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A SCUOLA DI

IMMUNOLOGIA
PL - 09/2020 Paolo Laveder, settembre 2020
Disclaimer

Questi appunti sono rivolti a docenti e studenti delle scuole secondarie superiori.
Non sono consentiti usi diversi da questo scopo divulgativo.

Paolo Laveder
Dipartimento di Biologia, Università degli studi di Padova
Referente UniPD per il PNLS «Biologia e Biotecnologie»
Mentore EUSOit per la biologia
I. Concetti essenziali

Il sistema immunitario innato Solo negli animali


Abbas AK et al.
comprende cellule e molecole vertebrati compare un
solubili che difendono l'ospite da sistema immunitario
un'infezione: è la prima linea di adattativo (immunità
difesa contro agenti fisici, chimici o acquisita), che è più
biologici in grado di causare una efficace e specifico
malattia. È presente in tutti gli della risposta innata.
organismi pluricellulari: animali,
piante e funghi. Tuttavia, la risposta di
questo secondo
La risposta innata si scatena in sistema può richiedere
poche ore dall'infezione, se il giorni o addirittura
microbo supera le barriere fisiche settimane per agire.
rappresentate dagli epiteli.
Intervengono cellule natural killer
(NK) e i fagociti, mentre altre
cellule specializzate rilasciano
segnali che favoriscono la risposta
umorale, se presente.
Immunità acquisita

In questo tipo di immunità intervengono i


linfociti, cellule in grado di attivare una
risposta specifica leggermente diversa per ogni
agente patogeno.

Possiamo distinguere un’immunità umorale,


mediata da anticorpi prodotti dai linfociti B,
dall’immunità cellulare in cui i linfociti T
cooperano con altri tipi cellulari per eliminare i
microbi intracellulari.

Abbas AK et al.
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ANTICORPI

Gli anticorpi prodotti dai linfociti B sono


proteine che proteggono dai microbi
invasori gli spazi extracellulari, il sangue
ed alcune superfici.
Chiamati anche immunoglobuline (Ig),
rappresentano nell’uomo circa il 20% delle
proteine totali presenti nel plasma.
La struttura è simmetrica a forma di Y, con
due catene leggere e due catene pesanti
tenute insieme da ponti disolfuro.

PL - 09/2020 Alberts B et al. 5


REGIONI VARIABILI DEGLI ANTICORPI
Le regioni variabili di una catena
pesante e di una leggera formano il
sito di legame per l'antigene.

Come indica il nome stesso, le


regioni variabili possiedono
sequenze di amminoacidi diverse in
ciascun anticorpo.

Funzione recettrice: ogni anticorpo


possiede una specificità unica verso
un particolare antigene estraneo.

Alberts B et al.

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CATENE PESANTI

Alberts B et al.

Cinque tipi di catene pesanti (α, δ, ε, γ, %) definiscono altrettanti classi diverse di immunoglobuline,
chiamate con la corrispondente lettera dell'alfabeto latino: IgA, IgD, IgE, IgG e IgM.
La regione costante della coda non partecipa al riconoscimento dell'antigene ma interviene nelle
funzioni effettrici, che stimolano l’intervento di altre cellule del sistema immunitario (diapo 36).
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LINFOCITI

I linfociti si formano da cellule immature negli organi linfatici primari:


timo e midollo osseo.

La maturazione delle cellule B avviene nel midollo osseo (Bone marrow in


inglese): da qui i linfociti B immaturi viaggiano attraverso gli organi
linfoidi secondari, milza e linfonodi, alla ricerca degli agenti patogeni.

Nel midollo osseo si formano anche le cellule T, che però passano presto al
timo dove si sviluppano ulteriormente per diventare linfociti maturi.

