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MAURICE MAETERLINCK

(1862 – 1949)

l’autore più rappresentativo del


teatro simbolista
OPERE DRAMMATICHE

L’intruse
(L’intrusa ) 1890

Les aveugles
(I ciechi) 1890

Pelléas et Mélisande
1892

La mort de Tintagiles
(La morte di Tintagiles) 1894
La Mort de Tintagiles, di Maurice Maeterlinck, Théâtre des
Mathurins, 1907
L'Uccellino azzurro di Maurice Maeterlinck al Teatro d'Arte di
Mosca, 1908
Pelléas et Mélisande
(LINK PER ACCEDERE AL TESTO)
https://drive.google.com/file/d/1YGntXSHSLd_DI1IWS7ulQCiDH9PMBXgi/view?usp=sharing

dramma dell’amore e del fato

pietra miliare del


TEATRO SIMBOLISTA
PAUL FORT (1872-1962)
giovane poeta, fonda a Parigi il

THÉÂTRE D'ART
(1890-1892)
MARZO 1892

Paul Fort
annuncia l’allestimento, in prima assoluta
del primo dramma di Maetelinck in 5 atti

Pelléas e Mélisande
iniziano le prove

ma all’improvviso
Fort rinuncia all’impresa

facendo naufragare definitivamente il


THÉÂTRE D'ART
AURÉLIEN-MARIE LUGNÉ-POË
(1869-1940)

che per il ruolo di Golaud aveva


rinunciato ad altri ingaggi,
consapevole dell’ammirazione nei
suoi confronti da parte di
Maeterlinck

decide di rappresentare
comunque lo spettacolo
SCENOGRAFIE
realizzate dal pittore impressionista
Paul Vogler

COSTUMI
disegnati da Lugné-Poë
su precise indicazioni di Maeterlinck
(armonizzare le sfumature delle stoffe
con le tonalità delle scenografie)

REGIA
di Aurélien Lugné-Poë
PRIMA RAPPRESENTAZIONE

THÉÂTRE des BOUFFES PARISIENS


17 maggio 1893

ore 13.30
ELEMENTI DI NOVITÀ
(nella produzione drammaturgica simbolista)

DRAMMA IN CINQUE ATTI

I Atto: quattro scene


II Atto: quattro scene
III Atto: cinque scene
IV Atto: quattro scene
V Atto: due scene
PERSONAGGI PRINCIPALI
(sei in tutto)

Tre sull’asse maschile


ARKËL: il vecchio re di Allemonde
GOLAUD: l’adulto nipote di Arkël
PELLÉAS: il giovane nipote di Arkël

Tre sull’asse femminile


GENEVIÈVE: l’adulta madre di Golaud e Pelléas
MÉLISANDE: la fanciulla
YNIOLD (recitato spesso da una donna): il bimbo
figlio di Golaud
PERSONAGGI SECONDARI

PORTIERE
SERVE
MEDICO
POVERI
AMBIENTI DELLA VICENDA
(vari e numerosi)

I Atto
La porta del castello
Una foresta
Una sala nel castello
Davanti al castello

II Atto
Una fontana nel parco
Appartamento nel castello
Davanti ad una grotta
Appartamento nel castello
III Atto
Appartamento nel castello
Torre del castello
Sotterranei del castello
Terrazza all’uscita dei sotterranei
Davanti al castello
IV Atto
Corridoio nel castello
Appartamento nel castello
Terrazza del castello
Fontana nel parco

V Atto
Sala bassa nel castello
Appartamento nel castello
Pelléas e Mélisande
Tr. it. e cura di Guido Davico Bonino, Milano, Feltrinelli, 1993

