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KANT

MONICA
Kant è considerato uno dei più importanti filosofi di tutti i tempi e fu figlio dell’illuminismo
tedesco.
Nasce nel 1724 in Prussia, l'attuale Germania, e vive in un periodo in cui dominava l’Ancien
Régime cioè gli antichi regimi caratterizzato da un'assenza di libertà e dall’arretratezza
sociale e politica.
Egli dà importanza all'educazione e alla ragione e su questo fa delle critiche, ecco perché
viene collocato tra i criticisti. Gli ultimi anni della sua vita furono caratterizzati da un declino
fisico e mentale poiché lavorò molto.
Nel 1770 scrive un'opera chiamata ‘La dissertazione’ che segna l'inizio della fase critica,
poiché anticipa alcuni temi quali quello della sensibilità e dell'intelletto.
In questa opera parla dell'oggetto che viene visto come la causa della modificazione del
soggetto, in altre parole dirà che noi conosciamo sensibilmente, attraverso gli organi di
senso, l'oggetto come ci appare e non com’è veramente e quindi il noumeno.
Quindi in altre parole nella dissertazione lui dirà proprio che per noi uomini è impossibile
pervenire alla conoscenza del noumeno.
La sua filosofia critica mira a distinguere ciò che è conoscibile con certezza e ciò che non lo
è e allo stesso tempo mira a distinguere anche l'autonomia della ragione.
Scrisse tre importanti critiche che sono: critica della ragion pura, critica della ragion pratica e
critica del giudizio.
● Nella critica della ragion pura Kant analizza la conoscenza “a priori”;
● Nella critica ragion pratica ricerca una razionalità universale in grado di guidare
eticamente il comportamento di tutti gli uomini;
● Nella critica del giudizio affronta i problemi estetici e teologici.
Dopo il periodo della dissertazione, il periodo precritico, ci fu il periodo critico dove Kant
critica sia l'empirismo che il razionalismo.
Da una parte Kant analizza la ragione per capire le sue funzioni, dall'altra la giudica come se
si trovasse in un tribunale per valutarne oltre che i limiti anche le possibilità, quindi il suo
criticismo è anche insito del termine ‘trascendentale’. In altre parole studia i limiti della
ragione umana nei rapporti tra uomo e mondo e dirà che non sono determinati solo
dall'esperienza ma anche da altro.
Il suo pensiero filosofico delle tre critiche parte da tre domande:
● Che cosa posso sapere? (fenomeni)
● Come devo agire? (morale)
● Che cosa ho il diritto di sperare? (felicità)
Quindi la prima domanda si riferisce alla Critica Della Ragion pura in cui Indaga sulle
capacità e sui limiti della ragione umana nel suo uso conoscitivo dove per ‘ragione’ intende
indicare le facoltà conoscitive umane e per ‘pure’ queste facoltà conoscitive che non
derivano dall'esperienza.
Partendo dai saperi puri Kant riformulerà tre domande che si trovano nella critica della
ragion pura:
● Come è possibile la Matematica Pura?
● Come è possibile la fisica pura?
● Come è possibile la metafisica come scienza? (proprio questa domanda sta alla
base della sua opera)
Come prima cosa nella Critica Della Ragion pura, analizza i giudizi che per lui sono delle
strutture attraverso cui si esprime il nostro sapere, un po' come riteneva Aristotele, sono
delle proposizioni che collegano un predicato a un soggetto di cui se ne può accettare la
verità o anche la falsità.
CHIARA
Individua tre tipi di giudizi:
● i giudizi analitici a priori
● i giudizi sintetici a posteriori
● i giudizi sintetici a priori
I giudizi analitici a priori sono quelle proposizioni che nel predicato non aggiungono nulla
al soggetto e quindi sono ‘a priori’ (universali e necessari) e non accrescono nulla alla nostra
conoscenza.
I giudizi sintetici a posteriori (non sono universali e necessari) sono quelle proposizioni
che nel predicato aggiungono qualcosa che non è già contenuto nel soggetto. questi tipi di
giudizi si fondano sull'esperienza.
I giudizi sintetici a priori sono universali e necessari proprio perché sono ‘a priori’ così
come la matematica e la fisica. In realtà sono fecondi perché il predicato aggiunge qualcosa
che non è contenuto nel soggetto.
Quindi nella sua Critica Della Ragion pura Kant fa dei richiami a Bacone ma anche a Galileo,
evocando una riflessione moderna sul metodo e rovesciando le prospettive. Nella nuova
prospettiva kantiana è il soggetto conoscente che assume la funzione attiva e che adegua a
sé l'oggetto della conoscenza. È un errore riconoscere il processo conoscitivo nell'oggetto e
non nel soggetto e quindi grazie a Kant abbiamo una rivoluzione dell’ ‘io’.
