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Corte di Giustizia.

Art. 19 TUE: Afferma esistenza CdG e la sua Struttura.


La Corte di giustizia dell'Unione europea comprende la Corte di giustizia, il
Tribunale e i tribunali specializzati (non esistono al momento, il giudice era
chiamato ad hoc. Aumentando carico tribunale e la necessità di ampliare la sua
composizione, si è deciso di far confluire il Tribunale della Funzione Pubblica nel
Tribunale, ampliare i giudici ed assorbire le competenze).

Nella parte delle istituzioni del TFUE la sezione 5 è dedicata alla corte di giustizia.
L’articolo 251 fa riferimento a come decide la corte: La Corte di giustizia si riunisce in
sezioni o in grande sezione, conformemente alle regole previste a tal fine dallo statuto
della Corte di giustizia dell'Unione europea. Ove ciò sia previsto dallo statuto, la Corte
di giustizia può riunirsi anche in seduta plenaria. Quindi la corte di giustizia si
riunisce in grandi sezioni, in alcuni casi in sessione plenaria.

Funzione?
Assicura il rispetto del diritto nell'interpretazione e nell'applicazione dei trattati, e che
la sua applicazione sia uniforme in tutto il territorio UE. Nell’applicazione ha
funzione diretta: i) specifica le ipotesi in cui gli obblighi derivano agli Stati o ai
singoli dal diritto comunitario, ii) svolge l’ultimo segmento dell’azione di controllo
che di solito comporta una parte stragiudiziale (da parte della Commissione) e
giudiziale (da parte della CdG).
Gli Stati membri stabiliscono i rimedi giurisdizionali necessari per assicurare una
tutela giurisdizionale effettiva nei settori disciplinati dal diritto dell'Unione.
---
La Corte non è competente a pronunciarsi:
- su validità/proporzionalità delle operazioni di polizia e mantenimento
dell’ordine pubblico;
- sicurezza comune e politica estera.

Composizione? Due collegi:


- La Corte di giustizia è composta da un giudice per Stato membro, il quale
NON rappresenta lo Stato, bensì agisce per adempiere all’obbligo genere sopra
menzionato. Al fine di evitare conflitti al di là della dimensione giuridica in
capo ai giudici, normalmente il giudice di uno stato non fa parte del collegio
giudicante le cause che provengono da quello stato o che riguardano quello
stato; salvo che la corte non si riunisca in sessione plenaria (tutti i giudici si
riuniscono).
È assistita da 8 avvocati generali (i quali non eleggono il presidente della
corte): nella pratica, possono essere di più perchè si lascia alla disponibilità
degli stati di aumentarli. 5 sono nominati dai grandi Stati - Italia, Francia,
Germania, Spagna, Polonia -, gli altri sono a rotazione degli ultimi SM.

Cosa fanno gli avvocati generali? L'avvocato generale ha l'ufficio di presentare


pubblicamente, con assoluta imparzialità e in piena indipendenza, propone un
PROPRIO ATTO, ossia una conclusione motivata sulle cause che, conformemente allo
statuto della Corte di giustizia dell'Unione europea, richiedono il suo intervento. →
presenta soluzione pubbliche in forma scritta alla CdG (nelle
cause abbastanza complesse, la cui complessità è valutata dalla Corte stessa
sulla base di preparazione di lavoro del fascicolo dalla Cancelleria). La CdG non è
vincolata dalla proposta dell’avvocato, ma spesso aiuta la comprensione della
sentenza.

Lingua utilizzata? Si esprime con la stessa lingua delle istituzioni, quindi una delle
lingue ufficiali dell’unione europea: la lingua di lavoro tendenzialmente è il francese
perché la corte di giustizia ha sede a Lussemburgo e perché il francese rappresenta il
sistema di civil law che è il sistema prevalente all’interno del diritto dell’unione e
all’interno degli stati dell’unione. Ogni sentenza però, nel momento in cui esce, è
tradotta in tutte le lingue ufficiali dell’unione.

La lingua ufficiale poi dipende


→ se è un rinvio pregiudiziale, è la lingua del giudice di rinvio
→ e è uno dei ricorsi è la lingua scena dall’attore: se le parti sono istituzioni e stati
membri la lingua è dello stato interessato.

- Il Tribunale è composto da almeno un giudice per Stato membro (quindi


possono essere di più - attualmente, due giudici per SM-). Non è assistito da
avvocati generali, o perlomeno non permanentemente da soggetti che
svolgono funzione di avvocato gen. E’ previsto che ci possano essere in alcune
cause gli avvocati generali ma a quel punto vengono incaricati alcuni giudici di
svolgere la funzione in quella causa di avvocato generale e in quella causa quei
giudici non faranno parte del collegio giudicanti.

Art.251 TFUE Metodo di lavoro e riunione.


La Corte di giustizia si riunisce in sezioni o in grande sezione, conformemente alle
regole previste a tal fine dallo statuto della Corte di giustizia dell'Unione europea. Ove
ciò sia previsto dallo statuto, la Corte di giustizia può riunirsi anche in seduta
plenaria.
Art. 253/254 Requisiti.
I giudici e gli avvocati generali della Corte di giustizia e i giudici del Tribunale sono
scelti tra personalità che offrano tutte le garanzie di indipendenza (ossia:
- dimostrato di essere indipendenti,
-avere l’obbligo di essere indipendenti durante il mandato, i.e. non richiedere
istruzioni, fino ad ora è stata letta che non mai stato posto in essere un passaggio di
funzioni senza una pausa tra un ruolo politico e la carica a giudice,
- esibire diritto di essere considerati indipendenti, ossia non subire pressioni, e che
soddisfino le condizioni richieste agli articoli 253 e 254 del TFUE. Sono nominati
di comune accordo dai governi degli Stati membri per sei anni. I
giudici e gli avvocati generali uscenti possono essere nuovamente
nominati → Non c’è istituzione a nominare, ma sono i governi degli
SM in composizione intergovernativa.

Articolo 253 TFUE. Scelta dei giudici.


I giudici e gli avvocati generali della Corte di giustizia, scelti tra personalità che
offrano tutte le garanzie di indipendenza e che riuniscono le condizioni richieste per
l'esercizio, nei rispettivi paesi, delle più alte funzioni giurisdizionali (essere idonei
ad essere nominati a cariche alte, come la Corte di Cassazione o il Tribunale di Stato.
In Italia sono eleggibili per la Corte Costituzionale i magistrati, professori universitari
etc dopo una certa anzianità di servizio ), ovvero che siano giureconsulti di notoria
competenza, Potrebbero anche essere personalità dove la loro capacità giuridica sia
riconosciuta la loro competenza sul piano nazionale.

Procedura di nomina? Non è disciplinata dal diritto comunitario, non ci sono


condizioni minime richieste. Sul piano interno nazionale: essendo nominato di
comune accordo tra SM, sono gli stessi SM che nominano i giudici. i.e. la UK faceva
veri e propri bandi. Alcuni SM hanno avvocati permanenti - Italia, UK -, altri Stati
hanno avvocati ad hoc (soprattutto quelli piccoli), limitati ad un mandato. Perchè
sostituito? Perchè si dimettono, decesso, etc.. Il sostituto rimane in carica per la
rimanente parte del mandato. Dopo potrà essere rinnovato.

Sono nominati di comune accordo per sei anni dai governi degli Stati membri,
previa consultazione del comitato di cui all'articolo 255.

Ogni tre anni si procede a un rinnovo parziale dei giudici e degli avvocati generali,
alle condizioni previste dallo statuto della Corte di giustizia dell'Unione europea. I
giudici designano tra loro, per tre anni, il presidente della Corte di giustizia. Il suo
mandato è rinnovabile. I giudici e gli avvocati generali uscenti possono essere
nuovamente nominati. La Corte di giustizia nomina il proprio cancelliere, di cui fissa
lo statuto. La Corte di giustizia stabilisce il proprio regolamento di procedura. Tale
regolamento è sottoposto all'approvazione del Consiglio.

Art 254 TFUE. Scelta dei giudici.


Il numero dei giudici del Tribunale è stabilito dallo statuto della Corte di giustizia
dell'Unione europea. Lo statuto può prevedere che il Tribunale sia
assistito da avvocati generali. → lo statuto del tribunale ha lo
stesso valore dei Trattati, in esso è previsto in quali casi c’è
l’avv.gen (solo in questo caso, giudici dei Tribunali
temporaneamente con questa carica, non possono far parte del
collegio giudicante e al termine della casa di giudice del
tribunale).

Art. 255 TFUE. Comitato controllante i candidati.


È istituito un comitato con l'incarico di fornire un parere sull'adeguatezza dei
candidati all'esercizio delle funzioni di giudice e di avvocato generale della Corte di
giustizia e del Tribunale, prima che i governi degli Stati membri procedano alle
nomine in conformità degli articoli 253 e 254.
Composizione? da sette personalità scelte tra ex membri della Corte di giustizia e
del Tribunale, membri dei massimi organi giurisdizionali nazionali e giuristi di
notoria competenza, uno dei quali è proposto dal Parlamento europeo. Il Consiglio
adotta una decisione che stabilisce le regole di funzionamento di detto comitato e una
decisione che ne designa i membri. Esso delibera su iniziativa del
presidente della Corte di giustizia. → essendo che la proposta sia
assegnata dall’accordo degli SM, in tutti i casi di resistenza di
governi singoli, gli altri SM non hanno mai accettato quanto
sostenuto dal Comitato. La situazione si sbloccava quando L’SM che
si opponeva aveva individuato un’altra persona. Non si è dato
questo ruolo alle istituzioni per sottolineare la sua indipendenza.

Un sistema simile avviene alla corte dei diritti dell’uomo, dove i giudici vengono scelti
dall’assemblea parlamentare del consiglio d’europa su proposta degli stati membri. Qual’è la
Differenza con l’assemblea parlamentare del consiglio d’Europa: mentre nel consiglio
d’europa (corte dei diritti dell’uomo) gli stati presentano una rosa di tre persone, mentre gli
stati membri nel sistema europeo presentano un candidato.
Sul piano giuridico/teorico il comitato ha la funzione consultiva, in piano pratico la
consultazione del comitato per la nomina dei giudici della corte viene sempre ascoltata.

Mandato?
- giudici della corte di giustizia e tribunale, è di durata di 6 anni ed è un
mandato è rinnovabile per più volte. Per evitare il rischio che la corte vada a
bloccarsi (con il rinnovo consecutivo dei mandati), il trattato ha stabilito che
ogni tre anni si procede ad un rinnovo parziale dei giudici e degli avvocati
generali.
- presidente della corte di giustizia resta in carica tre anni e il suo mandato è
rinnovabile; viene eletto dai giudici della corte di giustizia ma non dagli
avvocati generali perché, pur essendo membri dell’istituzione, non fanno parte
della corte di giustizia soggetto giudicante.

Differenze tra i giudici della corte e i giudici dei tribunali sono:


-il numero dei giudici della corte è uno per stato membro, mentre per il tribunale è almeno uno per
stato membro (possono essere di più per stato membro)
-secondo l’articolo 254, orte alla garanzia d’indipendenza i giudici del tribunale devono possedere le
capacità per l’esercizio di alte funzioni giurisdizionali (non delle più alte, come nella corte).
Il sistema di nomina è sempre con la partecipazione del comitato stabilito dall’articolo 255. Anche in
questo caso c’è la possibilità di rinnovare il mandato e che ogni tre anni si proceda ad un rinnovo
parziale.

Non si fa riferimento alla cittadinanza? Il numero dei giudici è pari al numero degli
SM, e ogni SM è in carica di nominare il giudice ma non possiamo dire che è
rappresentante del giudice. Anche a livello europeo, gli SM hanno diritto di avere la
riserva di cittadinanza per alcuni ruoli e funzioni - come quella giudiziaria. I giudici
degli SM possono essere solo cittadini degli SM, i.e. La CdG è destinata a soli cittadini
europei - Come può un giudice esterno al sistema europeo decidere su un diritto di
cui non fa parte? Si è evitato questo riferimento perché non si voleva dare l’idea che il
giudice fosse legato al suo SM d’origine.

Art.256 TFUE. Strumenti per operare.


