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Adorazione eucaristica

La Chiesa esorta vivamente a fare regolarmente visita a


Gesù presente nel Santissimo Sacramento perché tutti
siamo chiamati a rimanere in modo permanente alla
presenza di Dio. E' un modo essenziale dello stare
col Signore. E' la preghiera che prolunga la
celebrazione e la comunione eucaristica, e in cui
l'anima continua a nutrirsi. Alla scuola dei santi che
sono grandi interpreti del mistero eucaristico
vogliamo metterci anche noi per sperimentare la
bellezza di intrattenersi con Cristo, a fare l'esperienza
del discepolo amato chinato sul petto di Gesù e sentirci
toccati dal suo amore. Adorazione è il trascorrere il tempo con
la persona amata e fare un vero e proprio incontro con Cristo, lasciarci immergere
dalla sua presenza silenziosa. La fede e l'amore sono due condizione dell'adorazione.
Anche se i nostri sensi non lo percepiscono, la fede e l'amore che abbiamo dentro di
noi ci portano a riconoscere che “è Lui il Signore”.
La nostra Madre, Cristina Brando, per stare in compagnia con l'amato Sposo fece
costruire un piccola celletta che dirigeva verso il tabernacolo, per poter trattenersi con
Lui giorno e notte rinunciando anche al letto per 22 anni fino alla sua morte. Durante
l'adorazione il suo volto cambiava d'aspetto si illuminava come un serafino d'amore.
Dalle esperienze di tutti santi scopriamo la bellezza nascosta sotto il velo eucaristico,
“il tesoro nascosto” del quale Gesù parla nel vangelo. Dalla loro esperienza abbiamo
capito che l'adorazione non è altro che il mistero d'incontro tra due persone
innamorate. E che in questo incontro d'amore le parole a volte servono poco ovvero
non c'è bisogno di dirne tante per esprimere ciò che si ha dentro, ma solo saper
ascoltare.
A questa esperienza desideriamo condurre le persone che ogni martedì sera
partecipano con noi all'adorazione eucaristica alle ore 21,00 nella nostra cappella di
Diano Marina. E' una esperienza che proponiamo ininterrottamente ormai da dieci
anni tutti i martedì nell'intento di offrire riparazione alle offese a Gesù Sacramentato e
per implorare grazie e benedizioni per la Chiesa e il mondo intero con il dono di sante
vocazioni.

Madre Cristina
La fede ha segnato il cammino spirituale della Santa per accompagnarla nell'intimità
eucaristica. La sua fede viene espressa nel continuo adorare Gesù. Nella contemplazione
di Gesù eucaristico offre se stessa e si dona vittima in unione con la Vittima per eccellenza
per la salvezza dell'umanità, realizzando così la sua vocazione. La fede da sola non basta.
Ha bisogno della compagnia, della speranza, che a sua volta richiama la carità, il vertice di
tutte le virtù.
La speranza affonda le sue radici nella promessa dell'intervento di Dio, che non
abbandona mai che si affida a Lui; diventa così incoraggiamento, forza, per affrontare le
prove e riuscire in tutto. Per questo la Madre non si allontanava mai da Dio, non
presumeva di sé, non si disperava, non si smarriva nelle situazione difficili, ma aveva la
certezza dell'intervento di Dio in cui poneva ogni speranza. La speranza era la molla che
scattava in ogni attività: tutto doveva raggiungere il suo fine, perché da Dio proveniva e a
Dio era diretto. Niente poteva distruggere questo totale affidamento.
Fede e speranza responsabilizzavano la madre nel raggiungere la maturità di Cristo
nell'amore adorante di Dio e nell'amore fattivo e concreto per l'uomo. C'era un crescente
movimento nella carità della Madre: “Amore verso Dio e verso prossimo sono come due
rami che partono dallo steso tronco. L'amor di Dio genera l'amor del prossimo; questo
nutre l'amor di Dio. La carità è la regina delle virtù; essa però deve essere sostenuta
dall'umiltà. Non vi può essere amor di Dio, se non si ama il prossimo, e senza amare il
prossimo, non si può amare Dio.” La santità quindi, consiste nel vivere intensamente
queste due comandamenti. Nella preghiera si racchiudeva la sua fede, la sua speranza e la
sua carità. La Madre trovava nell'Eucaristia la fonte dell'amore fonte perenne di ogni
virtù a cui anche noi siamo chiamati eda cui siamo abbeverati.
Santa Maria Cristina ha ricevuto il dono della preghiera continua. Ha pregato molto e
ha custodito questo dono perché ha sempre amato il Signore. Per lei preghiera significava
configurarsi con Cristo quale Vittima Espiatrice del peccato del mondo. La sua preghiera
prediletta era quella eucaristica, la contemplazione di Gesù nell'Eucaristia in spirito di
riparazione.
Maria Cristina ha capito che l'Eucaristia era il tesoro da custodire, da amare e da far
conoscere agli altri. La radice della sua spiritualità e santità è stato l'amore per l'Eucaristia.
Per questo motivo Ella viene definita da papa Giovanni Paolo II “L'Innamorata
dell'Eucaristia”, non solo per la forte attrazione e amore che ha per Gesù eucaristia, ma
anche perché ha saputo essere lei stessa eucaristia vivente, divenendo pane spezzato per i
fratelli sempre più assetati e affamati dell'amore misericordioso di Dio.