Alberts B et al.
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Maturazione dei linfociti
Alberts B et al.
midollo osseo

Come già visto [diapo n.4], i linfociti B intervengono nella risposta umorale (gli anticorpi neutralizzano l’infezione);
le cellule T invece sono responsabili dei processi mediati da cellule (fagocitosi e uccisione dei microbi).
Questi due tipi cellulari cooperano tra loro, per fornire all’organismo risposte sempre più efficienti.

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SVILUPPO DEI LINFOCITI B
Alberts B et al.

I linfociti B naïve immaturi (cioè devono ancora incontrare l’antigene) si sviluppano nel midollo osseo e producono
sulla superficie cellulare anticorpi di tipo IgM o IgD, che formano il Recettore delle Cellule B (BCR).
Dopo aver lasciato il midollo osseo, i linfociti B naïve maturi migrano negli organi linfoidi secondari: se lì incontrano
un agente patogeno in grado di interagire con il loro BCR si innesca la risposta umorale.
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Abbas AK et al.

Recettore delle cellule B

Il BCR è formato da IgM o IgD, che sono espresse


sulla superficie cellulare dei linfociti B. Quando i
linfociti B maturi incontrano l’agente invasore,
risponderanno solo le cellule il cui BCR è stimolato da
quel particolare antigene, ricordando che il sito di
legame per l'antigene è diverso in ciascun anticorpo.

Le IgM sono associate alle molecole non polimorfe Igα


e Igβ, che contengono nelle loro code citoplasmatiche
sequenze in grado di trasdurre segnali (domìni ITAM):
l’interazione antigene-BCR svolge un ruolo cruciale
per attivare le cellule B (diapo 30).

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FORMAZIONE DELLE CELLULE EFFETTRICI
Alberts B et al.

Anche le cellule T subiscono un


processo di maturazione, ma in questo
caso i cambiamenti morfologici nelle
cellule effettrici sono meno pronunciati.

Infatti, quando un linfocita B naïve maturo incontra il suo specifico antigene si differenzia in plasmacellula (cellula B effettrice),
specializzata nella produzione in larga scala di anticorpi solubili (prima IgM, poi IgG). Le IgG prodotte hanno la medesima
specificità delle IgM di membrana, che hanno riconosciuto l’antigene all’inizio della risposta umorale.
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Alberts B et al.
Selezione clonale
dei linfociti B

PRESUPPOSTI
v Ogni linfocita B porta un solo tipo di
recettore con una specificità unica
v Per attivare la cellula, il recettore deve
essere occupato
v Le cellule derivate da un linfocita B attivato
avranno recettori dello stesso tipo della
cellula originale
v I linfociti che riconoscono i self vengono
eliminati già all'inizio dello sviluppo

L’interazione antigene-BCR innesca


l’espansione clonale della cellula stimolata:
gli anticorpi secreti sono molto specifici
per quel particolare agente patogeno.

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FASI DELLA RISPOSTA ADATTATIVA
1) Riconoscimento: l’antigene (es. proteine
virali) stimola quei linfociti in grado di
legare l’agente estraneo.

2) Attivazione: i linfociti stimolati si


dividono (espansione clonale),
trasformandosi in plasmacellule; queste
producono grandi quantità di anticorpi,
che sono poi rilasciati nel sangue.

3) Eliminazione dell’antigene: anticorpi


specifici e cellule T effettrici innescano
meccanismi efficaci per rimuovere il virus
(es. fagocitosi)

4) Declino: le cellule effettrici B e T vanno


incontro ad apoptosi (suicidio cellulare); si
formano le cellule della memoria.
Abbas AK et al.
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RISPOSTA PRIMARIA E SECONDARIA
Risposta primaria: i linfociti B naïve
entrano in contatto con l’antigene-X e si
trasformano in plasmacellule. Un
processo di “amplificazione clonale”
seleziona le cellule più efficaci per
neutralizzare ed eliminare l’antigene .

Eliminato l’antigene-X, i linfociti B della


memoria sopravvivono a lungo.