1. Il Tribunale è competente a conoscere in primo grado dei ricorsi di cui agli articoli
263, 265, 268, 270 e 272, ad eccezione di quelli attribuiti a un tribunale specializzato
istituito in applicazione dell'articolo 257 e di quelli che lo statuto riserva alla Corte di
giustizia. Quali sono? Ci sono alcuni strumenti di ricorso e rinvio alla Cdg.
- Ricorso: azioni dirette di fronte al tribunale/corte. Se l’azione è proposta da
persona fisica o giuridica, il tribunale è competente. Se invece l’azione è
proposta da un’istituzione o SM contro altra istituzione, l’azione è competenza
della CdG. Ci sono strumenti per controllare l’operato per controllare le
istituzioni, come altri idonei a controllare gli SM. Possono essere:
→ per annullamento. Riguarda la legittimità di un atto di diritto dell’unione.
→ per inadempimento/carenza. Il primo quando riguarda gli SM, il secondo
quando riguarda le istituzioni. Il ricorso di inadempimento è la parte finale della
procedura d’infrazione, perché la Commissione può ricorrere alla Corte solo quando
vi è stata parte precedente (pre contenziosa) nella quale la Commissione ha assunto
informazioni, ha avviato formalmente una procedura chiedendo posizione → la
Commissione può inviare parere motivato con il quale ingiunge allo
Stato di porre termine che cause l’inadempimento o a porne rimedio.
Qualora lo Stato non adempiesse a ciò o lo facesse solo
parzialmente, si farà riferimento alla CdG, la quale potrà
respingere o accogliere il ricorso. Qualora lo Stato permanesse nel
suo errore, dopo essergli stato concesso di esprimere le sue
motivazioni, si ricorre nuovamente alla CdG che, se accolta,
impegnerò lo Stato a pagare una penalità in base al tempo di
violazione e la sua gravità.
- Rinvio pregiudiziale: è quando il giudice di una causa nazionale si rivolge alla
corte di giustizia per avere chiarimenti circa l’interpretazione del diritto
dell’unione e la validità di un atto di diritto dell’unione. Può essere
→ una richiesta di interpretazione degli atti di diritto primario E secondario.
→ di validità SOLO degli atti di diritto secondario.
- In altri casi richiesti dai Trattati (i.e. richiesta di un parere).

Competenze?
- Competenza esclusiva della corte → competenza pregiudiziale: solo la corte è
competente a giudicare in via pregiudiziale, il tribunale potrebbe giudicare in via pregiudiziale
qualora gli venga assegnata tale competenza ma non gli è mai stata attribuita.
- Il Tribunale è competente a conoscere dei ricorsi proposti contro le decisioni dei tribunali
specializzati. Lo statuto può prevedere che il Tribunale sia competente per altre categorie di
ricorsi. Le decisioni emesse dal Tribunale ai sensi del presente paragrafo possono essere
oggetto di impugnazione dinanzi alla Corte di giustizia per i soli motivi di diritto e alle
condizioni ed entro i limiti previsti dallo statuto. Il tribunale della funzione pubblica
(instaurato precedentemente) è stato assorbito dal tribunale.

Comportamenti illeciti da parte degli SM per mancato rispetto da obblighi dei


Trattati e del Diritto Comunitario. (Art 258 - 260 TFUE)

Art 258 TFUE L’istituzione competente è la Commissione. Questa, quando reputi che
uno Stato membro abbia mancato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù dei
trattati, emette un parere motivato al riguardo, dopo aver posto lo Stato in condizioni
di presentare le sue osservazioni. Per questo si dice che è guardiana dei
Trattati → RICORSO D’INFRAZIONE.
Limiti? Non utilizzata con obblighi posti agli SM per evitare disavanzi pubblici
eccessivi o in casi di mancato adeguamento alle decisioni in materia del Consiglio,
oppure per materie di politica estera e sicurezza comune (Art 275 TFUE). Utilizzata
dal consiglio direttivo della BCE per violazione delle banche centrali nazionali e
nell’ambito della cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale. Anche per
violazioni dei valori fondanti l’Unione.

Quando si usa? In casi di violazioni del/degli/dei


- obblighi delle fonti di ordinamento dell’Unione
- Trattati
- diritto derivato
- accordi internazionali vincolanti l’Unione
- principi generali perchè integrati al diritto comunitario.
L’efficacia diretta non è contemplata, anche una prassi amministrativa potrebbe
essere soggetta a ricorso. Ma l’infrazione sussiste solo se vi è una norma interna
contraria al diritto comunitario, anche se non applicata in virtù di una circolare.

Quando, nello specifico?


- singole concrete violazioni agli obblighi
- ritardo nell’adempimento dell’obbligo
- lo SM oltrepassa il limite di discrezionalità concesso da una direttiva
- mancata comunicazione alla Commissione delle misure nazionali di attuazione della
direttiva.

Come funziona il ricorso?


Il processo (procedura di infrazione) è formato da due parti:
1. Parte precontenziosa → Consiste in un dialogo tra SM e
Commissione. La Commissione riceve l’informazione/segnalazione
da parte del SM/persone fisiche o giuridiche, oppure può
essere successiva alla azione e acquisizione di info
d’ufficio. Non c’è termine entro il quale la Commis deve
agire → spesso passa tempo perché la Commissione inizi a
chiedere info allo SM interessato circa la situazione,
ipotizzando che tale situazioni porti alla violazione del
diritto comunitario. Esempio → secondo direttive x, alcuni
territori non possono essere oggetto di opere
infrastrutturali: ogni intervento idoneo ad arrecare danno è
vietato, ma qualora si debba fare un intervento è richiesta
una valutazione di impatto ambientale. Se avviene un’opera in
un SM dove vi sono proteste perchè non sono stati coinvolti i
cittadini, allora la Commissione può contattare lo Stato
perché informi correttamente. Lo Stato, può decidere di:
a. Informare attraverso un testo completo (e pertanto la Commissione si
ritiene soddisfatta).
b. Informare “ “ “ articolato ma non completo (quindi la C
non è soddisfatta). Invia una lettera di diffida/messa in mora allo SM con
cui da formale comunicazione dell’inizio della procedura, lo SM entro
un certo termine dovrà spiegare in modo adeguato la propria posizione.
Lo SM è in condizione di presentare così le proprie osservazioni. La
Corte può ritenersi +/- soddisfatta, in caso negativo può continuare il
procedimento. Quindi contesta formalmente un inadempimento,
invitando a porre rimedio alla violazione effettuata entro 2 mesi,
variabile in base alla complessità della causa.
L’obiettivo è accertare l’inadempimento statale →
(perchè?) l’unico soggetto competente è la CdG. Inoltre,
l’oggetto di ricorso dovrà essere in linea con quanto
contestato nel parere motivato, legato dalla lettera di
messa in mora.
c. Non rispondere. Stesso iter sopra spiegato.
2. Parte giudiziaria → Ricorso per inadempimento: attivata dalla Commissione
(che ha facoltà discrezionale di agire, non ha l’obbligo di farlo, magari non lo fa
perché l’entità è tenue o se mancano più volte il rispetto all’UE può essere
usato in forma strategica negoziale → se c’è rischio di finire
davanti alla CdG, lo SM accetta che la Commissione individui
le proprietà che lo Stato dovrà seguire. Coinvolgimento della
CdG in casi di inadempimento statale, dovuto ad omissione di
azione o mancata azione da parte dello Stato, totale o parziale. In ogni,
l’inadempimento per essere preso in considerazione deve essere attuale.
La CdG si pronuncia con sentenza dichiarativa e lo SM avrà l’onere di adottare i
provvedimenti necessari (Art 260.1 TFUE). Se lo Stato continuasse la
violazione, la Commissione continuerà lo stesso iter e la CdG
contestarrà anche il persistere della violazione → condanna
dello Stato aumentata in seguito alla persistenza. Come? Attraverso il
pagamento di una somma forfettaria o penalità, le quali sono cumulabili tra
loro e i criteri secondo i quali gli Stati le danno sono:
a. gravità dell’infrazione,
b. durata dell’infrazione,
c. necessità di procedere a decisione con effetto dissuasivo nei confronti
dello Stato.

Casi particolari? Non sono ammesse eccezioni (i.e. non si può non validare il
processo perché c’è una prassi interpretativa che va contro, o che ci mette molto
tempo a creare effetti → in tal caso, infatti, si eliminerebbe la prassi
interpretativa scomoda). Sono invece ammessi i cosiddetti casi di forza maggiore
(i.e. un terremoto o una pandemia), i quali devono essere riconosciuti allo SM:
nonostante ciò, non estendono indefinitamente il tempo per l’attuazione, la quale
dev’essere fatta proporzionalmente a quanto necessario perché l’applicazione sia
diligente. Conseguenze? La norma viene attuata + vengono riconosciuti i diritti
derivanti da essa.
Art 259 TFUE - Su iniziativa degli SM
Uo SM invita la Commissione a valutare un altro SM, perchè si
vuole arrivare a far gestire la situazione alla Commissione →
istituisce contraddittorio tra le due parti ed entro 3 mesi adotta
parere motivato.
- Se viene accolto il ricorso, si segue procedura di informazione normale. Anche
lo SM potrà scaduto il termine, si potrà ricorrere la corte.
- Se C non risponde o non accoglie istanze del SM interessato, lo Stato
attore potrà agire di fronta alla CdG → condizione di ricevibilità:
lo stato interessato agisce subito dinanzi alla CdG e non passa per la
Commissione, il ricorso non è accettabile.
Perchè? Perchè così è riconosciuto dal Trattato e stabilisce la Commissione come
guardiano dei trattati, è lei l’istituzione che esercita il controllo.

Quali sono le disposizioni di riferimento?


Art 258 TFUE.
La Commissione, quando reputi che uno Stato membro abbia mancato a uno degli
obblighi a lui incombenti in virtù dei trattati, emette un parere motivato al riguardo,
dopo aver posto lo Stato in condizioni di presentare le sue osservazioni. Qualora lo
Stato in causa non si conformi a tale parere nel termine fissato dalla Commissione,
questa può adire la Corte di giustizia dell'Unione europea.

Ricorso diretto a colpire l’inadempimento dello stato rispetto ai suoi obblighi che derivano
dall’appartenenza all’unione europea, è una facoltà in capo alla commissione che richiede
però delle condizioni preliminari a che questo tipo di ricorso possa essere presentato.

Art 259 TFUE.


Ciascuno degli Stati membri può adire la Corte di giustizia dell'Unione europea
quando reputi che un altro Stato membro ha mancato a uno degli obblighi a lui
incombenti in virtù dei trattati. Uno Stato membro, prima di proporre contro un altro
Stato membro un ricorso fondato su una pretesa violazione degli obblighi che a
quest'ultimo incombono in virtù dei trattati, deve rivolgersi alla Commissione. La
Commissione emette un parere motivato dopo che gli Stati interessati siano posti in
condizione di presentare in contraddittorio le loro osservazioni scritte e orali. Qualora
la Commissione non abbia formulato il parere nel termine di tre mesi dalla domanda,
la mancanza del parere non osta alla facoltà di ricorso alla Corte.

Ricorso di uno stato contro un altro stato. La condizione preliminare che lo stato attore
coinvolga la commissione nella questione, la commissione ponga le parti in condizioni di
presentare osservazioni su quanto sta succedendo. Le ipotesi poi sono due:

- la commissione non si esprime entro i tre mesi dalla domanda, lo stato membro potrà
quindi ricorrere alla corte di giustizia

- La commissione si esprime però lo stato membro attore non è soddisfatto di quanto


affermato dalla commissione, potrà quindi rivolgersi alla corte di giustizia

Anche in questo caso è una facoltà in capo allo stato membro. Una causa nota con il nome
Rioka → contenzioso tra stati produttori di vino e stati imbottigliatori
di vino circa la possibilità di utilizzare la denominazione di origine
rioda limitando questa possibilità ai soli produttori e imbottigliatori
nella regione rioka, mentre i paesi imbottigliatori altrove auspicavano
che questa denominazione potesse essere utilizzata anche se il vino era
stato imbottigliato altrove. La corte ha dato ragione ai produttori ed
imbottigliatori

Art.260 TFUE Effetti della sentenza?


1. Quando la Corte di giustizia dell'Unione europea riconosca che uno Stato membro
ha mancato ad uno degli obblighi ad esso incombenti in virtù dei trattati, tale Stato è
tenuto a prendere i provvedimenti che l'esecuzione della sentenza della Corte
comporta.

La sentenza della corte è accertativa e dichiarativa dell’inadempimento , lo stato è tenuto ad


assolvere e rispettare la sentenza e gli obblighi della corte, ma la corte non può prescrivere
come. L’interesse della Corte nell’accertare si mantiene anche nel caso lo Stato riconosca il
proprio inadempimento o l’abbia assolto: si può trovare nell’accertamento un'eventuale
responsabilità nei confronti dei singoli per il pregiudizio loro arrecato, oltre che nei
confronti degli SM. Se il dovere non viene compiuto, si può incorrere in un’ulteriore
procedura di inadempimento.

2. Se ritiene che lo Stato membro in questione non abbia preso le misure che
l'esecuzione della sentenza della Corte comporta‚ la Commissione, dopo aver posto
tale Stato in condizione di presentare osservazioni, può adire la Corte. Essa precisa
l'importo della somma forfettaria o della penalità, da versare da parte dello Stato
membro in questione, che essa consideri adeguato alle circostanze. La Corte, qualora
riconosca che lo Stato membro in questione non si è conformato alla sentenza da essa
pronunciata, può comminargli il pagamento di una somma forfettaria o di una
penalità. Questa procedura lascia impregiudicate le disposizioni dell'articolo 259.

