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Le modalità di acquisizione delle somme prevedono accredito sul c/c o una liquidazione delle somme

quando l’anticipazione viene pattuita con modalità a scadenza fissa. Poiché i beni possono costituire beni di
pegno è necessario che abbiamo dei requisiti e la valutazione che fa la banca quando l’impresa consegna
merci, crediti ??? è:

 Merci: bisogna distinguere se si tratta di materie prime, semilavorati o prodotti finiti perché la
valutazione è differente in ogni caso. Per le materie prime la banca verifica che si tratti di materie
prime che eccedono la scorta minima necessaria a garantire il regolare funzionamento del ciclo di
produzione (perché se l’impresa consegna alla banca materie prime che non eccedano il limite
minimo fissato, la banca presuppone che l’impresa possa avere necessità di concludere il ciclo
produttivo e che queste materie prima di fatto non possono essere utilizzate).
 Semilavorati: la banca vuole evitare che l’impresa possa trovarsi in difficoltà relativamente
all’attività del ciclo produttivo a fronte della costituzione di beni di pegno. I semilavorati sono i
prodotti finiti per l’impresa e l’input per un’altra impresa e quindi si valuta se l’impresa che utilizza
il prodotto finito come materia prima durante il corso dell’anticipazione su pegno; perché se
effettivamente si verifica questa necessità la banca non può prendere i semilavorati come beni in
pegno.
 Prodotti finiti: il prodotto finito che era destinato ad un mercato diverso ma che alla fine non viene
venduto, viene concesso in pegno. La valutazione della banca è controllare che non si tratti di
prodotti obsoleti o fattori speculativi dell’impresa che costituisce il pegno in attesa che il prezzo nel
mercato dei beni possa incrementarsi. Poiché le imprese scelgono i prodotti finiti è legato a diversi
fattori insiti nella natura gestionale dell’impresa: tutte le imprese che operano stagionalmente
hanno la convenienza a ricorrere a questo tipo di operazione. Di solito sono imprese che producono
beni che prima di essere immessi sul mercato hanno bisogno di un periodo di stagionatura, in
generale le imprese che hanno il ciclo di produzione diverso da quello di vendita. Quando le merci
non sono disponibili per la valutazione (merci viaggianti) allora questo avviene sui documenti
rappresentativi della merce stessa. I documenti sono quelli del vettore oppure i documenti rilasciati
all’impresa dai magazzini generali che provano l’esistenza della merce depositata. Il documento dei
magazzini generali è composto da due parti: la fede di deposito e la nota di pegno (warrant).

Quando la merce non può essere trasferita per la valutazione, la banca svolge sui documenti:

 Sulla fede di deposito: attesta la proprietà dei beni e sono riportate tutte le caratteristiche di natura
merceologica dei beni depositati (nome del depositante e la scadenza del deposito);
 Sulla nota di pegno: nella quale vengono riportate le stesse identiche nozioni presenti nella fede di
pegno.

Quando il documento comprende entrambe le parti significa che il possessore ha la piena disponibilità dei
beni; se le due parti circolano separatamente significa che su queste merci è stato fatto un pegno (dato che
la banca “stacca” la nota di pegno). Il proprietario mantiene quindi il possesso della fede di deposito e con
questo può procedere alla vendita dei beni, il nuovo acquirente sa che i beni sono già concessi in pegno
presso la banca, e restituire il finanziamento alla banca infatti il prezzo di vendita equivale alla differenza tra
il valore di mercato e il finanziamento concesso.

Per quanto riguarda la valutazione dei titoli, il cliente, quando intende utilizzare titoli che ha nel portafoglio
può utilizzarli trattenendoli alla banca. I titoli possono essere:

 A reddito fisso: le obbligazioni;


 A reddito variabile: le azioni.

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La banca preferisce titoli obbligazionari e questa preferenza si esprime applicando uno scarto più basso al
tasso di interesse che si muove nell’intervallo di riferimento più vicino al valore preso in considerazione. La
banca in particolare preferisce Titoli di Stato oppure titoli emessi da imprese purché garantite dallo Stato; si
deve comunque trattare di titoli con una più facile circolazione. Quando il cliente consegna titoli a reddito
fisso a fronte di un finanziamento la banca sa di non poterli utilizzare di doverli custodire e restituire a
scadenza quando il cliente rimborserà il prestito. Se il cliente non rimborsa il prestito i titoli vanno venduti e
la banca dovrà soddisfarsi con il ricavato. Per quanto riguarda invece le azioni la valutazione della banca è
più complessa: le azioni sono una partecipazione al capitale di rischio dell’impresa e dà proprietario una
serie di diritti e doveri. Per questo il cliente può cedere alla banca azioni che sono espressione di un
portafoglio di maggioranza e di minoranza e la valutazione risulterà diversa nei due casi:

 Nel caso di pacchetto di maggioranza: se c’è più sicurezza da parte della banca, ma è vero che
costituisce un impegno gravoso perché se il cliente a scadenza fosse insolubile la banca dovrebbe
vendere il pacchetto di maggioranza e ci sono due conseguenze:
o Se si vende il pacchetto regolarmente e la banca potrebbe non rientrare nei limiti del
finanziamento concesso;
o Se non riesce a vendere il pacchetto di maggioranza, la banca non vede il rimborso
integrale del prestito non vederlo per niente.

A fronte di queste conseguenze negative le banche tendono sempre ad andare incontro all’impresa che
chiede il finanziamento rinnovando l’operazione di anticipazione (soluzione più fisiologica perché la vendita
del pacchetto non soddisferebbe comunque la banca dal di vista integrale).

Questo valutazione non si ha nel caso del pacchetto di minoranza che non influenza la gestione
dell’impresa perché si troverà una idonea collocazione sul mercato ed eventualmente garantire nel caso di
insolvenza del debitore una soddisfazione integrale del finanziamento. Il problema dei titoli è legato ai
diritti accessori, ovvero i diritti che maturano sui titoli siano essi obbligazionari o azionari di fatto, durante il
corso della vigilanza, spettano, secondo il codice civile al debitore pignoratizio fatto eccezione del diritto di
voto che spetta al credito pignoratizio (la banca). La banca che detiene il possesso dei titoli, dal momento in
cui maturano diritti accessori, dovrà comunicare al cliente il fatto e il cliente avrà la facoltà di decidere cosa
fare. Se si tratta di titoli obbligazionari il problema riguarda la dispersione delle cedole; se invece si tratta di
titoli azionari che danno vita non solo alla riscossione di debiti e eventualmente di dividendi, ma anche alla
maturazione di una serie di diritti legati alla partecipazione al capitale dell’impresa. La banca nel caso di
maturazione dei diritti deve comunicarlo al cliente (ad esempio diritto di opzione e se quest’ultimo vuole
esercitarlo dovrà far pervenire alla banca i fondi necessari per l’esercizio del diritto; i diritti quindi li esercita
la banca ma per conto del cliente anche se quest’ultimo dovrà sostenere i costi di esercizio. Tutti i diritti
accessori spettano al debitore pignoratizio (a parte il diritto di voto).