La risposta secondaria è molto efficiente,


grazie alla memoria immunologica: se
l’organismo entra nuovamente in contatto
con l’antigene-X si formano subito tante
plasmacellule e, di conseguenza, aumenta
di molto il titolo di anticorpi nel siero.

Abbas AK et al.
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Bibliografia essenziale

§ Abbas AK, Lichtman AH, Pillai S. — Immunologia cellulare e molecolare,


9° ed. Edra 2018

§ Alberts B, Johnson A, Lewis J, Morgan D, Raff M, Roberts K, Walter P. —


Biologia molecolare della cellula, 6° ed. Zanichelli 2016.
Capitolo 24: Il sistema immunitario innato e adattativo.
II. Approfondimenti

La maturazione dei linfociti B è un processo complesso in più tappe,


in cui si riconoscono alcuni eventi particolarmente importanti:

ì Assortimento dei geni per le immunoglobuline nei linfociti immaturi


( Ricombinazione V-[D]-J; diapo 18 – 24 )

ì Attivazione dei linfociti B maturi nei linfonodi e nella milza


( Interazione con l’antigene, selezione clonale; diapo 25 – 30)

ì Diversificazione del repertorio anticorpale nei linfociti maturi e nelle plasmacellule


( Maturazione dell’affinità, scambio isotipico; diapo 31 – 36)
GENI PER LE IMMUNOGLOBULINE
Abbas AK et al. CONFIGURAZIONE GERMINATIVA

• Nell’uomo i geni per le regioni


variabili delle catene pesanti si
trovano sul cromosoma 14 e sono
costituiti da molti piccoli segmenti
chiamati V (variable), D (diversity) e
J (joining).
• A valle della regione JH si trovano i 9
esoni per le regioni costanti delle
catene pesanti (Cµ - Cd - Cg3 etc);
ogni classe di Ig esprime uno solo di
questi geni (es. IgM → Cµ, etc).
• I geni per la regione variabile delle
catene leggere si trovano sul
cromosoma 2 (tipo k) o 22 (tipo l) e
contengono solo segmenti V e J.
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Geni “rimescolati” nei linfociti
Abbas AK et al.

• In quasi tutte le cellule dell’organismo i geni per le Ig rimangono nella configurazione germinativa; nei linfociti B
naïve, invece, i segmenti V(D)J sono uniti in modo casuale [processo di ricombinazione V(D)J] creando milioni di
combinazioni diverse sia nei geni per la catena pesante, sia nei geni per la catena leggera.
• Di conseguenza, le Ig prodotte da ogni linfocita B naïve saranno leggermente diverse
La ricombinazione V(D)J, infatti, segue percorsi indipendenti in ciascuna cellula linfoide.

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Regioni variabili degli anticorpi

• Le regioni variabili di una catena pesante e di una leggera


formano il sito di legame per l'antigene [diapo n.6].

• I segmenti V-D-J nella catena pesante V-J e nella catena leggera


codificano proprio gli aminoacidi che andranno a formare la
regione variabile degli anticorpi.

• Grazie all’eterogeneità di sequenze create dal rimescolamento


dei geni Ig nei linfociti, ogni anticorpo possiede una specificità
unica verso un particolare antigene.

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Esempio
Abbas AK et al.

• Lo stesso DNA della linea germinativa (figura in alto) può generare molte combinazioni diverse di geni, e
quindi mRNA, che differiscono nelle sequenze delle giunzioni V-D-J.
• La figura in basso mostra tre esempi, scelti tra le milioni di possibili combinazioni; durante la ricombinazione
del DNA vengono aggiunti nucleotidi casuali alle giunzioni, creando ulteriore variabilità di sequenze.

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Tabella
Abbas AK et al.

• Si calcola che il sistema immunitario sia in grado di discriminare tra 107 e 109 determinanti antigenici diversi.