Nel caso in cui lo stato non agisca in tal senso la commissione, dopo aver posto lo stato in
condizioni di presentare osservazioni, potrà di nuovo adire la corte chiedendo la condanna
dello stato al pagamento di una somma forfettaria o di una penalità, con riferimento alla
gravità del comportamento e la durata dell’inadempimento.
Quindi c’è una facoltà della commissione a fare un secondo ricorso, facoltà della commissione
a richiedere una condanna al pagamento di una somma forfettaria o di una penalità, facoltà
della corte di seguire quanto richiesto dalla commissione.
Un situazione come questa (ossia la possibilità di infliggere misure economiche come
sanzione) può avvenire qualora sin dal primo ricorso, oggetto dell’inadempimento sia la
mancata trasposizione di disposizioni relative ad una direttiva adottata con procedura
legislativa. La corte, se lo riterrà opportuno, potrà condannare al pagamento di una somma
forfettaria o di una penalità

3. La Commissione, quando propone ricorso dinanzi alla Corte in virtù dell'articolo


258 reputando che lo Stato membro interessato non abbia adempiuto all'obbligo di
comunicare le misure di attuazione di una direttiva adottata secondo una procedura
legislativa, può, se lo ritiene opportuno, indicare l'importo della somma forfettaria o
della penalità da versare da parte di tale Stato che essa consideri adeguato alle
circostanze. Se la Corte constata l'inadempimento, può comminare allo Stato membro
in questione il pagamento di una somma forfettaria o di una penalità entro i limiti
dell'importo indicato dalla Commissione. I l pagamento è esigibile alla data fissata
dalla Corte nella sentenza.

Esempi.
1. Sentenza C 243/10 Commissione Italia.
Commissione chiede alla Corte di dichiarare che l’Italia, non avendo adottato entro i
termini tutti i provv necessari per etcetc, è venuta meno ai suoi obblighi. Azione della
Commissione, che intima l’Italia, inadempimento statale e sentenza della Corte.
Sentenza accertativa dell’inadempimento, accerta la violazione e promuove
l’adozione delle norme da parte dell’Italia. L’avranno fatto?
Sentenza C 576/18 Commissione Italia.
29/03/2012 → 6 anni dopo la commissione decide di muovere ricorso
per inadempimento x 260/42: è un inadempimento protratto nel tempo. La
Commissione chiede alla corte di dichiarare la manca di attuazione da parte dell’Italia
e ORDINARE il versamento di una somma forfettaria che ammonta ad una
moltiplicazione del ammontare giornaliero pari a 13.892 euro per i giorni
dell’infrazione (minimo 8000 +) dal giorno di pronuncia della sentenza fino al giorno
di pronuncia della sentenza corrente. Sono 13.000 euro al giorno x 8 anni (mancato
adempimento della prima sentenza). Si chiede anche di infliggere all’Italia una
penalità su base semestrale, pari a 126000 x giorno in cui l’Italia manchi il pagamento
della somma forfettaria.
Cosa decide la Corte? → riconosce l’inadempimento: sarà necessario
versare 80000 euro al giorno fino al momento della conclusione
della seconda sentenza più somma forfettaria enorme. Non possono
essere dedotte dagli aiuti o linee di finanziamento riconducibili a fondi europei.
Le conseguenze del comportamento non devono essere pagate dai beneficiari dei
fondi.

2. Sentenza C 592/17 Austria vs. Germania.


Misure fiscali favorevoli ai proprietari di veicoli immatricolati
in Germania, con riferimento alla tassa di circolazione, viene
sostenuto che siano aiuti non conformi con il mercato interno →
procedura di ricorso da parte della Commissione alla CdG il
29.09.2016. Tuttavia il governo tedesco apporta modifiche ma la
Commissione decide di abbandonare il ricorso perché la legge era
già stata modificata → l’interesse della Commissione era già stato
raggiunto. Il 7 luglio successivo l'Austria chiede parere alla
Commissione sulla stessa storia: il 14 Luglio la Commissione
riceve la lettera e l’11 Agosto la Germania respinge la posizione
austriaca. Il 31 Agosto successivo si svolge un’audizione presso
gli uffici della commissione - Austria e Germania vengono invitate
a presentare le loro posizioni - iniziano a decorrere i 3 mesi
richiesti perché la Commissione metta un parere motivato, cosa che
non fa. Il 12 Ottobre la Repubblica d’Austria introduce il ricorso
→ ci sono due decisioni del presidente della Corte che autorizzano
Danimarca e Paesi Bassi a sostenere rispettivamente Germania ed
Austria: c’è sempre possibilità per gli SM di INTERVENIRE. La
Corte infine decide che la Germania avendo introdotto etc. è
venuta meno agli obblighi incombenti: mantenendo in vigore le
vecchie disposizioni, anche se modificate, ha violato il diritto
comunitario. Ai sensi dell’art 260: la Germania è tenuta a
rimuovere tali disposizioni.

3. Sentenza C 642/48 Commissione Spagna


Per il mancato riesame della gestione dei rifiuti alle isole Baleari e Canarie.
Ricevibilità del ricorso deve riguardare 1. finalità (porre lo
Stato in condizioni di difendersi), 2. Presupposto che Commission
faccia validamente valere una violazione di obbligo incombente su
uno Stato → se la Commissione non può far vaòere l'inadempimento,
non potrebbe dar avvio alla fase precontenziosa. La commissione
ha contestato l’inadempimento da parte spagnola, sulla base di
disposizioni della diretta che in quel momento non potevano essere
fatte valere perchè magari c’era un termine di attuazione postato
nel tempo e quindi lo Stato poteva ancora dare attuazione a tale
direttiva. Intimando un comportamento, la C ha avviato in maniera
prematura il ricorso, il quale perciò non è nemmeno più ricevibile
perchè non poteva essere dato avvio alla fase pre contenziosa, e
quindi neanche quella di giudizio.

Cosa succede se uno Stato non vuole adempiere a un provvedimento? In teoria si


può continuare all’infinito a fare ricorsi alla CdG → nel potere
discrezionale della Commissione, può far fronte allo SM che si
rifiuta di adeguarsi: può, per convincere, usare un suo potere
negoziativo nell’aprire certe procedure di ricorso scomode
piuttosto che altre o nel minacciare di farlo se lo SM non si
comporta in un certo modo. Conveniente quando alcuni SM resistono
alle intimazioni.
Controllo sui comportamenti illeciti da parte delle Istituzioni UE.
Come abbiamo detto, la CdG controlla
1. Istituzioni
2. SM
3. su richiesta di un giudice nazionale, casi specifici.
Possono essere ricorsi per annullamento o per carenza.

Art 263 TFUE Ricorso per annullamento.


Garanzia del principio di legalità → La Corte di giustizia dell'Unione
europea esercita un controllo di legittimità sugli atti legislativi, sugli
atti del Consiglio, della Commissione e della Banca centrale europea che non siano
raccomandazioni o pareri, nonché sugli atti del Parlamento europeo e del Consiglio
europeo destinati a produrre effetti giuridici nei confronti di terzi. Esercita inoltre un
controllo di legittimità sugli atti degli organi o organismi dell'Unione destinati a
produrre effetti giuridici nei confronti di terzi.
Nel primo caso, si fa particolare attenzione all’adozione di atti ed al controllo della
loro legittimità:
➢ atti legislativi, impugnabili (inammissibile il ricorso contro atti non
producenti effetti giuridici.
➢ atti riconducibili alle istituzioni, i.e. approvati dal collegio.
➢ atti con effetti su terzi (quindi anche quelli non tipici, i.e. tutte le altre forme di
atto non disciplinate dai Trattati utilizzati dalle istituzioni per esercitare le loro
funzioni). Sentenza 16/59: stabilì l’essenzialità del produrre effetti.
➢ atti definitivi. i.e. Non può essere proposta. Sentenza C 362/08.
--
No:
- raccomandazioni e pareri (a meno che non producano effetti su terzi),
- ricorsi diretti contro atti di SM adottati in esecuzione di atti dell’Unione
nell’ambito di una procedura prevista dal diritto comunitario (non è compito
della Corte decidere della compatibilità di una disposizione nazionale col
diritto comunitario - questo non vale nel caso di banche centrali).
- atti che appartengono ad altro sistema convenzionale (i.e. Consiglio d’Europa e
sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo).
- atti adottati dai rappresentanti dei governi degli SM riuniti in Consiglio.

Cosa comporta? Non è tanto rilevante la forma esterna dell’atto nè


la sua definizione ufficiale → interessano solo contenuto ed effetti
dell’atto. Problema risalente al passato, dall’esistenza della CECA ed
EURATOM → non c’è vincolo tra ricorso e tipicità dell’atto, ma che siano tipici o atipici
devono essere atti vincolanti per poter essere soggetti a controllo ed idonei a
produrre effetti giuridici nei confronti di terzi → SENTENZA 16/59 STABILISCE
IMPORTANZA DI QUESTO ELEMENTO. Sentenza AITS: non rileva forma esterna nè
denominazione dell’atto, interessano solo forma interna e contenuto dell’atto.
Importante quando si guarda al soggetto legittimato ad agire.

Entrata in vigore della procedura? Gli atti che istituiscono gli organi e organismi
dell'Unione possono prevedere condizioni e modalità specifiche relative ai ricorsi
proposti da persone fisiche o giuridiche contro atti di detti organi o organismi
destinati a produrre effetti giuridici nei loro confronti. I ricorsi previsti dal presente
articolo devono essere proposti nel termine di due mesi a decorrere, secondo i casi,
dalla pubblicazione dell'atto, dalla sua notificazione al ricorrente ovvero, in
mancanza, dal giorno in cui il ricorrente ne ha avuto conoscenza.

Art.263 comma 2 TFUE. Quali sono i vizi dell’atto e lo rendono nullo? Come se non
fosse mai avvenuto. Valutazione della validità di un atto di diritto derivato. I vizi non
sono definiti dai Trattati. La corte è competente a pronunciarsi in casi di:
➢ incompetenza. L’atto eccede i poteri conferiti all'autorità che lo ha posto in essere,
i.e. nelle competenze di sostegno non si possono adottare armonizzazioni delle
legislazioni → è al di fuori dei poteri conferiti alle istituzioni
oppure se un’istituzione compie competenze attribuite ad un’altra,
i.e. la Commissione decide di adottare una norma sul bilancio
dell’UE, che è competenza del Consiglio.
➢ violazione forme sostanziali. Il vizio incide sulle forme del provvedimento in modo
tale da condizionare la sua esistenza, il contenuto e l’efficacia giuridica. Il ricorso
avviene per:
- procedura di formazione dell’atto (Sentenza C 658/11), i.e. se manca coinvolgimento
o consultazione dell’istituzione incaricata, o è inferiore a quanto previsto;
- requisiti intrinseci dell’atto (Sentenza 24/62), i.e. mancanza di
pubblicazione, la mancanza della motivazione/base giuridica, se
manca il quorum necessario per l’adozione dell’atto, se procedo con
maggioranza semplice invece che qualificata come previsto →
mancanza di requisiti.
➢ violazione Trattati e qualsiasi regola di diritto relativa all’applicazione dei
Trattati. Riferisce alla sostanza dell'atto e pertanto alla sua legalità interna, i.e. per
mancata/inesatta applicazione di una norma (i.e. atto delegato che non rispetta la
delega, paletti fissati dal legislatore di cui l’atto delegante costituisce un limite per
l’atto delegato, che deve rispettarlo). Oppure violazione della Carta dei Diritti
Fondamentali. Sentenza C 92/09 → non all’interno dei Trattati ma pur
sempre ha lo stesso valore giuridico.
➢ casi di sviamento di potere. Quando il potere è esercitato per un obiettivo diverso da
quello attribuito, i.e. adozione di un atto con scopo diverso da quello dichiarato o
adozione di un atto per eludere il rispetto di una certa procedura. Sentenza C 156/93

Chi agisce su essi? Possono essere proposti da:


➢ SM,
➢ PE,
➢ Commissione
➢ Consiglio.
➢ La Corte è competente, alle stesse condizioni, a pronunciarsi sui ricorsi che la
Corte dei conti, la Banca centrale europea ed il Comitato delle regioni
propongono per salvaguardare le proprie prerogative.
➢ Qualsiasi persona fisica o giuridica può proporre‚ alle condizioni previste al
primo e secondo comma, un ricorso contro gli atti:
○ adottati nei suoi confronti (è destinatario del ricorso). I due mesi
partono dalla notifica.
○ che lo riguardano direttamente (che gli effetti in capo alla
persona si realizzano in conseguenza all’adozione
dell’atto → quali? tutti) ed individualmente (l’atto riguarda la
persona come singolo).i.e Commissione invita il governo francese di
ritirare i fondi destinati ad Airbus. Anche Airbus si potrà pronunciare
sul ricorso, perchè lo riguarda direttamente e individualmente
nonostante non sia il destinatario del ricorso.
○ contro gli atti regolamentari (non sono atti legislativi) che la
riguardano direttamente e che non comportano alcuna misura
d'esecuzione.

