on
Indice
ni
uzi
11 STRATO LIMITE
ani
11.1 Strato limite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
231
231
11.1.1 equazione integrale di von Kàrmàn . . . . . . . . . . . . 232
od
11.1.2 spostamento di massa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 236
11.1.3 spostamento di quantità di moto . . . . . . . . . . . . . 237
11.2 Strato limite laminare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 237
m
11.3 Strato limite laminare- trattazione di Polhausen . . . . . . . . . 238
11.3.1 calcolo dello sforzo alla parete e della variazione dello
ipr
spessore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
11.3.2 coefficiente di resistenza locale . . . . . . . . . . . . . . .
238
239
Ar
229
230 A.Armanini Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010
e
on
ni
uzi
ani
od
m
ipr
Ar
ar
A.
ta l
eta
Vi
e
on
Capitolo 11
ni
uzi
STRATO LIMITE ani
od
11.1 Strato limite
m
Si consideri una lastra piana di dimensioni finite investita da una corrente
fluida uniforme a monte della lastra e parallela alla direzione longitudinale
ipr
della lastra. A causa dell’aderenza in prossimità della lastra si formano dei
gradienti di velocità. Prandtl chiamò strato limite la zona del campo di moto
Ar
y
ta l
u( y ) − U o
≥ 0.01
Uo
x
strato limite laminare strato limite lturbolento
eta
231
232 A.Armanini Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010
e
precisamente egli identificò lo strato limite come la zona della campo all’interno
della quale la velocità differisce dalla velocità indisturbata per più dell’1 %,
on
assumendo l’esistenza di un moto a potenziale fuori dallo strato limite.
Lo spessore dello strato limite è dunque la distanza tra la parete e i punti
del bordo delle strati limite. Prandtl ipotizzò inoltre che lo spessore dello strato
limite fosse piccolo rispetto alle dimensioni del campo di moto esterno.
In genere si assume che lo strato limite inizi in corrispondenza del bordo
ni
uzi
di ingresso della lastra. In conformità con le ipotesi fatte, le linee di corrente
rimangono indisturbate fin tanto che non intersecano il bordo delle strato limite
e da questo punto in poi cominciano a deflettere leggermente verso l’esterno.
ani
Inizialmente lo strato presenta le caratteristiche di moto di lento scorri-
mento (strato limite laminare). Ad una certa distanza dal bordo di attacco lo
strato diviene instabile e il moto diventa turbolento (strato limite turbolento)
od
e la legge di crescita dello strato limite cambia. La transizione dallo strato
laminare a quello turbolento avviene in una zona di transizione che presenta
caratteristiche di non stazionarietà.
m
11.1.1
ipr
equazione integrale di von Kàrmàn
Si può pervenire ad una trattazione generale dello strato limite che prescinde
Ar
dalla sua natura laminare o turbolenta. Per questo si consideri uno strato limite
soggetto alle seguente ipotesi:
ar
– moto permanente;
– campo 2D (x,y);
A.
bilancio di massa
Il bilancio di massa si scrive:
→
−
ρ(−
→
u · dA) = 0 (11.1)
Σc
Vi
A.Armanini- Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010 233
e
- q l dx
on
∂δ
δ+ dx
∂x
∂ ⎛ δ
⎜ ∫0 ρ udy ⎞⎟ dx
δ
δ δ ∫ ρ udy +
− ∫ ρ udy 0 ∂x ⎝ ⎠
ni
0
uzi
y
ani x
dx
od
Fig.11.2 Bilancio di massa nello strato limite
m
δ δ
∂ δ
0 = − ρ u dy + ρ u dy + ( ρ u dy)dx − ql dx
dalla quale si ricava: ipr ∂ δ
0 0 ∂x 0
Ar
ql = ( ρ u dy) (11.2)
∂x 0
rappresenta il flusso di massa entrante dal bordo superiore dello strato limite.
ar
bilancio di quantità di moto
A.
