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Tecniche contrappuntistiche a.a.

2020/2021 - Petra Valtellina

Analisi del bicinium n.8 “Sancti mei” Orlando di Lasso (LV 599)

Testo:

Sancti mei qui in isto seculo certamen habuistis,

merce dem laborum vestrorum ego reddam vobis.

Traduzione:

Oh, Santi miei, che in questo secolo avete sostenuto il combattimento,

io vi restituirò in cambio la ricompensa delle vostre fatiche.

Analisi:

Il brano può essere suddiviso in quattro episodi (Episodio 1 bb. 1-12; Episodio 2 bb.

12-17; Episodio 3 bb.18-22; Episodio 4 bb. 22-36), tutti collegati tra loro secondo la

tecnica dell’incastro, che consiste nel generare nell’ultimo quarto della battuta una

sovrapposizione tra l’inizio del nuovo episodio e la conclusione dell’episodio

precedente.

Il primo episodio inizia con una struttura incrociata, in cui inizialmente il basso

fiorisce il cantus firmus del tenore (bb. 1-4) e successivamente il basso ripropone lo

stesso cantus firmus e il tenore imita la fioritura che prima era affidata al basso,

trasposta prima alla quinta (bb. 4-5 e battere di b. 6) poi all’ottava (b. 6), liberandosi

a b. 7. L’imitazione ritmica, tuttavia, è rispettata anche nella prima metà di b. 7, con


la stessa quartina di crome sulla parola “mei” che era stata presentata nella

figurazione iniziale del basso, ma melodicamente il moto è invertito, ora è

ascendente. L’inizio può essere associato a una forma di passacaglia, in cui uno

stesso basso (qui il c.f.) viene ripetuto, ampliato o armonizzato in modo diverso

ogni volta.

Nella seconda metà di b. 7 il basso dà inizio a un canone sfasato di una battuta e

trasposto alla sesta dal tenore, che termina sul battere di b. 11 (“qui in isto”) e

prosegue con un contrappunto doppio fiorito (“seculo”), concludendo l’episodio a b.

12 con una cadenza con ritardo della sensibile.

Sul levare di b. 13 inizia il nuovo episodio, proponendo ancora una volta un canone

avviato dal basso, ma con le entrate più ravvicinate rispetto al precedente (mezza

battuta di distanza) e a distanza di terza, che prosegue fino al battere di b. 16. e

sfocia in un contrappunto doppio fiorito che conclude la strofa con una cadenza con

ritardo della sensibile su due la all’ottava nella seconda metà di b. 17.

Il terzo episodio inizia con un canone in cui il primo ingresso è del tenore, imitato a

distanza di un movimento dal basso, a distanza di quinta. Il canone, che interessa

le parole “merce dem laborum”, si conclude con una quinta sul terzo quarto di b.20.

Sul levare di b. 21 inizia la parola “vestrorum”, sulla quale cui il basso imita

ritmicamente il tenore a distanza di mezza battuta in un contrappunto doppio fiorito.

Sul terzo quarto di b. 22 si apre il quarto episodio, sulle parole “ego reddam vobis”.

L’ultima parte dell’ultimo verso viene ripetuta tre volte (bb. 22-26; bb. 27-31; bb.

32-36), con figurazioni simili nel ritmo e negli intervalli, ma ricorrendo a differenti

modalità imitative. In tutte le ripetizioni la frase presenta una prima parte a canone
con valori di minima sfasati di un quarto (“ego reddam”) e una seconda parte in

contrappunto doppio fiorito, anch’essa imitativa (“vobis”).

La prima volta la frase finale inizia con un canone a distanza di terza in cui il basso

imita il tenore seguendolo di un quarto (bb. 22-24). A cavallo tra le bb. 24 e 25 c’è

una breve imitazione a distanza di quinta sfasata di un quarto, in cui sembra che il

basso segua a canone il tenore, anticipando la parola successiva. Questa

possibilità viene capovolta a metà di b. 25, quando il tenore ricomincia la stessa

figurazione all’ottava, raggiungendo finalmente il basso sulla parola “vobis”, dando

origine a un canone più ampio, in cui le voci sono distanziate di un’intera battuta.

A b. 27 inizia la prima ripetizione della frase: questa volta il canone viene avviato

dal tenore, che anticipa il basso di un quarto e a distanza di quinta per due battute.

Da metà di b. 29 fino a b. 31, il tenore fiorisce la parola “vobis” imitando la

figurazione del basso alle bb. 24-26, trasponendola una quinta sopra. Il basso lo

raggiunge mezza battuta dopo dando origine a un contrappunto doppio fiorito

imitativo che molto ricorda il canone delle bb. 24-26, prima di sciogliersi sull’ultimo

quarto di b. 30.

La conclusione del brano è sancita dalla terza presentazione delle parole “ego

reddam vobis”. Il basso inizia sul levare di b. 32, e dal battere di b. 32 l’imitazione

tra le voci è molto simile alla precedente ripetizione, variandone solo alcuni aspetti

ritmici nelle bb. 32 e 33 e stringendo le entrate del contrappunto doppio fiorito

imitativo su “vobis” (viene di fatto eliso il re che il basso aveva nella seconda metà

di b. 29, quindi la fioritura viene anticipata di mezza battuta). Il brano si conclude

con una cadenza con ritardo della sensibile a b. 36.


8

Son cti me San

Son me san

STO.

ch me qui. sto

Cu cer ha
men

CU cer fa men ha

bu stis me dem a - ba um

bu shs. mer ce dem la bo

stro rum. go red darm. YO

ve stro red dan

bis red
dam

bis go red dam.

go red dam bis

bis
g red dam
Tecniche contrappuntistiche
Petra Valtellina

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