positivi adattati per un apprendimento efficace.
- Inoltre i fanciulli devono avere piena libertà e i docenti per aiutarli devono
tralasciare l‟atteggiamento autoritario aiutando il bambino ad esprimersi al meglio
delle sue potenzialità.
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Due grandi esponenti di questo periodo sono John Dewey e Maria Montessori le quali idee
e metodi pedagogici sono elencati di seguito.
Filosofo e pedagogista statunitense John Dewey (1859 – 1952) è stato il più grande
esponente dell‟attivismo. La usa vita era concentrata nel creare un nuovo tipo di scuola che
porti l‟insegnamento ad un nuovo livello. Definì cinque articoli specifici per la “scuola
nuova” elencati di seguito:
La scuola, un posto dove i discenti attraverso un processo di educazione non solo imparano o
si preparano alla vita, ma sono presenti in un processo che fa parte della loro vita stessa.
Il metodo educativo, deve essere sempre modellato alla natura del discente, anche perchè essa
è di base un‟azione o un impulso, quindi le idee teoriche devono essere finalizzate ad una
successiva azione.
Da questa lista di articoli, o meglio, definizioni di una scuola attiva, arriviamo all‟importanza
che Dewey dà all‟esperienza come contesto di apprendimento: l‟educazione è quindi un
imparare continuo sulla base delle esperienze fatte. Partendo da questa concezione, Dewey si
avvale di un termine diventato subito comune a quel tempo: learning by doing.
Learning by doing
Dal termine inglese che significa imparare facendo, Dewey sostiene che questo tipo di
apprendimento è più organizzato nella mente del discente se confrontato con quello delle
passive lezioni frontali.
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Questo approccio all‟apprendimento non è solo più utile, ma motiva maggiormente i discenti,
nei quali scaturisce anche l‟iniziativa di provare/pensare a problematiche che in una lezione
frontale non si potrebbero fare.
Tra gli esponenti di questa corrente culturale, denominata attivismo, si trova anche la
pedagogista italiana Maria Montessori, alla quale va il merito di aver introdotto il concetto
della mente assorbente, con cui ha indicato la funzionalità e le caratteristiche della mente del
bambino.
Maria Montessori
La scrittura, che unisce le abilità manuali, le abilità visive e quelle uditive (in caso di dettati)
per una scrittura completa e rifinita.
La lettura, abilità usata per arricchire il proprio linguaggio e la propria conoscenza mediante
l‟accesso a documenti e testi di altre persone.
Queste quattro abilità, note come la quadriga trionfante delle conquiste intellettuali del
bambino, sono i quattro pilastri portanti, per i quali la Montessori delinea altrettante strategie
con difficoltà crescente, che porteranno il bambino a padroneggiarli.
Oltre a queste il metodo Montessori prevede che l‟ambiente scolastico non sia di tipo
tradizionale con cattedra in fondo all‟aula, ma sia ricreato a misura di bambino, così da
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Anche nella scuola montessoriana si segue l‟idea dell‟imparare facendo si cerca sempre di
stimolare i bambini senza noiose e lunghe lezioni frontali.
Il punto principale di questa nuova scuola è l‟uso dei materiali, che stimolano la motivazione,
la curiosità e la voglia del bambino di svolgere una specifica attività.
Naturalmente per un bambino alcune attività possono rappresentare anche tante fonti di
interesse e distrazione, facendo perdergli la concentrazione. Per questo motivo la Montessori,
con appositi esercizi, riesce ad eliminare o diminuire gli stimoli di troppo ed a focalizzare o
isolare i sensi che lo aiuteranno a crescere.
Si possono isolare per esempio il senso tattile, il senso termico, il senso del colore e il senso
barico.
La corrente dell‟Attivismo ha inserito nelle scuole un idea nuova e più dimensionata allo
sviluppo del bambino. Con il diffondersi di questo pensiero però nacquerò altre domande a
cui bisognava trovare una risposta. La prossima corrente che si evolverà sarà quella del
Comportamentalismo, che oltre alle esigenze fisiche del bambino attivo si analizzerà la loro
parte psicologica.
Comportamentalismo
La prossima corrente dell‟apprendimento che si evolve nell‟ambito della psicologia è il
comportamentalismo, tradotto dall‟inglese “behaviour” (comportamento come risposta ad un
stimolo specifico). Quattro sono stati i grandi esponenti delle nuove teorie basate sulla idea di
stimolo-risposta: Pavlov, Watson, Thorndike e Skinner.