Differenza tra richiedenti? Le persone fisiche e giuridiche devono dimostrare il


loro interesse al ricorso, mentre quello delle istituzioni è presunto, non deve essere
provato e pertanto ciò li rende privilegiati. La Corte dei conti, BCE ed il Comitato
delle Regioni sono semi privilegiati in quanto il loro interesse è presunto MA
dovranno agire unicamente per salvaguardare le loro prerogative. Quando si parla di
stati membri si parla del governo centrale degli stati, non si fa riferimento all’architettura
interna dello stato, quindi una regione che impugna un atto non è ritenuto un ricorrente
privilegiato quindi dovrà dimostrare l’interesse ad agire.
Gli atti che istituiscono gli organi e organismi dell'Unione possono prevedere
condizioni e modalità specifiche relative ai ricorsi proposti da persone fisiche o
giuridiche contro atti di detti organi o organismi destinati a produrre effetti giuridici
nei loro confronti.

Termini del ricorso? I ricorsi previsti dal presente articolo devono essere proposti
nel termine di due mesi a decorrere, secondo i casi, dalla pubblicazione dell'atto,
dalla sua notifica al ricorrente ovvero, in mancanza, dal giorno in cui il ricorrente
ne ha avuto conoscenza + 10 giorni (termine di distanza) per creare parità di
condizioni fra tutti coloro che ricorrono alla corte, evitare svantaggio a colore che si
trovano più lontani da Lussemburgo, dalla CdG - ora, con la Situazione COVID, si
permette anche la via telematica, I 10 gg rimangono però. Superati i due mesi l’atto
non è più impugnabile.
La pratica viene avviata, parteciperanno alle decisioni giudici +
avvocato generale.
1. Fase scritta → tutti possono intervenire, anche SM.
2. Fase orale → viene fissata un’udienza delle parti, utilizzata
da esse per spiegare ai giudici i punti principali della loro
rispettiva posizione. L’avvocato presenta le conclusioni. Poi,
deliberazione della sentenza.

Art 264 TFUE Conseguenze del ricorso.


Se il ricorso è fondato, la Corte di giustizia dell'Unione europea dichiara nullo e non
avvenuto l'atto impugnato. Tuttavia la Corte, ove lo reputi necessario, precisa gli
effetti dell'atto annullato che devono essere considerati definitivi. In determinate
circostanze, anche per ragioni di legittimo affidamento, gli
effetti dell’atto vengono salvati ma l’atto dopo la sentenza sarà
annullato e non produrrà effetti futuri. Se invece viene
considerato infondato il ricorso, la CdG lo respinge → l’atto
rimane valido. Conseguenze:
- non potranno più essere riproposti ricorsi sulla validità dell’atto fondati su
quei punti specifici.
- si possono presentare ricorsi futuri sullo stesso atto con motivi diversi.
L’annullamento può essere:
- totale
- parziale, ne riguarda solo alcune parti. Attenzione: se il ricorso riguarda una
parte dell’atto ma questa parte è considerata fondamentale per l’esistenza
dell’atto la sua nullità travolge tutto l’atto. Se la corte rigetta il ricorso, significa
che l’atto non potrà più essere oggetto di ricorso? No, significa che in quel caso
la corte l’ha considerato valido, ma potranno essere proposti altri ricorsi che
abbiano ad oggetto lo stesso atto ma fondate su ragioni diverse.

Esempi.

Domanda formata dell'articolo 263 → Annullamento proposto da BCE. Questa


decisione nega l’accesso a certi documenti particolari a coloro che li
avevano richiesti (Malacalza Investimenti). Persona giuridica che fa
ricorso ad un istituzione ed è stata indirizzata: il giudice è il
tribunale perchè i ricorsi delle persone fisiche/giuridiche vanno in
tribunale. Il 12 Giugno la BCE respinge integralmente la domanda e la
sentenza esplicita quando c’è stato il ricorso della parte interessata →
momento di adozione dell’atto, data di impugnazione: questo ricorso è
procedibile o meno per il rispetto del termine dei due mesi dalla
pubblicazione della notifica? In questo caso è fondato il ricorso di
Malacalza, quindi ha annullato il provvedimento e la BCE deve garantire
l’accesso alla ricorrente.

Ricorso di annullamento con riferimento all’art. 290 → caso di


contestazione nei confronti della Commissione per rapporto atto delegato
e delegante? Data proposta dal PE sostenuto dal Consiglio dell’UE contro
la Commissione. C’è fase scritta ed orale. La Commissione avrebbe violato
Art.21 già che quest’ultima ha aggiunto una parte all’Allegato 1 del
Regolamento. Ambito del rapporto delegante-delegato: quale potrebbe
essere il vizio? Violazione Trattati o qualsiasi regola relativa
all’applicazione degli stessi. Viene scelto di mantenere gli effetti fino
all’entrata in vigore di un nuovo atto sostitutivo, ma quello vecchio
verrà da quel momento annullato - tutto questo entro un termine massimo
di 6 mesi, altrimenti potrebbe non avvenire mai. Potrebbe darci incipit
iniziale e dispositivo finale, oppure parte intermedia ma molto chiara.
La Commissione contesta che le sia stata conferita una delega, fa riferimento
all’annullamento del regolamento: ricorso che riguarda una parte del regolamento. Rispetto
all’atto, non riguarda la totalità dell’atto ma solo una parte di esso. Ergo, parliamo di un
annullamento PARZIALE. D’interesse è anche la conclusione, dai quali deduciamo il tipo di
ricorso.

Art 265 TFUE: Ricorso per carenza di azione delle Istituzioni UE.
Se in caso di violazione dei Trattati, ( → astenersi può essere
considerata una violazione):
➢ il Parlamento europeo,
➢ il Consiglio europeo,
➢ il Consiglio,
➢ la Commissione
➢ la Banca centrale europea
si astengano dal pronunciarsi, gli Stati membri e le altre istituzioni dell'Unione
possono adire la Corte di giustizia dell'Unione europea per far constatare tale
violazione. Il presente articolo si applica, alle stesse condizioni, agli organi e
organismi dell'Unione che si astengano dal pronunciarsi.
➢ (3) Ogni persona fisica o giuridica per contestare ad una istituzione, organo o
organismo dell'Unione di avere omesso di emanare nei suoi confronti un atto
che non sia una raccomandazione o un parere (esclude atti tipici ma non
vincolanti).
Proponibile nei confronti di tutte le istituzioni, organi ed organismi dell’UE, ma SOLO
LE ISTITUZIONI UE DIVERSE DAL RESPONSABILE DELL’OMISSIONE possono
proporre il ricorso (ossia anche il Parlamento, Consiglio Europeo, Consiglio, Corte dei
Conti, BCE), ma non gli organi ed organismi dell’UE.

Quando è ricevibile il ricorso? Il ricorso è ricevibile soltanto quando l'istituzione,


l'organo o l'organismo in causa siano stati preventivamente richiesti di agire con una
domanda in cui vi è indicato precisamente il contenuto dell’obbligo -
presumibilmente violato- e le misure richieste per far cessare l’inerzia. Se, allo
scadere di un termine di due mesi da tale richiesta, l'istituzione, l'organo o
l'organismo non hanno preso posizione ( = il silenzio persiste), il ricorso può essere
proposto entro un nuovo termine di due mesi.
Non è questione di porre l’istituzione in condizione di esprimersi, ma è una
condizione preliminare che stabilisce che il ricorso alla corte sia l’ultimo strumento
interessato.

Oltre ad essere stato preventivamente richiesto, l’azione che porta al ricorso per
carenza deve essere DOVUTA, ossia la sua doverosità è derivata dal testo di un atto
legislativo o ricavata dai principi generali (i.e. l’interpretazione sistematica e
teleologica della norma).

Esempio 1 → lo SM invita la Commissione ad agire in un determinato


ambito, notifica l’invito alla Commissione. Dopo più di 2 mesi,
ancora nessuna risposta → lo SM si rivolge allo CdG.
Esempio 2 → lo SM invita la Commissione ad agire in un determinato
punto. La Commissione risponde dopo un mese affermando di non
voler agire → non dando corso alla richiesta, lo SM non sa se la
sua richiesta sia compatibile al diritto UE, pertanto si proponeva
ricorso in carenza se l’intimazione ad agire → ricorso: o assolve
la richiesta, o si rifiuta ma solo se il ricorso avviene per
annullamento come oggetto tale risposta. Se invece dopo 2 mesi il
silenzio continua, si danno altri due mesi per fare ricorso. Se il
ricorso è accolto, l’istituzione da cui emana l’atto o la cui
astensione sia stata dichiarata contraria ai Trattati, sono
tenuti a prendere i provv. che l’esecuzione della ?? comporta.
Una volta presentato, il ricorso non è più proponibile, anche se
il richiedente ne è rimasto insoddisfatto → se si vorrà contestare
ulteriormente le posizioni prese, si procederà con un ricorso per
annullamento.
QUANDO L’ISTITUZIONE/ORGANO/ORGANISMO DA UNA RISPOSTA NON VALIDA?
Quando
- non risponde entro i due mesi (+2)
- da una risposta evasiva
- quando l’ist./organo/organismo risponde, ma che NON agirà per la
richiesta → a volte tale comportamento viene definito dalla corte
come un’assenza di posizione (ergo no valido) o una presa di
posizione negativa, che è suscettibile di impugnazione di annullamento. Il
ricorrente deve però impugnare il ricorso di annullamento entro i termini del ricorso.
Non può procedere a questo tipo di ricorso, e in caso di mancata risposta procedere
con un altro ricorso di carenza.

EFFETTI DELLA SENTENZA → La sentenza è dichiarativa, ossia si limita a


dichiarare l'illiceità del comportamento. L’istituzione è tenuta a attuare le misure
proposte dalla CdG. In caso non lo faccia:
- se non da risposta, il richiedente può proporre un nuovo ricorso di carenza
- se da una risposta non idonea a quanto richiesto dalla CdG, il richiedente può
proporre un ricorso di annullamento.

LIMITI: non è ammesso per la PESC MA è ammesso per la cooperazione giudiziaria e


di polizia in materia penale.

Art. 267 TFUE Il rinvio pregiudiziale.


Cos’è? E’ una richiesta di interpretazione alla corte di giustizia. E’ utilizzato dal
giudice nazionale, primo giudice della giurisdizione europea, il più vicino al
cittadino, e il giudice avrà la possibilità o l’obbligo di rivolgersi alla Corte di Giustizia.
Si interviene prima del giudizio finale di fronte alla giurisdizione nazionale - difatti il
processo nazionale sarà sospeso in attesa di una risposta da parte della CdG (è
possibile che si emani anche un atto temporaneo secondo il quale l’atto in
questione non produca effetti tra le parti in causa), basta che il giudice a quo addica
alla corte prima della sentenza nazionale.
Su quali casi si pronuncia? La Corte di giustizia dell'Unione europea è competente a
pronunciarsi, in via pregiudiziale:
a) sull'interpretazione dei trattati → per l’interpretazione corretta ed
uniforme del diritto comunitario negli SM. Limiti? NO per i)atti PESC,
ii)assenza di transfrontalierità, o iii)assenza di competenza dell’UE à es. sentenza 37min è
importante guardare il bene/i beni di quella tassa, in questo caso lo erano i trasportatori di
Marmo, e quindi colpiva quelli che esportavano il bene, in via potenziale poteva costituire una
restrizione alla libera circolazione delle merci. à c’è elemento di transfrontalierità per bene
venduto, perché il marmo di carrara è unico nel suo genere.
b) sulla validità e l'interpretazione degli atti compiuti dalle istituzioni, dagli organi o
dagli organismi dell'Unione. Lo scopo è garantire il rispetto del principio di legalità
all’interno dell’ordinamento dell’Unione evitando soluzioni differenti perché pregiudica la
certezza del diritto e l’unità dell’ordinamento giuridico.

Come stabilito dall’art. 256 TFUE, anche il Tribunale può esprimersi in alcuni casi,
ma tale disposizione non viene mai applicata.

Non è di competenza della CdG,


i) accordi bilaterali conclusi tra SM anche se riguardanti materie di interesse dell’UE,
ii) accordi conclusi al di fuori dell’Unione a meno che una clausola non attribuisca
alla CdG tale competenza,
iii) int./validità di disposizioni diverse da quelle di diritto dell’UE (ossia la CdG non
decide sulla legittimità di una norma nazionale o su se sia compatibile con il diritto
comunitario - competenza del giudice di rinvio -, a meno che non rimandi al diritto
UE e per la sua applicazione sia necessaria un'interpretazione della CdG,
iv) se il Trattato non le riconosce la competenza a decidere

Quando è obbligatoria, e quando no?


1. Quando una questione del genere è sollevata dinanzi ad una giurisdizione di
uno degli Stati membri, tale giurisdizione può, qualora reputi necessaria per
emanare la sua sentenza una decisione su questo punto, domandare alla
Corte di pronunciarsi sulla questione ↔ questo vuol dire che ci deve
essere un giudizio instaurato nelle corti nazionali con giudice
nazionale; e nella valutazione del giudice è reputato necessario,
ai fini della soluzione della causa, interpretare il diritto
dell’UE, ed è necessario che la Corte di giustizia chiarisca
l’interpretazione di norme di diritto primario o la validità delle
norme di diritto derivato dell’UE.

