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Nella parte delle istituzioni del TFUE la sezione 5 è dedicata alla corte di giustizia.
L’articolo 251 fa riferimento a come decide la corte: La Corte di giustizia si riunisce in
sezioni o in grande sezione, conformemente alle regole previste a tal fine dallo statuto
della Corte di giustizia dell'Unione europea. Ove ciò sia previsto dallo statuto, la Corte
di giustizia può riunirsi anche in seduta plenaria. Quindi la corte di giustizia si
riunisce in grandi sezioni, in alcuni casi in sessione plenaria.
Funzione?
Assicura il rispetto del diritto nell'interpretazione e nell'applicazione dei trattati, e che
la sua applicazione sia uniforme in tutto il territorio UE. Nell’applicazione ha
funzione diretta: i) specifica le ipotesi in cui gli obblighi derivano agli Stati o ai
singoli dal diritto comunitario, ii) svolge l’ultimo segmento dell’azione di controllo
che di solito comporta una parte stragiudiziale (da parte della Commissione) e
giudiziale (da parte della CdG).
Gli Stati membri stabiliscono i rimedi giurisdizionali necessari per assicurare una
tutela giurisdizionale effettiva nei settori disciplinati dal diritto dell'Unione.
---
La Corte non è competente a pronunciarsi:
- su validità/proporzionalità delle operazioni di polizia e mantenimento
dell’ordine pubblico;
- sicurezza comune e politica estera.
Lingua utilizzata? Si esprime con la stessa lingua delle istituzioni, quindi una delle
lingue ufficiali dell’unione europea: la lingua di lavoro tendenzialmente è il francese
perché la corte di giustizia ha sede a Lussemburgo e perché il francese rappresenta il
sistema di civil law che è il sistema prevalente all’interno del diritto dell’unione e
all’interno degli stati dell’unione. Ogni sentenza però, nel momento in cui esce, è
tradotta in tutte le lingue ufficiali dell’unione.
Sono nominati di comune accordo per sei anni dai governi degli Stati membri,
previa consultazione del comitato di cui all'articolo 255.
Ogni tre anni si procede a un rinnovo parziale dei giudici e degli avvocati generali,
alle condizioni previste dallo statuto della Corte di giustizia dell'Unione europea. I
giudici designano tra loro, per tre anni, il presidente della Corte di giustizia. Il suo
mandato è rinnovabile. I giudici e gli avvocati generali uscenti possono essere
nuovamente nominati. La Corte di giustizia nomina il proprio cancelliere, di cui fissa
lo statuto. La Corte di giustizia stabilisce il proprio regolamento di procedura. Tale
regolamento è sottoposto all'approvazione del Consiglio.
Un sistema simile avviene alla corte dei diritti dell’uomo, dove i giudici vengono scelti
dall’assemblea parlamentare del consiglio d’europa su proposta degli stati membri. Qual’è la
Differenza con l’assemblea parlamentare del consiglio d’Europa: mentre nel consiglio
d’europa (corte dei diritti dell’uomo) gli stati presentano una rosa di tre persone, mentre gli
stati membri nel sistema europeo presentano un candidato.
Sul piano giuridico/teorico il comitato ha la funzione consultiva, in piano pratico la
consultazione del comitato per la nomina dei giudici della corte viene sempre ascoltata.
Mandato?
- giudici della corte di giustizia e tribunale, è di durata di 6 anni ed è un
mandato è rinnovabile per più volte. Per evitare il rischio che la corte vada a
bloccarsi (con il rinnovo consecutivo dei mandati), il trattato ha stabilito che
ogni tre anni si procede ad un rinnovo parziale dei giudici e degli avvocati
generali.
- presidente della corte di giustizia resta in carica tre anni e il suo mandato è
rinnovabile; viene eletto dai giudici della corte di giustizia ma non dagli
avvocati generali perché, pur essendo membri dell’istituzione, non fanno parte
della corte di giustizia soggetto giudicante.
Non si fa riferimento alla cittadinanza? Il numero dei giudici è pari al numero degli
SM, e ogni SM è in carica di nominare il giudice ma non possiamo dire che è
rappresentante del giudice. Anche a livello europeo, gli SM hanno diritto di avere la
riserva di cittadinanza per alcuni ruoli e funzioni - come quella giudiziaria. I giudici
degli SM possono essere solo cittadini degli SM, i.e. La CdG è destinata a soli cittadini
europei - Come può un giudice esterno al sistema europeo decidere su un diritto di
cui non fa parte? Si è evitato questo riferimento perché non si voleva dare l’idea che il
giudice fosse legato al suo SM d’origine.
