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BIOGAS
1
Frazione
Organica
dei
Rifiuti
Solidi
Urbani:
si
tratta
dell’organico
(o
“umido”)
proveniente
dalla
raccolta
differenziata
1
Tabella1. Numero di impianti a biogas (e relativa potenza elettrica installata) da digestione anaerobica
operativi sul territorio nazionale (GSE, 2015).
IMPIANTI POTENZA INSTALLATA
numero % Mwe %
ABRUZZO 18 1,1 12,661 1,1
BASILICATA 16 1,0 6,41 0,6
CALABRIA 17 1,0 10,202 0,9
CAMPANIA 44 2,7 23,462 2,1
EMILIA ROMAGNA 209 12,7 156,309 14,1
FRIULI VENEZIA GIULIA 77 4,7 51,789 4,7
LAZIO 51 3,1 31,82 2,9
LIGURIA 3 0,2 1,459 0,1
LOMBARDIA 554 33,6 381,203 34,4
MARCHE 30 1,8 21,014 1,9
MOLISE 3 0,2 2,109 0,2
PIEMONTE 189 11,5 131,893 11,9
PUGLIA 25 1,5 13,053 1,2
SARDEGNA 31 1,9 22,665 2,0
SICILIA 11 0,7 7,708 0,7
TOSCANA 44 2,7 31,628 2,9
TRENTINO ALTO ADIGE 39 2,4 13,372 1,2
UMBRIA 28 1,7 14,004 1,3
VALLE D'AOSTA 2 0,1 0,155 0,0
VENETO 256 15,5 175,815 15,9
ITALIA 1647 100 1108,731 100
2
Distribuzione territoriale
Gli impianti a biogas interessano tutte le province, ma sono concentrati maggiormente nel
padovano, nel veronese e nel veneziano. Al primo posto la provincia di Padova, con il 29,1% degli
impianti e il 31% della potenza elettrica installata sul totale regionale; seguono Verona (25,5% degli
impianti, 24% MWe installati) e Venezia (16,4% degli impianti, 19,2% MWe installati). Minoritario,
come prevedibile, il contributo della provincia di Belluno, dove si contano solo due impianti.
Figura1. Distribuzione territoriale dei 220 impianti a biogas operativi in Veneto.
Dimensioni degli impianti
La taglia degli impianti a biogas viene espressa in base alla potenza elettrica nominale del
cogeneratore. Gli impianti realizzati hanno dimensioni variabili dai 40 ai 1500 kWe. Solo 10 impianti
hanno una potenza elettrica installata inferiore ai 100 kWe e altrettanti superiore a 1 MWe. La
taglia più diffusa è quella compresa tra i 900-‐999 kWe: in questa classe ricade il 43,2% degli impianti
e il 60,5% della potenza elettrica installata (Figura 2).
Figura2. Distribuzione percentuale degli impianti (come numero e potenza elettrica installata) per classe di
potenza elettrica. Legenda delle classi: <100= impianti con potenza elettrica nominale inferiore a 100 kW;
100= 100-‐199; (…); ≥1000= potenza elettrica nominale superiore o uguale a 1000 kW.
3
Regime di autorizzazione
Dall’indagine condotta emerge che il 64% degli impianti (corrispondenti all’83% della potenza
elettrica installata) è stato autorizzato dalla Regione. L’ Autorizzazione Unica è più frequente
all’aumento della taglia dell’impianto, ma autorizzazioni comunali si trovano anche per impianti
appartenenti alla classe dei 900 kWe (Figura 3).
Figura3. Regime di autorizzazione per classe di potenza elettrica installata. Gli impianti sono stati ripartiti
per classe di potenza elettrica installata (ad esempio classe 200= da 200 a 299 kWe). All’interno di ogni classe
sono stati distinti quelli autorizzati a livello comunale (in rosso) e quelli autorizzati dalla Regione con
procedura di Autorizzazione Unica (in blu).
4
FOCUS: Le procedure di autorizzazione degli impianti a biogas
Gli iter procedurali previsti dalla normativa vigente per la realizzazione degli impianti a biogas sono
in capo alle Regioni (con procedura di Autorizzazione Unica, AU) o ai Comuni (con Comunicazione
al Comune o Procedura Abilitativa Semplificata). La discriminante è la taglia dell’impianto, intesa
come potenza nominale elettrica del cogeneratore. La soglia di potenza oltre la quale è richiesta la
procedura di Autorizzazione Unica regionale è quella dei 250 kWe. Tuttavia, le Regioni hanno la
facoltà di estendere il campo di applicazione dell’autorizzazione comunale (Procedura Abilitativa
Semplificata) fino a 1 MWe.