−
→ →
−
Fe = ρ−
→
u (−
→
u · dA) (11.3)
Σc
∂p ∂δ 1 ∂p
Fe = pδ − p + dx δ+ dx + p+p+ dx dδ − τo dx
∂x ∂x 2 ∂x
∂p
= − dx δ − τo dx (11.4)
∂x
Vi
234 A.Armanini Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010
e
Le forze di superficie sul bordo esterno sono solo forze di pressione, in
quando il bordo appartieneanche al campo esterno nel quale si assume il moto
∂p ∂δ
dx dδ p ∂x
on
a potenziale. Il termine 12 p + p + ∂x dx rappresenta la compo-
nente lungo x della risultante delle forze di pressione sul bordo superiore dello
strato limite, nel quale, trattandosi di un segmento di lunghezza infinitesima, si
assume che la pressione vari linearmente e che vengono trascurati gli infinitesimi
di ordine superiore.
ni
uzi
−U 0 ql dx
ani ∂δ
δ+ dx ∂ ⎛ δ
⎜ ρ u dy ⎞⎟dx
δ
∫ ρ u 2 dy +
∂x ⎝ ∫0
2
∂x 0 ⎠
δ
− ∫ ρ u 2 dy δ
od
0
⎛ ∂p ⎞
⎜p+ dx ⎟δ
pδ ⎝ ∂x ⎠
y
m
τo τo τo x
ipr dx
Ar
u · dA) =
Σc
δ δ
∂ δ 2
ta l
= − 2
ρ u dy + 2
ρ u dy + ( ρ u dy)dx − Uo ql dx
0 0 ∂x 0
∂ δ
= ( ρ u2 dy)dx − Uo ql dx
∂x 0
∂ δ 2 ∂ δ
= ( ρ u dy)dx − Uo ( ρ u dy)dx (11.5)
∂x 0 ∂x 0
eta
∂p ∂ δ ∂ δ
τo + δ = − ( ρ u2 dy) + Uo ( ρ u dy) (11.6)
∂x ∂x 0 ∂x 0
L’eq.(11.6) è detta equazione integrale di von Kàrmàn
Vi
A.Armanini- Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010 235
e
1
Ipotesi semplificative:
on
∂Uo
Uo = cost =0
∂x
∂p
p = cost =0
∂x
ni
uzi
L’equazione di von Kàrmàn diviene allora:
∂ δ 2 ∂ δ
τo = − ( ρ u dy) +
ani ( ρ Uo u dy)
∂x 0 ∂x 0
∂ δ
= ρ u(Uo − u) dy (11.8)
∂x 0
od
L’eq.(11.8) può essere resa adimensionale nell’ipotesi di densità ρ costante.
∂ 1 u u y
m
τo = ρUo2 δ( (1 − ) d (11.9)
∂x 0 Uo Uo δ
posto:
ipr
y
=η
u
=u
Ar
δ Uo
si ha:
ar
τo ∂ 1
= δ( u(1 − u) dη
ρUo2 ∂x 0
1
A.
θ = δ u(1 − u) dη
0
ta l
τo ∂θ
= (11.10)
ρUo2 ∂x
Conseguenza del teorema integrale è che in assenza di gradiente di pressioni:
∂p ∂Uo
= 0, e con moto uniforme esterno =0
∂x ∂x
1
eta
Le due condizioni sono tra loro dipendenti attraverso il teorema di Bernoulli, applicato
al moto esterno, nell’ipotesi di fluido perfetto e moto irrotazionale:
∂p ∂Uo
= −ρUo (11.7)
∂x ∂x
Vi
236 A.Armanini Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010
e
allora i profili di velocità sono tra loro geometricamente simili:
u y
on
= u = f unct( ) (11.11)
Uo δ
La variabile θ è detta spessore della quantità di moto .
ni
uzi
11.1.2 spostamento di massa
2
ani Uo Uo
spessore di
od
spostamento
di massa
u dello S.L.
