Pio V” - Roma
Manuale di comunicazione
politica in Rete
Costruire il consenso nell'era del Web2.0
L’Istituto
di
Studi
Politici
“S.
Pio
V”,
con
sede
in
Roma,
in
conformità
alla
Legge
23
otto-‐
bre
2003,
n.
293
e
secondo
i
suoi
Eini
istituzionali,
promuove
ed
incoraggia
studi
nelle
discipline
giuridiche,
economiche
ed
umanistiche,
con
particolare
riferimento
a
quelle
storico-‐politiche
e
linguistiche,
nonché,
più
in
generale,
alle
discipline
che
analizzano
i
problemi
della
società
contemporanea.
Presidenza:
Piazza
Navona,
93
–
00186
Roma
tel.:
06/6865904
fax:
06/6878252
UfDicio
Ricerca
ScientiDica:
Corso
Rinascimento,
19
–
00186
Roma
tel.:
06/6879580
fax:
06/68300090
Si
ringrazia
per
la
preziosa
collaborazione:
Ernesto
Belisario,
Daniele
De
Marinis,
Set-‐
tilio
Mauro
Gallinaro,
Mariangela
Parenti,
Daniele
Righi.
SOMMARIO
Premessa ............................................................................................................................................9
2.4.6.
Voglio
supportare
le
iniziative
politiche
mie
o
del
mio
partito
.......66
2.4.7.
Voglio
comunicare
me
stesso
.........................................................................67
2.7.3. Promuovere la propria presenza ed alimentare il dialogo ...............79
2.8.6.
Non
fare
il
passo
più
lungo
della
gamba
....................................................87
2.8.7.
Non
sperare
di
poter
controllare
tutto
......................................................87
3.1.
L’approccio
alla
comunicazione
in
Rete
dei
politici
italiani
........................93
3.2.
La
presenza
online
dei
politici
italiani:
una
foto
in
bianco
e
nero
...........94
PARTE II - Fare comunicazione politica nell’era del Web2.0 ....................113
7.1.2.
Anatomia
di
un
Social
Network
Site:
le
caratteristiche
di
base
...172
7.1.3.
I
principali
Social
Network
Site:
una
prima
carrellata
.....................173
Premessa
Questo
libro
non
descrive
il
futuro
della
comunicazione
politica
e
le
sue
evolu-‐
zioni
dei
prossimi
anni,
né
vuole
tracciare
gli
scenari
di
ciò
che
sarà.
Questo
libro
parla
di
ciò
che
è.
In
parte,
in
larga
parte,
di
ciò
che
è
già
stato.
Descrive
fenomeni
ormai
diffusi
e
consolidati.
Rappresenta
una
realtà,
quella
della
Rete,
che
non
è
più
appannaggio
di
un
ristretto
gruppo
di
esperti
o
argomento
di
discussione
per
sedicenti
guru
della
comunicazione
prossima
ventura.
Raccon-‐
ta
e
tenta
di
spiegare
come
tale
realtà
abbia
profondamente
mutato
le
regole
di
base
della
comunicazione
politica,
ma
soprattutto
come
Internet
incide
oggi
nei
fenomeni
di
creazione
del
consenso
e
sulla
partecipazione.
Chi
fa
politica
sa
bene
che
consenso
e
voti
si
ottengono
con
l’impegno,
la
pre-‐
senza
sul
territorio
e
la
costruzione
di
un
rapporto
positivo
e
paritetico
con
i
cittadini
elettori.
La
Rete
può
servire
a
ridurre
le
distanze,
dando
a
tutti
-‐
nes-‐
suno
escluso
–
la
possibilità
di
conoscere
l’attività
politica
e
partecipare
alla
formulazione
di
politiche
ed
azioni
di
governo.
Essa
equivale
per
molti
aspetti
ad
una
enorme
piazza
virtuale,
in
cui
i
Social
Network
corrispondono
alle
mo-‐
derne
tribune:
luoghi
di
discussione
e
di
partecipazione
democratica,
spazi
del
confronto
continuo
e
costante,
essenza
stessa
del
fare
politica.
È
un
potenziale
immenso
quello
espresso
dai
nuovi
media
conversazionali.
Soprattutto
per
entrare
in
contatto
con
i
giovani
ed
aprire
con
loro
il
dialogo
su
quale
debba
essere
l’agenda
politica
del
prossimo
futuro.
Un
potenziale
caratterizzato
dagli
immensi
ritmi
di
crescita:
la
televisione
ha
impiegato
13
anni
per
raggiungere
un
audience
di
50
milioni
di
persone;
Facebook
ha
raggiunto
lo
stesso
risultato
in
pochi
mesi,
ed
oggi
conta
oltre
mezzo
miliardo
di
utenti
attivi.
Per
chi
fa
politica
“abitare
la
Rete”
rappresenta
dunque
oggi
una
grande
op-‐
portunità.
Molti
politici
si
stanno
accorgendo
che
le
piattaforme
che
essa
met-‐
te
a
disposizione
divengono
altrettanti
strumenti
per
creare
un
dialogo
con
i
10 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Molti
autori
si
sono
confrontati
di
recente
con
queste
tematiche
e
molti
saggi
hanno
tentato
di
analizzare
i
fenomeni
della
comunicazione
politica
nell’era
del
Web2.0.
Spesso
ponendo
l’enfasi
sulle
contraddizioni
e
contrapposizioni
di
un
fenomeno
che
più
di
ogni
altro
è
in
costante
divenire
sia
per
gli
strumenti
a
disposizione
sia
i
per
comportamenti
collettivi
adottati.
C’è
chi
punta
l’indice
sui
pericoli
di
una
deriva
populista
e
plebiscitaria
che
i
nuovi
media
relazionali
possono
portare
in
dote,
e
chi
invece
mette
in
luce
il
ruolo
positivo
che
essi
possono
avere
nel
rivitalizzare
quel
rapporto
“ossidato”
tra
la
classe
politica
ed
i
cittadini.
Tanti
insomma
parlano
di
ciò
che
sta
avvenendo
e
di
ciò
che
do-‐
vrebbe
avvenire.
Ma
pochi
sono
coloro
che
tentano
di
abbordare
il
cosa
ed
il
come
fare
af`inché
la
comunicazione
della
politica
e
dei
politici
possa
“cavalca-‐
re”
la
Rete
quale
nuovo
e
poderoso
spazio
relazionale
per
la
costruzione
collet-‐
tiva
del
consenso.
Questo
testo
intende
rispondere
a
tale
s`ida,
costruendo
un
quadro
concettua-‐
le
d’azione
e
de`inendo
gli
strumenti
esistenti
ed
il
loro
utilizzo
in
termini
di
comunicazione
politica.
Un
lavoro
che
speriamo
sia
di
utilità
non
solo
per
chi
studia
ed
analizza
questi
fenomeni,
ma
anche
–
e
soprattutto
–
per
quanti
quo-‐
tidianamente
si
confrontano
con
le
istanze
della
comunicazione
politica,
in
primo
luogo
i
politici.
Per
questa
ragione,
abbiamo
voluto
richiamare
nel
titolo
di
questo
lavoro
col-‐
lettivo
quel
termine
forse
ambizioso
e
un
po’
desueto
di
“manuale”:
una
guida
per
coadiuvare
l’elaborazione
di
strategie
e
per
adoperare
gli
strumenti
del
Web2.0
nel
comunicare
e
–
magari
–
nel
fare
politica.
A
tal
`ine,
abbiamo
voluto
non
soltanto
mettere
a
disposizione
le
professionali-‐
tà
e
le
esperienze
-‐
tra
loro
diverse
e
complementari
-‐
degli
autori,
ma
anche
e
soprattutto
recuperare
molto
di
ciò
che
è
stato
detto
e
scritto
in
questi
ultimi
Manuale di comunicazione politica in Rete 11
La
prima
parte
è
dedicata
ad
illustrare
il
perché,
il
cosa,
ed
il
chi.
A
partire
dalla
domanda
più
ovvia
ed
impellente:
perché?
Perché
fare
comunicazione
politica
utilizzando
le
reti?
E
perché
il
ruolo
di
Internet
è
centrale
rispetto
a
queste
tematiche?
Perché
non
se
ne
può
prescindere,
e
perché
la
rete
rappre-‐
senta
una
grande
opportunità
per
chi
si
occupa
di
politica?
Una
volta
affronta-‐
to
questo
tema,
si
tenta
di
analizzare
il
cosa:
cosa
vuol
dire
fare
comunicazione
politica
online?
Cosa
deve
chiedersi
il
politico
quando
decide
di
aprirsi
al
dia-‐
logo
utilizzando
gli
strumenti
che
essa
mette
a
disposizione?
Cosa
rischia,
e
quali
sono
le
opportunità
che
nascono
da
un
nuovo
modo
di
intendere
la
co-‐
municazione
politica
e
–
necessariamente
–
di
intendere
la
politica?
Quali
so-‐
no,
insomma,
i
primi
passi
da
compiere
per
muoversi
in
questo
complesso
ed
articolato
universo?
Subito
dopo
è
la
volta
del
chi:
quali
sono
i
politici
che
sono
più
attivi
in
rete?
E
come
si
muovono?
Presentando
i
dati
di
tre
anni
di
ricerca,
abbiamo
scelto
di
non
dare
“le
pagelle”
alla
comunicazione
dei
singoli
politici,
ma
di
analizzare
il
fenomeno
della
comunicazione
politica
online
nella
sua
complessità,
parlando
di
politici
nazionali,
di
sindaci
e
di
giovani
amministratori.
Ne
esce
un
quadro
d’insieme,
necessariamente
sfumato,
su
come
i
politici
italiani
intendono
ed
usano
la
Rete.
La
seconda
parte
è
dedicata
a
quelli
che
sono
forse
i
quesiti
più
importanti:
come
si
fa?
Come
fare
per
iniziare
a
muoversi
in
Rete?
Quali
sono
gli
strumen-‐
ti,
e
quali
i
contesti
giusti?
Ma
soprattutto:
come
funzionano
le
applicazioni
che
la
rete
mette
a
disposizione?
Si
parte
dalla
descrizione
delle
funzionalità
e
del-‐
le
caratteristiche
di
un
semplice
Sito
Internet,
per
passare
a
presentare
le
pos-‐
sibilità
offerte
dai
Blog
ed
arrivare
a
discutere
dei
principali
Social
Network
Site,
Facebook
in
testa.
Di
ogni
strumento
vengono
presentate
le
caratteristi-‐
che
di
base
e
sono
enfatizzati
punti
di
forza
e
di
debolezza.
Nel
testo
sono
inol-‐
12 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
tre
riportate
alcune
schede
tecniche,
che
aiutano
a
comprendere,
passo
a
pas-‐
so,
come
fare
per
avviare
una
propria
presenza
online.
Insomma,
un
vero
e
proprio
manuale
pratico,
per
muovere
i
primi
passi
in
quella
che
è
stata
ef`ica-‐
cemente
de`inita
la
parte
abitata
della
Rete.
In
conclusione,
lo
spirito
con
il
quale
è
stato
scritto
questo
testo
non
è
certo
quello
di
chi
vuole,
con
un
libro,
porre
le
basi
per
una
visione
nuova
o
avveni-‐
ristica
di
un
tema
complesso
e
dinamico
come
quello
della
comunicazione
po-‐
litica.
Più
semplicemente,
il
proposito
è
“soltanto”
quello
di
cercare
di
dare
strumenti
ed
ausili
a
chi
di
questo
tema
si
occupa
quotidianamente.
Di
farlo
fornendo
alcune
indicazioni
utili
a
comprendere
i
parametri
di
un
contesto
che
nasce
dall’incontro
di
tre
mondi:
la
comunicazione,
la
politica
e
la
Rete.
Gli
autori
Manuale di comunicazione politica in Rete 13
1. Verso il cambiamento
1.1. Lo scenario
Blog,
Social
Network,
Coda
Lunga.
Fenomeni
che
sino
a
pochissimi
anni
fa
erano
riservati
ad
un
ristretto
numero
di
appassionati
ed
esperti
oggi
–
com-‐
plice
anche
e
soprattutto
l’enorme
crescita
di
alcuni
Social
Network
–
hanno
vissuto
una
diffusione
tale
da
essere
entrati
a
pieno
titolo
nella
vita
di
ogni
giorno.
“L’ho
visto
su
Facebook”
è
un’affermazione
ormai
comune
negli
uf`ici,
nelle
au-‐
le,
in
autobus.
La
diffusione
di
quelli
che
vengono
de`initi
“media
conversazio-‐
nali”
è
ormai
tale
che
“esserci”
si
avvia
a
diventare
molto
più
comune
che
“non
esserci”.
Quella
che
prima
era
stata
de`inita
“era
dell’accesso”
è
divenuta
ormai
“l’era
della
presenza”.
Presenza
nelle
piazze
virtuali,
ovviamente,
nuovo
luogo
di
ritrovo
di
vecchie
e
nuove
generazioni
di
utenti
della
Rete.
Rete
che
non
ha
soltanto
attuato
un
processo
di
rimediazione
degli
altri
strumenti
di
comuni-‐
cazione
(televisione
e
carta
stampata
in
primis),
ma
che
–
trasformando
l’uten-‐
te
da
spettatore,
lettore
o
ascoltatore
in
vero
e
proprio
interattore
–
sta
pro-‐
fondamente
ed
inesorabilmente
mutando
il
sistema
dei
media
ed
il
modo
stes-‐
so
di
fare
comunicazione.
Le
persone
si
stanno
abituando
sempre
più
ad
interagire.
Sempre
più
di
rado
le
comunicazioni
sono
unidirezionali,
sempre
più
frequentemente
l’utente
ha
la
possibilità
di
dire
la
sua,
di
commentare,
di
relazionarsi
con
il
proprio
inter-‐
locutore.
L’era
della
presenza
è
anche
l’era
della
partecipazione.
E
la
partecipa-‐
zione
porta
–
o
dovrebbe
portare
–
alla
consapevolezza.
sistema
dei
media,
si
aspetta
sempre
di
più
un
rapporto
di
scambio.
Rapporto
di
scambio
che
nasce
dal
fatto
che
il
politico
non
è
più
irraggiungibile
ma
di-‐
viene
potenzialmente
sempre
più
a
portata
di
mano
(o
meglio
a
portata
di
click)
e
quindi
sempre
più
vicino.
In
secondo
luogo
perché
il
politico
–
purché
consapevole
delle
potenzialità
di
tali
strumenti
-‐
dispone
oggi
di
possibilità
di
comunicazione
e
di
contatto
con
la
sua
base
assolutamente
inimmaginabili
in
tempi
anche
recenti.
Negli
ultimi
tre
decenni,
con
l’avvento
e
la
diffusione
massiccia
del
mezzo
tele-‐
visivo,
il
rapporto
tra
politici
e
cittadini
è
cambiato
notevolmente
ed
il
sistema
dei
media,
prima
secondario,
è
venuto
man
mano
imponendosi.
La
comunica-‐
zione
politica,
un
tempo
veicolata
dalle
organizzazioni
partitiche
e
basata
sul
contatto
diretto
con
gli
elettori,
si
è
modellata
ed
adattata
alle
logiche
mediati-‐
che,
relegando
la
`igura
del
cittadino
in
una
posizione
di
sostanziale
marginali-‐
tà.
Negli
Stati
Uniti
d’America
la
Rete
è
già
entrata
a
pieno
titolo
nelle
strategie
di
comunicazione
dei
politici,
tanto
come
strumento
da
adottare
attivamente
per
una
comunicazione
più
ef`icace
(si
veda
a
titolo
di
esempio
la
campagna
elet-‐
torale
di
Barack
Obama),
che
in
quanto
contesto
da
conoscere
per
evitarne
le
trappole
e
le
minacce
(si
pensi
al
caso
di
Trent
Lott 1).
Alcuni
politici
hanno
colto
i
segnali
di
cambiamento
e
hanno
tentato
di
entrare
nella
conversazione,
rendendosi
presto
conto
di
quanto
sia
dif`icile
gestire
la
1 Trent Lott, senatore americano che nel 2002 fu al centro di uno scandalo a seguito di una mo-‐
Quanto
questa
consapevolezza
ha
penetrato
il
sistema
politico
italiano?
Quan-‐
to
i
nostri
politici
hanno
compreso
l’importanza
del
ruolo
dei
media
conversa-‐
zionali
nell’ambito
delle
loro
strategie
di
comunicazione
politica
e
–
ancora
di
più
–
nell’ambito
della
loro
attività?
Quanto
i
rappresentanti
eletti
dal
popolo
italiano
in
Parlamento
hanno
compreso
il
fatto
che
strumenti
come
Blog
e
So-‐
cial
Network,
nella
loro
semplicità
e
nella
loro
immediatezza,
rappresentano
una
risorsa
di
inestimabile
valore
per
mantenere
un
contatto
reale
e
quotidia-‐
no
con
i
propri
elettori
ed
il
loro
territorio?
Sono
questi
alcuni
dei
quesiti
cui
si
tenterà
di
dare
risposta
nelle
pagine
che
seguono.
tamenti
e
trova
nuovi
modi
per
far
sentire
la
propria
voce
anche
nella
sfera
politica.
Eppure
appena
due
anni
più
tardi,
nelle
elezioni
di
Midterm
del
2010,
la
stessa
potente
funzione
di
orientamento
politico
è
stata
svolta
in
maniera
unidirezio-‐
nale
dai
canali
televisivi
tradizionali.
I
sondaggi
hanno
infatti
indicato
che
l’81%
degli
elettori
nordamericani
ha
utilizzato
come
fonte
di
informazione
politica
quasi
esclusivamente
i
canali
news
della
TV
via
cavo
quali
Fox,
CNN
e
Manuale di comunicazione politica in Rete - 1. Verso il cambiamento 19
MSNBC.
In
particolare,
in
quest’ultima
campagna,
il
network
televisivo
Fox
si
è
caratterizzato
come
un
vero
e
proprio
“partito
di
opposizione”
all’amministra-‐
zione
Obama.
In
questo
secondo
caso,
insomma,
la
comunicazione
televisiva
è
stata
quindi
un
fattore
di
in`luenza
cruciale
sulle
elezioni
di
Midterm,
facendo
da
cassa
di
risonanza
alle
dif`icoltà
del
governo
nel
dare
risposte
adeguate
alla
crisi
economica
e
nel
saper
comunicare
ef`icacemente
i
risultati
dalla
propria
gestione.
Si
tratta
di
due
momenti
della
stessa
storia
politica
che
si
rivelano
di
segno
opposto
per
quanto
riguarda
il
ruolo
di
vecchi
e
nuovi
media
nell’in`luenzare
e
coinvolgere
l’elettorato.
E
proprio
per
questo
sembrano
suggerire
che,
se
da
un
lato
la
comunicazione
politica
oggi
non
può
più
fare
a
meno
di
confrontarsi
con
la
Rete
per
veicolare
i
propri
contenuti,
dall’altro
l’avvento
dei
Social
Net-‐
work
impone
al
politico
ed
al
suo
staff
di
ripensare
la
natura
stessa
della
co-‐
municazione
e
della
costruzioni
della
relazione
eletto/elettore.
A
differenza
della
radio
o
della
TV,
media
che
come
ha
affermato
Richard
Sen-‐
nett
“hanno
la
capacità
di
accrescere
in
maniera
esponenziale
la
conoscenza
della
gente
su
quanto
accade
nella
società,
ma
inibiscono
drasticamente
la
ca-‐
pacità
di
tradurre
questo
sapere
in
azione
politica”2 ,
la
Rete
si
alimenta
infatti
per
de`inizione
della
capacità
attiva
di
produrre
interazione,
di
stimolare
il
di-‐
In
questo
senso,
è
evidente
che
se
da
un
lato
la
televisione
è
ancora
il
mezzo
più
ef`icace
per
raggiungere
il
maggior
numero
di
cittadini-‐elettori,
dall’altro
il
limite
di
questo
strumento
è
dato
proprio
dal
fatto
che
il
messaggio
politico
che
passa
attraverso
lo
schermo
pone
il
pubblico
tutto
sullo
stesso
piano
e
si
rivolge
all’unica,
generica
categoria
del
“cittadino
astratto”.
L’ampiezza
e
gene-‐
ralità
del
messaggio
politico
televisivo
e
l’assenza
di
un
vero
contraddittorio
possibile,
porta
così
a
concentrare
la
comunicazione
più
sugli
aspetti
legati
alla
personalità
del
politico
che
sui
contenuti
del
suo
discorso,
promuovendo
una
visione
della
politica
come
star
system
ed
un
linguaggio
politico
basato
su
“toni
forti”
e
sullo
scontro
permanente.
Nell’era
del
Web2.0,
per
contro,
l’aspettativa
di
base
è
che
ciascuno
sia
il
pro-‐
prietario
di
ciò
che
conosce
e
che
l’interazione
non
sia
dunque
rivolta
tanto
all’acquisizione
di
informazioni
più
o
meno
“veritiere”,
quanto
a
generare
una
condivisione
di
contenuti
e
di
linguaggi
“tra
pari”,
che
può
raggiungere
gradi
diversi
di
costruzione
collettiva.
Oggi,
insomma,
con
la
diffusione
dell’uso
dei
Social
Network
e
la
proliferazione
di
Blog
ed
altri
strumenti
della
Rete,
le
forme
di
comunicazione
politica
tradi-‐
zionale
rischiano
di
perdere
quel
ruolo
di
“anello
di
congiunzione”
con
la
so-‐
3 Javier del Rey Morató, Comunicación Política, Internet y Campañas Electorales, 2007.
4
Ibidem.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 1. Verso il cambiamento 21
cietà
e
le
sue
forme
di
organizzazione.
Di
non
essere
dunque
più
in
grado
di
saper
costruire
ed
intercettare
il
consenso,
o
di
canalizzare
il
dissenso
in
forme
costruttive
di
dialogo.
Va
anche
detto,
tuttavia,
che
il
ruolo
della
Rete
nella
comunicazione
politica
non
è
ovunque
omogeneo.
In
molti
Paesi
“occidentali”,
Internet
ha
già
segnato
profondamente
l’evoluzione
della
comunicazione
politica,
specie
nelle
sue
espressioni
più
tangibili,
ovvero
le
campagne
elettorali.
In
Italia
si
può
invece
affermare
che
i
nuovi
media
si
sviluppano
ancora
in
maniera
disomogenea
e
che
la
centralità
della
televisione
nella
vita
politica
non
è
venuta
meno.
Solo
le
istanze
di
alcuni
settori
rilevanti
della
società
civile
premono
af`inché
la
politi-‐
ca
si
rinnovi
ed
innovi
anche
le
proprie
modalità
di
comunicazione,
introdu-‐
cendo
uno
stile
più
partecipativo
e
coinvolgente,
pensando
a
strategie
di
co-‐
municazione
integrata
che
comprendano
media
tra
loro
diversi
e
complemen-‐
tari.
Quella
italiana,
è
una
transizione
ancora
incompiuta
verso
forme
più
mo-‐
derne
di
campagna
elettorale
e
di
comunicazione
politica,
testimoniata
dal
ri-‐
affermarsi
della
centralità
televisiva
anche
nelle
più
recenti
elezioni.
Permane
dunque
inevasa
l’esigenza
di
un
rinnovamento
nelle
forme
di
comunicazione
politica
quale
possibile
sbocco
alle
esigenze
di
inclusione
e
partecipazione
che
la
cittadinanza
manifesta
in
maniera
sempre
più
esplicita.
Le
elezioni
europee
2009,
dal
canto
loro,
hanno
ribadito
questo
trend
con
una
percentuale
di
votanti
attestata
su
un
modesto
66,46%.
Se
poi
alla
quo-‐
ta
di
cittadini
che
non
si
sono
recati
alle
urne,
si
aggiungono
i
dati
relativi
ai
cosiddetti
voti
inespressi
–
le
schede
bianche
e
le
schede
nulle
–
che
a
rigo-‐
re
vengono
annoverate
tra
le
opzioni
astensioniste
poiché
non
esprimono
voti
validi
per
le
forze
politiche
in
competizione,
il
fenomeno
del
“non
voto”
assume
dimensioni
ancora
maggiori:
nelle
ultime
consultazioni
politiche
arriva
a
riguardare
quasi
un
elettore
su
quattro.
Per
questo,
secondo
molti
analisti,
l’imponente
diserzione
dalle
urne
può
essere
deEinita
come
“il
più
importante
fenomeno
politico
di
massa
regi-‐
strato
negli
ultimi
tempi”1.
-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐
1
Linda
Laura
Sabbadini,
Partecipazione
politica
ed
astensionismo
secondo
un
ap-‐
Si
tratta
di
una
cambio
di
prospettiva
in
via
di
costruzione:
con
gli
strumenti
e
la
logica
del
Web2.0
l’utente
ha
`inalmente
la
possibilità
di
generare
contenuti
in
prima
persona,
ma
anche
di
procurarsi
o
di
creare,
quindi
di
scambiare
e
condividere
ogni
informazione
ritenuta
utile.
Il
tutto
all’insegna
della
collabo-‐
razione
orizzontale.
Le
implicazioni
anche
per
la
politica,
che
ora
si
vede
co-‐
stretta
a
ripensare
attentamente
la
maniera
di
intendere
e
di
fare
comunica-‐
zione,
sono
evidenti.
In
altri
termini,
la
comunicazione
politica
si
trova
oggi
a
dover
fare
i
conti
con
la
molteplicità
dei
canali
di
accesso
informativo
a
dispo-‐
sizione
dei
cittadini
e
con
le
svariate
forme
di
aggregazione
virtuale
che
stanno
ride`inendo
il
contesto
e
gli
attori
della
stessa.
Non
può
più
dunque
essere
pensata
in
maniera
disgiunta
dalle
nuove
forme
e
dai
nuovi
linguaggi
dell’or-‐
ganizzazione
sociale.
È
del
resto
evidente
che
la
Rete
ha
anche
cambiato
fortemente
il
DNA
delle
forme
di
attivismo,
anche
rispetto
al
passato
più
recente.
Appena
pochi
decen-‐
ni
or
sono
il
movimento
studentesco
si
af`idava
per
l’organizzazione
delle
pro-‐
teste
al
passaparola,
al
megafono
o,
al
massimo,
alla
pubblicazione
di
manifesti
e
volantini.
Per
contro,
ciò
che
ha
caratterizzato
le
più
recenti
proteste
degli
5 La dePinizione, proposta da R. Dahl, viene dall’associazione dei due termini greci di democrazia
(potere
del
popolo)
e
poliarchia
(governo
di
molti)
e
sta
ad
indicare
quelle
forme
di
sistema
democratico
caratterizzate
da
ad
ampia
partecipazione.
Robert
A.
Dahl,
Sulla
democrazia,
Laterza,
2006.
24 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
studenti
alla
`ine
del
2010
è
stato
il
fatto
che
l’organizzazione
delle
proteste
–
modalità,
luoghi
e
slogan
–
è
stata
af`idata
al
passaparola
telematico
di
Face-‐
book,
Twitter
e
degli
altri
Social
Network.
Le
recenti
mobilitazioni
degli
stu-‐
denti
hanno
insomma
confermato
nei
fatti
come
l’utilizzo
dei
media
digitali
sia
diventato
l’elemento
imprescindibile
per
l’organizzazione,
il
coordinamento
e
la
comunicazione
delle
forme
di
protesta
adottate.
L’attivazione
di
Blog,
mai-
ling
list
e
pagine
web,
ha
permesso
di
coordinare
le
attività,
di
favorire
la
circo-‐
lazione
di
documenti
e
di
pubblicizzare
le
iniziative
dentro
e
tra
gli
Atenei,
fa-‐
vorendo
lo
scambio
e
l’elaborazione
comune.
YouTube
è
stato
utilizzato
per
diffondere
i
`ilmati
degli
eventi
e
delle
manifestazioni,
poi
ripresi
dai
media
tradizionali
a
larga
diffusione6.
L’era
di
Internet
e
dei
cosiddetti
“personal
media”
ha
dunque
rinnovato
e
po-‐
tenziato
profondamente
anche
gli
orizzonti
comunicativi
della
protesta.
Il
van-‐
taggio
maggiore
offerto
dalla
Rete
è
senz’altro
quello
di
poter
comunicare
in
modo
veloce
ed
in
mobilità
con
un
numero
elevatissimo
di
persone,
per
esem-‐
pio
consentendo
di
coordinare
una
manifestazione
organizzandone
i
movi-‐
menti
direttamente
sul
campo7.
Insomma,
paradigmi
quali
la
partecipazione,
il
consenso,
il
dissenso
e
la
prote-‐
sta
stanno
cambiando
nelle
proprie
modalità
e
forme
di
organizzazione
anche
in
funzione
della
diffusione
rapidissima
della
Rete
e
dei
Social
Network.
I
cit-‐
tadini,
circondati
da
mezzi
di
comunicazione
e
canali
informativi
molto
più
interattivi
che
nel
passato
recente,
stanno
progressivamente
perdendo
lo
sto-‐
rico
ruolo
che
li
voleva
anello
debole
tra
politica
ed
i
tradizionali
media
main-
stream.
È
dunque
urgente
che
anche
i
politici
comprendano
le
peculiarità
tipiche
della
Rete
ed
avvertano
la
necessità
di
colmare
la
preoccupante
distanza
che
si
sta
7
Punto
di
svolta
può
essere
considerata
la
famosa
protesta
di
Seattle,
nel
novembre
1999,
quando
un’eterogenea
concentrazione
di
attivisti
impedì
ai
delegati
del
WTO
di
entrare
nell’edi-‐
Picio
dell’incontro.
Si
trattò
di
mobilitazione
del
Social
Forum
organizzata
e
pianiPicata
strategi-‐
camente
attraverso
la
Rete,
rivelatasi
di
un’efPicienza
ed
una
velocità
inusitati.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 1. Verso il cambiamento 25
allargando
tra
sistema
politico
ed
elettori
proprio
attraverso
Internet
e
le
sue
applicazioni
maggiormente
partecipative.
Come
vedremo,
Blog,
Siti
elettorali
con
ampi
spazi
dedicati
all’interazione
con
gli
utenti,
risorse
multimediali
aperte
ai
commenti
a
completamento
della
comunicazione
più
tradizionale
appaiono
gli
strumenti
più
adatti
per
assolvere
a
questo
impegno.
La
comunicazione
politica
non
è
la
politica
e
non
si
identi`ica
con
essa,
sebbe-‐
ne
le
due
cose
siano
intrinsecamente
legate.
Può
sembrare
un
paradosso,
ma
non
lo
è:
non
tutte
le
azioni
politiche
sono
ovviamente
riconducibili
ai
termini
ed
alle
categorie
della
comunicazione,
tut-‐
tavia
molte
di
queste
non
arrivano
a
compimento
senza
ricorrere
alla
comuni-‐
cazione,
senza
un
`lusso
di
messaggi
che
produca
determinati
effetti.
Ovvero
senza
un
adeguato
progetto
di
comunicazione.
Se
si
considera
che
le
circostan-‐
ze
in
cui
si
sviluppa
un
progetto
politico
sono
spesso
avverse
–
politico,
partito
e
candidato
vivono
generalmente
un
clima
di
tensione
e
di
aperta
concorrenza
–
si
comprende
come
la
comunicazione,
in
politica,
sia
da
considerare
qualcosa
di
più
dello
speci`ico
lavoro
di
uf`icio
stampa,
seppur
quali`icato.
Insomma,
la
comunicazione
politica
non
è
la
politica,
però
la
politica
–
o
una
parte
signi`ica-‐
tiva
di
essa
–
si
produce
anche
attraverso
la
comunicazione
politica.
26 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Questo
inscindibile
legame
tra
i
mezzi
di
comunicazione
ed
i
politici
ha
addirit-‐
tura
generato,
nei
fatti,
forme
nuove
di
fare
politica.
I
media
sono
molto
più
che
veicoli
per
il
trasporto
delle
idee
e
delle
opinioni,
ed
anzi
le
formano
o
le
de-‐
formano
in
modo
sostanziale.
Emerge
perciò
un
modo
di
fare
politica
e
di
in-‐
tendere
le
ideologie
fortemente
mediato
dai
mezzi
di
comunicazione,
tanto
che
taluni
critici
affermano
che
oggi
“la
politica
è
poco
più
che
un
fenomeno
di
immagine
mediatica”.
Dal
punto
di
vista
dell’analisi
accademica,
la
comunicazione
politica
può
essere
de`inita
come
lo
studio
del
rapporto
tra
i
tre
vertici
di
un
triangolo
formato
dalla
classe
politica,
dai
media
e
della
cittadinanza.
Storicamente,
in
primo
luogo
la
comunicazione
politica
stava
a
signi`icare
lo
studio
della
comunica-‐
zione
del
governo
verso
gli
elettori.
Poi
si
è
passati
a
considerare
la
comunica-‐
zione
politica
come
l’interscambio
dei
discorsi
politici
tra
la
maggioranza
e
l'opposizione.
In`ine,
il
campo
si
è
ampliato
allo
studio
del
ruolo
dei
media
nel-‐
la
formazione
dell'opinione
pubblica
ed
all'in`luenza
dei
sondaggi
d’opinione
nella
vita
politica.
Oggi,
lo
studio
di
questo
fenomeno
comprende
il
ruolo
della
comunicazione
nella
politica
in
senso
ampio,
ed
integra
nell’analisi
sia
il
ruolo
dei
media
e
dei
sondaggi
d’opinione,
sia
quello
del
marketing
e
della
pubblicità
politica
(in
particolare
durante
i
periodi
elettorali).
In
questo
contesto,
la
co-‐
municazione
politica
designa
quindi
tutte
quelle
forme
di
comunicazione
che
hanno
per
oggetto
la
politica.
Tiene
perciò
conto
delle
due
caratteristiche
principali
della
politica
contemporanea:
l'espansione
della
sfera
politica
a
qua-‐
si
tutti
i
settori
della
vita
civile
e
lo
spazio
crescente
dato
in
essa
alla
comuni-‐
cazione,
sia
per
il
peso
che
hanno
oggi
i
media
nella
creazione
dell’opinione
pubblica,
sia
per
la
capacità
di
in`luenza
sulle
scelte
politiche
che
ha
l’uso
(ed
abuso)
dei
sondaggi
di
opinione.
tanti
ed
i
rappresentati:
ovvero,
tra
il
potere
politico
ed
i
cittadini.
Questi
ulti-‐
mi,
però,
sono
per
lo
più
visti
come
meri
destinatari
della
comunicazione
pro-‐
veniente
dal
sistema
politico
e
dal
sistema
dei
media.
Tutti
e
tre
gli
attori
coinvolti,
infatti,
creano,
scambiano
e
ricevono
messaggi
di
natura
politica,
elaborati
in
diverse
forme.
Il
secondo
attore
di
comunicazione
politica
è
il
sistema
dei
media,
ovvero
l’in-‐
sieme
delle
istituzioni
mediali
che
contribuiscono
alla
formazione
ed
alla
di-‐
stribuzione
della
conoscenza.
In
genere,
i
mezzi
di
informazione
si
pongono
come
interlocutori
tanto
dell’opinione
pubblica
quanto
delle
componenti
isti-‐
tuzionali
e
partitiche
del
sistema
politico,
rapportandosi
in
forme
diverse
in
ciascun
contesto
culturale.
Come
vedremo
più
avanti,
questa
distinzione
tra
cittadino-‐elettore
ed
opinione
pubblica
può
avere
una
forte
rilevanza
tanto
sul
versante
delle
modalità
del
“far
politica”
che
su
quello
della
partecipazione
-‐
effettiva
ed
attiva
-‐
alla
vita
politica.
Secondo
questo
schema,
una
prima
fase
della
comunicazione
politica
-‐
prece-‐
dente
all’avvento
della
televisione
–
è
caratterizzata
dal
fatto
che
i
messaggi
politici
venivano
diffusi
attraverso
il
contatto
diretto
e
la
mediazione
delle
or-‐
ganizzazioni
di
partito
o
dei
gruppi
politici
organizzati.
Il
livello
di
mobilita-‐
zione
di
questi
attori
era
perciò
fondamentale
per
conseguire
i
successi
eletto-‐
rali.
9 Jay G. Blumler, Dennis Kavanagh, The third age of political communication: InPluences and fea-‐
tures,
1999.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 1. Verso il cambiamento 29
terattività.
Questa
impostazione
su
tre
“tappe”
è
ripresa
ed
approfondita
da
un
successivo
studio
della
Norris,
incentrato
sull’analisi
delle
trasformazioni
nelle
campagne
elettorali
delle
“democrazie
più
evolute”10 .
In
questo
caso,
nella
prima
fase
le
campagne
elettorali
“premoderne”
sono
caratterizzate
dall’estensione
del
di-‐
ritto
di
voto
a
gruppi
sempre
più
vasti
di
individui
e
si
basano
sul
contatto
fac-‐
cia
a
faccia
con
i
cittadini
da
parte
dei
candidati,
nonché
sulla
capacità
e
la
for-‐
za
delle
organizzazioni
di
partito
dislocate
sul
territorio.
L’uso
dei
media
in
questa
fase
è
limitato,
dato
che
l’elettorato
è
piuttosto
stabile
ed
il
sistema
ri-‐
sulta
dominato
dal
cosiddetto
“voto
di
appartenenza”
(ad
un
partito
o
ad
uno
schieramento
ideologico).
L’ultima
fase,
cioè
quella
delle
“campagne
elettorali
postmoderne”,
inizia
nella
seconda
metà
degli
anni
Ottanta
con
la
moltiplicazione
dei
canali
TV
e
trova
poi
piena
affermazione
durante
gli
anni
Novanta
con
la
diffusione
di
Internet,
ovvero
la
diffusione
del
mezzo
interattivo
per
eccellenza,
in
grado
tornare
a
proporre
un
possibile
dialogo
diretto
tra
cittadini
e
candidati.
Ciò
non
signi`ica,
per
certo,
che
oggi
tutta
la
comunicazione
politica
sia
di
“ter-‐
za
generazione”.
Anzi,
è
possibile
rilevare
una
compresenza,
nell’arco
di
una
stessa
campagna
elettorale,
di
strategie
comunicative
ispirate
a
principi
di
“generazioni”
diverse.
10
Pippa
Norris,
A
Virtuous
Circle:
political
communications
in
post-‐industrial
societies,
2000.
30 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
11
Grossi,
Mancini,
Mazzoleni,
Giugno
1983:
una
campagna
elettorale,
RAI-‐ERI,
1985.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 1. Verso il cambiamento 31
A
ciò
si
debbono
aggiungere
altre
due
considerazioni:
la
prima
attiene
al
fatto
che
ormai
la
politica
è
divenuta
a
tutti
gli
effetti
un’occupazione
a
tempo
pieno,
che
sempre
più
spesso
impone
al
politico
il
ricorso
ad
esperti
per
la
messa
a
punto
delle
strategie
di
comunicazione
e
d’immagine.
