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Economia del risparmio e

della previdenza
di LUCA SPATARO

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I tre pilastri della previdenza in Italia
Il sistema previdenziale italiano

1° PILASTRO 2° PILASTRO
Previdenza pubblica Previdenza complementare

Modalità adesione Collettiva Collettiva Individuale


Carattere di Obbligatoria Facoltativa Facoltativa
adesione
Strumenti adesione Fondi gestiti dall' Fondi negoziali,”vecchie” Fondi aperti ad adesione
casse di previdenza, individuale, Piani
INPS e da circa altri fondi aperti ad adesione Individuali di previdenza
30 enti pubblici (ora collettiva (PIP)
raggruppati)
Funzionamento A ripartizione A capitalizzazione A capitalizzazione

Prestazioni erogate Vecchiaia, anzianità, Pensione Pensione


invalidità, inabilità, integrativa, event.te integrativa, event.te
superstiti reversibile reversibile
N° iscritti aderenti 3
22.935.000 Circa 6.000.000
Evoluzione del sistema previdenziale
pubblico italiano
Riforma Dini (1995) (1)
 Dal sistema retributivo a quello
contributivo. Con lunga transizione
 Ha eliminato l’incentivo al pensionamento
anticipato (nel lungo periodo,
internalizzando il costo: nuovo(?) principio
di solidarietà).
 La nuova disciplina dei fondi pensione

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Riforma Dini (1995) (2)
1)“notionally funded principle”, ovvero di un sistema a ripartizione
basato sul principio contributivo, con capitalizzazione figurativa. La
pensione è proporzionale ai contributi versati e inversamente
proporzionale alla vita residua attesa dell’individuo:
a) consente un tasso di rendimento tendenzialmente unico per tutti i
lavoratori e pari al tasso di crescita reale del PIL, (media geometrica
del tasso di crescita degli ultimi cinque anni);
2) legando le rate pensionistiche alla dinamica del PIL (ovvero alla
produttività e alla crescita della popolazione attiva), tende a
mantenere la spesa pensionistica costante nel lungo periodo.
2)Eliminazione progressiva delle pensioni di anzianità;
3) libertà di scelta dell’età di pensionamento (fissata tra i 57 ed i 65
anni).
4)Aumento dell'aliquota contributiva dal 27,7% a circa il 33% per i
lavoratori dipendenti e al 15% per i lavoratori autonomi,
5) separazione tra la componente assistenziale e quella previdenziale

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Il sistema previdenziale italiano: la riforma del
2012 e la normativa vigente
 L. n. 92/2012 – Riforma Fornero:
• Estensione del sistema contributivo pro-
rata
Il sistema previdenziale italiano: la riforma
del 2012 e la normativa vigente
 Previsione di due regimi di pensionamento:
o pensionamento di vecchiaia:
 requisito contributivo minimo: 20 anni
Privati
Età anagrafica*: Pubblici Autonomi
66 e 7 mesi 66 e 7 mesi 66 e 7 mesi
uomini uomini e donne uomini
65 e 7 mesi 66 e 1 mese
donne donne

o pensionamento anticipato:
 non rilevanza dell’età anagrafica
 Requisito contributivo minimo*:
Uomini Donne
42 anni e 10 mesi 41 anni e 10 mesi
* Aggiornamento in base alle stime fornite dall’ISTAT sulla
speranza di vita
Il sistema previdenziale italiano: gli
effetti delle riforme
Il sistema previdenziale italiano: la nuova
proposta di riforma
 Legge di Stabilità 2017 – Governo Renzi:
APE (Anticipo Pensionistico)
o APE volontario - 63 anni e 20 anni di contributi:
la pensione anticipata (95-90-85% della pensione ordinaria a
seconda degli anni d’anticipo) sarà erogata dalle banche e al
momento del pensionamento ordinario sarà trattenuto un
importo (4,6-4,7% annuo) per la restituzione del prestito
o APE social destinato a particolari soggetti:
 Soggetti in difficoltà: 30 anni di contributi o disoccupati
 Lavoratori che svolgono attività usuranti: 36 anni di
contributi
Il rimborso del prestito sarà a carico dello Stato
o APE imprese per i lavoratori operanti in aziende in fase di
riorganizzazione: per agevolare il pre-pensionamento, sarà
l’azienda a farsi carico del rimborso del prestito
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I fondi pensione in Italia

Nei primi anni ’90 il sistema pensionistico pubblico è


stato profondamente modificato.
A causa del progressivo aumento della durata della vita
media e il rallentamento della crescita economica.
Di conseguenza, i tassi di sostituzione (rapporto fra la
prima rata pensionistica l’ultimo stipendio percepito)
si dirurranno.