spessore dello S.L. δ (x)
δ ∗ (x)
m
y
ipr x
Ar
u dy = Uo (δ − δ ∗ )
0
δ δ
ta l
∗
Uo δ = Uo δ − u dy = (Uo − u) dy (11.12)
0 0
1
δ∗ = δ (1 − u) dη (11.13)
0
eta
e
11.1.3 spostamento di quantità di moto
(3 ) Per analogia con lo spostamento di massa, θ rappresenta lo spessore di
on
spostamento di quantità di moto dello strato limite:
ρ U o2 ρ U o2
spessore di
ni
spostamento
uzi
di quantità di
spessore
ρ u2 moto dello
dello S.L. δ (x) S.L. θ (x)
y
x
ani
od
Fig.11.5 Spessore di spostamento della quantità di moto dello strato limite
m
1
ipr θ=δ
0
u(1 − u) dη (11.14)
Ar
locità all’interno dello strato limite, vale a dire la legge (11.11). Nel caso di
strato limite laminare il problema è stato risolto da Blasius (1908). Secondo
ta l
i=0
e
mente buona risulta l’approssimazione di Polhausen (1921) che approssimò la
4
o
funzione con un polinomio di 4 grado (u = ai η i ).
on
i=0
ni
uzi
Particolarmente buona risulta l’approssimazione di Polhausen (1921) che ap-
4
prossimò la funzione con un polinomio di 4o grado (u = ai η i ).
ani i=0
I coefficienti ai , i = 1, 4 sono determinati dalle condizioni al contorno:
od
⎧
⎪
⎪ u=1
⎧ ⎪
⎪
⎪ ⎪
⎪
⎨ u=0 ⎨ ∂u
=0
m
sulla parete: η = 0 ⎪ ∂ 2 u sulla bordo: η = 1 ⎪ ∂η (11.16)
⎩ =0 ⎪
⎪
∂η 2 ⎪
⎪
2
∂ u
ipr ⎪
⎩
∂η 2
=0
Ar
e quindi:
⎧
⎪
⎪ ao = 0
⎪
⎨
ar
a2 = 0
(11.17)
⎪
⎪ 0 = a1 + a3 + a4
⎪
⎩
0 = 6a3 + 12a4
A.
u = 2η − 2η 3 + η 4 (11.18)
τo ∂ 1
= δ u(1 − u) dη
ρUo2 ∂x 0
Vi
A.Armanini- Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010 239
∂ 1
e
= δ 2η − 2η 3 + η 4 1 − 2η + 2η 3 − η 4 dη
∂x 0
36 ∂δ
on
= (11.19)
315 ∂x
L’eq.(11.19) contiene ancora due variabili incognite (δ e τ ): necessita quindi
una seconda equazione, che, nell’ipotesi di moto laminare e fluido newtoniano,
ni
è fornita appunto dall’equazione di Newton applicata alla parete (nel punto
uzi
η = 0).
∂uani Uo ∂u Uo
τo = μ =μ =μ 2 (11.20)
∂y η=0
δ ∂η η=0
δ
od
Uo 1 37 ∂δ
2μ =
m
δ ρUo2 315 ∂x
630 μ
ipr δ dδ =
1 2
37 ρUo
δ 17.03
μ
dx
Ar
x + cost (11.21)
2 ρUo
2
A.
δ μ
= 34.06
x ρUo x
ta l
δ √ μ 1
= 34.06 = 5.836 (11.22)
x ρUo x Rex
che rappresenta la legge di crescita dello strato limite laminare scritta in forma
adimensionale.