Competenze?
- Competenza esclusiva della corte → competenza pregiudiziale: solo la corte è
competente a giudicare in via pregiudiziale, il tribunale potrebbe giudicare in via pregiudiziale
qualora gli venga assegnata tale competenza ma non gli è mai stata attribuita.
- Il Tribunale è competente a conoscere dei ricorsi proposti contro le decisioni dei tribunali
specializzati. Lo statuto può prevedere che il Tribunale sia competente per altre categorie di
ricorsi. Le decisioni emesse dal Tribunale ai sensi del presente paragrafo possono essere
oggetto di impugnazione dinanzi alla Corte di giustizia per i soli motivi di diritto e alle
condizioni ed entro i limiti previsti dallo statuto. Il tribunale della funzione pubblica
(instaurato precedentemente) è stato assorbito dal tribunale.
Art 258 TFUE L’istituzione competente è la Commissione. Questa, quando reputi che
uno Stato membro abbia mancato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù dei
trattati, emette un parere motivato al riguardo, dopo aver posto lo Stato in condizioni
di presentare le sue osservazioni. Per questo si dice che è guardiana dei
Trattati → RICORSO D’INFRAZIONE.
Limiti? Non utilizzata con obblighi posti agli SM per evitare disavanzi pubblici
eccessivi o in casi di mancato adeguamento alle decisioni in materia del Consiglio,
oppure per materie di politica estera e sicurezza comune (Art 275 TFUE). Utilizzata
dal consiglio direttivo della BCE per violazione delle banche centrali nazionali e
nell’ambito della cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale. Anche per
violazioni dei valori fondanti l’Unione.
Casi particolari? Non sono ammesse eccezioni (i.e. non si può non validare il
processo perché c’è una prassi interpretativa che va contro, o che ci mette molto
tempo a creare effetti → in tal caso, infatti, si eliminerebbe la prassi
interpretativa scomoda). Sono invece ammessi i cosiddetti casi di forza maggiore
(i.e. un terremoto o una pandemia), i quali devono essere riconosciuti allo SM:
nonostante ciò, non estendono indefinitamente il tempo per l’attuazione, la quale
dev’essere fatta proporzionalmente a quanto necessario perché l’applicazione sia
diligente. Conseguenze? La norma viene attuata + vengono riconosciuti i diritti
derivanti da essa.
Art 259 TFUE - Su iniziativa degli SM
Uo SM invita la Commissione a valutare un altro SM, perchè si
vuole arrivare a far gestire la situazione alla Commissione →
istituisce contraddittorio tra le due parti ed entro 3 mesi adotta
parere motivato.
- Se viene accolto il ricorso, si segue procedura di informazione normale. Anche
lo SM potrà scaduto il termine, si potrà ricorrere la corte.
- Se C non risponde o non accoglie istanze del SM interessato, lo Stato
attore potrà agire di fronta alla CdG → condizione di ricevibilità:
lo stato interessato agisce subito dinanzi alla CdG e non passa per la
Commissione, il ricorso non è accettabile.
Perchè? Perchè così è riconosciuto dal Trattato e stabilisce la Commissione come
guardiano dei trattati, è lei l’istituzione che esercita il controllo.
Ricorso diretto a colpire l’inadempimento dello stato rispetto ai suoi obblighi che derivano
dall’appartenenza all’unione europea, è una facoltà in capo alla commissione che richiede
però delle condizioni preliminari a che questo tipo di ricorso possa essere presentato.