La
seconda,
ad
essa
cor-‐
relata,
attiene
alla
sempre
maggiore
centralità
del
singolo
candidato/esponen-‐
te
politico
rispetto
all’organizzazione
partitica,
facendone
di
fatto
l’attore
prin-‐
cipale
della
comunicazione
politica12.
Si
tratta
di
un
cambiamento
sostanziale
nella
maniera
di
fare
e
di
comunicare
la
politica,
poiché
le
elezioni
-‐
locali
o
nazionali
-‐
si
caratterizzano
come
una
s`ida
fra
due
`igure
politiche,
più
che
come
confronto
di
idee
e
programmi.
Le
qualità
personali
del
candidato
sono
man
mano
diventate
così
esse
stesse
il
contenuto
della
proposta
politica
e
l’elemento
centrale
della
comunicazione
12 Le elezioni del 1996 divengono in Italia la prima occasione per una vera e propria competi-‐
zione
diretta
e
personale
fra
i
due
aspiranti
alla
leadership
di
governo,
nel
quadro
di
un
clima
politico
che
impose
alle
coalizioni
di
presentarsi
attraverso
la
Pigura
del
proprio
leader
designa-‐
to.
32 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
elettorale.
In
questo
contesto,
la
relazione
del
politico
con
gli
elettori
è
in
gran
parte
“consumata”
attraverso
il
sistema
dei
media,
che
mira
a
posizionare
il
candidato
“nel
mercato
elettorale”
facendo
fortemente
leva,
appunto,
sulla
sua
soggettività.
Dal
momento
che
pochi
sanno
come
utilizzare
i
media
in
modo
ef`icace,
prende
rapidamente
piede
il
costume
di
af`idarsi
a
soggetti
professionali:
si
tratta
di
consulenti
che
assistono
l’esponente
politico
in
campagna
elettorale,
puntando
molto
sugli
elementi
di
personalità
del
candidato
e
sulla
radicalizzazione
del
confronto
politico
(i
“toni
forti”
pagano),
spesso
a
scapito
dell’approfondimen-‐
to
dei
contenuti.
Insomma,
la
Rete
si
è
inserita
a
pieno
titolo
nei
processi
di
comunicazione
poli-‐
tica,
ma
nel
modo
ancora
ambivalente
che
abbiamo
segnalato
in
precedenza:
da
un
lato,
si
presenta
infatti
come
nuovo
e
potente
strumento
che
af`ianca
gli
altri
mezzi
di
comunicazione
“mediata”.
Dall’altro,
per
sue
intrinseche
caratte-‐
ristiche
essa
tende
a
divenire
strumento
di
“disintermediazione”
nei
confronti
dei
media
tradizionali,
capace
com’é
di
mettere
in
contatto
diretto
il
candida-‐
to/esponente
politico
ed
il
proprio
potenziale
o
reale
elettore.
Queste
condizioni
si
innestano
in
un
processo
che,
come
abbiamo
visto,
carat-‐
terizza
le
campagne
elettorali
e
lo
scontro
politico
come
fenomeni
sempre
più
complessi
ed
articolati,
i
cui
esiti
sono
sempre
meno
prevedibili.
E
perciò
si
richiede
all’esponente
politico
ed
al
suo
staff
non
solo
un’attenta
conoscenza
dell’elettorato
e
dei
meccanismi
decisionali
degli
individui,
ma
anche
compe-‐
tenze
tecniche
e
capacità
nuove,
necessarie
a
comprendere
ed
utilizzare
i
nuo-‐
Manuale di comunicazione politica in Rete - 1. Verso il cambiamento 33
Si
tratta
di
capire,
in
particolare,
se
e
come
la
Rete
è
in
grado
di
valorizzare
le
capacità
di
dialogo
e
di
leadership
del
politico
o
degli
aspiranti
tali.
Per
fare
ciò,
è
necessario
approfondire
concetti
quali
la
leadership
politica,
la
generazione
del
consenso
e
la
partecipazione.
I
grandi
leader
sono
stati
quelli
che
sono
riusciti
non
soltanto
a
“fare,
a
realiz-‐
zare
qualcosa”,
ma
anche
a
fare
proprio
quanto
di
più
irreale
ci
sia,
ovvero
co-‐
struire
la
forza
del
sogno
collettivo.
Ogni
grande
impresa,
scrive
ancora
Albe-‐
roni,
nasce
prima
da
un
ideale
che
ha
permesso
di
trovare
e
raccogliere
le
for-‐
ze
per
superare
gli
ostacoli,
le
incomprensioni
e
le
piccole
meschinità
del
quo-‐
tidiano.
La
leadership
politica,
dunque,
deve
essere
proprio
in
grado
di
indicare
la
meta
e
far
condividere
gli
ideali.
Questa
capacità
di
guida
è
tanto
più
ef`icace
quanto
più
la
meta
proposta
è
il
frutto
di
una
vera
costruzione
collettiva,
di
una
spinta
creativa
costruita
dal
basso
ed
interpretata
dalla
politica,
poiché
la
realizzazione
di
qualsiasi
azione
che
trascende
il
quotidiano
dipende
sempre
dall’apporto
e
dal
consenso
di
molti.
Da
questo
punto
di
vista,
la
ricerca
del
consenso
dovrebbe
in
primo
luogo
es-‐
sere
guidata
dalla
scelta
di
quali
debbano
essere
la
meta
cui
tendere,
gli
obiet-‐
tivi
da
condividere,
la
rotta
da
seguire.
Insomma
l’esponente
politico
dovrebbe
essere
in
grado
in
primo
luogo
di
tenere
conto
delle
spinte
e
degli
stimoli
che
Robert
Dahl
ci
ricorda
che
per
governare
bene
uno
Stato
non
basta
la
cono-‐
scenza:
ci
vogliono
anche
l’incorruttibilità,
una
ferma
resistenza
alle
enormi
tentazioni
del
potere,
una
dedizione
continua
ed
in`lessibile
al
bene
pubblico
piuttosto
che
agli
interessi
personali
e
del
proprio
gruppo.
Poiché
“La
cono-‐
scenza
è
una
cosa,
il
potere
un’altra”15.
14 Ibidem.
La
legittimità
di
tale
azione
è
consegnata
al
politico
attraverso
i
processi
eletti-‐
vi
ed
elettorali.
Elettivi
sono
quelli
interni
ai
partiti
ed
ai
gruppi
politici,
men-‐
tre
elettorali
sono
quelli
af`idati
alle
pubbliche
elezioni.
Non
solo:
alla
legittimità
formale
espressa
dai
processi
elettorali,
l’esponente
politico
deve
poter
af`iancare
anche
una
legittimità
sostanziale
e
che
deve
es-‐
sere
continuamente
rinnovata.
Si
tratta
della
legittimità
che
è
data
dalla
capa-‐
cità
di
interpretare
le
esigenze
profonde
degli
elettori,
di
trasformarle
in
azioni
e
di
riscontrarle
con
una
visione
di
società
che
sappia
far
elevare
lo
sguardo
verso
la
meta.
Ciò
signi`ica
in
ultima
analisi
governare
la
cosa
pubblica
–
a
qualsiasi
livello
–
attraverso
il
consenso.
Il
consenso
dei
propri
elettori
e
la
stima
dei
propri
av-‐
versari.
Per
dirla
ancora
una
volta
con
le
parole
di
Dahl,
è
ovvio
che
“le
decisioni
per-‐
sonali
degli
individui
non
sono
equivalenti
alle
decisioni
del
governo
dello
sta-‐
to”.
Ma
`in
dai
tempi
della
democrazia
ateniese,
Pericle
spiegava
come
“la
cura
degli
interessi
privati
deve
procedere
di
pari
passo
con
l’attività
politica;
ed
anche
se
ogn’uno
è
preso
da
occupazioni
diverse,
è
imperativo
riuscire
ad
ave-‐
re
una
buona
conoscenza
degli
affari
pubblici”16 .
Nelle
democrazie
moderne
il
consenso
è
misurato
in
primo
luogo
dalla
qualità
della
convivenza
paci`ica
e
della
coesione
sociale,
in
modo
da
rendere
inutile
il
ricorso
a
forme
coercitive.
In
secondo
luogo,
il
consenso
si
misura
dalla
parte-‐
cipazione
elettorale
e
dal
responso
delle
urne
in
libere
consultazioni
ed
in
ter-‐
zo
luogo,
dal
sostegno
che
l'opinione
pubblica
manifesta
nei
confronti
delle
decisioni
della
propria
classe
politica
dirigente.
In
questo
senso,
è
indubbio
che
il
declino
del
consenso
all'interno
di
un
sistema
politico
rappresenta
uno
dei
principali
indicatori
di
crisi
politica.
È
chiaro
che
i
sistemi
consensuali
possono
funzionare
“solo
in
condizioni
dav-‐
vero
speciali;
tra
queste
condizioni,
si
trovano
tra
l’altro:
un’alta
capacità
di
conciliazione,
un’alta
tolleranza
per
il
compromesso;
leader
af`idabili
in
grado
di
negoziare
soluzioni
ai
con`litti
con
il
consenso
dei
loro
seguaci;
una
conver-‐
genza
sugli
scopi
e
sui
valori
di
base
abbastanza
amplia
da
rendere
possibile
l’accordo;
un
impegno
a
procedere
democraticamente
che
impedisca
l’uso
dei
mezzi
violenti”17.
La
costruzione
del
consenso
è
perciò
uno
degli
elementi
essenziali
della
convi-‐
venza
e
della
vita
democratica
di
un
Paese.
Ed
in
questo
senso,
la
Rete
e
gli
strumenti
del
Web2.0
rendono
oggi
possibile
ciò
che
ieri
era
connaturato
al
ruolo
svolto
dalle
sezioni
di
partito
e
dei
circoli
culturali
ed
elettorali.
Il
politi-‐
co
ha
oggi
a
disposizione
canali
di
comunicazione
che
contemporaneamente
possono
dialogare
con
una
comunità,
un
gruppo
di
interesse
o
un
singolo
cit-‐
tadino.
Se
ben
utilizzate,
queste
potenzialità
permettono
oggi
al
leader
politico
di
indicare
con
chiarezza
le
proprie
priorità
e
scelte;
ma
anche
di
raccogliere,
accogliere
e
veri`icare
proposte,
esigenze
ed
interessi
presenti
nel
corpus
so-‐
ciale
e/o
nei
territori
di
riferimento
dell’azione
politica.
Ciò
consente
di
recu-‐
perare
quel
ruolo
di
mediazione
simbolica
tra
le
esigenze
espresse
dalla
socie-‐
tà,
le
mete
ideali
e
l’azione
di
governo
-‐
locale,
regionale
e
nazionale
-‐
che
è
l’essenza
della
politica
e
della
funzione
di
rappresentanza
esercitata
dal
leader
politico.
Ciò
permette
altresì
di
attivare
o
rafforzare
quegli
spazi
di
partecipa-‐
zione
e
di
cittadinanza
attiva,
che
oggi
sembrano
fare
così
difetto
alle
liturgie
della
politica
nostrana.
18
Ibidem.
38 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Dai
cittadini
del
nostro
tempo,
caratterizzati
da
un
aumentato
livello
di
istru-‐
zione
ed
esposti
ad
un
massiccio
`lusso
di
informazioni,
ci
si
aspetterebbe
quindi
un
crescente
interesse
per
la
politica.
Al
contrario,
e
come
già
menzio-‐
nato,
le
più
recenti
ricerche
sul
rapporto
tra
i
cittadini
e
la
politica
tracciano
in
tutta
Europa
un
quadro
ben
diverso:
rilevano
infatti
come
la
grande
maggio-‐
ranza
dei
cittadini
dichiari
una
spiccata
s`iducia
nei
confronti
delle
istituzioni
politiche
e
dei
partiti.
Cui
si
aggiunge
un
interesse
per
la
politica
sempre
più
marginale.
È
un
fenomeno
che
qualcuno
ha
de`inito
come
“sindrome
del
citta-‐
dino
critico”,
ossia
il
prevalere
di
un
atteggiamento
critico
diffuso
nei
confronti
della
gerarchia
e
dell'autorità
e
spesso
di
vera
e
propria
insofferenza
nei
con-‐
fronti
dei
processi
di
delega
della
rappresentanza.
Ciò
porta
ad
un
processo
di
“secolarizzazione
della
politica”
in
cui
essa
non
scompare
di
certo
come
forma
di
interpretazione
della
realtà,
ma
si
privatizza,
si
individualizza,
si
frammenta
e
si
ricompone
all’interno
di
una
pluralità
di
relazioni
sociali,
che
avvengono
al
di
là
dei
con`ini
del
sistema
politico
tradizionale.
Sistema
politico
che,
pertan-‐
to,
stenta
ad
intercettarle
ed
ad
interpretarle19 .
Abbiamo
già
avuto
modo
di
segnalare
come
spesso
questa
con`igurazione
“in-‐
dividualizzata”
della
partecipazione
(che
si
manifesta
e
sviluppa
prevalente-‐
mente
attraverso
reti
destrutturate
o
in
modi
individuali
d’azione)
porti
a
for-‐
me
di
frammentazione
ed
atomizzazione
di
partecipazione
ed
ad
una
dif`icoltà
oggettiva
nel
tradurre
le
espressioni
sociali
in
termini
di
consenso.
Tuttavia,
abbiamo
anche
visto
come
proprio
grazie
alle
potenzialità
e
moltepli-‐
ci
possibilità
di
carattere
politico
offerte
dalla
Rete
oggi
si
può
anche
parlare
di
un
ampliamento
delle
opportunità
di
espressione
sociale
e
politica
che,
nella
società
delle
reti,
dipende
in
modo
sempre
più
determinante
dalle
capacità
di
fare
social
networking.
Con
la
sua
modalità
di
fruizione
interattiva
e
con
la
sua
struttura
orizzontale,
Internet
permette
infatti
forme
di
interazione
`lessibile,
aperta,
democratica,
atte
a
favorire
nuove
opportunità
di
socializzazione,
co-‐
municazione
e
partecipazione.
Per
dirla
ancora
con
Raf`ini,
“l’opportunità
di
utilizzare
i
nuovi
media
come
spazi
di
deliberazione
online,
favorendo
la
crea-‐
19
Luca
RafPini,
Giovani,
nuovi
media
digitali
e
partecipazione
politica,
working
paper,
2008.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 1. Verso il cambiamento 39
zione
di
reti
sociali
e
di
nuove
soggettività
politiche
tra
soggetti
isolati,
lontani
e
minoritari,
con
scarse
capacità
di
accesso
ai
media
mainstream
è
già
possibi-‐
le,
anche
se
non
scevra
da
ambiguità,
contraddizioni
e
grandi
questioni
aperte
(si
pensi
a
temi
quali
il
digital
ed
il
broadband
divide,
la
governance
di
Internet,
la
tutela
della
privacy,
ecc.)
“20 .
Vale
rilevare
che,
nel
nostro
Paese,
le
esperienze
di
partecipazione
online
più
interessanti
si
sono
sviluppate
nel
contesto
della
società
civile.
Inizialmente,
la
partecipazione
online
è
stata
praticamente
prerogativa
di
gruppi
fortemente
caratterizzati
da
una
cultura
telematica.
Solo
a
partire
dai
primi
anni
del
nuovo
Millennio
la
Rete
è
stata
“scoperta”
anche
da
tutti
quegli
attori
normalmente
impegnati
in
forme
di
partecipazione
tradizionali
(movimenti,
associazioni,
gruppo
di
pressione,
ecc.),
che
hanno
così
trasformato
Internet
in
un
vero
spa-‐
zio
di
partecipazione
e
dibattito
virtuale.
Con
l'avvento
del
Web2.0
la
parteci-‐
pazione
in
Rete
è
entrata
oggi
in
una
nuova
dimensione,
caratterizzata
dalla
diffusione
del
fenomeno
dei
Blog,
degli
strumenti
di
social
networking
e
del
giornalismo
“dal
basso”,
che
insieme
hanno
promosso
non
soltanto
una
mag-‐
gior
partecipazione,
ma
anche
forme
nuove
di
integrazione
con
le
pratiche
tra-‐
dizionali
di
mobilitazione
sociale,
come
si
è
visto
ad
esempio
nel
paragrafo
in
cui
si
accennava
alle
nuove
forme
di
organizzazione
della
protesta.
La
diffusione
dei
Social
Network
Site
e
degli
smartphone,
cui
è
connessa
la
pos-‐
sibilità
di
navigare
e
di
produrre
`ilmati
e
testi
che
possono
essere
diffusi
im-‐
mediatamente,
costituisce
un’ulteriore
opportunità
a
supporto
delle
forme
di
partecipazione.
Infatti,
bypassando
i
media
tradizionali,
questi
supporti
per-‐
mettono
di
comunicare
in
modo
semplice,
rapido
e
diretto.
Strumenti
come
Facebook
o
YouTube
si
convertono
sempre
più
in
piattaforme
utili
anche
per
sviluppare
discussioni
rilevanti
nella
sfera
della
politica.
20
Ibidem.
40 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Certo,
lo
sviluppo
e
la
diffusione
di
massa
dei
media
digitali
non
può
essere
studiato
separatamente
da
un’analisi
generale
dei
mutamenti
sociali
e
politici
in
essere.
Il
rischio
è,
altrimenti,
che
le
tecnologie
dell’informazione
e
della
comunicazione,
in
luogo
di
favorire
una
vera
partecipazione
dei
cittadini
alla
vita
pubblica,
si
consolidino
come
una
forma
di
populismo
del
nostro
tempo
e,
che
spinga
verso
forme
di
democrazia
elettronica
plebiscitaria.
Già
nel
1994
Newt
Gringrich,
in`luente
uomo
politico
statunitense
e
Speaker
alla
Camera,
parlava
di
“Congresso
Virtuale”,
che
avrebbe
sostituito
quello
tradizionale
af`i-‐
dando
le
scelte
legislative
al
voto
elettronico
diretto
dei
cittadini.
Il
tempo
ha
dimostrato
quanto
queste
ipotesi
fossero
fuorviate
e
la
democrazia
elettronica
ha
seguito
e
segue
strade
per
fortuna
diverse
da
quelle
di
una
illusoria
sempli-‐
`icazione
dei
sistemi
politici.
Citando
ancora
una
vota
Rodotà,
“la
vera
novità
democratica
della
Rete
non
consiste
nel
dare
ai
cittadini
l’ingannevole
illusione
di
partecipare
alle
grandi
decisioni
attraverso
referendum
elettronici.
Consiste
nel
potere
dato
a
ciascu-‐
no
ed
a
tutti
di
servirsi
della
straordinaria
ricchezza
di
materiali
messa
a
di-‐
sposizione
dalle
tecnologie
per
elaborare
proposte,
controllare
i
modi
in
cui
viene
esercitato
il
potere,
organizzarsi
nella
società”22.
È in questo contesto che il politico deve cercare nuove modalità di comunica-‐
21 Stefano Rodotà, Keynote Adress in occasione della giornata sull’e-‐Parliament presso la Camera
22
Ibidem.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 1. Verso il cambiamento 41
zione:
stabilendo
forme
di
“consultazione
permanente”
con
il
proprio
elettora-‐
to,
mettendo
in
rete
proposte
sulle
quali
sollecitare
il
giudizio
ed
il
contributo
dei
cittadini,
avendo
cura
di
accogliere
e
rilanciare
proposte
ed
istanze
elabo-‐
rate
da
singoli
cittadini
o
da
gruppi,
ai
quali
viene
così
data
`inalmente
una
possibilità
nuova
di
intervenire
nei
processi
legislativi
e
di
decisione
politica.
E
questo
è
proprio
il
caso
dei
Social
Network
Site,
fenomeno
che
molti
analisti
hanno
all’inizio
erroneamente
scambiato
per
comportamenti
di
“moda”
o
di
nicchia
(legati
ad
esempio
al
modo
di
relazionarsi
dei
giovanissimi),
ma
che
in
poco
tempo
hanno
invece
permeato
in
modo
profondo
le
modalità
di
interre-‐
lazione
a
tutti
i
livelli:
non
soltanto
tra
gli
individui,
ma
anche
tra
le
istituzioni,
i
gruppi
organizzati,
le
imprese,
i
partiti
politici.
Alla
politica
ed
ai
suoi
leader
si
chiede
dunque
sia
di
entrare
in
contatto
con
lo
spirito
dei
tempi,
sia
di
saper
intuire
il
cammino
per
raggiungere
la
meta,
po-‐
nendovi
le
proprie
energie
e
mobilitando
quelle
degli
altri.
Ovvero,
di
saper
leggere
il
cambiamento,
interpretarlo,
saper
comunicare
con
determinazione
42 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
È
ormai
un
fatto
che
la
comunicazione
politica
si
trovi
oggi
a
dover
fare
i
conti
con
i
moltiplicati
canali
di
accesso
informativo
a
disposizione
dei
cittadini
e
con
le
svariate
forme
di
aggregazione
virtuale
che
stanno
ride`inendo
i
conte-‐
sti
e
gli
attori
del
fare
politico.
Attraverso
i
canali
del
Web2.0
l’utente-‐cittadino
si
sottrae
alle
forme
di
comunicazione
top-down,
tipiche
della
fruizione
televi-‐
siva
o
delle
modalità
di
consultazione
tipiche
del
Web
come
lo
abbiamo
`ino
ad
ora
conosciuto.
L’utente
di
oggi
in
rete
si
informa,
ma
soprattutto
si
confronta
con
le
opinioni
altrui,
intavola
discussioni
e
conversazioni
e
produce,
soprat-‐
tutto,
contenuti
di
valore.
Nel
quadro
del
Web2.0,
le
tecnologie
rappresentano
sempre
più
un
fattore
abi-‐
litante
che,
complice
il
vorticoso
sviluppo
di
nuove
applicazioni
sempre
più
semplici
ed
immediate,
mette
l’utente
in
condizioni
di
utilizzare
in
modo
mas-‐
siccio
e
pervasivo
strumenti
innovativi
di
interazione,
pur
in
assenza
di
livelli
elevati
di
alfabetizzazione
informatica.
Il
Web
non
è
più
così
un
mero
conteni-‐
tore
di
informazioni
“statiche”,
ma
quel
luogo
“dinamico”
di
integrazione
ed
ibridazione
continua
dei
contenuti.
Inevitabilmente
tali
logiche
impattano
fortemente
sul
modo
di
intendere
e
fare
comunicazione.
Lo
fanno
con
tale
forza
che
la
comunicazione
ha
fatto
propri
i
modelli
di
rete
prima
e
meglio
di
altri
ambiti.
Oggi
la
comunicazione
-‐
al
di
là
del
dominio
dei
mezzi
di
comunicazione
di
massa
-‐
è
soprattutto
comunicazio-‐
ne
in
rete.
Comunicazione
che
parte
dalle
logiche
della
rete
e
le
sviluppa,
de`i-‐
nendo
domini
nuovi
che
sono
per
larga
parte
ancora
da
esplorare
e
compren-‐
dere
appieno.
In
questo
contesto,
come
si
è
visto
nel
corso
del
precedente
capitolo,
i
principi
relazionali
della
Rete
scardinano
alla
base
le
dinamiche
classiche
della
comu-‐
23
Thomas
Friedman,
The
World
Is
Flat,
A
Brief
History
of
the
Twenty-‐Pirst
Century,
2005.
44 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
nicazione
politica
e
de`iniscono
per
esse
una
nuova
natura.
Una
natura
nuova
e
diversa
che
a
partire
dall’esigenza
di
un
cambiamento
nel
rapporto
tra
politico
e
cittadino,
declina
e
declinerà
sempre
di
più
nel
prossimo
futuro
nuove
moda-‐
lità
di
esprimere
il
concetto
stesso
di
relazione.
Il
tutto
in
un
contesto
in
cui
il
cambiamento
non
è
promosso
centralmente,
ma
dalla
periferia.
È
da
evidenziare,
infatti,
come
siano
forse
per
la
prima
volta
gli
utenti
i
reali
attori
del
cambiamento.
In
un
universo
abituato
a
processi
che
dal
centro
si
irradiano
verso
la
periferia,
è
dirompente
un
cambiamento
che
costringe
al
gioco
in
rimessa
quelli
che
sino
a
pochi
anni
fa
erano
gli
attori
principali
della
comunicazione
politica.
In
altri
termini,
il
problema
non
è
sposare
nuove
logi-‐
che
di
comunicazione
per
trasmetterle
agli
utenti
e
quindi
avvantaggiarsi
delle
possibilità
che
esse
offrono.
È
piuttosto
adeguarsi
rapidamente
ad
un
contesto
che
è
stato
già
cambiato
dagli
utenti.
Non
comprendere
che
le
dinamiche
della
comunicazione
sono
mutate
e
che
le
logiche
sottese
ai
processi
di
creazione
del
consenso
sono
diverse
da
come
erano
in
passato,
vuol
dire
rischiare
di
perdere
de`initivamente
il
contatto
con
la
propria
base.
Una
base
che
si
è
autonomamente
spostata
su
altre
piazze.
Non
frequentarle,
equivarrebbe
al
tenere
il
comizio
in
una
piazza
vuota.
Men-‐
tre
i
cittadini
stanno
discutendo
altrove.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 2. Comunicare la politica in Rete 45
In
un
continuo
gioco
di
rimandi,
le
possibilità
offerte
dalle
nuove
tecnologie
sono
presto
colte
dagli
utenti,
che
le
adottano
e
si
aspettano
immediati
cambiamenti
nel
sistema
dei
media,
il
quale
spesso
invece
agisce
in
modo
esclusivamente
reattivo,
troppo
occupato
a
vivere
il
cambiamento
come
una
minaccia
da
evitare
piuttosto
che
come
un’opportunità
da
sfruttare.
Un
sistema
dei
media
che
–
soprattutto
nel
nostro
paese
–
più
che
cavalcare
l’onda
dell’innovazione
si
trova,
disorientato,
a
rincorrere
un
cambiamento
eterodiretto,
rispetto
al
quale
sovente
è
impreparato
e
dal
quale
è
ancor
più
spesso
infastidito.
Un
vero
peccato
visto
e
considerato
che
il
cambia-‐
mento
in
atto,
messo
in
moto
dalla
disponibilità
online
di
nuove
tecnologie
di
comunicazione
e
dal
mutato
approccio
degli
utenti
a
quelle
esistenti,
prescinde
decisamente
dalla
volontà
degli
attori
del
sistema
mediale
di
riconoscerne
la
portata,
di
comprendere
Einalmente
che
esso
sta
contri-‐
buendo
a
cambiare
il
loro
ruolo
in
maniera
profonda
ed
irreversibile.
Se
Bill
Gates
afferma
di
fronte
ai
grandi
della
Terra
di
essere
“stupefatto
di
come
ci
sia
chi
non
capisca
ancora
che,
tra
pochi
anni,
la
gente
riderà
pen-‐
sando
alla
televisione
che
era
solita
guardare”2,
Arthur
Sulzberg
–
editore
del
New
York
Times
–
gli
fa
eco
asserendo
che
i
cambiamenti
che
stanno
scuotendo
il
mondo
dei
media
sono
tali
che
lo
portano
a
non
sapere
se
ad
un
lustro
da
oggi
il
suo
giornale
si
stamperà
ancora
o
vivrà
esclusivamente
su
media
digitali,
ritenendo
inoltre
che
la
cosa
sia
secondaria
rispetto
al
successo
dell’impresa
editoriale
che
gestisce.
46 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Insomma,
il
mondo
dei
media
così
come
siamo
abituati
a
vederlo,
sta
scomparendo.
Scompare
sostituito
da
un
universo
in
cui
ai
grandi
editori
ed
ai
colossi
dell’informazione
si
afEiancano
attori
nuovi,
resi
possibili
dallo
sviluppo
delle
tecnologie.
È
quella
che
Chris
Anderson
chiama
long
tail3
(coda
lunga).
Nato
per
de-‐
scrivere
le
potenzialità
esprimibili
dalla
Rete
nello
sviluppo
di
alcuni
mo-‐
delli
economici
e
commerciali
(ad
esempio
Amazon
o
eBay),
tale
concetto
rappresenta
nel
contempo
una
ripresa
ed
un
superamento
del
teorema
di
Pareto4.
Vilfredo
Pareto,
quasi
un
secolo
fa,
con
la
sua
celebre
curva
ha
identiEicato
un
modello
adatto
a
fornire
una
descrizione
statistica
di
fattori
come
la
distribuzione
della
ricchezza
o,
più
in
generale,
il
numero
di
inferenze
al-‐
l’interno
di
un
sistema
in
relazione
alla
quantità
di
attori
presenti
nel
si-‐
stema
stesso.
Per
Anderson,
tale
condizione
può
essere
superata
dalla
natura
stessa
della
Rete
in
funzione
del
fenomeno
della
long
tail,
il
cui
nome
deriva
dalla
conEi-‐
gurazione
della
curva
che
dimostra
come,
in
Rete,
eventi
poco
frequenti
o
di
bassa
ampiezza
–
la
coda
lunga,
appunto
–
possano
cumulativamente
superare
in
numero
o
in
importanza
la
porzione
iniziale
della
curva,
così
che,
considerati
complessivamente,
arrivino
addirittura
a
rappresentare
la
maggioranza.
Questa
teoria
è
applicabile
anche
al
mondo
della
comunica-‐
zione
e
dei
media,
consentendo
di
segmentare
tale
universo
in
due
grandi
ambiti.
Uno
è
quello
degli
strumenti
di
comunicazione
di
massa,
o
media
mainstream,
rappresentati
dai
grandi
network,
dai
giornali
o
dalle
TV
pub-‐
bliche
e
private.
L’altro
ambito
è
quello
dominato
dalle
iniziative
di
nanopublishing.
Un
am-‐
bito
nel
quale
ogni
singolo
medium
ha
un’audience
limitata,
ma
dove
la
somma
delle
fonti
di
informazione
“verticali”
e
dei
loro
rispettivi
pubblici
di
nicchia
soddisfa
le
esigenze
informative
di
un
numero
complessivo
di
utenti
paragonabile
a
quello
“colpito”
dai
media
mainstream.
In
altri
termi-‐
ni,
seppure
i
numeri
di
ogni
iniziativa
editoriale
nel
mondo
del
nanopu-
blishing
non
sono
paragonabili
a
quelli
esprimibili
da
un
medium
tradizio-‐
nale
in
termini
di
audience,
l’insieme
di
tali
iniziative
interessa
un
numero
di
utenti
elevatissimo.
Ciò
crea
un
contesto
completamente
nuovo.
Le
nicchie
d’utenza
interessate
a
temi
particolarmente
speciEici
tendono
ad
aggregarsi
con
maggiore
facili-‐
tà
intorno
a
strumenti
editoriali
sempre
più
snelli
ed
“orizzontali”.
Il
nume-‐
48 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Gli
impatti
sono
fortissimi.
Per
le
organizzazioni,
il
numero
degli
interlocu-‐
tori
è
tale
che
gestire
un
rapporto
con
essi
è
sempre
più
complesso.
Ma
ancor
più
complesso
è
mantenere
sotto
controllo
i
Elussi
informativi
che
in
tali
contesti
vengono
generati.
-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐
1
Fernand
Cuvelier,
Histoire
du
livre.
La
voie
royale
de
l’espirit
humain,
1985.
2 Discorso al World Economic Forum di Davos del 27 gennaio 2007.
Internet
e
che
stanno
facendo
del
Web
uno
dei
canali
di
informazione
più
ap-‐
prezzati
da
chi
fa
politica,
sia
a
livello
centrale
che
territoriale:
• Internet è uno dei canali di informazione più seguiti da i cittadini;
Internet
ed
il
Web
si
sono
ormai
autorevolmente
affermati
tra
i
canali
di
in-‐
formazione
più
apprezzati
dagli
utenti
anche
in
Italia24.
Non
a
caso
chi
si
occu-‐
pa
di
informazione
sui
mezzi
di
comunicazione
tradizionali
-‐
primi
su
tutti
i
giornali
-‐
ormai
da
qualche
anno
sta
sviluppando
iniziative
editoriali
che
sfrut-‐
tano
la
Rete
come
nuovo
canale,
integrativo
e
per
certi
versi
migliorativo
ri-‐
spetto
ai
canali
canonici.
Inoltre,
il
Web
è
sempre
più
fortemente
considerato
come
uno
“strumento
che
facilita
l’accesso
e
la
fruizione
di
informazioni,
così
come
il
commento
e
l’approfondimento
informativo”25.
Ciò
vuol
dire
che
chi
fa
politica
ha
a
disposizione
un
canale
di
comunicazione
e
di
informazione
fondamentale
per
rivolgersi
ai
cittadini
ed
ai
propri
sostenito-‐
ri.
Se
la
Rete
si
impone
nel
contesto
mediatico
come
mezzo
di
informazione
–
ma
abbiamo
visto,
e
vedremo
ancora
nelle
prossime
pagine,
che
il
suo
vero
valore
è
ben
altro
-‐
anche
i
candidati,
i
rappresentanti
politici
ed
i
partiti
sono
chiamati
ad
intendere
le
tecnologie
di
comunicazione
online
come
nuovi
stru-‐
menti
per
informare
i
cittadini
sulla
propria
attività
politica.
Ma
c’è
di
più.
Non
solo
i
cittadini
preferiscono
informarsi
di
politica
diretta-‐
mente
online,
ma
addirittura
attribuiscono
all’informazione
politica
che
circola
in
Rete
più
qualità
e
rilevanza
rispetto
a
quella
attribuita
ai
media
tradizionali.
La
Rete
viene
considerata
“una
fonte
di
informazione
più
vasta,
completa,
di-‐
25
Ibidem.
50 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
versi`icata
e
senza
i
troppi
compromessi
e
vincoli
cui
gli
altri
mezzi
di
comuni-‐
cazione
possono
essere
soggetti26”.
In
altri
termini,
come
ha
messo
in
evidenza
Renato
Mannheimer,
“gli
elettori
si
sono
già
abituati
all’informazione
online.
I
politici
dovranno
farlo,
volenti
o
nolenti”
27.
I
cittadini
mostrano
livelli
di
apprezzamento
sempre
più
evidenti
nei
confronti
dell’informazione
politica
online,
soprattutto
quella
gestita
e
diffusa
diretta-‐
mente
dai
politici.
L’elemento
veramente
innovativo
di
Internet
rispetto
agli
altri
strumenti
di
informazione,
che
attira
maggiormente
chi
si
interessa
di
politica,
è
l’opportunità
di
raffrontare
tra
loro
rapidamente
programmi,
azioni,
commenti
e
prese
di
posizione
pubblicate
da
fonti
diverse;
tra
queste,
quelle
degli
stessi
politici
che
sono
presenti
sul
Web
e
ricoprono
un
ruolo
sempre
più
importante.
In
rete,
infatti,
il
politico
può
trovare
gli
strumenti
e
le
tecnologie
per
creare
uno
spazio
informativo
proprio,
attraverso
il
quale
proporre
ai
cittadini
ed
ai
propri
sostenitori
le
informazioni
sulla
propria
attività
politica
o
sul
proprio
impegno
di
governo.
Uno
spazio
che
può
essere
anche
più
“profondo”
di
quelli
che
caratterizzano
i
media
classici,
in
cui
le
informazioni
diffuse
da
chi
si
occu-‐
pa
di
politica
possono
essere
arricchite
da
approfondimenti,
da
considerazioni
personali,
da
commenti
o
da
punti
di
vista
ragionati.
Senza
i
`iltri
e
senza
l’in-‐
termediazione
dei
giornalisti,
che
invece
caratterizzano
gli
spazi
informativi
tradizionali.
Il
politico,
quindi,
diventa
“editore
di
se
stesso”
ed
in
Rete
può
trovare
il
conte-‐
sto
ideale
per
una
diffusione
diretta
ai
cittadini
dei
propri
programmi,
delle
attività
alle
quali
prende
parte
e
delle
iniziative
politiche
alle
quali
aderisce.
Una
vera
e
propria
rivoluzione
dell’informazione,
che
non
vede
certo
i
politici
quali
unici
attori
del
cambiamento
in
atto.
Anzi,
li
vede
seguire
un
trend
che
ha
assunto
negli
anni
dimensioni
sempre
più
vaste.
27
Ibidem.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 2. Comunicare la politica in Rete 51
È
questa
la
petizione
di
principio
che
da
ormai
ben
oltre
un
decennio28
è
chia-‐
ra
nella
mente
e
nei
discorsi
di
chi
studia
i
fenomeni
della
comunicazione.
Tut-‐
tavia
tale
fenomeno,
contrariamente
a
quanto
da
molti
è
stato
postulato,
non
si
è
avverato
grazie
agli
forzi
degli
attori
del
sistema
dei
mass
media,
quanto
piut-‐
tosto
attraverso
un
trend
che
ha
visto
coinvolti
in
prima
persona
gli
utenti,
e
che
soltanto
di
rimando
ha
toccato
i
media.
Il
paradosso
che
da
ciò
è
generato
consiste
nel
fatto
che
il
cambiamento
del
mondo
dei
media
non
viene
dai
me-‐
dia,
ma
dai
suoi
utenti
e
dal
contesto
nel
quale
essi
si
muovono.
Il
fenomeno
della
Coda
Lunga
è
il
portatore
di
una
serie
di
condizioni
di
conte-‐
sto
di
tipo
tecnologico,
economico,
sociale.
La
tendenza
alla
“micronizzazione”
dei
target
da
una
parte,
lo
sviluppo
di
tecnologie
sempre
più
semplici
da
gesti-‐
re
dall’altra
hanno
fatto
sì
che
fosse
sempre
più
facile
pubblicare
contenuti
su
Internet,
anche
senza
competenze
tecniche.
28
Stefano
Epifani,
Internet
per
chi
scrive,
Gruppo
Editoriale
Jackson,
1996.
52 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
spesso
limitata
ad
un
ristrettissimo
giro
di
amici,
ma
a
volte
estesa
sino
a
rac-‐
cogliere
centinaia
di
migliaia
di
persone.
A
questo
contesto
appartiene
il
fenomeno
dei
Blog,
che
negli
ultimi
anni
ha
visto
una
crescita
letteralmente
esponenziale
e
tale
che,
ad
oggi,
si
stima
ne
esistano
oltre
centocinquanta
milioni
nel
mondo 29.
A
questo
contesto
appar-‐
tiene
una
realtà
come
Wikipedia30 ,
l’enciclopedia
collaborativa
ideata
da
Jim-‐
my
Wales
ed
alimentata
da
centinaia
di
migliaia
di
persone
che
hanno
così
creato
l’opera
enciclopedica
più
imponente
al
mondo.
Sempre
a
questo
conte-‐
sto
appartengono
sistemi
come
YouTube31
o
Flickr32,
rispettivamente
dedicati
alla
condivisione
di
brevi
`ilmati
video
e
di
fotogra`ie,
che
permettono
quoti-‐
dianamente
a
centinaia
di
migliaia
di
persone
di
condividere
online
i
contenuti
da
essi
stessi
prodotti.