• Questo perché la maturazione dei linfociti B crea moltissimi cloni cellulari (potenzialmente 1011), ognuno dei
quali è dotato di un recettore che possiede una ben definita specificità per un antigene.

• I linfociti T subiscono un processo simile di maturazione, che crea un repertorio di diversità ancora maggiore;
linfociti B e linfociti T cooperano per dare una risposta adattativa il più efficiente possibile.

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Stadi di maturazione dei linfociti B
Abbas AK et al.

Ogni stadio di maturazione dei linfociti B, dalla cellula staminale del midollo osseo al linfocita B maturo,
è caratterizzato dall’espressione di specifici geni e marcatori di superficie utili per l’analisi molecolare.

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Selezione clonale Localizzazione
Abbas AK et al.
ORGANI LINFATICI PRIMARI

Il repertorio primario delle Ig di superficie


si crea in assenza dell’antigene
(Ricombinazione V-[D]-J).

TESSUTI LINFOIDI PERIFERICI

L’interazione con l’antigene-X attiva i cloni


di linfociti immaturi più «adatti»
(Selezione clonale);

Le plasmacellule non esprimono gli


anticorpi in membrana, bensì producono
anticorpi secreti che nel tempo diventano
sempre più efficaci
(Maturazione dell’affinità,
scambio isotipico)

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LINFOCITI B MATURI
Abbas AK et al.

• I linfociti B naïve immaturi lasciano il midollo osseo e migrano negli organi linfoidi secondari [ diapo n. 9 – 10 ].
• Nella milza e nei linfonodi avvengono i fenomeni piuttosto complessi della risposta immunologica umorale,
riassunti nella diapositiva seguente, che creano prima i linfociti B maturi e poi altri tipi cellulari.

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Complessità della risposta umorale
Abbas AK et al.

• L’attivazione dei linfociti B è innescata dal riconoscimento specifico


dell’antigene da parte delle immunoglobuline (Ig) di membrana
espresse sulla superficie dei linfociti B.
• L’antigene e i linfociti T helper stimolano la proliferazione e la
differenziazione del clone di linfociti B specifico per l’antigene.

La progenie del clone stimolato può differenziarsi in plasmacellule


che producono IgM o IgG, completare il processo di maturazione
dell’affinità o creare i linfociti B della memoria.
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I LINFONODI
Il sistema linfatico è ricco di linfonodi, la cui struttura anatomica Abbas AK et al.
favorisce l’interazione tra linfociti B, linfociti T e altre cellule del sistema
immunitario. I processi secondari di maturazione prendono avvio
quando un linfocita B riconosce l’antigene tramite il proprio BCR.
I linfociti B attivati proliferano rapidamente nei follicoli linfoidi e la
maturazione di affinità avviene nel cosiddetto centro germinativo.
Nei linfonodi si genera anche la memoria immunologica.

Alberts B et al.

STRUTTURA DI
UN Sistema linfatico. Gli antigeni sono catturati nel sito di
LINFONODO infezione e trasportati al linfonodo drenante, dove ha
inizio la risposta immunitaria.
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Attivazione dei linfociti B
E’ la parte più complessa dell’intera risposta umorale: distinte popolazioni di linfociti B rispondono a diversi tipi di antigene,
per cui si distinguono due percorsi [nel primo caso intervengono anche i linfociti T, nel secondo no].

ì Risposta anticorpale T-dipendente


- antigene di natura proteica
- intervento di linfociti T helper
- localizzata nei follicoli linfoidi
- produce principalmente IgG (anche IgA, IgE)

ì Risposta anticorpale T-indipendente


- antigeni multivalenti (es. polisaccaridi)
- intervento di altri stimoli (es. complemento)
- localizzata nella zona marginale della milza
- produce principalmente IgM a bassa affinità
Abbas AK et al.

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Si forma il BCR Abbas AK et al.

