Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
della previdenza
di LUCA SPATARO
1
I tre pilastri della previdenza in Italia
Il sistema previdenziale italiano
1° PILASTRO 2° PILASTRO
Previdenza pubblica Previdenza complementare
5
Riforma Dini (1995) (2)
1)“notionally funded principle”, ovvero di un sistema a ripartizione
basato sul principio contributivo, con capitalizzazione figurativa. La
pensione è proporzionale ai contributi versati e inversamente
proporzionale alla vita residua attesa dell’individuo:
a) consente un tasso di rendimento tendenzialmente unico per tutti i
lavoratori e pari al tasso di crescita reale del PIL, (media geometrica
del tasso di crescita degli ultimi cinque anni);
2) legando le rate pensionistiche alla dinamica del PIL (ovvero alla
produttività e alla crescita della popolazione attiva), tende a
mantenere la spesa pensionistica costante nel lungo periodo.
2)Eliminazione progressiva delle pensioni di anzianità;
3) libertà di scelta dell’età di pensionamento (fissata tra i 57 ed i 65
anni).
4)Aumento dell'aliquota contributiva dal 27,7% a circa il 33% per i
lavoratori dipendenti e al 15% per i lavoratori autonomi,
5) separazione tra la componente assistenziale e quella previdenziale
6
Il sistema previdenziale italiano: la riforma del
2012 e la normativa vigente
L. n. 92/2012 – Riforma Fornero:
• Estensione del sistema contributivo pro-
rata
Il sistema previdenziale italiano: la riforma
del 2012 e la normativa vigente
Previsione di due regimi di pensionamento:
o pensionamento di vecchiaia:
requisito contributivo minimo: 20 anni
Privati
Età anagrafica*: Pubblici Autonomi
66 e 7 mesi 66 e 7 mesi 66 e 7 mesi
uomini uomini e donne uomini
65 e 7 mesi 66 e 1 mese
donne donne
o pensionamento anticipato:
non rilevanza dell’età anagrafica
Requisito contributivo minimo*:
Uomini Donne
42 anni e 10 mesi 41 anni e 10 mesi
* Aggiornamento in base alle stime fornite dall’ISTAT sulla
speranza di vita
Il sistema previdenziale italiano: gli
effetti delle riforme
Il sistema previdenziale italiano: la nuova
proposta di riforma
Legge di Stabilità 2017 – Governo Renzi:
APE (Anticipo Pensionistico)
o APE volontario - 63 anni e 20 anni di contributi:
la pensione anticipata (95-90-85% della pensione ordinaria a
seconda degli anni d’anticipo) sarà erogata dalle banche e al
momento del pensionamento ordinario sarà trattenuto un
importo (4,6-4,7% annuo) per la restituzione del prestito
o APE social destinato a particolari soggetti:
Soggetti in difficoltà: 30 anni di contributi o disoccupati
Lavoratori che svolgono attività usuranti: 36 anni di
contributi
Il rimborso del prestito sarà a carico dello Stato
o APE imprese per i lavoratori operanti in aziende in fase di
riorganizzazione: per agevolare il pre-pensionamento, sarà
l’azienda a farsi carico del rimborso del prestito
11
I fondi pensione in Italia
12
Tasso di sostituzione di un lavoratore che si
pensiona a 63 anni con 35 anni di contribuzione
(Ragioneria Generale dello Stato).
13
14
Normativa TFR
Il TFR è 1/13 (7,69%, meno 0,5 al fondo di garanzia più
altri contributi. Netto è 6,91%) del salario lordo dei
lavoratori dipendenti che viene trattenuto in azienda art.
2120 del c.c. Si tratta di salario differito che rende 1,5 reale
più i ¾ dell’inflazione. Fondo di garanzia INPS.
Viene erogato al termine del contratto di lavoro (per
qualsiasi motivo).
Possibili anticipazioni per spese mediche, acquisto prima
casa, etc. una volta sola nella vita, salvo eccezioni stabilite
dal datore di lavoro.
