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Sonno

Caratteristiche e definizione
Il sonno è definito come un periodico e naturale stato di riposo durante il quale si perde
momentaneamente la consapevolezza di ciò che ci circonda. Durante questo periodo il
corpo e la mente si stabiliscono e si rinvigoriscono, se il tempo di sonno non è sufficiente a
recuperare le energie necessarie si parla di deprivazione di sonno cronica o parziale.
Il sonno è costituito da due componenti, una prima fase denominata sonno non-REM,
formato a sua volta da 4 stadi diversi di profondità, seguita da una fase di sonno REM.
Stadi del sonno non-REM:
 Stadio 1: è uno stadio di transizione tra la veglia e il sonno che normalmente dura
da 1 a 7 minuti, il soggetto è rilassato e con gli occhi chiusi e i pensieri sono
evanescenti
 Stadio 2 o sonno leggero: è il primo stadio di vero sonno, da esso è leggermente
più difficile svegliarsi, possono essere fatti sogni frammentati e gli occhi possono
muoversi lentamente da lato a lato
 Stadio 3: è un periodo di sonno moderatamente profondo, la temperatura corporea
e la pressione arteriosa diminuiscono ed è difficile svegliare il soggetto da questo
stadio
 Stadio 4: è il livello più profondo di sonno, il metabolismo cerebrale diminuisce
notevolmente ma la maggior parte dei riflessi viene conservata, in questa fase
solitamente si presentano episodi di sonnambulismo e si verificano gli incubi
Il sonno REM è, invece, caratterizzato da rapidi movimenti oculari sotto le palpebre e da
un’intensa attività cerebrale simile allo stato di veglia, però il corpo risulta essere immobile.

Ritmo del sonno


La normale architettura del sonno varia in base all’età, al genere e alle caratteristiche
individuali, ma solitamente, si comporta in modo regolare: durante un periodo di 7-8 ore di
sonno, un soggetto passa dal primo al quarto stadio del sonno non-REM in circa 15 minuti
e avvengono dai 3 ai 5 episodi di sonno REM.
Il primo episodio di sonno REM dura circa 20 minuti ma dopo qualche ora i momenti si
allungano, e in un adulto possono durare anche 90-120 minuti.
Nei bambini la percentuale di sonno REM è pari a circa il 50% del sonno totale, ma con il
progredire dell’età questa percentuale diminuisce arrivando nell’età adulta al 25%.

Funzioni del sonno:


Un terzo della vita umana è dedicata al sonno; questo è vitale per la sopravvivenza,
tuttavia, le sue funzioni non sono ancora del tutto note. Le teorie più conosciute riguardo la
funzione del sonno, sono:
 Recupero dell’energia persa
 Conservazione dell’energia
 Teoria dell’apprendimento, ci sono studi che attestano che il sonno REM influisca
sulla memoria a lungo termine, potenziandola e facilitando, anche, l’acquisizione di
nuove informazioni

Il sonno e il riposo sono importanti per la salute e la malattia; infatti, è stato dimostrato che
la sonnolenza influenza lo stato di salute, compreso il livello personale di percezione
dell’energia, della fatica e della qualità della vita.
Una quantità di sonno inadeguata può aumentare il rischio di malattie e amplificare i
problemi di salute. Per esempio, l’abitudine a dormire meno di 6-7 ore per notte è
associata con l’aumento della pressione arteriosa.