È
il
fenomeno
degli
“user
generated
content”
(in
sigla:
UGC),
quei
contenuti
generati
dagli
utenti
che
nel
mondo
della
comunicazione
stanno
acquisendo
un’importanza
tale
da
aver
fatto
meritare
ai
loro
autori,
già
nel
2006,
il
titolo
di
persona
dell’anno
del
Times.
La
motivazione
per
la
quale
il
Times
ha
eletto
“l’utente”
persona
dell’anno
è
quanto
mai
esplicativa:
“You
control
the
Information
Age.
Welcome
to
your
world”33.
Una
presa
di
coscienza
–
quella
del
magazine
britannico
–
partico-‐
larmente
signi`icativa
in
quanto
esprime
chiaramente
il
mutato
ruolo
del-‐
l’utente
rispetto
ai
media.
Un
utente
che
non
è
più
fruitore
passivo
di
informa-‐
zione,
ma
che
diviene
un
vero
e
proprio
interattore,
attivo
nella
produzione
di
contenuti
ed
attore
protagonista
nell’ecosistema
dei
media.
Ma
soprattutto
un
cambiamento
che
sta
mutando
radicalmente
il
rapporto
`iduciario
tra
media
ed
utenti.
Un
cambiamento
che
sta
rivoluzionando
il
modo
in
cui
le
organizza-‐
zioni
si
trovano
a
gestire
il
rapporto
con
la
propria
utenza.
E
le
organizzazioni
29 Fonte: blogpulse.com
30 www.wikipedia.com
31 www.youtube.it
32 www.Plickr.com
Persone
che
online,
oggi,
oltre
a
cercare
informazione
cercano
relazione,
cer-‐
cano
un
rapporto
concreto
e
diretto
con
i
propri
interlocutori,
valorizzando
quell’aspetto
della
Rete
–
la
sua
intrinseca
bidirezionalità
–
che
la
differenzia
realmente
e
profondamente
da
qualsiasi
altro
contesto
di
comunicazione.
Cambiano
i
termini
del
gioco.
Il
politico,
per
importante
che
sia,
è
un
nodo
in
una
rete
di
nodi
e
con
tali
nodi
deve
relazionarsi.
Le
più
grandi
ed
in`luenti
aziende
del
mondo
hanno
imparato
–
a
volte
a
loro
spese
–
che
nessuna
orga-‐
nizzazione
è
così
forte
da
poter
ignorare
il
ruolo
di
un’utenza
che,
grazie
ai
mezzi
messi
a
disposizione
dalla
Rete,
è
sempre
più
attiva,
attenta
e
desiderosa
di
essere
ascoltata.
34
www.facebook.com
54 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Benché
diversi
esperti
del
settore
–
primo
tra
tutti
Tim
Berners
Lee1
–
so-‐
stengano
che
il
Web
sia
intrinsecamente
concepito
sin
dalle
sue
origini
se-‐
condo
i
principi
ispiratori
del
Web2.0,
è
innegabile
il
fatto
che
gli
ultimi
anni
siano
stati
segnati
da
signiEicativi
cambiamenti.
Che
tali
cambiamenti
siano
riferibili
ad
un
fenomeno
speciEico
che
molti
deEiniscono
Web2.0,
oppure
vadano
interpretati
come
il
normale
sviluppo
di
Internet,
proba-‐
bilmente,
non
è
molto
importante.
Ciò
che
conta
è
prendere
atto
di
come
tali
cambiamenti
stiano
mutando
il
contesto
dei
media
e
soprattutto
le
modalità
di
relazione
tra
gli
utenti
della
Rete.
Per
quello
che
attiene
ai
processi
di
comunicazione,
infatti,
l’elemento
più
signiEicativo
del
Web2.0
consiste
proprio
nella
sua
capacità
di
facilitare
processi
relazionali
attraverso
strumenti
di
social
networking.
ci
tra
articoli
che
affrontano
lo
stesso
argomento2
ed
a
strumenti
che
con-‐
sentono
di
tracciare
tali
conversazioni
(per
esempio
Liquida3)
–
costitui-‐
scono
quella
che
viene
deEinita
“blogosfera”.
Un
ecosistema
nel
quale
l’in-‐
formazione
si
dipana
in
mille
rivoli
distinti
ma
in
qualche
modo
coordinati
ed
ordinabili.
Un
sistema
nel
quale
anche
l’elemento
più
periferico
–
grazie
ad
una
vera
e
propria
permeabilità
dell’informazione
–
ha
la
possibilità
di
“Eiltrare”
da
un
Blog
all’altro
ed
arrivare
al
centro
di
questo
universo,
pas-‐
sando
così
sotto
gli
occhi
di
migliaia
di
persone.
In
tale
scenario
ogni
singolo
utente
diviene
un
emittente
in
grado
di
aggre-‐
gare
una
sua
audience,
che
se
singolarmente
può
apparire
trascurabile,
sommata
a
quella
generata
dagli
altri
utenti
diviene
di
assoluto
rilievo.
L’at-‐
tore
che
fa
comunicazione
online
non
può
quindi
ignorare
la
Eittissima
rete
di
nodi
che
lo
circonda,
e
con
essa
deve
confrontarsi.
-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐
1
Tim
Berners
Lee
è
il
direttore
del
World
Wide
Web
Consortium
ed
il
principale
ideatore
del
WWW.
2
Tale
funzione
prende
il
nome
di
“trackback”.
3 www.liquida.it
senza
del
pronome
personale
“mi”.
Non
esistono
infatti
risposte
assolute,
vali-‐
de
per
tutti
ed
in
ogni
situazione
(ed
è
bene
dif`idare
profondamente
da
chi
ne
propone).
Lo
stesso
vale
per
la
comunicazione
online.
La
costruzione
della
relazione
con
i
propri
interlocutori
è
una
attività
così
delicata
che
richiede
grande
attenzione.
Che
la
si
gestisca
in
proprio,
o
che
venga
gestita
con
l’aiuto
di
uno
staff
dedica-‐
to,
deve
essere
disegnata
su
misura,
così
da
rispecchiare
fedelmente
il
proprio
stile
relazionale.
In
un’ottica
di
trasparenza
ed
onestà
verso
i
propri
interlocu-‐
tori,
ma
anche
e
soprattutto
con
l’obiettivo
di
rispondere
alle
proprie,
speci`i-‐
che
esigenze.
Esigenze
sempre
uniche
e
personali.
Per
questo
limitarsi
a
dire
che
la
Rete
è
utile
nella
comunicazione
politica
non
basta
più.
Né
è
suf`iciente
elencare
i
motivi
per
i
quali
essa
potrebbe
generi-‐
camente
esserlo.
È
necessario,
invece,
declinare
puntualmente
le
motivazioni
per
le
quali
-‐
caso
per
caso
-‐
la
Rete
potrà
rivelarsi
utile
rispetto
alle
speci`iche
esigenze
del
singolo.
la
propria
presenza
online
-‐
a
parametri
ed
esigenze
talmente
personali
da
non
poter
essere
completamente
sistematizzati.
Quelle
che
seguono,
quindi,
sono
solo
le
più
comuni.
Sono
elencate
in
base
al
livello
di
coinvolgimento
(e
di
complessità)
che
richiedono,
immaginando
un
vero
e
proprio
percorso
di
avvicinamento
verso
la
Rete
e
le
sue
logiche.
Non
è
possibile
de`inire
a
priori
il
fatto
che
esistano
una
strada
giusta
ed
una
strada
sbagliata
rispetto
alle
strategie
di
presidio
dei
nuovi
luoghi
virtuali
di
conversazione.
Non
è
sempre
vero
che
essere
online
rappresenti
la
soluzione
migliore,
come
non
è
sempre
vero
–
al
contrario
–
che
non
esservi
sia
sbaglia-‐
to.
Eppure
oggi
essere
in
Rete,
abbiamo
detto,
non
è
più
una
scelta.
La
contraddi-‐
zione,
in
questi
due
concetti,
è
soltanto
apparente.
Se
infatti
possiamo
scien-‐
temente
decidere
di
essere
o
non
essere
online
con
una
presenza
organizzata,
quello
che
non
possiamo
fare
è
impedire
che
le
persone,
indipendentemente
dal
fatto
che
si
presidi
o
meno
questo
contesto,
lo
usino
per
parlare
tra
loro.
E
magari
per
parlare,
tra
loro,
di
noi.
Su
Internet,
nei
Blog,
all’interno
di
forum
e
Social
Network
milioni
di
persone
quotidianamente
si
scambiano
idee,
comunicano,
condividono
impressioni
su
ciò
che
succede
e
sui
protagonisti
della
scena
politica,
economica
e
sociale
del
nostro
Paese.
Questo
avviene
sia
a
livello
nazionale
che
locale.
Non
essere
atti-‐
vamente
presenti
in
Rete,
quindi,
non
impedisce
certo
che
si
sia
comunque
protagonisti
delle/nelle
conversazioni
che
si
svolgono
online.
58 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Chiunque
abbia
un
ruolo
pubblico,
oggi,
è
presente
nei
quotidiani
dialoghi
vir-‐
tuali.
Per
questo
motivo
essere
in
Rete
non
è
più
una
scelta.
Si
può
scegliere
di
parlare
con
la
propria
voce,
o
semplicemente
essere
oggetto
delle
conversa-‐
zioni
che
gli
altri
comunque
intessono
sui
temi
della
politica.
In
un
modo
o
nel-‐
l’altro,
il
nostro
nome
sarà
vivo
in
Rete.
Ciò
fa
sì
che,
quale
che
sia
la
nostra
strategia
di
comunicazione
online,
diventi
sempre
più
importante
analizzare
ciò
che
si
dice
su
di
noi
o
sui
temi
che
ci
in-‐
teressano
o
vedono
protagonisti.
Come?
Avere
una
prima
idea
di
ciò
che
si
dice
in
Rete
è
molto
semplice.
Basta
effet-‐
tuare
quello
che
gli
esperti
chiamano
“vanity
search”
o
“ego
surDing”.
Ossia,
ri-‐
cercare
il
proprio
nome
e
cognome
sui
principali
motori
di
ricerca
generici,
come
Google,
o
sui
motori
di
ricerca
dedicati
che
stanno
nascendo
in
questi
anni,
come
123People35.
Questo
ci
darà
un’idea
del
“volume”
delle
conversa-‐
zioni
che
ci
riguardano.
Ben
altra
cosa
è
entrare
nel
merito
di
tali
conversazio-‐
ni.
Operazione
che,
nel
caso
di
nomi
molto
citati,
può
essere
signi`icativamente
complessa.
Se
si
vuole
andare
oltre
una
prima
approssimazione,
che
può
esse-‐
re
effettuata
senza
nessuna
competenza
o
conoscenza
tecnica,
è
bene
af`idarsi
a
specialisti
del
settore.
Esperti
che
oltre
a
dirci
quanto
si
parli
di
noi,
potranno
fornire
informazioni
dettagliate
su
chi
lo
faccia,
con
quale
evidenza,
quando,
in
relazione
a
quali
temi
e
-‐
ancora
più
importante
-‐
se
in
tono
positivo
o
negati-‐
vo.
L’analisi
del
sentiment
-‐
così
si
chiama
l’attività
che
cerca
di
de`inire
il
con-‐
testo
emotivo
che
viene
associato
ad
un
concetto,
un
argomento
o
un
nome
-‐
può
essere
effettuata
attraverso
l’analisi
semantica
dei
contenuti:
operazione
che
solo
limitatamente
può
essere
automatizzata
e
che
richiede
ancora
oggi,
per
esser
fatta
bene,
un
intervento
umano.
Sapere
cosa
si
dice
di
noi
in
Rete
è
un
primo,
importante
passo
da
fare
quando
ci
si
avvicina
alla
comunicazione
online.
Non
si
può
parlare,
se
prima
non
si
sa
35 www.123people.com è un Sito specializzato nella ricerca di informazioni sulle persone. Effet-‐
tua
ricerche
collegandosi
alle
principali
fonti
informative
pubbliche
disponibili
(Social
Network,
altri
motori
di
ricerca,
ecc.)
aggregando
in
un’unica
pagina
tutti
i
risultati
relativi
ad
una
perso-‐
na.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 2. Comunicare la politica in Rete 59
ascoltare.
Soltanto
una
volta
compreso
il
contesto
emotivo
che
viene
associato
al
proprio
nome
sarà
possibile
de`inire
una
strategia
di
relazione
online
che
risponda
ad
obiettivi
speci`ici.
Ciò
vuol
dire
cominciare
ad
aprirsi
alle
dinamiche
della
Rete
fornendo
infor-‐
mazioni
utili
ai
diversi
interlocutori
con
i
quali
ci
si
vuole
relazionare.
Cittadi-‐
ni,
istituzioni,
giornalisti,
altri
politici,
possono
vedere
nella
Rete
un
canale
at-‐
traverso
il
quale
ottenere
informazioni
aggiornate,
originali
ed
utili
sulle
pro-‐
prie
attività
e
sulle
proprie
iniziative.
Da
questo
punto
di
vista,
la
Rete
è
un
ot-‐
timo
veicolo
per
distribuire
informazioni
riguardanti:
60 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
• la
propria
agenda,
che
può
essere
condivisa
per
dare
maggior
risalto
agli
eventi
che
si
ha
interesse
a
promuovere
e
per
dare
contezza
del
proprio
impegno
civile;
• le
proprie
idee
sui
fatti
di
rilievo
che
avvengono
nel
Paese
o
nel
proprio
territorio,
per
mantenere
una
presenza
costante
e
concreta
ed
un
colle-‐
gamento
con
l’attualità
politica,
economica
e
sociale.
Anche
se
è
già
stato
detto,
è
opportuno
evidenziare
come,
anche
nelle
modalità
relazionali
più
semplici,
la
Rete
permetta
un
contatto
diretto
con
la
propria
utenza,
scevro
di
qualsiasi
mediazione.
La
possibilità
di
entrare
in
contatto
di-‐
retto
con
la
propria
utenza
è
un
valore
aggiunto
di
importanza
assoluta.
Un
semplice
Sito
Internet,
seppure
da
solo
non
consenta
di
costruire
una
reale
relazione
con
i
propri
interlocutori,
è
pur
sempre
un
primo
passo
verso
il
dia-‐
logo
e
può
costituire
un
importante
punto
di
riferimento
per
quanti
vogliano
avere
informazioni
aggiornate.
In
un’epoca
in
cui
i
guru
del
Web2.0
preconiz-‐
zano
la
scomparsa
dei
siti
Internet
così
come
li
conosciamo,
il
Sito
-‐
vera
e
propria
vetrina
virtuale
delle
proprie
attività
-‐
non
può
e
non
deve
essere
l’unico
strumento
di
comunicazione
a
propria
disposizione
per
la
gestione
del-‐
le
attività
di
comunicazione
politica
online,
ma
può
essere
considerato
un
buon
punto
di
partenza.
Più
avanti,
si
vedrà
come
esso
tenda
sempre
di
più
a
divenire
l’elemento
collet-‐
tore
di
tutte
le
altre
forme
di
comunicazione
online;
un
vero
e
proprio
archivio
virtuale
verso
il
quale
far
convergere
i
contenuti
prodotti
anche
attraverso
al-‐
tri
strumenti
e
nell’ambito
di
altri
contesti,
che
verranno
via
via
presentati
in
queste
pagine.
propria
attività
politica
-‐
appare
ad
esempio
uno
strumento
come
Twitter36,
che
pur
mantenendo
bassa
la
necessità
di
interazione
consente
di
informare
puntualmente
i
propri
interlocutori
su
ciò
che
si
sta
facendo.
In
tal
senso,
Twit-‐
ter
rappresenta
un
canale
facile,
veloce,
di
rapida
implementazione
e
semplice
utilizzo
anche
per
chi
si
sta
avvicinando
per
la
prima
volta
alla
comunicazione
online.
Concepire
Internet
solamente
come
uno
strumento
di
informazione
vuol
dire
infatti
non
coglierne
le
reali
opportunità.
Iniziando
a
muoversi
in
Rete,
ci
si
renderà
presto
conto
di
come
essa
possa
realmente
rappresentare
per
il
politi-‐
co
uno
strumento
per
recuperare
quel
rapporto
con
l’elettorato
reale,
quoti-‐
diano
e
concreto
che
si
è
perso
con
l’affermarsi
degli
strumenti
di
comunica-‐
zione
di
massa.
Negli
ultimi
anni
lo
sviluppo
dei
Social
Network
–
la
blogosfera
e
Facebook
so-‐
no
solo
due
degli
esempi
più
rappresentativi
–
ha
infatti
enfatizzato
lo
sviluppo
di
relazioni
prima
riscontrabili
prevalentemente
in
contesti
come
i
forum
vir-‐
tuali
ed
i
newsgroup,
che
pure
esistono
online
ormai
da
decenni.
Ciò
ha
fatto
si
che
Internet,
al
giorno
d’oggi,
sia
prevalentemente
un
luogo
di
conversazione,
un
contesto
per
la
costruzione
di
relazioni,
piuttosto
che
un
mero
strumento
di
informazione.
36 www.twitter.com. È un sistema di broadcasting di informazioni che consente di aggiornare il
proprio
stato
scrivendolo
in
140
caratteri
ed
inviandolo
a
tutti
gli
utenti
che
scelgono
di
seguirlo
iscrivendosi
al
proPilo.
62 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
strutturare
il
sistema
dei
contenuti
attorno
alla
persona.
In
altri
termini,
all’in-‐
terno
di
un
Social
Network
i
contributi
prodotti
non
vengono
“dispersi”
(come
succede
in
un
forum),
ma
sono
sempre
immediatamente
identi`icabili
con
chi
li
ha
prodotti,
che
rappresenta
quindi
il
“nodo”
attorno
al
quale
si
concentrano
gli
utenti
che
vogliono
fruirne.
Grazie
alla
Rete,
quindi,
il
politico
può
avvicinarsi
realmente
ai
suoi
interlocu-‐
tori
con
modalità
prima
dif`icilmente
realizzabili.
In
questo
senso,
Internet
ri-‐
stabilisce
quel
contatto
tra
politico
e
cittadino
che
si
era
interrotto
con
la
“tele-‐
politica”,
fatta
di
dibattiti
televisivi
nei
quali
il
rapporto
tra
il
cittadino-‐elettore
ed
il
politico-‐rappresentante
viene
mediato
da
un
mezzo
che
-‐
nei
fatti
-‐
non
ammette
diritto
di
replica.
Gli
utenti
della
Rete
sono
estremamente
attenti
al
comportamento
dei
perso-‐
naggi
pubblici
che
si
avvicinano
agli
strumenti
di
comunicazione
disponibili
online.
Sono
pronti
a
criticarli,
ma
sono
anche
pronti
a
lodarli
quando
dimo-‐
strano
di
voler
davvero
interloquire
con
la
propria
base.
E
farlo,
con
gli
strumenti
di
relazione
che
offre
la
Rete,
è
sempre
più
facile.
Ne-‐
gli
ultimi
anni
si
sono
sviluppati
numerosi
strumenti
ed
ancora
più
numerosi
contesti
che
consentono
anche
all’utente
più
inesperto
di
iniziare
a
pubblicare
online
i
propri
contributi
in
formato
testuale
o
multimediale,
condividendo
così
idee,
`ilmati,
immagini
con
gli
altri
utenti
della
Rete.
Sono
gli
strumenti
che
si
basano
sulle
logiche
UGC
(User
Generated
Content,
ossia
contenuti
gene-‐
rati
dagli
utenti)
delle
quali
si
è
parlato
in
precedenza
e
che
già
oggi
rappre-‐
sentano
la
fonte
della
maggior
parte
delle
informazioni
presenti
in
Rete.
“Ma
che
succede
se
mi
arriva
un
commento
negativo?”
Inutile
negarlo,
è
que-‐
sto
il
timore
più
grande
che
attanaglia
quanti
scelgono
di
iniziare
un
percorso
di
avvicinamento
ai
propri
elettori
attuato
attraverso
uno
strumento
di
comu-‐
nicazione
online.
Certo,
avviare
una
relazione
implica
dover
essere
preparati
a
gestire
il
confronto.
Ma
anche
in
questo
caso,
non
bisogna
pensare
che
la
Rete
sia
una
giungla
completamente
priva
di
regole
e
di
controllo.
In
Rete
alle
rego-‐
le
del
Diritto
si
sommano
e
si
sovrappongono
le
regole
della
consuetudine
vir-‐
tuale.
Quelle
regole
spesso
non
scritte
che
vengono
de`inite
“netiquette”
e
che
rappresentano
un
vero
e
proprio
codice
di
comportamento
al
quale
è
bene
at-‐
tenersi.
Ogni
strumento
ed
ogni
contesto
ha
le
sue,
ed
è
opportuno
conoscerle
prima
di
iniziare
ad
usarlo,
così
come
lo
è
studiare
le
abitudini
ed
i
costumi
di
una
cultura
prima
di
affrontare
un
viaggio.
Si
eviteranno
errori
ed
inconve-‐
nienti,
e
si
comprenderanno
meglio
le
potenzialità
di
ogni
contesto.
Poi,
ov-‐
viamente,
arriverà
il
momento
di
dover
gestire
il
primo
commento
o
la
prima
interazione
negativa.
A
quel
punto,
come
si
vedrà
in
dettaglio
più
avanti,
l’im-‐
portante
è
mantenere
un
comportamento
trasparente,
coerente
e
deciso.
Don’t
feed
the
troll37
è
uno
dei
suggerimenti
più
saggi
dei
veterani
della
Rete.
Ma
non
è
certo
l’unico
comportamento
da
tenere
in
caso
di
critiche:
la
pubbli-‐
cazione
di
una
policy
di
comportamento
su
come
verranno
gestiti
i
commenti
e
le
altre
interazioni
è
sempre
una
buona
pratica.
Non
è
scritto
infatti
da
nessu-‐
na
parte
che
i
commenti
ai
propri
interventi
debbano
essere
aperti
e
non
mo-‐
derati.
I
diversi
spazi
presidiati
in
Rete
sono
la
vostra
casa.
Nel
rispetto
del
re-‐
golamento
di
condominio,
ognuno
a
casa
sua
è
libero
di
comportarsi
come
meglio
crede
purché,
naturalmente,
comunichi
ai
propri
ospiti
quali
sono
le
regole.
Certo,
gli
ospiti,
in
presenza
di
regole
troppo
restrittive
o
vincolanti,
potranno
sempre
scegliere
di
frequentare
altri
luoghi.
Per
questo,
ancora
una
37 “Non nutrire il troll”, ossia non alimentare il confronto quando si rende evidente che le argo-‐
mentazioni
della
controparte
sono
pretestuose.
Troll
è
il
termine
con
il
quale
vengono
dePiniti
gli
utenti
che
nei
forum,
nei
commenti
dei
Blog
ed
in
generale
nei
luoghi
di
discussione
online
“di-‐
sturbano”
la
conversazione
senza
portarvi
valore.
64 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
volta
e
come
sempre,
il
buon
senso
e
la
chiarezza
sono
due
atteggiamenti
fon-‐
damentali
quando
si
decide
di
essere
online.
38
www.meetup.com
Manuale di comunicazione politica in Rete - 2. Comunicare la politica in Rete 65
Si
potrà
usare
il
proprio
Blog
come
un
vero
e
proprio
diario
aperto,
con
il
qua-‐
le
condividere
ri`lessioni
e
spunti
con
i
propri
elettori;
Facebook
per
intessere
un
dialogo
continuo
con
i
propri
potenziali
elettori
e
per
coordinare
i
comizi
e
66 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Le
dinamiche
della
Rete,
a
differenza
di
quanto
avviene
in
altri
contesti,
fanno
sì
che
–
paradossalmente
–
si
sia
tanto
più
visibili
quanto
più
si
dà
visibilità.
Il
protagonismo,
inteso
come
la
volontà
di
far
sentire
sempre
e
comunque
la
propria
voce,
nei
Social
Network
non
paga.
Passare
dalle
reti
televisive
alle
reti
telematiche
vuol
dire
rendersi
conto
che
per
essere
realmente
protagonisti
bisogna
avere
la
capacità
di
rendere
protagonisti
gli
altri.
Supportare
le
iniziative
politiche
e
sociali
attraverso
la
propria
Rete
di
relazio-‐
Manuale di comunicazione politica in Rete - 2. Comunicare la politica in Rete 67
ni
online,
ossia
per
mezzo
del
proprio
Social
Network,
vuol
dire
diventare
un
vero
e
proprio
snodo
della
Rete;
un
nodo
informativo
attraverso
il
quale
gli
utenti
possano
venire
a
conoscenza
di
ciò
che
si
vuol
comunicare
loro.
Nume-‐
rose
ricerche
hanno
dimostrato
come
l’informazione
raggiunga
le
persone
sempre
meno
attraverso
i
canali
convenzionali
(come
TV
e
giornali)
e
sempre
più
attraverso
i
canali
della
Rete.
In
altri
termini,
è
sempre
più
frequente
che
gli
strumenti
di
social
networking
non
siano
soltanto
strumenti
di
relazione
con
i
propri
contatti,
ma
trasformino
i
propri
contatti
in
canali
di
informazio-‐
ne,
implicitamente
più
validi
di
quelli
“istituzionali”
perché
garantiti
da
una
relazione
di
`iducia.
È
molto
più
facile
convincersi
della
validità
di
qualcosa
perché
ce
ne
ha
parlato
un
amico,
di
quanto
non
sia
farlo
perché
lo
abbiamo
sentito
alla
radio.
Certo,
ciò
non
genera
necessariamente
conseguenze
esclusi-‐
vamente
positive
(il
tema
dell’af`idabilità
dell’informazione
veicolata
attraver-‐
so
i
Social
Network
è
concreto),
ma
indubbiamente
è
un
fatto
del
quale
tenere
conto.
Sarà
la
propria
reputazione
online
a
rendere
implicitamente
valide
le
iniziative
che
verranno
promosse,
come
saranno
esse
a
contribuire
ad
aumen-‐
tare
l’autorevolezza
di
chi
le
promuove.
Forse
nulla
di
troppo
diverso
da
quan-‐
to
già
avviene
ofDline,
in
fondo.
Ma
in
Rete
tutto
ciò
avviene
in
modo
molto
più
veloce
e
strutturato.
pri
interlocutori,
siano
essi
elettori,
giornalisti,
altri
politici
o
istituzioni.
Vuol
dire
più
di
tutto
questo.
Perché
la
Rete,
quella
Rete
che
abbiamo
de`inito
più
volte
come
uno
strumento
di
relazione,
è
realmente
uno
strumento
che
cambia
le
regole
del
gioco.
Malgrado
l’intermediazione
del
mezzo
elettronico,
o
forse
anche
proprio
grazie
ad
essa,
in
Rete
è
molto
dif`icile
`ingere.
È
molto
dif`icile
mentire.
È
molto
dif`icile
essere
altri
da
sé.
È
dif`icile
farlo
perché
non
si
può
sfuggire
al
confronto,
è
dif`icile
evitare
che
gli
altri
interloquiscano
con
noi.
E
comunque
è
impossibile
evitare
che
parlino
di
noi.
Ciò
fa
della
volontà
di
“es-‐
sere
in
Rete”
una
vera
e
propria
scelta
di
campo.
Se
si
vuol
davvero
essere
in
Rete
per
comunicare
sé
stessi,
per
far
comprendere
la
natura
intima
e
profon-‐
da
del
proprio
messaggio,
non
si
può
che
esserlo
totalmente.
Aperti
al
confron-‐
to,
alla
critica
ed
al
cambiamento.
Aperti
ai
messaggi
che
giungeranno
dalla
Rete
e
che
faranno
di
essa
una
vera
e
propria
antenna,
sempre
attiva
per
rice-‐
vere
i
segnali
della
propria
base.
Essere
davvero
in
Rete
vuol
dire
interiorizzarne
le
logiche,
così
da
gestire
le
interazioni
che
essa
genera
in
maniera
naturale.
Gli
utenti
si
accorgono
degli
atteggiamenti
artefatti,
così
come
si
rendono
conto
immediatamente
di
quanto
il
proprio
interlocutore
sia
sincero.
Per
questo
comunicare
se
stessi
è
sì
l’obiettivo
più
complesso
da
raggiungere,
ma
è
forse
l’unico
davvero
ef`icace.
portunità
di
fare
comunicazione
su
Internet,
a
frenare
il
politico
non
c’è
solo
il
timore
di
ricevere
eventuali
commenti
negativi
sul
Blog
o
nel
pro`ilo
Facebook,
ma
anche
e
soprattutto
la
paura
di
non
avere
tempo
a
suf`icienza
per
gestire
la
propria
presenza
online.
Quando
potrò
farlo?
Non
sarà
troppo
impegnativo?
Non
richiederà
troppa
attenzione?
Non
mi
toccherà
rispondere
a
tutti?
Do-‐
mande
lecite,
alle
quali
è
opportuno
rispondere
prima
di
iniziare
il
proprio
percorso,
piuttosto
che
trovarsi
nell’incapacità
di
gestire
la
complessità
deri-‐
vante
da
una
piani`icazione
delle
attività
troppo
impegnativa.
È
impossibile
dire
quanto
tempo
sia
necessario
per
sviluppare
la
propria
pre-‐
senza
online.
Non
esiste
una
regola,
né
una
indicazione
di
massima
che
possa
essere
ritenuta
valida
per
tutte
le
situazioni.
Ciò
che
è
certo,
è
che
il
tempo
im-‐
piegato
sarà
direttamente
proporzionale
al
reale
interesse
verso
questa
nuova
e
stimolante
modalità
di
interazione
e
confronto.
Nomi
di
primo
piano
della
scena
politica
italiana
ed
internazionale
trovano
il
tempo
–
direttamente
o
gra-‐
zie
al
supporto
di
un
team
di
collaboratori
–
per
dedicarsi
alla
comunicazione
online,
mentre
personaggi
spesso
meno
impegnati
sostengono
di
non
aver
tempo
da
perdere
su
questo
tema.
Ergo:
il
punto
non
è
avere
o
non
avere
tem-‐
po,
quanto
piuttosto
rendersi
conto
o
meno
del
fatto
che
il
tempo
investito
on-
line
per
relazionarsi
con
i
propri
utenti
è
ben
speso.
Cosa
spesso
non
facile,
se
si
considera
che
–
come
è
stato
detto
–
strutturare
il
proprio
Social
Network
è
un’operazione
che
richiede
tempi
medi
o
medio-‐lunghi.
Il
“ritorno
dell’inve-‐
stimento”
in
tempo
impiegato
per
gestire
le
relazioni
online
o
interfacciarsi
con
chi
le
gestisce
in
prima
persona
è
quindi
un
investimento
che
dà
i
suoi
frutti
migliori
a
lungo
termine.
durre
contenuti,
ma
per
leggere
quelli
degli
altri.
Che
lo
si
faccia
direttamente,
o
con
il
supporto
di
una
redazione,
è
bene
sempre
tener
presente
che
una
re-‐
gola
di
base
delle
reti
sociali
è
costituita
dal
fatto
che
esse
si
alimentano
di
scambi.
La
migliore
strategia
di
comunicazione
che
non
parta
dal
presupposto
di
interloquire
con
la
Rete
è
destinata
a
fallire.
O
-‐
nella
migliore
delle
ipotesi
-‐
a
non
potersi
fare
forte
dei
vantaggi
di
essere
online.
Non
è
da
sottovalutare,
quindi,
il
tempo
da
impiegare
nella
lettura
di
quanto
hanno
pubblicato
online
i
propri
interlocutori,
altri
politici
o
semplici
cittadini.
Potrebbe
sembrare
una
impresa
improba,
soprattutto
se
fatta
da
una
singola
persona.
Non
è
così.
Una
delle
caratteristiche
delle
reti
sociali
è
costituta
dalla
loro
“permeabilità”,
ossia
quel
fenomeno
che
fa
sì
che
le
informazioni
più
importanti
e
le
idee
più
forti
si
muovano
rapidamente
da
un
nodo
all’altro
della
Rete,
così
che
-‐
per
avere
una
buona
panoramica
di
ciò
che
sta
succedendo
-‐
sia
suf`iciente
seguire
alcuni
“hub”
(ossia
individui
che
-‐
nel
proprio
ambito
di
competenze
e
di
in-‐
`luenza
-‐
svolgono
la
funzione
di
veri
e
propri
aggregatori
di
contenuti
e
punti
di
incontro
virtuali).
Ognuno,
in
base
ai
suoi
interessi,
costruirà
la
propria
rete
di
hub.
Sarà
questa
la
Rete
che
gli
consentirà
di
captare
tempestivamente
gli
eventi
e
le
informazioni
più
importanti.
Allo
stesso
modo,
sarà
necessario
individuare
gli
“inDluencer”
del
proprio
set-‐
tore:
ossia
gli
attori
la
cui
voce
è
più
ascoltata.
Saranno
questi
i
principali
inter-‐
locutori
cui
fare
riferimento.
Non
certo
perché
siano
più
importanti
degli
altri,
ma
semplicemente
perché
sono
coloro
in
grado
di
fare
da
moltiplicatore
ai
propri
messaggi.
Anche
in
questo
caso
è
necessario
porre
grande
attenzione:
principali
non
vuol
dire
unici,
ed
il
popolo
della
Rete
reagisce
molto
male
quando
si
accorge
che
un
interlocutore
ne
ignora
una
parte:
quella
parte
lunga
della
coda
che
però
è
tanto
importante
nelle
sue
dinamiche
e
ne
costituisce,
in
ultima
analisi,
la
vera
forza.
Quanto
tempo
serve,
quindi,
per
essere
online?
Ovviamente
la
risposta
dipen-‐
de
principalmente
da
due
fattori:
quali
sono
gli
strumenti
utilizzati
ed
in
quan-‐
ti
se
ne
occupano.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 2. Comunicare la politica in Rete 71
Gestire
un
Sito
Internet
più
o
meno
statico,
ossia
una
vetrina
che
racchiuda
le
informazioni
principali
su
di
sé
e
sulle
proprie
attività,
e
che
sia
corredato
di
qualche
news,
è
una
attività
praticamente
indolore.
Ma
anche
praticamente
inutile.
Se
i
visitatori
del
Sito
non
riscontreranno
che
esso
aggiunge
valore
a
ciò
che
già
sanno,
e
non
percepiranno
una
vera
presenza
dietro
le
sue
pagine,
non
torneranno
a
visitarlo
perché
non
ne
avranno
motivo.
Eppure
basta
poco
per
“dare
vita”
ad
un
Sito
Internet.
Basta
-‐
ad
esempio
-‐
ravvivarlo
con
la
presenza
di
un
account
Twitter,
che
faccia
chiaramente
per-‐
cepire
il
fatto
che
dietro
al
Sito
c’è
davvero
il
suo
titolare.
Che
faccia
vedere
che
il
politico
è
attivo,
è
presente,
è
orientato
a
dare
conto
della
sua
attività
online.
Twitter
è
semplice
da
usare
e
rapido
da
gestire;
bastano
un
telefono
cellulare
o
al
più
uno
smartphone
per
aggiornarlo,
e
lo
si
può
fare
in
qualsiasi
momento:
in
ascensore,
in
auto,
nella
pausa
tra
due
riunioni,
al
bar.
Pochi
minuti
al
gior-‐
no,
in
questo
caso,
basteranno
per
piantare
un
primo
seme
di
interazione
con
i
propri
elettori.
Se,
poi,
si
vuol
fare
di
più,
non
c’è
che
l’imbarazzo
della
scelta.
Il
Sito
può
aprir-‐
si
ad
uno
spazio
verso
Facebook,
ove
il
politico
possa
arrivare
ad
un
livello
di
interazione
con
i
suoi
utenti
maggiore
di
quanto
non
consentito
dallo
strumen-‐
to
precedente.
Con
un
pro`ilo
personale
o
-‐
meglio
-‐
una
pagina39 ,
sarà
possibi-‐
le
interagire
con
il
proprio
elettorato
in
maniera
veloce
e
puntuale,
anche
in
questo
caso
avvalendosi
di
strumenti
utilizzabili
in
mobilità.
Certo,
Facebook
rischia
di
catalizzare
tutto
il
nostro
tempo
e
tutta
la
nostra
attenzione,
quindi
sarà
bene
programmare
puntualmente
le
attività
su
questo
Social
Network
Site.
D’altro
canto
è
anche
vero
che
molti
dei
Social
Network
Site
più
diffusi
consen-‐
tono
un
uso
in
mobilità,
e
proprio
da
questa
mobilità
traggono
vantaggi.
Basta
pochissimo
perché
personalmente
o
tramite
un
proprio
assistente,
ci
si
avvici-‐
39 Facebook consente due forme di presenza: i proPili personali e le pagine. Come si vedrà più
avanti,
le
pagine
–
che
possono
essere
“ufPiciali”
se
gestite
direttamente
o
“sociali”
se
gestite
dai
propri
supporter
–
sono
strumenti
più
adatti
dei
proPili
per
essere
utilizzati
da
personaggi
pub-‐
blici.
72 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
ni
a
quel
concetto
di
lifestreaming40
che
molti
hanno
ormai
eletto
a
stile
di
vita.
Pochi
secondi
sono
suf`icienti
per
comunicare
la
propria
posizione
ai
propri
contatti
–
eventualmente
corredata
di
foto
-‐
facendo
“check-in”41
con
un
Social
Network
chiamato
FourSquare42 ,
o
attraverso
l’analoga
funzione
implementa-‐
ta
dallo
stesso
Facebook
(de`inita
Places:
“Luoghi”).
In
entrambi
i
casi,
tutti
i
propri
contatti
potranno
essere
aggiornati
sul
luogo
ove
si
sta
tenendo
una
riunione
pubblica,
o
una
attività
che
in
qualche
modo
li
riguarda.
In
questo
modo,
si
potrà
dare
contezza
del
proprio
impegno
politico,
facendo
avvicinare
i
propri
elettori
a
quella
parte
della
propria
vita
che
è
–
nei
fatti
–
già
dedicata
a
loro
ed
alla
comunità.
Facendo
vivere
loro
i
ritmi
che
comporta
la
gestione
della
cosa
pubblica.
Facendogli
capire
che
è
per
loro
che
si
sta
lavorando
in
quel
momento.
Pochi
secondi,
un
paio
di
click,
sono
suf`icienti
per
essere
vicini
ogni
giorno
alla
propria
comunità.
40 Con il termine lifestreaming si intende il ricorso ai diversi strumenti di comunicazione online
per
comunicare
in
tempo
reale
le
proprie
attività
verso
la
Rete
di
contatti
che
seguono
l’utente
nei
diversi
Social
Network
Site.
41 Check-in, con riferimento a quello che si fa in aeroporto o in albergo, è il termine adottato dai
Social
Network
Site
che
gestiscono
processi
di
geolocalizzazione
per
indicare
l’ingresso
in
un
locale
o
la
presenza
in
un
luogo
speciPico.