Egli supera il razionalismo di Cartesio e Spinoza e supera l’empirismo di Hobbes.
A questo punto, nella Critica Della Ragion pura, Kant dirà che ci sono tre facoltà che
consentono all'uomo la conoscenza:
● la facoltà della sensibilità: è l'induzione degli oggetti attraverso i sensi;
● la facoltà dell'intelletto: caratterizza i dati sensoriali;
● la facoltà della ragione: aiuta l'individuo a superare l'esperienza sensibile.
Ciascuna di queste facoltà ha le proprie forme a priori.
La Critica Della Ragion pura parte da due dottrine:
● la dottrina degli elementi:studia le forme a priori della conoscenza attraverso le tre
facoltà (il sensibile, l'intelletto e la ragione);
● la dottrina del metodo: studia come si possono usare le forme a priori.
La dottrina degli elementi è composta dell'estetica trascendentale e dalla logica
trascendentale dove per estetica si intende lo studio delle forme ‘a priori’ dei sensi e per
logica trascendentale si intende lo studio delle forme ‘a priori’ del pensiero, a sua volta la
logica trascendentale si divide in:
● analitica trascendentale: studia le forme a priori dell'intelletto e sono 12, di cui 4 sono
quelle principali (cioè:qualità, quantità, relazione e modalità) e ad ognuna di questa
ce ne sono altre tre quindi 3 x 4=12 ma non vi vado a enunciare tutte le restanti;
● dialettica trascendentale: studia le forme a priori della ragione e sono 3.
Per Kant intelletto e ragione non sono totalmente diversi ma rappresentano due diversi modi
di usare il pensiero. Uno è legittimo e l’altro è illegittimo, quello legittimo è tipico
dell'intelletto limitato al sensibile, quello illegittimo è tipico della ragione che va oltre il
sensibile.
L’estetica trascendentale corrisponde alla conoscenza che ha a che fare con i sensi e
analizza lo spazio e il tempo, per Kant infatti sono delle condizioni necessarie proprio
perché fanno parte della vita dell'uomo.
EVELINA
Kant si contrappone a Newton e a Leibniz. Newton aveva una concezione del tempo che era
più un concetto matematico assoluto invece, dello spazio riteneva che restava sempre
uguale, non subiva trasformazioni e quindi per questo era assoluto così come la
matematica. Invece leibniz parla del tempo e ritiene che non è reale e quindi resta
immaginario.
Kant invece riprende appunto spazio e tempo e dirà che sono dei modi oggettivi, cioè propri
del soggetto, ma sono ‘a priori’ e anche questi trascendentali seppur intuizioni pure.
Kant inoltre attribuisce al tempo una sorta di primato rispetto allo spazio perché rappresenta
la condizione ‘a priori’ di ogni fenomeno in generale. Non esiste dato sensibile esterno che
non accada nel tempo della conoscenza, da ciò ne deriva l'universalità della matematica
poiché non si fonda sui dati dell'esperienza ma sulle forme ‘a priori’ della sensibilità quindi
dello spazio e del tempo. Nello spazio viene collocata la geometria e nel tempo invece
l’aritmetica. Le categorie kantiane non riguardano gli oggetti ma sono i modi propri del
soggetto con cui l'intelletto conosce la realtà. Dagli organi di senso noi percepiamo solo una
serie di qualità come la forma e i colori di un oggetto ma è l'intelletto che unendo queste
qualità che permette di dare un giudizio sull'oggetto.
L’intelletto umano comunque diventa il fondamento del pensare secondo Kant e a questo
punto sorgono due interrogativi
● Perché la realtà dovrebbe corrispondere i nostri pensieri
● come applicare le categorie alla realtà
bene la prima domanda ‘perché dovrebbe corrispondere i nostri pensieri’ Kant dirà che noi
conosciamo solo il fenomeno in quanto pensato e non in sé cioè in altre parole le categorie
ordinano i fenomeni ma essendo molteplici rinviano una unità originaria cioè un principio
sintetico del molteplice,tale unità viene definita da Kant ‘Io penso’ cioè il punto più alto delle
dell'intelletto, andiamo a capire che cos'è questo io penso.
io penso non è una sostanza o un'anima ma forma e attività di pensiero spontanea e
ordinatrice queste sono le parole direttamente dette da Kant Nella Critica Della Ragion pura
e quindi io penso non è la res cogitans che abbiamo visto di Cartesio intesa come sostanza
Pensante Ma è un insieme di funzioni, un insieme di attività.