Ricorso di uno stato contro un altro stato. La condizione preliminare che lo stato attore
coinvolga la commissione nella questione, la commissione ponga le parti in condizioni di
presentare osservazioni su quanto sta succedendo. Le ipotesi poi sono due:
- la commissione non si esprime entro i tre mesi dalla domanda, lo stato membro potrà
quindi ricorrere alla corte di giustizia
Anche in questo caso è una facoltà in capo allo stato membro. Una causa nota con il nome
Rioka → contenzioso tra stati produttori di vino e stati imbottigliatori
di vino circa la possibilità di utilizzare la denominazione di origine
rioda limitando questa possibilità ai soli produttori e imbottigliatori
nella regione rioka, mentre i paesi imbottigliatori altrove auspicavano
che questa denominazione potesse essere utilizzata anche se il vino era
stato imbottigliato altrove. La corte ha dato ragione ai produttori ed
imbottigliatori
2. Se ritiene che lo Stato membro in questione non abbia preso le misure che
l'esecuzione della sentenza della Corte comporta‚ la Commissione, dopo aver posto
tale Stato in condizione di presentare osservazioni, può adire la Corte. Essa precisa
l'importo della somma forfettaria o della penalità, da versare da parte dello Stato
membro in questione, che essa consideri adeguato alle circostanze. La Corte, qualora
riconosca che lo Stato membro in questione non si è conformato alla sentenza da essa
pronunciata, può comminargli il pagamento di una somma forfettaria o di una
penalità. Questa procedura lascia impregiudicate le disposizioni dell'articolo 259.
Nel caso in cui lo stato non agisca in tal senso la commissione, dopo aver posto lo stato in
condizioni di presentare osservazioni, potrà di nuovo adire la corte chiedendo la condanna
dello stato al pagamento di una somma forfettaria o di una penalità, con riferimento alla
gravità del comportamento e la durata dell’inadempimento.
Quindi c’è una facoltà della commissione a fare un secondo ricorso, facoltà della commissione
a richiedere una condanna al pagamento di una somma forfettaria o di una penalità, facoltà
della corte di seguire quanto richiesto dalla commissione.
Un situazione come questa (ossia la possibilità di infliggere misure economiche come
sanzione) può avvenire qualora sin dal primo ricorso, oggetto dell’inadempimento sia la
mancata trasposizione di disposizioni relative ad una direttiva adottata con procedura
legislativa. La corte, se lo riterrà opportuno, potrà condannare al pagamento di una somma
forfettaria o di una penalità
Esempi.
1. Sentenza C 243/10 Commissione Italia.
Commissione chiede alla Corte di dichiarare che l’Italia, non avendo adottato entro i
termini tutti i provv necessari per etcetc, è venuta meno ai suoi obblighi. Azione della
Commissione, che intima l’Italia, inadempimento statale e sentenza della Corte.
Sentenza accertativa dell’inadempimento, accerta la violazione e promuove
l’adozione delle norme da parte dell’Italia. L’avranno fatto?
Sentenza C 576/18 Commissione Italia.
29/03/2012 → 6 anni dopo la commissione decide di muovere ricorso
per inadempimento x 260/42: è un inadempimento protratto nel tempo. La
Commissione chiede alla corte di dichiarare la manca di attuazione da parte dell’Italia
e ORDINARE il versamento di una somma forfettaria che ammonta ad una
moltiplicazione del ammontare giornaliero pari a 13.892 euro per i giorni
dell’infrazione (minimo 8000 +) dal giorno di pronuncia della sentenza fino al giorno
di pronuncia della sentenza corrente. Sono 13.000 euro al giorno x 8 anni (mancato
adempimento della prima sentenza). Si chiede anche di infliggere all’Italia una
penalità su base semestrale, pari a 126000 x giorno in cui l’Italia manchi il pagamento
della somma forfettaria.
Cosa decide la Corte? → riconosce l’inadempimento: sarà necessario
versare 80000 euro al giorno fino al momento della conclusione
della seconda sentenza più somma forfettaria enorme. Non possono
essere dedotte dagli aiuti o linee di finanziamento riconducibili a fondi europei.
Le conseguenze del comportamento non devono essere pagate dai beneficiari dei
fondi.
Entrata in vigore della procedura? Gli atti che istituiscono gli organi e organismi
dell'Unione possono prevedere condizioni e modalità specifiche relative ai ricorsi
proposti da persone fisiche o giuridiche contro atti di detti organi o organismi
destinati a produrre effetti giuridici nei loro confronti. I ricorsi previsti dal presente
articolo devono essere proposti nel termine di due mesi a decorrere, secondo i casi,
dalla pubblicazione dell'atto, dalla sua notificazione al ricorrente ovvero, in
mancanza, dal giorno in cui il ricorrente ne ha avuto conoscenza.
Art.263 comma 2 TFUE. Quali sono i vizi dell’atto e lo rendono nullo? Come se non
fosse mai avvenuto. Valutazione della validità di un atto di diritto derivato. I vizi non
sono definiti dai Trattati. La corte è competente a pronunciarsi in casi di:
➢ incompetenza. L’atto eccede i poteri conferiti all'autorità che lo ha posto in essere,
i.e. nelle competenze di sostegno non si possono adottare armonizzazioni delle
legislazioni → è al di fuori dei poteri conferiti alle istituzioni
oppure se un’istituzione compie competenze attribuite ad un’altra,
i.e. la Commissione decide di adottare una norma sul bilancio
dell’UE, che è competenza del Consiglio.