Modello funzionale di sonno e riposo

Un uomo adulto ha bisogno di almeno di 8 ore di sonno per notte, la deprivazione cronica
di sonno produce un debito di sonno che può determinare conseguenze per la salute
come sonnolenza diurna, scarsa concentrazione, irritabilità.
I bambini fino a 2 anni dormono in media dalle 12 alle 14 ore con una prevalenza di sonno
REM, in età scolare le ore di sonno diminuiscono fino ad arrivare a 9-11 ore e
nell’adolescente le ore di sonno coincidono con quelle dell’adulto.
Dalla mezza età, la frequenza dei risvegli notturni tende ad aumentare e la soddisfazione
per la qualità del sonno tende a diminuire.
Diverse situazioni, come lo stress collegato al lavoro, la gravidanza, le responsabilità
genitoriali e familiari e le malattie spiegano molte variazioni del sonno tra adulti di tutte le
età.
Lungo le fasi della vita le donne, soffrono di più di disturbi del sonno e, rispetto agli uomini,
fanno più uso di farmaci per conciliare il sonno; tuttavia, i cambiamenti correlati all’età,
come l’aumento del primo stadio del sonno non-REM e i frequenti risvegli, insorgono 5-10
anni prima negli uomini.

Circa il 50% degli anziani riferisce di avere disturbi del sonno, spesso riferiscono:
 Difficoltà nell’addormentarsi
 Svegliarsi più spesso
 Avere sonno durante il giorno
 Avere bisogno di più tempo per addormentarsi
 Avere bisogno di più tempo per adattarsi ai cambiamenti della programmazione del
riposo quando viaggiano con il fuso orario
Molti di questi disturbi legati alla scarsa qualità del sonno sono correlati a episodi di
malattie mediche o psichiatriche e, quando queste patologie sono curate correttamente, il
sonno migliora.
Aiutare gli anziani a capire che i cambiamenti del sonno, come svegliarsi frequentemente
o avere sonno presto la sera, sono naturali con l’invecchiamento ed enfatizzare
l’importanza di mantenere una programmazione regolare sonno-veglia, sono importanti
attività di promozione della salute.
Alla maggior parte delle persone sono necessari dai 10 ai 30 minuti per addormentarsi:
questo periodo è denominato “latenza del sonno”. Una regolare latenza di sonno minore di
5 minuti suggerisce un eccessivo bisogno di sonno; mentre, una latenza superiore ai 30
minuti può essere accompagnata da un senso di frustrazione per il tempo richiesto per
addormentarsi.

