5. Licenziamento individuale: nozione e forma (cenni).
La definizione di licenziamento
Il rapporto di lavoro (la cui durata non sia predeterminata me-
diante apposizione di un termine) può estinguersi, alla pari de- gli altri rapporti di durata, per recesso delle parti.
Con il termine licenziamento, in particolare, si fa riferimento al
recesso esercitato dal datore di lavoro. Esso è assoggettato a numerosi limiti ispirati ad esigenze di tutela della parte debole del rapporto, ovverosia il lavoratore, e a garantire, la stabilità del posto di lavoro.
Il licenziamento nel codice civile
La normativa del licenziamento originariamente prevista dal co-
dice civile prevede, come regola generale, la libera recedibilità dal rapporto di lavoro sia per il lavoratore che per il datore di lavoro: ciascuna delle parti può recedere in qualunque mo- mento e senza motivo. L'unica forma di tutela per le parti è rappresentata dal preavviso (un periodo di tempo che deve intercorrere tra comunicazione del recesso e efficacia dello stesso), peraltro sostituibile con un'apposita indennità economica. Inoltre, il preavviso non è dovuto se sussiste una giusta causa di recesso (art. 2119 cod. civ.) Attualmente il regime di recesso libero (ad nutum) ammesso dal codice civile (art. 2118 cod. civ.) è riservato ad alcune tipo- logie limitate di rapporti di lavoro, quali essenzialmente: lavo- ratori in prova, dirigenti, lavoratori domestici, lavoratori ultra- sessantacinquenni con diritto a pensione.
Gli altri lavoratori subordinati godono dei un regime più strin-
gente di tutela in tema di licenziamento a decorrere dalla legge n. 604/1966: introduzione del regime di licenziamento giustifi- cato con la previsione di requisiti sostanziali e formali.
La disciplina del licenziamento individuale tutelato: requisiti so-
stanziali e formali.
Al di fuori dei casi in cui resta possibile il recesso libero, nel
rapporto di lavoro a tempo indeterminato le possibilità di licen- ziamento sottostanno al rispetto di alcuni requisiti sia sostan- ziali che formali.
I requisiti sostanziali sono rappresentati dalla sussistenza di
una giusta causa o di un giustificato motivo soggettivo o di un giustificato motivo oggettivo. In estrema sintesi: a)la giusta causa, è rappresentata da qualsiasi causa che im- pedisca la prosecuzione anche provvisoria del rapporto di la- voro. Essa attiene alla condotta del lavoratore e comprende sia le violazioni gravi degli obblighi contrattuali che gli altri fatti ido- nei a ledere in maniera irreparabile il legame di fiducia. b) il giustificato motivo soggettivo: si estrinseca in un inadem- pimento degli obblighi contrattuali da parte del lavoratore note- vole, ovverosia di non scarsa importanza rispetto agli interessi datoriali ma a differenza del licenziamento per giusta causa soggiace all'obbligo di preavviso.
Nota bene: sia il licenziamento per giusta causa che il licenzia-
mento per giustificato motivo soggettivo si configurano come licenziamenti disciplinari, con la conseguenza che ad essi deve applicarsi la procedura prevista dall'articolo 7 dello Statuto dei lavoratori.
c)il giustificato motivo oggettivo: si identifica in ragioni inerenti
all’attività produttiva o all'organizzazione del lavoro e al rego- lare funzionamento di essa. Gli interessi dei lavoratori alla conservazione del posto di la- voro, insomma, vengono meno non solo in presenza di un ina- dempimento (grave o notevole) degli stessi ma anche dinanzi ad esigenze tecnico-produttive e a scelte organizzative dell’im- presa. Chiaramente tali cause devono effettivamente sussi- stere ed essere alla base del recesso datoriale, altrimenti que- st'ultimo non sarebbe possibile. Anche situazioni e vicende personali dei lavoratori possono ve- nire in rilievo come giustificati motivi oggettivi di licenziamento, ma solo quando incidano in qualche modo sul corretto funzio- namento dell'organizzazione aziendale. Si pensi, ad esempio, ai casi di sopravvenuta inidoneità fisica. Anche il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è su- bordinato al preavviso.
I requisiti formali del licenziamento riguardano essenzial-
mente la forma e il contenuto dell'atto di recesso. In particolare, come sancito dall'articolo 2 della legge numero 604/1966 (nella versione riformata dalla legge Fornero n. 92/2012), il datore di lavoro, sia esso imprenditore o non im- prenditore, deve innanzitutto comunicare il licenziamento al prestatore di lavoro per iscritto. A differenza di quanto avveniva in passato, quando le ragioni alla base del licenziamento erano esternate solo a richiesta del lavoratore, oggi la comunicazione del licenziamento deve inol- tre contenere la specificazione dei motivi che lo hanno deter- minato. In mancanza di tali requisiti, il recesso datoriale è inefficace.