A livello nazionale la disciplina dell’autorizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica
alimentati da fonti rinnovabili è contenuta nel Decreto legislativo 28/2011 e nelle Linee Guida
approvate con D.M. 10 settembre 2010. Per la Regione del Veneto valgono le disposizioni
contenute nella DGR n. 453 del 2 marzo 2010. Secondo questa norma, per gli impianti a biogas le
competenze si ripartiscono tra Comuni e Regione come segue:
Potenza Condizioni particolari Competenza
< 250 kWel Comune
In caso non sia necessaria
altra autorizzazione oltre Comune
quella comunale
In caso sia necessaria altra
Regione
autorizzazione oltre quella
≥250 kWel (U.C. Tutela Atmosfera*)
comunale
< 3 MWt
Qualora sia richiesto
dall'interessato
Regione
(imprenditore agricolo)
(Sezione Agroambiente*)
l'esame del Piano
Aziendale
Regione
> 3 MWt
(U.C. Tutela Atmosfera)
* Sezione Agroambiente per gli impianti di tipo agricolo; Unità Complessa Tutela Atmosfera per gli
impianti di tipo industriale.
5
Anno di entrata in esercizio
I primi impianti sono stati avviati nel 2004. Per i primi anni il numero di realizzazioni è stato
pressoché costante (un tasso dell’1,5-‐3% all’anno sul totale degli impianti realizzati a oggi).A partire
dal 2008 si è assistito a una crescita esponenziale, con un vero e proprio “boom” nel 2012, anno in
cui è stato messo in campo il 45% degli impianti, corrispondenti al 48% della potenza elettrica
installata a livello regionale (Figura 4).Dal 2013, e per gli anni seguenti, il settore ha subìto un
brusco calo, con un tasso di realizzazioni annuali paragonabile a quello precedente il 2008.
Questa dinamica ricalca quanto avvenuto a livello nazionale (Figura 5).
Il dinamismo del settore nel quadriennio 2008-‐2012 è da mettere in relazione con il sistema di
incentivazione al kWh elettrico introdotto con la Legge 244/07 (poi modificata dalla Legge 99/09),
che prevedeva un incentivo pari a 28 €cent per ogni kilowattora elettrico immesso in rete per gli
impianti entrati in esercizio dal 01-‐01-‐2008 al 31-‐12-‐2012. Nel 2012, l’emanazione del Decreto
ministeriale 6 luglio 2012, che introduceva un nuovo regime di incentivi a partire dal 1 gennaio
2013, meno remunerativo del precedente (23,6 €cent/kWhe è il valore massimo della tariffa base),
ha portato a una vera e propria “corsa” alla realizzazione di nuovi impianti da avviare entro la data
ultima del 31 dicembre 2012. Non a caso, dei 99 impianti avviati nel 2012, la metà ha comunicato la
data di entrata in esercizio nel mese di dicembre.
Figura 4. Distribuzione degli impianti e della potenza elettrica installata per anno di messa in esercizio in
Veneto dal 2004 al 2015.
Figura 5. Distribuzione degli impianti e della potenza elettrica installata per anno di messa in esercizio in
Italia dal 2004 al 2012 (elaborato da CRPA, 2013).
.
6
Tipologia e dieta degli impianti
Dei 220 impianti operativi sul territorio regionale, quelli di tipo agricolo sono l’89%, e
contribuiscono per l’84% al totale della potenza elettrica installata (Tabella 2).
Tabella 2. Tipologia di impianti per numero e potenza elettrica installata.