➢ violazione forme sostanziali. Il vizio incide sulle forme del provvedimento in modo
tale da condizionare la sua esistenza, il contenuto e l’efficacia giuridica. Il ricorso
avviene per:
- procedura di formazione dell’atto (Sentenza C 658/11), i.e. se manca coinvolgimento
o consultazione dell’istituzione incaricata, o è inferiore a quanto previsto;
- requisiti intrinseci dell’atto (Sentenza 24/62), i.e. mancanza di
pubblicazione, la mancanza della motivazione/base giuridica, se
manca il quorum necessario per l’adozione dell’atto, se procedo con
maggioranza semplice invece che qualificata come previsto →
mancanza di requisiti.
➢ violazione Trattati e qualsiasi regola di diritto relativa all’applicazione dei
Trattati. Riferisce alla sostanza dell'atto e pertanto alla sua legalità interna, i.e. per
mancata/inesatta applicazione di una norma (i.e. atto delegato che non rispetta la
delega, paletti fissati dal legislatore di cui l’atto delegante costituisce un limite per
l’atto delegato, che deve rispettarlo). Oppure violazione della Carta dei Diritti
Fondamentali. Sentenza C 92/09 → non all’interno dei Trattati ma pur
sempre ha lo stesso valore giuridico.
➢ casi di sviamento di potere. Quando il potere è esercitato per un obiettivo diverso da
quello attribuito, i.e. adozione di un atto con scopo diverso da quello dichiarato o
adozione di un atto per eludere il rispetto di una certa procedura. Sentenza C 156/93
Termini del ricorso? I ricorsi previsti dal presente articolo devono essere proposti
nel termine di due mesi a decorrere, secondo i casi, dalla pubblicazione dell'atto,
dalla sua notifica al ricorrente ovvero, in mancanza, dal giorno in cui il ricorrente
ne ha avuto conoscenza + 10 giorni (termine di distanza) per creare parità di
condizioni fra tutti coloro che ricorrono alla corte, evitare svantaggio a colore che si
trovano più lontani da Lussemburgo, dalla CdG - ora, con la Situazione COVID, si
permette anche la via telematica, I 10 gg rimangono però. Superati i due mesi l’atto
non è più impugnabile.
La pratica viene avviata, parteciperanno alle decisioni giudici +
avvocato generale.
1. Fase scritta → tutti possono intervenire, anche SM.
2. Fase orale → viene fissata un’udienza delle parti, utilizzata
da esse per spiegare ai giudici i punti principali della loro
rispettiva posizione. L’avvocato presenta le conclusioni. Poi,
deliberazione della sentenza.
Esempi.
Art 265 TFUE: Ricorso per carenza di azione delle Istituzioni UE.
Se in caso di violazione dei Trattati, ( → astenersi può essere
considerata una violazione):
➢ il Parlamento europeo,
➢ il Consiglio europeo,
➢ il Consiglio,
➢ la Commissione
➢ la Banca centrale europea
si astengano dal pronunciarsi, gli Stati membri e le altre istituzioni dell'Unione
possono adire la Corte di giustizia dell'Unione europea per far constatare tale
violazione. Il presente articolo si applica, alle stesse condizioni, agli organi e
organismi dell'Unione che si astengano dal pronunciarsi.
➢ (3) Ogni persona fisica o giuridica per contestare ad una istituzione, organo o
organismo dell'Unione di avere omesso di emanare nei suoi confronti un atto
che non sia una raccomandazione o un parere (esclude atti tipici ma non
vincolanti).
Proponibile nei confronti di tutte le istituzioni, organi ed organismi dell’UE, ma SOLO
LE ISTITUZIONI UE DIVERSE DAL RESPONSABILE DELL’OMISSIONE possono
proporre il ricorso (ossia anche il Parlamento, Consiglio Europeo, Consiglio, Corte dei
Conti, BCE), ma non gli organi ed organismi dell’UE.
Oltre ad essere stato preventivamente richiesto, l’azione che porta al ricorso per
carenza deve essere DOVUTA, ossia la sua doverosità è derivata dal testo di un atto
legislativo o ricavata dai principi generali (i.e. l’interpretazione sistematica e
teleologica della norma).