• Il recettore per l’antigene dei linfociti B naïve


maturi (BCR: B Cell antigen Receptor) è
composto da anticorpi localizzati in membrana,
che possiedono catene pesanti di tipo µ (IgM)
e/o di tipo d (IgD).

• La presenza di IgM e IgD in membrana è


considerata un requisito indispensabile per
l’acquisizione della competenza funzionale, cioè
la capacità di rispondere agli antigeni.

• Questi due tipi di Ig si formano dallo stesso gene, Lo stesso gene può generare Ig con catene pesanti diverse
per “splicing” alternativo dell’RNA (figura). mediante “splicing” alternativo dell’RNA:
negli RNA messaggeri per le IgM, la regione variabile è unita
alla catena pesante di tipo μ (esoni Cμ), mentre per formare IgD
si crea un mRNA δ che incorpora gli esoni Cδ .
Le linee tratteggiate e le frecce indicano i segmenti di DNA
codificanti per la regione variabile (L-V-D-J) e diversi tipi di
catena pesante che sono uniti dallo splicing dell’RNA.

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Abbas AK et al.

Interazione antigene - BCR

Il recettore per l’antigene svolge due ruoli cruciali


nell’attivazione dei linfociti B:
1) La sua aggregazione, provocata dal legame con
l’antigene, genera una cascata di segnali intracellulari
(figura) che inducono vistosi cambiamenti
morfologici, formando le cellule B effettrici [diapo 12].

2) Se l’antigene legato al BCR viene inglobato e


digerito, si creano corti peptidi che verranno
presentati sulla superficie dei linfociti B per il
riconoscimento da parte dei linfociti T
(risposta T-dipendente).

L’attivazione completa richiede comunque altri stimoli,


provenienti da recettori di membrana, proteine del
complemento, linfociti T helper.
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PRODUZIONE DEGLI ANTICORPI
L’anticorpo originale espresso in membrana è solo il prototipo per una serie
di processi volti a fornire risposte umorali sempre più efficaci.

• Maturazione dell’affinità: mutazioni nella regione variabile (indicate dai


punti gialli) affinano la specificità del sito di legame per l’antigene, senza
modificare le funzioni effettrici che dipendono dalla regione costante.
• Anticorpi secreti: gli anticorpi espressi sulla superficie cellulare
possiedono un dominio transmembrana che li àncora nel doppio strato
lipidico. Da questi, si passa alla produzione di anticorpi in forma secreta,
che tuttavia hanno lo stesso sito di legame per l’antigene. Gli anticorpi
secreti possono o non possono mostrare mutazioni nella regione variabile
(cioè la secrezione degli anticorpi può avvenire sia prima che dopo la
maturazione dell’affinità).
• Scambio isotipico: questo processo modifica la regione costante (come
indicato dal cambiamento del colore al verde al giallo o al rosa) senza
cambiare l’affinità di legame per l’antigene. Lo scambio isotipico si osserva
sia negli anticorpi di membrana sia in quelli secreti.

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Maturazione dell’affinità Abbas AK et al.

• La capacità degli anticorpi di neutralizzare le tossine e i


microrganismi patogeni dipende dalla potenza di
legame dell’anticorpo. Le risposte umorali ad antigeni
proteici T-dipendenti, generano anticorpi a elevata
affinità mediante un meccanismo che si basa su piccole
modificazioni nella struttura delle regioni variabili (V).

• Le modifiche avvengono nel DNA dei linfociti B


stimolati dall’antigene mediante un processo di
mutazione somatica che produce nuove sequenze,
alcune delle quali capaci di legare l’antigene con
maggiore affinità rispetto ai domini V originari.

• I linfociti B che producono anticorpi a affinità più elevata


hanno un vantaggio selettivo e diventano la popolazione
dominante nelle successive risposte allo stesso antigene.

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Anticorpi secreti Abbas AK et al.