eta
e
Uo 1 μ
on
τo = 2μ = 2μUo
ν
= 0.343 ρ Uo2
δ 5.836 x U x μ
o xρ Uo
ρUo x
1
= 0.343 ρ Uo2 (11.23)
ρUo x
ni
uzi
μ
Ossia:
ani 1
2
τo
ρUo2
=
0.685
(Rex )1/2
(11.24)
od
τo
Il rapporto 1 è definito come coefficiente di resistenza locale:
2
ρUo2
def τo 0.685
cR = = locale (11.25)
m
1
2
ρUo2 (Rex )1/2
ipr
Con la trattazione di Blasius(1908) si sarebbe trovata la seguente relazione:
0.664
Ar
cR = (11.26)
(Rex )1/2
Da qui in avanti si terrà valido il valore del coefficiente 0.664 calcolato da
Balsius.
ar
11.3.3 coefficiente di resistenza totale
A.
larghezza B :
L L
1 1
F = B τo dx = B ρUo2 0.664 ρU x
0 2 0 o
μ
L
Uo2 1 1
eta
= 0.664Bρ
ρUo
√
2 0 x
μ
Uo2 1 √
= 0.664Bρ 2 L
2 ρUo
μ
Vi
A.Armanini- Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010 241
ρ Uo2
e
1
= 1.328BL (11.27)
2 ρUo L
μ
on
F
Il rapporto è definito come coefficiente di resistenza globale:
BL 12 ρUo2
def F 1.328
CR = = globale (11.28)
ni
1
AρUo2 (ReL )1/2
uzi
2
10 01
CR ani
−1
100,1
C R = 1.328 R L− ( 1 / 2 )
od
0,01
−2
10
m
0,001
10 −3
100
10 2
ipr 1000
10 3
10000
10 4
100000
10 5 1000000
10 6 10000000
10 7
RL =
Uo L
10 8
100000000
Ar
4
eta
4
non svolto a.a. 2008/09
Vi
242 A.Armanini Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010
e
11.1 Strato limite turbolento
Lo strato limite diviene turbolento per valori del numero di Reynolds (Rδ =
on
Uo δ
3 105 ÷ 106 ).
ν
Nell’ipotesi di moto statisticamente stazionario, allora il moto fluido all’in-
terno dello strato limite è governato dalle equazioni di Reynolds, nelle quali si è
ni
abolito per semplicità di scrittura la barra di media sui simboli della pressione
uzi
e delle velocità medie.
Nell’ipotesi che il moto sia bidimensionale nel piano (x, y), e trascurando
l’effetto della forza di gravità, la prima equazione si scrive dunque:
ani
∂ux ∂uy ∂p ∂ ∂ux ∂ ∂ux
=− − ρux ux + − ρux uy
od
ρ ux + uy + μ μ
∂x ∂y ∂x ∂x ∂x ∂y ∂y
(11.29)
m
Si possono fare le seguenti ipotesi di strato limite, dovute al fatto che il
moto medio è quasi parallelo alla parete:
ipr I ipotesi ux uy
Ar
∂ ∂
II ipotesi
∂y ∂x
∂p
ar
III ipotesi =0
∂x
La terza ipotesi era già stata fatta per lo strato limite laminare e dipende dal
A.
∂ux
– lo sforzo viscoso del moto medio τvisc = μ
∂y
– lo sforzo apparente turbolento τturb = −ρux uy
Vi
A.Armanini- Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010 243
e
L’eq.(11.30) stabilisce quindi che lo sforzo totale (τT ot = τvisc + τturb ) si
mantiene costante lungo lo spessore dello strato limite.
on
Mentre questa ipotesi viene confermata sperimentalmente in prossimità
della parete, essa appare inaccettabile in prossimità del bordo, dove ci si as-
petta che lo sforzo totale tenda asintoticamente a zero, come schematizzato
nella successiva figura 11.7 .
ni
uzi
11.1.1 regione esterna e regione interna
Lo strato limite turbolento viene quindi di solito diviso in due aree: la regione
ani
interna la cui estensione copre il 15% dello spessore in prossimità della parete
e la regione esterna che copre il rimanente 85%.
od
moto a potenziale
ipr
regione esterna
τ Tot
Ar
regione interna
τo
ar
Fig.11.7 Strato limite turbolento: regione esterna e regione interna
A.