Per quanto riguarda i crediti le caratteristiche che devono avere per poter rappresentare oggetto di pegno
sono:

 Art. 2800 del CC stabilisce la necessaria notifica della cessione del credito da parte della banca al
debitore ceduto. La notifica è la condizione necessaria per l’esercizio di prelazione del credito da
parte della banca;
 Il cliente deve consegnare i documenti rappresentativi del credito alla banca e questa dovrà
conservare i documenti fino a scadenza. Può succedere però che il credito giunga a scadenza prima
della scadenza del finanziamento; in questo caso la banca riscuote il credito e accredita le somme
su un c/c infruttifero.

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Le peculiarità di questa anticipazione su pegno sono:

 Modalità di recupero del credito a fronte dell’inadempienza del debitore pignoratizio: se il


debitore a scadenza risulta inadempiente la banca deve vendere i beni oggetto del pegno e
soddisfarsi con il ricavato della vendita. Quando si tratta di crediti si verifica l’eccezione al patto
commissorio, quindi c’è sempre una sentenza iniziale di assegnazione in pagamento del credito
(ovvero la banca non vende il credito, ma aspetta che giunga a scadenza con il credito pagato
del debitore ceduto).

L’altra peculiarità dell’anticipazione su pegno di crediti è la possibile perdita di valore della garanzia
durante il corso dell’anticipazione; ciò di solito avviene per il manifestarsi di due diversi eventi:

 Il debitore può porre alla banca tutti i vizi che derivano dall’esecuzione del contratto che ha
generato il credito (quando un contratto è viziato può essere dichiarato nullo o annullabile in
base al vizio insito che può essere errore, termine o modo);
 Il credito diventa inesigibile in presenza dell’insolvenza del debitore ceduto (in questo caso il
credito non riscuote e di conseguenza neanche la banca).

Quindi la banca accetterà l’impegno solo per crediti che l’impresa (debitore pignoratizio) vanta nei
confronti delle aziende di elevato standing creditizio; perché proprio in funzione di questi aspetti
peculiari, la banca può rischiare di non entrare in possesso delle somme anticipate non per l’insolvenza
del debitore pignoratizio, ma per l’insolvenza del debitore ceduto. Quindi quali sono i crediti che
possono formare oggetto di pegno? Normalmente sono i crediti IVA, oggetto dell’anticipazione su pegni
sono crediti che l’impresa vanta nei confronti dello stato (soggetto solubile sempre).

Costo dell’anticipazione su pegno di beni indipendentemente che i beni sono crediti, titoli o merci:

 Tasso di interesse che nella scalettatura dei tassi a breve è, rispetto all’anticipazione, sopra
rispetto al tasso applicato alle operazioni di smobilizzo dei crediti.

Le anticipazioni però possono prevedere due forme di utilizzo, ovvero regolato in c/c o a scadenza fissa.
Nell’ultimo caso l’impresa sostiene il costo anticipatamente e il tasso di interesse tende ad essere
quello più basso. La variabilità del tasso di interesse all’interno del limite massimo e minimo è dovuto a
diversi fattori che attengono alle caratteristiche del bene oggetto del pegno (le banche preferiscono
anticipazioni su pegno di titoli e ciò farà sì che queste operazioni abbiano un tasso più basso); il tasso di
interesse dipende anche dalla durata dell’operazione rispetto alla quale è direttamente proporzionale:
maggiore è la durata maggiore sarà il tasso perché la durata dell’operazione include il rischio della
variazione dei beni oggetto del pegno. Il tasso di interesse è anche in funzione dello scarto applicato,
dato che quest’ultimo è una clausola fondamentale del contratto di anticipazione e va sempre
applicato: lo scarto si muove su intervallo di 20-50% e maggiore sarà lo scarto, minore sarà l’interesse,
altrimenti l’operazione sarebbe troppo costosa e non rispondente a quelli che sono gli obiettivi di un
finanziamento a breve termine. Il tasso dipende anche dalla forma tecnica: per l’anticipazione regolata
in c/c essendo il tasso di interesse commisurato agli effettivi utilizzi sarà più alto rispetto ad una
anticipazione a scadenza fissa per la quale il cliente sostiene anticipatamente il costo (operazione più
rigida e il tasso sarà più basso per contenere proprio l’eccessiva rischiosità. Il tasso dipende poi dalla
situazione economica-finanziaria del cliente che altro non è il rating del cliente; un’impresa con rating
alto segna che è più solubile) è chiaro che il tasso di interesse è più basso. Il pricing è sempre correlato
al rating perché esprime la solubilità del cliente e a fronte di una maggiore solubilità, la banca
accantona una minor quota di capitale e viceversa.

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Gli altri costi riguardano:

 Spese di custodia del bene oggetto del pegno;


 Spese fiscali per amministrazione dei beni;
 Spese di assicurazione, conservazione e trasporto dove la tipologia di bene la dovesse
richiedere.

Sono tutte spese che vanno a gravare sul debitore in funzione del tipo di bene oggetto del pegno.
Questo tipo di operazione risulterebbe favorevole alle imprese che possono rinunciare, senza creare
alcun danno all’economia della propria gestione, alla libera disponibilità del bene oggetto del pegno. In
particolare per quelle imprese che non hanno necessità di consegnare beni deperibili e beni che
rientrano nella logica extracaratteristica e alle imprese che hanno la possibilità di riconoscere eventuali
reintegri della garanzia a fronte di operazioni a più protratta scadenza. Adatta anche alle imprese a
carattere stagionale che vedono uno sfasamento del momento della produzione a vendita dei prodotti
finiti.

Riporto

Il riporto è un’operazione di breve periodo, è un’operazione tipica (Art.1548). Il codice civile dice che è
un contratto per il quale un soggetto denominato riportato trasferisce di proprietà ad un altro soggetto
denominato riportatore determinati titoli di una certa specie ad un determinato prezzo. Il riportatore
contestualmente si impegna a trasferire al riportato ad una scadenza stabilita contrattualmente,
altrettanti titoli della stessa specie, verso il pagamento di un prezzo che può essere aumentato o
diminuito rispetto alla misura convenuta.