42
www.foursquare.com
Manuale di comunicazione politica in Rete - 2. Comunicare la politica in Rete 73
Attenzione
però:
gestire
un
Blog,
inutile
negarlo,
richiede
tempo.
Tempo
pro-‐
prio
o
dei
propri
collaboratori.
Tempo
da
investire
nella
costruzione
di
conte-‐
nuti
di
valore
e
di
relazioni
che
nel
lungo
termine
potrebbero
essere
davvero
in
grado
di
fare
la
differenza
rispetto
a
quanti
abbiano
basato
la
loro
presenza
in
Rete
esclusivamente
su
interazioni
“mordi
e
fuggi”.
Nulla,
quindi,
impedisce
di
investire
un
po’
del
proprio
tempo
nel
comprende-‐
re
come
funzionano
gli
strumenti
che
Internet
mette
a
disposizione
ed
iniziare
ad
utilizzarli.
Anzi,
è
forse
questo
il
modo
migliore
per
rendersi
conto
delle
reali
potenzialità
che
la
Rete
offre.
Ci
sarà
tempo,
poi,
per
passare
ad
un
ap-‐
proccio
più
strutturato
e
professionale.
74 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Quando
si
decide
di
iniziare
una
attività
di
comunicazione
online,
quindi,
è
ne-‐
cessario
capire
cosa
si
potrà
fare
direttamente
e
per
cosa,
invece,
sarà
necessa-‐
rio
ed
utile
coinvolgere
uno
staff
quali`icato.
Tempo
e
competenze
sono
due
elementi
critici:
se
ad
essi
si
aggiunge
un
terzo
ingrediente,
la
passione
per
questo
mondo,
allora
sarà
possibile
fare
da
soli,
fare
molto
e
con
ottimi
risulta-‐
ti.
Nel
caso
in
cui
si
coinvolga
uno
staff
nella
gestione
della
comunicazione
online,
però,
è
bene
rendersi
conto
del
fatto
che
esistono
grandi
differenze
tra
la
ge-‐
stione
delle
attività
di
comunicazione
ordinaria
e
quelle
di
comunicazione
in
Rete.
Se
è
vero
che
online
la
parte
più
interessante
della
comunicazione
è
quel-‐
la
che
la
trasforma
in
relazione,
è
altrettanto
vero
che
i
nostri
interlocutori
si
aspetteranno
di
relazionarsi
con
noi,
e
non
certo
con
un
ghost
writer.
data
a
slogan,
comunicati,
spot
ed
altri
elementi
nei
quali
di
fatto
non
esiste
relazione
tra
politico
e
cittadino.
Se
i
primi
rappresentano
il
contributo
di
qua-‐
lità
e
di
valore,
i
secondi
sono
quelli
che
dal
punto
di
vista
quantitativo
hanno
la
netta
prevalenza.
In
Rete,
le
proporzioni
sono
invertite.
Nella
comunicazione
politica
online
la
componente
relazionale
è
fondamentale.
Ogni
segnalazione
su
Facebook,
ogni
cambiamento
di
stato
su
Twitter,
ogni
messaggio
nel
Blog
sono
potenziali
momenti
di
relazione.
Momenti
nei
quali
si
entra
in
contatto
diretto
con
i
propri
interlocutori.
La
gestione
di
questi
momenti
di
contatto
è
fondamentale,
in
quanto
dalle
in-‐
terazioni
con
gli
altri
utenti
dipende
buona
parte
del
successo
della
propria
attività
di
comunicazione
online.
Se
da
una
parte
è
evidente
come
in
alcuni
casi
sia
impensabile
che
tali
interazioni
vengano
svolte
tutte
direttamente
ed
in
prima
persona,
dall’altra
è
importante
rendersi
conto
del
fatto
che
questa
sarà
nella
maggior
parte
dei
casi
la
percezione
dei
propri
interlocutori.
Dichiarata
agli
utenti
o
meno
(e
sarebbe
sempre
bene
dichiararla),
la
presenza
di
attori
che
intermediano
la
relazione
è
un
elemento
molto
delicato
da
gestire.
Lo
è
per
diversi
motivi:
qualora
non
venga
dichiarata
o
resa
esplicita,
si
corre
il
rischio
che
l’utenza
percepisca
la
distanza
del
gestore
dai
suoi
strumenti,
e
si
senta
in
qualche
modo
tradita.
Tale
percezione
è
molto
dif`icile
da
sanare
in
Rete,
in
quanto
incide
direttamente
sulla
relazione
di
`iducia
tra
il
politico
ed
il
cittadi-‐
no.
Nel
caso
in
cui
quindi
si
scegliesse
di
farsi
af`iancare
da
uno
staff
-‐
scelta
pressoché
obbligata,
nel
caso
di
una
presenza
strutturata
ed
impegnativa
-‐
sa-‐
rebbe
bene
dichiarare
apertamente,
ai
propri
interlocutori,
le
regole
del
gioco.
Ossia
descrivere
chiaramente,
nelle
policy
del
Sito,
di
cosa
ci
si
occupa
in
prima
persona
e
cosa,
invece,
è
af`idato
ad
una
redazione.
Gli
utenti
non
troveranno
nulla
di
strano
nel
fatto
che
la
presenza
online
sia
in
alcuni
casi
mediata,
mentre
troverebbero
particolarmente
irritante
il
doverse-‐
ne
accorgere
da
soli.
76 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Un
“chi
siamo”
che
parte
dalle
domande
che
ci
si
è
posti
nelle
pagine
preceden-‐
ti:
• A
cosa
mi
serve
essere
online,
ossia,
quali
sono
la
funzione
e
l’obiettivo
della
mia
presenza
in
Rete?
Manuale di comunicazione politica in Rete - 2. Comunicare la politica in Rete 77
• Quanto
tempo
posso
effettivamente
dedicare
alla
cura
delle
relazioni
che
si
estenderanno
dalla
mia
vita
alla
sfera
digitale?
• In
relazione
al
tempo
a
disposizione
ed
alle
attività
da
portare
avanti,
di
cosa
potrò
occuparmi
direttamente
e
cosa
dovrò
af`idare
ad
una
reda-‐
zione?
• Che
tipo
di
relazione
voglio
costruire
con
i
miei
elettori,
e
quali
parti
del-‐
la
mia
vita
-‐
pubblica
o
privata
-‐
voglio
condividere
con
loro?
• In
funzione
di
tutto
ciò,
di
quali
professionalità
avrò
bisogno
per
curare
la
mia
presenza
online?
Un
“chi
siamo”
che
è
fondamentale
per
de`inire
le
linee
guida
della
propria
strategia
di
presenza
in
Rete.
Soltanto
dopo
aver
risposto
a
queste
domande,
infatti,
si
avranno
le
idee
suf`i-‐
cientemente
chiare
per
avviare
la
prima
fase
realmente
operativa:
l’analisi
del
contesto.
Un’analisi
`inalizzata
a
comprendere
dove
si
trovino
i
propri
interlo-‐
cutori,
che
comportamenti
abbiano
e
quali
siano
le
loro
abitudini
relazionali.
Prima
di
iniziare
a
muoversi
in
un
territorio
–
e
quello
digitale
non
fa
eccezio-‐
ne
–
è
buona
regola
studiarlo,
per
comprenderne
caratteristiche,
modelli
di
comportamento
e
regole
di
contesto.
Quali
sono
gli
inDluencer,
ossia
gli
utenti
della
Rete
più
ascoltati
sui
temi
che
ci
interessano?
Cosa
dicono?
Quali
sono
le
loro
dinamiche
di
comportamento?
In
questa
fase
sarà
particolarmente
utile
anche
studiare
cosa
fanno
i
propri
colleghi
–
tanto
quelli
vicini
che
gli
avversari
–
per
analizzare
i
casi
di
successo
e
cercare
di
apprendere
dalle
esperienze,
positive
o
negative
che
siano,
di
chi
ha
già
intrapreso
il
cammino
che
ci
si
accinge
a
percorrere.
Le
esperienze
degli
altri
saranno
utili
per
rivedere
–
o
almeno
per
veri`icare
–
gli
obiettivi
della
propria
attività
di
comunicazione
online.
Imparare
dalle
best
78 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
In
questa
fase,
quando
l’obiettivo
principale
è
ancora
quello
di
comprendere
la
natura
del
territorio
che
ci
si
appresta
ad
esplorare,
è
bene
trovare
tempo
e
motivazione
per
utilizzare
in
prima
persona
gli
strumenti
di
comunicazione
online
che
si
andranno
ad
implementare.
Anche
nel
caso
in
cui
tali
strumenti
verranno
effettivamente
utilizzati
da
uno
staff
redazionale,
è
necessario
impa-‐
rare
a
conoscerli
prima
di
far
partire
le
proprie
attività.
Ed
assicurarsi
che
li
conoscano
tutti
i
propri
collaboratori.
In
questa
fase
si
dovrà
mettete
nero
su
bianco
un
piano
editoriale
condiviso
e
di
lungo
respiro
de`inendo
obiettivi,
modalità
operative,
policy
di
comporta-‐
mento,
strategie
in
caso
di
crisi,
criteri
di
valutazione
dei
risultati
ottenuti,
e
persino
step
per
la
revisione
e
l’aggiornamento
del
piano
editoriale
stesso.
È
questo
il
momento
per
articolare
le
proprie
strategie
di
presenza
ed
il
“social
media
mix”,
ossia
la
de`inizione
delle
modalità
di
utilizzo
dei
diversi
strumenti
che
la
Rete
mette
a
disposizione,
il
ruolo
di
ognuno
e
le
reciproche
interazioni.
Strumenti
come
Sito,
Blog,
Facebook,
Twitter
o
YouTube
–
tanto
per
citarne
alcuni
–
dovranno
trovare
ognuno
una
collocazione
speci`ica
ed
un
ruolo
da
assolvere
nella
propria
comunicazione
in
funzione
delle
loro
caratteristiche
peculiari.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 2. Comunicare la politica in Rete 79
Un
esempio?
Twitter
per
le
comunicazioni
informative
ed
il
personal
broadca-
sting 43,
Facebook
per
gestire
le
interazioni
dinamiche
con
i
propri
interlocutori
o
per
promuovere
ed
organizzare
gli
incontri,
il
Blog
come
luogo
di
approfon-‐
dimento
e
di
relazione,
il
Sito
come
archivio
di
tutta
la
propria
attività.
È
im-‐
portante
che
ogni
esigenza
venga
assolta
dallo
strumento
più
adatto,
e
che
gli
utenti
possano
capire
con
chiarezza
cosa
aspettarsi
da
ogni
singolo
contesto.
In
altri
termini,
nessuno
obbliga
chi
gestisce
un
Blog
a
rispondere
a
tutti
i
commenti,
ma
è
bene
che
chi
commenta
sappia
quali
sono
i
criteri
sulla
base
dei
quali
potrà
aspettarsi
o
meno
una
risposta.
43 Per personal broadcasting si intende l’invio della comunicazione del proprio “stato” o di ciò
o
male
purché
se
ne
parli”,
in
Rete,
è
quanto
di
più
sbagliato
si
possa
pensare
di
fare.
In
questa
fase
sarà
importante
coinvolgere
gli
utenti
con
azioni
di
PR
online
ed
ofDline,
avendo
cura
di
tradurre
queste
ultime
nei
linguaggi
e
secondo
le
dina-‐
miche
d’interazione
proprie
della
Rete.
Sarà
importante
far
sapere
ai
propri
interlocutori
-‐
istituzionali
e
non
(per
esempio
giornalisti,
altri
politici,
compa-‐
gni
di
partito,
elettori,
ecc.)
-‐
che
esiste
una
nuova
modalità
di
contatto
e
rela-‐
zione,
e
far
capire
immediatamente
che
attraverso
il
canale
telematico
non
ci
si
limiterà
ad
erogare
informazioni
già
diffuse
utilizzando
altri
media,
ma
si
in-‐
teragirà
con
la
propria
utenza
in
maniera
nuova.
Sarà
importante
offrire
dei
buoni
motivi
per
instaurare
un
passaparola
positivo,
per
far
sì
che
siano
gli
utenti
stessi
a
promuovere
i
nuovi
canali
di
comunicazione,
secondo
le
migliori
logiche
del
social
networking.
Sarà
importante
promuovere
le
proprie
attività
online
nelle
occasioni
di
incontro
e
di
dibattito
tradizionali,
rimandando
agli
spazi
virtuali
i
propri
utenti
così
da
portarli
pian
piano
a
veri`icare
che
la
Rete
rappresenta
davvero,
nelle
proprie
strategie,
un
nuovo
canale
di
contatto.
Nelle
attività
di
promozione
della
propria
presenza
online
trovano
posto
alcuni
elementi
da
prendere
considerazione,
in
particolare
il
SEO
ed
l’email
Marke-
ting.
Il
primo,
acronimo
di
Search
Engine
Optimization,
fa
parte
del
più
amplio
mondo
del
SEM,
abbreviazione
che
sta
per
Search
Engine
Marketing,
ossia
l’in-‐
sieme
delle
azioni
`inalizzate
a
canalizzare
traf`ico
quali`icato
verso
i
propri
presidi
virtuali.
Come
si
vedrà
più
avanti,
una
quota
molto
importante
delle
visite
a
qualsiasi
Sito
Internet
è
veicolata
dai
motori
di
ricerca
(principalmente
Google),
ai
quali
gli
utenti
fanno
ricorso
inserendo
delle
parole
chiave.
Il
SEO
è
quella
pratica
`inalizzata
a
far
sì
che
il
proprio
nome
e
l’indirizzo
del
proprio
Sito
appaiano
tra
i
primi
risultati
quando
gli
utenti
dei
motori
di
ricerca
inseri-‐
scono
parole
chiave
connesse
alla
propria
attività
politica.
In
fase
di
lancio
è
bene
prevedere
risorse
per
l’attività
di
SEO,
in
quanto
particolarmente
impor-‐
Manuale di comunicazione politica in Rete - 2. Comunicare la politica in Rete 81
Discorso
a
parte,
invece,
meritano
le
pratiche
di
email
Marketing,
ossia
l’invio
massivo
di
comunicazioni
per
posta
elettronica,
la
cui
opportunità
andrebbe
sempre
valutata
attentamente.
Spesso,
infatti,
a
fronte
di
riscontri
d’ef`icacia
molto
bassi,
si
rischia
di
generare
fastidio
negli
utenti,
che
vedono
con
grande
sospetto
le
“invasioni”
non
richieste
nella
propria
casella
di
posta
elettronica,
considerandole
lesive
della
privacy
ed
inopportune.
Se
a
ciò
si
aggiunge
che
i
pro`ili
giuridici
di
molte
azioni
di
email
Marketing
sono
almeno
dubbi,
è
bene
avvicinarsi
a
questa
pratica,
utile
se
fatta
con
criterio
e
nel
rispetto
delle
nor-‐
mative
sulla
privacy,
con
grande
attenzione.
È
sempre
meglio
costruirsi
passo
dopo
passo
una
mailing
list
di
utenti
che
scientemente
e
liberamente
espliciti-‐
no
la
propria
volontà
di
ricevere
aggiornamenti
sulle
attività,
piuttosto
che
ri-‐
schiare
strade
che
sortirebbero
effetti,
nella
migliore
delle
ipotesi,
contropro-‐
ducenti.
Una
volta
resa
nota
la
propria
presenza
online,
sarà
importante
alimentare
il
dialogo.
Farlo
vorrà
dire
“entrare
nella
conversazione”
che
ininterrottamente
si
svolge
nei
diversi
Social
Network
che
compongono
la
galassia
di
Internet.
È
importante,
in
tal
senso,
saper
individuare
i
`lussi
di
conversazione
più
inte-‐
ressanti
ed
inserirsi
in
essi
in
modo
coerente
e
costruttivo.
Entrare
in
conver-‐
sazione
su
un
Blog,
in
un
gruppo
di
discussione
o
in
un
altro
spazio,
signi`ica
manifestare
apertura
e
disponibilità
al
dialogo:
due
elementi
di
grande
valore
quando
ci
si
avvicina
alle
logiche
“conversazionali”
della
Rete.
Alimentare
il
dialogo
è
fondamentale
per
far
percepire
la
propria
presenza
e
dare
contezza
della
propria
attività
sugli
argomenti
che
rappresentano
il
fulcro
della
propria
politica.
Per
farlo
le
modalità
sono
diverse
da
strumento
a
strumento:
dal
proprio
Blog
si
possono
rilanciare
post
di
interlocutori
che
hanno
espresso
opinioni
inte-‐
ressanti;
dal
proprio
pro`ilo
Facebook
si
possono
condividere
con
i
propri
con-‐
tatti
note
ed
altri
contenuti
che
si
ritengono
degni
di
nota;
i
messaggi
su
Twit-‐
82 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
ter
possono
essere,
come
si
dice
in
gergo,
“retwittati”44 ,
e
così
via.
Ogni
canale
ha
le
sue
modalità
di
alimentazione.
Ogni
strumento
le
sue
regole.
Saper
gestire
un
confronto
all’interno
di
un
Social
Network
con
trasparenza
e
chiarezza
mette
anche
al
riparo
dai
potenziali
effetti
negativi
dei
commenti
ostili
che
inevitabilmente,
prima
o
poi,
arriveranno.
Non
impedisce
certo
che
arrivino,
ma
permette
di
gestirli
con
maggiore
ef`icacia
in
un’ottica
di
riduzio-‐
ne
del
danno.
Rispondere
con
fermezza
e
decisione,
senza
mai
essere
sopra
le
righe
e
censurando
il
meno
possibile,
dà
risultati
tanto
più
ef`icaci
quanto
più
gli
utenti
si
rendono
conto
di
avere
davvero
a
che
fare
con
il
proprio
interlocu-‐
tore,
piuttosto
che
con
un
ghost
writer.
Alimentare
il
dialogo
vuol
dire
anche
abituare
i
propri
utenti
ad
un
determina-‐
to
ritmo
di
interazione.
Non
c’è
una
vera
e
propria
regola
che
de`inisca
quanti
contributi
debbano
essere
inseriti
online
per
massimizzare
i
propri
risultati
di
comunicazione.
Certo
è
che
la
cosa
migliore
da
fare
è
cercare
di
essere
costan-‐
ti.
Ad
esempio,
pubblicare
molti
post
in
un
solo
giorno
all’interno
del
proprio
Blog
e
poi
tacere
per
settimane
non
è
certo
un
buon
modo
per
`idelizzare
gli
utenti.
Molto
più
ef`icace,
invece,
è
cercare
di
acquisire
e
mantenere
un
ritmo
di
pubblicazione
regolare,
così
che
gli
utenti
arrivino
ad
aspettarsi,
giorno
per
giorno,
determinati
contributi.
44 Il “retweet” consiste nello girare a tutti i propri contatti un messaggio inviato tramite Twitter
Perché,
allora,
investire
tempo
e
risorse
in
qualcosa
che
non
si
riesce
a
misura-‐
re?
Semplice:
perché
l’incapacità
(temporanea)
di
misurare
il
valore
di
qualco-‐
sa
non
nega
quel
valore
stesso.
Quando
si
parla
di
misurazione
dei
risultati
delle
azioni
di
comunicazione
online,
quindi,
si
parla
prevalentemente
di
risul-‐
tati
qualitativi,
che
vanno
quanti`icati
non
tanto
rispetto
al
numero
di
pagine
viste
o
di
click
ricevuti,
ma
rispetto
alla
qualità
delle
relazioni
che
si
son
svi-‐
luppate
online.
Chi
si
occupa
di
comunicazione
online
usa
spesso
un
esempio,
per
far
capire
quanto
sia
dif`icile
esprimere
il
valore
della
Rete
usando
termini
prettamente
numerici:
quanto
sarebbe
in`luente
un
Blog
se
venisse
letto
ed
in`luenzasse
le
opinioni
di
due
sole
persone?
…e
se
quelle
due
persone
fossero
Bill
Gates45
e
Steve
Jobs46?
Già
più
volte
si
è
detto
che
la
Rete
più
che
spostare
voti
aggrega
consensi,
e
che
essere
in
Rete
vuol
dire
entrare
nei
nuovi
meccanismi
di
creazione
del
consen-‐
so.
Misurare
i
risultati
su
Internet,
quindi,
non
vuol
dire
soltanto
guardare
ai
numeri
che
la
Rete
genera,
ma
anche
e
soprattutto
rendersi
conto
del
fatto
che
ormai
la
Rete
è
entrata
così
profondamente
nella
vita
dei
cittadini
da
cambiar-‐
ne
le
dinamiche
di
scelta
e
di
decisione.
Non
essere
su
Internet,
non
entrare
in
relazione,
rischia
di
impedirci
di
entrare
in
quelle
dinamiche.
Un
rischio
che
non
ci
si
può
permettere
di
correre.
47 I Follower sono gli utenti che si iscrivono ad un proPilo di Twitter, chiedendo quindi di “segui-‐
a soggetto.
controllare
ciò
che
si
dice
di
noi.
Il
controllo
dell’informazione
è
qualcosa
che
è
completamente
estraneo
alle
logiche
della
Rete
che,
basandosi
su
un
approccio
totalmente
decentrato
e
-‐
appunto
-‐
reticolare,
parte
proprio
dal
presupposto
dell’impossibilità
di
governare
l’informazione
centralmente.
La
Rete
non
dirà
mai
di
noi
ciò
che
ci
piacerebbe
dicesse.
Riporterà
invece
le
opinioni
di
quanti,
attraverso
di
essa,
parleranno
di
noi.
Bene
o
male
che
sia.
È
la
base
di
quel-‐
l’economia
della
reputazione
che
fa
dell’autorevolezza
acquisita
attraverso
i
propri
comportamenti
ed
i
propri
contenuti
una
moneta
di
grande
valore.
Da
una
parte
è
un
invito
a
non
credere
che
i
servizi
che
vengono
promossi
co-‐
me
gratuiti
siano
effettivamente
tali.
Non
si
paga
sempre
e
solo
con
i
soldi.
C’è
un
modo
più
sottile
di
farsi
pagare,
che
non
pesa
sul
portafogli
ma
è
ugualmen-‐
90 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Dall’altra
parte
è
un
invito
a
non
pensare
che,
laddove
le
piattaforme
siano
an-‐
che
gratuite,
la
comunicazione
online
non
costi
nulla.
Fare
comunicazione
onli-
ne
con
competenza
richiede
professionalità
speci`iche
che
non
si
improvvisa-‐
no,
ma
si
costruiscono
con
l’esperienza.
Tali
professionalità
hanno
un
costo,
come
ha
un
costo
gestire
le
attività
di
sviluppo
dei
propri
strumenti,
di
promo-‐
zione
dei
propri
contesti,
di
alimentazione
dei
propri
spazi
informativi.
Questi
costi,
alti
o
bassi
che
siano,
vanno
calcolati
prima
di
creare
la
propria
presenza
in
Rete,
così
da
bilanciare
correttamente
l’investimento,
si
misuri
esso
con
ci-‐
fre
a
tre
o
a
sei
zeri.
Che
senso
ha
costruirsi
una
villa
enorme,
se
non
si
ha
poi
il
budget
per
mantenerla?
aver
paura
vuol
dire
non
essere
impacciati,
agire
con
sicurezza,
avere
la
calma
per
ri`lettere
nelle
situazioni
dif`icili,
che
sicuramente
si
presenteranno
nel
nostro
percorso.
I
nostri
interlocutori
sanno
cogliere
perfettamente
i
segnali
che
lancia
chi
si
muove
in
Rete
con
naturalezza,
come
sanno
vedere
il
disagio
di
chi
non
ne
comprende
le
dinamiche.
Non
aver
paura
degli
strumenti,
del
confronto,
del
contesto.
Ma
soprattutto,
non
aver
paura
di
quella
che
è
una
`inestra
aperta
non
soltanto
verso
un
nuovo
modo
di
fare
comunicazione,
ma
verso
un
nuovo
mondo.
Verso
il
nostro
mon-‐
do.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 3. La presenza online dei politici italiani 93
Ma
quanto
i
politici
italiani
hanno
compreso
l’importanza
del
ruolo
dei
media
conversazionali
nell’ambito
delle
proprie
strategie
di
comunicazione
politica
e,
ancora
di
più,
nell’ambito
della
loro
attività?
In
che
modo
gli
esponenti
politici
locali
e
nazionali
hanno
interiorizzato
strumenti
come
il
Blog
o
i
Social
Net-‐
work
Site
che,
nella
loro
semplicità
ed
immediatezza,
rappresentano
una
risor-‐
sa
di
indiscutibile
per
mantenere
o
rafforzare
il
contatto
quotidiano
con
i
pro-‐
pri
elettori
ed
il
territorio?
Dal
2008
un
gruppo
di
ricercatori
ha
avviato
un’analisi
sulle
modalità
e
sugli
strumenti
di
comunicazione
online
adottati
dai
nostri
politici,
a
livello
naziona-‐
le
e
locale48 .
Sono
state
realizzate
tre
ricerche,
la
prima
delle
quali
sulla
comu-‐
nicazione
online
dei
Parlamentari
della
XVI
Legislatura,
la
seconda
sui
Sindaci
delle
città
capoluogo
di
provincia
e
la
terza
su
un
campione
rappresentativo
di
48 Il progetto di ricerca, Pinanziato dall’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, è stato realizzato dal
gruppo
di
lavoro
del
Prof.
Stefano
Epifani
(Sapienza,
Università
di
Roma).
Vi
hanno
preso
parte
negli
anni
Mauro
Gallinaro
in
qualità
di
coordinatore,
Daniele
Amato,
Jessica
Arcamone,
Valenti-‐
na
De
Cave,
Silvia
Farina,
Alessio
Jacona,
Roberto
Lippi,
Mariangela
Parenti.
94 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Come
mostra
il
graDico
1,
il
60%
dei
Deputati
e
dei
Senatori
della
XVI
Legisla-‐
tura
ha
attivato
almeno
uno
strumento
di
comunicazione
online.
Tra
gli
schie-‐
ramenti
politici,
quello
di
Centro-‐Sinistra
risulta
il
più
attivo
per
presenza
in
Rete:
circa
il
68%
del
totale
dei
propri
rappresentanti
di
Camera
e
Senato,
con-‐
tro
il
55%
Centro-‐Destra
ed
il
54%
del
Centro.
49 La mappatura delle attività di comunicazione online dei Parlamentari, dei Sindaci dei Capo-‐
luoghi
di
Provincia
e
di
un
campione
di
giovani
Amministratori
Pino
ai
30
anni
di
età,
prende
in
considerazione
le
modalità
con
le
quali
gli
esponenti
politici
selezionati
hanno
scelto
di
utilizza-‐
re
-‐
o
di
non
utilizzare
-‐
gli
strumenti
della
Rete
per
mantenere
un
contatto
diretto
con
i
propri
elettori.
Nello
speciPico,
le
ricerche
si
articolano
in
tre
fasi:
• Fase
I
-‐
Analisi
quantitativa:
vi
sono
tracciate
le
attività
online
del
campione
di
riferimento
per
veriPicare
la
presenza
in
Rete.
• Fase
II
-‐
Analisi
di
dettaglio:
indagine
di
dettaglio
sulle
modalità
di
comportamento
dei
sin-‐
goli
esponenti
politici
rispetto
ai
diversi
strumenti
presi
in
considerazione.
• Fase
III
-‐
Analisi
qualitativa:
attraverso
gli
strumenti
della
ricerca
qualitativa
si
è
data
voce
ai
politici
oggetto
di
analisi
nelle
due
precedenti
fasi.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 3. La presenza online dei politici italiani 95
Parlamentari
non attivi in
Rete
40%
Parlamentari
attivi in Rete
60%
GraDico 1 - Percentuale di Parlamentari della XVI Legislatura presenti in Rete
Tra
i
109
Sindaci
monitorati
nel
2010
(graDico
2),
invece,
il
62%
è
presente
in
Rete
con
almeno
uno
degli
strumenti
di
comunicazione
digitale.
A
differenza
dei
Parlamentari,
nel
caso
dei
Sindaci
lo
schieramento
politico
che
registra
maggior
attivismo
in
Rete
è
il
Centro-‐Destra
con
il
65%,
seguito
dal
Centro-‐Si-‐
nistra
con
il
62,7%
e
dal
Centro
con
il
50%.
Sindaci
non
presenti in
Rete
37,4%
Sindaci
presenti in
Rete
62,6%
GraDico
2
-
Presenza
in
Rete
dei
Sindaci
dei
109
capoluoghi
di
Provincia
del
campione
nel
2010
96 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Nel
caso
dei
giovani
Amministratori
campionati,
in`ine,
la
percentuale
di
colo-‐
ro
che
sono
presenti
in
Rete
con
almeno
un
Sito
Internet,
un
Blog
o
un
pro`ilo
su
uno
dei
Social
Network
sale
al
68,9%
(graDico
3).
Nei
paragra`i
successivi
si
porrà
in
evidenza
che
le
“nuove
leve”
della
politica
locale
preferiscono
di
gran
lunga
però
l’utilizzo
dei
Social
Network
-‐
Facebook
in
particolare
-‐
rispetto
ai
Siti
Web
ed
ai
Blog,
come
accade
del
resto
in
generale
tra
le
nuove
generazioni.
L’analisi
sui
relativi
schieramenti
politici,
invece,
non
fa
rilevare
in
questo
caso
differenze
signi`icative.
Giovani
Amministratori non
presenti in Rete
31,1%
Giovani
Amministratori
presenti in Rete
68,9%
Un
ultimo
elemento
“trasversale”
alle
tre
ricerche
riguarda
il
confronto
tra
“le
due
Italie”:
Nord
e
Sud.
Sia
per
i
Parlamentari
della
XVI
Legislatura,
sia
per
i
Sindaci
dei
Comuni,
non
sono
rilevabili
differenze
percentuali
signi`icative
nel-‐
l’utilizzo
della
Rete
tra
gli
esponenti
politici
dell’Italia
settentrionale
e
del
Mezzogiorno
che
presidiano
la
Rete.
Ciò
conferma
che,
almeno
per
quanto
ri-‐
guarda
la
classe
politica
del
nostro
Paese,
non
sia
possibile
parlare
di
veri
e
propri
fenomeni
di
digital
divide:
Nord,
Centro
ed
il
Sud
vantano
in
linea
gene-‐
rale
un
livello
di
attenzione
simile
nei
confronti
del
Web,
anche
se
Deputati
e
Senatori
del
Centro
sembrano
mostrare
una
maggior
attenzione
al
fenomeno
Manuale di comunicazione politica in Rete - 3. La presenza online dei politici italiani 97
rispetto ai loro colleghi a Nord ed al Sud della Penisola (graDico 4).
GraDico
4
-
Presenza
in
Rete
dei
Parlamentari
della
XVI
Legislatura
in
base
all’area
geograDica
della
circoscrizione
di
elezione
Nel
caso
dei
Parlamentari,
il
graDico
5
evidenzia
che
oltre
due
terzi
del
totale
dei
Deputati
e
dei
Senatori
della
XVI
Legislatura
attivi
in
Rete
gestisce
“solo”
il
Sito
Web,
ovvero
una
delle
applicazioni
di
comunicazione
online
più
consolida-‐
98 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
te e tradizionali.
80%
70%
71%
60%
58%
50%
40%
42%
30% 35%
20%
22%
10% 13%
0%
Parlamentari con Sito Parlamentari con Blog Parlamentari con Social
Internet Network
GraDico
5
-
Parlamentari
che
hanno
attivato
ed
utilizzato
i
tre
strumenti
di
comunicazione
online
oggetto
dell’indagine
Sorprende
invece
la
percentuale
di
Parlamentari
che
utilizza
i
Social
Network:
il
58%
dei
nostri
rappresentanti
presenti
in
Rete
ha
attivo
almeno
un
pro`ilo
personale
su
una
delle
piattaforme
di
social
networking
(il
35%
sul
totale
dei
Parlamentari
in
carica).
È
un
dato
che
evidenzia
la
rapida
diffusione
dei
net-
work
sociali
in
Rete
anche
tra
i
Parlamentari
nazionali.
Facebook
risulta
essere
il
Social
Network
più
diffuso
(graDico
6),
con
una
percentuale
che
s`iora
addi-‐
rittura
il
60%
del
totale
dei
Social
Network
gestiti
ed
attivati
dai
Parlamentari
in
Rete.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 3. La presenza online dei politici italiani 99
Altro
2%
Flickr
9%
YouTube
16%
Facebook
58%
Twitter
2%
Linkedin
7%
My Space
6%
GraDico
6
-
Differenti
Social
Network
utilizzati
dai
Parlamentari
presenti
in
Rete
calcolati
sul
totale
delle
piattaforme
social
utilizzate
Scarso
appare,
in`ine,
il
dato
statistico
sull’utilizzo
del
Blog,
ovvero
lo
strumen-‐
to
“principe”
per
il
dialogo
interattivo
e
la
costruzione
del
consenso:
soltanto
il
23%
dei
Parlamentari
in
carica
ha
attivato
e
gestisce
un
Blog,
meno
del
13%
dell’insieme
dei
Deputati
e
Senatori
della
XVI
Legislatura.
Più
avanti,
andremo
ad
approfondire
l’analisi
circa
l’utilizzo
degli
strumenti
in
termini
di
interatti-‐
vità
con
il
corpo
elettorale.
Nel
caso
dei
109
Sindaci
delle
città
capoluogo,
la
ricerca
mostra
che
essi
non
soltanto
sono
percentualmente
più
attivi
in
Rete
dei
Parlamentari,
ma
anche
che
sono
in
media
più
sensibili
alle
piattaforme
ed
applicazioni
maggiormente
interattive,
orientate
alla
“conversazione
in
Rete”
con
i
cittadini.
In
questo
sen-‐
so,
i
dati
mostrano
(graDico
7)
come
i
Sindaci
attivi
in
Rete,
pur
preferendo
an-‐
cora
utilizzare
spazi
online
di
tipo
tradizionale
come
il
Sito
Web,
mostrino
al
contempo
una
forte
propensione
ad
utilizzare
le
piattaforme
di
social
networ-
king.
100 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
80%
70% 74,6%
70,1%
60%
50%
40% 46,7%
43,9%
30%
20%
10% 16,4%
10,3%
0%
Sito Internet Blog Social Network
GraDico
7
-
Strumenti
di
comunicazione
online
dei
Sindaci
dei
109
capoluoghi
di
Provincia
analizzati
(sul
totale
di
quelli
in
Rete
e
sul
totale
del
campione)
Tuttavia
anche
il
dato
relativo
alla
buona
presenza
dei
Sindaci
nei
Social
Net-‐
work,
che
potrebbe
far
pensare
ad
una
attenzione
dei
politici
locali
verso
gli
strumenti
del
Web2.0,
è
controbilanciato
al
negativo
da
dati
decisamente
me-‐
no
incoraggianti
in
termini
di
diffusione
dei
Blog:
la
ricerca
rivela
infatti
che
meno
di
un
politico
su
cinque,
tra
quelli
“internettizzati”,
è
presente
con
un
proprio
spazio
di
blogging,
personale
o
elettorale.
Insomma,
per
dialogare
con
il
proprio
elettorato
sul
territorio
i
Sindaci
sembrano
preferire
le
applicazioni
“conversazionali”
del
Web2.0,
come
Facebook,
che
richiedono
un
livello
di
at-‐
tenzione
e
di
cura
editoriale
meno
impegnativo
e
costante
nel
tempo.
Per
ciò
che
concerne,
in`ine,
i
mezzi
utilizzati
in
Rete
dal
campione
dei
giovani
Amministratori
locali
(graDico
8),
un
dato
signi`icativo
è
che
i
Social
Network
Site
sono
ancora
una
volta
gli
spazi
virtuali
che
i
giovani
politici
presidiano
maggiormente
nell’ambito
della
propria
esperienza
online.
Minima
è
la
pre-‐
senza
di
Blog
ed
ancor
meno
diffusi
sono
i
Siti
Internet.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 3. La presenza online dei politici italiani 101
100%
90% 98,4%
80%
70%
60% 67,7%
50%
40%
30%
20%
10% 5,3% 16,1%
7,7% 11,1%
0%
Sito Internet Blog Social Network
GraDico
8
-
Strumenti
di
comunicazione
online
dei
giovani
Amministratori
in
carica
(sul
totale
di
quelli
in
Rete
e
sul
totale
del
campione)
Considerando
il
livello
di
popolarità
che
hai
ormai
raggiunto
in
tutto
il
mondo
ed
anche
in
Italia,
era
da
aspettarsi
una
diffusione
dell’uso
di
Facebook
anche
tra
i
nostri
rappresentanti
locali
under
30:
tra
i
loro
pro`ili
e
gli
spazi
personali
attivati,
Facebook
copre
infatti
circa
l’81%
(graDico
9).
102 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
YouTubeAltri
Twitter
4,8% 4,3%
MySpace 3,9%
3,4%
Flickr
2,3%
Facebook
81,3%
GraDico
9
-
Social
Network
Site
più
diffusi
tra
gli
Amministratori
più
giovani
che
“abitano”
le
reti
sociali
Ciò
signi`ica
che
le
“nuove
leve”
della
politica
sul
territorio
preferiscono
af`i-‐
darsi
quasi
esclusivamente
ai
Social
Network
Site
per
interagire
e
relazionarsi
con
la
comunità
dei
pari
e
con
i
cittadini-‐elettori,
malgrado
-‐
come
vedremo
in
seguito
-‐
tali
strumenti
non
siano
i
più
adatti,
soprattutto
se
usati
in
esclusiva,
per
la
costruzione
di
strategie
relazionali
di
lunga
durata.
Tuttavia,
un’analisi
più
attenta
dei
dati
a
disposizione,
fornisce
maggiori
ele-‐
Manuale di comunicazione politica in Rete - 3. La presenza online dei politici italiani 103
menti
di
lettura.
Ad
esempio,
analizzando
i
dati
dei
tre
target
raggiunti
dalle
ricerche
si
nota
che
quando
si
passa
dalla
politica
locale
a
quella
nazionale,
l’esigenza
di
provvedere
a
forme
di
comunicazione
più
interattiva
con
i
citta-‐
dini
cresce.
Così,
i
rappresentanti
politici
dell’ordine
nazionale
tendono
ad
ac-‐
crescere
la
loro
attenzione
verso
spazi
che
richiedono
un’attività
di
gestione
editoriale
più
accurata
ed
un
impegno
redazionale
più
strutturato,
come
nel
caso
dei
Siti
Web
interattivi
e
dei
Blog.
Non
a
caso
i
dati
esposti
in
precedenza
rilevano
come
il
23%
dei
Parlamentari
in
Rete
utilizzino
ad
esempio
il
Blog
come
strumento
di
comunicazione
online,
contro
appena
il
16%
in
media
degli
esponenti
politici
locali.
In
altri
termini,
questi
ultimi
preferiscono
la
via
del
social
networking
per
comunicare
con
il
proprio
territorio,
mentre
a
livello
na-‐
zionale
ci
si
af`ida
a
strumenti
più
strutturati,
dal
punto
di
vista
editoriale,
per
mantenere
il
contatto
con
i
cittadini-‐elettori.
