Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Le Specifiche tecniche si presentano come una serie di numeri che servono per giudicare
l’efficacia, la funzionalità di un prodotto e sono legate alle prestazioni. A volte le specifiche
tecniche si confondono con i parametri di progetto: il peso di una bicicletta non è propriamente
un parametro di progetto è incide sulle prestazioni, non incide sulla qualità quindi è una
specifica tecnica.
A volte i DP coincidono con le specifiche tecnicheàbici: Il diametro della ruota è un
parametro di progetto ma viene utilizzato anche come specifica tecnica.
EQUAZIONE DELLA PROGETTAZIONE
Innovare significa trasformare i problemi in soluzioni” Eric Reiss)
Problemi = Esigenze
Soluzioni = Prodotti
Tale matrice rappresenta l’interazione tra parametri di progetto e requisiti funzionali; ogni
volta che modifichiamo, scegliamo un parametro di progetto alteriamo il risultato della nostra
progettazione in termini di funzionalità che avrà il prodotto.
Esempio: supponiamo di avere una scatola parallelepipeda. Cambiando una delle dimensioni
fondamentali (altezza, larghezza, profondità), cambiano anche l’ingombro e la capacità della
scatola: quindi con una misura alteriamo 2 requisiti, 2 caratteristiche del prodotto.
Se riduciamo le dimensioni riduciamo (peggioriamo) la capacità e viceversa: si tratta di trovare
il valore ideale del parametro di progetto.
Il problema può essere riformulato tramite metodologia TRIZ in modo da modificare (A)
ovvero la matrice delle relazioni tra FRs e DPs, riducendo le dipendenze (chiamate
CONTRADDIZIONI).
m(FRs) è il livello di soddisfacimento dei Requisiti Funzionali e dipende dalle scelte fatte sui
DPs. I vari metodi differiscono per il modo di calcolare questa misura infatti può essere il
contenuto di informazioni (2 assioma axiomatic design), il grado di appartenenza (fuzzy), la
probabilità, la comparazione (AHP), la qualità percepita (Robust design).
Corollari:
1. Disaccoppiare i DP
2. Minimizzare il numero di FR
3. Integrazione parti fisiche, l’integrazione in un unico oggetto di più funzioni rende più
facile l’uso.
4. Uso della standardizzazione se è compatibile con i FR e con i vincoli
5. Uso della simmetria, usare componenti simmetrici se i FR ed i vincoli lo permettono
6. Specificare le tolleranze più larghe possibili
7. Progetto disaccoppiato con poche info, cercare un progetto disaccoppiato che richiede
meno info di uno accoppiato nel soddisfare un insieme di requisiti funzionali.
• ASSIOMA 2: Il miglior design è quello con informazioni minime, il progetto mogliore
è quello con il minor contenuto di informazioni.
L’informazione (conoscenza necessaria per soddisfare un FR), è legata alla probabilità
di soddisfare un FR.
Questo assioma può essere applicato ad ogni parametro di progetto (DP). La misura
dell’informazione è data da:
1
I = ln
P
(P indica la probabilità di soddisfacimento di un FR)
Corollario: è consigliabile usare parti standardizzate che sono già note e quindi non
aggiungono informazioni.
1 𝑆𝑦𝑠𝑡𝑒𝑚𝑅𝑛𝑔𝑒
I = ln = ln
P 𝐶𝑜𝑚𝑚𝑜𝑛𝑅𝑎𝑛𝑔𝑒
(Quando SR=CR allora I=0 e ciò implica che il progetto è ottimo per il secondo assioma)
VANTAGGI: Fornisce una buona base strutturale per il sistema, I domini sono ben definiti e
modelli quantitativi per progetti disaccoppiati, quasi accoppiati e accoppiati.
∑ 𝐹𝑎𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖
𝐼𝐷𝐸𝐴𝐿𝐼𝑇𝐴: =
∑𝐶𝑜𝑠𝑡𝑖 + ∑𝐷𝑎𝑛𝑛𝑖
NB: La risorsa è qualsiasi cosa all’interno del sistema che non sia impiegata al massimo delle
sue potenzialità; dunque sfruttare le risorse significa aumentare le funzioni utili e quindi
aumentare l’idealità del sistema.
CONTRADDIZIONI
La contraddizione è una proposizione che asserisce qualcosa di incompatibile o opposto con
un’altra all’interno dello stesso sistema (pc leggero e robusto). Quindi si deve trovare un
equilibrio tra FR opposti. Possiamo distinguere:
CONTRADDIZIONI TECNICHE: Rappresentano un conflitto tra 2 sub-system. Si hanno
quando 1 azione è contemporaneamente utile e dannosa. Una soluzione è determinata dalla
MATRICE DELLE CONTRADDIZIONI che è una matrice 39X39 dove 39 sono i
parametri ingegneristici (peso, pressione, temperatura) e 40 sono i principi inventivi che
Altshuller ha ricavato dall’analisi dei brevetti. Le righe rappresentano quello che può
peggiorare in virtù del miglioramento di 1 altro FR; le colonne sono tutti i parametri da
migliorare. L’intersezione tra righe e colonne mostra i principi inventivi statisticamente più
efficaci per la risoluzione del problema in questione. In questa matrice la DIAGONALE
PRINCIPALE è vuota perché non risolve le contraddizioni fisiche.