Titoli di una certa specie


riportato riportatore
Stessi di titoli di una certa specie

La prima operazione è un’operazione che prevede una compravendita a pronti di titoli. La seconda è una
compravendita a termine. Il riporto è un’operazione di borsa utilizzata come riporto di banca o finanziario.
Nel primo caso consente al riportatore di mantenere fino al mese successivo una determinata posizione di
titoli (se fa il rialzista compra i titoli sperando poi di guadagnare sul prezzo di vendita e se non si verifica
rimanda la posizione dei titoli che è un’operazione speculativa fatta in borsa). Nel secondo caso lo scopo
della banca è ottenere un finanziamento a fronte della vendita di titoli detenuti in portafoglio. L’impresa
vende alla banca i titoli nel suo portafoglio, li smobilizza, ma si deve impegnare con la banca a restituire a
scadenza altrettanti titoli della stessa specie. Nell’anticipazione l’impresa trasferisce il possesso dei titoli,
nel riporto trasferisce la proprietà smobilizzando i titoli temporaneamente. A scadenza l’impresa dovrà
riacquistare i titoli dalla banca ad un prezzo che può essere a pronti o a termine. Nel riporto di banca, il
riportato è sempre il cliente che ha bisogno di risorse finanziarie e a fronte di questo smobilizza una parte
del portafoglio titoli di proprietà; vendendo i titoli alla banca si impegna a riacquistarli a scadenza e la banca
acquista la proprietà dei bei e può farci quello che gli pare impegnandosi a scadenza a rivenderli.
Nell’anticipazione su pegno non poteva utilizzarli, elemento fondamentale nella scelta dell’operazione.

Le caratteristiche delle operazioni sono:

 È un’operazione di borsa e nasce come operazione a carattere speculativo, serve per spostare la
posizione in titoli nei mesi successivi intanto che l’aspettativa del rialzo dei prezzi non è verificata.

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Nel riporto di borsa il riportato e il riportatore si possono scambiare i ruoli. Nel riporto di banca il
cui obiettivo è quello di realizzare l’acquisizione delle risorse finanziarie, i soggetti non possono
scambiare i ruoli, chi vende a pronti è il cliente, chi compra a termine è la banca;
 Unicità del contratto di riporto: è unico anche se abbiamo due compravendite (a pronti e a
termine). L’unicità si vede nel ruolo assunto dal riportato e dal riportatore, nell’espressione del
prezzo (prezzo a pronti e a termine) e dall’impegno che assume il riportatore di vendere ad un
termine stabilito contrattualmente altrettanti titoli della stessa specie. Il valore del finanziamento si
determina detraendo dal prezzo corrente dei titoli uno scarto prudenziale a cui si detrae anche il
tasso di interesse e quindi il riportato sostiene il prezzo e il costo anticipatamente. Lo scarto nel
riporto è solo eventuale, cioè a differenza dell’anticipazione su pegno di beni la clausola dello
scarto non è obbligatoria nel contratto. Nel caso in cui la banca decida di applicare lo scarto, esso
varia tra il 20% e il 50% calcolato sul prezzo corrente dei titoli venduti. Nel riporto non esiste una
tutela per la banca di variazioni eventuali del prezzo dei titoli a differenza dell’anticipazione in cui
avevamo lo scarto e la clausola di reintegro della garanzia e quindi la banca era tutelata. Nel riporto
l’unica tutela alla variazione del valore di titoli è la misura dello scarto applicato: se non applichi lo
scarto non si è per niente tutelato. Se i titoli si riducono/aumentano di valore per una quota
maggiore dello scarto, il residuo non è tutelato.

Il tasso di interesse si mantiene in linea con quello dell’anticipazione su pegno di titoli. Il riporto dura nel
breve periodo (1 anno, ma nella prassi operativa 18 mesi) da 1 mese al massimo 6 mesi perché essendo
un’operazione di borsa come tutti i contratti di borsa è assoggettato ad un costo che è fissato; si è
dimostrato che per durate maggiori di 6 mesi il costo fissato bollato è così elevato che non si giustifica per
un’operazione di breve periodo. Anche nel riporto maturano diritti accessori dei titoli negoziati e questi
diritti accessori spettano al riportato perché alla fine il riportato si impegna a riacquistare i titoli, fatta
eccezione del diritto di voto che appartengono al riportatore (stesse regole dei diritti accessori
dell’anticipazione su pegno di titoli).

Il riporto si estingue a scadenza, al massimo dopo 6 mesi; l’estinzione anticipata è impossibile perché
avendo una compravendita di titoli, la banca acquista la proprietà dei titoli e li utilizza fino a scadenza. Il
riporto si estingue anche in presenza di inadempienza del debitore e in questo caso in virtù dell’art. 1551
del codice civile i contraenti trattengono quello che hanno ottenuto. Su questo punto interviene la
normativa ABI, la normativa di settore, che stabilisce che le banche sono sempre solubili e il problema è del
riportato. Per eventuali appropriazioni indebite della banca, in caso di inadempienza del debitore, la banca
deve procedere alla vendita dei titoli sul mercato e soddisfarsi sul ricavato della vendita dei titoli.

Operazioni su valori mobiliari

Vediamo come i titoli sono utilizzati per una domanda di credito monetario o dei titoli stessi:

 Domanda di credito monetario: riporto e anticipazioni su pegno di beni;


 Domanda dei titoli: riporto, mutuo titoli, pronti c/termine.

Per la domanda di credito monetario il cliente richiede il ricorso allo smobilizzo di crediti per ottenere
liquidità dalla banca. Per la domanda dei titoli il cliente vuole proprio ottenere dei titoli dalla banca. Le
differenze sono:

 Aspetti giuridici:

Nel riporto la banca acquista la proprietà dei titoli; nell’anticipazione acquista il possesso.

 Modalità di espressione del prezzo:

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Nel riporto il prezzo non può essere variato durante il corso dell’operazione. Nel riporto il tasso di interesse
viene calcolato nella prima operazione a pronti e applicato al valore del titolo decurtato dello scarto e viene
sostenuto nell’operazione a pronti e poi rimane invariato. Nell’anticipazione in c/c la banca può variare il
tasso in sintonia con i movimenti del costo del denaro;

nell’anticipazione su pegno di beni regolata in c/c (solo qui) il tasso può variare se ad esempio indicizzato
all’inflazione (può variare a seconda delle condizioni mercato).

 Garanzia (modalità di tutela della banca a fronte di queste operazioni):

Nel riporto lo scarto non tutela la banca da variazioni del valore dei titoli (la garanzia è collegata allo scarto
applicato). Inoltre nel riporto non è obbligatorio applicare lo scarto e non c’è la clausola di reintegro.
Nell’anticipazione ciò è consentito.

Per quanto riguarda la domanda dei titoli l’obiettivo non è ottenere liquidità ma ottenere titoli utili per
effettuare diverse operazioni. Si chiedono titoli perché tipicamente avviene nelle gare di appalto pubblico in
cui il committente può essere richiesto garanzie come titoli per tutelarsi da rischi di durata e sopravvivenza
(questo è il perché l’impresa richiede titoli).

