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SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE
AUDIENCE STUDIES
Argomenti:
– Introduzione agli Audience Studies
– Il paradigma Spectacle / Performance
Fini.
I fini specifici della tradizione strutturale sono quelli di descrivere la composizione del
pubblico, quantificarla e rapportare i risultati ottenuti rispetto alla distribuzione e alle
caratteristiche della società.
Spostandosi alla tradizione comportamentale, i fini sono quelli di spiegare e predire
scelte, reazioni e appunto gli effetti che le persone hanno dal consumo mediatico.
Infine nella tradizione socio-culturale, quella che deriva dal filone di studi dei Cultural
Studies, i fini saranno quelli di capire il significato del contenuto ricevuto e l'uso all'interno
di contesti specifici di fruizione.
Dati.
Rispetto alla tradizione strutturale i dati raccolti sono di natura socio-demografica, ad
esempio si analizza e si quantifica l'uso dei media rispetto alla variabile temporale.
I dati all'interno della tradizione comportamentale focalizzano l'attenzione sulle analisi
delle motivazioni, delle scelte e delle reazioni che le persone hanno al consumo mediatico.
La tradizione socio-culturale presenta come dati di ricerca la percezione del significato,
un'analisi in particolare sempre legata al contesto sociale e culturale di fruizione. Ossia il
consumo mediatico prende senso perché si ancora all'interno di un contesto specifico
dato, come ad esempio quello familiare.
Metodi.
La tradizione strutturale analizza e ha come obiettivo e metodo di ricerca quello
dell'inchiesta e in particolare dell'analisi statistica, ossia i dati hanno un valore di
rappresentatività rispetto alla loro distribuzione all'interno della società.
Per quanto riguarda la tradizione comportamentale invece i metodi di ricerca sono il
sondaggio, l'esperimento o la misurazione.
Infine per la tradizione socio-culturale i metodi sono quelli di natura etnografica, ossia
l'utilizzo di tecniche qualitative di ricerca finalizzate alla comprensione dei meccanismi di
fruizione.
Il metodo di ricerca è considerato una sorta di percorso che viene messo in atto dal
ricercatore per analizzare l'oggetto di ricerca. Questo percorso ci compone di 4
elementi:
1. il ricercatore deve scegliere una modalità cognitiva prevalente e questa è guidata
anche dalle domande di ricerca, ad esempio focalizzare l'attenzione sull'idea dei
forti effetti dei media, piuttosto che invece focalizzarla su quella che è l'attività del
pubblico di tipo interpretativo. Sono proprio due modi molto diversi di leggere e
analizzare la relazione di media e pubblico.
2. Il ricercatore deve scegliere, appoggiarsi e affidarsi a una teoria della conoscenza
scientifica, la quale prevede una serie di precomprensioni (tradizioni di ricerca).
3. In particolare queste precomprensioni si esprimono attraverso una serie di
tecniche di ricerca che noi scegliamo di adottare, quelle di natura quantitativa o
quelle di natura qualitativa, che permetteranno analisi di raccolta dei dati molto
differenti.
4. Il ricercatore deve adottare una serie di procedure che devono essere messe in
atto dopo aver individuato la modalità cognitiva prevalente .
Allora proviamo a verificare come questo percorso che segna la modalità della ricerca
scientifica si può sviluppare.
Abbiamo due modi di osservare la realtà, e nel caso specifico il consumo mediatico.
Nella ricerca sociale possiamo affrontare la complessità dei fenomeni sociali seguendo
due possibili vie canoniche:
• semplificazione dell'oggetto, e si parla in questo caso di una modalità che prevede
la ricerca di taglio quantitativo
• riduzione dell'estensione del dominio osservato applicando una ricerca qualitativa.
Ricerca quantitativa.