L’analisi
qualitativa
degli
strumenti
online
dei
politici
mostra
poi
che,
ad
una
presenza
online
signi`icativa
degli
esponenti
politici
oggetto
dell’indagine
(comprese
le
giovani
leve),
non
corrisponde
però
un
eguale
livello
di
predispo-‐
sizione
al
dialogo
ed
allo
scambio
con
il
cittadino.
Nella
maggior
parte
dei
casi
non
si
rileva
infatti
di
un
approccio
alla
comunicazione
online
realmente
stra-‐
tegico,
in
termini
di
costruzione
e
gestione
del
consenso.
Spesso
la
comunica-‐
zione
politica
online
è
interpretata
come
una
forma
di
“informazione”
politica
unidirezionale.
Un
esempio
emblematico
di
questo
“dialogo
a
metà”
è
dato
dal
fatto
che
molti
dei
siti
degli
esponenti
politici
analizzati
si
“fermano”
alla
propaganda
eletto-‐
rale
e
“muoiono”
a
campagna
conclusa
(graDico
10).
E
ciò
vale
tanto
per
i
Par-‐
lamentari,
quanto
per
i
Sindaci
e
gli
Amministratori
under
30.
Sono
una
mino-‐
ranza
i
siti
più
prettamente
personali,
che
rappresentano
continuativamente
l’impegno
del
politici
sul
territorio.
104 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
GraDico
10
-
Confronto
tra
i
Siti
Internet
elettorali
in
base
all’ultimo
aggiornamento/
pubblicazione
di
contenuti
informativi
(cinque
intervalli
temporali
a
cadenza
annuale)
Anche
nel
caso
dei
giovani
Amministratori,
che
pur
appartengono
ad
una
ge-‐
nerazione
teoricamente
con
maggiore
dimestichezza
verso
Internet,
la
Rete
ed
i
Social
Network
sono
vissuti
come
una
replica
di
forme
di
comunicazione
per-‐
sonale,
che
spesso
non
raggiungono
gli
obiettivi
di
una
più
ef`icace
comunica-‐
zione
politica.
Giunti
a
questo
punto,
è
il
momento
di
analizzare
con
maggior
dettaglio
i
dati,
declinandoli
per
tipologia
di
strumento
utilizzato.
Insomma,
una
presenza
consistente
di
Siti
Web
è
di
tipo
dinamico,
potenzial-‐
mente
interattivi.
Ma
nella
pratica,
poca
interazione
e
con
strumenti
e
servizi
ancora
lontani
dal
Web2.0.
Nel
caso
dei
Blog,
abbiamo
già
menzionato
che
i
Parlamentari
della
XVI
Legi-‐
slatura
non
presidiano
ancora
in
modo
importante
la
blogosfera,
né
sembrano
essersi
resi
conto
delle
potenzialità
del
Blog
come
strumento
di
comunicazio-‐
ne
interattiva
e
one-to-one
con
la
comunità
digitale
dei
cittadini-‐elettori
(graDi-
co
11).
Anche
considerando
il
solo
gruppo
ristretto
dei
Parlamentari
blogger,
non
tutti
sembrano
aver
compreso
le
peculiarità
dello
strumento
e
quindi
aver
avviato
forme
concrete
di
interazione
con
gli
utenti
del
Web:
soltanto
il
39%
dei
122
Blog
attivi
presenta
reali
forme
di
partecipazione.
% Blog con
% Blog senza strumenti
strumenti interattivi
interattivi 39%
61%
GraDico
11
-
Confronto
tra
i
Blog
che
hanno
attivato
almeno
uno
strumento
di
interazione
con
gli
utenti
106 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Il
50%
dei
Blog
attivati
e
gestiti
dai
nostri
Parlamentari
non
ha
ricevuto/pub-‐
blicato
alcun
commento
degli
utenti
durante
l’intervallo
temporale
dell’indagi-‐
ne.
Si
tratta
di
un
dato
che
evidenzia
senza
dubbio
uno
scarso
livello
di
interat-‐
tività
ed
un
rischio
di
“autoreferenzialità”
di
questi
spazi
di
dialogo.
Anche
nel
caso
dei
Parlamentari,
in`ine,
è
evidente
l’apertura
verso
i
Social
Network:
un
Parlamentare
su
tre
è
presente
su
Facebook,
la
metà
di
quelli
at-‐
tivi
online
ha
un
pro`ilo
su
un
Social
Network.
Il
75%
dei
circa
200
tra
Deputati
e
Senatori
ha
aggiornato
il
proprio
pro`ilo
almeno
settimanalmente.
È
una
per-‐
centuale
ancor
più
signi`icativa
se
confrontata
con
i
dati
rilevati
per
Siti
Inter-‐
net
e
Blog,
e
che
palesa
una
netta
preferenza
nell’utilizzo
di
tale
strumenti
di
comunicazione
meno
“istituzionali”
e
più
“personali”.
Insomma,
i
Social
Network
nella
politica
italiana
sono
la
vera
rivelazione
della
ricerca
sulla
comunicazione
online
dei
Parlamentari.
Il
limite
anche
in
questo
caso
è
però
dato
da
una
ancor
scarsa
sensibilità
all’interazione
con
gli
utenti:
pochi
sono
i
Deputati
ed
i
Senatori
che
fanno
della
propria
pagina
uno
spazio
per
il
dialogo
e
la
discussione
con
le
“amicizie”
del
Social
Network.
$!!"#
,!"#
*"#$
+!"# &%'+#$
*!"#
)!"#
(!"# ())#$
'!"#
!"#$
&!"# %&'%#$
%!"#
$!"#
!"#
Per
quanto
riguarda
in
particolare
i
Blog,
va
detto
che
nel
caso
dei
Sindaci,
sebbene
siano
pochi
quelli
che
riservano
attenzione
a
questo
strumento,
la
maggioranza
di
coloro
che
ne
fanno
uso
sembra
però
averne
compreso
le
pe-‐
culiarità
e
le
caratteristiche
dal
punto
di
vista
delle
logiche
e
delle
dinamiche
del
Web2.0
(graDico
13).
!"#$%
01)2+'%
-,.,/%
!"#$%
&'()*'+'%
,-.,/%
GraDico 13 - Blog di tipo “statico” e “dinamico” dei Sindaci blogger in carica nel 2010
Come
già
analizzato,
invece,
i
Sindaci
utilizzano
i
Social
Network
Site
soprat-‐
tutto
per
iniziative
di
comunicazione
ed
interazione
di
tipo
“personale”
(graDi-
co
14),
al
di
là
di
campagne
elettorali
o
della
promozione
di
candidature
sul
territorio.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 3. La presenza online dei politici italiani 109
90%
27,3%
80% 37,8%
70% 57,5%
60%
50%
40%
72,7%
30% 62,2%
42,5%
20%
10%
0%
Siti Internet Blog Social Network
GraDico
14
-
Confronto
tra
Siti
Internet,
Blog
e
Social
Network
di
tipo
“personale”
ed
“elettorale”
attivati
dai
Sindaci
presenti
in
Rete
Anche
in
questo
caso,
Facebook
è
il
Sito
di
Social
Network
più
utilizzato
dai
Sindaci:
più
del
53%
di
quelli
attivi
sul
Web
ha
uno
spazio
personale
su
questo
Social
Network
(graDico
15).
GraDico
15
-
Sindaci
con
account
Facebook
sul
totale
di
quelli
in
carica
tra
le
Segreterie
Comunali
e
sul
totale
di
quelli
che
sono
in
Rete
110 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
I
Sindaci
iscritti
a
Facebook
con
pro`ilo
personale
tendono
ad
aggiornare
con
continuità
i
post
ed
ad
animare
la
propria
pagina,
ma
non
sempre
riescono
a
coinvolgere
realmente
il
cittadino-‐elettore.
Spesso
la
pagina
è
infatti
simile
ad
uno
spazio
vetrina
utilizzato
per
pubblicare
interventi
o
aggiornamenti
e
con-‐
dividerli.
In
molti
casi,
si
con`igura
come
spazio
utilizzato
solo
per
dare
visibi-‐
lità
alle
informazioni
legate
al
personaggio
politico
ed
alle
proprie
attività
sul
territorio.
Nel
caso
dei
giovani
Amministratori
under
30,
in`ine,
vale
rilevare
che
-‐
per
il
campione
analizzato
-‐
nessuno
dei
siti
da
essi
attivati
come
strumento
di
co-‐
municazione
durante
la
propria
campagna
elettorale
è
stato
utilizzato
anche
come
spazio
di
interazione
con
gli
utenti.
Ovvero,
essi
sono
stati
attivati
solo
come
strumenti
di
integrazione
al
marketing
politico
sul
territorio
e
non
per
gestire
il
rapporto
con
i
propri
cittadini-‐elettori.
E
anche
nel
caso
dei
Blog,
il
trend
sembra
confermare
quello
dei
Siti
Internet,
ovvero
scarsa
interattività
e
Blog
soprattutto
attivati
nell’ambito
delle
iniziati-‐
ve
di
comunicazione
per
la
campagna
elettorale,
che
nella
maggior
parte
dei
casi
vengono
poi
abbandonati.
Insomma,
solo
pochi
Sindaci
“digitalizzati”
hanno
compreso
appieno
le
potenzialità
del
Blog
per
fare
comunicazione
poli-‐
tica
in
forma
continuativa.
In`ine,
anche
nel
caso
dei
giovani
Amministratori,
Facebook
la
fa
da
padrone
(graDico
16).
Quasi
il
67%
di
essi
lo
utilizza,
mentre
tra
quelli
“internettizzati”
ad
avere
uno
spazio
sul
Social
Network
più
diffuso
è
addirittura
il
97%.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 3. La presenza online dei politici italiani 111
(#!%&
$!!"#
,!"#
+!"# ))#$%&
*!"#
)!"#
(!"# !"#$%&
'!"#
&!"# ''#!%&
%!"#
$!"#
!"#
Numerosi
sono
i
giovani
politici
che
hanno
attivato
più
spazi
sulla
piattaforma
di
social
networking,
af`iancando
i
pro`ili
personali
con
i
gruppi
e
le
pagine
isti-‐
tuzionali:
in
dettaglio,
circa
il
30%
dei
giovani
Amministratori
che
“abitano”
Facebook,
infatti,
ha
attivato
almeno
un
gruppo
o
una
pagina
fan
insieme
al
pro`ilo
personale.
Dati
che
confermano
quanto
le
“nuove
leve”
della
politica
sul
territorio
dedichino
effettivamente
attenzione
alla
piattaforma
di
social
net-
working,
tentando
di
utilizzarne
e
sfruttarne
tutte
le
applicazioni
e
gli
stru-‐
menti
a
propria
disposizione.
Nella
prima
parte
di
questo
manuale
abbiamo
visto
in
che
modo
il
Web2.0
può
cambiare
la
comunicazione
politica
e
quali
nuove
opportunità
si
aprono
per
coloro
che
intendono
utilizzare
gli
strumenti
che
esso
offre.
Ci
siamo
inoltre
confrontati
con
i
quesiti
fondamentali
da
porsi
prima
di
fare
il
“grande
passo”
e,
in`ine,
abbiamo
presentato
alcuni
dati
riferiti
alla
diffusione
delle
pratiche
di
comunicazione
online
da
parte
della
nostra
classe
politica.
Nelle
pagine
che
seguono
sono
dunque
illustrati
i
principali
strumenti
di
co-‐
municazione
online
a
disposizione
del
politico
o
dei
suoi
collaboratori
per
comprendere
e
partecipare
alle
conversazioni
in
Rete.
Tuttavia,
prima
di
descrivere
nel
dettaglio
gli
strumenti
e
le
loro
potenzialità
è
necessario
rendersi
conto
che
non
esiste
“uno”
strumento
ideale
o
valido
per
tutti.
De`inire
la
propria
strategia
di
comunicazione
online,
infatti,
è
un
po’
co-‐
me
entrare
in
una
sartoria
artigianale:
i
tessuti
sono
tutti
sullo
scaffale,
ma
l’abito
che
verrà
confezionato
si
dovrà
adattare
alle
forme
ed
alla
personalità
di
quel
singolo
cliente.
Insomma,
ognuno
di
noi
ha
oggi
la
possibilità
di
cucirsi
addosso
un’immagine,
116 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Di
qui
la
necessità
primaria
di
scegliere
con
cura
quale
sia
la
“parte
abitata
del-‐
la
rete”50
dove
è
necessario
indirizzare
la
propria
strategia
di
comunicazione
e,
sopra
ogni
cosa,
quali
siano
gli
strumenti
da
adottare
per
presidiarla
e
prende-‐
re
`inalmente
parte
alle
conversazioni
in
corso.
Un
Sito
Web?
Un
Blog?
L’account
tramite
il
quale
accedere
ad
uno
dei
molti
So-‐
cial
Network
Site
disponibili?
Che
si
tratti
di
mettere
in
piedi
uno
solo
o
molti
di
questi
presidi
virtuali
della
comunicazione
online,
l’importante
è
tenere
a
mente
alcuni
fattori
chiave:
Date
queste
premesse,
nelle
prossime
pagine
proveremo
a
capire
insieme
cosa
fare,
come
farlo
e
con
quali
strumenti.
50
Sergio
Maistrello,
La
parte
abitata
della
Rete,
Tecniche
Nuove,
2007.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 4. Scegliere il “vestito su misura” 117
"Nel
giorno
medio
risultano
online
7
milioni
di
uomini
e
5,5
milioni
di
don-‐
ne
principalmente
tra
i
35
ed
i
54
anni
(il
47,6%
degli
utenti
attivi
nel
gior-‐
no
medio).
Anche
i
giovani
tra
i
25
ed
i
34
anni
sono
ben
rappresentati
on-‐
line,
con
una
media
giornaliera
di
2,6
milioni
di
utenti
attivi
(il
20,9%
degli
utenti
attivi
nel
giorno
medio)
che
navigano
per
1
ora
e
42
minuti
al
gior-‐
no”.
Per
quanto
riguarda
la
distribuzione
sul
territorio
degli
utenti
attivi
nel
giorno
medio:
“Gli
utenti
attivi
nel
giorno
medio
sono
3,9
milioni
dell’area
Nord-‐Ovest
(il
31%
degli
utenti
attivi
nel
giorno
medio),
2
milioni
dell’area
Nord-‐Est
(pari
al
16,2%
degli
utenti
attivi
nel
giorno
medio),
2,1
milioni
del
Centro
(il
17%)
e
3,7
milioni
dell’area
Sud
ed
Isole
(il
29,4%)”.
118 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Fino
ad
ieri
il
candidato
incontrava
l’elettorato
di
riferimento
nelle
sezioni
di
partito
o
in
piazza
ed
il
messaggio
politico
raggiungeva
il
proprio
target
con
manifesti,
volantini
e
gadget.
E
soprattutto
lo
si
“persuadeva”
usando
i
vari
mezzi
di
comunicazione
di
massa,
primo
tra
tutti
la
televisione.
Oggi
quelle
modalità
di
interazione
e
quegli
strumenti
hanno
ancora
piena
ragion
d’essere,
ma
non
sono
più
gli
unici
disponibili.
E
di
conseguenza,
non
sono
più
i
soli
che
sia
necessario
presidiare.
Nell’era
di
Internet
e
dei
network
sociali,
c’è
ormai
una
consistente
parte
dell’elettorato
target
con
cui
parlare
attraverso
il
pro-‐
prio
Sito
Web,
Blog
o
per
mezzo
della
propria
identità
creata
dentro
i
diversi
Social
Network
Site.
Il
gra`ico
seguente
(graDico
17),
rivisitazione
di
quello
di
Evans-‐Wurster 51,
mo-‐
stra
come
Internet
permetta,
più
degli
altri
strumenti
di
comunicazione,
di
co-‐
niugare
l’approfondimento
del
messaggio
politico
con
l’ampiezza
dell’audien-
ce.
51 Philip Evans e Thomas S. Wurster, Blown to bits: How the new economics of Information tran-‐
Intendiamoci:
tra
Siti
Web,
Blog
e
Social
Network
Site,
la
prima
soluzione
è
an-‐
che
quella
generalmente
più
legata
al
passato
e
che
meno
si
presta
alla
conver-‐
sazione
propria
del
Web2.0.
Infatti,
sebbene
l’ibridazione
in
corso
tra
vecchie
e
nuove
soluzioni
ne
stia
in
parte
accrescendo
le
capacità
conversazionali,
i
Siti
Web
tradizionali
mantengono
in
buona
parte
la
loro
vocazione
di
strumenti
di
comunicazione
top-down.
Ciò
non
è
necessariamente
un
male,
ed
anzi
diventa
un
valore
nel
contesto
di
una
strategia
di
comunicazione
online
articolata
e
che
sappia
integrare
tutti
i
mezzi
di
comunicazione
attualmente
disponibili.
contenuto specifico
incontri internet
volantini
profondità informazioni
affissioni
contenuto generico
stampa
tv
ampiezza audience
GraDico
17
-
Differenze
tra
gli
strumenti
di
comunicazione
rispetto
alla
profondità
del
messaggio
politico
ed
all’ampiezza
dell’audience.
senta
la
“casa
online”
dove
il
politico
accoglie
i
suoi
elettori
ed
ingaggia
con
lo
loro
un
confronto
diretto,
trasparente
ed
informale.
I
Social
Network,
in`ine,
costituiscono
i
nuovi
luoghi
abitati
dove
tornare
ad
essere
tra
la
gente,
condi-‐
videre
in
tempo
reale
spazi
di
informazione,
rilanciare
l’attività
condotta
su
Sito
Web
e
sul
Blog,
espandere
e
movimentare
il
confronto
politico,
mobilitare
e
promuovere
le
azioni.
Per
capire
gli
interlocutori,
a
questo
punto
è
utile
una
classi`icazione
degli
utenti,
seguendo
le
indicazioni
descritte
da
Giacomo
Sani
e
Paolo
Segatti52 ,
in
tre
grandi
macroaree,
il
cui
insieme
può
essere
gra`icamente
rappresentato
in
forma
piramidale
(graDico
18).
I
militanti
sanno
già
per
chi
votare
e
vogliono
partecipare
alla
vita
politica
del
proprio
candidato.
I
cives
hanno
un
chiaro
orientamento
politico
e
qualche
in-‐
certezza
sul
candidato,
di
conseguenza
seguono
con
attenzione
il
confronto
e
di
tanto
intanto
partecipano.
I
marginali
sono
invece
sostanzialmente
estranei
alla
politica
e
si
informano
solo
poco
prima
di
andare
a
votare,
ammesso
che
52 Giacomo Sani e Paolo Segatti, Programmi, media ed opinione pubblica, in Rivista Italiana di
Scienza
Politica
(numero
speciale
dedicato
elle
elezioni
politiche
del
1996),
1996.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 4. Scegliere il “vestito su misura” 121
Ciò
che
accomuna
i
tre
gruppi
sono
le
aspettative
nutrite
nei
confronti
della
presenza
online
del
politico,
ove
desiderano
trovare
informazioni
organizzate
in
maniera
semplice,
scritte
in
un
formato
comprensibile
e
possibilmente
af-‐
`iancate
da
servizi
a
valore
aggiunto.
Ovviamente
il
ritorno
per
il
candidato
o
il
partito
(in
termini
di
raccolta
fondi,
reclutamento
volontari,
acquisizione
con-‐
sensi,
ecc.)
varia
a
seconda
del
target,
della
quantità
di
strumenti
utilizzati
e,
soprattutto,
della
qualità
degli
interventi.
GraDico 18 - Utenti in grado di generare in Rete risorse per la campagna elettorale
Il
Sito
è
lo
strumento
più
utilizzato
dai
politici
italiani,
anche
se
è
emblematico
che
meno
della
metà
dei
nostri
attuali
Parlamentari
ne
abbia
uno
attivo.
Eppure
il
Sito
Web
-‐
che
rappresenta
solo
una
base
di
partenza
per
una
propria
effettiva
comunicazione
online
-‐
è
ormai
indispensabile
anche
per
decidere
dove
andare
a
mangiare
una
pizza.
E
quasi
tutte
le
pizzerie,
infatti,
ne
sono
do-‐
tate.
Vedremo
nelle
prossime
pagine
come
il
Sito
Web
rappresenti
uno
strumento
attraverso
il
quale
costruire
una
prima
elementare
forma
di
dialogo
con
il
pro-‐
prio
pubblico
di
riferimento.
124 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
La
presenza
e
la
disposizione
di
queste
aree
all’interno
del
Sito
dipende
diret-‐
tamente
dagli
obiettivi
per
cui
viene
creato.
• fare informazione;
A
seconda
degli
obiettivi
pre`issati,
la
struttura
del
Sito
Web
può
variare
molto
sia
nello
schema
di
presentazione
delle
informazioni
quanto
nelle
modalità
di
navigazione
(è
il
template,
traducibile
in
italiano
come
"modello"
o
"struttura
base").
Manuale di comunicazione politica in Rete - 5. Gli strumenti “tradizionali”: il Sito Internet 125
• Sito
vetrina:
se
lo
scopo
è
essere
presenti
in
rete,
ma
ridurre
al
minimo
indispensabile
l'interazione
con
il
lettore/elettore,
si
ha
bisogno
di
un
Sito
caratterizzato
da
una
struttura
assai
semplice.
Questa
tipologia
di
web
site
nasce
per
veicolare
prevalentemente
informazioni
istituzionali
ed
è
l’equivalente
“virtuale”
del
biglietto
da
visita.
• Sito
portale:
se
si
ha
necessità
di
fare
della
propria
presenza
online
un
punto
di
riferimento
informativo
per
l'utente
è
opportuno
optare
per
la
creazione
di
un
portale.
Si
tratta
di
un
modello
di
Sito
molto
affermato
e
diffuso
che,
rispetto
al
Sito
vetrina,
consente
di
gestire
obiettivi
di
co-‐
municazione
più
complessi,
organizzando
ed
offrendo
un
maggior
nu-‐
mero
di
contenuti
e
servizi.
Va
tuttavia
ribadito
che,
nell’era
del
Web2.0
e
dei
servizi
interattivi,
questi
strumenti
sono
già
da
considerare
per
molti
aspetti
obsoleti,
poiché
risultano
ancora
incentrati
su
logiche
di
comunicazione
top-down,
ovvero
dall'alto
verso
il
basso,
e
"da
uno
a
molti".
Vedremo
più
avanti,
infatti,
che
per
coloro
i
quali
intendono
utilizzare
la
Rete
per
recuperare
o
rafforzare
il
dialogo
interattivo
con
la
propria
base,
esistono
altri
strumenti
in
aggiunta
-‐
o
in
sostituzione
-‐
del
Sito
Web
tradizionale.
53
Tim
Berners
Lee
è
il
principale
ideatore
del
World
Wide
Web.
126 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
in
molti
casi
gestiti
da
vere
e
proprie
redazioni
-‐
che
sempre
più
spesso
inte-‐
grano
anche
strumenti
di
conversazione
e
condivisione
mutuati
dal
mondo
dei
cosiddetti
social
media
(di
cui
si
parlerà
diffusamente
più
avanti).
In
questo
senso,
però,
se
anche
il
politico
dovesse
concludere
che
per
il
mo-‐
mento
Blog
e
Social
Network
non
sono
“utili
alla
causa”
o
sono
troppo
com-‐
plessi
da
gestire,
avrà
comunque
bisogno
di
costituire
e
mantenere
vivo
un
presidio
online:
un
Sito
Web
“tradizionale”,
almeno
in
parte
potenziato
da
tec-‐
nologie
nuove
(ad
esempio
commenti
o
altri
strumenti
di
condivisione
sui
So-‐
cial
Network),
dove
presentare
in
Rete
il
proprio
manifesto
politico.
Un
“centro
gravitazionale”
digitale
intorno
al
quale
radunare
i
propri
sostenitori,
dal
qua-‐
le
parlare
loro
ed
attraverso
cui
iniziare
ad
ascoltarli.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 5. Gli strumenti “tradizionali”: il Sito Internet 127
Il
primo
Sito
Web
vede
la
luce
il
6
agosto
1991:
a
crearlo
è
un
giovane
ricercatore
del
CERN,
Tim
Berners-‐Lee,
che
così
facendo
inaugura
l’era
del
World
Wide
Web
(anche
noto
come
“WWW”
o,
più
semplicemente,
“Web”),
ovvero
di
quella
“Rete”
nella
quale
i
contenuti
sono
collegati
tra
loro
tramite
i
co-‐
siddetti
link
(collegamenti)
ed
insieme
formano
degli
“ipertesti”.
Nella
primissima
fase
della
sua
esistenza
il
Web
resta
esclusivo
appannag-‐
gio
della
comunità
scientiEica,
ma
già
il
30
aprile
1993
il
CERN
decide
di
rendere
pubblica
la
tecnologia
che
ne
garantisce
il
funzionamento.
Il
suc-‐
cesso
del
servizio
è
immediato,
garantito
dalla
sua
efEicienza
e
semplicità
di
funzionamento,
e
dà
inizio
a
quella
crescita
esponenziale
ed
inarrestabile
di
Internet
ancora
oggi
in
atto,
nonché
alla
cosiddetta
"era
del
Web".
128 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Il
Sito
del
singolo
politico:
nasce
per
presentare
in
Rete
il
pro`ilo,
l’attivi-‐
tà,
gli
interessi
ed
i
valori
del
singolo
esponente
politico.
In
pratica,
svolge
in
piccolo
la
funzione
del
Sito
di
partito,
focalizzando
l’attenzione
sulla
`igura
del
politico
sia
in
veste
di
candidato
sia
di
eletto.
In
qualità
di
candi-‐
dato
alle
elezioni,
il
politico
imposta
la
comunicazione
al
`ine
di
ottenere
un
mandato;
in
qualità
di
eletto,
egli
usa
maggiormente
la
parte
dinamica
e
soggetta
ad
aggiornamenti
del
Sito
per
documentare
le
fasi
e
risultati
54 www.pdl.it
55
www.leganord.org
Manuale di comunicazione politica in Rete - 5. Gli strumenti “tradizionali”: il Sito Internet 129
della
propria
azione
politica.
Complice
l’avvento
del
Web2.0
e
delle
nuove
dinamiche
di
interazione
che
esso
porta
in
dote,
assistiamo
sempre
più
spesso
all’ibridazione
tra
gli
elementi
di
comunicazione
istituzionale
e
quelli
connessi
alla
vita
del
politico
in
quanto
“persona”.
Gli
esponenti
poli-‐
tici
sono
infatti
sempre
più
inclini
a
condividere
elementi
della
propria
vita
privata
ed
a
diffonderli
diluiti
assieme
alle
informazioni
relative
alla
propria
attività
istituzionale.
Lo
scopo
è
evidentemente
quello
di
trasferire
ai
lettori/elettori
un’immagine
più
vera,
umana
e
vicina
alla
gente
del
loro
rappresentante
(candidato
o
eletto
che
sia).
130 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
La
tabella
1
sintetizza
quanto
detto,
in
base
sia
al
contenuto
sia
alle
carat-‐
teristiche
del
soggetto
titolare,
individuando
alcuni
elementi
essenziali
in
termini
di
rischi
ed
opportunità
(tema
che
verrà
approfondito
più
avanti).
Tabella 1 - Principali caratteristiche delle diverse tipologie di Sito Web
In
secondo
luogo,
viste
le
tendenze
del
Web2.0,
il
Sito
Web
deve
svolgere
la
funzione
di
“centro
di
organizzazione
della
comunicazione
online”
e
ri-‐
vestire
il
ruolo
di
hub
per
gli
altri
presidi
di
comunicazione
distribuiti
in
Rete
dell’esponente
politico,
qualora
ve
ne
siano.
Per
fare
un
rapido
esempio
delle
potenzialità
di
utilizzo
del
Sito,
suppo-‐
niamo
di
voler
organizzare
una
manifestazione.
Questa
può
-‐
e
deve
-‐
esse-‐
re
annunciata
anche
online.
Contestualmente
si
possono
raccogliere
giudi-‐
zi
e
suggerimenti
degli
elettori,
reclutare
volontari
e
trasmettere
in
tempo
reale
via
streaming
il
video
dell’evento
per
poi
archiviarlo
e
renderlo
di-‐
sponibile
per
una
consultazione
in
“on
demand”.
Oltre
a
ciò
è
anche,
natu-‐
ralmente,
possibile
pubblicare
online
i
comunicati
stampa
e,
ancora,
rac-‐
cogliere
feedback
degli
utenti.
Inoltre,
se
correttamente
utilizzato,
il
Sito
è
anche
uno
strumento
podero-‐
so
per
conoscere
meglio
i
propri
elettori.
Un
Sito
interattivo,
ad
esempio,
è
in
grado
di
stimolare
la
conversazione
e
dare
evidenza
alle
opinioni
di
tut-‐
ti.
Al
tempo
stesso
favorisce
l’emersione
ed
il
confronto
con
gli
elettori
più
attivi
e
sulle
idee
più
forti.
È
possibile
richiedere
agli
utenti
la
registrazio-‐
ne
per
fruire
di
alcuni
servizi
(un
forum,
piuttosto
che
l’inserimento
di
commenti
o
ancora
l’adesione
ad
una
campagna
di
raccolta
`irme)
e
racco-‐
gliere
così
anche
dati
importanti
sulla
partecipazione
e
la
frequenza
con
cui
l’elettore
visita
e
legge
una
certa
tipologia
di
informazioni.
Ma
–
in
quest’ottica
–
con
il
passaggio
dalla
volontà
di
informare
alla
volontà
di
132 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
interagire,
il
Sito
si
sta
trasformando
in
qualcosa
di
nuovo
e
diverso,
im-‐
plementando
strumenti
di
relazione
le
cui
caratteristiche
sono
l’oggetto
dei
prossimi
capitoli.
Alla
luce
di
queste
considerazioni
risulta
chiaro
che
il
Sito
Web
rappresen-‐
ta
uno
strumento
estremamente
`lessibile
e
polifunzionale
per
la
comuni-‐
cazione
politica
online.
Tuttavia
va
rilevato
che,
qualora
mal
utilizzato,
es-‐
so
può
trasformarsi
in
un’arma
a
doppio
taglio.
I
rischi
maggiori
non
di-‐
pendono
tanto
da
fattori
esterni,
quanto
dalla
capacità
di
gestire
in
modo
coerente
lo
strumento.
Un
Sito
Web
non
è
come
il
classico
giornale,
“buono
per
incartare
il
pesce”
già
il
giorno
successivo
alla
sua
uscita.
Al
contrario,
tutto
ciò
che
viene
pubblicato
online
permane,
si
diffonde,
resta
accessibile
a
tutti
anche
quando
perde
d’importanza
agli
occhi
di
chi
lo
ha
scritto.
Nel
caso
di
un
Sito
Web
politico,
dal
momento
in
cui
viene
pubblicato,
esso
è
consultato
e
consultabile
sia
dai
sostenitori
del
candidato
o
del
partito,
sia
dai
diretti
avversari
i
quali
passeranno
al
setaccio
ogni
singola
informazione
dispo-‐
nibile
in
cerca
di
“difetti”,
criticità
o
debolezze
nelle
proposte
presentate.
Per
evitare
che
il
Sito
diventi
un
boomerang
è
perciò
necessario
che
esso
sia
sempre
presidiato
da
uno
staff,
adeguato
per
capacità
e
dimensioni,
che
dedichi
tempo
e
risorse
al
monitoraggio
della
Rete
e
che
sappia
inter-‐
venire
quando,
dove
e
come
si
renda
necessario
ed
opportuno.
Per
essere
chiari:
un
Sito
che
viene
aperto
ed
abbandonato
a
se
stesso
o,
ancora
peggio,
che
viene
mal
presidiato,
può
fare
più
danni
all’immagine
del
politico
che
l’attacco
diretto
di
un
avversario!
Non
è
raro
che
in
Italia
un
esponente
politico
inauguri
il
proprio
Sito
Web
durante
il
periodo
pre-‐elettorale,
salvo
poi
abbandonarlo
non
appena
i
giochi
sono
fatti.
Nulla
è
più
sbagliato,
perché
i
cosiddetti
“siti
elettorali”
mal
si
accordano
con
la
necessità
di
instaurare
un
legame
coerente,
dura-‐
turo
e
costruttivo
con
il
proprio
elettorato.
Un
rapporto
di
`iducia
da
co-‐
Manuale di comunicazione politica in Rete - 5. Gli strumenti “tradizionali”: il Sito Internet 133
struire
giorno
dopo
giorno
e
che,
come
avviene
per
ogni
“relazione
signi`i-‐
cativa”,
richiede
tempo,
continuità
ed
un
impegno
e
che
non
può
esaurirsi
dunque
alla
chiusura
dei
seggi.
E
si
badi
bene:
non
solo
perché
ciò
non
è
onesto
nei
confronti
dei
propri
sostenitori,
ma
anche
e
soprattutto
perché
il
“popolo
della
Rete”
ha
la
ne-‐
cessità
di
sentire
che
il
contatto
non
è
stato
avviato
“funzionalmente”
sol-‐
tanto
per
carpirne
il
voto
e
ricerca
un
dialogo
più
duraturo.
Se
si
sente
de-‐
fraudato
nelle
proprie
aspettative,
ognuno
dei
fruitori
del
Sito
può
far
sen-‐
tire
il
proprio
disagio
ed
esso,
complici
le
molteplici
“tecnologie
abilitanti”
disponibili
gratuitamente
in
rete,
può
trasformarsi
velocemente
in
dissen-‐
so
che
colpisce
duramente
l’immagine
del
politico.
Inutile
aggiungere
che,
anche
in
questo
caso,
la
traccia
dell’eventuale
“di-‐
sfatta”
rimarrebbe
archiviata
in
Rete
“a
imperitura
memoria”
dell’errore
di
valutazione
commesso!
Le
opportunità
e
le
criticità
`in
qui
segnalate
ci
riportano
allora
alla
neces-‐
sità
di
scegliere
in
modo
estremamente
oculato
il
tipo
di
Sito
da
realizzare.
Per
tornare
alla
metafora
del
vestito
su
misura:
non
c’è
nulla
di
peggio
di
un
vestito
che
“caschi
male”
e
non
ci
si
può
certo
presentare
ad
una
cena
di
gala
in
maglietta
e
calzoncini.
Ma
non
è
neppure
sempre
necessario
en-‐
trare
in
una
boutique
di
Armani
per
cercare
il
vestito
giusto.
Nel
caso
di
un
Sito
Web
le
parole
d’ordine
sono
“piani`icazione”
e
“strate-‐
gia”.
Per
accedere
al
servizio
Google
Sites
è
necessario
aver
attivato
un
account
Google.
La
fase
di
registrazione
preliminare
richiede
la
compilazione
di
tutti
i
cam-‐
pi
indicati
(email,
password,
ecc.),
compresa
la
casella
relativa
alle
norme
sulla
privacy.
L’operazione
si
conclude
cliccando
sul
pulsante
“Accetto.
Crea
il
mio
account”.
136 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
In
“Altre
Opzioni”,
tra
le
altre
cose,
è
possibile
decidere
a
chi
il
Sito
sarà
vi-‐
sibile:
solo
a
noi,
ad
un
ristretto
numero
di
persone
oppure
a
tutti.
Se
si
è
alle
prime
armi,
è
consigliabile
scegliere
inizialmente
la
prima
opzione,
perché
consente
di
prendere
dimestichezza
con
lo
strumento
in
un
am-‐
biente
protetto
e
lontano
da
occhi
indiscreti.
Questa
impostazione
potrà
successivamente
essere
modiEicata.
All’interno
di
questa
voce,
nell’area
“Gestisci
Sito”
sono
infatti
presenti
gli
strumenti
per
cambiare
il
tema
o
il
layout
del
Sito
e
gestire
pagine
e
conte-‐
nuti.
Una
volta
completate
le
modiEiche
basta
cliccare
sul
link
“Torna
al
si-‐
to”
per
riprendere
la
navigazione
del
nuovo
Sito
Web.
138 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Altre
funzioni
sono
messe
a
disposizione
dell’utente
come
una
più
accurata
impostazione
delle
pagine,
l’abilitazione
ai
commenti,
la
possibilità
di
alle-‐
gare
documenti,
ecc..
In
pratica
Google
Sites
rappresenta
un
ottimo
strumento
per
chi
ha
le
idee
chiare
su
quello
che
vuole
fare
e
dire
e
ha
un
minimo
di
pratica
con
i
CMS3.
Qualità
che
si
possono
acquisire
con
un
po’
di
pratica
nella
modalità
“priva-‐
ta”
del
nostro
nuovo
Sito
e/o
con
l’aiuto
di
un
professionista
competente
in
grado
di
mettere
a
frutto
le
potenzialità
dello
strumento,
e
di
insegnare
quelle
regole
di
base
per
evitare
l’effetto
“fai
da
te”
che,
come
biglietto
da
visita
per
un
politico,
non
è
mai
un
buon
inizio.
-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐
1
Google
Sites
consente,
sottoscrivendo
un
abbonamento
a
pagamento,
anche
di
utilizzare
un
dominio
di
primo
livello
del
tipo
nomesito.it
o
nomesito.com.
2
L'acronimo
deriva
dall'inglese
"Completely
Automated
Public
Turing
test
to
tell
Computers
and
Humans
Apart"
(Test
di
Turing
pubblico
e
completamente
automa-‐
tico
per
distinguere
computer
ed
umani).
La
necessità
di
distinguere
umani
da
computer
è
essenziale
in
quanto
non
è
raro
che
alcuni
programmi,
appositamente
creati,
tentino
di
forzare
gli
accessi
ad
aree
riservate.
In
tal
senso
dotarsi
di
un
ulte-‐
riore
stadio
di
veriPica,
insormontabile
per
le
macchine
(i
programmi
citati
ad
esempio),
può
rivelarsi
una
valida
misura
di
sicurezza.
Un
CAPTCHA
si
presenta
come
un
riquadro
in
cui
viene
visualizzato
un
testo
offu-‐
scato
o
distorto,
interpretabile
soltanto
da
un
essere
umano
in
grado
di
ragionare,
oppure
contenente
semplici
quesiti.
Viene
utilizzato
principalmente
in
fase
di
regi-‐
strazione
a
determinati
servizi,
oppure
inserito
come
veriPica
aggiuntiva
nel
caso
in
cui
username
e
password
di
accesso
non
corrispondano.
3
Acronimo
per
Content
Management
System,
il
CMS
è
un
software
per
gestire
ed
Essere
in
Rete
vuol
dire
entrare
in
relazione,
dialogare,
confrontarsi.
Per
tutto
ciò
il
solo
Sito
Internet
non
basta
più:
è
necessario
andare
oltre.
È
necessario
muoversi
verso
strumenti
che
oltre
a
facilitare
il
processo
di
pubblicazione
delle
informazioni
per
il
politico
mettano
anche
i
suoi
utenti
nella
condizione
di
interagire.