Parlare di adorazione è come parlare di amore: si può dire molto ma tuttavia non dire l’essenziale. Si tratta
dell’ineffabile dove non si esprime a parole ma con la vita. L’adorazione si vive, come l’amore. Infine come
amare anche adorare si impara adorando. Ci sono due verità che si toccano e sono queste: Dio crea l’uomo e
lo crea libero. Libero di scegliere Dio e riconoscerLo come suo Creatore ed anche come suo Salvatore. E
l’uomo raggiunge la beatitudine dandoGli gloria, lodando e adorando Dio. Così, l’adorazione è un atto libero
di colui che cerca la vera felicità in Dio, di colui che cerca il riposo della sua anima davanti la presenza del
suo Dio.

Che cos’ è l’adorazione eucaristica


E’ adorare alla Presenza reale e divina di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, nell’Eucaristia.
La Chiesa crede e confessa che “nel sacramento dell’Eucaristia , dopo la consacrazione del pane e
del vino, è veramente, realmente e sostanzialmente presente nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e
uomo, sotto l’apparenza di quelle cose sensibili” (Trento 1551: Dz 874/1636).
La divina presenza reale del Signore, questo è il primo fondamento della devozione e del culto al
Santissimo Sacramento. Qui è Cristo, il Signore, Dio e vero uomo, assolutamente meritevole della
nostra adorazione e originata dall’azione dello Spirito Santo. La pietà eucaristica non è quindi
fondata nel sentimento puro, ma proprio nella fede. Altre devozioni, forse, nel proprio esercizio
spesso tendono a stimolare maggiormente il sentire, come ad esempio nel servizio della carità verso
i poveri, ma la devozione eucaristica, precisamente si basa esclusivamente sulla fede, sulla fede
pura del Mysterium fidei (“Præstet fides Supplementum sensuum fede defectui : che la fede
sostenga la debolezza del sentire; Pange Lingua.)
“Quando la Chiesa ci invita ad adorare Cristo, nascosto sotto i veli eucaristici, e a chiedergli i doni
spirituali e temporali di cui abbiamo bisogno in qualsiasi momento, manifesta la fede viva con cui
crede che il suo Sposo divino viva realmente sotto questi veli, gli esprime la sua gratitudine e
gioisce della sua intima familiarità “L’Eucaristia è il più grande tesoro della Chiesa offerto a tutti
affinché tutti possano ricevere attraverso essa abbondanti grazie e benedizioni. Adorare Gesù nel
Santissimo Sacramento è la risposta di fede e di amore a Colui che essendo Dio, si è fatto uomo, si
fece nostro Salvatore , ci ha amati fino a donare la sua vita per noi e continua ad amarci di amore
eterno. È il riconoscimento della misericordia e della maestà del Signore, che ha scelto il
Santissimo Sacramento per rimanere con noi fino alla fine del mondo. Il cristiano adorando Cristo
riconosce che Egli è Dio, e il cattolico adorandolo davanti al Santissimo Sacramento testimonia la
sua Presenza reale , vera e sostanziale nell’Eucaristia. I cattolici che adorano non solo compiono un
atto sublime di devozione, ma anche danno testimonianza del più grande tesoro che ha la Chiesa , il
dono di Dio stesso, il dono che fa il Padre del Figlio, il dono di Cristo di se stesso, il dono che
proviene dallo Spirito: l’Eucaristia.
Il culto eucaristico è sempre di adorazione. Anche la comunione sacramentale implica
necessariamente l’adorazione. Questo ricorda il Santo Padre Benedetto XVI in Sacramentum
Caritatis quando cita S. Agostino: “Nessuno mangi questa carne senza prima adorarla …
peccheremmo se non la adorassimo” (SC 66). In un altro senso, l’adorazione è comunione, non solo
sacramentale, ma sostanzialmente spirituale. Se la comunione sacramentale è prima di tutto un
incontro con la Persona del mio Salvatore e Creatore, l’adorazione eucaristica è una estensione di
tale riunione. Adorare è un modo sublime per rimanere nell’amore del Signore.
Chi adora da testimonianza d’ amore, dell’amore ricevuto e dell’ amore ricambiato, e molto di più
da testimonianza della propria fede.
Davanti al mistero ineffabile non ci sono parole, solo silenzio adorante, solo presenza che parla ad
un’altra presenza. Solo l’ essere creato davanti all’ Essere, davanti all’ unico Io sono, da dove viene
la sua vita. È lo stupore di chi sa che Dio è qui! Veramente qui!

Adorare Dio è una necessità intrinseca dell’uomo. Non si può veramente vivere senza adorare Dio.
Nell’adorazione l’uomo scopre la sua vera dimensione e scopre che in Dio non ci sono confini.
Nell’adorazione incontra il suo riposo, raggiunge la pace. Parafrasando sant’Agostino potremmo dire che il
nostro cuore non trova riposo fino a che non riposa in Dio, fino a quando non lo incontra e lo adora.

In questo periodo di lungo silenzio abbiamo riflettuto e abbiamo riscoperto il senso e la preziosità della vita
e anche nello stesso tempo la sua brevità. La pandemia ci ha fatto capire che l’uomo non è padrone della
sua vita, perché la vita è stata donata da Dio da custodire, da vivere anche come una “Benedizione”. Questa
consapevolezza di vedere la vita come un dono fa scaturire e maturare i sentimenti di gratitudine e di
riconoscenza a Colui che ci ha donato la Vita e a discernere e decidere su ciò che è essenziale e duraturo. La
pandemia è un momento di rientro in noi stessi, un viaggio dentro di noi che ci fa recuperare un’altra
dimensione della vita quella spirituale. In essa abbiamo scoperto un grande desiderio, una grande sete di
Dio, che solo Lui può colmare.

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