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Medina de l Lavoro 10.

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ALLERGOPATIE
Perché si verifichi una malattia professionale deve essere rotto quell'equilibrio tra le difese, della
capacità di reagire dell'organismo, e la dose della sostanza chimica, agente fisico che raggiunge una
dose tale da appunto rompere questo equilibrio e lo stato dii benessere per portare il lavoratore ad
un disagio fino ad una vera e propria malattia.
Il medico competente (specialista in medicina del lavoro) gestisce le allergopatie conoscendo la
presenza di agenti che possano determinare un'allergia nei lavoratori, quindi fare un monitoraggio
ambientale dell'esposizione, fare sorveglianza sanitaria degli esposti e facendo una diagnosi dei casi
non solo in modo diretta, ma anche chiedendo al lavoratore di portare o sottoporsi ad accertamenti
in ambienti specialistici.
L'allergia è la manifestazione clinica a livello cutaneo, respiratorio o intestinale di una
sensibilizzazione ad un agente esterno all'organismo che entrato in contatto con l'organismo stesso
può scatenare delle reazioni che danno luogo alle manifestazioni cliniche che viene chiamata
allergia o allergopatie occupazionali.
OA = Occupational Asma
DOC = Dermatite occupazionale
L'atopia è la predisposizione intrinseca, esterna quindi all'ambiente di lavoro, alle allergie, quindi
alla sensibilizzazione. Anche quello non predisposto può sviluppare una sensibilizzazione e quindi
un'allergia, quello però predisposto ha un rischio maggiore, rischia di più di sensibilizzarsi nel caso
di una sensibilizzazione professionale ad un agente allergizzante.
Come sede di manifestazione dell'allergia abbiamo la congiuntive, quindi la congiuntivite,
l'infiammazione della congiuntive che porta ad arrossamento, bruciore e occhio secco o eccessiva
lacrimazione, oppure anche la rinite prurito, starnuti, naso chiuso, fino ai casi più gravi con asma
bronchiale. Possiamo avere anche reazioni cutanee: dermatiti irritative o allergiche, atopiche, anche
id natura extra professionali. Se queste sono esterne all'ambiente di lavoro possono essere dei fattori
predisponenti possono portare ad una maggiore sensibilizzazione alle sostanze presenti nel luogo fi
lavoro capaci di dare sensibilizzazione ed allergia.
Il fumo di sigaretta è un fattore predisponente soprattutto per l'asma igemediata(?), più comune
nella popolazione, dovuta a sostanze ad alto peso molecolare, pollini, peli di animali, acari, ma
anche tra le sostanze a basso peso molecolare squisitamente professionali, sali di platino e anidridi
oftalmiche.
Altri fattori predisponenti sono prettamente femminili, queste difatti sono più suscettibili
all'allergia, in particolare per le dermatiti, per la cute più delicata, con strato epidermico meno
spesso con vascolarizzazione più superficiale, per questo le donne soffrono di più le temperature
estreme (più calde o più fredde) a parità di abbigliamento e di età.
Se un soggetto allergico, vuole fare il panettiere, dove i costituenti dei cereali sono altamente
allergizzanti e ci possono essere anche degli inquinanti prettamente allergizzanti (acari e peli di
animali), non è propriamente consigliato. La sensibilizzazione della sostanza dipende dalla dose, lo
scatenamento della crisi, in seguito alla sensibilizzazione, non è invece relazionato alla dose, anche
quantitativi minimi posso scatenarla.
Anche nel trucco i pigmenti neri/grigi/marroni hanno quantità alte di cromo, altamente
allergizzante, meglio quindi usare sostanze ipoallergiche, perché può anche scattare il fattore
irritante, non più allergico.
Le allergie professionali devono essere prevenute:
Prevenzione primaria, abbattere il rischio alla fonte
Prevenzione secondaria, legata all'uso di dispositivi di protezione individuale, ma anche
all'applicazione delle leggi vigenti e una cultura della prevenzione e della cosmesi, affrontato
proprio a livello culturale, bisogna quindi scegliere in funzione delle caratteristiche individuali
(predisposizione ad allergia). Bisogna privilegiare la qualità alla quantità. Se so di avere una cute
sensibili bisogna chiedere consiglio al dermatologo.
TEST ARRESTO RIPRESA: soggetti che lavarono in settimana e hanno fastidi, quali starnuti,
prutrito che inizia quando vado a lavorare e si amplifica terminando nel weekend quando non
lavora. Quindi il problema è nel luogo di lavoro. Lo stesso vale per i cibi (ho mangiato le fragole e
mi sono gonfiato, se non le mangio non succede).