Strumenti
che
sfruttino
le
logiche
di
Rete
proprie
di
Internet
e
ci
permettano
di
affacciarci
nel
mondo
dei
Social
Network.
Le
reti
sociali
rappresentano
l’insieme
delle
relazioni
esistenti
tra
gli
individui
che
-‐
usando
ancora
la
felice
de`inizione
di
Sergio
Maistrello
-‐
popolano
“la
parte
abitata
della
Rete”56,
ossia
quella
parte
di
Internet
nella
quale
scompaio-‐
no
le
barriere
tra
emittenti
e
spettatori
per
lasciare
spazio
ad
un
contesto
nel
quale
sono
tutti,
semplicemente,
“interattori”57.
56 Sergio Maistrello, La parte abitata della Rete, Tecniche Nuove, 2007.
A
consentire
lo
sviluppo
delle
reti
sociali
online
è
stato
per
primo
uno
stru-‐
mento:
il
Blog.
Grazie
al
Blog
il
politico
può
costruire
uno
spazio
di
approfon-‐
dimento
e
confronto
con
il
proprio
elettorato
altrimenti
impossibile
usando
i
mezzi
di
comunicazione
di
massa
e
comunque
non
consentito
nemmeno
dai
Siti
Internet
tradizionali.
Il
Blog,
infatti,
non
è
altro
che
un
nodo
di
una
rete
composta
da
altri
Blog,
de`inita
“blogosfera”,
che
complessivamente
disegnano
la
struttura
delle
relazioni
degli
individui
che
la
compongono.
Uno
spazio
di
relazione,
quindi.
Uno
spazio
che
consente
al
politico
di
entrare
in
contatto
diretto
con
la
propria
base
ed
i
propri
interlocutori,
ma
che
proprio
per
questo
richiede
un’attenzione
ed
un
impegno
maggiori.
Non
è
un
caso
che
meno
di
un
parlamentare
su
otto
in
Italia
ne
abbiano
uno
attivo
e
che
i
giovani
politici
preferiscono
spesso
adottare
esclusivamente
spazi
di
social
networking
meno
impegnativi,
ad
esempio
i
Social
Network
Site
come
Facebook,
dei
quali
parleremo
nel
prossimo
capitolo.
Strumenti
meno
impegnativi,
certo,
ma
an-‐
che
meno
adatti
-‐
se
usati
in
esclusiva
-‐
alla
costruzione
di
strategie
di
lungo
periodo.
Cosa
per
la
quale
il
Blog
è
invece
particolarmente
indicato,
come
ve-‐
dremo
nelle
prossime
pagine.
Il
Blog
nasce
ufEicialmente
nel
luglio
del
1997:
la
storia
vuole
infatti
che
il
primo
software
sempliEicato
di
Content
Manage-‐
ment
System
(CMS)
per
fare
blogging
veda
la
luce
in
quell’an-‐
no
per
mano
del
programmatore
americano
Dave
Winer.
Il
primo
vero
Blog
na-‐
sce
tuttavia
solo
qualche
tempo
dopo
quando,
nel
dicembre
dello
stesso
anno,
il
commerciante
Jorn
Barger
inaugura
“un
diario
online”
dove
registrare
annota-‐
zioni
relative
alla
sua
passione
per
la
caccia.
anche
alla
nascita
ed
affermazione
di
piattaforme
e
servizi
per
il
blogging
capaci
di
offrire
all’utente
soluzioni
complete
“chiavi
in
mano”
e,
soprattutto,
gratuite.
Nel
2001
il
Blog
arriva
anche
in
Italia,
dove
conosce
un’espansione
costante,
e
dove
la
diffusione
viene
prima
mossa
dal
successo
tra
i
giovanissimi
–
che
lo
usano
soprattutto
come
diario
online
–
e
poi
consolidata
dall’emergere
di
alcune
tra
le
voci
oggi
più
autorevoli
della
Rete
nostrana.
Se
a
questo
poi
si
sommano
altri
importanti
fattori
come
i
bassissimi
costi
di
gestione,
le
in`inite
possibilità
di
personalizzazione,
la
vocazione
del
software
a
conquistare
un
ef`icace
posizionamento
tra
i
risultati
dei
motori
di
ricerca
e,
ancora,
la
disponibilità
di
innumerevoli
funzionalità
e
servizi
aggiuntivi
e
spes-‐
so
gratuiti,
appare
subito
chiaro
e
lampante
perché
i
Blog
abbiano
conosciuto
la
straordinaria
diffusione
che
ne
ha
caratterizzato
la
crescita.
Solo
di
recente
il
Blog
è
sembrato
diminuire
di
popolarità
tra
gli
utenti,
messo
in
secondo
piano
dalla
sfavillante
ascesa
di
Social
Network
Site
come
Facebook
e
Twitter.
In
realtà
l’apparente
calo
di
popolarità
dei
Blog
è
un
problema
di
percezione
dovuto
soprattutto
al
modo
in
cui
i
media
tradizionali
coprono
i
temi
riguardanti
la
Rete:
ieri
era
il
Blog
a
fare
notizia,
mentre
oggi
è
più
facile
catalizzare
l’attenzione
del
pubblico
se
si
parla
(possibilmente
male)
di
Face-
142 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
book&co.
Il
tutto
mentre
la
blogosfera
italiana
continua
a
crescere
sana
e
forte,
dimostrandosi
viva
e
pulsante
anche
lontano
dai
ri`lettori.
Certo,
molto
è
cambiato
dal
2001
ad
oggi:
non
solo
a
livello
di
software
e
di
servizi
offerti
intorno
all’oggetto
Blog
-‐
pur
caratterizzati
da
un’evoluzione
straordinaria
-‐
ma
anche
nel
modo
in
cui
il
Blog
viene
utilizzato
dai
suoi
autori,
che
in
questi
anni
hanno
imparato
giocoforza
a
farne
il
centro
gravitazionale,
l’hub
intorno
al
quale
far
ruotare
la
propria
“presenza
distribuita”
online.
Il
ful-‐
cro
costante
di
una
presenza
in
Rete
declinata
in
un
numero
variabile
di
ac-
count
aperti
su
Social
Network
di
ogni
genere.
E
se
i
Social
Network
Site
sono
mondi
chiusi,
dentro
i
quali
si
entra
per
incon-‐
trare
altre
persone
e
condividere
con
loro
in
tempo
reale
“pezzi
di
realtà”,
il
Blog
resta
un
luogo
aperto,
lo
spazio
pubblico
dove
concentrare
e
rappresenta-‐
re
la
propria
identità
online,
dal
quale
tenere
le
redini
di
una
conversazione
che
può
essere
declinata
in
mille
modi
e
luoghi
diversi
ma,
alla
`ine,
fa
sempre
capo
a
noi.
Insomma,
se
serve
pensare
ad
una
metafora
per
rappresentare
il
proprio
Blog,
quella
per
la
quale
esso
indica
“il
proprio
salotto”
è
forse
la
più
calzante
di
tut-‐
te.
Dal
punto
di
vista
tecnico,
i
Blog
sono
in
de`initiva
tutti
uguali.
A
fare
la
diffe-‐
renza
sono
le
idee,
gli
obiettivi
ed
in
ultima
analisi
la
personalità
stessa
degli
autori
che
ne
fanno
uso
per
condividere
online
la
propria
Weltanschauung58,
per
costruire
un’identità
digitale
che
`inalmente
emerga
libera
dalle
costrizioni
di
un
confronto
formale
con
il
mondo,
per
riscoprire
il
valore
del
dialogo
uno
ad
uno.
Di
fatto,
il
Blog
di
un
politico
vive
di
aspetti
che
sono
riscontrabili
in
tutte
e
tre
le
declinazioni,
essendo
al
contempo
uno
strumento
per
comunicare
sé
stessi
e
58 Termine appartenente alla lingua tedesca che indica la concezione del mondo e della vita pro-‐
pria
di
un
individuo,
di
un
gruppo,
di
un
indirizzo
PilosoPico
o
di
un
dato
periodo
storico.
Fonte:
Dizionario
Italiano,
Hoepli,
2008.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 6. Verso la relazione: il Blog 143
B
-
Box
centrale
con
i
post,
che
generalmente
occupa
la
porzione
maggio-‐
re
di
spazio
disponibile
ed
espone
i
contenuti
pubblicati
dall’utente.
Questi
vengono
comunemente
deEiniti
post
e
sono
presentati
al
lettore
in
ordine
cronologico
inverso,
ovvero
con
il
contenuto
più
recente
disposto
più
in
alto.
C
-
Sidebar
laterale,
ovvero
lo
spazio
adiacente
al
box
dei
contenuti.
In
essa
si
raggruppano
gli
strumenti
di
navigazione
del
Sito,
i
link
alle
risorse
esterne
e
le
eventuali
risorse
aggiuntive,
come
ad
esempio
la
tag
cloud,
il
lifestream
di
Twitter
o
la
photogallery
di
Flickr
resi
fruibili
in
appositi
ri-‐
quadri.
Le
sidebar
possono
essere
più
d’una.
144 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
D
-
Footer,
ossia
il
“piede”.
È
l’area
inferiore
del
Blog,
ove
in
genere
vengo-‐
no
riportate
informazioni
relative
alla
licenza
sotto
cui
sono
pubblicati
i
contenuti
ed
eventuali
credits.
C
B
I
quattro
elementi
identi`icati
sono
stati
presentati
nel
loro
assetto
più
comu-‐
ne.
Si
tenga
presente
che
la
Rete
è
anche
un
`iorire
di
libere
interpretazioni
del
concetto
gra`ico
di
Blog,
dove
testata,
box
dei
contenuti
e
sidebar
spesso
trova-‐
no
assetti
originali
e
non
immediatamente
riconoscibili.
Qui
come
altrove,
il
grado
di
creatività
che
si
vorrà
applicare
all’aspetto
del
Blog
dovrà
ancora
una
volta
dipendere
da
risposte
a
domande
come:
“A
chi
mi
Manuale di comunicazione politica in Rete - 6. Verso la relazione: il Blog 145
rivolgo?”, “Di cosa voglio parlare?”, “Che immagine voglio dare di me?”.
Dato
per
assunto
che
la
complessità
e
la
ricchezza
di
un
Blog
può
variare
a
se-‐
conda
delle
necessità
di
chi
lo
gestisce,
è
comunque
possibile
identi`icare
al-‐
cuni
strumenti,
servizi
e
sezioni
che
potremmo
de`inire
irrinunciabili.
Di
se-‐
guito
li
elenchiamo
e
descriviamo
brevemente,
raggruppandoli
a
seconda
della
posizione
che
comunemente
occupano
in
un
Blog
standard.
Diario
personale.
I
diari
online
sono
Blog
in
cui
gli
autori
raccontano
se
stessi,
i
propri
desideri
e
sogni,
le
proprie
esperienze
e
sono
a
tutt’oggi
i
più
diffusi.
In
genere
hanno
un
seguito
molto
ristretto
che
in
buona
parte
si
sovrappone
alla
cerchia
delle
conoscenze
ofDline.
Con
questi
“venticinque
lettori”
spesso
si
svolge
un
vivace
scambio
di
idee
attraverso
i
commenti
che
non
di
rado
può
degenerare
in
duri
“litigi
virtuali”,
detti
anche
“Dlame”.
Può
accadere
–
e
spesso
accade
–
che
alcune
di
queste
voci
siano
interes-‐
santi
ed
originali,
capaci
di
esprimere
punti
di
vista
nuovi
e
stimolanti
su
alcuni
speciEici
argomenti.
Quando
ciò
accade,
gli
autori
vedono
crescere
il
proprio
seguito
e,
grazie
ai
meccanismi
con
cui
in
Rete
vengono
misurate
e
premiate
autorevolezza
e
credibilità
di
ogni
“abitante”,
guadagnano
in
visi-‐
bilità
e
popolarità.
Nascono
così
i
nuovi
“inDluencer”,
battitori
liberi
che
giocano
al
di
fuori
dei
media
di
massa
e
delle
loro
“regole
d’ingaggio”
con
aziende
ed
istituzioni.
Se
si
partecipa
alla
vita
in
Rete
il
confronto
con
loro
è
inevitabile
ed
anzi
auspicabile.
Le
regole,
tutte
da
imparare.
146 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Blog
d’informazione.
Quando
il
focus
del
Blog
si
sposta
dalla
persona
e
le
sue
esperienze
ad
uno
speciEico
argomento
d’interesse,
si
parla
allora
di
Blog
d’informazione.
Possono
essere
pubblicazioni
online
gestite
da
giorna-‐
listi
in
cerca
di
uno
spazio
dove
esprimersi
liberamente,
dove
trattare
“sen-‐
za
Eiltri”
argomenti
d'attualità
o
fatti
di
cronaca
restati
fuori
dalle
pagine
dei
grandi
giornali.
Altre
volte
sono
semplici
cittadini
che
si
cimentano
nel
raccogliere,
commentare
e
rilanciare
notizie.
In
ogni
caso,
sono
contesti
ove
si
passa
dal
racconto
di
una
esperienza
personale
all’analisi
di
un
tema
d’interesse.
Blog
istituzionale.
Parlare
di
“Blog
istituzionale”
può
apparire
un
contro-‐
senso,
vista
la
natura
per
deEinizione
non
istituzionale
che
caratterizza
le
relazioni
di
cui
si
alimenta
la
blogosfera.
Tuttavia
le
istituzioni
–
pubbliche
o
private
che
siano
–
devono
trovare
il
modo
di
fare
propri
strumenti,
lin-‐
guaggi
e
regole
d’ingaggio
della
nuova
comunicazione
digitale,
di
parteci-‐
pare
insomma
alla
grande
conversazione.
Quando
ciò
(Einalmente)
avviene,
nascono
i
Blog
istituzionali,
dove
persone
in
carne
ed
ossa
conversano
con
il
pubblico
a
nome
e
per
conto
dell’ente
che
rappresentano.
L’importante
è
che
lo
facciano
“mettendoci
la
faccia”
ed
agendo
secondo
regole
chiare
e
condivise
con
tutti.
Tasto
home.
Come
avviene
per
i
normali
Siti
Web,
anche
per
i
Blog
è
sempre
presente
un
link
diretto
alla
pagina
principale
(quella
che
si
apre
digitando
l’indirizzo
Internet
del
Sito),
grazie
al
quale
il
visitatore
può
in
qualsiasi
mo-‐
mento
e
da
qualsiasi
pagina
si
trovi
ritornare
all’inizio
del
suo
percorso
di
na-‐
Manuale di comunicazione politica in Rete - 6. Verso la relazione: il Blog 147
vigazione,
oppure
guadagnare
l’home
page
se
è
arrivato
in
una
sottopagina
del
Blog
seguendo
un
link
esterno
ad
esso.
About
page.
È
la
pagina
nella
quale
l’autore
o
gli
autori
del
Blog
presentano
se
stessi.
Strutturare
il
suo
contenuto
può
apparire
banale,
ma
non
lo
è.
Specie
per
chi
non
è
padrone
delle
regole
di
scrittura
per
il
Web,
dove
dominano
il
tono
informale
e
diretto,
la
chiarezza
e
semplicità
nell’esprimere
i
concetti,
la
brevità.
Questa
è
una
pagina
fondamentale
per
costruire
la
propria
immagine
online:
per
questo
non
si
deve
cedere
alla
tentazione
di
fare
copia
ed
incolla
del
proprio
pro`ilo
istituzionale,
così
come
non
ci
si
rivolgerebbe
ad
un
amico
in-‐
contrato
nel
salotto
di
casa
propria
usando
il
linguaggio
ed
i
vocaboli
tipici
di
un
Disegno
di
Legge.
Feed
RSS:
L’RSS59
è
uno
dei
più
popolari
formati
per
la
distribuzione
di
conte-‐
nuti
Web.
È
noto
principalmente
perché
su
di
esso
si
basano
i
`lussi
(Feed
RSS,
appunto)
che
permettono
di
essere
aggiornati
su
nuovi
articoli
o
commenti
pubblicati
nei
siti
di
interesse
senza
doverli
visitare
uno
ad
uno60.
Dei
molti
usi
di
questa
tecnologia,
il
più
immediato
è
quello
di
consentire
ai
lettori
di
iscri-‐
versi
al
Blog
ed
essere
avvisati
in
tempo
reale
ogni
volta
che
esso
viene
ag-‐
giornato.
È
anche
possibile
collegare
il
feed
RSS
ai
commenti
di
un
singolo
post,
in
modo
che
l’utente
possa
seguire
automaticamente
l’evolversi
della
conversazione
alla
quale
ha
partecipato.
“Iscriversi”
al
feed
RSS
di
un
Blog
è
semplicissimo:
è
possibile
raccoglierli,
or-‐
ganizzarli
e
consultarli
attraverso
appositi
servizi
web-based
(cioè
disponibili
online)
come
Google
Reader61 ,
oppure
istallando
sul
proprio
computer
dei
software
dedicati
(come
FeedReader 62
o
FeedDemon63)
o
ancora
scaricando
60 fonte: Wikipedia
61 www.google.it/reader
62 www.feedreader.com
63
www.feeddemon.com
148 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
6.3.2. La sidebar
La
sidebar
è
una
zona
cruciale
del
Blog
in
quanto
contiene
tutti
gli
strumenti
per
la
navigazione,
i
servizi
aggiuntivi,
i
link
verso
l’esterno.
Inizialmente
i
Blog
erano
caratterizzati
da
una
singola
sidebar
a
sviluppo
verticale
ma,
negli
anni,
l’aumento
esponenziale
delle
funzionalità
disponibili
ha
imposto
a
gra`ici
e
sviluppatori
di
dedicare
maggiore
spazio
a
quest’area,
aumentando
di
fatto
il
numero
delle
sidebar
e
rendendo
i
template
(ovvero
l’insieme
degli
elementi
gra`ici
che
costituiscono
la
“veste”
di
un
Blog)
più
ricchi
e
complessi
che
in
passato.
Blogroll.
È
una
raccolta
di
link
ad
altri
Blog
che
l’autore
giudica
di
interesse
e
meritevoli
di
essere
visitati
dai
suoi
lettori.
La
stessa
funzionalità
può
essere
utilizzata
con
un
nome
diverso
per
raccogliere,
organizzare
e
presentare
link
ad
altre
risorse
come
Siti
Web,
video,
documenti.
È
di
particolare
importanza
non
soltanto
perché
attraverso
la
blogroll
si
danno
consigli
utili
ai
propri
uten-‐
ti,
ma
anche
perché
attraverso
di
essa
si
“dichiara”
la
propria
rete
di
relazioni
e
di
riferimenti,
politici
e
culturali.
64 www.feddlerrss.com
65
www.mreader.com
Manuale di comunicazione politica in Rete - 6. Verso la relazione: il Blog 149
Ultimi
commenti.
Solitamente
posizionato
in
modo
da
avere
buona
visibilità,
questo
box
mette
automaticamente
in
evidenza
gli
ultimi
commenti
ricevuti
dai
propri
utenti,
generalmente
riportando
nome
del
commentatore
e
titolo
del
post
commentato,
con
link
a
quest’ultimo.
Tag
cloud.
Come
approfondiremo
in
seguito,
la
tag
cloud
è
un
box
che
mostra
dinamicamente
(cioè
grazie
ad
un
processo
automatizzato)
i
tag
più
usati
nel
Blog
evidenziando
quelli
che
ricorrono
con
maggior
frequenza.
Categorie.
Nei
Blog
i
post
possono
essere
suddivisi
per
categorie,
in
base
al-‐
l’argomento
cui
si
riferiscono.
La
scelta
delle
categorie
da
utilizzare
non
è
mai
un
processo
banale.
Prima
di
tutto
perché
è
il
risultato
della
sintesi
di
un
piano
editoriale
che
deve
necessariamente
essere
costruito
a
priori.
In
secondo
luo-‐
go,
perché
è
anche
dalla
lettura
a
colpo
d’occhio
delle
categorie
che
il
lettore
comprende
quali
argomenti
stanno
a
cuore
al
curatore.
6.3.3. Il post
I
post
sono
l’elemento
più
importante
del
Blog:
contengono
e
quindi
rappre-‐
sentano
il
pensiero
dell’autore
tradotto
in
parole
destinate
a
restare
online,
ad
essere
indicizzate,
commentate,
ricercate,
citate.
Ogni
singolo
post
è
corredato
da
una
serie
di
informazioni
e
strumenti
che
ne
facilitano
la
reperibilità
sui
motori
di
ricerca,
la
lettura,
il
commento.
Vediamo
quali
sono
i
principali:
Data,
titolo,
nome
autore.
Generalmente
in
testa
al
contenuto,
questi
elemen-‐
ti
forniscono
immediatamente
le
principali
coordinate
del
post.
Categoria.
Già
citata
in
precedenza,
la
categoria
indica
immediatamente
al
let-‐
tore
l’ambito
cui
si
riferisce
il
post.
Tag.
I
tag
sono
le
parole
chiave
che
l’autore
associa
al
post
per
descriverne
e
classi`icarne
il
contenuto.
In
genere
ad
ogni
post
vengono
associati
diversi
tag,
visualizzati
dal
sistema
sotto
forma
di
parole
linkate.
Cliccando
sopra
uno
di
essi,
il
Blog
recupera
e
presenta
al
lettore
tutti
i
post
associati
in
precedenza
a
quello
stesso
tag.
Trackback.
Uno
dei
meccanismi
alla
base
della
conversazione
in
corso
nella
blogosfera
è
quello
della
citazione.
Il
trackback
è
quella
funzione
che
con
una
procedura
automatica
segnala
in
coda
ad
ogni
post
tutte
le
citazioni
fatte
da
altri
post
che
puntano
ad
esso.
In
tal
modo
tutti,
sia
l’autore
del
post
citato
che
i
singoli
lettori,
possono
“seguire”
delle
vere
e
proprie
conversazioni
che
si
svolgono
a
colpi
di
post,
su
Blog
di
diversi
autori,
in
una
logica
dinamica
ed
ipertestuale
che
rappresenta
forse
una
delle
peculiarità
più
interessanti
della
blogosfera
intesa
come
strumento
di
costruzione
condivisa
della
conoscenza.
Un
post
dopo
l’altro,
il
politico
“blogger”
ha
infatti
l’opportunità
di
disinterme-‐
diare
le
tradizionali
`iliere
della
comunicazione
istituzionale
e
diffondere
il
proprio
messaggio
in
modo
nuovo,
più
veloce
e
diretto,
ma
anche
più
ef`icace
perché
maggiormente
autentico.
Può
diventare
insomma
colui
che
de`inisce
l’agenda
della
discussione
politica
in
corso
in
Rete
(e
di
certo
partecipare
alla
sua
creazione),
e
può
farlo
prima
ascoltando
di
cosa
parlano
gli
elettori,
poi
proponendo
temi
ed
argomenti,
in`ine
rispondendo
con
tempestività
e
puntua-‐
lità
un
tempo
impensabili
in
caso
di
critiche,
attacchi,
polemiche.
Trasformando
il
proprio
diario
personale
in
diario
politico
(senza
per
questo
dover
necessariamente
trascurare
la
condivisione
di
note
autobiogra`iche,
che
donano
“autenticità”
allo
strumento),
il
politico
blogger
ha
l’opportunità
di
raccontare
il
proprio
percorso
istituzionale,
condividere
informazioni
e
noti-‐
zie,
mettere
a
disposizione
degli
utenti
materiali
e
programmi.
In
parole
pove-‐
re,
può
agire
con
maggiore
trasparenza
sotto
gli
occhi
dei
propri
stakeholder
e
152 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
–
democraticamente
–
lavorare
con
loro
per
costruire
un
iter
politico
condivi-‐
so.
Ora,
c’è
una
notizia
buona
ed
una
cattiva.
La
cattiva
è
che,
dal
momento
in
cui
si
decide
di
presidiare
Blog
e
social
media,
in
caso
di
crisi
non
è
più
possibile
nascondersi
dietro
comunicati
stampa
e
veline.
È
la
regola
della
“nuova
rete”,
dove
“persone”
con
un
volto
ed
un
nome
interagisco
con
altre
“persone”
e,
pa-‐
radossalmente,
proprio
grazie
alla
realtà
virtuale
di
Internet
recuperano
la
genuinità
del
rapporto
politico-‐elettore.
Rapporto
che
era
stato
ridotto
ai
mi-‐
nimi
termini
da
decenni
di
comunicazione
top-down
ed
unidirezionale
veicola-‐
ta
attraverso
i
media
di
massa.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 6. Verso la relazione: il Blog 153
Nulla
vieta
al
politico
di
farsi
af`iancare
da
uno
staff,
da
persone
di
`iducia
cui
spetterà
l’onore
e
l’onere
di
rappresentarlo
online
e
gestire
per
lui
buona
parte
dell’interazione
con
l’elettorato.
L’importante,
anzi,
la
cosa
assolutamente
fon-‐
damentale,
è
che
quando
ciò
avviene
sia
alla
luce
del
sole:
nel
Web2.0
non
c’è
posto
per
i
ghostwriter,
i
quali
vengono
immancabilmente
smascherati
con
enorme
danno
d’immagine
per
chi
se
ne
serve.
Quindi,
se
devono
essere
i
col-‐
laboratori
del
politico
a
presidiare
il
Web2.0,
magari
stimolando
quando
ne-‐
cessario
i
suoi
contributi
diretti
alla
conversazione,
deve
essere
ben
chiaro
per
tutti
(utenti
in
primis)
chi
è
a
parlare,
perché
ed
a
che
titolo.
Avere
una
reda-‐
zione
che
scrive
e
gestisce
i
presidi
online
è
lecito
ed
opportuno.
Farsi
sostitui-‐
re
con
l’inganno
no.
E
se
si
dovesse
pensare
che
tutto
ciò
è
troppo
complicato,
faticoso,
pericoloso
a
fronte
di
un
guadagno
ancora
tutto
da
dimostrare
e
quanti`icare,
basta
porsi
una
semplice
domanda:
le
conversazioni
in
Rete
–
persino
quelle
che
ci
riguar-‐
dano
in
prima
persona
-‐
vanno
avanti
anche
senza
di
noi.
È
meglio
esserci
e
battersi
per
le
proprie
idee,
oppure
nascondere
la
testa
sotto
la
sabbia?
realizzare
con
il
fatto
che
sia
semplice
gestirlo.
Se
tutti
sono
in
grado
di
aprire
un
Blog
grazie
alle
piattaforme
(spesso
gratuite)
disponibili
in
Rete,
è
altret-‐
tanto
vero
che
fare
del
Blog
uno
strumento
di
comunicazione
professionale
è
tutt’altro
che
scontato.
Certo,
questo
non
è
necessariamente
un
male,
specie
se
quello
che
viene
inau-‐
gurato
è
un
diario
personale
e
chi
scrive
è
un
adolescente
ai
suoi
primi
passi
su
Internet.
Le
cose
cambiano
invece,
e
di
parecchio,
se
a
parlare
è
un
personag-‐
gio
pubblico
o,
meglio
ancora,
un
politico
con
una
carica
istituzionale.
In
que-‐
sto
caso
è
vietato
improvvisare:
si
rende
infatti
necessario
un
approccio
strut-‐
turato
al
problema.
È
importante
stabilire
in
anticipo
quali
temi
si
andranno
a
trattare,
quale
percorso
narrativo
si
intende
seguire,
con
quale
scopo
e,
soprat-‐
tutto,
rivolgendosi
a
quali
interlocutori
(per
esempio
elettori,
giornalisti,
altri
politici).
Fin
qui
la
gestione
di
quanto
può
e
deve
essere
piani`icato.
Per
tutto
il
resto,
ovvero
per
tutte
le
occasioni
in
cui
si
rende
necessario
“stare
sulla
notizia”
e
pubblicare
rapidamente
un
commento,
una
risposta
o
una
smentita,
vale
il
cri-‐
terio
ASAP
(acronimo
per
l’inglese
“As
Soon
As
Possible”,
prima
possibile)
e
si
tratta
ovviamente
di
interventi
che
non
possono
essere
programmati
in
antici-‐
po.
Quel
che
invece
si
può
fare
in
sede
di
stesura
del
piano
editoriale
è:
• de`inire chi e come monitora la Rete per rilevare eventuali emergenze;
• stabilire
a
priori
quale
sarà
la
linea
condivisa
da
seguire
per
dare
di
volta
in
volta
delle
risposte;
• in
caso
si
disponga
di
collaboratori
che
editano
il
Blog
o
di
una
vera
e
propria
redazione,
mettere
nero
sul
bianco
il
processo
da
seguire
per
costruire
la
risposta
all’emergenza
più
appropriata,
individuando
i
di-‐
versi
ruoli
nella
catena
di
produzione
ed
approvazione
del
contenuto.
Sono
queste
le
scelte
fondamentali
che
debbono
essere
ben
ponderate
perché
determineranno
il
tono,
la
forma
e
l’ef`icacia
dei
contenuti
che
si
andranno
a
scrivere,
nonché
la
frequenza
con
cui
questi
verranno
“postati”.
Sebbene
infatti
sia
vero
che
i
Blog
sono
caratterizzati
da
tono
informale
ed
improvvisazione
e
che
sono
uno
spazio
libero
di
espressione
creativa,
esistono
tuttavia
varie
sfu-‐
mature
di
grigio
che
separano
una
ridondante
ed
ingessata
raccolta
di
comu-‐
nicati
stampa
dal
caos.
6.5.2. La policy
Nessuno
si
aspetta
che
noi
si
scenda
nell’arena
della
blogosfera
senza
alcuna
difesa.
Oltre
al
piano
editoriale
sarà
infatti
necessario
creare
una
policy:
una
breve
ma
puntuale
serie
di
regole
per
una
convivenza
civile
tra
chi
gestisce
il
Blog
ed
i
visitatori,
alla
quale
rifarsi
per
disciplinare
ogni
interazione
e
dirime-‐
re
ogni
eventuale
controversia.
Del
resto
a
“casa
propria”
il
padrone
detta
le
regole:
l’importante
è
che
il
lettore
a
sua
volta
possa
facilmente
trovarle,
leg-‐
gerle
e
quindi
scegliere
di
restare
se
è
d’accordo,
oppure
andarsene
in
caso
contrario.
Attenzione
però:
la
pagina
della
policy
non
è
il
luogo
dove
si
pubblicano
i
vari
156 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
termini
legali
di
utilizzo
del
Blog,
ovvero
lunghi
ed
inevitabilmente
ostici
papi-‐
ri
scritti
in
“legalese”
(che
comunque
dovranno
essere
preparati
e
pubblicati
altrove,
generalmente
in
una
apposita
pagina
intitolata
“note
legali”).
La
policy
è
qualcosa
di
più
semplice,
chiaro,
diretto:
un
manifesto
per
la
convivenza
ed
il
confronto
civile
che,
in
ultima
analisi,
dice
molto
anche
dell’autore
del
Blog.
6.5.3. Lo stile
Qual
è
lo
stile
e,
più
in
generale,
il
tono
con
cui
si
dovrebbero
elaborare
i
post?
Partiamo
subito
con
il
dire
che
“informale”
è
senza
dubbio
la
parola
d’ordine
della
comunicazione
via
Blog.
Nella
Rete
delle
persone
che
dialogano
con
altre
persone
chiarezza,
semplicità
e
brevità
sono
spesso
viste
come
sinonimo
di
autenticità.
Sarà
necessario
scrollarsi
di
dosso
il
“politichese”
in
favore
di
una
maggiore
brevità
e
chiarezza
dei
testi,
il
tutto
senza
tuttavia
lasciarsi
troppo
Manuale di comunicazione politica in Rete - 6. Verso la relazione: il Blog 157
prendere
la
mano.
Meglio
evitare
le
frasi
fatte
e
puntare
sulle
idee,
tenendo
bene
a
mente
che
la
Rete
è
tale
perché
in
essa
coesistono
miliardi
di
risorse
che
vengono
incrociate
e
messe
in
relazione
grazie
ad
un
numero
enorme
di
link.
Quindi
il
consiglio
è
di
non
perdere
mai
occasione
per
linkare
una
risorsa,
un
pezzo
di
informazione
o
un’identità
al
di
fuori
del
proprio
Blog.
Così
facen-‐
do,
altri
ricambieranno
rilanciando
contenuti
nostri,
perché
in
Rete
più
di
ogni
altra
cosa
è
importante
la
reciprocità,
e
passo
dopo
passo
diventeremo
parte
più
integrante
della
conversazione
in
corso.
I
commenti
ai
post
è
bene
che
siano
aperti,
o
almeno
che
i
tempi
di
approva-‐
zione
siano
suf`icientemente
rapidi.
E
comunque
è
importante
decidere
`in
da
subito
se
richiedere
o
meno
una
breve
registrazione
agli
utenti
e
come
even-‐
tualmente
intervenire
quando
necessario
per
moderare
la
discussione.
In
me-‐
rito
alla
registrazione,
è
utile
per
far
si
che
chi
commenta
“ci
metta
la
faccia”,
assumendosi
di
fatto
la
responsabilità
di
ciò
che
scrive.
Una
volta
de`inite
le
regole
di
ingaggio
con
i
lettori,
sarà
necessario
accettare
l’idea
di
dover
rispondere
ai
commenti,
sia
che
si
venga
chiamati
in
causa
di-‐
rettamente,
sia
che
si
ponga
la
necessità
o
si
crei
l’opportunità
di
stimolare
ed
arricchire
un
dibattito
in
corso.
66 ASP, Application Service Provisioning, è una modalità di erogazione del software per la quale
l’utente
non
deve
installare
nulla
su
un
server,
ma
può
limitarsi
ad
utilizzare
una
applicazione
messa
a
disposizione
e
manutenuta
da
un
fornitore
di
servizi.
160 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Subito
dopo
aver
de`inito
la
principale
discriminante,
ovvero
l’entità
del
bud-
get
a
disposizione,
la
prima
domanda
che
dovremo
porci
è
essenzialmente
quanto
dovrà
essere
importante
il
Blog
nella
nostra
strategia
di
comunicazio-‐
ne.
67 I plug-in sono gli strumenti che permettono di inserire componenti aggiuntivi al proprio Blog,
come
ad
esempio
sistemi
di
connessione
verso
altre
piattaforme
di
Social
Networking
(come
Facebook,
Flickr
o
Twitter).
Manuale di comunicazione politica in Rete - 6. Verso la relazione: il Blog 161
Il
secondo
quesito
da
porsi,
riguarda
l’immagine
di
sé
che
si
intende
trasmet-‐
tere:
scegliere
un
servizio
in
ASP
come
abbiamo
visto
ha
molti
vantaggi,
ma
esiste
oggettivamente
la
possibilità
che
in
questo
modo
la
propria
presenza
digitale
nei
media
sociali
appaia
“sottodimensionata”
o
addirittura
“povera”
agli
occhi
degli
utenti.
Nate
con
lo
stesso
scopo,
diverse
per
gra`ica,
funzionalità
offerte
e
per
caratte-‐
ristiche
dell’utente
medio,
sono
accomunate
tutte
da
un
elemento:
iscriversi
è
facile
e
richiede
pochi
semplici
passaggi.
68
www.wordpress.com
162 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
feed
RSS
ed
un
ottimo
`iltro
antispam69.
Nel
servizio
ASP
è
anche
possibile
sot-‐
toscrivere
un
account
a
pagamento,
con
il
quale
ottenere
spazio
di
archiviazio-‐
ne
aggiuntivo
o
gestire
un
indirizzo
web
personalizzato
(nella
versione
gratui-‐
ta
tutti
gli
indirizzi
sono
nomedelblog.wordpress.com,
mentre
nella
versione
a
pagamento
l’indirizzo
può
essere
www.nomedelblog.com/it).
LiveJournal71 .
Prima
ancora
che
una
piattaforma
gratuita
per
il
blogging,
Li-‐
veJournal
è
una
“comunità
virtuale”,
ossia
un
luogo
della
Rete
dove
chi
si
iscri-‐
ve
per
creare
un
Blog
ha
a
disposizione
anche
funzionalità
di
aggregazione
con
altri
utenti.
Gli
utenti
di
LiveJournal
possono
ad
esempio
creare
la
propria
"Pa-‐
gina
degli
Amici"
-‐
o
"Friends
Page"
-‐
che
all’atto
pratico
non
è
che
uno
spazio
dove
visualizzare
i
post
più
recenti
dei
blogger
che
l’utente
decide
di
seguire.
Il
sistema
consente
inoltre
di
personalizzare
il
proprio
template,
di
associare
al
proprio
pro`ilo
una
foto
da
riproporre
in
ogni
spazio
di
interazione
e
di
curare
una
User
Page
con
i
propri
dati
personali
abbastanza
ricca
e
dettagliata.
69 Per spam si intendono messaggi non sollecitati. Lo spam, termine nato con riferimento ai mes-‐
saggi
di
posta
elettronica
non
richiesti,
si
è
diffuso
anche
nei
blog,
nei
quali
prende
forma
di
commenti
“Pinti”
ai
propri
post,
Pinalizzati
esclusivamente
a
promuovere
siti
Internet
attraverso
link
ad
essi.
70 www.blogger.com
71
www.livejournal.com
Manuale di comunicazione politica in Rete - 6. Verso la relazione: il Blog 163
Splinder72.
La
piattaforma
nasce
nel
2001
per
mano
della
Tipic
Inc.
Sviluppata
in
lingua
italiana,
nel
2006
viene
acquisita
dal
Gruppo
Dada,
anch’esso
italiano.
Da
quando
è
venuta
alla
luce,
Splinder
ha
visto
iscriversi
al
servizio
oltre
766mila
utenti
e
creare
oltre
483mila
blog.
Anche
qui
come
altrove
è
possibile
utilizzare
URL
personalizzati
(es.
nomeblog.splinder.com)
o
usufruire
di
servi-‐
zi
avanzati
acquistando
un
account
premium.
Virgilio73.
Come
nel
caso
di
LiveJournal,
il
servizio
MyBlog
di
Virgilio
offre
al
futuro
blogger
una
vasta
community
di
utenti
verso
cui
interfacciarsi
e
con
cui
condividere
il
proprio
Blog.
Oltre
al
Blog
“tradizionale”
si
possono
creare
au-‐
dio,
foto
e
video
blog.
I
plus
della
piattaforma
Virgilio
sono
sicuramente
gli
URL
personalizzati
(es.
nomeblog.myblog.it),
un
sistema
di
monetizzazione
del
Sito
con
Virgilio
Banner
(molto
simile
ad
Ad
Sense
di
Google)
ed
la
possibilità
di
inserire
il
proprio
spazio
personale
in
un
circuito
di
altri
Blog
con
le
stesse
te-‐
matiche
di
approfondimento,
i
cosiddetti
Ring.
Tiscali74 .
Anche
il
servizio
di
blogging
offerto
da
Tiscali
consente
all’utente
di
creare
un
Blog
pronto
all’utilizzo
con
pochi
e
semplici
passaggi.