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Tasso di sostituzione di un lavoratore che si
pensiona a 63 anni con 35 anni di contribuzione
(Ragioneria Generale dello Stato).

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Normativa TFR
 Il TFR è 1/13 (7,69%, meno 0,5 al fondo di garanzia più
altri contributi. Netto è 6,91%) del salario lordo dei
lavoratori dipendenti che viene trattenuto in azienda art.
2120 del c.c. Si tratta di salario differito che rende 1,5 reale
più i ¾ dell’inflazione. Fondo di garanzia INPS.
 Viene erogato al termine del contratto di lavoro (per
qualsiasi motivo).
 Possibili anticipazioni per spese mediche, acquisto prima
casa, etc. una volta sola nella vita, salvo eccezioni stabilite
dal datore di lavoro.
 Tassazione agevolata (11% interessi e tassazione separata
della somma totale all’aliquota media IRPEF degli ultimi 5
anni -23% circa).
 (D.lgs 47/2000 ha equiparato tutte le forme di risparmio
previdenziale, dal punto di vista fiscale, ma i fondi pensione
sono stati successivamente avvantaggiati).

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Evoluzione normativa fondi pensione
 D.Lgs. 124/1993 Riforma Amato
 L. 335/1995 (Dini)
 D. Lgs 47/2000
 L. 243/2004 (delega gov. Berlusconi) e
(D.lgs 252/2005 e L. 296/2006). Inizio
nel 1 gennaio 2007

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Lavoratori dipendenti e TFR (riforma 2007)

1. Conferire il 100% del TFR


maturando ad un fondo negoziale o
ad un fondo aperto o ad un PIP
indicato dal lavoratore (caso di scelta
A partire dal 1° gennaio 2007 la esplicita e a carattere irreversibile)
normativa prevede la possibilità per i
lavoratori dipendenti del settore 2. Conservare il TFR maturando
privato di destinare il TFR maturando così come è (scelta da effettuare in
a una FPC da loro scelta. modo esplicito e a carattere
reversibile)
Principio:
1) libertà di scelta e 3. Non effettuare alcuna scelta
2) Consenso tacito (silenzio assenso) entro i primi 6 mesi dalla data di
assunzione: in tal caso il TFR
maturando confluisce in
Per tali soggetti si aprono così tre automatico (meccanismo silenzio-
possibilità: assenso o implicito) in una FPC
identificata dalla normativa(opzione a
carattere irreversibile,
eventualmente FONDINPS)

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Azienda e TFR

Azienda >(=) Il TFR maturando confluisce nell' apposito


50 dipendenti “Fondo di tesoreria” costituito presso INPS.

Azienda <50 Il TFR maturando rimane in azienda


dipendenti

Il cosiddetto “Fondo di tesoreria” è destinato a ricevere le quote mensili di


TFR maturando del personale delle imprese con numero di addetti pari o
superiore a 50 che hanno espressamente scelto di non destinare il TFR alla
previdenza, manifestando l'opzione di lasciarlo in azienda. Stesse regole
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del TFR
Il problema della doppia imposizione del risparmio

Si verifica quando è tassato tutto il reddito


“entrata”, ovvero il reddito sia al momento della sua
accumulazione (risparmio) che al momento della
maturazione dei frutti del risparmio;
in questo modo, sul reddito risparmiato graverà di
fatto un’imposta doppia in quanto i frutti (tassati)
sono generati da redditi a loro volta già tassati.
Ciò ovviamente discriminerebbe gli individui che
risparmiano rispetto ad individui che consumassero
tutto il proprio reddito.

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Soluzioni:
• tassare il reddito solo al momento della percezione della rendita
o della pensione, esentando sia il versamento che la maturazione
dei frutti (formula EET, o tassazione del “reddito spesa”:
esenzione dei contributi, esenzione dei frutti del risparmio,
tassazione della pensione).
• Equivalente: esentare i redditi da capitale (TEE): in questo modo
saranno tassati i contributi ma né gli interessi né la pensione, la
quale è costituita, come noto, dai contributi (già tassati) e gli
interessi (esenti).
• Nei modelli anglosassoni prevale la formula EET, che pone
dunque i FP in una forma di vantaggio fiscale rispetto ad altri
investitori istituzionali, tra cui, in particolare, i fondi comuni di
investimento che invece sono soggetti a regime di tassazione da
“reddito entrata” (TTE, anche se i frutti, in genere sono soggetti
ad aliquote più basse).
• Italia: ETaTa (Esenzione-Tassazione agevolata-Tassazione
agevolata
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“Confronto TFR-FP”