 Il riporto è la stessa operazione come il credito monetario, cambiano però i ruoli dei soggetti: la
banca è il riportato e il cliente il riportatore. In questo caso il cliente richiede titoli alla banca, invece
di un finanziamento come nel riporto finanziario.
 Mutuo titoli;

Lo schema del mutuo titoli:

Mutuante Trasferisce di Mutuatario A scadenza del trasf. di Mutuante venditore


venditore (banca) proprietà acquirente (cliente) proprietà (banca)
Sotto il pagamento di una
Su costituzione di una
commissione
garanzia

Il mutuo titoli tecnicamente è come l’operazione di riporto, ma il cliente è il mutuatario e la banca il


mutuante (soggetto che vende a pronti). La banca vende sotto richiesta del cliente una serie di titoli; a
fronte di questo trasferimento di proprietà la banca chiede al cliente di costituire una garanzia. Il
mutuatario venderà poi altrettanti titoli della stessa specie e la banca deve ricevere una commissione da
parte del mutuatario che è direttamente proporzionale al valore nominale dei titoli oggetto del mutuo. A
questo punto la banca restituisce al cliente le garanzie ricevute ed eventuali proventi maturati sulle
garanzie. Le caratteristiche sono:

 Costituzione di una garanzia: titoli di diversa specie rispetto ai titoli della compravendita, denaro
contante, personale (fideiussione); il valore della garanzia è superiore al valore dei titoli oggetto
dell’operazione. È possibile inserire la clausola di reintegro della garanzia, per ristabilire eventuali
cali di prezzo;
 Tutti i valori mobiliari possono far parte di questa forma tecnica con durata non superiore ai 12
mesi (obbligazioni e azioni, nazionali ed internazionali);
 Diritti accessori spettano al mutuatario, compreso il diritto di voto (a meno che per il diritto di voto
non ci sia una scelta diversa da parte della controparte.

Altra operazione di domanda di titoli sono i pronti c/termine. La banca vende titoli a pronti e li acquista a
termine. Nei pronti c/termine cambia l’obiettivo e il ruolo dei soggetti. Riguarda titoli non scelti dalla banca
ma specificatamente richiesti dal cliente. L’obiettivo è ottenere titoli da porre a garanzia che ho avuto
commissionato (soddisfare le esigenze di titoli richiesti dal cliente).
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Tecnicamente l’operazione è la stessa, ma cambia l’obiettivo e titoli oggetto di scambio. Ciascuno di queste
operazione presenta delle peculiarità nei titoli scelti, nella durata e la remunerazione (obiettivo comune).

Titoli Durata Remunerazione


Riporto Titoli azionari, 30gg (salvo rinnovo Differenza prezzo a
obbligazionari e cum dell’operazione) pronti e prezzo a
warrant termine
Mutuo Tutti i tipi di valori 12 mesi Commissione calcolata
mobiliari sul valore nominale dei
titoli oggetto del mutuo
Pronti c/termine Titoli di stato e 6 mesi Differenza tra prezzo a
obbligazioni pronti e prezzo a
termine

Caratteristiche del credito a medio/lungo periodo


Per medio periodo intendiamo dai 3 ai 5 anni. Per lungo periodo oltre i 5 anni. Le operazioni sono:

 Mutuo ipotecario;
 Leasing;
 Apertura di credito.

Le caratteristiche del credito a medio/lungo periodo sono:

 Si tratta di operazioni finanziarie per l’acquisizione di capitali di media lunga scadenza. Finanziano
fattori della produzione a fecondità ripetuta ovvero che svolgono per più anni la loro attività. Sono
forme di finanziamento più rigide, ovvero il prestito va rimborsato a delle scadenze ben definite
secondo un piano di ammortamento stabilito rigidamente (non si adatta a flussi di cassa
dell’azienda). Vi è un’eccezione ovvero che l’impresa può riscattare, restituendo le somme in via
anticipata;
 Ammontare: finanziano tutte le attività che prevedono un impegno finanziario notevole rispetto
alle dimensioni del cash flow aziendale (per questo si parla di copertura di medio lungo periodo);
 Durata: sempre e comunque superiore ai 18 mesi.

Finanziano il capitale fisso dell’impresa. Un’azienda razionale ricorrerà ad un finanziamento di medio/lungo


periodo nel momento in cui deve acquistare un fattore che rilascerà la propria utilità in più peridi.

Mutuo

Il mutuo, regolato all’art. 1813 del C.C., è un contratto in base al quale si prevede l’erogazione di una
somma di denaro dietro restituzione da parte del beneficiario a scadenza. L’elemento di differenziazione
dagli altri finanziamenti è che il piano di rimborso è rigidamente predefinito al momento di stipulazione del
contratto (caratteristica de mutuo). Alla scadenza l’impresa avrà l’obbligo di restituire parte del
finanziamento tramite una rata, composta da quota capitale e quota interessi. Facendo riferimento al
mutuo ipotecario, a fronte di un finanziamento di medio-lungo periodo viene costituita un’ipoteca di 1°
grado sui beni oggetto della transazione (condizione necessaria). Infatti nel breve di solito non viene fatto
l’ipoteca perché troppo onerosa. Il grado rappresenta cronologicamente l’odine in cui vengono costituite le
ipoteche.

Il mutuo richiede la costituzione di garanzie reali:

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 Ipoteca di 1° grado sul bene oggetto dell’operazione qualora si tratta di finanziamenti fondiari,
come del resto ha recentemente ribadito il T.U.;
 Il privilegio in caso di prestiti alle imprese industriali per l’acquisto di impianti e macchinari che è
una garanzia di tipo reale che si costituisce in base alla natura del credito, su impianti e macchinari
per rafforzare giuridicamente il credito. Si divide in legale o convenzionale (lo sancisce la legge o lo
prevedono le parti).

Si divide anche in generale per i beni mobili e speciale per i beni immobili. A cosa serve il mutuo ipotecario?

 Finanzia le imprese per l’acquisto di fattori a fecondità ripetuta (mobili, immobili, automezzi e
scorte);
 Per il reintegro delle spese sostenute per l’acquisto di beni (mobili, immobili industriali, impianti e
scorte) però entro 2 anni del sostenimento della spesa (l’azienda potrebbe avere bisogno della
liquidità spesa);
 Finanziare le famiglie per l’acquisto di immobili.

Le caratteristiche del mutuo:

 Definizione del valore di finanziamento: il valore del finanziamento è dato dall’applicazione di uno
scarto prudenziale al valore del bene oggetto della transazione;
 Politica dello scarto: le famiglie hanno una rischiosità intrinseca diversa rispetto alle imprese e a
fronte di ciò lo scarto è più basso per le famiglie (20%), per le imprese (30%); le famiglie sono più
solubili dato dal flusso di reddito percepito dalle famiglie;
 Durata del finanziamento: va da 3 a 10/15 anni; se il cliente è la famiglia il mutuo arriva anche a
20/30 anni; per le imprese sono massimo 15 anni anche se le banche tendono a ridurre di solito a
10 anni perché è più rischioso e le banche non hanno strumenti per valutare il merito creditizio nel
lungo periodo;
 Modalità di rimborso: prevede un piano di rimborso rigidamente predefinito. Le rate possono
essere trimestrali, semestrali o annuali; ogni quota è creata da una quota capitale e una quota
interessi. La quota capitale rappresenta la parte di finanziamento effettivamente rimborsata in
quella tranche. La quota interessi rappresenta la remunerazione che l’impresa deve dare alla banca
relativamente al finanziamento, commisurata al debito residuo.

