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METODO DI ORAZIONE MENTALE

L’orazione è, sostanzialmente, dono dello Spirito, ma è anche impegno nostro e, quindi,


anche un’arte; se già non si è appreso a meditare, è importante adottare un metodo e seguirlo
fedelmente, finché non lo si è superato; chiedendo l'aiuto dello Spirito Santo che è il primo maestro
di orazione e seguendo i consigli di un illuminato maestro spirituale.
Si usi o non si usi un libro, si prepari in anticipo il tema della meditazione.

PREPARAZIONE:

Remota: - Vita Cristiana (evitare distrazioni inutili, affezioni disordinate)


- Esercizio abituale della presenza di Dio.
Prossima: - Fissare un soggetto, possibilmente la sera prima. E’ importante per evitare la
improvvisazione. (Agli appuntamenti importanti ci si prepara!)
- Stabilire il tempo adatto e scegliere un luogo che favorisca il raccoglimento

INTRODUZIONE: a. Esercizio della presenza di Dio (nel proprio animo, nell’Eucarestia, nel
creato). Questa presa d’atto della presenza di Dio è semplicemente
indispensabile, sia per iniziare che per proseguire e terminare la orazione
b. Ringraziare con profonda gratitudine per la sublime condiscendenza di Dio
che vuole stare con noi e che ci invita a concedergli la nostra intimità
c. Pentirsi dei propri peccati, umiliarsi davanti a Dio e domandare il suo aiuto

LETTURA:
Se necessaria per avere nuovi spunti di riflessione. Deve essere attenta, lenta, devota.
Non si tratta di una semplice lettura spirituale che ha lo scopo di istruire sulle cose dello
Spirito, ma di richiamare efficacemente una verità che, approfondita nella meditazione, illumini un
aspetto dell'amore di Dio per noi e del nostro obbligo di riamarlo, e ci fornisca così l'argomento del
nostro colloquio con Lui. Durante l’orazione l'uso del libro sia sussidiario (in caso di bisogno), per
evitare il rischio di trasformarla in una lettura più o meno meditata.

RAPPRESENTAZIONE :
Se il tema lo permette è utile “'immaginare” l'episodio che si vuole meditare (per es. la
flagellazione.). Questo aiuta a fissare la fantasia -"la pazza di casa"- che vaga continuamente qua e
là ed è fonte di continua distrazione.

MEDITAZIONE :
E’ il lavoro dell'intelletto che si sforza di approfondire la verità di fede o il mistero della vita
di Cristo che si sta considerando. Ricordare che la riflessione meditativa non è fine a se stessa, ma
ha lo scopo di condurre al colloquio affettivo.
Chi trova difficoltà a meditare si può aiutare con un buon libro, specialmente con il Vangelo
letto con viva fede e pensando che in esso è Gesù stesso che ci sta parlando. Per favorire la
meditazione sulla passione di Gesù, S. Teresa suggerisce di farsi le seguenti domande: chi soffre?
cosa soffre? perché soffre? con quali disposizioni soffre?
La conclusione deve essere una sempre più viva presa di coscienza dell'amore di Dio.

COLLOQUIO AFFETTIVO:
E’ la parte centrale dell'orazione, la quale, come sappiamo da S. Teresa, consiste "non nel
molto pensare, ma nel molto amare”.
Il colloquio inizierà non appena ci si sente presi dalla convinzione di dover corrispondere
con amore all'amore di Dio.
Per iniziare il colloquio non è necessario che siano svolte tutte le considerazioni; quando la
volontà è mossa, si lascino pure le considerazioni e si parli con Dio; se mai, si riprenderà poi a
riflettere.
Nel colloquio l'anima esprime il suo amore per il Signore o, almeno, il suo desiderio di
amarlo.
Non si creda che questo tema unico possa diventare monotono. Lo spunto offerto dalla
materia della meditazione suggerisce forme e aspetti sempre nuovi; l'ammirazione, la compiacenza,
la lode, la riconoscenza, la confusione, lo zelo, il pentimento, l'offerta, la conformità alla volontà di
Dio, il proposito, ecc.
Si potrà parlare così con Dio e con Gesù, ma anche con Maria e i Santi.

Poiché si tratta di colloquio non si deve solamente e continuamente parlare, ma mettersi in


un atteggiamento di amoroso ascolto di Dio creduto realmente presente. Non che Dio faccia udire la
sua voce sensibilmente, ma risponde all'anima dandole grazie di luce e di amore, con le quali essa
intende meglio le vie di Dio e si sente maggiormente accesa ad entrarvi con generosità. L'ascoltare
dell'anima consiste quindi nell'accettare queste grazie e nel fermarvisi cercando di profittarne.

Dal momento che oggetto del colloquio nell'orazione è l'amore, non sarà inutile ricordare
che c'è un amore sensibile e un amore di volontà.
L'amore sensibile consiste in una spontanea attrattiva contrassegnata da affettuosità e
tenerezza verso la persona amata, con un senso di piacere della sua presenza o del suo ricordo. Nel
caso dell’amore divino parliamo di “consolazioni sensibili”; queste costituiscono un aspetto del
tutto accidentale della vera devozione.
L'amore di volontà consiste nel "volere il bene" della persona amata, per libera
determinazione della volontà, mossa dalla ragione. Con questo tipo di amore si ha nei riguardi di
Dio, la devozione essenziale, ossia la prontezza della volontà a tutto quello che è il servizio e culto
di Dio, che è poi disposizione a compiere sempre e in tutto la sua volontà; questo amore può essere
del tutto privo di consolazioni e gusti sensibili.
E' evidente che il vero amore è il secondo, nel quale agiscono le più nobili e specifiche
facoltà dell'uomo: intelletto e volontà; ed egli esercita quella libertà di arbitrio che gli è propria e dà
merito e valore morale alle azioni.

PARTI CONCLUSIVE (integranti del colloquio);

RINGRAZIAMENTO: può estendersi a tutti i benefici; personali, comunitari, materiali,


spirituali....

OFFERTA: a)-generale, di noi stessi, con la volontà di impegnarsi con tutte le proprie forze
al servizio di Dio. Si può utilmente rinnovare la propria consacrazione: battesimale o religiosa.
b)-particolare, che si concretizza in qualche proposito determinato. Questo
proposito, normalmente, non dovrebbe mancare mai.

PETIZIONE (p. di domanda) per tutti i bisogni spirituali e temporali, per la Chiesa, la
società cristiana, la propria famiglia...

Pregando nel modo suddetto l’orante realizzerà l'ideale proposto da S. Teresa alle sue figlie:
divenire amici intimi del Signore e, uniti a Lui, contribuire nel modo più efficace alla salvezza del
mondo.

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