↓questo significa che durante il ricorso, una delle parti


potrà richiedere al giudice nazionale di rivolgersi alla
corte di giustizia, ma il soggetto deputato a decidere è il giudice
nazionale(giudice di rinvio), il quale non è vincolato dal fare ciò, MA in
caso di diniego dovrebbe motivare la sua scelta.

COME DISTINGUERE UN GIUDICE DI ULTIMA ISTANZA E UNO NON DI UI?


Corti di Cassazione + Consigli di Stato sono sempre di ultima istanza. Se
non si può appellare ad altre corti, il giudice in causa è di ultima istanza.
Non conta tanto la gerarchia giurisdizionale, ma se le decisioni prese siano
IMPUGNABILI PRESSO ALTRI ORGANI GIURISDIZIONALI SUPERIORI: E’
UNA DECISIONE DEFINITIVA?

2. Quando una questione del genere è sollevata in un giudizio pendente davanti a


una giurisdizione nazionale, avverso le cui decisioni non possa proporsi un
ricorso giurisdizionale di diritto interno, tale giurisdizione è tenuta a rivolgersi
alla Corte. → nonostante il rinvio pregiudiziale sia una facoltà in
capo al giudice, questo deve esercitarla nel momento in cui il
giudice debba decidere in ultima/unica istanza ↓es. Se la causa
incardinata di fronte al tribunale di Forlì, decide con sentenza e questa può essere
impugnata dalla Corte di Appello e quindi si rientra nella prima opzione, è loro
decisione se aderire o meno alla corte. Es. se la causa è in Corte di Cassazione, noi
sappiamo che questa è l’ultimo grado di giudizio, la sua sentenza è definitiva.à in
questo caso i giudici della corte sono tenuti a rivolgersi alla corte di giustizia.
E se si rifiuta? Qualora un giudice venga meno a questo obbligo può porre in essere
la violazione del diritto dell’UE che potrebbe dare via ad una azione di
inadempimento.
↓Ci sono 3 ipotesi in cui il giudice di ultima istanza che sul piano teorico è
obbligato a ricorrere alla corte, potrebbe astenersi dal rivolgersi alla corte:

1. Quando la questione di fronte al giudice è materialmente identica ad un’altra


questione già sottoposta alla corte
2. Quando il punto di diritto esista già una giurisprudenza consolidata della corte di
giustizia
3. Quando l’applicazione o meno della norma dell’UE al caso concreto si impone con tale
evidenza da non lasciare altri ragionevoli dubbi (TEORIA DELL’ATTO CHIARO)

↓ovviamente il giudice anche qualora dovesse trovarsi in una di


queste situazioni, può comunque decidere di adire alla corte. FUORI da questi
casi, l’omesso coinvolgimento della corte di giustizia da parte del giudice nazionale
può configurare la violazione del diritto dell’UE e quindi essere, in linea teorica,
oggetto di inadempimento. Es. da un lato se il giudice di ultima istanza rifiutasse di
rinviare alla corte, potrebbe integrare una fattispecie di violazione del diritto
dell’unione, dall’altro lato è anche vero che ogni misura processuale interna, prevista
dalla legislazione interna che ostacoli il rinvio alla corte di giustizia può non solo
costituire una violazione del d.UE ma in linea più generale costituire una violazione
della tutela giudiziaria effettiva prevista da Art.6 TUE e dall’Art. 47 Carta dei diritti
fondamentali.
3. Quando una questione del genere è sollevata in un giudizio pendente davanti a
una giurisdizione nazionale e riguardante una persona in stato di
detenzione, la Corte statuisce il più rapidamente possibile con procedura
pregiudiziale d’urgenza. La risoluzione avviene solitamente entro 9 mesi.
Usata anche per cause riguardanti lo spazio di libertà, sicurezza, giustizia
(soggetti privati della loro libertà personale, cause riguardanti lo stato civile
della persona, la cooperazione civile e penale, i.e. migrazione). Se invece vi
sono casi urgenti che non rientrano in questi citati, si usa la procedura
accelerata (più veloce, ma non urgente).

Chi può essere considerato giudice? Il trattato specifica che i ricorrenti possono
essere le giurisdizioni nazionali, cosa significa giurisdizione? La Corte di Giustizia nel
tempo ha ricavato una definizione propria del d.UE perché diversamente, basandosi
sulle definizioni nazionali, avrebbe posto a rischio l’uniforme interpretazione del
diritto avendo differenti interpretazioni in funzione dello stato in cui avevano luogo le
controversie. →quali sono i requisiti cumulativi(devono essere pre individuati
nel tempo della Corte di Giustizia per individuare la giurisdizione.

1. L’origine legale dell’organo: il fatto che sia prevista da una legge(es. non si
comprendono gli arbitri)
2. Il suo carattere permanente: il fatto che non sia soggetta a scadenza o a
rinnovo, non le persone che ci lavorano ma piuttosto la natura stessa dell’ente
3. Giurisdizione obbligatoria: in determinati casi le persone sono costrette a
rivolgersi al giudice per risolvere la questione, non è una loro scelta. E
l’obbligo deriva dalla legge.
4. Natura contraddittoria del procedimento : ovvero le parti in causa hanno il
diritto e la possibilità di rappresentare alla corte le proprie posizioni in merito
alla questione che li ha portati di fronte al giudice
5. Applicazione di norme giuridiche e no pronuncia secondo equità o buon
senso: il giudice per risolvere la questione ricorre alla legge
6. Indipendente ed imparziale: non è emanazione di un’articolazione
amministrativa o politica
7. Pronuncia ha carattere giurisdizionale: quindi che si tratti di una sentenza,
l'ordinanza o un provvedimento tipico dei giudici

↓Es. Italia chi è giudice? Giudice del tribunale, giudice dell’udienza


preliminare, il giudice delle indagini preliminari, il tribunale amministrativo
regionale(nel contenzioso amministrativo), corte dei conti, corte d’assise,
commissioni tributarie(articolazione del controllo contabile a livello locale), MA
anche solo in alcune ipotesi collegi disciplinari degli ordini, solo qualora ci sia una
sentenza come organi giuridici a chi non è giudice? La procura della
repubblica(anche se i suoi membri sono magistrati) perché non decide con una
sentenza.
~ ↓la corte in primo luogo dovrà svolgere una analisi circa il possesso
di queste caratteristiche da parte del giudice normalmente sono gli stati
membri ad aver individuato come tali determinati organi giudicanti

~ Oltre alla valutazione della natura giudice e del campo di applicazione del
diritto dell’UE, cosa altro si guarda? La Corte deve valutare degli aspetti che
concernono il contenuto dell’istanza e le condizioni del rinvio.

↓Es. il giudice dovrà aver fornito tutti gli elementi di fatto e di diritto che
consentano alla corte di fornire una risposta utile e che consentano alle parti che
parteciperanno al procedimento di fronte alla corte di intervenire nella procedura
pregiudiziale. Es. dovrà emergere dal descritto contesto e dalla formulazione della
domanda che la risposta della corte riguarderà quesiti che sono rilevanti(c’è
presunzione che lo siano) ai fini della soluzione della causa e il rinvio alla corte è
necessario ai fini della causa, in questo caso, la corte dovrà motivare se non li
considera rilevanti. Es. se la questione è meramente ipotetica e non ha alcuna
relazione con l’oggetto della causa, o non sono funzionali alla sua pronuncia, la
corte esprime un parere motivato per cui non ne terrà conto perché dato che la
corte deve pronunciarsi necessariamente, ma non deve dare una risposta che sia
obbligatoriamente in sostanza un parere di carattere consultivo o di carattere
generale. à in una causa che riguarda una persona che è stata fermata alla
frontiera tra due stati Schengen e gli è impedito all’ingresso, l’eventuale rinvio
pregiudiziale, oltre al contesto dovrà anche avere una domanda che serva a
risolvere la causa.

Finalità?

1. Avere una uniforme interpretazione del diritto dell’unione in tutto il


territorio degli stati membri, perché appare evidente il rischio che se non ci
fosse questa uniforme interpretazione, si metterebbe a rischio il
funzionamento dell’unione europea e l’efficacia del rinvio pregiudiziale MA
anche le disposizioni del diritto dell’UE. Si va a tutelare la coerenza. es è così
che sono stati sviluppati principi come tutela dei diritti fondamentali(Sentenza
international fruit); primato del diritto dell’UE;
2. Potersi pronunciare anche sulla legislazione nazionale, cosa che altrimenti
non potrebbe fare, spingendo il legislatore ad avere delle normi conformi al
diritto dell’UE;
3. Consente di discutere della validità dell’atto dell’UE anche a coloro che non
potrebbero contestare quell’atto per un ricorso per annullamento es.
ipotizziamo che nella causa di inceneritore si discuta del
fatto che direttiva sia viziata, quindi si chiederà
valutazione se sono sussistenti i vizi e quindi che la norma
si possa considerare viziata, di fronte alla corte
parteciperanno in forma scritta e orale le parti in causa del
procedimento(persone fisiche, giuridiche e altri stati
membri, istituzioni). à limite se la parte in causa era nella
condizione di impugnare l’atto e aveva fatto scadere il
termine → le persone fisico giuridiche hanno così possibilità
di tutelarsi nei confronti di atti a portata normativa
generale (per i quali non possono proporre un ricorso di
annullamento), anche se INDIRETTAMENTE perchè faranno sempre
riferimento al GIUDICE INTERNO.

(Oscar Rigo de Righi: Scusi professore non ho ben capito nel caso del marmo di
Carrara perché è stato ritenuto escluso dall'interpretazione e la validità dalla Corte?
perché era una questione interna/comunale ? la corte si è pronunciata sostenendo che
quella tassa era contraria alla libera circolazione, e si è pronunciata proprio perché
guardando alla natura del bene questo incideva sul mercato delle esportazioni; se
invece del marmo ci fosse stato il radicchio di campo probabilmente non avrebbe
avuto rilevanza europea perché non è un bene di esportazione europea. )

Rapporto tra la sentenza della corte e il giudice di rinvio? Il giudice di rinvio è


vincolato dalla sentenza della corte di giustizia, perché il rinvio pregiudiziale avviene
prima dell’emanazione della sentenza nel giudizio nazionale, e questo perché il
giudice nazionale(essendo il giudice più vicino ai cittadini) è colui che decide se adire
alla corte di giustizia valutando se sia necessario o meno. Se il giudice la reputa
necessaria, adirà alla corte e dovrà attendere prima di pronunciarsi che arrivi la
sentenza della corte di giustizia e quindi avrà l’obbligo di sospendere il procedimento
nazionale in attesa. Riassumerà il procedimento innanzi al giudice una volta che la
sentenza della corte di giustizia sarà stata notificata. Dato che la sentenza della corte è
NECESSARIA allora questo la rende vincolante, non è una sentenza consultiva. à
Chiaro esempio della Collaborazione tra giudice a giudice.

Il giudice può sempre ritirare il suo rinvio pregiudiziale, anche dopo il dialogo con la
Cancelleria della corte o con la corte. Non è vincolato dalle richieste delle parti per
presentarlo o meno, piuttosto potrebbe essere obbligato a spiegare perché rifiuta il
rinvio pregiudiziale. Es. direttive europee fissano limite per emissioni di inceneritori,
quindi cittadini di Forlì fanno causa a ERA perché le loro emissioni sono eccessive, e
l’azione è una causa civile. Il giudice non è sicuro di quanto sostenuto dai ricorrenti e
reputa necessaria la sentenza della Corte di Giustizia, e chiederà se è quella
l’interpretazione della direttiva, se c’è o meno il limite temporale. L’oggetto è
l’interpretazione sul limite temporale. La sentenza vincola poi il giudice di rinvio e
proprio per questo il giudice a quo deve sospendere il giudizio nazionale in attesa
della sentenza.

L’approccio della corte è sostanziale (non formale), questo vuol dire che la Corte per
evitare di ripetere sistematicamente i rinvii pregiudiziali formulati in modo erroneo
(chiedere alla corte se una norma di diritto interno sia contraria o meno, o osti al
diritto dell’UE
Limiti del rinvio pregiudiziale?

1. La corte non può rispondere ma può interpretare solo norme dell’UE non del
d.nazionale → in alcuni casi li ha riformulati, per evitare le risposte
solo formali e per evitare di ostacolare il dialogo ma bensì volendo favorire
→la Corte ha spesso riformulato la questione: riscrivere la
questione alla luce dell’interpretazione del d.UE, c’è comunque un dialogo tra i
giudici per ottenere chiarimenti di questa azione ha avuto spesso luogo
all’inizio e trova ad oggi applicazione con giudici che provengono da stati che
si sono aggiunti da poco all’unione. MA se si è fuori dall’ambito di competenza
dell’UE allora la corte non può pronunciarsi → il diritto dell’UE non
si applica al caso quindi non ha senso il rinvio alla Corte
di Giustizia, è necessario rilevare l’elemento di transfrontalierità
(nelle norme, ricostruzione fatti), una situazione rilevante
ai fini del diritto dell’UE e quindi la corte non ha modo di
pronunciarsi.