La regione interna risulta essere la più importante sia per i bilanci delle
forze che per i bilanci energetici, essa è caratterizzata da uno sforzo tangenziale
ta l
e
∂uj ∂ui
ui uj = −ε
on
+
∂xi ∂xj
che nel caso in esame si riduce a:
∂u
ni
ux uy = −ε (11.31)
uzi
∂x
nella quale è stato abolito il pedice ( x ) alla velocità poichè la componente uy è
trascurabile. ani
La (11.31 sostituita nella (11.30) dà:
∂u τo
(ν + ε)= cost = (11.32)
od
∂y ρ
Il termine a sinistra risulta avere la dimensione di una velocità al quadrato,
velocità di attrito e designata dal simbolo u∗ :
m
def τo
u∗ = velocità di attrito (11.33)
ipr ρ
Ar
∂u
= u2∗
ν (11.34)
∂y
L’eq.(11.34) può essere resa adimensionale:
∂ u u∗
=
eta
∂y u ν
∗
u u∗ y
d = d (11.35)
u∗ ν
Le due nuove variabili sono indicate con l’apice +:
Vi
A.Armanini- Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010 245
e
def u def u∗ y
on
u+ = y+ =
u∗ ν
ni
uzi
du+ = dy +
che integrata, con la condizione di aderenza alla parete (u+ = 0) per (y + = 0),
ani
fornisce:
od
u+ = y + (11.36)
ipr δ = 5
ν
u∗
Ar
11.1.4 buffer
ar
ν
Per y ≥ 5 l’effetto degli sforzi turbolenti non è più trascurabile, gli sforzi
u∗
turbolenti e gli sforzi viscosi sono ugualmente importati fino a valori di y +
30 ∼ 50. Questa zona è chiamata buffer.
A.
e
11.1.5 sotto-strato di turbolenza di parete
Per y + ≥ 35 ∼ 50 gli sforzi viscosi sono trascurabili rispetto a quelli turbolenti
on
e l’eq.(11.32) si riduce a:
∂u
ε= u2∗ (11.38)
∂y
ni
La zona di strato limite in questione, che è sempre una porzione della
uzi
regione interna, poichè si è assunto costante lo sforzo tangenziale, è chiamata
sotto-strato di turbolenza di parete.
Per integrare l’eq.(11.38) è necessario introdurre un opportuno modello
ani
di chiusura. Si è già detto che per la turbolenza di parete è stato proposto
da Prandtl un modello di chiusura, detto della lunghezza di mescolamento, che
consente di risolvere in maniera assai soddisfacente il problema della turbolenza
od
di parete. Secondo il modello di Prandtl si ha:
∂u
ε = 2
m
(11.39)
∂y
dove
ipr = κy (11.40)
Ar
∂u
κy = u∗ (11.42)
∂y
u 1 dy
d =
u∗ κ y
eta
u∗ y
u 1d ν
d =
u∗ κ u∗ y
ν
e quindi
Vi
A.Armanini- Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010 247
e
u+ = ln y + + B (11.43)
κ
on
Per calcolare la costante di integrazione B si dovrebbe conoscere il valore
della velocità in una delle due estremità del sottostrato in esame. Tuttavia
questo valore non è noto, poichè non si conoscono nè la velocità nel buffer
(bordo inferiore del sotto-strato) nè nelle regione esterna (bordo superiore del
ni
sotto-strato).
uzi
Dal punto di vista applicativo tuttavia si può trascurare il buffer ed immag-
inare che esista una transizione diretta dal sottostrato viscoso al sotto-strato
di turbolenza di parete. Le risultanze sperimentali di Nikuradse indicano
ani
che questa passaggio avviene per y + = 11.6.