Come stabilito dall’art. 256 TFUE, anche il Tribunale può esprimersi in alcuni casi,
ma tale disposizione non viene mai applicata.
Chi può essere considerato giudice? Il trattato specifica che i ricorrenti possono
essere le giurisdizioni nazionali, cosa significa giurisdizione? La Corte di Giustizia nel
tempo ha ricavato una definizione propria del d.UE perché diversamente, basandosi
sulle definizioni nazionali, avrebbe posto a rischio l’uniforme interpretazione del
diritto avendo differenti interpretazioni in funzione dello stato in cui avevano luogo le
controversie. →quali sono i requisiti cumulativi(devono essere pre individuati
nel tempo della Corte di Giustizia per individuare la giurisdizione.
1. L’origine legale dell’organo: il fatto che sia prevista da una legge(es. non si
comprendono gli arbitri)
2. Il suo carattere permanente: il fatto che non sia soggetta a scadenza o a
rinnovo, non le persone che ci lavorano ma piuttosto la natura stessa dell’ente
3. Giurisdizione obbligatoria: in determinati casi le persone sono costrette a
rivolgersi al giudice per risolvere la questione, non è una loro scelta. E
l’obbligo deriva dalla legge.
4. Natura contraddittoria del procedimento : ovvero le parti in causa hanno il
diritto e la possibilità di rappresentare alla corte le proprie posizioni in merito
alla questione che li ha portati di fronte al giudice
5. Applicazione di norme giuridiche e no pronuncia secondo equità o buon
senso: il giudice per risolvere la questione ricorre alla legge
6. Indipendente ed imparziale: non è emanazione di un’articolazione
amministrativa o politica
7. Pronuncia ha carattere giurisdizionale: quindi che si tratti di una sentenza,
l'ordinanza o un provvedimento tipico dei giudici
~ Oltre alla valutazione della natura giudice e del campo di applicazione del
diritto dell’UE, cosa altro si guarda? La Corte deve valutare degli aspetti che
concernono il contenuto dell’istanza e le condizioni del rinvio.
↓Es. il giudice dovrà aver fornito tutti gli elementi di fatto e di diritto che
consentano alla corte di fornire una risposta utile e che consentano alle parti che
parteciperanno al procedimento di fronte alla corte di intervenire nella procedura
pregiudiziale. Es. dovrà emergere dal descritto contesto e dalla formulazione della
domanda che la risposta della corte riguarderà quesiti che sono rilevanti(c’è
presunzione che lo siano) ai fini della soluzione della causa e il rinvio alla corte è
necessario ai fini della causa, in questo caso, la corte dovrà motivare se non li
considera rilevanti. Es. se la questione è meramente ipotetica e non ha alcuna
relazione con l’oggetto della causa, o non sono funzionali alla sua pronuncia, la
corte esprime un parere motivato per cui non ne terrà conto perché dato che la
corte deve pronunciarsi necessariamente, ma non deve dare una risposta che sia
obbligatoriamente in sostanza un parere di carattere consultivo o di carattere
generale. à in una causa che riguarda una persona che è stata fermata alla
frontiera tra due stati Schengen e gli è impedito all’ingresso, l’eventuale rinvio
pregiudiziale, oltre al contesto dovrà anche avere una domanda che serva a
risolvere la causa.
Finalità?
(Oscar Rigo de Righi: Scusi professore non ho ben capito nel caso del marmo di
Carrara perché è stato ritenuto escluso dall'interpretazione e la validità dalla Corte?
perché era una questione interna/comunale ? la corte si è pronunciata sostenendo che
quella tassa era contraria alla libera circolazione, e si è pronunciata proprio perché
guardando alla natura del bene questo incideva sul mercato delle esportazioni; se
invece del marmo ci fosse stato il radicchio di campo probabilmente non avrebbe
avuto rilevanza europea perché non è un bene di esportazione europea. )
Il giudice può sempre ritirare il suo rinvio pregiudiziale, anche dopo il dialogo con la
Cancelleria della corte o con la corte. Non è vincolato dalle richieste delle parti per
presentarlo o meno, piuttosto potrebbe essere obbligato a spiegare perché rifiuta il
rinvio pregiudiziale. Es. direttive europee fissano limite per emissioni di inceneritori,
quindi cittadini di Forlì fanno causa a ERA perché le loro emissioni sono eccessive, e
l’azione è una causa civile. Il giudice non è sicuro di quanto sostenuto dai ricorrenti e
reputa necessaria la sentenza della Corte di Giustizia, e chiederà se è quella
l’interpretazione della direttiva, se c’è o meno il limite temporale. L’oggetto è
l’interpretazione sul limite temporale. La sentenza vincola poi il giudice di rinvio e
proprio per questo il giudice a quo deve sospendere il giudizio nazionale in attesa
della sentenza.