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Ivan Petrovic Pavlov (1849 – 1936), psicologo russo famoso per i suoi studi dello stimolo e
della risposta condizionata, ha analizzato come un soggetto (nel suo caso un cane) possa
imparare ad avere una risposta (secrezione di saliva) ad uno stimolo (la vista del camice
bianco di una persona) che all‟inizio non aveva nessun effetto sul soggetto. Ma se questo
stimolo era stato aggiunto ad uno stimolo incondizionato precedente (il cibo, stimolo naturale
del cane) che già produceva la stessa risposta sul soggetto (il cibo fa produrre saliva al cane)
allora si nota un assimilamento del nuovo stimolo alla stessa risposta (la sola vista del camice
farà secretare la saliva al cane ).
Dopo diversi test Pavlov definisce quattro fenomeni collegati agli stimoli:
- l’estinzione della risposta condizionata dallo stimolo condizionato (il camice bianco)
se questo non si presenta più con lo stimolo condizionato (cibo).
- Il recupero spontaneo, contrariamente all‟estinzione, se lo stimolo condizionato
riappare con lo stimolo incondizionato produrra la risposta condizionata.
- La generalizzazione, definiva che la risposta allo stimolo poteva capitare anche con
uno stimolo condizionato differente da quello iniziale ma pur sempre simile.
- La discriminazione, contrariamente alla generalizzazione il sogetto può distinguere i
due stimoli simili ma differenti. Quindi produrrà la risposta solo per lo stimolo
corretto.
John Broadus Watson (1878 - 1958), psicologo statunitense che lavorò sul
comportamentalismo proseguendo l‟idea dello stimolo-risposta, constatando che spesso lo
stesso stimolo produce risposte
differenti. Dai suoi studi definisce due
leggi: la legge della frequenza, una
risposta si ripete in proporzione alle
volte che questa si è ripetuta nel passato
e la legge di recenza, dove la risposta
più recente è anche quella più probabile.
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degl‟altri per i suoi testi usa la gabbia-problema termine dall‟ inglese “puzzle-box” dove un
gatto affamato viene rinchiuso nella gabbia. Vicino alla gabbia c‟è del cibo. L‟unico modo
per il gatto di raggiungere il cibo è di attivare una leva o tirare una corda per aprirsi il
pasaggio. Studiando il comportamento del gatto Thorndike notò che tutto gli stimoli che
portarono il gatto in uno stato di sconforto o disagio (per esempio grattare le pareti della
gabbia o morderle) con il tempo scomparivano. Tutti gli stimoli che portarono il gatto a
raggiungere o avvicinarsi al cibo (tirare le leve o il filo) invece tendevano a rinsaldarsi e di
conseguenza si ripetevano di più. In base a queste scoperte Thorndike definì tre leggi:
Burrhus Frederic Skinner (1904 – 1990) importantissimo psicologo statunitense che nella
sua giovinezza ha vissuto il
comportamentalismo al suo picco. Nella sua
vita ricercherà nuove risposte al
comportamento proprio come fecero i suoi
predecessori. Skinner riprende l‟idea del
rinforzo già presentato da Thorndike e ne crea
una versione più dettagliata conducendo la ricerca nel cosidetto “skinner-box” (vedi foto).
Una gabbia simile a quella di Thorndike ma dove il soggetto all‟interno di essa non vede
direttamente il premio (in questo caso il cibo). Si pensa ad un topolino in un labirinto/gabbia
che azionando delle leve può raggiungere il cibo. Vengono definiti due tipologie di
comportamento:
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Il comportamento operante è qualcosa che anche i bambini e gli adulti usano costantemente,
basti pensare al desiderio di studiare di più per ricevere la lode o aiutare con il lavoro in
giardino per guadagnare qualcosa.
La ricerca di Skinner ha avuto risvolti anche nella pedagogia e nei suoi metodi. Al giorno
d‟oggi come succedeva già in passato possono esserci dei momenti dove i discenti
perseguono strategie errate per il loro apprendimento. Per questo si possono usare dei
correttivi per aggiustare questi errori. I correttivi sono:
- il rinforzo, lo studente deve lavorare sodo per evitare sanzioni o brutti voti
- la modalità/tempismo del rinforzo, è chiaro che un rinforzo che arriva tardi non ha più
lo stesso effetto
- la strutturazione del programma, in tal modo da riuscire ad ottenere dei risultati
progressivamente in una sequenza stabilita e scientifica.