La
piattaforma
non
dispone
di
funzionalità
prettamente
mirate
alla
costruzione
di
community
come
avviene
per
la
concorrenza
italiana
e
straniera,
ma
ha
dalla
sua
il
fatto
che
è
costruita
usando
come
motore
software
l’ottimo
ed
onnipresente
Word-‐
press;
ciò
consente
di
usufruire
di
tutti
i
vantaggi
che
tale
piattaforma
può
of-‐
frire
e
già
elencati
in
precedenza.
Nel
caso
invece
si
scelga
di
gestire
il
Blog
in
totale
autonomia,
i
software
più
diffusi
sono,
oltre
al
già
citato
Wordpress,
MovableType
e
TypePad.
72 www.splinder.com
73 blog.virgilio.it
74
blog.tiscali.it
164 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Si
entrerà
in
una
pagina
web
dove
andranno
inseriti
i
dati
per
la
registra-‐
zione
a
WordPress.com
(nome
utente,
password,
email
di
recapito)
ed
ov-‐
viamente
il
nome
del
Blog.
Una
volta
compilati
tutti
i
campi
quali
nome
utente,
password,
email
di
recapito
ed
ovviamente
il
nome
del
Blog,
la
regi-‐
strazione
viene
completata
cliccando
sul
pulsante
in
basso
“Sign
Up”.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 6. Verso la relazione: il Blog 165
1.
La
sezione
“Articoli”
consente
di
scrivere
un
nuovo
post
e
gestire
quelli
scritti
in
precedenza.
4.
La
sezione
“Quickpress”
aiuta
a
scrivere
un
post
in
modo
rapido
e
veloce,
senza
passare
per
la
sezione
“Articoli”.
Questa
funzione
diventa
molto
utile
per
articoli
dell’“ultimo
minuto”
e
per
correggere
o
integrare
le
informa-‐
zioni
inserite
a
corredo
del
post
(tag,
categoria,
data,
ecc.).
Oltre
a
queste
funzioni
di
base
WordPress.com
fornisce
un’ampia
serie
di
servizi,
per
rendere
efEiciente
ed
efEicace
il
proprio
lavoro
sul
Blog,
come
la
gestone
dei
feed
RSS
o
il
controllo
e
la
moderazione
dei
commenti.
Per
questo
–
al
di
là
di
strumenti
non
troppo
diffusi
al
grande
pubblico
come
i
forum
della
“prima”
Internet
–
è
necessario
attendere
la
nascita
dei
Blog.
Que-‐
sti
portano
l’attenzione
delle
masse
verso
contesti
che
fanno
della
capacità
di
coniugare
contenuti
ed
interazione
il
loro
punto
di
forza.
Nasce
l’era
del
Web2.0,
in
cui
tutti
–
proprio
tutti
–
anche
senza
la
minima
cognizione
tecnica
possono
diventare
editori
di
se
stessi.
Eppure
negli
ultimi
anni
dei
nuovi
attori
si
sono
affermati
sulla
scena:
i
Social
Network
Site.
Siti
che
facilitano
la
costruzione
di
reti
sociali
in
contesti
chiusi,
come
–
per
citare
il
più
diffuso
di
tutti
–
Facebook.
L’enfasi,
in
questo
caso,
è
sulla
relazione.
Relazione
pura,
che
a
volte
arriva
a
prescindere
dal
contenuto.
170 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Tali
strumenti
hanno
vissuto
una
crescita
più
che
esponenziale,
con
il
risultato
di
aver
ulteriormente
favorito
la
diffusione
della
cultura
dell’accesso.
Basta
un
dato
per
rendersi
conto
del
fenomeno:
sono
quasi
diciotto
milioni
gli
italiani
sul
solo
Facebook,
ed
aumentano
ogni
giorno.
Italiani
che
usano
tale
strumen-‐
to
per
comunicare,
per
condividere
informazioni
e
notizie
tra
loro,
per
inter-‐
agire
attivando
dinamiche
nuove
e
sempre
più
intense.
È
evidente
come
i
pro-‐
cessi
di
costruzione
del
consenso
passino
sempre
di
più
attraverso
tali
canali.
Canali
che
oggi
rappresentano
anche
i
veicoli
per
mezzo
dei
quali
un
numero
sempre
maggiore
di
persone
arriva
alle
fonti
dell’informazione
mainstream.
Informarsi,
confrontarsi,
discutere.
Tutte
attività
che
sempre
più
spesso
av-‐
vengono
all’interno
dei
Social
Network
Site
presenti
in
rete.
E
che
per
questo
motivo
vanno
presidiati
con
grande
attenzione.
Nel
dettaglio,
i
nodi
rappresentano
le
persone,
gli
enti
o
le
entità
parte
del
network,
mentre
gli
archi
rappresentano
le
connessioni,
ovverosia
le
rela-‐
zioni,
che
i
diversi
soggetti
instaurano
tra
di
loro.
Questi
ultimi
possono
essere
bidirezionali
oppure
orientati,
nel
caso
in
cui
–
ad
esempio
–
un
sog-‐
getto
ascolti
e
sia
ascoltato
da
un
altro
(arco
bidirezionale)
oppure
si
limiti
ad
ascoltare,
od
essere
ascoltato
(arco
orientato).
Tali
relazioni
possono
essere
di
tipo
emozionale
(amicizia,
amore),
possono
esprimere
connes-‐
sioni
professionali,
o
ancora
condivisione
di
risorse
(testo,
audio,
video).
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 171
In
una
rete
non
tutti
i
nodi
sono
uguali.
Quelli
verso
i
quali
punta
un
nume-‐
ro
più
alto
di
archi
vengono
deEiniti
“hub”
(ossia
fulcri
o
concentratori).
Gli
hub
sono
quei
nodi
della
rete
verso
i
quali
tutti
(o
molti)
puntano,
rappre-‐
sentando
quindi
–
come
mostrato
nella
Eigura
d’esempio
–
gli
elementi
di
snodo
della
rete
stessa.
La
rappresentazione
in
graEi
di
una
rete
sociale
online,
quindi,
ci
consente
di
capire
anche
qual
è
la
reale
potenzialità
comunicativa
di
una
comunità
digitale
e,
al
suo
interno,
di
individuare
quali
sono
i
soggetti
in
grado
di
accelerare
e
favorire
la
creazione
di
legami
così
come
la
condivisione
di
informazioni.
Di
scovare
e
valorizzare
cioè
gli
“opinion
leader”,
efEicacemen-‐
te
rappresentati
da
nodi
di
dimensioni
maggiori
circondati
da
un
maggior
numero
di
legami,
al
Eine
di
poter
instaurare
con
loro
un
rapporto
più
stret-‐
to
e
ricorrere
al
loro
supporto
per
“rilanciare”
i
nostri
messaggi.
172 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
75
www.ebay.com
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 173
Tra
le
possibilità
normalmente
offerte
dai
siti
di
gestione
di
reti
sociali,
citiamo
quelle
di:
• identi`icare
la
propria
Rete
di
relazioni,
tanto
quelle
già
acquisite
(maga-‐
ri
ofDline
o
su
altri
siti)
quanto
quelle
nuove;
• de`inire
gli
“ambiti
di
visibilità”
(solo
agli
amici,
agli
amici
degli
amici,
a
tutti)
di
ciò
che
si
decide
di
condividere
nel
Social
Network
Site,
identi`i-‐
cando
quindi
i
parametri
delle
impostazioni
sulla
privacy;
Il
successo
di
un
Social
Network
Site
è
dettato
da
un’enorme
quantità
di
varia-‐
bili,
ma
soprattutto
dalla
sua
reale
capacità
di
portare
un
“elegante
organizza-‐
zione”
–
per
usare
le
parole
del
giovane
creatore
di
Facebook,
Mark
Zucker-‐
berg
–
per
le
attività
sociali
di
una
comunità
costruita
intorno
ad
interessi
co-‐
muni.
Nel
farlo,
è
necessario
tenere
presente
il
fatto
che,
se
da
una
parte
le
persone
“scelgono”
un
Social
Network
Site
piuttosto
che
un
altro
in
funzione
delle
sue
caratteristiche
speci`iche,
dall’altra
le
stesse
persone
sono
poi
spesso
presenti
su
più
di
un
Social
Network,
articolando
la
loro
presenza
in
funzione
di
scopi
speci`ici.
I
Social
Network
Site
più
popolari
in
Italia
nel
momento
in
cui
scriviamo
sono
Facebook,
Twitter,
YouTube,
Flickr
e
Friendfeed.
Ognuno
si
caratterizza
per
funzioni
connotanti
che
lo
rendono
adatto
per
svolgere
speci`iche
attività
e
perseguire
mirati
obiettivi
di
comunicazione.
76 www.facebook.com
77
www.twitter.com
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 175
• YouTube 79.
È
il
Social
Network
Site
dedicato
alla
condivisione
dei
`ile
video
per
eccellenza.
Permette
di
caricare,
condividere,
votare
e
com-‐
mentare
gratuitamente
`ilmati
dalla
lunghezza
massima
di
quindici
mi-‐
nuti
(limite
che
decade
in
caso
di
partnership
con
l’azienda)
ed
essere
in
contatto
con
gli
altri
utenti
tramite
chat
e
messaggi
(pubblici
e
privati).
Utile
per
diffondere
i
video
degli
interventi
pubblici,
tanto
quelli
ripresi
dai
media
mainstream
che
quelli
autoprodotti.
In
tal
senso,
grazie
a
You-‐
Tube
è
facilissimo
creare
un
proprio
“canale”
da
popolare
con
contenuti
pensati
per
avere
appeal
in
un
ecosistema
che
poco
ha
a
che
spartire
con
la
televisione
tradizionale.
• Flickr 80.
È
il
Social
Network
Site
dedicato
alla
condivisione
di
immagini
e
fotogra`ie.
Dà
la
possibilità
di
caricare
e
condividere
foto
che
possono
78 www.friendfeed.com
79 www.youtube.com
80
www.flickr.com
176 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Ad
esempio,
sul
proprio
Blog
è
possibile
far
apparire
in
un’apposita
sezione
le
ultime
foto
caricate
tramite
l’account
Flickr,
così
da
creare
una
photogallery
delle
proprie
attività.
Allo
stesso
modo
si
può
visualizzare
una
`inestra
che
ri-‐
porti
i
propri
lanci
su
Twitter,
oppure
utilizzare
FriendFeed
per
aggregare
in
un
unico
`lusso
tutti
i
contenuti
prodotti
nei
diversi
contesti
presidiati.
7.2.1. Le opportunità
Il
70%
degli
utenti
online81
reperisce
informazioni
su
brand,
fatti
e
persone
attraverso
i
social
media,
che
contribuiscono
quindi
in
maniera
fondamentale
alla
costruzione
delle
opinioni
di
tali
utenti.
Questo
implica
–
lo
abbiamo
già
detto
–
che
in
politica
la
creazione
del
consen-‐
so
passi
anche
–
e
per
certi
versi
soprattutto
–
attraverso
la
partecipazione
a
strumenti
come
Blog,
Facebook,
Twitter
ed
altri
Social
Network
Site.
Infatti, se da un lato gli utenti consultano un Sito Web o un Blog per trovare
81
www.penn-‐olson.com
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 177
Sono
questi
infatti,
gli
strumenti
deputati
alla
costruzione
di
quella
relazione
della
quale
più
volte
si
è
parlato
in
queste
pagine.
Sono
questi
i
contesti
attra-‐
verso
i
quali
i
politici
possono
non
solo
entrare
in
relazione
con
i
propri
inter-‐
locutori,
ma
anche
disporre
di
veri
e
propri
“focus
group
permanenti”,
attra-‐
verso
i
quali
intercettare
le
istanze
che
provengono
dai
cittadini
–
dai
propri
interlocutori
–
e
farle
proprie.
Nel
dialogo
tra
il
politico
ed
il
cittadino
l’utente
è
infatti
protagonista
attivo
nella
creazione
del
valore.
Sia
quando
interloquisce
direttamente
con
il
politi-‐
co
sia
quando
discute
di
politica
con
i
suoi
contatti
nell’ambito
di
un
contesto
pubblico
come
i
gruppi
di
Facebook,
che
devono
rappresentare
per
il
politico
accorto
degli
importanti
indicatori.
Segnali,
neanche
troppo
deboli,
che
una
società
sempre
più
connessa
lancia
alla
politica.
Ma
i
Social
Network
Site
sono
anche
altro:
tali
strumenti
offrono
chance
di
vi-‐
sibilità
e
comunicazione
solo
pochi
anni
fa
impensabili
per
il
politico
che
non
dispone
degli
ingenti
mezzi
economici
necessari
a
costruire
una
campagna
elettorale
”tradizionale”.
È
attraverso
questi
contesti,
infatti,
che
si
può
dare
vita
agli
altri
strumenti
di
comunicazione
che
offre
la
Rete.
I
Social
Network
Site,
in
questo
senso,
sono
anche
canali
attraverso
i
quali
portare
utenza
al
proprio
Blog
o
al
proprio
Sito,
fornendo
così
–
in
un’ottica
cross
channel
–
un’anima
viva
ed
attiva
a
tali
ambi-‐
ti.
In`ine,
non
bisogna
dimenticare
–
come
già
si
è
detto
in
altre
parti
di
questo
manuale
–
che
essi
stanno
rapidamente
cambiando
il
concetto
stesso
di
repu-‐
tazione,
così
come
eravamo
soliti
intenderlo.
di
un
soggetto,
dove
quest’ultima
è
data
dalla
somma
tra
contenuti
e
contributi
da
lui
immessi
in
Rete
e
le
esperienze
vissute
da
tutti
coloro
che
vi
entrano
in
contatto
più
o
meno
direttamente.
Un’equazione
assai
complessa
e
dal
risulta-‐
to
a
volte
imprevedibile,
che
esprime
un
valore
divenuto
ormai
fondamentale
nella
valutazione
di
persone
così
come
di
aziende,
di
enti
o
di
istituzioni.
Un
valore
che
oggi
può
essere
identi`icato
e
misurato
ricorrendo
ad
appositi
software
di
monitoraggio,
ma
anche
tutelato
af`idandosi
alla
professionalità
di
esperti
che
sappiano
guidare
alla
scoperta
del
complesso
mondo
dei
Social
Network.
Per
questa
ragione,
essi
rappresentano
uno
strumento
potente
e
`lessibile
che
non
può
e
non
deve
restare
fuori
dalla
piani`icazione
del
progetto
di
comuni-‐
cazione
di
ogni
politico.
La
grande
semplicità
d’uso
di
questi
strumenti
li
rende
davvero
alla
portata
di
tutti.
Dal
professionista
che
li
usa
per
farsi
conoscere
all’adolescente
in
cerca
di
nuove
amicizie.
Tuttavia,
come
per
i
Blog,
è
bene
stare
attenti,
e
distinguere
sempre
il
fatto
che
gli
strumenti
siano
tecnicamente
facili
da
usare
con
il
fatto
che
sia
facile
usarli.
Anche
portare
la
bicicletta
è
semplice,
così
come
è
sempli-‐
ce
cadere.
Nel
momento
in
cui
il
politico
in
quanto
personaggio
pubblico
usa
un
Social
Network
Site
con
l’obiettivo
di
aprire
questo
spazio
relazionale
non
soltanto
ai
propri
amici
intimi,
ma
a
tutti
i
suoi
potenziali
interlocutori,
lo
tra-‐
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 179
sforma
a
tutti
gli
effetti
in
uno
spazio
di
comunicazione
professionale.
E
come
tale
va
gestito.
Gli
impatti
di
una
dichiarazione
rilasciata
su
Facebook
possono
essere
tanto
devastanti
quanto
lo
sarebbero
se
la
stessa
dichiarazione
venisse
rilasciata
al
TG
delle
20.00,
quando
essa
viene
ripresa
ed
ampli`icata
dagli
altri
utenti.
Per
questo
motivo
è
necessario
stare
bene
attenti:
l’uso
eccessivamente
personale
dei
social
media
può
“scoprire”
troppo
l’utente
e
renderlo
vulnerabi-‐
le.
Non
bisogna
mai
farsi
prendere
la
mano
e
ricordarsi
sempre
che
i
propri
contatti
nei
Social
Network
sono
“amici”
di
nome,
ma
non
necessariamente
di
fatto.
Inutile
dire,
a
questo
proposito,
che
anche
nei
Social
Network
Site,
in
alcuni
più
che
in
altri,
il
con`ine
tra
confronto
costruttivo
e
critica
sterile
è
spesso
molto
vago.
Quanto
abbiamo
detto
in
generale
e
per
i
Blog
vale
anche
per
questi
con-‐
testi.
Inevitabilmente
le
critiche
arriveranno:
sarò
necessario
gestirle
con
cal-‐
ma,
freddezza
e
serenità.
Cosa
succede
quindi
nel
momento
in
cui
un
numero
sempre
maggiore
di
per-‐
sone
si
sposta
online?
La
Rete
–
nei
Social
Network
Site
come
Facebook
–
rap-‐
presenta
un
ambiente
di
generazione
di
veri
e
propri
“cortocircuiti
identitari”.
Studenti
accedono
ai
pro`ili
dei
propri
professori,
datori
di
lavoro
a
quelli
dei
propri
dipendenti,
mamme
a
quello
dei
loro
`igli
e
delle
loro
`iglie.
Il
diario,
che
si
era
aperto
ad
un
circolo
ristretto
di
persone
generalmente
diverse
da
quelle
frequentate
tutti
i
giorni,
diviene
un
vero
e
proprio
diario
pubblico
in
cui
l’au-‐
tore
rischia
di
sovraesporsi,
se
non
riconosce
per
tempo
scomparsa
di
quelle
barriere
che
prima
dividevano
i
“mondi
paralleli”
nei
quali
normalmente
ci
muoviamo.
Ecco
quindi
che
l’identità
diventa
condivisa,
in
un
contesto
in
cui
sarà
sempre
più
dif`icile
differenziare
i
vari
ambiti
ed
in
funzione
di
ciò
adattare
i
nostri
comportamenti.
Le
reti
sociali
che
si
sviluppano
online
e
le
piattaforme
che
le
supportano
fanno
della
Rete
un
grande
condominio
nel
quale
tutti
possono
sapere
tutto
di
tutti,
perché
tutti
mettono
tutto
in
piazza.
Perciò
è
necessario
sempre
essere
ben
consapevoli
di
cosa
si
sta
pubblicando.
Per
questo
motivo
è
sempre
necessario
ricordarsi
che
–
se
l’ambito
di
visibilità
del
proprio
pro`ilo
è
pubblico
–
esso
perderà,
e
lo
farà
per
sempre,
la
propria
dimensione
“privata”.
Paradossalmente,
ancora
una
volta
tutto
ciò
non
signi`ica
che
si
debba
restare
alla
larga
dai
Social
Network
Site,
ma
anzi
che
la
soluzione
più
sensata
è
essere
presenti,
dedicarsi
all’ascolto
delle
community
ed
al
monitoraggio
periodico
dei
messaggi
che
possono
riguardarci
direttamente.
Può
inoltre
essere
utile
instaurare
un
dialogo
con
i
fornitori
di
questi
servizi
così
da
poter
richiedere
ed
ottenere
velocemente
provvedimenti
in
caso
di
abusi
o
di
veri
e
propri
reati,
perché
ciò
che
è
fuori
legge
ofDline
lo
è
anche
onli-
ne.
pro`ilo.
Lo
si
fa
inserendo
informazioni
di
base
come
il
proprio
nome
ed
indi-‐
rizzo
email,
`ino
ad
arrivare
agli
interessi,
alle
passioni,
alle
esperienze
di
lavo-‐
ro
presenti
e
passate.
Aperto
un
account
è
possibile
invitare
i
propri
contatti
a
far
parte
del
proprio
network
(in
genere
basta
conoscerne
l’email).
Essi
a
loro
volta
faranno
lo
stes-‐
so,
espandendo
la
cerchia
dei
nostri
contatti
con
gli
amici
degli
amici,
ideal-‐
mente
`ino
a
comprendere
tutta
la
popolazione
del
mondo,
come
prospettato
nella
teoria
dei
sei
gradi
di
separazione
del
sociologo
Stanley
Milgram83 .
Diventa
quindi
possibile
costituire
delle
comunità
tematiche
in
base
alle
pro-‐
prie
passioni,
ai
propri
interessi,
al
proprio
business,
aggregando
ad
esse
altri
utenti
e
stringendo
contatti
di
amicizia
o
di
affari.
Se
si
desidera
entrare
nel
gioco,
l’ideale
è
procedere
per
gradi.
Iniziando
limitandosi
ad
ascoltare,
magari
restando
un
po’
in
disparte,
prendendosi
il
tempo
di
osservare
le
conversazio-‐
ni,
comprenderne
regole
e
dinamiche.
Quando
le
idee
cominciano
ad
essere
chiare,
allora
viene
il
momento
di
iniziare
a
stringere
relazioni
e
condividere
contenuti
che
interessino
agli
altri
membri
del
network.
83 La teoria dei sei gradi di separazione ipotizza che sia possibile per chiunque raggiungere una
qualsiasi
altra
persona
soltanto
sfruttando
un
numero
estremamente
limitato
di
intermediari.
In
realtà
il
numero
sei,
corrispondente
agli
intermediari
stessi,
è
puramente
indicativo.
Non
fu
sta-‐
bilito
né
dal
primo
teorizzatore,
né
probabilmente
da
chi
tentò
di
provare
l'ipotesi.
Rispettivamente
si
parla
dello
scrittore
ungherese
Frigyes
Karinthy,
e
del
sociologo
americano
Stanley
Milgram,
Il
primo
pubblicò
nel
1929
un
racconto
intitolato
“Catene”,
in
cui
il
protagonista
riesce,
attraver-‐
so
tre
soli
passaggi,
ad
entrare
in
contatto
con
un
premio
Nobel.
Trentotto
anni
dopo
Milgram,
invece,
condusse
un
esperimento
che
provò
l'esattezza
dell'intui-‐
zione.
Scrisse
una
lettera
ad
alcuni
abitanti
di
Wichita
ed
Omaha
nella
quale
chiedeva
loro
di
inviare
un
pacchetto
a
due
nominativi
senza
indirizzo
residenti
in
due
città
molto
distanti:
Sha-‐
ron
e
Boston.
Una
volta
ricevuta
la
richiesta
di
Milgram,
se
la
persona
non
conosceva
l’indirizzo
del
destinatario
doveva
rimediare
spedendo
il
pacchetto
a
qualcuno
di
sua
conoscenza
che,
a
torto
o
a
ragione,
riteneva
fosse
in
grado
di
farlo.
All’inizio
dell’esperimento
lo
studioso
credeva
che,
con
questo
sistema,
il
numero
di
passaggi
necessari
per
far
arrivare
il
pacchetto
a
destinazione
avrebbe
potuto
essere
maggiore
di
cento,
mentre
alla
Pine
la
media
risultò
pari
a
5,5.
Secondo
alcuni
fu
questa
l'origine
dell'espressione
“sei
gradi
di
separazione”.
Secondo
Albert-‐László
Barabási,
professore
presso
l'Università
di
Notre
Dame
e
direttore
al
Centro
di
Ricerca
Reti
Complesse
(CCNR)
alla
Northeastern
University,
la
teoria
invece
fu
coniata
nel
1991
da
John
Guare,
autore
di
un'opera
teatrale
dal
titolo
omonimo.
182 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Per
semplicità,
ne
riportiamo
una
libera
interpretazione
focalizzata
sulla
par-‐
tecipazione
ad
un
Social
Network
online,
in
cui
essendo
tutto
alla
luce
del
sole,
bisogna
andare
un
po’
più
cauti
e
seguire
un
iter
che
invita
all’analisi
della
community,
allo
studio
ed
al
dialogo
con
essa.
3. Fai
delle
buone
domande
e
poi
chiudi
la
bocca.
Un
buon
conver-‐
satore
non
è
chi
parla
tanto,
ma
chi
fa
parlare
tanto
gli
altri.
I
buoni
networker
sono
bravi
ad
ascoltare
ed
a
fare
domande
per
conoscere
i
soggetti
con
i
quali
si
relazionano.
84
blog.guykawasaki.com
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 183
6. Follow
up.
Quando
hai
qualche
contatto
ofDline
con
l’elettorato,
en-‐
tro
24
ore
dall’evento
coinvolgi
i
partecipanti
esprimendo
la
gioia
di
averli
incontrati
o
chiedendo
loro
un
feedback
sull’evento.
Questo
farà
sentire
il
singolo
elettore
speciale
e
partecipe.
7. Fai
in
modo
che
sia
semplice
contattarti.
Lascia
i
tuoi
recapiti
ben
in
evidenza
e
rispondi
ai
messaggi
che
ti
vengono
inviati
con
solleci-‐
tudine.
Se
vuoi
essere
uno
della
community,
devi
farti
trovare.
8. Dai
valore
alla
reciprocità.
Un
link,
una
segnalazione,
un
commen-‐
to.
Il
do
ut
des
vale
sempre
ed
è
una
regola
riconosciuta
ed
accettata.
Rispondi,
partecipa,
sostieni
quando
puoi
i
membri
del
tuo
network.
Nell’economia
del
dono,
ciò
che
dai
ti
viene
restituito.
-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐
1
Ex
dipendente
dell’Apple
Computer,
Guy
Kawasaki
è
oggi
manager,
imprenditore
e
saggista
statunitense.
Ha
coniato
il
concetto
di
evangelista
nel
mondo
dell'elettroni-‐
ca
di
consumo.
Attualmente
è
CEO
di
garage.com,
una
società
che
Pinanzia
iniziative
a
tecnologia
avanzata
nella
Silicon
Valley,
California.
7.4.1. Facebook
Facebook
è
oggi
il
Social
Network
Site
più
usato
al
mondo,
con
i
suoi
circa
600
milioni
di
utenti
dei
quali
quasi
18
milioni
solo
in
Italia.
Facebook
è
stata
una
delle
prime
piattaforme
a
basarsi
sul
fatto
che
gli
utenti
ci
“mettessero
la
faccia”,
ossia
apparissero
nel
sistema
usando
il
loro
vero
no-‐
me,
senza
mascherarsi
dietro
un
avatar
86
o
un
nickname 87.
Un
vero
e
proprio
libro
di
volti
insomma,
del
quale
milioni
di
utenti
hanno
cominciato
a
riempire
le
pagine
con
stralci
della
propria
vita.
È
probabile
che
parte
del
successo
di
Facebook
risieda
anche
in
questo.
Per
la
prima
volta
la
Rete
è
stata
usata
dalle
masse
non
come
luogo
per
celarsi
dietro
maschere
più
o
meno
`ittizie
o
secon-‐
de
vite
dalla
dubbia
utilità,
ma
come
strumento
di
reale
contatto
e
relazione.
85 Attenzione, lo sviluppo di queste piattaforme è in continua e rapida evoluzione. È possibile,
quindi,
che
al
momento
della
stampa
di
questo
manuale
la
graPica
e
le
funzionalità
descritte
siano
differenti
da
come
illustrate.
86 In lingua sanscrita signiPica “disceso sulla Terra”, dePinisce la divinità nel momento in cui as-‐
87 È uno pseudonimo attraverso cui è possibile mascherare la propria identità online. Pur non
essendo
da
escludere
un
utilizzo
del
nickname
accessorio
al
nome
vero
e
proprio,
l'anonimato
rimane
la
condizione
a
cui
in
genere
aspira
chi
ne
fa
uso.
Vi
si
ricorre
in
ambienti
di
discussione
come
le
chat,
dove
può
sostituire
le
generalità
nel
caso
in
cui
ci
si
debba
registrare
ad
un
servizio
o
in
un
Sito.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 185
La
maggior
parte
delle
persone
iscritte
mostra
a
tutti
il
proprio
vero
nome
e
cognome
e
la
propria
foto.
In
questo
modo
è
facile
trovare
un
amico
o
un
fami-‐
liare
di
cui
si
erano
persi
i
contatti.
Facebook
è
oggi
un
Social
Network
in
grado
di
raccogliere
tutte
le
esperienze
fatte
dagli
utenti
sui
vari
siti
di
social
networking
e
di
riportarle
al
suo
interno,
assumendo
il
ruolo
aggregante
di
hub.
Quasi
tutto
quello
che
esiste
su
Internet
può
esser
riportato
all’interno
di
Facebook,
con
il
risultato
che
le
persone
vi
restano
più
a
lungo
collegate,
tendono
ad
incentrare
su
Facebook
una
buona
parte
delle
loro
attività
o
addirittura
iniziano
a
de`inire
e
concepire
Internet
e
Facebook
come
due
sinonimi.
Se
lo
scopo
iniziale
di
Facebook
era
di
far
mantenere
i
contatti
tra
studenti
di
università
e
licei
di
tutto
il
mondo,
con
il
passare
del
tempo
si
è
trasfor-‐
mato
in
una
rete
sociale
che
abbraccia
trasversalmente
tutti
gli
utenti
di
Internet.
Dal
luglio
2007
Eigura
nella
classiEica
dei
10
Siti
più
visitati
al
mondo
ed
è
il
Sito
numero
uno
negli
Stati
Uniti
per
dimensioni
dell’archivio
fotograEico,
con
oltre
60
milioni
di
foto
caricate
settimanalmente.
-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐
1
www.facebook.com/ads
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 187
• l’area
centrale
dello
schermo,
che
è
la
parte
più
importante.
In
essa
ven-‐
gono
convogliate
e
visualizzate
tutte
le
informazioni
inerenti
le
attività
dei
nostri
contatti
(ciò
che
hanno
scelto
di
condividere,
quello
che
hanno
pubblicato
online,
le
foto
o
i
video
che
hanno
caricato,
le
nuove
amicizie
che
hanno
stretto,
ecc.).
Le
informazioni
possono
essere
visualizzate
in
ordine
cronologico
oppure
in
base
alla
loro
popolarità,
espressa
in
fun-‐
zione
del
numero
di
“mi
piace”
88 ottenuti
da
ogni
notizia
condivisa.
88 Il “mi piace” è l’azione con la quale gli utenti di Facebook dichiarano di apprezzare un conte-‐
Nella
Eigura
che
segue
sono
riportate
le
diverse
aree
del-‐
l’home
page
con
le
indicazioni
principali
inerenti
la
fun-‐
zione
di
ogni
area:
A:
area
di
notiEica
per
visualizzare
le
richieste
di
amicizia,
i
messaggi
rice-‐
vuti
e
le
notiEiche
B:
casella
di
testo
dove
si
può
effettuare
una
ricerca
per
trovare
amici,
gruppi
o
applicazioni
su
Facebook
D:
menu
contestuale
con
i
collegamenti
alle
notizie,
ai
messaggi,
agli
eventi
ed
alla
lista
degli
amici
E:
menu
contestuale
con
i
collegamenti
alle
applicazioni
ed
ai
gruppi
prefe-‐
riti
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 189
F: link degli amici online su Facebook e disponibili per la chat
I: la casella di testo per inserire un messaggio sulla bacheca di Facebook
L:
l’area
centrale
di
Facebook
con
tutti
i
contenuti
prodotti
dai
propri
con-‐
tatti
ISCRIVERSI A FACEBOOK
Un
ulteriore
click
per
digitare
un
codice
CAPTCHA
ed
il
gioco
è
fatto.
Il
comple-‐
tamento
del
proprio
proEilo
con
ulteriori
informazioni
è
facoltativo,
ma
natu-‐
ralmente
fondamentale
se
si
vuole
usare
davvero
il
sistema
sfruttandone
tutte
le
potenzialità.
Proeilo.
La
più
comune
forma
di
presenza
su
Facebook
è
quella
garantita
dal
proprio
pro`ilo
personale.
In
effetti
Facebook
“ruota”
prevalentemente
proprio
attorno
ai
pro`ili
degli
utenti,
nei
quali
essi
inseriscono
tutte
le
informazioni
ed
i
contenuti
che
vogliono
condividere
con
i
propri
amici.
Tutti
gli
utenti
del
si-‐
stema
sono
dotati
di
un
pro`ilo,
che
può
essere
pubblico
o
privato.
È
bene
fare
grande
attenzione
alle
impostazioni
della
privacy,
in
quanto
da
tali
imposta-‐
zioni
dipende
il
livello
di
visibilità
di
ciò
che
verrà
inserito
in
Facebook.
In
li-‐
nea
di
massima,
le
informazioni
possono
essere
visibili
solo
al
titolare
del
pro-‐
`ilo,
ai
suoi
amici,
agli
amici
dei
suoi
amici
oppure
a
tutti
gli
utenti
di
Facebook.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 191
Attenzione,
però,
a
ricordarsi
sempre
di
una
cosa:
una
volta
pubblicato
un
con-‐
tenuto
in
Rete,
di
fatto
si
rischia
sempre
di
perderne
il
controllo,
quindi
è
ne-‐
cessario
porre
grande
attenzione
a
ciò
che
viene
condiviso
in
contesti
che
pure
consideriamo
“privati”.
Un
amico
che
–
anche
in
buona
fede
–
riprende
una
ci-‐
tazione
o
una
foto
per
renderla
di
dominio
pubblico
non
è
mai
dif`icile
da
tro-‐
vare!
Pagine.
Alcune
categorie
di
utenti
possono
avere
esigenze
speci`iche
e
partico-‐
lari.
È
il
caso,
ad
esempio,
di
quanti
vogliono
promuovere
o
supportare
una
causa
o
un
ideale,
delle
aziende
o
dei
personaggi
pubblici.
In
questi
casi
il
pro-‐
`ilo
personale
sarebbe
infatti
inappropriato.
Nel
caso
dei
primi
perché
la
causa
da
promuovere
non
necessariamente
corrisponde
alla
persona
che
la
promuo-‐
ve.
Nel
caso
delle
seconde
perché
un’azienda
non
è
una
persona
e
pur
avendo
una
sua
identità
non
può
certo
considerarsi
come
un
individuo.
Nel
caso
dei
personaggi
pubblici
in`ine
–
ed
è
il
caso
che
ci
riguarda
–
perché
esiste
una
dif-‐
ferenza
sostanziale
tra
il
loro
ruolo
pubblico
ed
il
loro
agire
privato.
Per
tutti
questi
casi,
Facebook
dispone
di
uno
strumento
diverso
dal
pro`ilo:
la
pagina.
Della
pagina
non
si
diventa
“amici”
come
di
un
pro`ilo,
ma
si
esprime
il
proprio
gradimento
con
la
funzione
“mi
piace”
(che
ha
da
poco
sostituito
una
troppo
impegnativa
funzione
“diventa
fan”:
può
piacermi
ciò
che
fa
un
politico,
ma
non
per
questo
devo
esserne
fan!).
Esistono due tipi di pagine: le pagine sociali e le pagine uf`iciali.
In
altri
termini
il
politico
può
muovesi
in
parallelo
su
due
binari:
quello
del
pro`ilo
personale,
nel
quale
gestire
i
suoi
amici;
e
quello
della
pagina
uf`iciale,
attraverso
il
quale
esprimersi
nella
propria
attività
politica.
A
ciò
si
aggiunge,
ovviamente,
la
possibilità
che
i
suoi
sostenitori
creino
una
o
più
pagine
di
sup-‐
porto
–
alla
persona
o
alle
sue
iniziative
–
che
sarebbero,
in
tal
caso,
pagine
sociali.
Inoltre,
le
pagine
non
impongono
un
limite
al
numero
di
persone
che
possono
af`iliarvisi.
Se
per
gli
amici
il
numero
massimo
è
infatti
di
5.000,
non
esiste
un
tetto
massimo
di
sottoscrittori
per
la
propria
pagina
uf`iciale.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 193
Sono
i
sottoscrittori
che
fanno
la
popolarità
di
una
pagina
e
contribuiscono
alla
sua
diffusione.
Se
l’utente
clicca
sul
bottone
“mi
piace”
di
una
pagina
il
risultato
è
che
si
iscrive
ad
essa.
La
conseguenza
è
che
sulla
nostra
bacheca
ne
visualizzeremo
i
contenuti,
mentre
i
nostri
amici
visualizzeranno
sulla
propria
bacheca
le
attività
da
noi
pubblicate
sulla
pagina.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 195
Gruppi.
Se
il
focus
delle
proprie
azioni
non
è
orientato
alla
condivisione
della
propria
attività
ma
ad
un
confronto
strutturato
con
i
propri
interlocutori,
in
particolare
su
un
argomento
speci`ico,
allora
lo
strumento
migliore
è
quello
del
gruppo.
Facebook
mette
a
disposizione
dei
suoi
iscritti
una
funzione
che
consente
di
creare
dei
gruppi
di
utenti
accomunati
da
un
interesse
distintivo
comune.
Delle
vere
e
proprie
comunità
virtuali
insomma,
nelle
quali
discutere
delle
tematiche
oggetto
del
proprio
interesse
condiviso.
Creata
in
proprio
o
dai
propri
sostenitori,
una
comunità
virtuale
nella
quale
confrontarsi
con
i
propri
interlocutori
è
un
ottimo
strumento
di
lavoro
per
il
politico
che
vuole
davvero
interagire
con
la
propria
base.
I
gruppi
di
Facebook
mettono
a
disposizione
degli
utenti
spazi
di
discussione,
aree
dedicate
alla
condivisione
di
foto
e
video,
strumenti
per
l’organizzazione
di
eventi.
In
più,
rispetto
alle
pagine,
consento-‐
no
di
inviare
comunicazioni
broadcast
a
tutti
gli
iscritti.
Se
l’obiettivo
non
è
quello
di
promuovere
se
stessi
e
le
proprie
attività,
ma
supportare
una
causa
o
una
iniziativa,
è
bene
porre
grande
attenzione
nella
scelta
tra
gruppo
e
pagina
sociale.
Pro`ilo
personale,
pagina
uf`iciale
o
gruppo?
Per
agevolare
in
una
prima
scelta,
nella
tabella
2
89
sono
riportate
le
principali
caratteristiche
di
ognuno
degli
strumenti
citati.
Se
è
vero
che
per
essere
presenti
con
un
pro`ilo
o
una
pagina
non
si
deve
“comprare”
nulla,
è
altrettanto
vero
che
tutto
ciò
che
inseriamo
al
suo
interno
è
un
valore
che
conferiamo
alla
sua
struttura,
e
che
rappresenta
il
vero
paga-‐
mento
per
i
servizi
che
ci
offre.
In
realtà
noi
non
siamo
“proprietari”
della
no-‐
stra
pagina
uf`iciale,
ma
ne
siamo
solo
concessionari.
Facebook
può
chiuderla,
espropriarcela
o
farne
altro
uso
in
qualsiasi
momento.
Per
questo
è
bene
leg-‐
gere
quelle
“note
legali”
che
si
`irmano
sempre
con
troppa
fretta
quando
ci
si
iscrive,
ed
af`iancare
a
Facebook
uno
strumento
del
quale
si
possa
detenere
davvero
il
“possesso”,
verso
il
quale
migrare
nel
tempo
il
valore
apportato.