• Le Ig di membrana sono caratteristiche dei linfociti B;


gli anticorpi secreti invece sono prodotti in abbondanza
dalle plasmacellule, le cellule effettrici così chiamate per il
loro citoplasma molto sviluppato [diapo 12].
Le plasmacellule, infatti, hanno un reticolo endoplasmatico
molto pronunciato per favorire la secrezione di proteine.

• Il passaggio da una forma all’altra di anticorpi è regolato


dai processi di splicing dell’RNA. Per esempio, nelle
catene ! di membrana il dominio C!4 è seguito da una
breve sequenza di 26 aminoacidi idrofobici che facilitano
l’ancoraggio alla membrana stessa (TM - CY). Al contrario,
nelle IgM secrete, il dominio Cµ4 è seguito da un segmento
di coda formato da aminoacidi polari (TP).

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Abbas AK et al.

Gli eventi appena descritti avvengono nel


centro germinativo di un linfonodo
(diapo 27)

• I linfociti B attivati migrano nel centro germinativo dove,


proliferando attivamente, formeranno la zona scura.
Questi linfociti B vanno incontro a mutazioni puntiformi
nel DNA che codifica le regioni variabili.

• In seguito, i linfociti B migrano nella zona chiara, dove


incontrano le cellule dendritiche follicolari che presentano
l’antigene e i linfociti TFH. I linfociti B dotati di recettori Ig
con maggiore affinità sopravvivono selettivamente e si
differenziano in linfociti B secernenti anticorpi
(plasmacellule) o in linfociti B della memoria.

• Le plasmacellule si localizzano nel midollo osseo le cellule


della memoria invece circolano nel sistema linfatico. Questi
due tipi cellulari sopravvivono a lungo.

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Abbas AK et al.

Scambio di classe
• Nelle fasi iniziali della risposta umorale i linfociti B
producono principalmente IgM.
• Dopo la stimolazione dell’antigene, prevalgono invece le
molecole IgG, IgE e IgA che sono collettivamente dette
classi secondarie di Ig.
• Le Ig secondarie mantengono il loro sito di legame per
l’antigene originario, ma la loro catena pesante può
stimolare l’immunità cellulare in modo diverso
(funzioni effettrici, diapositive 4, 7 e 36).
• Per esempio, il sito di legame per il recettore Fc
tipico delle IgG favorisce l’interazione con altre cellule
del sistema immunitario (fagociti, macrofagi, cellule NK)
che possiedono appunto un recettore in grado di legare le
catene pesanti di questa classe Ig.
• Le IgM sono prive del sito di legame per Fc e quindi
hanno funzioni effettrici molto ridotte.

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Abbas AK et al.

Funzioni effettrici degli anticorpi


Le risposte cellulari mediate dagli anticorpi (funzioni effettrici)
entrano in gioco solo dopo il legame con l'antigene e, per quanto
appena detto, sono diverse a secondo del tipo di catena pesante.

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III. Riepilogo e cronologia
• Nella risposta primaria i linfociti B naïve si
attivano e si differenziano in plasmacellule
che producono anticorpi specifici per
l’antigene che ha innescato la reazione
immunitaria umorale.

• Quando i linfociti B della memoria vengono


nuovamente stimolati dallo stesso antigene si
avvia la risposta immunitaria secondaria:
una rapida proliferazione e differenziazione
dei linfociti B produce quantità maggiori di
anticorpi specifici.

• Le principali caratteristiche delle due


risposte anticorpali sono riassunte in tabella.
Sistema immunitario adattativo
• E’ presente solo negli animali vertebrati

• Si distingue un’immunità umorale da


quella cellulare: diversi tipi di linfociti
sono coinvolti in queste risposte.

• Gli anticorpi secreti dalle plasmacellule


(linfociti B attivati) svolgono importanti
funzioni effettrici che neutralizzano i
microbi invasori.

• I linfociti e altre cellule del sistema


immunitario rilasciano citochine (es.
interleuchine e interferone) che
richiamano in sede altre cellule e ne
stimolano la risposta.