I ATTO: scene I-IV pp. 45-52


SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

I SERVE LA PORTA DEL È L’ALBA Le serve


pp. 45-46 PORTINAIO CASTELLO [ È quasi giorno svegliano il
fuori … Oh! fuori portinaio per
è ormai giorno!] farsi aprire la
p. 45 porta principale
[ Il sole sorge sul del castello
mare!] p. 46
Devono lavare
sulla soglia la
macchia del
sangue di
Golaud e
Mélisande [vedi
V, 1, p. 90]
IL DRAMMA

si apre e si chiude
in perfetta simmetria

con
DUE SCENE CORALI
(I, 1 e V, 1)
il
CORO DELLE SERVE
apre lo spettacolo e ne annuncia il tema

e ritorna nel V atto


prima dell’epilogo finale

tutto quello che deve accadere

IL DESTINO
lo ha già fissato
INELUTTABILITA’ DEL DESTINO
“circolarità” fatale

che
da uno stato iniziale
d’Infelicità

ci conduce,
con inesorabile lentezza,
allo stato conclusivo di
Morte
Pelléas e Mélisande

è
un itinerario rituale,

un viaggio iniziatico
dall’Infelicità alla Morte

con un apparente, illusoria,


oasi di refrigerio e sollievo,
l’oasi dell’Amore
I ATTO: scene I-IV pp. 45-52
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

II GOLAUD UNA FORESTA SUL CALARE Golaud si è


pp. 46-48 MÉLISANDE MÉLISANDE è
DELLA NOTTE smarrito nella
foresta mentre
appoggiata al [ Non potete dava la caccia a
bordo di una restare qui tutta un cinghiale.
fontana la notte… Tutta Incontra
la notte…, non è Mélisande, una
possibile] p. 48 fanciulla in
lacrime che si è
[La notte sarà anch’essa
molto buia e perduta [pp. 46-
molto fredda] p. 47]
48
Mary Garden nel ruolo di Mélisande in Pelléas e Mélisande
musicata da Debussy, Parigi, Opéra-Comique, 1902
SOLITUDINE DISPERATA

SEPARATEZZA ATROCE

MUTA SOLIDARIETÀ
CONTRO UN DESTINO IMPIETOSO

con il ricorso a un
DIALOGO

essenziale e inquietante
I ATTO: scene I-IV pp. 45-52
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

III GENEVIÈVE UNA SALA NEL DI GIORNO Golaud confessa


pp. 48-51 ARKËL CASTELLO
[ Vieni un po’
al giovane
PELLÉAS fratellastro
SONO più vicino, che ti Pelléas di aver
TRASCORSI SEI veda alla luce] p. preso in sposa
MESI 50 Mélisande,
[ Sono sei mesi [Abbi cura mediante una
ormai che l’ho d’accendere la lettera che la
sposata] p. 49 lampada da comune madre
stasera, Pelléas] Geneviève legge
p. 51 al nonno Arkël
[pp. 48-49]
ARKËL “Sono molto vecchio (…) persino il
rovescio del nostro” (p. 49)

IMPOSSIBILITÀ DI GIUDICARE

IMPOSSIBILITÀ DI OPPORSI AL DESTINO

INELUTTABILITÀ DELLA MORTE


I ATTO: scene I-IV pp. 45-52
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

IV MÉLISANDE DAVANTI AL DI SERA Mélisande e


pp. 51-52 GENEVIÈVE CASTELLO
[ Fa buio nei
Geneviève si
PELLÉAS aggirano nei
SONO giardini (…) Vi giardini intorno
TRASCORSI SEI sono posti in cui al castello a sera
MESI non si vede mai inoltrata;
[ Sono sei mesi il sole] p. 51 sopraggiunge
ormai che l’ho [La notte scende Pelléas
sposata] p. 49 rapidamente] p. [p. 51]
52
CASTELLO
immerso nel buio

Il Castello, dove Golaud si è trasferito con


Mélisande, è una dimora senza luce e
opprimente.

MÉLISANDE - “Fa buio nei giardini. E che


foreste, che foreste tutt’intorno ai palazzi!...”