Fattori che influiscono sul sonno e sul riposo


 Ambiente: l’uomo ricerca l’ambiente sicuro per dormire, un luogo nuovo o ostile
può influenzare la qualità del sonno e la durata del riposo
 Rumore: le donne e gli anziani sono più facilmente risvegliabili con rumori anche
non eccessivamente forti, l’uso dei tappi per le orecchie possono essere d’aiuto nel
caso di sonno leggero. Gli infermieri possono limitare i livelli di rumore tenendo il
suono delle apparecchiature al minimo, evitando conversazioni non necessarie e
chiudendo le porte delle stanze di degenza
 Luce: uno degli ormoni che influisce sulla regolazione del ritmo sonno-veglia è la
melatonina prodotta dall’epitalamo, la sua produzione aumenta in presenza di poca
luce in risposta a stimoli nervosi provenienti dalla retina, per cui un’ambiente buio
può favorire il sonno e il riposo
 Temperatura: il troppo caldo o il troppo freddo aumentano l’irrequietezza e
riducono la qualità del sonno. Nel periodo invernale l’utilizzo di coperte elettriche
per riscaldare il letto prima di coricarsi può favorire il sonno
 Turni di lavoro: frequenti cambiamenti nella programmazione del sonno-veglia,
come quelli che si verificano nei turni di lavoro, contribuiscono ad alterare la qualità
del sonno
 Nutrizione e metabolismo: la fame disturba il sonno di alcune persone mentre
altre hanno difficoltà a dormire dopo un pasto abbondante. Nel tardo pomeriggio e
di sera, il consumo di e bevande contenenti caffeina e stimolanti dovrebbe essere
evitato
 Eliminazione urinaria: il bisogno di urinare durante la notte, denominato nicturia, è
uno degli stimoli più frequenti che disturbano il sonno specialmente tra le persone di
mezza età e gli anziani. Limitare l’apporto di liquidi dopo cena e durante la notte
può diminuire la nicturia
 Esercizio fisico: le persone che fanno esercizio fisico abitualmente riportano di
dormire meglio
 Vigilanza: un alto fattore che influenza il sonno è il bisogno di mantenere la
vigilanza; i genitori e altre persone con ruoli protettivi sembrano essere capaci di
stabilire una soglia di rumore variabile, per cui essi possono rispondere al rumore
leggero di un bambino che cambia posizione nella stanza vicino, e poi dormire di
nuovo
 Malattie: durante malattie acute o croniche, le persone sono particolarmente
soggette a disturbi del sonno
 Farmaci: alcuni farmaci possono aiutare a conciliare il sonno mentre altri possono
alterare il ritmo sonno-veglia
 Umore: l’ansia e lo stress spesso ritardano il sonno e influenzano anche la qualità
del sonno stesso
Alterazioni del sonno e del riposo
I disturbi del sonno sono più comuni negli adulti e includono:
 Insonnia: con insonnia si intende sia un gruppo di sintomi legati alla scarsa qualità
del sonno, spesso associati ad una quantità non adeguata di esso. La diffusione
mondiale dell’insonnia va dal 4 al 48%. Questa può insorgere durante e dopo il
ricovero in ospedale a causa del dolore, dei farmaci assunti e dell’ambiente non
familiare. Può insorgere anche, con l’avanzare dell’età o in presenza di patologie
come la depressione
 Disturbo respiratorio del sonno: gruppo di disturbi associati a difficoltà
respiratorie durante il sonno. Si manifesta con ripetute interruzioni della
respirazione durante il sonno che disturbano il riposo e portano a ipossiemia
(=deficiente ossigenazione del sangue). I sintomi riferiti sono: eccessiva
sonnolenza, fatica, umore depresso, difficoltà di concentrazione, scarsa memoria e
sonno non riposante.
L’apnea ostruttiva del sonno è il tipo più comune di disturbo respiratorio del sonno è
caratterizzata da episodi di 10 secondi o più di assenza di respiro che si verificano
almeno 5 volte all’ora; questa comporta il collasso delle vie aeree superiori
 Narcolessia: disturbo neurologico debilitante cronico caratterizzato da eccessiva
sonnolenza diurna e da brevi attacchi di sonno durante il giorno, di solito della
durata di 10-15 minuti e da anomale manifestazioni di sonno REM; l’insorgenza si
verifica spesso durante l’adolescenza
 Sindrome delle gambe senza riposo e disturbo del movimento periodico degli
arti: disturbo neurologico che conduce all’insonnia e ad una scarsa qualità di vita.
Caratterizzato da una profonda sensazione sgradevole, formicolio, bruciore,
spasmo o dolore, che porta inevitabilmente al movimento delle gambe. I sintomi
compaiono durante il risveglio ma sono intensificati dall’inattività e dallo stare
sdraiati; i soggetti colpiti, pertanto, hanno difficoltà ad addormentarsi e a dormire.
 Parasomniasi: raggruppa attività che sono normali durante la veglia ma anomale
durante il sonno, come camminare nel sonno (sonnambulismo), parlare e bagnare il
letto (enuresi). Queste sono più frequenti nei bambini. Episodi occasionali di
sonnambulismo sono comuni: di solito iniziano prima dei 10 anni e si interrompono
intorno ai 15. Questi disturbi nell’adulto sono spesso associati ad ansia e stress

Accertamento
L’accertamento del sonno e dei disturbi del sonno può essere organizzato con l’utilizzo di
uno strumento chiamato “BEARS”, questo consiste in una serie di domande raggruppate
in 5 item:
1. Orario del sonno notturno
2. Eccessiva sonnolenza diurna
3. Risvegli notturni
4. Regolarità del sonno e sua durata
5. Disturbi del respiro durante il sonno.
Approccio BEARS per l’accertamento del sonno:
Item Domande da porre Obbiettivo
Orario del sonno notturno Difficoltà ad addormentarsi? Scoprire che cosa succede
Quanto ci mette ad prima di andare a letto
addormentarsi? Che cosa
la tiene sveglio? …
Eccessiva sonnolenza Le capita di addormentarsi Determinare l’estensione
diurna, affaticamento durante il giorno quando della sonnolenza diurna
invece non lo vorrebbe?
Quanto è stanco durante il
giorno? …
Risvegli notturni Ha difficoltà a dormire tutta Definire l’estensione dei
la notte? Che cosa la risvegli notturni e la mattina
sveglia? Che cosa le presto
impedisce di
riaddormentarsi? …
Regolarità e durata del A che ore va a letto e a che Delineare le abitudini del
sonno ore si alza? ha dormito sonno
abbastanza? …
Russare Si è mai accorto di russare? Accertare la presenza di
Qualcuno si lamenta per il disturbi del respiro durante
suo russare? … il sonno