Tipologia Impianti Potenza elettrica (M W )
(numero) (%) (numero) (%)
agricolo 195 89 130.879 84
industriale * 25 11 25.811 16
totale 220 100 156.690 100
Come evidenziato in Figura 6, la maggior parte degli impianti di digestione anaerobica (61,8%) è
alimentata con la miscela “classica” costituita da effluente e colture dedicate. Il 10,5% riceve una
dieta esclusivamente vegetale (colture dedicate e sottoprodotti delle lavorazioni agricole) mentre
quattro impianti (1,8%) sono alimentati esclusivamente con effluenti zootecnici.Di questi, due sono
impianti di tipo psicrofilo, costituiti essenzialmente da una copertura delle vasche di stoccaggio dei
liquami per il recupero del biogas prodotto naturalmente durante il periodo di stoccaggio. Il 14,5%
degli impianti è alimentato con effluenti in miscela con colture dedicate e/o sottoprodotti (come
sfalci verdi, sottoprodotti della lavorazione delle olive, dell’uva, del latte). Il 9,5% sono gli impianti al
servizio delle aziende agro-‐alimentari o di macellazione, alimentati con gli scarti o i sottoprodotti
delle lavorazioni. Infine, il restante 1,8% sono gli impianti alimentati con rifiuti come i fanghi di
supero dei depuratori dei reflui urbani, la FORSU o altri rifiuti organici come quelli provenienti dalle
mense.
Figura 6. Distribuzione percentuale degli impianti per tipologia di dieta.
7
FOCUS: GLI IMPIANTI A BIOGAS AGRICOLI
Per 117 impianti di tipo agricolo autorizzati dalla Sezione Agroambiente della Regione del Veneto
(corrispondenti al 53% del totale e al 60% di quelli agricoli) è stato possibile elaborare i dati
contenuti nelle schede di sintesi relative al 2015. Queste sono un documento che annualmente i
titolari degli impianti devono compilare e inviare alla Sezione Agroambiente e che contengono un
resoconto del funzionamento dell’impianto. Le informazioni fornite riguardano tra le altre, le
matrici in entrata (tipo e quantità annuale), cosa che ha permesso di analizzare nel dettaglio la dieta
e le sue modificazioni in relazione alla taglia dell’impianto e al sistema di incentivi al kWh elettrico.
Matrici introdotte
Le matrici impiegate per l’alimentazione degli impianti sono state suddivise in tre categorie:
effluenti, colture dedicate e sottoprodotti vegetali (dalla lavorazione delle olive, dell’uva, della
frutta, degli ortaggi…). Del totale delle matrici impiegate nel 2015 per alimentare i 117 impianti, più
della metà (il 61,6%) è costituito dalle sole colture dedicate, il resto è costituito da effluenti
zootecnici (bovino, suino, avicolo). La quota rappresentata dai sottoprodotti vegetali è trascurabile
(Figura 7).
Figura 7. Tipologia di matrici introdotte nei 117 impianti agricoli nel 2015.
8
La dieta in base alla taglia dell’impianto
All’aumentare della potenza dell’impianto, ciò che cambia a livello di dieta non è tanto il
quantitativo di materiale in ingresso: come evidenziato in Figura 8,all’aumentare della taglia
dell’impianto non si ha un aumento proporzionale e costante delle matrici introdotte (espresse in
t/anno).
Figura 8. Quantitativi medi (t/anno) di biomasse introdotte negli impianti di digestione anaerobica per
classe di potenza elettrica. Per ogni classe di potenza viene riportata la media dei quantitativi annui di
biomasse impiegate per alimentare gli impianti che rientrano in quella classe.
Ciò che cambia è soprattutto la qualità della dieta, che vede un aumento delle matrici ad alto
potenziale metanigeno a scapito di quelle a bassa produttività: in Figura 9emerge chiaramente
come all’aumento della potenza elettrica installata la proporzione tra vegetale ed effluente nella
dieta aumenta a favore della componente vegetale, costituita essenzialmente dalle colture
dedicate. Gli effluenti, essendo già il prodotto di una digestione (quella animale) sono un prodotto
“scarico”, con un potenziale metanigeno inferiore a quello di una materia prima come gli insilati:
200-‐500 m3 biogas/t di solidi volatili nel primo caso, 550-‐750m3 biogas/t di solidi volatili nel secondo
caso (AIEL, 2007).
Figura 9. Andamento della proporzione tra matrici vegetali ed effluenti nella dieta degli impianti per classe
di potenza elettrica. Per ogni classe di potenza viene riportata la media della proporzione vegetale/effluente
degli impianti che rientrano in quella classe.