L’approccio della corte è sostanziale (non formale), questo vuol dire che la Corte per
evitare di ripetere sistematicamente i rinvii pregiudiziali formulati in modo erroneo
(chiedere alla corte se una norma di diritto interno sia contraria o meno, o osti al
diritto dell’UE
Limiti del rinvio pregiudiziale?
1. La corte non può rispondere ma può interpretare solo norme dell’UE non del
d.nazionale → in alcuni casi li ha riformulati, per evitare le risposte
solo formali e per evitare di ostacolare il dialogo ma bensì volendo favorire
→la Corte ha spesso riformulato la questione: riscrivere la
questione alla luce dell’interpretazione del d.UE, c’è comunque un dialogo tra i
giudici per ottenere chiarimenti di questa azione ha avuto spesso luogo
all’inizio e trova ad oggi applicazione con giudici che provengono da stati che
si sono aggiunti da poco all’unione. MA se si è fuori dall’ambito di competenza
dell’UE allora la corte non può pronunciarsi → il diritto dell’UE non
si applica al caso quindi non ha senso il rinvio alla Corte
di Giustizia, è necessario rilevare l’elemento di transfrontalierità
(nelle norme, ricostruzione fatti), una situazione rilevante
ai fini del diritto dell’UE e quindi la corte non ha modo di
pronunciarsi.
Esempi.
C-569/19
Domanda pregiudiziale proposta alla Corte e pervenuta alla
Cancelleria. Due mesi di tempo per intervenire, è stato sentito
l’avvocato generale (no conclusioni) → collaborazione tra giudici?
Nel caso, la decisione di rinvio consiste in un’ordinanza
manoscritta in cui il giudice fa solo rinvio, non fornendo nessuna
informazione concernenti il fatto, le disposizioni nazionali
applicabili né la controversia con il diritto comunitario NÉ le
ragioni che hanno portato il giudice a dubitare della
compatibilità. Non soddisfando i requisiti, la CdG non può dare
una risposta al rinvio → ma anche se si riuscisse a comprenderlo,
la Corte sarebbe incompetente a rispondere perché non rientrante
nelle cause ricevibili dalla corte. La mano tesa alla corte di
potenza: il giudice di rinvio può comunque ripresentare il rinvio,
con i dovuti prerequisiti.
C-346/03
Pregiudiziale di validità.
Decisione della Commissione che dichiara illegale alcuni aiuti
della regione Sardegna, rivolta alla Repubblica Italiana. Due
cause con rinvii pregiudiziali, vi è domanda di riapertura della
fase orale (la quale si chiude al termine delle conclusioni
dell’avv.gen.), sostenendo che era in disaccordo con l’avv.gen. →
non si specifica però perché il contrasto, pertanto non viene
concessa la riapertura. L’atto rimane valido ed effettivo.
c 625/19.
Pregiudiziale d’Urgenza, sono scritte ragioni → in questo caso non
l’ha chiesto il giudice di rinvio ma l’ha deciso la Corte perché
rientra nello spazio di libertà sicurezza e giustizia. Il
mantenimento in custodia cautelare era funzionale all’assunzione
della cause, ergo bisogna dare una risposta veloce: causa emessa
il 22.09, decisa il 12.12.
C-368/19
Interpretazione direttiva HABITAT. Art 12 dev’essere interpretata etc… Aree di riposo
animale, se non lo è più, rimane protetta? Sarà qualcosa che il giudice nazionale deve
verificare.
Tempi? Il periodo di tempo che si usa per il rinvio pregiudiziale sino alla risposta e
alla notifica della sentenza della corte di giustizia, non computa ai fini del calcolo della
durata del procedimento nazionale, con riferimento all’obbligo del principio del
giusto processo à il tempo del rinvio non è imputabile al giudice nazionale. La durata
media dei rinvii pregiudiziali è attorno ai 24/30 mesi e per questo è previsto l’obbligo
per la corte di decidere più rapidamente possibile con la PPU.