Abbas AK et al.

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Alberts B et al.
Maturazione dei linfociti
1 2
I linfociti B maturano nel midollo I linfociti B maturi si attivano
osseo in assenza dell’antigene: qui negli organi linfoidi secondari,
avviene la ricombinazione dopo aver incontrato un antigene
somatica dei segmenti V(D)J. che lega il loro recettore:

Ogni linfocita B immaturo antigeni di natura proteica


possiede una combinazione richiedono anche l’intervento dei
diversa di segmenti V(D)J nelle linfociti T helper nei linfonodi,
regioni variabili; inizialmente sono
espresse le catene pesanti di tipo µ nella milza avviene invece una
(IgM) e di tipo d (IgD). risposta anticorpale indipendente
dai linfociti T, che produce IgM a
Si producono anticorpi di bassa affinità.
membrana, che formano il
Recettore delle Cellule B (BCR).
Abbas AK et al.

La struttura dei linfonodi facilità l’interazione tra linfociti B e T.


Nella risposta anticorpale T-dipendente si osserva:
- proliferazione dei linfociti B attivati nei follicoli
- maturazione di affinità nel centro germinativo
- selezione dei cloni che producono gli anticorpi «migliori»
3
Nei linfonodi si genera anche la memoria immunologica e avviene il
differenziamento in plasmacellule, con cambio di classe e produzione
degli anticorpi secreti (principalmente IgG). Plasmacellule e linfociti
della memoria proliferano e ricircolano nell’intero sistema linfatico.
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SCOPERTE IMPORTANTI
La complessità della risposta umorale e la specificità dei linfociti hanno Anno Scoperta
affascinato generazioni di scienziati. Verso la fine degli anni ‘50 Burnet
espone la «teoria della selezione clonale», che ipotizza l’esistenza di due tipi 1957 Teoria della selezione clonale
cellulari: linfociti B attivi per combattere le infezioni e cellule memoria per Una singola plasmacellula produce un singolo anticorpo
prevenire eventuali infezioni successive alla prima. 1958
specifico
Negli anni ‘60, G.M. Edelman e R.R. Porter chiariscono struttura e 1965 Identificati i tessuti che generano le cellule B
modalità d'azione di molte proteine prodotte dai linfociti, aprendo di
fatto la strada agli studi genetici sulla diversità degli anticorpi. 1969 Struttura covalente degli anticorpi
1970 Basi genetiche del cambio di classe
Nella seconda metà degli anni ’70 si diffonde la
1974 Generazione della diversità degli anticorpi
tecnologia del DNA ricombinante, che permette analisi
dirette sulla struttura molecolare dei geni. Si 1975 Creazione di anticorpi monoclonali
chiariscono così i meccanismi che rimescolano i
segmenti di DNA nei linfociti (ricombinazione V-D-J) 1976 Riarrangiamento dei geni Ig nelle cellule somatiche
e consentono l’espressione di parti diverse dei geni
(splicing dell’RNA). 1977 Struttura tridimensionale degli anticorpi

Con il progetto «Genoma Umano» (1990 – 2003), si determina la sequenza


nucleotidica precisa di tutti i geni nell’uomo e in molti organismi modello.
La visione che abbiamo ora dei processi molecolari è molto più chiara.
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Riarrangiamenti del DNA Alberts B et al.