Se si identifica un problema, determinare se è cronico o situazionale, che cosa lo favorisce


e che cosa lo peggiora.
In alcuni casi, se il problema è cronico, può risultare utile ottenere informazioni aggiuntive
dal partner con cui l’assistito dorme.
Quando si accerta una persona a rischio per problemi legati al sonno può essere utile
cercare indizi anche nella storia familiare e osservare le situazioni di sviluppo e i
cambiamenti (fisici, ambientali e sociali) che possono aumentare il bisogno o interferire
con il sonno e il riposo; può risultare utile anche accertare le assunzioni di caffeina,
nicotina e alcol e il coinvolgimento in turni di lavoro.

Esame fisico
Osservare la presenza di:
 Occhiaie
 Lentezza della risposta
 Testa che ciondola
 Sonnolenza
L’irritabilità, la concentrazione alterata e le difficoltà sul lavoro possono essere indicative di
disturbi del modello di sonno.
Diagnosi infermieristiche relative al sonno:
Per formulare una diagnosi infermieristica, l’infermiere raggruppa tutti i dati raccolti durante
la fase di accertamento, separando i significativi dai superflui, riuscendo quindi ad arrivare
ad un’enunciazione diagnostica specifica.
Le diagnosi infermieristiche più comuni sono:
Diagnosi Caratteristiche definenti Fattori correlati
infermieristica
“disturbato modello Difficoltà a mantenere il sonno, Barriere ambientali, disagi
di sonno”- risvegli difficoltà ad addormentarsi, causati dal compagno/a di
limitati nel tempo difficoltà nello svolgimento delle stanza, modello di sonno non
dovuti a fattori funzioni diurne, insoddisfazione ristorante, privacy insufficiente
esterni per il sonno, risvegli non
intenzionali, sentirsi non riposato
“privazione di Agitazione, allucinazioni, Ambiente sovrastimolante,
sonno”- prolungati alterazione della capacità di attività fisica media quotidiana
periodi di tempo concentrazione, ansia, aumentata inferiore rispetto a quella
senza sonno sensibilità al dolore, aumento del raccomandata per genere ed
tempo di reazione, avere sonno, età, barriere ambientali,
confusione mentale, diminuzione malessere prolungato,
delle capacità funzionali, disturbi sonnambulismo, modello di
percettivi, irritabilità, paranoia sonno non ristorante
transitoria, senso di malessere,
tremore alle mani
“insonnia”- Alterazione della capacità di Ansia, attività fisica media
alterazione della concentrazione, alterazione quotidiana inferiore rispetto a
qualità e della dell’umore, aumento degli quella raccomandata per
quantità del sonno incidenti, aumento genere ed età, barriere
che compromette la dell’assenteismo, difficoltà a ambientali, consumo di alcol,
funzionalità della mantenere il sonno, difficoltà ad depressione, fattori di stress,
persona addormentarsi, energia lutto, malessere fisico, paura,
insufficiente, il risveglio avviene pisolini frequenti
troppo presto, peggioramento della
qualità di vita, stato di salute
compromesso
“disponibilità a Espresso desiderio di migliorare il
migliorare il sonno”- proprio sonno
modello di naturale
e periodica
sospensione della
coscienza che dà
riposo e sostiene
uno stile di vita
desiderato che può
essere rafforzato