Non ci sono limiti temporali, per ricevibilità o irricevibilità del rinvio (riguarda fatti
irrilevanti, che abbiano natura ipotetica o che il processo sia fittizio), non è un
ricorso ma uno strumento di cooperazione da giudici per questo il rinvio
pregiudiziale potrebbe andare oltre degli ostacoli che potrebbero sorgere in termini
di legittimazione ad agire, o tempi legittimi per agire, o addirittura se causa è stata
creata ad hoc.
1. Parti in causa nel procedimento nazionale (anche parti civili se fanno parte
della causa)
2. Stati membri
3. Istituzioni che hanno adottato atto(soprattutto se è rinvio pregiudiziale di
validità)
4. Commissione
5. Stati EFTA se l’atto in questione è rilevante per EFTA o riguarda lo spazio
economico europeo (di cui fanno parte anche altri 3 paesi non efta, tra cui
Liechtenstein, Islanda, Norvegia).
Procedimento? Una volta che la cancelleria della corte riceve il rinvio, gli assegna un
numero e lo registra, e provvede a tradurlo nelle 24 lingue ufficiali dell’UE e lo
trasmette agli stati membri e alle istituzioni(principalmente alla Commissione e alle
istituzioni che hanno emanato l’atto la cui validità è messa in dubbio).
FASE SCRITTA: La corte informa le parti che hanno diritto di presentare la propria
posizione in forma scritta a proposito del quesito del giudice, la Commissione in
questa fase può dichiarare di voler partecipare o meno così come gli altri stati
membri. Nel caso in cui ci siano rinvii pregiudiziali simili contemporanei, la corte
può decidere di riunire i rinvii pregiudiziali ai fini della sentenza e del giudizio.
FASE ORALE(non si apre sempre): si svolge l'udienza di fronte alla Corte di Giustizia,
un’udienza dove partecipano non solo il collegio giudicante ma anche l’avvocato
generale e le parti in causa(coloro che sono parte del procedimento nazionale),
commissione, stati membri che vogliono partecipare(si richiede partecipazione stati
EFTA) ; durante l’udienza tutti i partecipanti si concentreranno sui punti che
ritengono fondamentali circa l’oggetto della causa per presentare le proprie posizioni
innanzi al giudice. Ultimo atto della fase orale sono le Presentazione delle
conclusioni dell’Avvocato generale in una seconda udienza successiva: vengono lette
in udienza ma vengono anche pubblicate in forma scritta. à si può fare istanza per
riaprirla, caso molto raro che può avere luogo quando le conclusioni affrontano temi o
punti che non sono stati oggetto del dibattito in udienza tra le parti oppure quando ci
sia un’interpretazione su una norma che non è stata presa in considerazione o non è
più in vigore.
Lingua del procedimento? Quella nazionale è anche quella del procedimento della
Corte, purché sia una lingua ufficiale. C’è possibilità data alle parti di utilizzare come
lingua del procedimento nazionale diversa da quella nazionale. à Es. cittadino
australiano scia con delle sciabole, sono delle armi a livello interni, viene identificato
e denunciato, non capisce italiano ma sa parlare tedesco, quindi potrà utilizzare la
lingua tedesca. (es. sentenza Bichel: camionista con coltello)
(domanda: La corte può pronunciarsi solo sui punti proposti dal giudice di rinvio? Ad
esempio, per quello che è stato rilevato dal giudice l’atto non può ritenersi invalido
ma guardando altre parti dell’atto è rilevabile la sua invalidità la corte può rendere
invalido l’atto anche se tali punti non sono stati menzionati dal giudice di rinvio? No,
l’analisi della corte verte sui punti sollevati dal giudice di rinvio, quindi dovrà esser il
giudice a sollevare la questione oppure dovranno essere le istituzioni in un altro
procedimento oppure potrebbero rendersene conto le istituzioni e quindi modificare
l’atto con un atto di modifica)
a) esecuzione degli obblighi degli Stati membri derivanti dallo statuto della Banca europea
per gli investimenti.→ Il consiglio di amministrazione della Banca dispone a tale riguardo
dei poteri riconosciuti alla Commissione dall'articolo 258;
b) deliberazioni del consiglio dei governatori della Banca europea per gli investimenti.