Geneviève - “… Vi sono posti in cui non si vede


mai il sole”
[p. 51]
MARE
scuro ma calmo

Di contro il mare, scuro e avvolto dalla bruma, è


una distesa calma che invoglia a imbarcarsi
verso nuovi orizzonti

PELLÉAS - “… Ci s’imbarcherebbe senza


rendersene conto e non si tornerebbe più” (p.
51), tentati dal desiderio di nuove emozioni
FINALE della SCENA

Con discrezione si allude al sentimento amoroso


che affiora tra i due giovani [p. 52]

Pelléas chiede, sommesso, la mano della


fanciulla “Discendiamo per di qua. Volete darmi
la mano?”

Mélisande con ingenuità rifiuta, ma non


trattiene il proprio turbamento all’annuncio di
una (possibile) partenza di lui “Oh!... perché
partite?”
II ATTO: scene I-IV pp. 53-61
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

I PELLÉAS UNA FONTANA DI GIORNO Scena di


pp. 53-55 MÉLISANDE NEL PARCO
[Vengo spesso a
intimità tra
Pelléas e
sedermi qui, Mélisande alla
verso “fontana dei
mezzogiorno] p. ciechi”, come
53 “ciechi”, ignari,
[Nell’istante in sono i due
cui l’anello è giovani, ognuno
caduto suonava del proprio
mezzogiorno] p. amore per l’altro
55
ELEMENTI SIMBOLICI

- la “fontana dei ciechi”

- un silenzio straordinario

- i lunghi capelli di Mélisande

- l’anello
SITUAZIONE SPECULARE
alla scena I, 1

La scena è immersa in un “silenzio


straordinario”, carico di attesa, in un gioco di
contrappunti: luce/ombra, caldo/frescura,
cecità/vista

La vecchia fontana abbandonata è “miracolosa”,


aveva il potere di ridare la vista ai ciechi:
presagio di quell’amore che sta per rivelarsi a
Pelléas e Mélisande
SCENA DELL’ANELLO

Mélisande, con un gesto altamente simbolico,


gioca sul bordo della fontana con l’anello che le
ha donato Golaud, nell’intento (inconfessato) di
perderlo nelle acque profonde
“Nell’istante in cui l’anello è caduto suonava
mezzogiorno”, osserva Pelléas [p. 55]

E, in un gioco di corrispondenze, tipico della


struttura della “fiaba”, in quello stesso istante,
nella foresta, Golaud cade inspiegabilmente da
cavallo e si ferisce “Avevo appena sentito
risuonare i dodici tocchi del mezzogiorno” [pp.
55-56]
Mélisande, sentendosi in colpa per aver perso
l’anello, viene assalita dallo sgomento “Che
diremo a Golaud se domanda dov’è?” [p. 55]

Il Destino non ammette ripensamenti, dovrà


fare il suo corso, e non si potrà più nascondere
la verità: “La verità, la verità, la verità”, afferma
insistentemente Pelléas [p. 55]
II ATTO: scene I-IV pp. 53-61
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

II GOLAUD UN SUL CALARE Golaud è


APPARTAMENTO
pp. 55-59 MÉLISANDE
NEL CASTELLO
DELLA NOTTE infermo nel suo
letto per i
[Chiudete gli postumi della
occhi e cercate di caduta da
dormire. Starò cavallo.
qui tutta la Mélisande lo
notte…] p. 56 assiste ma dà
sfogo alla sua
[Ora? – subito? – infelicità per il
al buio?] p. 58 tenore di vita
che conduce al
castello e mente
sulle circostanze
in cui ha perso
l’anello
ELEMENTI SIMBOLICI

- Golaud soffre fisicamente per la caduta da


cavallo: “m’è sembrato che il mio cuore si fosse
schiantato (…) forse sanguinerò ancora” [p. 56]