Tassazione agevolata (11% interessi e tassazione separata
della somma totale all’aliquota media IRPEF degli ultimi 5
anni -23% circa).
(D.lgs 47/2000 ha equiparato tutte le forme di risparmio
previdenziale, dal punto di vista fiscale, ma i fondi pensione
sono stati successivamente avvantaggiati).
15
Evoluzione normativa fondi pensione
D.Lgs. 124/1993 Riforma Amato
L. 335/1995 (Dini)
D. Lgs 47/2000
L. 243/2004 (delega gov. Berlusconi) e
(D.lgs 252/2005 e L. 296/2006). Inizio
nel 1 gennaio 2007
16
Lavoratori dipendenti e TFR (riforma 2007)
17
Azienda e TFR
19
Soluzioni:
• tassare il reddito solo al momento della percezione della rendita
o della pensione, esentando sia il versamento che la maturazione
dei frutti (formula EET, o tassazione del “reddito spesa”:
esenzione dei contributi, esenzione dei frutti del risparmio,
tassazione della pensione).
• Equivalente: esentare i redditi da capitale (TEE): in questo modo
saranno tassati i contributi ma né gli interessi né la pensione, la
quale è costituita, come noto, dai contributi (già tassati) e gli
interessi (esenti).
• Nei modelli anglosassoni prevale la formula EET, che pone
dunque i FP in una forma di vantaggio fiscale rispetto ad altri
investitori istituzionali, tra cui, in particolare, i fondi comuni di
investimento che invece sono soggetti a regime di tassazione da
“reddito entrata” (TTE, anche se i frutti, in genere sono soggetti
ad aliquote più basse).
• Italia: ETaTa (Esenzione-Tassazione agevolata-Tassazione
agevolata
20
“Confronto TFR-FP”
inflazione (ultimi 3 anni rendimento Diverse opzioni sul rendimento (obbligatoria linea
reale attorno a 1%) garantita). Qualsiasi fondo monetario replica
rendimento TFR
Quando erogato, tassato sulla base
Quando erogato, parte imponibile, tassata tra il 9%
di aliquota media Irpef negli ultimi 5
Non c’è contributo aggiuntivo Se fondo negoziale e lavoratore versa più del TFR,
datore contributo addizionale del datore di lavoro (fino al
2%)
21
La Riforma del 2007
22
La Riforma del 2007
24
Scomposizione del beneficio FP
rispetto al TFR (sui montanti)
25
26
27
Tassi di adesione
28
Le adesioni tacite
29
Risorse e contributi
30
Rendimenti
31
LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE IN
ITALIA
Tasso di adesione alla previdenza complementare per classi
di età nel 2014.
Solo il 16% della forza lavoro con meno di 35 anni è
iscritto ad una forma pensionistica complementare.
Il tasso di adesione è pari al 24% per i lavoratori di età
compresa tra 35 e 44 anni e al 31% per quelli tra 45 e 64
anni .
32
Tasso di adesione alla previdenza complementare per
regione nel 2014.
I tassi di partecipazione nel Nord Italia si attestano
attorno al 30%, con valori più elevati nelle regioni in
cui l’offerta previdenziale è completata da iniziative di
tipo territoriale: 40-45% sono i tassi di adesione in
Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige.
33
Problemi aperti
• Informazione corretta ed estesa
• Corsi di educazione finanziaria (es. Il caso
delle anticipazioni “immotivate”)
• La portabilità dei diritti e reale
concorrenza, cioè libertà di movimento tra
i fondi e conservazione del contributo
datoriale;
34
Il problema dimensionale delle imprese
35
Perché poche adesioni tra le piccole
imprese?
Paura di perdere il lavoro indebolendo
l’impresa?
Pressioni dal datore di lavoro?
Disinformazione maggiore (minor
sindacalizzazione)?
36
Problemi aperti: segue
• I dipendenti pubblici (fondo espero,
perseo). Si tratta di fondi pensione o “a
ripartizione?”
37