→Ciascuno Stato membro, la Commissione e il consiglio di amministrazione della Banca
possono proporre un ricorso in materia, alle condizioni previste dall'articolo 263;
c) deliberazioni del consiglio di amministrazione della Banca europea per gli investimenti. →
I ricorsi avverso tali deliberazioni possono essere proposti, alle
condizioni fissate dall'articolo 263, soltanto dagli Stati membri o dalla Commission e e
unicamente per violazione delle norme di cui all'articolo 19, paragrafo 2 e paragrafi da 5 a 7
inclusi, dello statuto della Banca;
d) esecuzione, da parte delle banche centrali nazionali, degli obblighi derivanti dai trattati e
dallo statuto del SEBC e della BCE. →Il consiglio direttivo della Banca centrale europea
dispone al riguardo, nei confronti delle banche centrali nazionali, dei poteri riconosciuti alla
Commissione dall'articolo 258 nei confronti degli Stati membri. Quando la Corte riconosca
che una banca centrale nazionale ha mancato ad uno degli obblighi ad essa incombenti in
virtù dei trattati, essa è tenuta a prendere i provvedimenti che l'esecuzione della sentenza
della Corte comporta.
casi in cui la Corte si pronuncia sulla responsabilità dei danni per fatto delle
istituzioni
secondo l'articolo 268: la Corte di giustizia è competente a conoscere di controversie
relative al risarcimento dei danni di cui articolo 340.
Articolo 340 è l'articolo che riguarda la responsabilità dell'unione europea sia
contrattuale che extracontrattuale :
- contrattuale vuol dire che deriva da contratto: nei casi in cui ci sia un conflitto
sulla base di un contratto tra istituzione ed una persona fisica o giuridica, si
applicherà normalmente e relativamente al giudice competente quanto è
stabilito nel contratto, qualora non fosse inserito nulla normalmente è quello di
parte attorea è la persona fisica o giuridica.
la Corte di giustizia restringe il campo in questo caso: da un lato ai casi in cui c'è dolo
o colpa grave del giudice; dall'altro individuando anche nella responsabilità dello
Stato il fatto che non proceda all adeguata formazione del personale giudiziario.
non è solo scaricata sul giudice sul comportamento del singolo ma anche sulla
responsabilità dello Stato che comunque è responsabile per il comportamento dei
propri funzionali per non aver adeguatamente formato con riferimento al gli obblighi
derivanti dal diritto dell'unione i propri giudici.
In ogni caso la responsabilità è sempre dello Stato e non c'è nessun obbligo in capo
allo stato,nel caso dei giudici, di rivalersi economicamente sulla persona interessata
cioè sul giudice perché è importante (dice la Corte) tenere separati il profilo della
responsabilità dello Stato per violazione del diritto dell'unione dalla questione della
responsabilità del giudice, ciò per evitare il rischio che un giudice subisca una
minaccia della pressione della richiesta economica di danno.
le conclusioni dell'avvocato generale sono pubblicate con la sentenza anche se la Corte non le
considera per la propria sentenza?
nelle sentenze della corte si specifica nel testo se si è davanti ad un ricorso o una procedura
pregiudiziale? Si
Scrissi che la Corte di Giustizia ha un approccio sostanziale, ma a cosa si riferisce? esame di un atto: si
dice che la CDG nel valutare la possibilità di impugnare un atto, e nel pronunciarsi, guardi sempre al
contenuto e alla sostanza dell’atto e non alla forma o denominazione ossia deve produrre effetti giuridici
→ importante per ricorsi dei ricorrenti non privilegiati (ppersone) che possono impugnare atto solo quando
li riguarda dirett e indivi → non possono impugnare regolamenti (portata generale ed astrattata) e direttive
(diretti a sm) MA per evitare ipotesi in cui l’istituzioni lo chiami in un altro modo allora la CDG interpreta
che si va a guardare la sostanza dell’atto e non la sua forma. In quali casi? REGOLAMENTI ADOTTATI
DALLA COMMISSIONE CHE ERANO IN VERITA DECISIONI.
LA FASE ORALE NON SI APRE SEMPRE, PERCHE? Su proposta del giudice relatore seguita
dall’avv generale, la fase orale non è finalizzata a ripetere la fase scritta ma affrontare eventuale
punti controversi. Quindi sarà la sezione a stabilire se vi sarà fase scritta o orale.
persona fisica e giuridica contesta allo Stato francese → ricorso per annullamento
pregiudiziale accellerato →
1. D’URGENZA
2. ACCELLERATA