Molti ritengono che la mediazione uomo salute è fatta dai farmaci, in realtà inizia dai
comportamenti corretti: mangiare bene, bere molta acqua, non bere bevande zuccherate e poco
alcol, non fumare, fare attività fisica e riposare bene di notte (7-8H). il sonno aiuta a vivere più a
lungo e vivere meglio, aiuta a ricondizionare il cervello, riordinare, archiviare e rielaborare le
informazioni. È importante anche dormire prima di mezzanotte. Il ritmo circadiano neuroendocrino
(funzione dei mediatori attivi sul sistema nervoso centrale e periferico e la funzione degli ormoni),
con un buon sonno, si assesta e si regolarizza e diminuisce il rischio dei processi cronico
degenerativi a livello del sistema nervoso centrale. Il ritmo sonno-veglia è impostato in un certo
modo in modo da che sia rispettato il ritmo circadiano neuroendocrino.
Ai pazienti è necessario chiedere come dormano la notte ed è ottimo per entrare in sintonia. Molti
negano di avere un disturbo, perché loro non associano i disturbi del sonno ai disturbi mentali.
C'è chi ha difficoltà ad addormentarsi e altri che si risvegliano dopo 1/2 ore di sonno. Nella notte
c'è una elicitazione delle paure infantili: del buio ad es. Il bambino piccolo non ha paura, quando
cresce inizia ad avere paura perché il buio non è rassicurante,, non vedo al buio o vedo ombre e ciò
illicita le paure.

Le patologie su cui si basa la storia della medicina del lavoro sono patologie legate alla inalazione
cronica di polveri minerali, in particolare di silicio cristallina, questo è un costituente ubiquitario
della crosta terreste al 70%. Ogni volta che facciamo un buco nel terreno o in una montagna
abbiamo una forta probabilita di incontrare uno strato di roccia silicia che determina la creazione di
una polvere minirale che quando è sufficientemente piccola può essere inalata e può arrivare
addirittura agli alveoli polmonari e può determinare un'infiammazione delle vie aeree più profonde,
una reazione aslveolitica. La silicio cristallina può innescare dei meccanismi di fibrosi, cioè di
deposizioni di fibre collagene nell'interstizio del parenchima polmonare, che è una struttura elastica,
molto sottile ed è fatta per essere distesa facilmente. Nel momento in cui viene invaca dal collagene,
fibre dure, poco elastiche, non potrà più insufflarsi durante l'inspirazione e desufflarsi durante
l'esprazione, quindi determinerà delle difficoltà di respirazione che possono portare, nei casi più
gravi, alla dispena da sforzo o a riposo. Queste malattie legate alle inalazioni croniche di polvere
minerali e alla deposizione nel parenchima delle polveri e alle successiva deposizione di fibre
collagene o fibre collagene prende il nome di pneumoconiosi. La risposta del parenchima può
essere di tipo fibrogeno (deposizione di fibre collagene) e si parla di pneumoconiosi maligna o
sclerogena, o una risposta che si manifesta con deposizione di fibre ialine e che può regredire alla
sospensione dell'esposizione, pneumoconiosi benigne. (Manuale di medicina del lavoro della
piccin). Le lavorazioni che ancora oggi espongono alle polveri di silicio cristallina sono quelli di
scavo e perforazione. La silicio cristallina è utilizzata in molte produzioni quali vetro, ceramiche ma
anche di alcune cose in cui si usa la sabbiatura e se è sufficientemente sottile può arrivare agli
alveoli (diametro inferiore a 10 micrometri).
La silicosi una pneumoconiosi sclerogena si manifesta nei campi medioapicali bilaterali,
inizialmente scarsamente sintomatica ma lo diventa quando la malattia diventa più grave da un
punto di vista anatomico-patologico. La lesione elementare della silicosi è il nodulo silicotico che
tende ad ingrandirsi e più noduli vicini si fondono e portano a noduli più grandi, fino a diventare di
dimensioni visibili. Gli esami diagnostici sono radiografia torace e TAC torace che fa vedere fini
granulazioni nel campo medioapicale di entrambi i polmoni. Non c'è terapia, quindi automatizzare i
lavori di scavo o imporre dei dispositivi di protezione individuali come mascherine filtranti.

Altre malattie respiratore sono ad es asma bronchiale, una malattia infiammatoria dalle vie aeree,
caratterizzata da ostruzione irreversibile, accompagnata o meno da iperattività dei bronchi. Quindi
infiammazione dei bronchi e determina una ostruzione, una riduzione del calibro del lume legato
all'ipertono della muscolatura liscia, all'edema della mucosa e ipersecrezione della mucosa. Quando
il soggetto è allontanato dall'esposizione o usa farmaci broncodilatatori sparisce del tutto o quasi.

L'iperattività bronchiale aspecifica, c'è quindi un'attività maggiore dei bronchi nel momento in cui si
inspira una sostanza irritante, quindi ostruzione delle vie aeree e quindi la presenza di una
limitazione del flusso aereo spirometricamente evidente. Può essere presente nell'asma.