CONTRADDIZIONI FISICHE: Un dato sub-system dovrebbe avere sia la proprietà A
(flessibilità catena bici) che la proprietà non-A (rigidezza catena) per soddisfare le condizioni
del problema. Il conflitto riguarda un elemento all’interno di un sub-system, è la soluzione è
definita mediante PRINCIPI DI SEPARAZIONE. Questi principi sono:
1. Separazione nel tempo (es. affondamento pali in Siberia): Un’esigenza esiste in un
periodo di tempo ma non in un altro;
2. Separazione tra parti e assieme (es. catena trasm. bici): Un’esigenza esiste a livello di
sub- system ma non al livello superiore o inferiore;
La catena della bici deve essere sufficientemente rigida per reggere il tiro alla pedalata
e sufficientemente flessibile per adattarsi alle ruote dentate
3. Separazione sotto condizione (es. setaccio): Un’esigenza esiste sotto certe condizioni
ma non altre. La granulometria che si vuole ottenere dipende dall’applicazione.
4. Separazione nello spazio: Un’esigenza esiste in un luogo ma non in un altro. (Es: la
retromarcia dell’auto si usa per fare manovre in un parcheggio ma non la usiamo in
strada; ESEMPIO: frittata da girare e versare nel piatto con la stessa padella)
Relativamente alla massimizzazione della F.O., che risulta essere l’obiettivo principe delle
metodologie in materia di sviluppo prodotto, possiamo indicare come valore da massimizzare
il livello di soddisfacimento m(FRs) che in tal caso coincide con il grado di appartenenza.
Pertanto per ogni FR scrivo una funzione di appartenenza, che esprime il grado di appartenenza
dei vari progetti (es. concept) al requisito funzionale. Per fare questo devo capire come poter
misurare il soddisfacimento del FR (es. leggerezza misurata in peso, dunque decido un range
di peso accettabile e costruisco la funzione di appartenenza) infine trovo l’elemento con grado
di appartenenza maggiore.
Vantaggi: posso descrivere il soddisfacimento dei FRs non altrimenti misurabili e si possono
confrontare FRs completamente diversi tra loro tramite gradi di appartenenza.
Svantaggi: non è preciso (rispetto ai metodi di controllo tradizionali è più veloce ma meno
preciso) il giudizio è sfocato
ROBUST DESIGN
La metodologia Robust Design (Progettazione Robusta), sviluppata da Taguchi, viene
utilizzata per migliorare la produttività in fase di sviluppo del prodotto, dunque per ottenere
più facilmente prodotti di alta qualità a basso costo.
Questa formula definisce che il valore della perdita della qualità (L)
è data dalla differenza al quadrato tra il mio valore di tolleranza (y)
ed il quello di ottimo (m) tutto moltioplicato per un coefficiente (K).
Generalmente la produzione ha un andamento
gaussiano e non è detto che la media gaussiana
coincida con il valore ottimo. Per ottimizzare tale
condiaizione definiamo la NOSTRA FUNZIONE
SIGNAL TO NOISE (RAPPORTO
SEGNALE/RUMORE), che diventerà lanostra F.O.
e la ottimizziamo in modo da ottenere la
combinazione più robusta dei fattori di controllo.
Quidni il valore massimo di S/N è:
𝜇E
−10𝑙𝑜𝑔 E
𝜎
Pertanto possimao introdurre il concetto di VALORE ATTESO DELLA PERDITA DI
QUALITA’ :
Dato che la perdita della qualità è funzione della media e della varianza per minimizzarla posso
agire o sulla differenza (µ-m) o sulla varianza σ, nello specifico per ridurre la varianza posso,
individuare eliminare o rilavorare i pezzi non conformi; eliminare le cause di non conformità
a monte.
NB: la R.D. serve a raffinare le soluzioni torvate con gli altri metodi.
METODI MULTICRITERIO
Definito come “Processo decisionale in presenza di più criteri”, dove per criterio s’intende
l’indicazione su come scegliere l'alternativa più efficiente rispetto ad una certa prestazione
detta attributo
(Es.: il calcolatore meno costoso, la moto più maneggevole, l'auto con i minori consumi).
Nel caso del MCDM generalmente i criteri in generale sono contrastanti. Tra i metodi multi
criterio distinguiamo:
MADM MODM
(alternative infinite conosciute in
maniera implicita)
AHP
Un’estensione della MADM è rappresentata dal metodo AHP è un metodo di valutazione
multicriterio impiegato nei processi decisionali complessi dove la molteplicità di informazioni
nonché la loro diversa tipologia, sia qualitativa che quantitativa, rende poco applicabile le
metodologie di analisi tradizionali.