→ Per esempio, perché facenti parte delle competenze


esclusive degli Stati, il rinvio non si applica alla
- PESC e a tutti gli altri atti che non possono essere oggetto del ricorso per
annullamento. In alcuni casi è consentito ricorso diretto e pregiudiziale di
validità gli atti di attuazione degli atti PESC.
- Validità e proporzionalità delle operazioni di polizia, ordine pubblico e
salvaguardia della sicurezza interna (esclusive allo SM).

La norma viene abrogata per eliminazione o sostituzione.

2. Altro caso è un potenziale applicazione del diritto dell’UE ma il caso in


concreto di fronte al giudice nazionale è una questione puramente interna,
cioè il rapporto tra soggetti è interno allo stato e non ha nessuna
dimensione frontaliera e che quindi possa adire al diritto dell’UE. →in
questo caso il rinvio pregiudiziale è utilizzato come strumento che per
via indiretta che consente, a chi non ne avrebbe la titolarità di farlo, di poter
chiedere una verifica sulla legittimità di un atto di diritto dell’UE MA questo
non potrà avere luogo qualora le parti del processo fossero state nella
condizione di agire di fronte alla corte per un ricorso di annullamento e non lo
avessero fatto lasciando scadere i termini. Es. sappiamo che i regolamenti hanno
portata generale ed astratta, e quindi le persone fisiche e giuridiche non possono
impugnare un regolamento davanti ad un tribunale perché queste possono impugnare
un atto solo se l’atto li riguardi direttamente ed individualmente. Ipotizziamo che ci
sia un contenzioso ove una delle parti contesta la validità del regolamento, e chiede al
giudice di rinviare alla corte in via pregiudiziale sulla validità dell’atto. Il giudice
sospende il giudizio nazionale, rinvia alla corte. Ci sarà la fase scritta e l’udienza dove
le parti possono prendere posizione circa la validità dell’atto come se fossero in un
ricorso per annullamento però è altrettanto vero che questo può avvenire solo tramite
rinvio pregiudiziale perché altrimenti non avrebbero mai potuto presentare ricorso
per annullamento secondo le regole generali. Es. se si va a contestare una decisione di
aiuto, e uno dei soggetti che ne beneficiano lascia scadere il termine entro il quale è
possibile presentare ricorso per annullamento allora è sancita l’irricevibilità anche in
via pregiudiziale. Es. c’è decisione di recupero di un aiuto, un soggetto non è tra i
destinatari perché non gli viene notificato l’atto però gli arriva l’intimazione al
pagamento da parte dello stato, quindi non avendo mai ricevuto il provvedimento non
è stato posto nelle condizioni di impugnare la decisione della commissione, in questo
può agire contro il provvedimento statale che gli intima di pagare e poi può chiedere
al giudice della causa nazionale di rinviare alla corte di giustizia eccependo l’invalidità
dell’atto

3. Se si pensa al rinvio pregiudiziale di validità ha per oggetto la legittimità e


validità del diritto dell’UE che andrebbe applicato al caso di specie, e la corte di
giustizia è l’unica istituzione che può dichiarare l’invalidità di un atto. Quindi
nel caso in cui il giudice abbia dei dubbi sulla validità dell’atto non può
dichiararne l’invalidità ma dovrà sospendere la causa e adire alla corte e deve
sottolineare gli elementi che gli hanno fatto venire il dubbio. Qualora almeno
una delle parti ritenga una norma invalida, il giudice nazione può sempre
ritenere che i motivi prodotti dalle parti circa la validità dell’atto di diritto
dell’UE non siano fondati, quindi non è obbligato a rivolgersi alla corte.

Chi potrebbe essere vincolato oltre al giudice di rinvio? Data la sentenza


interpretativa, questa avrà un effetto dichiarativo in quanto dichiara quella che
dovrebbe essere l’interpretazione del diritto dell’UE ed ha comunque effetti vincolanti
sul giudice di rinvio, dato che l’ha reputata necessaria ai fini della risoluzione della
causa. C’è anche un effetto erga omnes cioè l’interpretazione della norma così come
fornita dalla corte, non vincola solo il giudice di rinvio ma anche i giudici dello
stesso stato membro che si troveranno nelle condizioni di
applicare il diritto dell’UE e la norma della quale è stata
richiesta l’interpretazione, l’amministrazione dello stato membro
e così progressivamente a quella interpretazione saranno vincolati
i giudici e le pubbliche amministrazioni degli altri stati
membri→in questi casi ogni ipotesi di dubbio si dirime adducendo alla corte.

Effetti delle sentenze?

1. Sentenza interpretativa → ha effetto dichiarativo perché dichiara quella


che dovrebbe essere l’interpretazione del diritto dell’UE ma ha comunque
effetti vincolanti sul giudice di rinvio in quanto questo, avendo reputato
necessario ai fini della soluzione della causa la pronuncia della corta, dovrà per
decidere la causa seguire quanto ha stabilito la corte nella sentenza che chiude
la procedura da lui attivata. Ci sarà anche un effetto erga omnes, ovvero non
vincola solo quel giudice ma tutti i giudici che si troveranno nelle condizioni di
applicare la norma di diritto dell’UE della quale è stata chiesta
l’interpretazione, così come le amministrazioni degli stati membri.Il legislatore
nazionale deve rendere il diritto nazionale conforme a quanto deciso (pena il
mantenimento dell’inadempimento ANCHE se la competenza sia regionale e
non nazionale!). Dubbi? Il giudice di rinvio qualora non ritenesse la sentenza
della corte soddisfacente (metti caso abbia problemi nell’applicazione della
sentenza) potrà adire nuovamente alla corte di giustizia → SALVO il giudica
naz ripeta lo stesso rinvio. Se dall’interpretazione si deduce che una norma
deve essere rimossa allora sarà poi in capo al legislatore nazionale, rimuovere
la norma o di modificarla facendola divenire compatibile con il diritto
dell'unione, diversamente si apre una procedura di infrazione,

2. Sentenza di validità → Dipende se la corte si esprime per la


validità o invalidità dell’atto:
- validità → la corte si esprime affermando che quanto rilevato dal
giudice affermato non è sufficiente a considerare l’atto invalido. Quindi
la sentenza è vincolante per il giudice di rinvio MA non impedisce ad
altri giudici, o allo stesso di presentare nuovi rinvii pregiudiziali circa la
validità dello stesso atto sollevando punti differenti. Se c’è stato
ricorso di annullamento, la CdG ha dichiarato l’atto valido e
quindi ha affermato la validità dell’atto, una pregiudiziale
di validità futura dovrà tenere conto di questa prima
sentenza → non si può presentare lo stesso rinvio alla
Corte!!

- invalidità → La CdG dichiara che l’atto è nullo e mai avvenuto. gli


effetti di questa sentenza sono erga omnes : le istituzioni dovranno
adottare tutte le azioni richieste dall’applicazione della sentenza, ma se
la sentenza dichiara invalido l’atto allora gli stati membri sono tenuti a
non adottare più quell’atto in ogni caso la Corte può sempre decidere di
fare salvi gli effetti dell’atto prodotti sino al momento della sentenza e
potrebbe anche mantenere quegli effetti fino a che le istituzioni
competenti non avranno sostituito l’atto annullato, a condizione che
questo avvenga entro un ragionevole periodo di tempo che spesso è pari
a 6 mesi. → Il fatto che la corte faccia salvi gli effetti
dell’atto annullato può essere giustificato:
a. dal principio di certezza del diritto
b. dal fatto che ci possono essere gravi ripercussioni economiche
che potrebbero derivare a soggetti interessati in seguito
all’incertezza dell’interpretazione della causa.
c. dal fatto che ci sia stato legittimo affidamento (i soggetti privati
che hanno fatto affidamento sulla legalità dell’atto non ottengano
dei danni)
Quando un ricorso è ricevibile o meno?
Es. Sentenza su rinvio pregiudiziale per atti di terrorismo, nel corso della sentenza
vengono affrontate varie questioni pregiudiziali. Il governo sostiene che la terza
questione è irricevibile in quanto non espone i motivi per i quali la sentenza della
Corte è necessaria. La corte a tale riguardo, va rammentato che questioni sollevate dal
giudice nazionale, nel contesto di diritto e di fatto che individua sotto la propria
responsabilità, godono di una presunzione di rilevanza e le questioni relative
all’interpretazione MA non spetta alla corte la verifica della loro esattezza. à non è una
questione di rilevanza, né di esattezza. Viene stabilito il diniego della corte di stabilire
una sentenza se i fatti non sono applicabili, se non concerne norma D.UE. à
condizioni di ricevibilità

Non è ricevibile quando la causa


i) ha un carattere fittizio
ii) presenta questioni manifestamente irrilevanti o non pertinenti all’oggetto in causa
iii) è consultiva/ipotetica
iv) i quesiti pregiudiziali sono troppo generici o imprecisi,
v) quando l’ordinanza di rinvio è insufficiente a spiegare il collegamento con le norme
di diritto dell’UE di cui il giudice chiede l’interpretazione

Esempi.

C-569/19
Domanda pregiudiziale proposta alla Corte e pervenuta alla
Cancelleria. Due mesi di tempo per intervenire, è stato sentito
l’avvocato generale (no conclusioni) → collaborazione tra giudici?
Nel caso, la decisione di rinvio consiste in un’ordinanza
manoscritta in cui il giudice fa solo rinvio, non fornendo nessuna
informazione concernenti il fatto, le disposizioni nazionali
applicabili né la controversia con il diritto comunitario NÉ le
ragioni che hanno portato il giudice a dubitare della
compatibilità. Non soddisfando i requisiti, la CdG non può dare
una risposta al rinvio → ma anche se si riuscisse a comprenderlo,
la Corte sarebbe incompetente a rispondere perché non rientrante
nelle cause ricevibili dalla corte. La mano tesa alla corte di
potenza: il giudice di rinvio può comunque ripresentare il rinvio,
con i dovuti prerequisiti.

→ irricevibile perchè la Corte non è stata informata del dubbio e


le ragioni per cui il giudice ha pensato al rinvio, nè accenno ai
fatti di causa.
→ incompetenza: il tribunale di Potenza richiede di dare giudizio
sulla validità di una norma di diritto primario, mentre la
validità è solo per il diritto derivato.
→ sottolinea la possibilità del giudice nazionale di potersi
riavvalere del rinvio pregiudiziale nel caso riesca a soddisfare i
requisiti.

C-346/03
Pregiudiziale di validità.
Decisione della Commissione che dichiara illegale alcuni aiuti
della regione Sardegna, rivolta alla Repubblica Italiana. Due
cause con rinvii pregiudiziali, vi è domanda di riapertura della
fase orale (la quale si chiude al termine delle conclusioni
dell’avv.gen.), sostenendo che era in disaccordo con l’avv.gen. →
non si specifica però perché il contrasto, pertanto non viene
concessa la riapertura. L’atto rimane valido ed effettivo.

c 625/19.
Pregiudiziale d’Urgenza, sono scritte ragioni → in questo caso non
l’ha chiesto il giudice di rinvio ma l’ha deciso la Corte perché
rientra nello spazio di libertà sicurezza e giustizia. Il
mantenimento in custodia cautelare era funzionale all’assunzione
della cause, ergo bisogna dare una risposta veloce: causa emessa
il 22.09, decisa il 12.12.

C-368/19
Interpretazione direttiva HABITAT. Art 12 dev’essere interpretata etc… Aree di riposo
animale, se non lo è più, rimane protetta? Sarà qualcosa che il giudice nazionale deve
verificare.

Quando si può ricorrere al rinvio pregiudiziale?