- Mélisande soffre interiormente per la


“caduta” dell’anello e per l’infelicità che
l’attanaglia: “(piangendo a dirotto) Sono… soffro
anch’io (…) sono malata anch’io… Preferisco
dirvelo oggi; signore io non sono felice qui…” [p.
56]
Gerald Finley e Magdalena Kožená, Pelléas et Mélisande, Atto II,
scena 2, New, York, Metropolitan Opera House, 2011
- Golaud scopre che Mélisande ha perso
l’anello di nozze: “(le prende le mani) Oh! Queste
piccole mani che potrei schiacciare come fiori…
To’! dov’è l’anello che t’avevo donato?” [p. 58]

- Mélisande non dice la verità:


“Voi
conoscete… la conoscete bene… la grotta sulla
riva del mare?…” [p. 58]
II ATTO: scene I-IV pp. 53-61
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

III PELLÉAS DAVANTI AD UNA È GIÀ NOTTE Pelléas


GROTTA
pp. 59-60 MÉLISANDE
[È così buio che
accompagna
Mélisande ad
l’entrata della esplorare la
grotta non si grotta, per
distingue dal dimostrare a
resto della notte] Golaud almeno
p. 59 di conoscerla
LA GROTTA

È il momento per Pelléas e Mélisande di


addentrarsi nella

cavità oscura della grotta, che è


“molto grande e molto bella (…) sembra che vi
siano nascosti grandi tesori” [p. 59],

ma è anche il “grembo”
dove si nascondono insidie che possono mettere
in pericolo chi vi si avventuri senza guida, con il
rischio di non fare più ritorno alla vita
LA GROTTA

Può essere interpretata come


metafora dell’inabissamento dell’Io

nei meandri inquieti


dell’interiorità di Pelléas e Mélisande
II ATTO: scene I-IV pp. 53-61
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

IV ARKËL UN NEL CORSO Arkël suggerisce


APPARTEMENTO
p. 61 PELLÉAS
NEL CASTELLO
DEL GIORNO a Pelléas di
attendere ancora
qualche giorno
prima di
intraprendere il
viaggio per
portare l’ultimo
saluto all’amico
Marcellus, che
nel frattempo è
morto
DIALOGO TRA ARKËL E PELLÉAS

Arkël ha forse intuito la natura del legame che


sta nascendo tra il nipote e Mélisande, e vuole
liberarlo dal veto di partire per indurlo ad
allontanarsi?

O intende dargli modo di riflettere sulla


possibilità di rinunciare a questo viaggio, che
Pelléas rivendica come un’esigenza impostagli
dal profondo del suo cuore?
III ATTO: scene I-V pp. 63-76
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

I PELLÉAS UN SUL CALARE Mélisande fila


APPARTEMENTO
pp. 63-65 MÉLISANDE
NEL CASTELLO
DELLA alla conocchia; il
YNIOLD NOTTE piccolo Yniold
GOLAUD [Lavoro bene sopraggiunge e
anche scoppia in
nell’oscurità… lacrime per
Credo che tutti timore che il
dormano già nel padre, non
castello] p. 63 ancora rientrato
dalla caccia, e
Mélisande, siano
intenzionati a
partire per
abbandonarlo.
Nel frattempo
arriva Golaud
I PRESENTIMENTI DI YNIOLD

Maeterlinck affida al piccolo Yniold l’annuncio


del presentimento che il Destino riserverà a
Mélisande e al padre Golaud, rendendolo vittima
di un nuovo abbandono: “Sì, sì; babbino è partito
… babbino non torna, e anche voi state per
partire … Me ne sono accorto” [p. 64]
POTERE di RIVELAZIONE
del piccolo Yniold

Nella sua candida e perversa innocenza Yniold


“fa luce” sui turbamenti emotivi di Pelléas e
Mélisande:

“(Solleva la lampada e guarda Mélisande) Tu hai


pianto, mammina? Hai pianto? (Solleva la
lampada verso Pelléas e lo guarda a sua volta)
anche voi, avete pianto?... Babbino, guarda
babbino; hanno pianto tutti e due…” [p. 65]
III ATTO: scene I-V pp. 63-76
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