Esistono tanti tipi di asma professionale: quello dei panettieri, perché si sensibilizza ala farina, alle
proteine della farina oppure a delle sostanze che possono inquinare la farina come acari della
polvere o peli dei topi se la farina non è custodita in ambienti igienicamente non curati, c'è una
prima fase dove il soggetto non ha troppi problemi e successivamente si sensibilizza alla farina e il
sistema immunitario la riconosce come nemico e la successiva esposizione scatenerà una crisi
allergica e crisi asmatica reversibile. Altre sostanze sono solventi usati tra gli anni 80 e 90 per le
vernici per diluirle o alcune colle e quindi i parquettisti e i carrozzieri, sono i lisocianati che danno
forme d'asma molto gravi. Buona parte delle vernici e colle ormai hanno un solvente acquoso, solo
il 10% richiede solventi chimici ma si svolgono a circuito chiuso quindi non sono esposti all'azione
di questi solventi. Bisogna prevenire, abbattere il rischio alla fonte là dove è possibile farlo con
strumenti di protezione individuale, nel caso dell'asma è più complesso, la sensibilizzazione è dose
dipendente, meno probabilità con dosi minori, nel momento in cui si sensibilizza anche minime
trasse minime possono produrre una crisi. Il medico del lavoro deve fare diagnosi di malattia
professionale.

Il rumore è un rischio fisco, sono oscillazione di pressione generate dalle vibrazione dei corpi solidi
e si propagano in tutte la direzioni. Il rumore si misura in decibel, che tiene conto della pressione
sonora, in scala logaritmica, causata dalla vibrazione della sorgente, dalla sensazione sonora di
questa vibrazione avvertita nell'orecchio. Tutti, oltre al rumore industriale, siamo esposti ad altri tipi
di onde, elastiche, sonore, provenienti dal cellulare. Aumentando il volume delle cuffie, aumenta la
pressione sonora causata dalla vibrazione della sorgente e l'energia cinetica che si scarica sul
timpano che arriva nell'orecchio medio e interno che danneggia il danno acustico di entrambe le
orecchie. Secondo uno studio i ragazzi hanno un calo acustico alle alte frequenze, conseguente
all'utilizzo improprio degli auricolari per ascoltare musica. Col tempo i danni dell'udito causati dalle
cuffie si aggiungeranno ai dati dell'udito causati dalla vecchiaia. Aumentando solo di 3 decibel, il
rumore del doppio. Le onde sonore entrano nel canale uditivo esterno, arrivano al timpano, il
timpano viene messo sotto pressione e scarica questa energia cinetica sulla catena degli ossicini. La
staffa tappa la coclea che è quel sistema elicoidale prensente nell'orecchio interno in cui c'è una
endolinfa in cui pescano le terminazioni nervose del nervo acusto. Quindi l'aumento della pressione
dell'aria, determina un aumento (salta l'audio) che premono sull'endolinfa e questo mette sotto
pressione i filamenti delle terminazioni nervose del nervo acustiche, uccidendole. Ad ogni giro della
coclea corrisponde una frequenza uditiva, a seconda dei filamenti colpiri perdiamo la capacitùà di
perdere quella frequenza. Le frequenze che si perdono prima sono quelle alte, man mano che il
danno va avanti si alterano anche le aree che permettono la percezione delle frequenze più basse
(anche quello della voce più bassa). Nelle persone anziane è un processo fisiopatologico, nei
soggetti esposti cronicamente al rumore questo avviene prima (ipoacusia), si va quindi incontro ad
isolamento e difficoltà di comunicazione che portano ad un precoce invecchiamento cerebrale.
Anche le ciglia dell'orecchio possono rovinarsi. Martello pneumatico 120dB, motore smarmittato
120/130 dB, voce 60-70 dB. Ci vogliono 10 anni di rumore, almeno, per avere danni all'udito
evidenti ed è: percettiva, perché non c'è la percezione del rumore, perché il nervo è leso;
simmetrico, perché il danno è simile alle due orecchio e irreversibile; bilaterale, perché colpisce
entrambe le orecchie. Allontanadosi dal rumore il danno non va avanti.
Diagnosi: audiometria, 0 soglia normale dell'udito, normoacusia. Ipoacusia non si sentono solo
alcune frequenze (3000-4000Hz), formano una curca a cucchiaio, c'è una caduta ed una ripresa
successiva. Più grave se non si sentono nemmeno i 2000hz.
Se c'è molto tumore posso avere disturbi del ritmo cardiaco, ci può essere irritabilità, tensione
psichica e uno stato d'ansia.
Le cuffie insonorizzate possono proteggere dal rumore, oppure anche i tappi o inserti o ancora
archetti, cioè inserti con questi archetti che permette una maggiore tenuta. Esistono almeno 20 tipi
di inserti.

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