Tale metodo prevede la gerarchizzazione di obiettivi, criteri ed alternative. Lo scopo è quello
di scegliere l’alternativa che ottimizza ciascuno dei criteri, strutturando il problema in forma
gerarchica. Il decisore deve attribuire dei pesi percentuali ad ogni criterio mediante dei
confronti a coppie, tra gli elementi dello stesso livello gerarchico, rispetto agli elementi del
livello superiore in modo da generare una matrice quadrata detta MATRICE DELLE
CORRELAZIONI avente un numero di righe e di colonne pari al numero dei criteri. La
“preferibilità” di un criterio rispetto ad un altro è espressa attraverso una scala semantica,
denominata scala semantica di Saaty, di 9 punti, di cui 5 esprimono i giudizi fondamentali (da
1 a 9 -uguale, moderato, forte, molto forte, estremo) e 4 esprimono giudizi intermedi. (da 2 a
8).
Creata la matrice delle correlazioni può accadere che i giudizi dati dal decisore nel confronto
tra gli elementi non siano coerenti tra di loro, pertanto la matrice risulta inconsistente. Il
termine “consistenza” sta ad indicare che gli elementi della matrice siano logicamente
giustificati l’uno con l’altro.
Per verificare la consistenza consistenza della matrice deve essere verificata la seguente
relazione:
𝑎JP 𝑥 𝑎PR = 𝑎JR
Ovvero normalizzando tutte le colonne se ottengo gli stessi pesi ovvero le frequenze relative
(ricavate dal rapporto tra il singolo valore della colonna e la somma della stessa)
Valutare la consistenza della matrice è di fondamentale importanza poiché l’obiettivo è
definire il VETTORE DEI PESI dato dalla seguente formula analitica (definita dal
METODO DELLE POTENZE):
𝑥p = 𝐴p ∗ 𝑉
dove:
- x è il vettore dei pesi dei requisiti funzionali;
- A è la matrice dei confronti a coppie [n*n];
- V è un vettore unitario [n*1];
- p è un esponente che vale 1 se la matrice A è consistente altrimenti è >1.
Scelta la precisione (numeri dopo la virgola), se il valore di 𝑋 V non varia rispetto ad 𝑋 VWX
allora il peso definito dal vettore è quello corretto.
Non è detto che il risultato ottenuto sia la soluzione migliore, è necessario raffrontiamo i valori
ottenuti con in costi in un’analisi costi-benefici, dalla quale si evincerà il giusto
compromesso, dunque la scelta migliore.
Vantaggi: i giudizi espressi mediante il confronto a coppie sono maggiormente robusti, una
metodologia semplice che non esige una particolare specializzazione, poiché utilizza un solo
modello versatile di facile comprensione anche per i non professionisti, l’AHP associa
l’approccio induttivo- sistematico all’approccio deduttivo, è adattabile al singolo individuo
come al gruppo di persone.
Svantaggi: la dipendenza in parte dei risultati dai giudizi (soggettivi) del decisore, non ha una
scala di valori assoluti a cui riferirsi che comporta che se aggiungo un FR devo ricalcolare il
peso di tutti.
Ci sono varie metodologie per la generazione di un concept, una di queste è strutturata in 5
passi:
1) chiarire il problema
2) ricercare all’esterno
3) ricercare all’interno
4) esplorare sistematicamente
5) riflettere sui risultati e sul processo
Uno dei modi per chiarire il problema è la black box.
Molti prodotti sono troppo complessi per essere risolti come un unico problema per cui
possono essere utilmente suddivisi in sotto problemi più semplici. Questa suddivisone può non
essere immediata, e può non essere molto utile per prodotti con funzioni estremamente
semplici (esempio graffetta). Il primo passo per la scomposizione funzionale di un problema
è quello di rappresentarlo come una black box che elabora flussi di materiale, energia e segnali.
Questo box rappresenta la funzione generale del prodotto. Il passo successivo consiste nel
definire le sottofunzioni per creare una più semplice descrizione di cosa gli elementi del
prodotto possano fare al fine di implementare la funzione generale del prodotto. A questo
punto lo scopo è descrivere gli elementi funzionali del prodotto senza però associare ancora
uno specifico principio di funzionamento tecnologico.
Completata la scomposizione del problema si scelgono i sottoproblemi che sono più critici per
il successo del prodotto.
Esempio: la progettazione di una fotocopiatrice può essere pensata come l’insieme di specifici
sottosistemi come ad esempio il manipolatore di documenti, l’alimentatore per la carta, il
dispositivo della stampa ecc Non esiste un’unica maniera corretta per creare un diagramma
funzionale né una scomposizione funzionale univoca di un prodotto.
Alcune tecniche utili per iniziare sono:
1) creare un diagramma funzionale di un prodotto esistente
2) creare un diagramma funzoonale basato su un concetto di prodotto già generato dal
gruppo
3) seguire uno dei flussi (ad esempio energia) e determinare quali operazioni sono richieste