II MÉLISANDE UNA DELLE DURANTE LA Mélisande è alla


pp. 65-69 PELLÉAS TORRI DEL NOTTE finestra della
GOLAUD CASTELLO [Mi accomodo i torre a pettinarsi
capelli per la i capelli.
UN CAMMINO notte] p. 66 Sopraggiunge
DI RONDA Pelléas e inizia
PASSA SOTTO [Il cielo è tra i due un
UNA FINESTRA gremito di stelle; dialogo intriso
DELLA TORRE non ne ho mai di parole e gesti
vedute tante di palpitante
come stasera…] erotismo.
pp. 66-67 Sul finale arriva
Golaud
[È quasi
mezzanotte] p.
69
I CAPELLI DI MÉLISANDE

In un’esplosione di lirismo erotico Pelléas e


Mélisande si dichiarano il loro amore [pp. 67-68]

I due si scambiano effusioni amorose e palpiti


carnali: Pelléas si inebria di eccitazione,
attorcigliandosi nella fluente cascata della
chioma di Mélisande, che d’un tratto si
sgroviglia e lo inonda (sineddoche)
Mary Garden nel ruolo di Mélisande in Pelléas e Mélisande
musicata da Debussy, Parigi, Opéra-Comique, 1902
Jean Périer nel ruolo di Pelléas in Pelléas e Mélisande
musicata da Debussy, Parigi, Opéra-Comique, 1902
Ingrid Perruche (Mélisande) e Kevin Greenlaw (Pelléas) in Pelléas et
Mélisande, opera lirica in tre atti su musica di Claude Debussy.
Regia: Alain Garichot. Nancy, Opéra National de Lorraine, 2010
I CAPELLI DI MÉLISANDE

Sul cammino di ronda compare all’improvviso


Golaud (marito/padre, fratellastro/padre) che
sorprende i due giovani e li ammonisce
sbrigativamente, come se fossero due bambini
impertinenti, da redarguire per essersi troppo
attardati nei loro giochi infantili
[p. 69]
III ATTO: scene I-V pp. 63-76
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

III GOLAUD I SOTTERRANEI NEL CORSO Golaud conduce


DEL CASTELLO
pp. 69-70 PELLÉAS DELLA Pelléas nei
MATTINATA “sotterranei del
castello”
Perché nella
scena successiva,
all’uscita dai
sotterranei
Pelléas osserva
[È mezzogiorno;
sento suonare le
campane (…)
Non credevo
fossimo rimasti
così a lungo in
quelle cavità] p.
71
I SOTTERRANEI DEL CASTELLO

Golaud conduce il fratellastro Pelléas nei


sotterranei del castello per spaventarlo,
facendogli annusare quell’odore di morte
(espressione più volte evocata) che si sprigiona
dall’acqua stagnante del piccolo lago
sotterraneo, presagio di una sorte nefasta che
inghiottirà le loro vite: “(…) una di queste notti
tutto il castello sarà inghiottito”
[p. 70]
III ATTO: scene I-V pp. 63-76
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

IV GOLAUD UNA TERRAZZA È Golaud e Pelléas


ALL’USCITA DEI MEZZOGIORNO
pp. 71-72 PELLÉAS
SOTTERRANEI
continuano a
conversare, su
[È mezzogiorno; una terrazza
sento suonare le all’uscita dei
campane] p. 71 sotterranei,
mentre
Geneviève e
Mélisande
compaiono ad
una finestra
della torre
GOLAUD ESTERNA I SUOI SOSPETTI

Ritornati alla luce Golaud incalza il fratellastro


con le sue recriminazioni dettate dalla gelosia:
“Mélisande è molto giovane e molto
impressionabile, e bisogna guidarla specie ora
che forse è incinta (…) Non è la prima volta che
noto che forse c’è qualcosa tra voi…” [p. 71]
III ATTO: scene I-V pp. 63-76
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