1. Deve essere presentato prima che ci sia stata soluzione della causa perché se la
sentenza della corte di giustizia è necessaria ai fini della causa significa che la causa
non deve essere stata risolta.
2. Il giudice si rivolge alla corte di giustizia nel momento in cui avrà acquisito in
modo completo o comunque sufficiente tutti gli elementi necessari per la soluzione
della causa.
3. Il giudice interno deve porre la corte di giustizia nelle condizioni di poter decidere,
deve fornire tutti gli elementi necessari alla soluzione; la corte comunque può
sempre richiedere integrazioni.
4. Non può avere carattere generico o ipotetica perché la corte si deve pronunciare su
quello che l’oggetto della richiesta.
5. Deve riguardare interpretazione del diritto dell’UE e solo del diritto UE

↓es. Sentenza C-924/19 PPU(procedura pregiudiziale d’urgenza): si fa riferimento al


contesto in cui si inserisce la causa. Ci sono due cittadini afgani che sono una coppia
sposata, hanno presentato domanda d’asilo in Ungheria e che hanno dichiarato di aver
lasciato il loro stato 3 anni prima, sono arrivati in Turchia per poi passare per Bulgaria e
Serbia prima di entrare in Ungheria ove hanno presentato domanda d’asilo. Hanno
precisato che nei paesi in cui erano transitati non avevano fatto domanda di asilo ma non
avevano subito maltrattamenti. Viene individuato il giudice ungherese che sospende il
procedimento e rinvia alla Corte di giustizia: chiede se le disposizioni della
inammissibilità della domanda, possono essere interpretate, non ostano alla normativa di
uno stato membro in forza della quale una domanda inammissibile nell’ambito della
procedura di asilo qualora il richiedente sia arrivato in tale stato membro attraverso in cui
non è soggetto di persecuzioni o danni gravi o in cui è garantito un adeguato livello di
protezione. Quello che il giudice dice è che: questa coppia è arrivata da Bulgaria e Serbia,
hanno dichiarato di non aver ricevuto violenze, non hanno fatto domanda di asilo e questi
due paesi sono considerati come paesi sicuri. Altra questione del giudice ungherese è: se
le autorità dello stato membro debbano comunque garantire al richiedente di poter
instaurare la procedura di asilo anche se sia evidente che ci sarebbe l’applicazione, ai
sensi della norma interna, di una condizione di inammissibilità per essere passato in uno
stato terzo sicuro. Il giudice di rinvio ha chiesto di sottoporre il seguente rinvio alla corte
seguendo la procedura di urgenza perché questi signori sono attualmente privati, de
facto (non c’è un provvedimento restrittivo nei loro confronti ma nei fatti non possono
muoversi da dove sono), della libertà. Inoltre, i provvedimenti di trattenimento potranno
avere delle conseguenze sulla loro salute perché uno dei due è diabetico. → il caso
riguarda la vita delle persone, se il diritto dell’UE fosse contrario
alla disposizione di quel tipo il giudice dovrebbe consentire loro di
entrare, muoversi e accedere al sistema di asilo. Sentenza: la corte
di giustizia che dovranno essere ammessi al beneficio dei servizi per
coloro che sono richiedenti di asilo o di protezione internazionale e
il solo fatto che non abbiano ottenuto o ricevuto condizioni di violenze nello stato
precedente dall’ingresso in Ungheria, non è sufficiente per non far loro presentare
domanda di protezione internazionale. Significa anche che questo potrebbe essere un
caso pilota, quindi fungere da esempi per casi simili. Seguono le conclusioni
dell’Avvocato generale: fa riferimento alla causa e alle cause riunite e farà descrizione
del contesto. Fa proposta alla corte di rispondere alle questioni sollevate al giudice
ungherese ad es. aveva proposto che l’Art.33 osta una direttiva nazionale che consente di
respingere in quanto inammissibile significa che pur se non vincolata dalle conclusioni
dell’avvocato generale la corte ha deciso di seguire quanto prospettato dall’Avvocato
generale. Può essere che, essendo particolarmente difficile, la lettura delle conclusioni
consenta di avere maggiore chiarezza sulla sentenza.

Tempi? Il periodo di tempo che si usa per il rinvio pregiudiziale sino alla risposta e
alla notifica della sentenza della corte di giustizia, non computa ai fini del calcolo della
durata del procedimento nazionale, con riferimento all’obbligo del principio del
giusto processo à il tempo del rinvio non è imputabile al giudice nazionale. La durata
media dei rinvii pregiudiziali è attorno ai 24/30 mesi e per questo è previsto l’obbligo
per la corte di decidere più rapidamente possibile con la PPU.

Non ci sono limiti temporali, per ricevibilità o irricevibilità del rinvio (riguarda fatti
irrilevanti, che abbiano natura ipotetica o che il processo sia fittizio), non è un
ricorso ma uno strumento di cooperazione da giudici per questo il rinvio
pregiudiziale potrebbe andare oltre degli ostacoli che potrebbero sorgere in termini
di legittimazione ad agire, o tempi legittimi per agire, o addirittura se causa è stata
creata ad hoc.

Chi partecipa al procedimento:

1. Parti in causa nel procedimento nazionale (anche parti civili se fanno parte
della causa)
2. Stati membri
3. Istituzioni che hanno adottato atto(soprattutto se è rinvio pregiudiziale di
validità)
4. Commissione
5. Stati EFTA se l’atto in questione è rilevante per EFTA o riguarda lo spazio
economico europeo (di cui fanno parte anche altri 3 paesi non efta, tra cui
Liechtenstein, Islanda, Norvegia).

Procedimento? Una volta che la cancelleria della corte riceve il rinvio, gli assegna un
numero e lo registra, e provvede a tradurlo nelle 24 lingue ufficiali dell’UE e lo
trasmette agli stati membri e alle istituzioni(principalmente alla Commissione e alle
istituzioni che hanno emanato l’atto la cui validità è messa in dubbio).

FASE SCRITTA: La corte informa le parti che hanno diritto di presentare la propria
posizione in forma scritta a proposito del quesito del giudice, la Commissione in
questa fase può dichiarare di voler partecipare o meno così come gli altri stati
membri. Nel caso in cui ci siano rinvii pregiudiziali simili contemporanei, la corte
può decidere di riunire i rinvii pregiudiziali ai fini della sentenza e del giudizio.

FASE ORALE(non si apre sempre): si svolge l'udienza di fronte alla Corte di Giustizia,
un’udienza dove partecipano non solo il collegio giudicante ma anche l’avvocato
generale e le parti in causa(coloro che sono parte del procedimento nazionale),
commissione, stati membri che vogliono partecipare(si richiede partecipazione stati
EFTA) ; durante l’udienza tutti i partecipanti si concentreranno sui punti che
ritengono fondamentali circa l’oggetto della causa per presentare le proprie posizioni
innanzi al giudice. Ultimo atto della fase orale sono le Presentazione delle
conclusioni dell’Avvocato generale in una seconda udienza successiva: vengono lette
in udienza ma vengono anche pubblicate in forma scritta. à si può fare istanza per
riaprirla, caso molto raro che può avere luogo quando le conclusioni affrontano temi o
punti che non sono stati oggetto del dibattito in udienza tra le parti oppure quando ci
sia un’interpretazione su una norma che non è stata presa in considerazione o non è
più in vigore.

FASE DI DELIBERAZIONE: partecipano solo i giudici della corte, questi si


confrontano sui progetti di sentenza sino a quando non si raggiunge un accordo. La
lingua di lavoro è il francese ma la sentenza esce nella lingua di procedura (quella del
procedimento iniziale), normalmente esce anche in tutte le lingue dell’UE.
Una volta che la sentenza è stata emessa, il giudice si dovrà adeguare da quanto
stabilito dalla corte e riprenderà il giudizio nazionale e si avvierà alla conclusione che
dovrà obbligatoriamente prendere in considerazione la pronuncia della corte. Qualora
non sia chiara la pronuncia della corte e il giudice è convinto che alcuni quesiti non
siano stati trattati o che la corte abbia interpretato la norma sbagliata o
semplicemente abbia valutato l’interpretazione di una norma diversa lui potrà adire
ad un nuovo rinvio pregiudiziale.

Lingua del procedimento? Quella nazionale è anche quella del procedimento della
Corte, purché sia una lingua ufficiale. C’è possibilità data alle parti di utilizzare come
lingua del procedimento nazionale diversa da quella nazionale. à Es. cittadino
australiano scia con delle sciabole, sono delle armi a livello interni, viene identificato
e denunciato, non capisce italiano ma sa parlare tedesco, quindi potrà utilizzare la
lingua tedesca. (es. sentenza Bichel: camionista con coltello)

In un procedimento ci sono due parti, il ricorrente è colui che fa il ricorso invece il


resistente è l’autore dell’atto verso il quale si avvia il ricorso.

(domanda: La corte può pronunciarsi solo sui punti proposti dal giudice di rinvio? Ad
esempio, per quello che è stato rilevato dal giudice l’atto non può ritenersi invalido
ma guardando altre parti dell’atto è rilevabile la sua invalidità la corte può rendere
invalido l’atto anche se tali punti non sono stati menzionati dal giudice di rinvio? No,
l’analisi della corte verte sui punti sollevati dal giudice di rinvio, quindi dovrà esser il
giudice a sollevare la questione oppure dovranno essere le istituzioni in un altro
procedimento oppure potrebbero rendersene conto le istituzioni e quindi modificare
l’atto con un atto di modifica)

Quando è competente la Corte, e quando non lo è?

NON competente: se il diritto nazionale sia conforme a quello UE (no questioni


pregiudiziali con carattere puramente interno) MA è competente a fornire elementi di
interpretazione al giudice di rinvio per accertare la compatibilità e porre fine alla
controversia Ed è competente ad interpretare il diritto interno RIPRODUTTIVO di
quello dell’UE. Competente: riformulare la questione nazionale se imprecisa o
rettificarla nei termini che la consentano a pronunciarsi. può rispondere solo in parte
e aggiungere elementi non sollevati dal giudice di rinvio, facenti parte del diritto
comunitario, se necessari. Modificare il tipo di rinvio, o modificare l’ordine delle
questioni.

Art. 268 TFUE.


La Corte di giustizia dell'Unione europea è competente a conoscere delle controversie
relative al risarcimento dei danni di cui all'articolo 340, secondo e terzo comma.

Art. 269 TFUE.


La Corte di giustizia è competente a pronunciarsi sulla legittimità di un atto adottato dal
Consiglio europeo o dal Consiglio a norma dell'articolo 7 del trattato sull'Unione europea
unicamente su domanda dello Stato membro oggetto di una constatazione del Consiglio
europeo o del Consiglio e per quanto concerne il rispetto delle sole prescrizioni di carattere
procedurale previste dal suddetto articolo. La domanda deve essere formulata entro il
termine di un mese a decorrere da detta constatazione . La Corte statuisce entro il termine di
un mese a decorrere dalla data della domanda.

Art. 270 TFUE.


La Corte di giustizia dell'Unione europea è competente a pronunciarsi su qualsiasi
controversia tra l'Unione e gli agenti di questa, nei limiti e alle condizioni determinati dallo
statuto dei funzionari dell'Unione e dal regime applicabile agli altri agenti dell'Unione.

Art. 271 TFUE.


La Corte di giustizia dell'Unione europea è competente, nei limiti sotto specificati, a
conoscere delle controversie in materia di:

a) esecuzione degli obblighi degli Stati membri derivanti dallo statuto della Banca europea
per gli investimenti.→ Il consiglio di amministrazione della Banca dispone a tale riguardo
dei poteri riconosciuti alla Commissione dall'articolo 258;
b) deliberazioni del consiglio dei governatori della Banca europea per gli investimenti.
→Ciascuno Stato membro, la Commissione e il consiglio di amministrazione della Banca
possono proporre un ricorso in materia, alle condizioni previste dall'articolo 263;
c) deliberazioni del consiglio di amministrazione della Banca europea per gli investimenti. →
I ricorsi avverso tali deliberazioni possono essere proposti, alle
condizioni fissate dall'articolo 263, soltanto dagli Stati membri o dalla Commission e e
unicamente per violazione delle norme di cui all'articolo 19, paragrafo 2 e paragrafi da 5 a 7
inclusi, dello statuto della Banca;
d) esecuzione, da parte delle banche centrali nazionali, degli obblighi derivanti dai trattati e
dallo statuto del SEBC e della BCE. →Il consiglio direttivo della Banca centrale europea
dispone al riguardo, nei confronti delle banche centrali nazionali, dei poteri riconosciuti alla
Commissione dall'articolo 258 nei confronti degli Stati membri. Quando la Corte riconosca
che una banca centrale nazionale ha mancato ad uno degli obblighi ad essa incombenti in
virtù dei trattati, essa è tenuta a prendere i provvedimenti che l'esecuzione della sentenza
della Corte comporta.

Art. 272 TFUE.


La Corte di giustizia dell'Unione europea è competente a giudicare in virtù di una clausola
compromissoria contenuta in un contratto di diritto pubblico o di diritto privato stipulato
dall'Unione o per conto di questa.

Art. 273 TFUE.


La Corte di giustizia è competente a conoscere di qualsiasi controversia tra Stati membri in
connessione con l'oggetto dei trattati, quando tale controversia le venga sottoposta in virtù di
un compromesso.

Art. 274 TFUE.


Fatte salve le competenze attribuite alla Corte di giustizia dell'Unione europea dai trattati, le
controversie nelle quali l'Unione sia parte non sono, per tale motivo, sottratte alla competenza
delle giurisdizioni nazionali.

Art. 275 TFUE.


La Corte di giustizia dell'Unione europea non è competente per quanto riguarda le
disposizioni relative alla politica estera e di sicurezza comune , né per quanto riguarda gli atti
adottati in base a dette disposizioni. Tuttavia, la Corte è competente a controllare il rispetto
dell'articolo 40 del trattato sull'Unione europea e a pronunciarsi sui ricorsi, proposti secondo
le condizioni di cui all'articolo 263, quarto comma del presente trattato, riguardanti il
controllo della legittimità delle decisioni che prevedono misure restrittive nei confronti di
persone fisiche o giuridiche adottate dal Consiglio in base al titolo V, capo 2 del trattato
sull'Unione europea.

Art. 276 TFUE.


Nell'esercizio delle attribuzioni relative alle disposizioni dei capi 4 e 5 della parte terza, titolo
V concernenti lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, la Corte di giustizia dell'Unione
europea non è competente a esaminare la validità o la proporzionalità di operazioni condotte
dalla polizia o da altri servizi incaricati dell'applicazione della legge di uno Stato membro o
l'esercizio delle responsabilità incombenti agli Stati membri per il mantenimento dell'ordine
pubblico e la salvaguardia della sicurezza interna

Art. 277 TFUE.