 Contributi: esenti (deducibili) fino a 5.164,57 euro


 Contributi: esenti (quelli non dedotti non saranno tassati in fase di
erogazione)

Interessi: tassati al 20% (I contributi volontari sono


 Interessi: tassati al 17% 

deducibili, nella misura massima di 5164.67 €),


anche se la tassazione è aumentata nel 2015 al
20% sui titoli diversi dai titoli di stato, fissi al
 TFR in azienda offre 1.5 più .75 x 12.5%

inflazione (ultimi 3 anni rendimento  Diverse opzioni sul rendimento (obbligatoria linea
reale attorno a 1%) garantita). Qualsiasi fondo monetario replica
rendimento TFR
 Quando erogato, tassato sulla base
Quando erogato, parte imponibile, tassata tra il 9%
di aliquota media Irpef negli ultimi 5 

(dopo 35 anni di contributi ) e il 15% (meno di 15


anni anni)

 Non c’è contributo aggiuntivo  Se fondo negoziale e lavoratore versa più del TFR,
datore contributo addizionale del datore di lavoro (fino al
2%)

 Viene erogata sotto forma di pensione al


 Viene erogato per intero al termine raggiungimento dei requisiti per la pensione. Cash al
massimo 50% del montante, poi rendita (possibile
del rapporto di lavoro anche reversibilità)

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La Riforma del 2007

deducibilità dal reddito d'impresa di un importo pari al 4% (6% se con


meno di 50 addetti) del TFR annualmente destinato a forme PC ed
esenzione dal versamento del contributo al fondo di garanzia nella stessa
percentuale di TFR destinato a tale risparmio.
Contributo del datore di lavoro:
Se il lavoratore versa contributi volontari, oltre al TFR;
Se ciò è previsto dagli accordi collettivi o volontariamente.

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La Riforma del 2007

Anticipi del montante a FP:


Spese sanitarie urgenti – In qualsiasi momento – 75%
Acquisto/Ristrutturazione prima casa – Almeno 8 anni – 75%;
Ulteriori esigenze – Almeno 8 anni – 30%;
Trasferimento del fondo:
In caso di perdita dei requisiti di partecipazione;
Per scelta volontaria, non prima di 2 anni dall’iscrizione;
Impossibilità di tornare al regime art. 2120 CC;
Non piena portabilità del contributo del datore di lavoro; 23
La Riforma del 2007

Riscatto della posizione individuale maturata:


Invalidità permanente – 100%
Stato di disoccupazione fra 12 e 48 mesi – 50%;
Stato di disoccupazione superiore ai 48 mesi – 100%;
Morte dell’iscritto – 100%;
Perdita dei requisiti di partecipazione – 100%;
Cassa integrazione, procedure di mobilità – 50%.

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Scomposizione del beneficio FP
rispetto al TFR (sui montanti)

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Tassi di adesione

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Le adesioni tacite

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Risorse e contributi

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Rendimenti

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LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE IN
ITALIA
Tasso di adesione alla previdenza complementare per classi
di età nel 2014.
Solo il 16% della forza lavoro con meno di 35 anni è
iscritto ad una forma pensionistica complementare.
Il tasso di adesione è pari al 24% per i lavoratori di età
compresa tra 35 e 44 anni e al 31% per quelli tra 45 e 64
anni .

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Tasso di adesione alla previdenza complementare per
regione nel 2014.
I tassi di partecipazione nel Nord Italia si attestano
attorno al 30%, con valori più elevati nelle regioni in
cui l’offerta previdenziale è completata da iniziative di
tipo territoriale: 40-45% sono i tassi di adesione in
Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige.

Nelle regioni centrali la media


è del 25%, solo in Toscana si
supera il 28%.

Al Sud l’adesione si attesta


attorno al 18%, livelli più
bassi sono in Calabria e
Sardegna con un tasso di
partecipazione pari al 16%.

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Problemi aperti
• Informazione corretta ed estesa
• Corsi di educazione finanziaria (es. Il caso
delle anticipazioni “immotivate”)
• La portabilità dei diritti e reale
concorrenza, cioè libertà di movimento tra
i fondi e conservazione del contributo
datoriale;

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Il problema dimensionale delle imprese

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Perché poche adesioni tra le piccole
imprese?
 Paura di perdere il lavoro indebolendo
l’impresa?
 Pressioni dal datore di lavoro?
 Disinformazione maggiore (minor
sindacalizzazione)?

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Problemi aperti: segue
• I dipendenti pubblici (fondo espero,
perseo). Si tratta di fondi pensione o “a
ripartizione?”

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