Ci sono due tipi di ammortamento del debito:

 Italiano;
 Francese.

Per quanto riguarda quello italiano abbiamo l’andamento della rata decrescente nel tempo perché la quota
capitale rimane costante e diminuisce la quota interessi.

Per quanto riguarda quello francese abbiamo un andamento della rata costante. Il modello francese è
quello preferito dalle banche perché la costanza della rata prevede la restituzione del debito attraverso
l’aumento della quota capitale e la diminuzione della quota interesse perché riducendosi il debito residuo
diminuisce l’interesse.

C’è un periodo di pre-ammortamento non superiore a 2 anni nel quale si prevede il pagamento della quota
interessi e non di quella capitale, soprattutto per le imprese che fanno start-up perché hanno necessità di
liquidità.

Il costo complessivo del finanziamento si compone di una serie di elementi:

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 Tasso di interesse + lo spread (lo spread è la variabile concorrenziale perché il cliente va verso la
banca con uno spread più basso);
 Spese di istruttoria di fido e iscrizione dell’ipoteca;
 Imposta sostitutiva nella misura del 2% dell’imposta erogata (ridotta a 0,25% se per prima casa);
 Spese notarili.

Tasso di interesse: è il prezzo del credito, è sempre indicizzato ad un paniere di beni oppure ad un tasso di
riferimento (prime rate: tasso definito periodicamente dall’ABI e applicato alla clientela migliore; tasso sui
mutui: ricondotto all’Euribor, ovvero il tasso a cui viene scambiato sul mercato interbancario l’euro, cioè il
tasso al quale le banche scambiano liquidità) oppure agganciato al tasso di rendistato, quello cioè
riconsociuto ai titoli di stato; ultimamente per favorire la ripresa dell’economia i tassi sui mutui possono
avere come riferimento il tasso della BCE che è bassissimo, se non nullo o negativo. Lo spread rappresenta
quella misura volta a remunerare la banca per quella parte di remunerazione non adeguata, riferibile ai
tassi (quando i tassi sono bassi, lo spread tende ad aumentare). È l’unico elemento per cui la banca ha
piena discrezionalità.

Le spese di istruttoria di fido e iscrizione dell’ipoteca fanno riferimento al procedimento di affidamento del
cliente.

L’imposta sostitutiva fa riferimento al costo complessivo di tutte quelle spese a cui la banca va incontro
quando concede un finanziamento.

Le spese notarili fanno riferimento alle spese sostenute a causa dell’intervento del notaio e ha l’onere di
dover verificare che i beni oggetto di transazione non sono beni aggravati da garanzie che potrebbero
ridurre il diritto di prelazione della banca nell’eventuale vendita del bene per soddisfarsi.

Leasing finanziario

Il leasing è un contratto regolato da leggi speciali, disciplina della riserva di proprietà. Consiste
nell’acquisizione di fattori a fecondità ripetuta cioè quelli che apportano il loro contributo per più tempo.
Non è un contratto tipico come il mutuo. Il leasing può essere:

 Mobiliare;
 Immobiliare;
 Agevolato.

Definizione: contratto mediante il quale un soggetto (il locatore) acquista un bene mobile o immobile su
indicazione del locatario, concedendolo dietro pagamento di un canone periodico.

La banca
acquista la Creazione del bene
proprietà del specifico per
bene Produttore del l’azienda
bene

Banca Pagamento dei Azienda


(locatore) canoni 9 locataria
locazione

Leasing operativo: fornire un’utilità durevole all’impresa di un determinato bene (beni standardizzati).

Leasing finanziario: finalizzato ad ottenere un finanziamento di un bene a fecondità durevole (beni non
standardizzabili).

Nel primo il canone è il corrispettivo per l’uso del bene. Nel secondo il canone è il rateo del prezzo del bene.

Nel primo il riscatto non c’è del bene a scadenza. Nel secondo il riscatto è una clausola fondamentale del
contratto.

Le caratteristiche:

 Il canone comprende quota di ammortamento del bene, interessi sul capitale investito, spese di
istruttoria, premio dell’assicurazione furto ed incendio;
 Durata: pari alla vita economica del bene oggetto (canone periodico costante nel tempo);
 Scadenza del contratto: il cliente deve corrispondere alla banca un prezzo di riscatto che è molto
basso (1% del valore del finanziamento) perché contrattualmente c’è una clausola per cui il bene
deve essere riscattato necessariamente (nel leasing operativo il prezzo è invece molto alto, si parla
di maxi canone); la clausola è la lettera di ripresa che fa riferimento all’obiettivo di non smaturare il
carattere puramente finanziario del leasing finanziario.

Soprattutto per le piccole imprese il leasing finanziario dà la possibilità di rinnovare periodicamente gli
impianti per fare sì che l’impresa stia al passo con l’evoluzione; l’impresa può favorire del fatto che per il
periodo di durata dell’operazione non ci sono ingenti immobili e quindi c’è uno snellimento del bilancio fino
a scadenza l’immobile non è nel bilancio; un altro vantaggio è che nel leasing viene finanziato l’intero valore
del bene (senza scarto come nel mutuo) e inoltre nel leasing non vengono chieste garanzie su beni di
proprietà dell’impresa (tanto la banca ha la proprietà del bene fino a scadenza del contratto). La banca ha il
solo vantaggio del rafforzamento del rapporto con il cliente.

Per quanto riguarda gli svantaggi: la banca è severa nei canoni del leasing, a differenza del mutuo che il non
pagamento di una rata comporta la messa in mora del cliente. Quando non si ha la proprietà del bene e si
ha una rivalutazione del bene, l’impresa non può iscriverla nel bilancio.

Apertura di credito a scadenza determinata

Questa operazione tecnicamente non può essere un’alternativa del mutuo e del leasing. La scadenza
rientra nel limite di 5 anni, o comunque pe periodi non superiori a 7 anni.

Caratteristiche:

 È erogata con rilascio della somma sul c/c dell’affidato (la banca accredita le somme sul c/c ma non
le mette a disposizione del cliente e quest’ultimo usa queste somme a propria discrezione, pagando
gli interessi solo sugli utilizzi;
 La restituzione delle somme avviene secondo un piano di rimborso pattuito di comune accordo con
l’affidato (questo piano di ammortamento è definito dal cliente e dalla banca in base alle esigenze
del cliente). Il cliente non sa quando deve pagare e per questo non esiste un piano di rimborso
generalizzato;

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 È assistito da garanzie reali: a fronte di questo finanziamento viene richiesto l’ipoteca su di un ben
di proprietà dell’impresa. A scadenza è l’impresa che deve richiedere la fine dell’ipoteca se no la
banca non la cancella. Questa tipologia di operazione viene anche chiamata apertura di credito
ipotecaria.