V GOLAUD DAVANTI AL SUL FARE Golaud


CASTELLO DELL’ALBA
pp. 72-76 YNIOLD sottopone a un
lungo
[Ah!- Qualcuno interrogatorio il
passa con una piccolo Yniold
lanterna nel per carpirgli
giardino] p. 72 rivelazioni sul
giallo
[Fa giorno, sentimentale tra
babbino, fa Pelléas e
giorno] p. 74 Mélisande
IV ATTO: scene I-IV pp. 77-87
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

I PELLÉAS UN CORRIDOIO DI GIORNO Pelléas incontra


NEL CASTELLO
pp. 77-78 MÉLISANDE Mélisande e le
[Stamattina dà
tuttavia avevo il appuntamento
presentimento per la sera
che questa
giornata finisse
male] p. 77
DIALOGHI DI UNA MORTE ANNUNCIATA

I due amanti presagiscono ciò che li attende

Pelléas dà appuntamento a Mélisande con fare


furtivo: “Bisogna che ti parli stasera. Ti vedrò?”
[p. 77]

La sua richiesta è dettata da una irrevocabile


decisione: “Sarà l’ultima sera: - sto per mettermi
in viaggio come ha detto mio padre. Non mi
vedrai più…” [p. 78]
Pelléas durante la conversazione comunica a
Mélisande i suoi sinistri presentimenti:
“Stamattina tuttavia avevo il presentimento che
questa giornata finisse male. Ho da qualche
tempo un ronzio di sventura nelle orecchie” [p.
77]

E quelli di suo padre, nel frattempo risanato:


“Guarda, guarda, non l’avevo mai notato, ma hai il
viso serio e affabile di quelli che non vivranno a
lungo” [p. 77]
IV ATTO: scene I-IV pp. 77-87
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

II ARKËL UN DI GIORNO Mélisande ha


APPARTAMENTO
pp. 78-81 MÉLISANDE
NEL CASTELLO
un colloquio con
GOLAUD Arkël; arriva
Golaud e sparge
i semi delle sue
minacce di
morte
PRESENTIMENTI DI MORTE

Anche nelle parole di Arkël, durante la


conversazione con Mélisande, affiorano sinistri
presentimenti:
“(…) sei troppo giovane e troppo bella per vivere
di già, giorno e notte, sotto l’alito della morte”;

“(…) e tuttavia, i vecchi hanno bisogno di toccare


qualche volta con le loro labbra la fronte di una
donna o la guancia d’un bambino, per credere
ancora alla freschezza della vita, e allontanare
per un istante le minacce della morte” [p. 79]
PRIME MINACCE DI MORTE

Sopraggiunge Golaud e anche la sua reazione si


manifesta attraverso parole di violenza verbale e
minacce di morte:
“Ebbene, la mia spada? – Perché tremate così? –
Non sto per uccidervi. Volevo solamente
esaminare la lama”;

“Li conosco questi occhi! Li ho veduti all’opera!


Chiudeteli! chiudeteli! oppure li chiudo io, per
molto tempo!…”

“Andatevene! La vostra carne mi disgusta!...” [p.


80]
Pelléas e Mélisande musicata da Debussy, Parigi, Opéra-Comique,
1902,, Atto IV, scena 2
IV ATTO: scene I-IV pp. 77-87
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

III YNIOLD UNA TERRAZZA SI FA NOTTE Yniold non


DEL CASTELLO
pp. 81-82 IL PASTORE riesce a sollevare
[Guarda! il sole la “pietra
non c’è più… cattiva” sotto la
Arrivano le quale è finita la
pecorelle, sua “palla
arrivano (…) d’oro” mentre
Quante sono!... passa un gregge
Hanno paura del di pecore che, in
buio] p. 81 silenzio, si
avviano al
macello
SEGNALI DI IMPOTENZA

Impotenza di Yniold a recuperare la sua “palla


d’oro” che si è infilata sotto una pesante “pietra
cattiva” che il piccolo non riesce a spostare; [p.
81]

Impotenza delle pecore che non potranno


sottrarsi al loro destino di morte, dirigendosi
verso il macello “Perché questa non è la via della
stalla…” [p. 82]
SEGNALI DI IMPOTENZA