In primo luogo prevede la costruzione di una matrice di dati, perché è necessario
utilizzare le variabili (che a nostro avviso sono interessanti) rendendole operative. Se a
noi interessa cogliere in un anno quante persone hanno fruito la televisione, dobbiamo
adottare delle variabili che ci permettano operativamente di andare a quantificare, a
misurare il dato per noi interessante. La rilevazione deve essere compiuta con tecniche di
indagine strutturate (ad esempio le interviste telefoniche o le indagini svolte attraverso
l'invio postale di questionari). Infine l'analisi dei dati deve essere di tipo statistico, ossia i
dati ottenuti devono avere una rappresentatività statistica rispetto al campione
analizzato, sono quelle ricerche che ci permettono di dire ad esempio che il 40% degli
italiani segue ancora la televisione e tra i giovani il 90% si collega alla rete. Queste
percentuali sono sintomatiche di un'analisi e di una ricerca di tipo appunto quantitativo.
Ricerca qualitativa.
La seconda modalità cognitiva è l'osservazione diretta dell'oggetto di ricerca. In questo
caso l'oggetto detta all'osservatore le condizioni di osservazione. L'osservazione
diretta vuol dire ad esempio che il ricercatore sceglie di analizzare non tutte le famiglie
italiane, ma seleziona un gruppo di famiglie e si reca all'interno delle loro abitazioni per
osservare direttamente e scrivere le proprie note osservative ad esempio rispetto alle loro
modalità di fruizione dei media e della loro dieta mediatica. Le tecniche quindi vengono
definite non standard proprio a significare che non fornisco dati standardizzati, hanno più
che altro degli obiettivi di tipo esplorativo. Tante volte la ricerca qualitativa serve per
mettere a fuoco quelle variabili che poi verranno utilizzate e sondate attraverso una ricerca
quantitativa. L'ultimo punto è la ripercorribilità cognitiva dell'itinerario di ricerca, i cui
dettagli sono contenuti nei documenti di metodo. Questo significa che una ricerca
qualitativa cambia il proprio oggetto e di conseguenza, rispetto all'esempio di prima, posso
scegliere di procedere nella mia ricerca analizzando e osservando direttamente una
seconda famiglia, non è affatto detto che otterrò gli stessi risultati, ma è importante
rispettare il metodo di ricerca ed è questo che dà appunto la sua valenza scientifica. Per
questa ragione in un report di ricerca qualitativa è importante mantenere molto chiari tutti i
dettagli che hanno caratterizzato l'itinerario di ricerca.
pubblico dei fan che tiene molto all'idea di partecipare e di fare parte di un gruppo che si
riconosce perché legato proprio al fandom di un dato prodotto mediale, è evidente che
trova in quel preciso prodotto mediale il senso della propria appartenenza.
Nel caso del nodo della mobilità abbiamo come focalizzazione delle pratiche l'utilizzo di
piattaforme e di contenuti diversificati, siamo nel contesto della convergenza e quindi
parliamo di pubblici multipiattaforma. L'aspetto interessante è la modalità con cui ci
muoviamo da una piattaforma all'altra, nel corso anche della nostra giornata noi seguiamo
una sorta di dieta mediatica che a seconda delle circostanze della giornata ci spinge ad
utilizzare il cellulare piuttosto che il tablet o il computer, insomma è una combinazione
molto particolare di piattaforme che evidenzia la centralità delle pratiche focalizzata sui
media.
L'ultimo nodo è quello della partecipazione, possiamo parlare in questo caso di pubblici
partecipanti (quelli che ad esempio scelgono di fare una ripresa in real time di un evento al
quale assistono e poi lo pubblicano in rete, e in certi casi vengono ripresi da Tg) in cui la
focalizzazione delle pratiche è sul soggetto collettivo, noi ci muoviamo e usiamo i media
non per un interesse o un'identità personale, ma in nome del riferimento alla nostra
collettività.
Audience performative.
Pensiamo al nostro uso quotidiano pervasivo di Instagram, o al fenomeno del Cosplay.