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In questi ultimi vent'anni la relazione fra

insegnanti ed alunni sta cambiando in


maniera significativa: ora più che mai noi
educatori siamo chiamati ad essere
preparati non solo da un punto di vista
culturale ma anche da un punto di vista
della competenza emotiva per gestire le
relazioni educative in modo efficace
(Fontana, 1996).
Una relazione educativa efficace può non
essere sempre così semplice da attuare.

Per esempio l'insegnante sente di non


riuscire a farsi ascoltare, di aver adottato
tutte le strategie possibili, ma di trovarsi in
una condizione di stallo con uno o più
allievi.
L'insegnante, quindi, dovrà fare riferimento ad
una parte importante delle sue capacità
intellettive che i ricercatori definiscono
intelligenza emotiva.
Questo termine è diventato famoso in tutto il
mondo dopo la pubblicazione di un testo
divulgativo di Daniel Goleman intitolato per
l'appunto: “Intelligenza emotiva” (Goleman,
1996).
Secondo alcuni ricercatori, questo
termine significa innanzitutto saper
identificare le emozioni sia in se stessi
sia negli altri. Significa, inoltre,
impiegare positivamente le proprie
emozioni per facilitare il pensiero nella
soluzione di problemi.
Secondo altri ricercatori, l'intelligenza
emotiva è un costrutto psicologico
importante per la vita sociale, composto da
competenze intra-personali (auto-
consapevolezza, autonomia decisionale), da
competenze inter-personali (empatia), dalla
capacità di adattarsi a varie situazioni sia
positive che negative (resilienza) e dalla
gestione efficace dell'ansia personale ed
altrui (si veda Anolli & Legrenzi, 2006).
COME INSEGNARE
UTILIZZANDO
L'INTELLIGENZA
EMOTIVA
A
Insegnare impiegando l'auto-
consapevolezza delle emozioni
(equilibrio fra circuito limbico e
corteccia limbica)
Storicamente le emozioni sono state viste
come un cavallo che viene imbrigliato e
condotto dalla razionalità; mentre, è più
corretto affermare che le emozioni sono
fattori indispensabili nei processi
decisionali e lavorano in equilibrio insieme
alla razionalità (Damasio, 2005).

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