Una volta identificate le diagnosi infermieristiche vengono identificati gli obbiettivi e gli
interventi in modo tale da permettere al paziente di ritrovare un corretto sonno e riposo. Gli
interventi maggiormente messi in atto per ristabilire un modello funzionale sono:
 Modifiche dell’ambiente
 Garantire intimità e sicurezza dell’assistito
 Rituali del sonno, come ad esempio, storie oppure una tazza di camomilla prima di
coricarsi

Il cervello in deprivazione di sonno si “autoconsuma”


L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che porta ad una decadenza progressiva
delle capacità intellettive e a una riduzione/perdita dell’autonomia di chi ne è affetto; è una
patologia che interessa una fetta sempre più importante della popolazione mondiale e uno
studio italiano, condotto da Michele Bellesi, ha dimostrato l’esistenza di una connessione
tra la deprivazione di sonno cronica e il morbo di Alzheimer. Egli con le sue ricerche ha
dimostrato che in condizioni di carenza di riposo le cellule della glia mostrano un livello di
attività anomalo paragonabile a quello presente in patologie neurodegenerative come,
appunto, l’Alzheimer.
Bellesi ha studiato gli effetti della deprivazione di sonno nei topi, presso l’Università del
Wisconsin (USA). Ha confrontato il cervello degli animali presi in esame in tre diverse
condizioni:
 topi che avevano potuto dormire a piacimento
 topi tenuti svegli per 8 ore in più rispetto al solito
 topi che non riposavano da 5 giorni di fila, una situazione, quest'ultima, che imita la
carenza cronica di sonno
In particolare è stata posta attenzione sulle cellule della glia, responsabili della
manutenzione dell’ambiente cellulare neurale, infatti, gli astrociti tagliano le sinapsi non
necessarie rimodellando le connessioni tra neuroni mentre le cellule della microglia si
muovono alla ricerca di neuroni danneggiati, placche e agenti infettivi da neutralizzare.
I risultati ottenuti dallo studio hanno dimostrato che nei topi che avevano dormito
normalmente, gli astrociti sono apparsi attivi nel 6% delle sinapsi; in quelli in debito di 8
ore di sonno, gli astrociti stavano intervenendo sull'8% delle sinapsi; e nel gruppo in
carenza cronica, queste cellule sono parse impegnate sul 13,5% delle sinapsi, con
porzioni di connessioni letteralmente divorate a causa della mancanza di sonno. Quindi, è
stato possibile notare come in carenza di sonno le cellule della glia siano maggiormente
attive rispetto alle condizioni normali.
DOMANDE
1) Cos’è il sonno?
a) Fisiologica e periodica alterazione dello stato di coscienza
b) Stato di riposo fisico
c) Fisiologica e costante alterazione dello stato di coscienza
d) Quando le palpebre si chiudono
2) Ritmo del sonno negli adulti:
a) Sonno REM pari al 50% del sonno totale
b) Il primo episodio di sonno REM dura 90 minuti
c) Con la chiusura delle palpebre inizia il sonno REM
d) Varia in base all’età, al genere e alle caratteristiche individuali
3) Quando si verificano gli incubi durante il sonno?
a) Durante il sonno REM
b) Durante il sonno non-REM
c) Durante la 4° fase del sonno REM
d) Durante la 4° fase del sonno non-REM
4) Cosa sono le parasomniasi?
a) Attività che si verificano solo nel sonno
b) Attività che normalmente si verificano solo nel sonno ma che in alcuni casi si
presentano anche nella veglia
c) Attività che normalmente si verificano nella veglia ma che in alcuni casi si
verificano anche nel sonno
d) Difficoltà ad addormentarsi
5) Come viene fatto l’esame fisico per individuare eventuali alterazioni del modello
funzionale “sonno e riposo”?
a) Osservazione del paziente e valutazione degli atti respiratori
b) Osservare la presenza di occhiaie, la lentezza della risposta, capo che
ciondola, sonnolenza
c) Esame neurologico
d) Osservazione del paziente, valutazione dei parametri vitali e dell’irritabilità

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