Nel tentativo di spiegare questa totalità incondizionata La ragione si perde in una serie
antinomie cioè , di ragionamenti contrapposti. Inoltre nel secondo interrogativo ‘Come
applicare le categorie alla realtà’ Kant risponderà attraverso l'immaginazione che produce il
cosiddetto schema trascendentale.
Che cos'è questo schema trascendentale? è una sorta di attività di passaggio fra i dati
sensibili e l'intelletto. Lo schema è la regola tramite cui l'immaginazione può delineare una
figura senza giungere a una concreta quindi era sotto proprio di concretezza come proprio
uno schema mentale, Infatti dirà che lo schema trascendentale è individuabile nel tempo e
quindi per Kant è giunto il momento di fare una netta distinzione tra il fenomeno E noumeno
perché il fenomeno è ciò che possiamo che possiamo conoscere, la realtà però che non è in
sé cioè è semplicemente una sorta di copia di Platone o meglio una una semplice
rappresentazione. Il noumeno invece è la cosa pensata cioè quella che è reale, quella che
realmente in sé e quindi una sorta di mondo intelligibile di Platone ed proprio perché
rappresenta una realtà in sé che è inconoscibile proprio perché è certissima, talmente certa
che non è percepibile dagli uomini , quindi il nomino Evidenzia la finitezza della ragione
umana.
MARIO
Andiamo a questo punto all'ultimo argomento e cioè alla dialettica trascendentale.
La dialettica è la parte della Critica Della Ragion pura dedicata all'analisi degli errori
commessi dalla ragione quando si avventura Oltre i confini dell'esperienza e cioè una critica
rivolta alle 3 metafisiche cioè Dio, anima e mondo. Kant dirà che la psicologia razionale
parte dalla metafisica secondo cui l'anima viene definita erroneamente come soggetto
spirituale immortale quindi vi ricordo che per psicologia razionale si intende una psicologia
che non aveva niente a che fare con la nostra nel 1900 quindi quella scoperta da Freud ma
è tutto quello che in filosofia ha a che fare con la psicologia razionale e ha a che fare con
l'anima quindi dirà che la psicologia razionale parte da questa metafisica secondo cui
l'anima viene definita erroneamente come un soggetto spirituale immortale e da ciò cerca di
costruire una scienza ma si imbatte in alcune ostacoli dirà Kant insostenibili e anche
insormontabili .
Allora quali sono questi ostacoli : i paralogismi, Per esempio sillogismi difettosi, oppure le
antinomie che abbiamo detto poc'anzi o anche i sofismi cioè che indagano sull' esistenza di
Dio e quindi da lì c’è una vera e propria conclusione negativa cioè attraverso le dialettica
trascendentale Kant arriva ad una conclusione cioè all'impossibilità di considerare la
metafisica come scienza poiché si è sempre occupata di indagare l'essenza cioè il
noumeno, la cosa in sé piuttosto che le leggi scientifiche dei fenomeni quindi la ragione
tende per natura a spiegare sì oltre i limiti dell'esperienza e si si scontra Praticamente con
l'impossibilità di conoscere i concetti di anima, Dio e mondo intesi come totalità, ecco dove
sta l'errore e quindi l'errore della metafisica sarà quello di considerare le idee della ragione
come idee logiche solo che le idee logiche conducono una dimostrazione autentica della
conoscenza invece è l'età della ragione no.
Quindi se è vero che da un punto di vista scientifico oltre i limiti dell'esperienza sensibile
l'uomo non può andare, Esiste un altro ambito in cui il noumeno è accessibile e cioè l’etica
che sarà proprio l'oggetto Della Ragion Pratica.
A questo punto voi mi chiederete ma come finisce questa questa critica? Allora continua
con la Critica Della Ragion Pratica dove affronta appunto il tema della moralità e li introduce
due concetti importantissimi Ma che noi non abbiamo il tempo di introdurre e cioè
● l'imperativo categorico
● l'imperativo ipotetico
Con queste due critiche Kant non arriva nessuna soluzione.
poi invece infine arriva una critica del giudizio che analizza invece i giudizi i quali possono
essere di due tipi
● i giudizi determinanti
● i giudizi riflettenti
però insomma uno riguarda la bellezza e l'altro più la natura Divina Però appunto sia la
Ragion Pratica che quella del giudizio Insomma noi non abbiamo questo piacere immenso di
di conoscerlo meglio di farmela conoscere.

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