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Molla Davide 5^dlsu

Comprensione e analisi
1)
Il consumatore, di questi tempi, pare essere influenzato ad acquistare il Made in
Italy anche se la maggior parte dei prodotti italiani sono progettati in Italia ma
vengono realizzati altrove, soprattutto per motivi legati ai costi di produzione e alle
relazioni industriali. Il consumatore, quindi, sarebbe spinto a comprare il Made in
Italy solo perché viene pensato, concepito e progettato in Italia. La condizione per
identificare l’italianità è che un bene sia pensato in Italia ma ne servono altre perché
il consumatore si identifichi in un prodotto italiano. Ormai il mondo è pieno di
prodotti originali che vengono contraffatti e che soprattutto si identificano come
italiani ma che in realtà non vengono né prodotti né pensati in Italia. Un esempio è
la Cina, per la quale sembra che basti attaccare un logo di un brand importante
italiano per comporre il Made in Italy anche se in realtà non corrisponde affatto
all’originale. Da questo si deduce che la condizione necessaria per innescare una
rappresentazione mentale di italianità sia il comportamento, ossia il prodotto è
legato ad un atteggiamento, allo stile e alla storia dell’Italia. Ormai al consumatore
non interessa più se il prodotto è realizzato in Italia, basta che sia legato al suo
territorio, per questo motivo non si parla più di consumatore razionale ma bensì di
consumatore emotivo.
2)
Una buona campagna di comunicazione e di marketing, fatta da compagnie o
aziende estere, è in grado di instaurare nel consumatore la convinzione che un
prodotto estero sia legato alle tradizioni e alla cultura italiana quando in realtà non
ha niente in comune. Un esempio può essere il famoso “Riso Scotti” che viene
venduto come prodotto completamente italiano, tanto che a farne la pubblicità è il
conosciutissimo Jerry Scotti, ma che in realtà non è così perché una parte delle
azioni dell’azienda è stata ceduta ad una compagnia spagnola. Il fatto di avere uno
dei presentatori televisivi italiani più conosciuti a fare da pubblicità ad un prodotto
che non è completamente italiano fa instaurare la convinzione nel consumatore che
questo in realtà lo sia.
3)
Con “conoscenza implicita” si intende che a seguito di secoli di lavoro, di tradizione
estetica e abilità pratica, gli italiani vengono considerati dei maestri in ambito
culturale, artistico e stilistico tanto che i loro prodotti sono considerati come
qualcosa di pregiato, unico e inimitabile e vengono ritenuti indispensabili.
4)
Con “comportamento” l’autrice intende il fatto che si prende una tradizione italiana,
uno stile o un marchio tipico italiano e lo si riporta in un prodotto che non viene
realizzato e concepito in Italia, facendo credere al consumatore che quel prodotto
sia originale e non contraffatto.
Il consumatore emotivo ormai ha sopraffatto il consumatore razionale in quanto le
emozioni, i sentimenti e il senso di appartenenza che si prova quando si acquista un
prodotto che riporta un marchio italiano, prevalgono sulla parte razionale che
dovrebbe far ragionare chi acquista, se un prodotto sia contraffatto e non italiano.
Produzione
Il Made in Italy è da sempre un’etichetta molto ricercata e rinomata perché
sinonimo di qualità, bontà e garanzia. Tutto il mondo invidia i prodotti italiani, dai
vestiti di lusso alle macchine sportive e soprattutto il cibo che tentano di imitare in
ogni forma. Oggi, più che nel passato, si sente parlare di “Made in Italy al 100%”,
“prodotto esclusivamente in Italia” ma, come sostenuto dall’autrice del testo, il
Made in Italy purtroppo non è totalmente prodotto in Italia in quanto il progetto e
l’idea di un determinato bene sono sviluppati nel nostro paese ma il processo di
produzione, nella maggior parte dei casi, viene svolto all’estero a causa dei costi di
produzione che risultano essere decisamente inferiori rispetto ai nostri. Questo però
non mette in dubbio la loro qualità e affidabilità ed è per questo motivo che i
prodotti italiani costano decisamente di più rispetto a prodotti di altri paesi. E’ vero,
la qualità e l’affidabilità hanno un prezzo che però molte volte non è giustificato ed è
troppo eccessivo rispetto al valore che realmente dovrebbe avere. Un esempio sono
i vestiti firmati dove sicuramente nel prezzo finale vengono compresi questi due
aspetti ma molto della cifra totale è dato solamente dal nome del marchio e quindi
c’è il rischio che si vada a pagare di più il marchio che il prodotto in sé. E’ per questo
motivo che in giro per il mondo esistono molte contraffazioni dei prodotti italiani,
perché sono quelli che vendono di più, ma non solo. Alla maggior parte dei
consumatori basta vedere un logo o un marchio italiano ed egli si identifica subito in
esso senza controllare se effettivamente quel prodotto sia originale o meno ma
facendo così va a perdere la qualità e l’affidabilità di un prodotto italiano. Il Made in
Italy vero e proprio dovrebbe essere tutelato, per esempio valorizzando il territorio
italiano con delle riforme tali che permettano ai produttori italiani di poter produrre
i loro beni in Italia, così da poter dire che il prodotto che vendono è davvero “100%
Made in Italy”.
Il consumatore ormai è maggiormente legato ai sentimenti e all’italianità che un
prodotto suscita in lui senza preoccuparsi troppo se quel bene sia stato realizzato
interamente in Italia.

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