9
Gli effetti delle politiche di incentivi sulla dieta degli impianti
Dal 2008 al 2012 il sistema di incentivazione al kWh elettrico da fonte rinnovabile prevedeva per il
biogas una Tariffa Onnicomprensiva (TO) pari a 28 €cent/kWh, indifferenziata per impianti fino a
999 kWe (Legge n. 244/2007 come modificata dalla Legge n. 99/09). Questo ha portato alla nascita
e alla diffusione, in ambito agricolo, dell’impianto “standard” da 999 kWe (la taglia massima
consentita per avere diritto alla TO da 28 €cent), alimentato prevalentemente a colture dedicate, in
virtù della loro maggiore resa energetica in termini di biogas.Dal 1° gennaio 2013 il nuovo sistema
incentivante tuttora vigente (regolato dal D.M. 6 luglio 2012) prevede invece una TO differenziata in
base alla taglia e alla dieta degli impianti, premiando le taglie piccole, dimensionate sulla base
dell’azienda, e le diete basate su sottoprodotti anziché su materie prime.
Gli effetti sulla realtà degli impianti del cambio della politica incentivante sono visibili in Figura 10:
negli impianti entrati in esercizio fino al 2012 la percentuale media di materie prime dedicate nella
dieta è sempre superiore al 50% (dal 69,2 all’84,9%), mentre cala sensibilmente negli impianti
avviati dal 2013, dove non supera il 35,6%, a vantaggio dell’effluente zootecnico.
Figura 10. Proporzione tra matrici vegetali (colture dedicate) ed effluenti nella dieta degli impianti per anno
di messa in esercizio: per ogni anno viene riportata la media della proporzione vegetale/effluente degli
impianti che sono stati avviati in quel determinato anno (i dati fanno riferimento alla dieta del 2015).
Gli impianti avviati fino al 2012 stanno lentamente modificando la loro dieta, sostituendo le colture
dedicate con altre matrici meno “costose” e con una resa energetica simile, come ad esempio le
deiezioni avicole. Va comunque sottolineato che i margini per modificare la dieta dell’impianto sono
generalmente stretti, e non consentono di sostituire in toto un materiale con un altro, soprattutto
se si tratta del prodotto prevalente nella dieta. I motivi sono di ordine strutturale e gestionale. Ogni
impianto viene infatti progettato in base alla dieta prevista: dato che ogni substrato e ogni miscela
possiedono specifiche caratteristiche chimico-‐fisiche, i volumi dei fermentatori, i tempi di ritenzione
idraulica (ossia di residenza del prodotto nel fermentatore), la portata delle pompe di carico-‐
scarico-‐ricircolo, la tipologia delle attrezzature di carico, miscelazione sono dimensionati e pensati
sulla base della dieta prevista dell’impianto. Piccole modifiche sono possibili, ad esempio la
sostituzione di una coltura dedicata con un’altra, o la sostituzione di quota parte della coltura
dedicata con un altro prodotto, ma queste modifiche richiedono sempre tempi di adattamento e
modifiche nella gestione dell’impianto. Questo spiega il motivo per cui al 2015 è ancora possibile
constatare differenze sensibili nella dieta di impianti autorizzati prima e dopo il 31-‐12-‐2012.
10
BIBLIOGRAFIA
AIEL, 2007 Energia elettrica e calore dal biogas, a cura di Francescato V. e Antonini E.
C. Fabbri, N. Labartino,S. Manfredi, S. Piccinini, 2013 Biogas, il settore è strutturato e continua a
crescere. Supplemento a L’Informatore Agrario n. 11/2013, 11-‐18.
GSE, 2015Incentivazione delle fonti rinnovabili. Bollettino aggiornato al 30 giugno
2015.http://www.gse.it/it/Qualifiche%20e%20certificati/Qualificazione%20impianti/Il%20bollettino
%20informativo%20sull%20energia%20da%20fonti%20rinnovabili/Pagine/default.aspx
www.gse.it
Giugno 2016
Pubblicazione realizzata da:
Veneto Agricoltura, Settore Bioenergie e Cambiamento Climatico -‐ nell’ambito del Progetto Nitrant 2014
Responsabile del Progetto:
Federico Correale Santacroce
Veneto Agricoltura, Settore Bioenergie e Cambiamento Climatico
Gruppo di Progetto:
Loris Agostinetto, Fabiano Dalla Venezia, Clelia Rumor
Veneto Agricoltura, Settore Bioenergie e Cambiamento Climatico
Testi e foto (dove non diversamente citato):
Clelia Rumor
Si
ringraziano
per
la
collaborazione:
Nicola
Andrighetto,
ETIFOR
Massimiliano
Rossi,
Regione
Veneto-‐Sezione
Agroambiente
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