90
www.vincos.it
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 199
Risorse/costi
Manutenzione
Moderazione
commenti
Analisi
del
trafEico
Conoscenza
demograEica
dei
visitatori
Visibilità
potenziale
Ricercabilità
dei
contenuti
Proprietà
della
piattaforma
Personalizzazione
SEO/SEM
Legenda:
Basso/Semplice
Medio
Alto/DifEicile
Dalla
matrice
risulta
chiaro
che
i
due
strumenti
sono
complementari.
Il
Blog
è
lo
strumento
migliore
per
la
gestione
dei
commenti,
per
analizzare
il
traf`ico
degli
utenti
e
per
la
ricercabilità
dei
contenuti,
oltre
che
per
la
personalizza-‐
zione
della
piattaforma
che
può
essere
proprietaria
o
meno.
Facebook,
dal
can-‐
to
suo,
ha
costi
di
sviluppo
e
mantenimento
bassi,
alto
potenziale
di
visibilità
e
consente
di
raggiungere
un
target
speci`ico.
Se
l’obiettivo
di
un
politico,
quindi,
è
quello
di
raggiungere
un
pubblico
più
ampio
possibile
e
dialogare
con
esso
usando
un
linguaggio
chiaro
e
semplice,
allora
Facebook
è
lo
strumento
più
adatto.
Diversamente,
se
lo
scopo
è
costruire
una
relazione
di
lunga
durata
con
il
proprio
elettorato
online,
allora
il
Blog
è
l’unico
strumento
che
garantisce
la
reale
proprietà
dei
contenuti
che
vi
riversiamo,
e
che
ci
consente
di
determi-‐
narne
gli
sviluppi
senza
doverci
necessariamente
adeguare
a
quanto
decide
Zuckerberg.
Insomma:
la
conclusione
è
che
scegliere
tra
Blog
e
pagina
uf`iciale
200 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
su
Facebook
ha
poco
senso.
Pensare
ad
una
strategia
che
li
includa
entrambi
–
il
primo
nell’ottica
di
lunga
durata,
la
seconda
per
favorire
diffusione
ed
inter-‐
azione
–
è
sicuramente
la
soluzione
migliore.
7.4.3. Twitter
Twitter
è
una
piattaforma
di
microblogging
che
veicola
messaggi
di
massimo
140
caratteri
chiamati
tweet91,
ossia
“cinguettii”.
È
un
modo
semplice
per
sco-‐
prire
"ciò
che
sta
accadendo"
così
come
per
diffondere
informazioni
che
ci
in-‐
teressano
o
ci
riguardano.
La
particolarità
di
Twitter
sta
nel
fatto
che
non
è
un
Social
Network
Site
nato
prettamente
per
fare
conoscenza
e
stringere
relazioni
tra
le
persone,
quanto
piuttosto
per
condividere
con
una
platea
più
o
meno
ampia
di
follower
(ovvero
di
persone
che
volontariamente
scelgono
di
seguire
un
singolo
utente)
le
proprie
impressioni,
o
il
proprio
operato.
Twitter
è
facile
da
con`igurare
grazie
al
suo
approccio
minimalista
e
gli
aggior-‐
namenti
di
stato
del
proprio
pro`ilo
possono
essere
effettuati
tramite
il
Sito
stesso,
via
SMS,
con
programmi
di
messaggistica
istantanea,
via
email,
oppure
tramite
varie
applicazioni
per
computer
e
smartphone.
Insomma:
aggiornare
il
proprio
stato
è
semplicissimo
e
si
può
fare
ovunque,
purché
ci
sia
una
connes-‐
sione.
Gli
aggiornamenti
sono
mostrati
istantaneamente
nella
pagina
del-‐
l'utente
e
comunicati
agli
utenti
che
si
sono
registrati
per
riceverli.
È
anche
possibile
limitare
la
visibilità
dei
propri
messaggi
ai
soli
iscritti,
oppure
ren-‐
derli
visibili
a
chiunque.
91
support.twitter.com
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 201
Dall'11
dicembre
2009
le
lingue
attive
in
Twitter
sono
il
francese,
l'italiano,
il
tedesco
e
lo
spagnolo
insieme
all'inglese
ed
al
giapponese
che
erano
pre-‐
senti
Ein
dall'inizio.
Questo
Social
Network
Site
a
differenza
di
altri
permette
a
tutti
di
poter
acce-‐
dere
alle
notizie
attraverso
una
timeline
pubblica
verso
la
quale
con`luiscono
tutti
i
tweet
scritti
dagli
utenti
registrati.
Nella
Public
Timeline,
si
leggono
quindi
tutti
i
tweet
del
mondo
ma,
data
la
quantità
di
informazioni,
il
numero
di
lingue
parlate
e
la
velocità
con
cui
appaiono
i
contenuti
postati
da
milioni
di
utenti
(quasi
un
milione
e
mezzo
solo
in
Italia)
è
praticamente
impossibile
se-‐
guirla.
Molto
più
semplice,
invece,
è
crearsi
una
propria
lista
di
account
da
se-‐
guire,
che
compaiono
sotto
la
voce
Following,
i
cui
contributi
animeranno
la
nostra
pagina.
Allo
stesso
tempo,
come
già
accennato,
i
nostri
tweet
verranno
letti
da
chi
ha
deciso
di
seguirci,
cioè
dai
nostri
Follower.
In
sostanza
la
pagina
personale
di
Twitter
si
presenta
all’utente
come
un
gior-‐
nale
che
raccoglie
le
novità
condivise
dagli
utenti
che
si
è
scelto
di
seguire,
mo-‐
strandole
in
tempo
reale
ed
in
ordine
cronologico
inverso
(il
più
recente
più
in
alto).
Per
creare
la
propria
Rete
di
persone
da
seguire
si
può
iniziare
utilizzan-‐
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 203
do
l’opzione
“Cerca
persone”,
che
consente
di
effettuare
una
ricerca
per
nome,
visualizzare
nomi
suggeriti
in
base
a
chi
si
sta
già
seguendo
o,
ancora,
eseguire
una
ricerca
partendo
dall’elenco
dei
contatti
registrati
su
Gmail
ed
altri
servizi
di
posta
elettronica.
Una
volta
individuato
il
pro`ilo
di
un
utente
che
si
vuole
seguire,
è
possibile
anche
navigare
la
lista
di
persone
che
egli
stesso
segue.
Inoltre
è
possibile
cercare
nel
motore
di
ricerca
di
Twitter
gli
argomenti
di
in-‐
teresse
e
quindi
rintracciare
gli
user
che
parlano
di
quei
temi.
Per
ampliare
il
raggio
di
azione
della
nostra
“voce”,
è
possibile
retwittare
(digi-‐
tando
RT
seguito
da
@nomeutente)
i
tweet
che
troviamo
interessanti
–
ossia
girarli
agli
utenti
iscritti
al
proprio
pro`ilo
–
oppure
rispondere
all'autore
di
un
tweet.
Soprattutto
in
fase
iniziale,
il
retweet
e
le
risposte
ai
tweet
aumenteran-‐
no
la
probabilità
che
gli
altri
utenti
si
accorgano
della
nostra
presenza
ed
inizi-‐
no
a
seguirci.
Se
invece
si
creano
dei
messaggi
ex
novo,
è
possibile
menzionare
altri
utenti
inserendo
il
loro
nome
utente
preceduto
dal
simbolo
@.
Questo
renderà
più
interessante
il
nostro
messaggio,
e
potrà
avviare
una
nuova
con-‐
versazione.
Inoltre,
digitando
l’indirizzo
“twitter.com/@nomeutente”
avremo
come
risultato
tutte
le
citazioni
di
quel
determinato
utente
e
potremo
veri`ica-‐
re
in
che
conversazioni
è
coinvolto.
Quando
poi
il
numero
di
utenti
che
si
è
scelto
di
seguire
diventa
consistente
e
la
fruizione
dei
contenuti
diventa
problematica,
è
anche
possibile
creare
delle
liste
in
cui
raggruppare
a
piacimento
gli
account
ai
quali
si
è
iscritti,
facilitan-‐
done
notevolmente
la
consultazione.
Tali
liste
possono
essere
pubbliche
(e
quindi
essere
seguite
anche
da
altri)
o
private,
in
base
alla
scelta
dell'utente
che
le
crea.
Interessante
è
anche
il
modo
in
cui
il
sistema
capitalizza
le
informazioni
gene-‐
rate
dagli
utenti
quando
ad
esempio
condividono
informazioni,
iniziano
a
se-‐
guire
nuovi
utenti
oppure
vengono
seguiti
a
loro
volta.
Twitter
raccoglie
ed
interpreta
questi
dati,
quindi
li
usa
per
suggerire
in
automatico
all'utente
altri
account
per
lui
potenzialmente
interessanti
da
seguire.
Peraltro
con
una
preci-‐
sione
davvero
notevole.
204 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
I
potenziali
punti
di
forza
di
uno
strumento
come
Twitter
applicato
alla
comu-‐
nicazione
politica
sono
evidenti:
Twitter,
pur
non
spingendo
le
dinamiche
rela-‐
zionali
in
maniera
evidente
come
fa
Facebook,
permette
di
informare
i
propri
interlocutori
in
maniera
puntuale
sulle
iniziative
portate
avanti,
richiedendo
un
controllo
del
feedback
meno
rigoroso
ed
avviando
meccanismi
di
diffusione
“virale”
dell’informazione
particolarmente
ef`icaci.
Il
tipo
di
utenza
dei
due
Social
Network,
o
meglio
l’uso
che
ne
fanno
gli
utenti,
è
però
molto
diverso:
Secondo
quanto
riportato
da
Social
Twist 92,
azienda
di
marketing
che
ha
rea-‐
lizzato
uno
studio
dedicato
proprio
alle
modalità
di
condivisione
delle
infor-‐
mazioni
più
diffuse
sulla
Rete,
Twitter
risulta
lo
strumento
più
ef`icace
in
ter-‐
mini
di
click-throughs
(CTR),
ovvero
la
percentuale
di
utenti
che,
una
volta
vi-‐
sto
un
messaggio,
lo
hanno
cliccato.
Altra
differenza
tutt’altro
che
banale
tra
le
due
piattaforme
è
che,
mentre
su
Facebook
quando
si
accetta
un’amicizia
si
crea
un
legame
bidirezionale
(ogni
utente
è
automaticamente
amico
dell’altro),
con
Twitter
la
scelta
di
seguire
92
tellafriend.socialtwist.com/sharing-‐trends-‐2010
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 205
qualcuno
non
implica
affatto
che
poi
questi
ricambi
l’interesse,
ma
ciò
anzi
dipende
dall’interesse
che
si
riesce
a
destare
curando
la
presentazione
breve,
l’avatar
ed
i
contenuti
che
si
pubblicano.
Un
caso
d’esempio
fra
tutti:
mentre
scriviamo,
la
conduttrice
americana
Oprah
Winfrey
ha
oltre
4
milioni
e
600mi-‐
la
follower,
ma
segue
solo
20
persone.
pro contro
Facebook • molteplicità
di
funzioni
e
raggrup-‐ • difEicoltà
di
utilizzo
pamento
in
un'unica
applicazione
di
più
strumenti
di
comunicazione
• dispersione
dell’atten-‐
(email,
chat,
ecc.) zione
7.4.5. FriendFeed
FriendFeed
è
un
servizio
web
che
consente
l'aggregazione
in
tempo
reale
degli
aggiornamenti
provenienti
da
reti
sociali,
Blog
e
più
in
generale
da
qualsiasi
servizio
che
renda
disponibili
i
propri
contenuti
tramite
feed
RSS.
206 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Anatomia di FriendFeed
Accedendo
all’indirizzo
www.friendfeed.com,
l’utente
vede
proporsi
due
mo-‐
dalità
d’iscrizione
entrambe
gratuite:
è
possibile
partire
da
zero
inserendo
nome
completo,
nickname,
email
e
quindi
scegliendo
una
password,
oppure
si
può
accedere
collegando
al
servizio
il
proprio
account
Facebook,
Google
o
Twitter.
Il
sistema
chiederà
anche
se
si
desidera
scoprire
quali
tra
i
nostri
con-‐
tatti
sparsi
sulle
più
diffuse
piattaforme
online
(tra
cui
appunto
Facebook,
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 207
Caratteristica
connotante
del
servizio
è
il
modo
in
cui
è
programmato
per
imi-‐
tare
una
conversazione
reale:
ogni
contenuto,
quando
viene
commentato
o
apprezzato
con
un
“mi
piace”,
ritorna
in
cima
alla
timeline
come
se
fosse
stato
appena
pubblicato,
e
ci
resta
`inché
non
compare
un
contenuto
più
recente
a
spingerlo
verso
il
basso.
Questo
arti`icio
-‐
semplice
e
geniale
-‐
fa
sì
che
le
con-‐
versazioni
avvengono
in
maniera
estremamente
dinamica
e
che,
quando
par-‐
tecipate,
riconquistino
continuamente
visibilità
ravvivandosi.
208 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Altra
cosa
interessante,
il
sistema
offre
all’utente
uno
spazio
(la
home)
dove
visualizzare
insieme
i
contenuti
prodotti
da
tutti
gli
utenti
cui
esso
è
iscritto,
ma
consente
anche
di
suddividerli
ed
organizzarli
in
tante
liste
quante
si
vuole
per
facilitarne
la
consultazione.
FriendFeed
è
disponibile
oltre
che
in
Italiano
in
Cinese
sempliEicato,
Fran-‐
cese,
Giapponese,
Inglese,
Italiano,
Russo,
Spagnolo,
Tedesco
e
Turco.
93
www.matteostagi.it
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 209
di
sviluppare
conversazioni
veramente
in
tempo
reale
tra
le
persone
collegate.
Questo
Social
Network
appare
diametralmente
opposto
a
Facebook,
dove
lo
scopo
primario
è
ritrovare,
consolidare
e
mantenere
amicizie
preesistenti
of-
Dline,
ed
in
seconda
battuta
crearne
di
nuove.
Su
FriendFeed
l’utente
si
trova
ad
avere
a
che
fare
invece
con
comunità
piccole,
spesso
molto
af`iatate
e
verticali,
ma
anche
molto
più
dinamiche
e
liquide.
Ancora
una
volta,
dunque,
la
scelta
del
Social
Network
dipende
dal
target
che
si
vuole
raggiungere
e
dagli
argomenti
che
si
intende
affrontare.
Su
FriendFeed
più
che
altrove
l’ascolto
è
essenziale
per
capire
le
dinamiche
che
governano
la
ristretta
community,
e
così
riuscire
a
bloccare
i
Dlame
sul
nascere
e
contrastare
i
troll.
210 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
pro contro
Facebook • molteplicità
di
funzioni
e
raggrup-‐ • difEicoltà
di
utilizzo
pamento
in
un'unica
applicazione
di
più
strumenti
di
comunicazione
• dispersione
dell’atten-‐
(email,
chat,
ecc.) zione
7.4.7. YouTube
YouTube,
è
la
piattaforma
di
videosharing
più
conosciuta
e
più
usata
al
mondo.
Per
un
personaggio
pubblico
è
uno
strumento
dif`icile
da
ignorare:
si
tratta
di
una
sorta
di
televisione
on
demand
condivisa
e
diffusa,
che
si
diversi`ica
dai
canali
di
`lusso
tradizionali
(via
dell’etere
e
via
cavo)
in
quanto
questi
per
loro
natura
sono
monodirezionali,
ingessati
e
molto
poco
adatti
alle
esigenze
di
interazione
proprie
del
Web2.0.
Con
YouTube,
al
contrario,
è
semplicissimo
costruirsi
la
propria
tribuna
virtua-‐
le,
con
la
quale
dare
visibilità
e
risalto
ai
contenti
video
dei
quali
si
dispone,
come
le
riprese
dei
propri
discorsi
ed
ai
propri
interventi
pubblici,
ma
anche
per
creare
contenuti
ex
novo,
concepiti
e
sviluppati
appositamente
per
il
Web.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 211
Il
primo
video
caricato,
il
23
aprile
del
2005,
è
stato
“Me
at
the
zoo”
da
Jawed
Karim.
Il
video
ha
una
durata
di
19
secondi
ed
è
stato
girato
di
fronte
alla
gabbia
degli
elefanti
dello
zoo
di
San
Diego.
Dal
19
giugno
2007
il
Sito
è
disponibile
in
diverse
lingue,
tra
cui
l'italiano.
Oggi
YouTube
appartiene
Google
Inc.,
che
nel
2006
ha
sborsato
1,6
miliardi
di
dollari
per
acquisirlo.
È il terzo Sito più visitato al mondo, dopo lo stesso Google e Facebook.
Anatomia di YouTube
L’iscrizione
al
servizio
è
gratuita:
si
deve
inserire
una
mail
valida,
scegliere
lo
username,
selezionare
il
paese
di
appartenenza
e
la
propria
data
di
nascita
(necessaria
per
individuare
i
minorenni),
quindi
accettare
i
termini
di
utilizzo.
Quando
si
carica
un
video
su
YouTube,
il
contenuto
diventa
visibile
a
tutti
gli
utenti
della
rete,
a
meno
che
l’utente
non
speci`ichi
espressamente
che
esso
debba
rimanere
privato.
Bisogna
essere
registrati
al
servizio
per
poter
com-‐
mentare,
caricare
video
ed
in
generale
interagire
con
gli
altri
“spettatori/inter-‐
attori”
che
popolano
il
Sito
di
videosharing.
page
scegliendo
quali
moduli
visualizzare
e
dove
posizionarli
nella
parte
cen-‐
trale
della
pagina:
sulla
colonna
di
destra
troviamo
i
trend
ossia
i
video
in
pri-‐
mo
piano
e
le
novità
mentre,
sempre
in
evidenza,
in
alto
a
destra
ci
sono
i
link
per
caricare
un
video
e
per
accedere
alle
impostazioni
del
proprio
account.
Cliccando
sulla
thumbnail94
corrispondente
ad
un
video,
si
entra
nella
pagina
speci`ica
dove
il
contenuto
è
disponibile
insieme
ad
un
set
di
informazioni,
strumenti,
e
servizi.
I
video
sono
presentati
con
un
titolo,
una
descrizione
ed
una
serie
di
tag,
ossia
le
parole
chiave.
Ogni
video
ha
poi
il
suo
rating
(attivabile
o
meno
da
chi
pub-‐
blica
il
contenuto),
ossia
offre
la
possibilità
agli
utenti
che
lo
vedono
di
votarlo
cliccando
sulle
opzioni
“mi
piace”
e
“non
mi
piace”.
Seguono
nella
pagina
i
commenti
lasciati
dagli
utenti
(anche
in
questo
caso
attivabili
o
meno),
an-‐
ch’essi
dotati
a
loro
volta
di
un
sistema
di
rating
e
moderabili
dall’autore.
In
accordo
con
i
termini
di
servizio
del
Sito,
in
Italia
gli
utenti
registrati
posso-‐
no
caricare
video
solo
se
sono
autorizzati
dai
titolari
dei
diritti
d'autore
e
se
dispongono
della
liberatoria
`irmata
dalle
persone
presenti
in
esso.
Gli
utenti
che
inviano
materiale
concedono
a
YouTube
la
licenza
di
distribuire
e
modi`i-‐
care
il
materiale
caricato
per
ogni
scopo;
detta
licenza
ha
termine
quando
l'utente
cancella
il
materiale
dal
Sito.
Gli
utenti
possono
vedere
il
video
ma
non
possono
scaricarlo.
Possono
invece
embeddarlo,
cioè
renderlo
visibile
diretta-‐
mente
dal
proprio
Sito
o
Blog
usando
l’apposito
codice
e
facendo
così
in
modo
che
lo
streaming
(ovvero
il
`lusso
delle
immagini
e
dell’audio
in
tempo
reale
attraverso
la
Rete),
parta
comunque
da
YouTube.
214 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Ogni
utente,
nel
momento
in
cui
carica
dei
video
su
YouTube,
diventa
titolare
di
un
proprio
“canale”,
che
può
essere
con`igurato
nelle
funzioni
e
personaliz-‐
zato
nella
gra`ica.
È
possibile
dare
nome
al
canale,
inserire
una
descrizione
o
cambiare
i
colori
della
pagina.
Il
canale
diventerà
la
home
page
dell’utente
su
YouTube:
un
contenitore
di
tutti
i
suoi
video
al
quale
gli
altri
utenti
potranno
abbonarsi,
in
modo
da
restare
sempre
aggiornati
rispetto
alle
nuove
pubblica-‐
zioni.
Codice
per
embeddare
il
video,
precaricato
su
YouTube,
nel
proprio
Sito.
216 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Il
risultato
è
che
anche
coloro
i
quali
sono
alle
prime
armi
con
il
Web,
pos-‐
sono
inserire
un
particolare
video
pubblicato
su
YouTube
all’interno
del
proprio
Sito
o
del
proprio
Blog.
È
sufEiciente,
infatti,
fare
un
semplice
copia
e
incolla
del
“Codice
da
incorporare”,
posto
sotto
il
video
scelto,
nel
codice
della
pagina
web
dove
lo
si
vuole
visualizzare.
Il video diventa parte integrante di un post all’interno del blog.
7.4.8. Flickr
Flickr
è
una
piattaforma
online
per
la
condivisione
di
immagini
e
di
brevi
video
che
raccoglie
attorno
a
sé
milioni
di
utenti
in
tutto
il
mondo.
sia per consultare le opere di conoscenti, amici e perfetti sconosciuti.
Data
la
facilità
con
cui
consente
di
archiviare
foto
online
(in
forma
pubblica
o
privata)
e
successivamente
di
incorporarle
(o
come
si
dice
in
gergo,
“em-‐
beddarle”)
in
altri
Siti,
è
subito
diventato
uno
deiiservizi
preferiti
dai
blog-
ger
e,
più
in
generale,
dagli
utenti
di
social
media.
Secondo
le
rilevazioni
più
recenti,
a
settembre
2010
negli
archivi
di
Flickr
c’erano
oltre
cinque
miliardi
di
foto.
Anatomia di Flickr
Le
foto
su
Flickr
possono
essere
viste
anche
da
utenti
non
registrati,
ma
per
caricare
foto
ed
interagire
con
le
community
sorte
al
suo
interno
bisogna
crea-‐
re
un
proprio
pro`ilo.
Per
accedere
al
servizio
è
necessario
disporre
di
un
ac-
count
di
Google
o
di
Yahoo!.
Le
fotogra`ie
vengono
catalogate
ed
indicizzate
per
data,
luogo,
parole
chiave
e
tag.
Conclusa
la
classi`icazione,
è
possibile
scegliere
chi
possa
vedere
le
foto
218 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Se
non
diversamente
speci`icato,
le
immagini
pubblicate
su
Flickr
sono
protet-‐
te
da
copyright
(tutti
i
diritti
riservati).
È
tuttavia
possibile
selezionare
le
li-‐
cenze
Creative
Commons95
nelle
loro
diverse
versioni,
a
seconda
che
si
desideri
permettere
la
copia,
la
riproduzione
in
pubblico
o
la
modi`ica
delle
proprie
fotogra`ie.
95 “Le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni dei diritti d'autore per artisti,
giornalisti,
docenti,
istituzioni
e,
in
genere,
creatori
di
contenuti
che
desiderino
condividere
in
maniera
ampia
le
proprie
opere
secondo
il
modello
"alcuni
diritti
riservati".
Il
detentore
dei
diritti
può
non
autorizzare
a
priori
usi
prevalentemente
commerciali
dell'opera
(opzione
Non
commerciale,
acronimo
inglese:
NC)
o
la
creazione
di
opere
derivate
(Non
opere
derivate,
acro-‐
nimo:
ND);
e
se
sono
possibili
opere
derivate,
può
imporre
l'obbligo
di
rilasciarle
con
la
stessa
licenza
dell'opera
originaria
(Condividi
allo
stesso
modo,
acronimo:
SA,
da
"Share-‐Alike").”
Fon-‐
te:
www.creativecommons.it
Manuale di comunicazione politica in Rete - 7. Il Social Network Site 219
Per
attivare
questo
servizio
basta
connettere
i
due
account
attraverso
il
login
Yahoo!
ed
ogni
volta
che
si
caricherà
una
foto
o
un
video
contrassegnato
come
“pubblico”
su
Flickr,
questo
sarà
visualizzato
anche
sul
proprio
proEilo
di
Face-‐
book.
Quando
naviga
in
Internet,
l’utente
medio
cerca
una
cosa
speci`ica
e
la
cerca
in
maniera
frenetica
ed
impulsiva.
Non
legge
interamente
ogni
pagina
che
apre,
ma
la
scorre
per
pochi
secondi
(mediamente
il
tempo
di
permanenza
su
una
pagina
non
supera
i
trenta
secondi)
alla
ricerca
di
frasi
o
parole
che
attirino
la
sua
attenzione
e,
se
non
trova
rapidamente
ciò
che
cerca,
nella
maggior
parte
dei
casi
cambia
pagina
o
addirittura
Sito.
È
inoltre
importante
ricordare
che
la
lettura
a
monitor
è
più
faticosa
rispetto
a
quella
su
carta
e
che
la
risoluzione
più
bassa
la
può
rallentare
anche
del
25%96.
Quando
“approda”
in
un
Sito
Web
–
sia
esso
un
Blog,
un
Social
Network
Site
o
un
Sito
“tradizionale”
–
l’utente,
più
o
meno
consciamente,
ne
valuta
qualità
ed
appeal
prendendo
in
considerazione97 :
97
Silvia
Burigagna
e
Simona
De
Robertis,
Web
design,
Web
PRO,
2002.
222 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
• il
look
&
feel,
ossia
la
gradevolezza
gra`ica
dei
contenuti
e
del
sistema
di
navigazione;
In
questo
contesto,
anche
il
vuoto
e
lo
spazio
bianco
acquistano
la
loro
impor-‐
tanza:
la
pagina
web
è
prima
di
tutto
una
mappa
visiva
che
il
lettore
scruta
mentre
è
a
caccia
di
argomenti
di
suo
interesse,
e
dove
quindi
gli
spazi
vuoti
sono
elementi
necessari
per
dare
risalto
alle
aree
di
testo,
non
solo
e
sempli-‐
cemente
“buchi”
da
riempire
a
tutti
i
costi.
Di
seguito
alcuni
consigli
pratici
su
come
gestire
i
contenuti
in
modo
da
favori-‐
re
la
lettura
e
la
comprensione
del
testo
sul
proprio
Sito
Web,
Blog
o
su
qual-‐
siasi
Social
Network
Site:
Manuale di comunicazione politica in Rete - 8. Fondamenti di web writing 223
• in
caso
di
articoli
di
media
lunghezza,
è
opportuno
declinare
il
contenuto
in
più
paragra`i.
Per
pubblicare
documenti
ancora
più
“corposi”
è
inoltre
consigliabile
programmare
una
pubblicazione
“a
puntate”
da
articolare
nel
tempo,
in
modo
da
facilitare
lettura
e
memorizzazione
del
contenuto,
oppure
costruire
degli
ipertesti;
• evidenziare
le
parole
chiave
con
il
grassetto
aiuta
ad
intuire
rapidamente
il
contenuto
della
pagina.
Per
dare
enfasi
sono
invece
sconsigliati
il
cor-‐
sivo
(il
monitor,
composto
da
pixel
orizzontali
e
verticali,
non
rende
bene
i
caratteri
disposti
in
diagonale)
ed
il
sottolineato,
che
per
convenzione
indica
un
link;
• come
già
per
la
carta
stampata,
è
sconsigliato
organizzare
il
testo
in
co-‐
lonne
troppo
larghe,
in
quanto
gli
occhi
faticano
a
seguire
righe
troppo
lunghe;
• esaustivi:
il
testo
deve
essere
compreso
anche
da
chi
non
conosce
a
fon-‐
do
l’argomento;
il
sistema
dei
link
è
un
ottimo
espediente
per
non
appe-‐
santire
la
pagina
ed
agevolare
chi
vuole
ricostruire
un
percorso
o
appro-‐
fondire
la
materia;
Poche,
semplici
regole
da
stampare
e
tenere
sempre
in
bella
vista
sulla
scriva-‐
nia.
Una
breve
serie
di
utili
consigli
pratici
che
è
bene
far
terminare
con
un
monito:
se
è
infatti
vero
che
-‐
come
già
scritto
-‐
“la
cura
editoriale
del
Sito
con-‐
tribuisce
ad
accrescere
la
credibilità
e
l’autorevolezza
del
suo
autore”,
altret-‐
tanto
vero
è
l’esatto
contrario.
L’essere
il
titolare
di
un
presidio
online
dai
con-‐
tenuti
poco
comprensibili,
raramente
aggiornati
o
addirittura
poco
attendibili
conduce
inevitabilmente
alla
debacle
mediatica.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 8. Fondamenti di web writing 225
8.3. Il link
Nella
Rete
costruita
intorno
agli
“ipertesti”,
grande
attenzione
merita
l’uso
e
la
gestione
dei
link.
La
caratteristica
fondamentale
del
Web
è
che
il
testo
cresce
e
si
espande
in
profondità
più
che
in
lunghezza.
La
conoscenza
del
target
di
rife-‐
rimento
è
essenziale
per
organizzare
al
meglio
l'informazione:
il
percorso
di
lettura
ottimale
segue
un
ordine
gerarchico
speci`ico
e
si
avvale
dei
link
per
connettere
l’idea
di
base
ai
suoi
approfondimenti.
Scegliere
cosa
linkare
in
un
testo
ed
usare
le
parole
giuste
è
uno
dei
compiti
più
dif`icili.
La
soluzione
più
semplice
per
uscire
dall’imbarazzo
è
individuare
termini
discriminanti
ed
espliciti.
Optare
per
espressioni
generiche
come
"clic-‐
ca
qui"
o
"a
questo
indirizzo"
non
rende
infatti
immediatamente
chiaro
l'argo-‐
mento
reale
del
collegamento
e
ha
come
conseguenza
che
l'utente
non
com-‐
prende
dove
questi
collegamenti
lo
condurranno
(oltre
ad
essere
meno
ef`ica-‐
ce
per
quanto
attiene
l’indicizzazione
presso
i
motori
di
ricerca).
Come
nella
carta
stampata,
è
bene
utilizzare
l'ordine
della
"piramide
invertita"
nella
costruzione
di
siti
e
pagine
web:
si
comincia
fornendo
nelle
prime
cinque
righe
le
principali
informazioni
contenute
nel
testo,
per
poi
tornare
a
sviluppa-‐
re
ed
approfondire
le
diverse
informazioni
disponibili
nei
paragra`i
successivi.
Oltre
che
risultare
in
maggiore
chiarezza,
questo
espediente
costringe
l’autore
a
concentrare
la
maggior
parte
delle
parole
chiave
associate
al
contenuto
nelle
prime
righe,
creando
di
conseguenza
un
testo
molto
SEO-friendly,
termine
un
po’
ostico
per
dire
che
l’articolo,
o
post,
così
concepito
emergerà
più
facilmente
tra
i
risultati
dei
motori
di
ricerca.
Quindi,
niente
di
meglio
che
declinare
la
struttura
del
propri
contenuti
se-‐
guendo
diligentemente
l’arcinota
regola
anglosassone
delle
“cinque
W”,
e
quindi
rispondere
alle
seguenti
domande:
4. When? -‐ Quando: è il momento in cui si svolge il fatto;
Quando
si
scrive
è
anche
importante
citare
la
fonte
della
notizia
che
si
sta
ri-‐
portando,
nonché
linkarla
se
possibile.
Questo
comportamento,
che
dovrebbe
diventare
una
prassi,
ha
due
conseguenze
dirette:
la
prima
è
che
conferisce
valore
ed
attendibilità
al
contenuto,
mentre
la
seconda
è
che,
grazie
ai
link
che
vengono
messi
ed
a
quelli
che
si
possono
ricevere,
l’articolo
può
di
fatto
entra-‐
re
a
far
parte
di
una
complessa
trama
di
contenuti
distribuiti
in
Rete,
di
un
“ipertesto”
che
moltiplica
il
valore
del
singolo
prodotto
del
nostro
ingegno.
Manuale di comunicazione politica in Rete - 8. Fondamenti di web writing 227
In
generale
sarebbe
bene
optare
per
un
tono
colloquiale,
con`idenziale
e
chia-‐
ro.
A
volte
si
osa
con
un
linguaggio
divertente,
anche
se
c’è
il
rischio
di
penaliz-‐
zare
la
chiarezza
e
la
scorrevolezza
del
testo.
Vista
la
complessità
della
lettura
sul
Web,
il
modo
in
cui
i
contenuti
vengono
scritti
in`luisce
molto
sulla
capacità
del
Sito
di
generare
`iducia,
di
avviare
un
dialogo
e
di
coinvolgere
il
lettore.
Quel
che
è
certo
è
che
un
testo
scritto
in
maniera
curata,
scorrevole
e
diretta
non
lascia
spazio
ad
interpretazioni
erronee,
fraintendimenti
e
dubbi.
Una
volta
scelto
uno
stile,
è
bene
conservarlo:
il
lettore
abituale
imparerà
a
conoscere
gli
autori
attraverso
ciò
che
scrivono,
riuscendo
ad
afferrare
le
sfu-‐
mature
del
linguaggio
che
adottano.
Utilizzare
certe
prassi
nella
scrittura
agevola
anche
eventuali
sostituzioni
nella
redazione,
o
scritture
a
più
mani.
8.6. Le fonti
Capita
sovente
di
citare
pezzi
di
informazioni
ritrovati
in
Rete
come
su
altri
media,
oppure
di
utilizzare
pagine
di
altri
come
base
per
ri`lessioni
ed
even-‐
tuali
integrazioni.
Nulla
di
strano,
dal
momento
che
questi
comportamenti
so-‐
no
alla
base
del
funzionamento
del
Web
e
ne
costituiscono
il
principale
punto
di
forza,
il
motore
che
consente
la
libera
e
rapida
circolazione
delle
informa-‐
zioni.
È
tuttavia
buona
norma
rielaborare
le
idee
altrui,
apportando
del
valore
ag-‐
giunto
alla
citazione
e,
soprattutto,
indicando
chiaramente
la
fonte
ed
inseren-‐
228 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
do,
ove
possibile,
il
link.
Come
già
accennato,
la
citazione
contribuisce
infatti
a
creare
quella
rete
di
relazioni
ed
approfondimenti
tipica
dell’online.
Eppure
esiste
una
grande
differenza
tra
autostrade,
strade,
centri
commerciali
e
la
Rete.
La
differenza
consiste
nel
fatto
che
sulle
strade
e
nei
centri
commer-‐
ciali
la
gente
cammina
e
passeggia.
E
facendolo
passa
di
fronte
a
botteghe,
ne-‐
gozi
o
autogrill
nei
quali,
se
interessata,
può
entrare.
Un
Sito
Internet
-‐
qualsia-‐
si
Sito
Internet
-‐
a
differenza
di
un
esercizio
commerciale
non
ha
di
fronte
a
sé
una
strada
sulla
quale
passeggiano
i
(potenziali)
utenti.
È
molto
remota
la
pos-‐
sibilità
che
un
utente
`inisca
“per
caso”
nel
nostro
Sito
Internet.
Se
lo
farà,
sarà
perché
stava
cercando
qualcosa.
Di
solito
informazioni
e
contenuti
di
valore.
Prima
di
decidersi
a
scendere
nell’arena
della
Rete
ed
iniziare
a
costruire
delle
relazioni,
è
bene
quindi
porsi
una
semplice
e
spietata
domanda:
“Che
cosa
ho
da
dire?”
Nelle
prossime
pagine,
seppure
senza
alcuna
pretesa
di
esaustività,
inizieremo
a
vedere
come.
Chiunque
abbia
un
Sito
Web
ed
il
buon
senso
di
controllare
la
provenienza
de-‐
gli
utenti
che
lo
visitano
sa
bene
che
la
maggior
parte
delle
visite
proviene
dai
motori
di
ricerca.
Ed
in
particolare
da
Google:
dal
50%
all’80%
delle
visite
ha
oggi
questa
provenienza.
Ormai
le
persone
si
sono
abituate
a
passare
da
Goog-‐
le
anche
quando
sanno
già
dove
devono
andare.
Semplicemente
perché
l’abi-‐
tudine
li
porta
ad
usare
Google
come
home
page.
E
la
pratica
dimostra
come
sia
più
facile
scrivere
un
nome
nel
campo
“cerca”
di
Google
e
poi
cliccare
su
uno
dei
primi
risultati,
piuttosto
che
ricordare
un
indirizzo
Internet
e
scriverlo
nella
barra
indirizzi
del
proprio
browser.
Il
risultato
è
che
i
motori
di
ricerca
come
il
colosso
di
Mountain
View 99
sono
diventati
delle
vere
e
proprie
porte
d’accesso
ai
contenuti
della
rete,
che
sono
più
o
meno
visibili
–
e
quindi
più
o
meno
accessibili
–
in
funzione
di
quanto
ef`icientemente
sono
indicizzati.
Si
prenda
ad
esempio
una
chiave
di
ricerca
come
“immigrazione”,
che
un
qual-‐
siasi
utente
potrebbe
inserire
in
Google
per
giungere
a
contenuti
che
gli
con-‐
sentano
di
farsi
una
idea
sul
problema
e
sulle
diverse
visioni
politiche
ad
esso
connesse.
Inserendo
questa
chiave
Google
risponde
con
qualcosa
come
sei
mi-‐
lioni
e
mezzo
di
risultati.
Si
consideri
che
gli
utenti
si
spingono
di
solito
`ino
alla
seconda
o
terza
pagina
di
risultati,
ossia
vedono
gli
indirizzi
dei
primi
ven-‐
ti
o
trenta
siti
(come
dire:
lo
0,0005%
del
totale).
Un
bel
problema,
se
non
si
è
in
quella
in`initesima
quota
di
pagine,
o
almeno
nei
pressi.
Come
fare
per
uscire
dalle
profondità
della
Rete
e
raggiungere
le
prime
pagine
dei
motori
di
ricerca
come
Google?
99
Il
quartier
generale
di
Google
–
GooglePlex
–
è
a
Mountain
View,
in
California.
232 S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
Ovviamente,
quando
l’utente
inserisce
una
stringa
di
ricerca,
per
prima
cosa
il
motore
controlla
nel
suo
archivio
per
veri`icare
quali
siti
abbiano
al
loro
inter-‐
no
pagine
che
contengono
quella
stringa,
soddisfacendo
quindi
i
criteri
di
ri-‐
cerca.
Ma
come
vengono
messe
in
ordine
le
pagine
nei
risultati?
In
base
alla
loro
rilevanza.
Rilevanza
che
dipende
principalmente
da
due
fattori:
• quanto
sono
evidenti
nella
pagina
le
parole
che
compongono
la
stringa
di
ricerca
in
questione
(ad
esempio,
se
il
termine
cercato
è
nel
titolo
probabilmente
è
più
rilevante
che
non
se
è
solo
citato
nel
discorso);