Questi diventeranno anche i cardini per il nuovo tipo d‟istruzione basato su abilità
scientificamente misurabili che si svilupperanno nei prossimi decenni. Nell‟ultima parte del
comportamentalismo nasce una sua corrente parallela il neocomportamentalismo.
Ricercando nuove idee sullo scopo e la memoria, Edward Chace Tolman (1886 - 1959)
continuò la ricerca sui topi ed i labirinti constatando che l‟apprendimento può avvenire anche
senza rinforzo e senza variazioni nel comportamento. Da qui la differenza tra apprendimento
e performance. Dove il rinforzo migliora la performance (es. quanto tempo ci mette il topo
per uscire dal labirinto?). Oltre a questo definisce le cosidette mappe mentali o mappe
cognitive e spiega che i soggetti possono creare dei veri e propri spazi nella mente che
simulino il mondo reale conosciuto.
Nello stesso periodo Clark Leonard Hull (1884 - 1952) spiegò che i risultati
dell‟apprendimento non sono solo una conseguenza dell variabili manipolabili dal ricercatore
ma anche dai processi interni del soggetto e devono usare un approccio ipotetico-deduttivo.
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Bandura (1925) con la bambola BoBo ricercò la possibile assimilazione del comportamento
aggressivo. Notò che i bambini rispetto alle bambine svilupparono atteggiamenti in media più
aggressivi.
Bloom (1913 - 1999) ha dato notevoli contributi nelle teorie di apprendimento. La più nota è
senz‟altro il Mastery Learning e detta che per progredire su un nuovo argomento gli alunni
devono superare il test con almeno il 90% delle risposte corrette. Nel caso di alunni bocciati
al test, questi, avranno degli aiuti esterni per recuperare il prima possibile e soltanto quando
tutti gli alunni saranno in grado di passare il test con una votazione sufficiente si potrà
progredire con l‟apprendimento di argomenti nuovi.
Nella metà del „900 si teorizza una nuova corrente psicopedagogica: il cognitivismo, che
porta il sistema scolastico ad un nuovo livello. (E. Barbuto, 2018)
Cognitivismo
Gli esponenti del cognitivismo spingono la ricerca su un diverso settore rispetto alle correnti
psicopedagogiche del passato. Questa si focalizza sullo stato cognitivo della mente. La
percezione, l'apprendimento, la risoluzione dei problemi, la memoria, l'attenzione, il
linguaggio e le emozioni sono processi mentali studiati dalla psicologia cognitiva. Piaget,
Vygotskij e Bruner sono gli esponenti di più grande rilievo in questo periodo.
Jean Piaget
Già nell‟Illuminismo con Jean Jacques Rousseau si era sentito la necessità di dividere la vita
del bambino in distinte fasce di età, connesse allo sviluppo delle capacità cognitive. Jean
Piaget (1896 - 1980) psicologo svizzero ha scritto l‟opera Epistemologia genetica dove
analizzò lo sviluppo cognitivo del bambino in dettaglio ridefinendo lo sviluppo cognitivo del
bambino in 4 stadi: sensomotorio fino ai 2 anni d‟età, preoperatorio fino ai 7 anni, operatorio
concreto fino ai 11 anni e operatorio formale dagli 11 anni in poi.
All‟inizio dello stadio sensomotorio il bambino percepisce se stesso come un tutt‟uno con il
mondo, noto come il fenomeno di egocentrismo radicale. Pian piano avanzando con l‟età il
bambino capisce che gli oggetti intorno a lui sono distinti da lui e comincia ad usarli per
produrre un fine o uno scopo specifico all‟oggetto (es. scuotere un sonaglio). Scopre la
permanenza dell‟oggetto, cioè che un oggetto seppure nascosto esiste comunque. Verso la
fine di questa fase il bambino comincia ad usare il linguaggio olofrastico, dove con la
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pronuncia di certe parole significano frasi intere (es. pappa, che potrebbe intendere la
necessità di mangiare).
Lo stadio preoperatorio è noto per l‟uso del linguaggio e del pensiero simbolico. Nella prima
fase il concetto di oggetto individuale e di classificazione di oggetti non è ancora ben distinta.