Nell'eventualità di una controversia che metta in causa un atto di portata generale adottato
da un'istituzione, organo o organismo dell'Unione, ciascuna parte può, anche dopo lo
spirare del termine previsto all'articolo 263, sesto comma, valersi dei motivi previsti
all'articolo 263, secondo comma, per invocare dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione
europea l'inapplicabilità dell'atto stesso.

Art. 278 TFUE.


I ricorsi proposti alla Corte di giustizia dell'Unione europea non hanno effetto sospensivo.
Tuttavia, la Corte può, quando reputi che le circostanze lo richiedano, ordinare la
sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato .

Art. 279 TFUE.


La Corte di giustizia dell'Unione europea, negli affari che le sono proposti, può ordinare i
provvedimenti provvisori necessari.

Art. 280 TFUE.


Le sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea hanno forza esecutiva alle
condizioni fissate dall'articolo 299.

Art. 281 TFUE.


Lo statuto della Corte di giustizia dell'Unione europea è stabilito con un protocollo separato.
Il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa
ordinaria, possono modificare le disposizioni dello statuto, ad eccezione del titolo I e
dell'articolo 64. Il Parlamento europeo e il Consiglio deliberano su richiesta della Corte di
giustizia e previa consultazione della Commissione o su proposta della Commissione e previa
consultazione della Corte di giustizia.

Domanda: Differenza tra ordinanza e sentenza


Ordinanza tendenzialmente è un provvedimento interlocutorio mentre la sentenza
chiude il processo. la sentenza è la pronuncia che chiude il documento che di regola
conclude il processo con il quale la Corte si esprime.
Però possono esserci dei casi in cui la Corte decide per ordinanza:
- quando deve o risolvere una questione pregiudiziale facendo riferimento a una
giurisprudenza consolidata quindi in pratica richiama le precedenti sentenze quindi
non c'è una argomentazione particolarmente sviluppata sul punto perché si ottiene
richiamando le sentenze precedenti;
-l’ordinanza viene utilizzata in tutti i casi in cui il procedimento non è entrato nel
merito della questione ad esempio l'irricevibilità di una domanda in alcuni casi per
ordinanza,la radiazione della domanda o della causa, la riapertura della fase orale per
ordinanza perché è un provvedimento interlocutorio, il citare parti nuove nel giudizio
e un'ordinanza.
L’ordinanza è un provvedimento interlocutorio (salvo le eccezioni elencate sopra),
mentre la sentenza chiude il procedimento (distinzione generale a livello di unione
europea)

Domanda: quali sono i casi di impugnazione straordinaria


Ci sono dei casi in cui, pur essendoci stata una pronuncia della corte (soprattutto per
quanto riguarda i ricorsi), la corte sia chiamata ad intervenire nuovamente non in
sede d’appello ma nel caso in cui emergano delle criticità successivamente alla
sentenza. questo non vale nei rinvii perché non ci sono due parti ricorrenti, c’è solo il
giudice che si rivolge alla corte.
qualora il giudice ritenga che la corte sia incappata in un errore o non abbia risposto,
può sempre sollevare un nuovo rinvio pregiudiziale e può chiedere alla corte di
ripronunciarsi.
Questo concetto vale anche per la pregiudiziale di validità, sia che la corte abbia
omesso di considerare un elemento pronunciandosi per la validità dell’atto, sia che
abbia omesso un elemento pronunciandosi per l’invalidità dell’atto. Il giudice di
rinvio è sempre colui che può rivolgersi di nuovo alla corte di giustizia.
1. necessità di rettificare la sentenza (ad esempio vi sia un errore materiale o di
calcolo nella pronuncia della corte, dove ci siano delle inesattezze evidenti) in
questo caso si provvede alla rettifica della sentenza, viene proposto dalle parti
(non solo le parti del processo in senso stretto, ma tutte le parti intervenienti,
su richiesta di una di queste) una rettifica e le parti saranno chiamate a
pronunciarsi su questa rettifica. La corte si pronuncerà e vi sarà un’ordinanza
che rettifica il testo della sentenza, eliminando gli errori e rendendola
conforme a quanto deciso realmente dalla corte
Una situazione simile avviene qualora la corte avesse omesso di pronunciarsi
sulle spese
Sia se è ricevibile o meno la richiesta sia nel caso ci sia da pronunciarsi nel
merito della questione.
2. Un'altra situazione potrebbe riguardare i casi in cui un procedimento leda
l'interesse di un soggetto terzo rispetto alle parti del procedimento (quindi
viene leso nei propri interessi dalla sentenza della Corte di giustizia) però
questa parte non era stata presa in considerazione e non era stata posta nelle
condizioni di partecipare al processo ;in questo caso questa parte potrà
ricorrere e dovrà precisare chiaramente la sentenza i casi sulla base di ragioni
per le quali compie questa opposizione e la Corte anche in questo caso si
pronuncerà con ordinanza con sentenza, anche in questo caso chiederà
l'intervento sia delle parti della sentenza sia dell'avvocato generale.
3. opposizione nel caso di sentenze contumaciali: sono quelli in cui la parte
resistente/il convenuto non compare perché non si è costituito in giudizio
(caso in cui la persona in questione non si è presentata). qualora capitasse che
è la sentenza abbia avuto luogo senza che la persona si costituisca in giudizio è
possibile che la persona possa contestare questa sentenza e deve essere
proposta entro un mese dalla notifica della sentenza; nel caso di opposizione il
presidente porrà la parte che si è opposta in condizione di difendersi e poi la
Corte in questo caso statuirà con sentenza che verrà Letta ma pronunciata in
contumacia.

casi in cui la Corte si pronuncia sulla responsabilità dei danni per fatto delle
istituzioni
secondo l'articolo 268: la Corte di giustizia è competente a conoscere di controversie
relative al risarcimento dei danni di cui articolo 340.
Articolo 340 è l'articolo che riguarda la responsabilità dell'unione europea sia
contrattuale che extracontrattuale :
- contrattuale vuol dire che deriva da contratto: nei casi in cui ci sia un conflitto
sulla base di un contratto tra istituzione ed una persona fisica o giuridica, si
applicherà normalmente e relativamente al giudice competente quanto è
stabilito nel contratto, qualora non fosse inserito nulla normalmente è quello di
parte attorea è la persona fisica o giuridica.

- extra contrattuale cioè che non derivano da contratto: comportano comunque


esistenza di danni che derivano dalle istituzioni o degli agenti delle istituzioni
causato nell’ esercizio delle loro funzioni (esempio nel caso di dolo o colpa
grave) in questi casi la competenza è della Corte di giustizia.
In caso di responsabilità contrattuale che non riguarda le istituzioni ma
riguarda gli Stati membri è per violazione del diritto dell'unione: in
tutti questi casi ci deve essere
i) un comportamento illecito,
ii) un danno e
iii) un nesso causale tra danno e comportamento illecito.
La responsabilità extracontrattuale dello Stato per violazione del diritto
dell'unione è una giurisprudenza che si è consolidato nel tempo e che nasce
dalla giurisprudenza francovich:
la signora Francovich è una signora che vive in provincia di Vicenza e lui pregiudiziale e
venne sollevato dal tribunale che allora esisteva di Bassano del Grappa e dal tribunale di
Vicenza sono due cause, la sentenza si chiama Francovich/bonifaci. la signora francovich era
dipendente di un imprenditore, un certo momento gli affari vanno male e la signora
francovich perde il lavoro si rivolge ad uno studio legale competente e scopre grazie a questa
la consulenza di questi avvocati che esiste una direttiva che impone allo Stato membro di
creare un fondo cui possono attingere diciamo coloro che perdono il lavoro a causa del
fallimento del proprio datore di lavoro che è un imprenditore. la signora francovich allora fa
domanda di attingere a questo fondo ma questo fondo in Italia non era stato istituito; la
signora subisce un danno dal fatto che lo stato italiano non abbia previsto questo fondo.
a questo punto si apre una causa contro lo stato italiano; il giudice valuta che la causa si
debba risolvere applicando quella direttiva osservando però che la norma,pur se chiara e
precisa,non è incondizionata perché richiede che lo stato attivi un fondo; il giudice perciò si
rivolge la Corte di giustizia chiedendo cosa fare perché non è nella condizione di riconoscere
l'effetto diretto della direttiva. la Corte di giustizia con questa sentenza dice che se la
disposizione non ha effetto diretto (quindi qualora la norma non sia chiara,precisa e
incondizionata) allora sorge la responsabilità extracontrattuale dello Stato per violazione del
diritto dell'unione.
ma a quali condizioni? A condizione che:
- la persona interessata sia destinataria dei diritti
-che il comportamento dello Stato sia illecito (cioè contrasto con una norma)
-che la persona interessata abbia subito un danno
-che vi sia un nesso causale tra il comportamento illecito dello Stato ed il danno
In questo caso lo stato è tenuto a un risarcimento economico del danno; ad un certo
momento questa questione si è posta non solo per il comportamento dei delle
pubbliche amministrazioni ma anche per il comportamento dei magistrati dei giudici.

la Corte di giustizia restringe il campo in questo caso: da un lato ai casi in cui c'è dolo
o colpa grave del giudice; dall'altro individuando anche nella responsabilità dello
Stato il fatto che non proceda all adeguata formazione del personale giudiziario.
non è solo scaricata sul giudice sul comportamento del singolo ma anche sulla
responsabilità dello Stato che comunque è responsabile per il comportamento dei
propri funzionali per non aver adeguatamente formato con riferimento al gli obblighi
derivanti dal diritto dell'unione i propri giudici.

In ogni caso la responsabilità è sempre dello Stato e non c'è nessun obbligo in capo
allo stato,nel caso dei giudici, di rivalersi economicamente sulla persona interessata
cioè sul giudice perché è importante (dice la Corte) tenere separati il profilo della
responsabilità dello Stato per violazione del diritto dell'unione dalla questione della
responsabilità del giudice, ciò per evitare il rischio che un giudice subisca una
minaccia della pressione della richiesta economica di danno.

- La precisazione delle spese è solo per i ricorsi diretti,infatti in una sentenza


pregiudiziale c'è sempre in uno degli ultimi punti della motivazione del dispositivo
che ricorda come la Corte non statuisca le spese perché la statuizione delle spese
spetta al giudice di rinvio; perché intervenire sulle spese vorrebbe riconoscere una
parte vincente e l'altra non vincente e non è compito della Corte farlo in rinvio
pregiudiziale.
prima.
VIOLAZIONE GRAVE E MANIFESTA - non c’entra con mezzi straordinari che vengono
Articolo 340 → uno dei funzionari fornisce info sbagliata, da
questo deriva un danno (dolo o grave negligenza) e quindi se la
persona è riconducibile all’Istituzione, c’è responsabilità anche
dell’UE PER FATTO DEI PROPRI AGENTI (i.e.

le conclusioni dell'avvocato generale sono pubblicate con la sentenza anche se la Corte non le
considera per la propria sentenza?

L’avv gen interviene quando richiesto per la difficoltà o


originalità del caso. Le conclusioni anticipano → la sentenza
potrà seguire o meno ma ciò non influenza la propria pubblicazione

Silenzio assenso → se l’istituzione è silente, questo comporta


delle conseguenze:

nelle sentenze della corte si specifica nel testo se si è davanti ad un ricorso o una procedura
pregiudiziale? Si

Scrissi che la Corte di Giustizia ha un approccio sostanziale, ma a cosa si riferisce? esame di un atto: si
dice che la CDG nel valutare la possibilità di impugnare un atto, e nel pronunciarsi, guardi sempre al
contenuto e alla sostanza dell’atto e non alla forma o denominazione ossia deve produrre effetti giuridici
→ importante per ricorsi dei ricorrenti non privilegiati (ppersone) che possono impugnare atto solo quando
li riguarda dirett e indivi → non possono impugnare regolamenti (portata generale ed astrattata) e direttive
(diretti a sm) MA per evitare ipotesi in cui l’istituzioni lo chiami in un altro modo allora la CDG interpreta
che si va a guardare la sostanza dell’atto e non la sua forma. In quali casi? REGOLAMENTI ADOTTATI
DALLA COMMISSIONE CHE ERANO IN VERITA DECISIONI.

1. gravi ripercussioni economiche


2. principio del legittimo affidamento→ persone fisiche o giuridiche si sono affidate de che l’atto
fosse LEGALE e si reputava valido.
3. comportamenti delle istituzioni che inducono gli interessati all’incertezza
all’intepretazione delle norme in causa

LA FASE ORALE NON SI APRE SEMPRE, PERCHE? Su proposta del giudice relatore seguita
dall’avv generale, la fase orale non è finalizzata a ripetere la fase scritta ma affrontare eventuale
punti controversi. Quindi sarà la sezione a stabilire se vi sarà fase scritta o orale.

persona fisica e giuridica contesta allo Stato francese → ricorso per annullamento

pregiudiziale accellerato →
1. D’URGENZA
2. ACCELLERATA

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