Per cui la costante B si può calcolare su questo valore:5
od
1
B = 11.6 − ln 11.6 = 5.5 (11.44)
κ
m
Per cui in definitiva si ha:
ipr u+ =
1
κ
ln y + + 5.5 (11.45)
Ar
La legge logaritmica è tipica della turbolenza di parete per cui questo sotto-
strato viene anche chiamato sotto-strato logaritmico.
ar
11.1.6 regione esterna
Come si è detto nella regione esterna la distribuzione degli sforzi non può più
A.
Sulla base di misure più recenti e più precise Coles e Hirst (1986) hanno ottenuto:
κ = 0.41 ; B = 5. ; δ = 10.805
Vi
248 A.Armanini Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010
e
ux
on
ni
t
uzi
Fig.11.8 Esempio di un segnale di velocità misurato in una zona soggetta
ani
ad intermittenza.
Il trattamento analitico di questo tipo di moto risulta particolarmente com-
od
plesso. Inoltre il moto nella regione esterna ha scarsa influenza sul calcolo delle
resistenza, per cui ci si accontenta qui di una descrizione sommaria.
Si osservi tuttavia che l’equazione differenziale (11.42), avrebbe potuto es-
sere adimensionalizzata anche rispetto alla variabile esterna η = y/δ:
m
ipr d
u
u∗
=
d(y/δ)
κ (y/δ)
(11.46)
Ar
dη
du+ = (11.47)
κη
la quale integrata da la seguente espressione:
ar
u 1
= ln η + Cost (11.48)
u∗ κ
A.
Ipotizzando cioè che l’equazione (11.46) sia valida anche nello strato es-
terno, quindi prescindendo dai fenomeni di intermittenza e dagli altri fenomeni
ta l
Uo − u 1
= log η) (11.49)
u∗ κ
Si osservi che l’equazione (11.49) fornisce la distribuzione di velocità come
differenza tra la velocità esterna e la velocitá locale, questo tipo di espressione
Vi
A.Armanini- Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010 249
e
viene chiamata legge di deficit (o meno propriamente di difetto), in quanto,
appunto, esprime la velocità come come differenza con la velocità esterna allo
on
strato limite.
La relazione (11.49) non tiene conto di tutti quei fenomeni a cui si è ac-
cennato sopra, per cui di solito viene opportunamente corretta con funzioni di
carattere sperimentale, dette funzioni di scia.
ni
Molto utilizzata a questo proposito è la funzione di scia di Coles(1956)
uzi
π
f (η) = sin2 η 3η 2 − 2η 3 (11.50)
ani 2
od
locità valido sia nella regione esterna che nel sotto-strato di turbolenza di
parete:
m
Uo − u 1 Π
= log η + 2 f (η) (11.51)
ipr u∗ κ κ
Ar
Uo − u Uo u Uo
= − = − u+ (11.52)
u∗ u∗ u∗ u∗
ta l
inoltre:
y yu∗ ν ν Uo Uo 1
η= = = y+ = y+ (11.53)
δ ν u∗ δ Uo δ u∗ u∗ Rδ
u∗ τo 1 cR
= = = f ct(Rδ )
Uo ρ Uo 2
Se si esprime cioè la legge di difetto esterna in termini delle variabili interne u+ e y + , compare
una dipendenza dal numero di Reynolds, che contraddice la similitudine dei profili.
Vi
250 A.Armanini Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010
e
40
u+
on
35 regione interna regione esterna
legge di
30
sotto- sottostrato scia
25 strato buffer turbolenza
viscoso di parete
ni
20
uzi
u + = 8.74 ( y + )1 /7 u + = 8.74 ( y + )1 /7
15
10 ani y+=11.6
5
y+=350
y+=35
y+=5
0
od
1 10 100 1000 y+ 10000
m
ipr
Ar
ta l
e
sottostrato legge limiti di validità
u+ = y + y+ ≤ 5
on
viscoso
+
buffer y + = u+ + e−κB eκu − 1 − κu+ − 5 < y + < 35
(κu+ )2 (κu+ )3
−
ni
con B = 5.5
uzi
2 6
1
turbolenza u+ = ln y + + 5.5ani 35 < y + < 250 ∼ 350.