CREDITI DI FIRMA (04-12-17)
I crediti di firma sono impegni e garanzie rilasciate dalla banca su richiesta della clientela. Questo
non determina una movimentazione di cassa visto che la banca non esborsa fondi. Caratteristiche:
         Le motivazioni del cliente a richiedere questa forma sta nella necessità di poter
procedere in maniera agevolata alle transazioni di natura commerciale. Un altro motivo è
quando l’impresa si trova a partecipare a gare d’appalto o aste. Un’altra motivazione è
legata alla possibilità di accedere a determinati settori di mercato di capitali per il
reperimento di risorse a condizioni più vantaggiose.
         Modalità di iscrizione in bilancio: essendo crediti di natura non finanziario si chiamano
“off balances sheets” perché vengono evidenziate sotto la riga del bilancio. Se l’operazione
è a buon fine e il cliente non utilizza la garanzia l’operazione continua ad essere evidenziata
sotto la riga. Se un credito di firma si trasforma in credito per cassa per mancato buon fine
dell’operazione allora viene evidenziato il movimento nell’ambito di tesoreria della banca.
         Scadenza delle operazioni: sono sempre di breve periodo, solitamente 3, 6 o anche 12
mesi salva la possibilità di rinnovo.
         Modalità di espressione del costo dell’operazione: visto che non determinano
movimento nella tesoreria della banca, la banca determinerà il prezzo dell’operazione in
termini di commissioni per il servizio reso.
         Le tipologie dei crediti di firma sono:
o   Fideiussione
o   Avallo
o   Accettazione bancaria
o   Credito documentario
 
FIDEIUSSIONE
La definizione è contenuta nel cc  “La fideiussione è un contratto mediante il quale un soggetto
fideiussore (banca) garantisce l’adempimento puntuale dell’obbligazione assunta da un proprio
cliente (l’impresa) che diventa garantito”. Se a scadenza il garantito non adempie all’obbligazione
assunta la banca adempierà al posto suo. La fideiussione si concretizza in una lettera di credito.
In funzione dei parametri utilizzati per una più agevole classificazione abbiamo più esempi di
fideiussione bancaria. In base a come variano questi parametri distinguiamo diverse forme di
fideiussione. I parametri sono la durata della fideiussione (la scadenza può essere determinata o
indeterminata, raramente viene usata quella indeterminata), la natura dell’operazione per la
quale la fideiussione viene richiesta (a seconda che la fideiussione si indirizza alle gare d’appalto
oppure nell’apertura di scambi mercantili con l’estero la fideiussione assumerà diversa
denominazione) e le caratteristiche dell’obbligazione garantita e in funzione di esse distinguiamo:
         Obbligazioni di fare: queste obbligazioni devono rispettare le clausole contrattuali
sottoscritte dall’impresa. Le fideiussioni a fronte di obbligazioni di fare sono le:

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o   Garanzia di restituzione di anticipi per fornitura: in questa forma abbiamo 2
oggetti che si trovano a dover operare in un rapporto di scambi commerciali.
L’impresa cliente della banca acquista merci all’estero, il fornitore estero chiede
sempre un anticipo per la fornitura richiesta. Se non c’è la fideiussione quando
l’impresa effettua l’anticipo sta nel buon senso dell’impresa fornitrice rispettare gli
obblighi contrattuali relativamente a quello negoziato. Se a fronte dell’anticipo
ricevuto l’impresa fornitrice non rispetta gli obblighi contrattuali (es tempi
negoziati, quantità di merce, tipologie di merce) e quindi non invia le merci e non
restituisce l’anticipo, l’impresa potrà chiedere allora alla banca una fideiussione per
garantirsi l’eventuale recupero dell’anticipo dato al fornitore. Quindi o restituisce
l’anticipo il fornitore oppure lo farà la banca.
o   Garanzia di appalti: una volta che un’impresa si aggiudica una gara d’appalto
essa si impegna a dover terminare il lavoro nei tempi e nei termini stabiliti.
L’impresa committente per avere la sicurezza che l’impresa che ha vinto la gara
adempia in modo corretto chiede all’impresa stessa il rilascio di una garanzia che
può essere rappresentata da titoli o nel nostro caso da una fideiussione bancaria. Se
non si rispettano i termini stabiliti l’impresa dovrà pagare una penale e se questa
non la paga l’impresa inadempiente sarà la banca a pagare per essa.
         Obbligazioni di non fare: queste obbligazioni devono rispettare le clausole contrattuali
sottoscritte dall’impresa. Le fideiussioni a fronte di obbligazioni di non fare sono le:
o   Garanzia temporanea import/export: tutti i passaggi delle merci non dell’UE
sono sottoposti a dazi doganali, alcuni prodotti possono essere esportati o importati
in via temporanea (es materie prime dall’Italia alla Cina per un processo di
lavorazione e dopo vengono riportati dalla Cina in Italia per essere vendute), queste
importazioni/esportazioni temporanee possono non essere soggette a dazi
doganali. La dogana può richiedere all’impresa che importa/esporta una
fideiussione bancaria che serve a evitare che un trasferimento non si trasformi da
temporanea a definitiva. Così se dovesse diventare un’esportazione/importazione
definitiva visto che l’impresa deve pagare i dazi non pagati al momento della
temporanea transazione, la dogana è certa che riceverà i dazi più gli interessi di
mora perché l’impresa è assicurata dalla banca. Se quindi il cliente non paga, il
credito di firma concesso dalla banca diventa un credito monetario.
         Obbligazioni di dare: fanno riferimento a obbligazioni di natura monetaria. Esempi
tipici sono:
o   La polizza di credito commerciale: “è un documento che contiene una
dichiarazione di riconoscimento di un debito a breve termine da parte di
un’impresa”.
  Essa non è un titolo di credito. Quindi l’impresa che ha bisogno di
finanziamento emette un documento con il quale riconosce l’esistenza di un
debito di importo corrispondente al fabbisogno di finanziamento in essere.
Es ha bisogno di 100.000 ed emette un documento nel quale riconosce un
debito di 100.000. Nel documento vengono evidenziate: l’ammontare del
debito, la data di scadenza del debito (breve periodo 3-6 mesi), l’ammontare
dell’interesse praticato (differenza fra polizza e il suo valore di rimborso), la
denominazione della banca presso la quale deve essere effettuato il
pagamento del debito a scadenza (essa rappresenta la garanzia perché
allegata a questa polizza abbiamo la fideiussione bancaria con la quale la
banca si impegna per il buon fine del credito nei confronti dell’investitore

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(che acquista questo documento), così se non è l’impresa che effettua il
pagamento sarà la banca). Questo credito può essere anche negoziato sul
mercato e circola nel mercato monetario.
  È trasferibile e può circolare liberamente legittimando al rimborso i
portatori che l’acquistano, chiunque possiede il documento è legittimato a
ricevere il rimborso del debito.
  Il costo complessivo è determinato dalle seguenti componenti:
                                                                                 I.            Tasso di interesse: riconosciuto

all’investitore che acquista la polizza di credito commerciale. È in


linea con i tassi di mercato relativamente alla durata e al rischio della
controparte.
                                                                               II.            Commissione: da corrispondere

alla banca per il rilascio della fideiussione ed è compresa fra lo 0,5 e


l’1,5% applicata sul valore nominale del credito e rapportata al rating
dell’emittente.
                                                                             III.            Commissione di negoziazione, è la

commissione che il cliente paga quando è la banca stessa che


procede al collocamento della polizza di credito commerciale sul
mercato.
                                                                            IV.            Imposte di bollo, è la componente

di costo di natura fiscale.


