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Domanda:

- Kant parla di un imperativo assoluto che governa le azioni umane. Proprio per l'esistenza dello stesso,
egli definisce la sua etica "non utilitaristica", ossia che l'uomo non agisce correttamente per essere
ricompensato ma perché è semplicemente il suo dovere.
Successivamente però parla anche di una speranza alla fine di tutto. Il filosofo aveva precedentemente
negato la veridicità della metafisica, eppure adesso torna a parlare di "anima" e "dio" come salvezza al
termine della vita, ma soltanto per chi abbia seguito correttamente i dettami dell'imperativo assoluto.
In questo caso allora è possibile parlare di etica utilitaristica?

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