κ
di parete Il limite superiore
dipende dal nu-
od
mero di Reynolds
Re = Uνo δ
Uo − u
m
1 Π π
Regione = log η + 2 sin2 η 0.15 ≤ η ≤ 1
u∗ κ κ 2
esterna
ipr
Ar
u u∗ y
= 8.74 (11.54)
u∗ ν
ta l
7
Si noti tuttavia che la costante e l’esponente nell’eq.(11.54), dovrebbero dipendere dal
numero di Reynolds. Hinze suggerisce per la costante il valore 8.3, che meglio approssima i
dati sperimentali della velocità. Mentre per l’esponente Clauser invece osserva che l’esponete
può variare tra 1/3 ad 1/10
Vi
252 A.Armanini Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010
e
1/7
u y
on
=
Uo δ
U = (η)1/7 (11.56)
ni
indisturbata Uo :
uzi
1/7
1/7 1/7
1/7 1/7
Uo u∗ δ Uo u∗ δ u∗ Uo δ
= 8.74
ani = 8.74 = 8.74
u∗ ν Uo ν Uo ν
8/7 −1/7
u∗ 1 Uo δ
=
od
Uo 8.74 ν
7/4
1 1 1
u2∗ = Uo2
2
1/4 = 0.0225 Uo 1/4 (11.57)
8.74 Uo δ Uo δ
m
ν ν
ossia:
ipr
Ar
τo 1
2
= 0.0225 1/4 (11.58)
ρ Uo Uo δ
ν
ar
11.1.8 sviluppo dello strato limite
A.
δ (1 − U )U dη
τo = ρUo2 (11.59)
∂x 0
Sostituendo (11.56) nell’integrale di (11.59), si ha:
1
7
(1 − U )U dη = (11.60)
0 72
eta
e quindi:
7 ∂δ ∂δ
τo = ρUo2
= 0.0972 ρUo2 (11.61)
72 ∂x ∂x
τo può essere eliminato utilizzando la (11.58):
Vi
A.Armanini- Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010 253
e
∂δ 1
0.0972 ρUo2 = 0.0225 ρ Uo2 1/4 (11.62)
∂x
on
Uo δ
ν
si possono separare le variabili ed integrare:
ni
uzi
1
δ 1/4 dδ = 0.2316
1/4 dx
Uo
ani ν
4 5/4 1
δ = 0.2316
1/4 x
5 Uo
od
ν
1
δ = 0.371 x
(11.63)
Uo x 1/5
m
ν
11.1.9
ipr
coefficienti di resistenza dello strato limite tur-
bolento
Ar
1/4
1/20
x Uo x
= 1.2814 (11.65)
δ ν
che sostituita in (11.64) dà:
1/20
τo 1 x 1/4 Uo x
eta
= c R = 2 (0.0225) 1.2814
U2 Uo x 1/4 δ ν
ρ o
2 ν
−1/5
Uo x
= 0.0577 = 0.0577Rx−1/5 (11.66)
ν
Vi
254 A.Armanini Mecc-Fluidi 10/11 Università di Trento - Nov. 2010
e
Sperimentalmente si è trovato:
cR = 0.0592Rx−1/5
on
(11.67)
La resistenza su tutta la piastra, nell’ipotesi che tutta la piastra sia lambita
da strato limite turbolento, si ottiene:
ni
L
uzi
Uo2 Uo x −1/5
R=B τo dx = ρ 0.0592 B dx
0 2 L ν
−1/5
Uo2 Uo 5
L (L)−1/5
ani = ρ
2
0.0592 B
od
R 1
CR = = 0.074
(11.69)
Uo2 Uo L 1/5
(BL) ρ
m
2 ν
100
ipr
Ar
CR
10−1
ar
C R = 1.328 R L−1/ 2
10−2
A.
CR = 0.074 R L−1/ 5
ta l
10−3
102 103 104 105 106 107 108 U L 109
RL = o
ν