Se un bambino vede una lumaca, la definirà con l‟atricolo determinato „LA‟ e non quello
indeterminativo „UNA‟. Vedendo più oggetti dello stesso tipo il bambino non riesce a
distinguerli. Un‟altra caratteristica di questo stadio è l‟egocentrismo il bambino non
concepisce un punto di vista diverso dal proprio e ciò spiega perché non è in grado di
svolgere le operazioni di reversibilità e conservazione.
L‟ultimo stadio è quello operatorio formale, ormai il bambino ha già imparato a esprimersi
ed ha sviluppato senso logico. In questo stadio è caratteristico per il bambino di formulare
ipotesi, verificandole e scartando quelle che non portano ad un buon risultato.
(Piaget, 2000)
La più importante alternativa all‟ epistemologia genetica di Piaget è stata ricercata dallo
psicologo Bielorusso Lev S. Vygotskij (1896 –1934). La ricerca fatta da Vygotskij infatti
valorizza questo linguaggio egocentrico perchè aggiunge alle capacità del bambino i seguenti
valori: la moltiplicazione degli stimoli (lavorando su un problema, l‟aggiunta del
ragionamento può portare il bambino ad usare altre soluzioni/strumenti per risolvere il
problema, che forse non sono presenti nei suoi dintorni) e la funzione auto-regolativa (il
parlare e il ragionare fa si che il lavoro svolto dal bambino diventi preparato e pianificato
senza impeto). Oltre a questo Vygotskij conferma che le abilità psichiche non sono solo
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influenzate dal fattore genetico ma bensì anche da fattori socio-culturali e storici. (Vygotskij,
1986)
Secondo Jerome S. Bruner (1915 - 2016) le teorie di Piaget e Vygotskij non sono così
separate. Infatti integra la teoria degli stadi di apprendimento di Piaget alla prospettiva
storico-culturale di Vygotskij in tre livelli di rappresentazioni: le rappresentazioni esecutive
(il modo in cui i bambini usano la dimostrazione per spiegare qualcosa), le rappresentazioni
iconiche (l‟associazione di caratteristiche ad un fine per esempio il cappotto rosso di una
persona che porta sempre un regalo) e le rappresentazioni simboliche (formule matematiche e
simboli chimici).
Inoltre Bruner è noto per la sua teoria dell‟istruzione. L‟istruzione viene prima
dell‟apprendimento ed è un processo definito in quattro parti: la predispozione del bambino
all‟apprendimento efficace, la struttura della disciplina che definisce tutte le parti fondanti di
quella disciplina, la sequenza, definisce il modo ed il tempo per l‟apprendimento ed in fine la
conseguenza, ovvero la gestione delle punizioni e delle ricompense.
Due sono state le teorie per l‟educazione dei bambini: l’apprendimento per scoperta e lo
scaffolding.
La prima definisce un metodo dove gli alunni si organizzano il sapere dei nuovi argomenti
senza direttive specifiche del docente. Bruner confermò che questo tipo di apprendimento sia
decisamente più efficace.
Lo scaffolding invece usa il docente come tutor o guida alla soluzione di un problema. Il
docente dovrà conoscere l‟obbiettivo o il metodo per la soluzione del problema e non dovrà
mostrarlo agli alunni bensì dovrà aiutarlo a pensare e risolvere il problema nel modo giusto.
(Bruner, 1966)
Giungendo alla fine del cognitivismo, si fà spazio ad un‟altra corrente più moderna che
continuerà fino ad oggi: il Costruttivismo.
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Costruttivismo
Il periodo del Costruttivismo aggiunge alle idee del cognitivismo l‟importanza delle
esperienze vissute: dove il sapere e la conoscenza devono essere costruite da esperienze
individuali e di gruppo. Quindi parliamo di situazioni concrete, non semplificate, dove i
soggetti collaborano e comunicano interpersonalmente per raggiungere lo stesso obbiettivo.
Howard Gardner (1943) parla infatti di intelligenza partecipata e distribuita, intendendo che
per un lavoro cooperativo è necessario confrontare più intelligenze (di più soggetti) attraverso
la comunicazione e da cui bisogna imparare. L‟apprendimento non è più individuale ma il
risultato di una collaborazione tra più soggetti noto sotto il termine di “cooperative learning”
dall‟inglese apprendimento cooperativo.