  Possibili vantaggi:
         Per l’impresa emittente è la disponibilità di una forma di
finanziamento a breve termine alternativa a quelle offerte dal canale
bancario.
         Per l’investitore sono:
o   la componente remunerativa che è abbastanza
competitiva
o   La possibilità di diversificare il portafoglio impieghi
o   La liquidità dell’investimento (grazie alla presenza della
garanzia)
o   La garanzia di buon esito dell’operazione
o   Le cambiali finanziarie: viene riconosciuto alle pmi, ed è riconosciuto a partire
dal 1994. È dedicato all’impresa per la raccolta diretta di risorse finanziarie a breve
temine.
  È un titolo di credito all’ordine emesso in serie con una scadenza
compresa fra i 3 e i 12 mesi. (con delibera CICR è stata spostata a 36 mesi)
  È equiparata alla cambiale ordinaria, da cui trae tutte le caratteristiche
formali come la denominazione di cambiale, la promessa di pagamento di
una somma prestabilita, la data e il luogo di pagamento, il nome del
prenditore, la firma dell’emittente; viene inoltre indicato il capitale sociale
dell’emittente e l’ammontare complessivo di cui fa parte l’emissione;
  Taglio minimo di 51.645 €;
  Si trasferisce mediante girata che deve essere senza garanzia (cioè l’unico
debitore è l’emittente).
La disciplina attuale consente l’emissione di cambiali a tutti i soggetti quotati e non;
tuttavia in funzione delle caratteristiche dei soggetti emittenti, la cambiale
finanziaria deve presentare la garanzia di un intermediario finanziario vigilato.

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Sono abilitate tutte le società finanziarie a emettere cambiali finanziarie ma non le
banche.

Emittenti Società quotate Società non quotate


            Società finanziarie        Società finanziarie
Caratteristiche degli sottoposte a vigilanza sottoposte a vigilanza
emittenti prudenziale prudenziale
         Società non      Società non finanziarie
finanziarie
  L’emissione deve essere Emissione nei limiti del
  contenuta nei limiti del patrimonio A CONDIZIONE
Emissione cambiali patrimonio (il doppio del CHE:
finanziarie capitale sociale sottoscritto -   Gli ultimi 3 bilanci in utile
e versato al momento -   L’ultimo bilancio
dell’emissione + riserve) certificato
-   Garanzia fideiussoria
dell’intermediario
 
 
  Il costo complessivo è determinato dalle seguenti componenti:
         Tasso di interesse: riconosciuto all’investitore. Il rendimento si
esprime come differenza fra prezzo di acquisto e prezzo di vendita.
         Commissione: nella misura compresa fra lo 0,1 e lo 0,5%.
Dipende anche dal grado di affidabilità dell’impresa debitrice.
         Commissione di negoziazione, riconosciuta agli intermediari
incaricati al collocamento sul mercato che varia tra lo 0,1 e lo 0,3%
         Imposte di bollo pari allo 0,01%. Esenzione per quelle emesse in
modalità dematerializzata.
AVALLO
Definizione  “l’avallo è una garanzia cambiaria che viene rilasciata da un terzo soggetto
(avallante) che appone la sua firma di accettazione di avallo sulla cambiale assumendo gli stessi
obblighi cambiari del soggetto avallato”.
In questo caso l’avallante è la banca che risulta avallata dalla banca quindi ce certezza di
pagamento a scadenza. L’impresa chiede questa forma spesso nelle transazioni commerciali
internazionale di importo rilevante (importi non inferiori a 51.000). La banca avallante richiede che
la cambiale sia domiciliata presso i propri sportelli perché deve verificare che a scadenza l’impresa
effettui il pagamento, se l’impresa non paga sarà la banca a pagare. Quindi la condizione
necessaria per il rilascio della garanzia di avallo è la domiciliazione del pagamento presso gli
sportelli della banca avallante.
ACCETTAZIONE BANCARIA
L’impegno della banca è quella di garantire l’obbligazione di un cliente. La banca nell’accettazione
bancaria diventa obbligato principale.
L’operazione consiste in questo: abbiamo l’impresa cliente della banca che ha bisogno di
finanziamento e non si rivolge direttamente alla banca ma chiede di garantire alla banca questo
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finanziamento. L’impresa traente spicca una tratta sulla banca ed essa nel momento in cui accetta
la cambiale appone la sua firma diventando obbligato principale. Dopo di questo la banca
restituisce la cambiale all’impresa traente che immetterà nel mercato (Inoltre potrebbe richiedere
alla banca stessa di immetterla nel mercato oppure richiederlo ad un altro intermediario).
L’obiettivo è comunque quello di trovare qualcuno disposto a comprare la cambiale nel mercato.
L’investitore finale che ha acquistato la cambiale andrà a chiedere direttamente alla banca
l’importo della cambiale e la banca deve pagare e restituire all’investitore il valore
dell’investimento (comprensivo degli interessi maturati).
Quindi l’impresa traente si impegna nei confronti della banca a far pervenire i fondi necessari al
pagamento della cambiale prima della scadenza, se ciò non accade il credito per firma si trasforma
in credito per cassa. Anche in questa forma si trasferisce la cambiale con la clausola senza
garanzia, questo vuol dire che l’unico obbligato di pagamento a scadenza è la banca accettante.
L’accettazione bancaria solitamente scade dopo 3 mesi con possibilità di rinnovo ma massimo per
un totale di 6 mesi.
Costo complessivo è dato da:
         Commissione di accettazione: corrisposta alla banca accettante nella misura dello 0,1 -
0,5% del valore nominale della cambiale stessa espressa in termini annui.
         Commissione di negoziazione: è la commissione che deve essere corrisposta alla banca
che colloca la cambiale sul mercato (normalmente tra lo 0,1 e lo 0,3% del valore nominale
della cambiale emessa)
         Rendimento: è la misura della quota interesse maturata sull’operazione di
finanziamento, normalmente è in linea con i tassi del mercato monetaria (solitamente BOT
con medesima scadenza). Il rendimento si esprime come differenza fra prezzo di acquisto e
prezzo di vendita del titolo cambiario.
Imposta di bollo (0,01): solo se il collocamento non viene fatto della banca accettante ma da un altro
intermediario. Ridotta rispetto al 12 per mille sulle cambiali ordinarie.

CREDITI DOCUMENTARI

Il credito documentario è un'operazione bancaria (lettera di credito) universalmente utilizzata per il


regolamento di transazioni commerciali interne ed internazionali.

