Analisi del bicinium n.8 “Sancti mei” Orlando di Lasso (LV 599)
Testo:
Traduzione:
Analisi:
Il brano può essere suddiviso in quattro episodi (Episodio 1 bb. 1-12; Episodio 2 bb.
12-17; Episodio 3 bb.18-22; Episodio 4 bb. 22-36), tutti collegati tra loro secondo la
tecnica dell’incastro, che consiste nel generare nell’ultimo quarto della battuta una
precedente.
Il primo episodio inizia con una struttura incrociata, in cui inizialmente il basso
fiorisce il cantus firmus del tenore (bb. 1-4) e successivamente il basso ripropone lo
stesso cantus firmus e il tenore imita la fioritura che prima era affidata al basso,
trasposta prima alla quinta (bb. 4-5 e battere di b. 6) poi all’ottava (b. 6), liberandosi
ascendente. L’inizio può essere associato a una forma di passacaglia, in cui uno
stesso basso (qui il c.f.) viene ripetuto, ampliato o armonizzato in modo diverso
ogni volta.
trasposto alla sesta dal tenore, che termina sul battere di b. 11 (“qui in isto”) e
Sul levare di b. 13 inizia il nuovo episodio, proponendo ancora una volta un canone
avviato dal basso, ma con le entrate più ravvicinate rispetto al precedente (mezza
sfocia in un contrappunto doppio fiorito che conclude la strofa con una cadenza con
Il terzo episodio inizia con un canone in cui il primo ingresso è del tenore, imitato a
le parole “merce dem laborum”, si conclude con una quinta sul terzo quarto di b.20.
Sul levare di b. 21 inizia la parola “vestrorum”, sulla quale cui il basso imita
Sul terzo quarto di b. 22 si apre il quarto episodio, sulle parole “ego reddam vobis”.
L’ultima parte dell’ultimo verso viene ripetuta tre volte (bb. 22-26; bb. 27-31; bb.
32-36), con figurazioni simili nel ritmo e negli intervalli, ma ricorrendo a differenti
modalità imitative. In tutte le ripetizioni la frase presenta una prima parte a canone
con valori di minima sfasati di un quarto (“ego reddam”) e una seconda parte in
La prima volta la frase finale inizia con un canone a distanza di terza in cui il basso
imita il tenore seguendolo di un quarto (bb. 22-24). A cavallo tra le bb. 24 e 25 c’è
una breve imitazione a distanza di quinta sfasata di un quarto, in cui sembra che il
origine a un canone più ampio, in cui le voci sono distanziate di un’intera battuta.
A b. 27 inizia la prima ripetizione della frase: questa volta il canone viene avviato
dal tenore, che anticipa il basso di un quarto e a distanza di quinta per due battute.
figurazione del basso alle bb. 24-26, trasponendola una quinta sopra. Il basso lo
imitativo che molto ricorda il canone delle bb. 24-26, prima di sciogliersi sull’ultimo
quarto di b. 30.
La conclusione del brano è sancita dalla terza presentazione delle parole “ego
reddam vobis”. Il basso inizia sul levare di b. 32, e dal battere di b. 32 l’imitazione
tra le voci è molto simile alla precedente ripetizione, variandone solo alcuni aspetti
imitativo su “vobis” (viene di fatto eliso il re che il basso aveva nella seconda metà
Son me san
STO.
ch me qui. sto
Cu cer ha
men
CU cer fa men ha
bu stis me dem a - ba um
bis red
dam
bis
g red dam
Tecniche contrappuntistiche
Petra Valtellina
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