sommerse, lo sono a causa di meccanismi e scelte che sono simili, impressionantemente simili, dall’America delle lotte per i diritti civili, alla Resistenza, al Sessantotto. Meccanismi che occultavano l’azione e il pensiero delle donne, non tutte, ma la stragrande maggioranza delle donne. Non era un complotto, non era una scelta perversa. Per rendere invisibile una donna, gli uomini non avevano bisogno di fare niente, bastava che si lasciassero andare agli automatismi che avevano assorbito nel tempo, e riadattato, consapevolmente o meno, alla realtà del momento. Parlando di somiglianza dei metodi, cito solo alcuni elementi sparsi: uno, per esempio, è dare molto valore all’aspetto generale della politica, molto, molto meno all’aspetto locale, dove spesso operavano le donne. Un altro elemento è la svalutazione del lavoro di settore, dove di nuovo ci sono tantissime donne. Un altro elemento è la svalutazione del lavoro di settore, dove di nuovo ci sono Rubo queste parole alla prof.ssa Anna tantissime donne. Un altro ancora è usare Bravo, una delle storiche più importanti uno stile di pensiero e di discorso del novecento italiano, perchè è con lo “cerebrale”, non nel senso di altamente stesso intento che vorrei parlare delle elaborato e sofisticato, ma nel senso di donne: riconoscere alle donne, qui una routine discorsiva astratta, prolissa, a raccontate, uno stile femminile di fare volte deliberatamente involuta- a cui una politica, architettura, giornalismo, donna, che è meno abituata alla sfera letteratura e marketing. pubblica, accede più difficilmente. E in qualche caso non è nemmeno interessata ad accedere, proprio perché non le va quello stile politico. E’ tutta una serie di elementi del fare politica che ha contribuito a rendere invisibili le donne, e poi a renderne poco visibili la documentazione e la memoria. Perché, davvero, le cose che riguardano le donne o non sono state neppure rilevate, oppure sono disperse qua e là, e il lavoro per ritrovarle è pesantissimo. Rosa Angela Caterina Genoni (1867-1957) nell'antico borgo lombardo di Tirano in provincia di Sondrio da una famiglia modesta. Il padre Luigi faceva il calzolaio e la madre Anna Margherita Pini, originaria di Grosio, la sarta (Fiorentini, 1996). Rosa fu la primogenita di ben diciannove figli di cui solo dodici sopravvissero. Frequentò la scuola sino alla terza elementare e dunque sapeva leggere e scrivere. A soli dieci anni, nel 1877 si trasferì a Milano presso una zia per lavorare come 'piscinina' in un laboratorio di sartoria. Milano era allora la capitale tessile di Italia e moltissime erano le donne e le bambine operarie che lavoravano nel mondo del tessile e della moda: i salari erano minimi e la giornata di lavoro era lunghissima. Questo fu anche il percorso di Rosa Genoni, che riuscì a venire in contatto con l'ambiente parigino e grazie al quale capì che la moda può rappresentare l'identità di un popolo. Spinse gli artigiani italiani a non copiare i modelli francesi, ma a creare un linguaggio proprio che attingesse Ise Frank Gropius (1897-1983) è stata una scrittrice e editrice tedesca considerata l'anima del movimento Bauhaus. Come da prassi nessuno o menzionata questa donna di grande cultura e di interpretazione, riducendola al ruolo di moglie di un grande maestro. Ise Frank aveva 26 anni, era il il 28 maggio del 1923, quando una sua amica la condusse, riluttante, alla conferenza di un architetto al Politecnico di Hannover, questi era Walter Gropius. Fu il primo direttore che ammise le donne agli studi di architettura.La vita dei due trascorse tra sperimentazioni incredibili, eccessi da Guru, soldi che mancavano sempre, tradimenti. Ma Ise Frank era una donna dura che sognava la “ casa per una donna emancipata ”. I due formarono uno dei sodalizi più intensi della storia delle idee del '900. Irene Brin (1911-1969) fu la prima fashion editor italiana . La prima giornalista a battersi per l'affermazione del Made in Italy, per uno stile italiano, diverso da quello francese, che potesse essere riconosciuto dal mondo. La prima ad essere coinvolta in quel sistema moda imposto dai colossi editoriali americani, e più tardi, a testimoniare la strenua guerra del consumismo americano contro le semplici realtà autoctone italiane. Il profilo di Irene Brin appare su «Harper'Bazaar UK» del 1955, nella pagina intitolata 4 Minds of Fashion . Le altre: Carmel Snow, Eileen Dickson, Marie-Louise Bousquet. Sono le quattro donne protagoniste della moda, di quella scritta, di quella scelta per essere immortalata nei servizi fotografici. Sono quattro fashion editor. Le più influenti nel mondo. Carmel Snow, editor in chief della stessa rivista la volle nel suo cast di eccezionali collaboratori . Così ha iniziato una fitta collaborazione tra Italia e America. Irene promuoveva e incoraggiava la creatività e il 12 talento dei sarti italiani che iniziarono a viaggiare. Alba Carla Lauritai de Céspedes y Bertini (1911-1997) è scrittrice, poetessa, autrice di testi per il cinema ed il teatro, radiocronista, giornalista. Il suo primo romanzo, Nessuno torna indietro, 1938, dovette faticare non poco per evitare che la censura del regime fascista ritirasse dalle librerie quello che, in breve tempo, sarebbe diventato un best-seller internazionale: il libro ottenne infatti uno straordinario successo di critica e di pubblico. In questo romanzo de raccontava, sullo sfondo dell'Italia fascista, le vicende di otto ragazze, diverse per estrazione sociale, provenienza geografica e atteggiamento, unite dal microcosmo di un elegante pensionato per universitarie. De Céspedes aveva “osato” dar voce a una femminilità libera, conscia di sé e delle proprie risorse, desiderosa di ridefinire i contorni della propria esistenza ed estranea ad ogni idea di “angelo del focolare”. 14 Lina Merlin ( 1887-1979)è stata una politica e insegnante italiana componente dell'Assemblea Costituente e prima donna a essere eletta al Senato della Repubblica. Il suo nome è legato alla legge 20 febbraio 1958, n. 75 - conosciuta come Legge Merlin - con cui venne abolita la prostituzione legalizzata in Italia. Il segno del suo impegno politico è tangibile nella nostra costituzione nelle parole dell'articolo 3: "Tutti i cittadini...sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso ", con le quali veniva posta la base giuridica per il raggiungimento della piena diritto di diritti tra uomo e donna, che fu sempre l'obiettivo principale della sua attività politica. 15