Dopo aver visionato l‟evoluzione della psicopedagogia dei bambini nelle varie ere e sotto
l‟effetto di diverse correnti di pensiero ci giunge spontaneo chiederci fin dove ci spingeremo.
Al giorno d‟oggi la tecnologia ha profondamente modificato anche il modo di relazionarsi gli
uni con gli altri. Basti pensare che per ogni evenienza c‟è già un‟applicazione pronta ad
aiutarvi. Ma in quest‟ultimo decennio com‟è cambiata la pedagogia? E perchè?
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motivarli con metodologie innovative che attirino la loro attenzione proprio come fanno le
nuove tecnologie.
Le tipologie di didattica più usate sono le didattiche:
per concetti, l‟informazione che deve essere trasferita agli alunni deve essere organizzata (es.
un tema da svolgere ed i vari sottoargomenti da sviluppare),
quella metacognitiva, cerca di sviluppare i processi congitivi e le capacità di controllo
nell‟esecuzione dei compiti quindi non è direttamente collegata con i voti in pagella ma
considera le fondamenta da dove poi costruire la vera conoscenza,
per errore, gli alunni si imbatteranno in errori che dovranno analizzare e da cui dovranno
trovare la soluzione migliore per proseguire con i compiti,
orientativa, nel senso che cerca di aiutare l‟alunno ad orientarsi nel mondo esterno
sviluppando competenze chiave come l‟autogestione, l‟autovalutazione, la flessibilità e altre..
speciale, nota anche come didattica inclusiva e coglie tutti i metodi pensati per il lavoro con
persone con disagi (sociali, culturali, scolastici, fisici, psichici...),
multimediale, quella che si occupa delle nuove tecnologie (smartphone, web, lavagne
elettroniche...) e che usa queste tecnologie per creare un modello di didattica nuovo,
ed infine quella laboratoriale, dove il laboratorio è un ambiente attrezzato e organizzato per
un uso specifico e da la possibilità agli alunni di immergersi nella pratica delle varie
discipline.
Ovviamente queste metodologie non sono da intendersi a sè stanti, bensì possono essere
tranquillamente mischiate tra loro per il raggiungimento degli obbiettivi prefissati ad inizio
anno.
Il mondo al giorno d‟oggi si sviluppa più velocemente delle ere passate e perciò bisogna
saper adeguarsi e anche aggiornarsi per restare a passo coi tempi. La tecnologia come gli
smartphone, le lavagne elettroniche, internet e wifi nelle classi sono tutte caratteristiche della
scuola digitale è non possono essere lasciate nelle mani degli alunni senza una guida che
possa indirizzarli verso un uso più ragionevole di questi. Basti pensare cosa farebbe un
bambino quando riceve o scopre qualcosa di nuovo: inizia a giocare. Nello stesso modo
l‟alunno avendo ricevuto uno smartphone trova il modo di usarlo per divertirsi e conoscendo
pian piano le potenzialità di tale tecnologia diventa velocemente asuefatto da questa.
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E anche vero però che le potenzialità di tale tecnologia vanno ben oltre allo divertirsi o
rilassarsi nel tempo libero, con le nuove applicazioni e la connessione internet si può usare
questi strumenti per potenziare il metodo didattico. Usando libri di testo e cassette audio
stimoliamo solo parte degli apparati di assimilazione che il corpo possiede limitando le
possibilità di apprendimento dello studente. Ma usando il buon senso e le tecnologie ormai
così facilmente reperibili si possono creare contenuti multimediali, presentazioni, video,
pagine web dinamiche e molto altro che attirino la curiosità degli alunni.
E solo i docenti, seppure considerando le voci che l‟insegnamento sarà sostituito da software
basato sull‟intelligenza artificiale o siti internet specializzati nell‟educazione, hanno ancora il
dovere di formare gli adulti del domani. E devono avere la coscienza di dover essere i primi
ad aggiornarsi e saper usare le nuove tecnologie nel modo migliore, solo così facendo
potranno trasferire le loro conoscenze agl‟altri.
Con questo concludo la mia tesi sull‟evoluzione della pedagogia e della psicologia dagli
albori fino ad oggi.
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Kevin Sedevcic - Master in metodologie socio-pedagogiche negli insegnamenti tecnici
Bibliografia
Bruner, J. S. (1966). Toward a Theory of Instruction. Roma: Armando.
Piaget, J. (2000). Lo sviluppo mentale del bambino e altri studi di psicologia. Torino:
Einaudi.
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