Più precisamente, un credito documentario può essere definito come l'impegno scritto di una banca
(emittente) emesso per ordine di un Compratore (Ordinante) a favore di un venditore (Beneficiario) ad
effettuare un pagamento (a vista o differito) contro ritiro di determinati documenti giudicati conformi al
testo del credito stesso. È il testo del credito che definisce quali documenti dovranno essere presentati e
con quali caratteristiche, ma, come si comprenderà meglio di seguito, il documento più importante per
queste operazioni è il documento di trasporto, che attesta l'avvenuta spedizione della merce.

Nelle transazioni commerciali ed in particolare nel commercio internazionale le parti risiedono infatti in
luoghi distanti e sovente hanno difficoltà a concludere affari perché hanno esigenze di salvaguardia diverse
e contrapposte, il credito documentario è lo strumento che la prassi bancaria e commerciale hanno messo
a punto per ovviare a questo inconveniente. In queste operazioni il principale rischio che ciascuna parte si
trova a fronteggiare è l'inadempimento contrattuale della controparte (mancata spedizione della merce, o
spedizione tardiva, da parte del venditore; mancato pagamento da parte dell'acquirente). Orbene, il credito
documentario nasce appunto per mitigare questo rischio, in quanto chi spedisce (il venditore, beneficiario
del credito) può fare affidamento sul fatto che, se rispetterà tutte le condizioni del credito, verrà pagato da
una banca, mentre chi acquista è consapevole che la propria banca pagherà solo a fronte di presentazione
di documenti conformi, e che in particolare la spedizione ha avuto luogo nei modi e nei termini prestabiliti.
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Il credito documentario, che richiede la forma scritta, storicamente nasce nella forma di "lettera" (da cui la
denominazione alternativa e ancora oggi frequentemente utilizzata di "lettera di credito"), ma il cui
contenuto è così delicato da richiedere meccanismi di verifica reciproca dell'autenticità del mittente;
l'evoluzione tecnologica ha consentito di affinare questo punto, evidentemente essenziale per lo sviluppo
dello strumento, con l'introduzione dei sistemi di cifratura telex, prima, e ora swift, cosicché oggi il credito
documentario assume la forma di un particolare messaggio standardizzato di rete swift.

L'operazione è regolata dalle "Norme ed usi uniforni della CCI relativi ai Crediti Documentari". (Norme ed
Usi Uniformi o N.U.U.) elaborate dalla Camera di Commercio Internazionale (CCI)a partire dal 1933. Si tratta
di un complesso di "norme" contenute in vari testi (Brochure) periodicamente aggiornati. L'ultima versione
è la Pubblicazione (Brochure) n.600 entrata in vigore il 1º luglio 2007. Già da molti anni non è più prevista
una specifica adesione alle NUU per Paese in quanto un credito documentario per essere sottoposto alle
NUU deve esplicitamente riportare questa condizione al suo interno. Al proposito l'articolo 1 delle ICC NUU
No. 600 prevedono " .......quando il testo del credito indica espressamente che esso è soggetto alle presenti
norme. Giova ricordare che il termine di "norme" è in parte fuorviante: non si tratta infatti del disposto
giuridico di qualche organismo sovranazionale (non essendo tale la CCI, che è un organo di diritto privato),
ma di "regole" o "clausole d'uso" che tutte le parti coinvolte si impegnano a rispettare e a far rispettare in
ciascuna delle fasi in cui il credito documentario si articola, dall'emissione fino all'esame dei documenti, in
modo tale da garantire omogeneità di comportamenti anche in sistemi giuridici talvolta molto differenti tra
loro. Ad ulteriore conferma della natura "pattizia" e non giuridica di queste norme, vi è il fatto che le parti
possono dichiarare di derogarvi.

Caratteristiche
Autonomia - Il credito documentario è una operazione separata e distinta dal contratto commerciale
sottostante e quindi gli obblighi delle banche intervenute non possono essere annullati o modificati con
riferimento a rapporti contrattuali o extra contrattuali estranei al credito stesso.

Astrattezza - Tutte le parti devono basarsi esclusivamente sui documenti e non sulle merci da essi
rappresentate o descritte e così pure il rispetto delle condizioni contrattuali deve essere verificato solo
attraverso l'analisi dei documenti stessi.

Formalismo - L'esame di conformità deve essere esclusivamente formale con esclusione di ogni giudizio
sull'efficacia, veridicità o portata dei documenti esaminati. In merito a quest'ultimo requisito occorre
tuttavia aggiungere che la giurisprudenza - allo scopo di contrastare truffe e falsificazioni - richiede che
l'esame venga fatto con professionalità e soprattutto in buona fede.

Ruoli specifici
Il venditore

Prima di porre mano all'approntamento ed alla spedizione della merce, vuole sincerarsi della serietà e
solvibilità del compratore;

Il compratore

Dal suo canto, ha interesse che la merce gli venga spedita nei modi e tempi contrattuali e desidera pagare
solo quando abbia una ragionevole certezza che il venditore abbia assolto a tutti i suoi obblighi.

La banca

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L'intervento di una o più banche in funzione di garante può conciliare queste aspettative tra loro
contrastanti. Il ruolo delle banche nei crediti documentari è essenziale. In queste tipologie di operazioni le
banche assumono/possono assumere i seguenti ruoli:

1. banca emittente - è la banca che emette il credito, impegnandosi a pagare in utilizzo dello stesso; a
partire dal luglio 2007, con l'entrata in vigore delle UCP 600, tale impegno è irrevocabile e non
modificabile se non previo consenso delle altre parti coinvolte;

2. banca avvisante - è la banca che avvisa il credito al beneficiario; avvisando il credito al beneficiario,


la banca avvisante non assume nei suoi confronti alcun impegno, limitandosi a garantire
l'autenticità del messaggio ricevuto;

3. banca utilizzatrice - è la banca deputata all'utilizzo del credito, ossia alla verifica dei documenti;
può essere la banca emittente, una banca designata o qualsiasi banca (cosiddetto credito
liberamente negoziabile);

4. banca designata - è la banca (diversa dalla banca emittente) da questa incaricata di effettuare la
prestazione (accettazione o pagamento). La presenza di una banca designata è così importante da
imporre la distinzione teorica tra crediti "con designazione" - cioè nei quali la banca emittente
abbia nominato una banca designata, presso la quale il credito verrà utilizzato - e crediti "senza
designazione", nei quali non viene designata nessun'altra banca per effettuare la prestazione,
cosicché il credito è utilizzabile solo presso la banca emittente;

5. banca confermante - è la banca che conferma il credito, aggiungendo il proprio impegno a pagare a
favore del beneficiario a quello della banca emittente. In questo caso il beneficiario è pertanto
coperto da una doppia obbligazione bancaria.

Pur teoricamente distinti, nella pratica tali ruoli possono sovrapporsi. In particolare le fattispecie (3-4-5)
sono tra loro strettamente collegate: è ad esempio impossibile che la banca confermante sia diversa dalla
banca designata, mentre banca utilizzatrice può essere la stessa banca emittente (credito "senza
designazione") o la banca designata (credito "con designazione").

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