Ricombinazione V(D)J Scambio di classe

Avviene nei linfociti B immaturi e crea regioni variabili diverse. Può avvenire nei linfociti B maturi e/o nelle plasmacellule e modifica il tipo di catena pesante, con
Le cellule linfoidi esprimono due geni «speciali» che sono ripercussioni sulle funzioni effettrici degli anticorpi. Per lo scambio di classe è richiesta l’attività
necessari per questi processi: Recombination-Activating Gene 1 e 2 dell’enzima AID (Activation-Induced cytidine Deaminase), ma non quella delle ricombinasi RAG1 e RAG2.
(RAG1 e RAG2). In figura: scambio isotipico da IgM a IgA (da catena µ a catena a). 41
Splicing alternativo

La maggior parte dei geni eucariotici sono costituiti da


regioni codificanti (esoni) alternate a regioni non
codificanti (introni). Durante lo splicing, gli introni sono
rimossi e gli esoni vengono uniti per formare un RNA
messaggero maturo da cui sarà prodotta la proteina
corrispondente.

Splicing dell’RNA L’ordine con cui sono uniti gli esoni non è fisso, ma può variare nel corso dello
sviluppo oppure da tessuto a tessuto. In questo modo, lo stesso gene può generare
In inglese to splice significa unire mediante forme leggermente diverse della stessa proteina (es. proteine A, B, C in figura).
giunzione due parti distanziate di un
oggetto, per esempio nel montaggio di una La ricombinazione del DNA nei geni delle immunoglobuline è un fenomeno unico,
pellicola oppure facendo un nodo tra due che a luogo solo nei linfociti (perché queste cellule esprimono geni «speciali»).
capi di una corda. Viceversa, lo splicing alternativo dell’RNA è molto diffuso: si stima che ogni gene
umano dia vita, in media, a 4 proteine diverse.

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Splicing alternativo nei linfociti B
IgM di membrana: mRNA ha un dominio transmembrana (TM)
IgM secreta: mRNA possiede un corto segmento di coda
Vedi diapo 33.

La regione variabile può essere unita alla catena


pesante di tipo μ (esone Cμ), o di tipo δ (esone Cδ).
Vedi diapo 29.

Mentre la ricombinazione del DNA è un


fenomeno irreversibile, con lo splicing
la cellula può variare il repertorio di
anticorpi senza modificare i propri geni.

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Immunologi Premi Nobel
1901 Emil Adolf von Behring (1854-1917), "for his serum therapy to treat diphtheria" (First ever Nobel Prize in Physiology or Medicine)
1908 Eli Metchnikoff (1845-1916) and Paul Ehrlich (1854-1915), "for study of the immune system"
1919 Jules Bordet (1870-1961), "for discovery of the complement system in the immune system"
1930 Karl Landsteiner (1868-1943), "for discovery of human blood types"
1960 Peter B. Medawar (1915-1987) and Frank Macfarlane Burnet (1899-1985), "for the discovery that the immune system of the fetus learns how to
distinguish between self and non-self"
1972 Gerald Maurice Edelman (1929-) and Rodney Robert Porter (1917-1985), "for discovering the chemical structure of antibodies"
1980 Baruj Benacerraf (1920-2011), Jean Dausset (1916-2009) and George Davis Snell (1903-1996), "for discovery of the Major histocompatibility
complex genes which encode cell surface molecules important for the immune system's distinction between self and non-self"
1984 Niels Jerne (1911-1994), Georges J. F. Köhler (1946-1995) and César Milstein (1927-2002) "for work on the immune system and the production of
monoclonal antibodies"
1987 Susumu Tonegawa (1939-), "for discovering how the large diversity of antibodies is produced genetically"
1989 J. Michael Bishop (1936-) and Harold E. Varmus (1939-), "for discovering the cellular origins of retroviral oncogenes"
1996 Peter C. Doherty (1940-) and Rolf M. Zinkernagel (1944-) "for describing how MHC molecules are used by white blood cells to detect and kill
virus-infected cells."
2011 Bruce Beutler (1957-), Jules A. Hoffmann (1941-) "for their discoveries concerning the activation of innate immunity" and Ralph Marvin Steinman
(1943-2011) "for his discovery of the dendritic cell and its role in adaptive immunity"
2018 James P. Allison (1948-) and Tasuku Honjo (1942-) "for their discovery of cancer therapy by inhibition of negative immune regulation."

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