Segnali premonitori dell’impotenza di Pelléas e


Mélisande che non riusciranno a sfuggire al loro
infausto destino
IV ATTO: scene I-IV pp. 77-87
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

IV PELLÉAS UNA FONTANA SI FA SERA Ultimo


NEL PARCO
pp. 82-87 MÉLISANDE appuntamento
GOLAUD [È l’ultima d’amore di
sera… è l’ultima Pelléas e
sera… Bisogna Mélisande nel
che tutto finisca] parco, prima di
p. 82 essere sorpresi
dalla gelosia
[Vieni qui; non furibonda di
restare al Golaud
margine del
chiaro di luna] p.
83
INCONTRO D’AMORE IMPOSSIBILE

Le parole di Pelléas da solo, all’esordio della


scena, sono cariche di esitazione e di tremante
impotenza: “È l’ultima sera… è l’ultima sera…
Bisogna che tutto finisca (…) Farei meglio ad
andarmene senza rivederla… (…) Bisogna che le
dica tutto ciò che non ho detto…” [pp. 82-83]

Esitazione e turbamento affiorano dalle parole di


Mélisende appena sopraggiunta: “Voglio che mi
si veda… (…) la mia veste si è impigliata ai chiodi
della porta. Vedete, è stracciata” [p. 83]
DICHIARAZIONE D’AMORE

Tra un brusco abbraccio e un sussurro Pelléas e


Mélisande si dichiarano il loro amore.
Pelléas: “Non sai perché è necessario che
m’allontani (L’abbraccia bruscamente) Io ti
amo...”
Mélisande: “(a bassa voce) Anch’io ti amo…” [p.
84]
AMORE e MORTE

Amore e morte, felicità e tristezza sgorgano dai


palpiti di Pelléas e Mélisande.

Pelléas: “Ah, lo dici con una voce che viene dai


confini del mondo! (...) Non sento più il tuo
respiro (…) Siamo ormai nell’ombra (…) Sei
distratta… Che hai, dunque? – Non mi sembri
felice…”

Mélisande: “Sì, sì; sono felice, ma sono triste”


[pp. 84-85]
Pelléas: “Si è tristi, spesso, quando si ama (…)
(L’abbraccia ancora) – Sei tanto bella che sembra
tu stia per morire…”

Mélisande: “Anche tu…”

Pelléas: “Ci sono tante cose che non si sapranno


mai…” [p. 85]
Pelléas: “È troppo tardi, è troppo tardi!…”

Mélisande: “Tanto meglio! tanto meglio! tanto


meglio!”

Pelléas: “Tutto è perduto, tutto è salvato!” [p. 86]


ASSASSINIO DI PÉLLEAS

Golaud sorprende nella notte i due giovani


amanti che, accortisi della sua presenza, “Ha
visto tutto… Ci ucciderà! Tanto meglio! tanto
meglio! tanto meglio” si avvinghiano
perdutamente in un bacio senza domani…

PELLÉAS: “Viene! viene!... La tua bocca!... La tua


bocca!...”

MÉLISANDE: “Sì!... Sì!... Sì!... (S’abbracciano


perdutamente)” [p. 87]
Golaud con la spada in mano si precipita su di
loro e colpisce Pelléas, che cade sul bordo
della fontana. Mélisande fugge spaventata

MÉLISANDE (fuggendo): “Oh! oh! Non ho


coraggio!... Non ho coraggio!...”

Golaud la insegue attraverso il bosco, in


silenzio
V ATTO: scene I-II pp. 89-97
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

I LE SERVE UNA SALA BASSA NELL’ATTESA Le serve riunite


NEL CASTELLO DELLA SERA
pp. 89-92 BAMBINI commentano il
tragico
[Vedrete, rinvenimento,
vedrete, figlie nel castello, dei
mie; sarà per corpi feriti di
stasera. – Ci Golaud e
avviseranno fra Mélisande
poco…] p. 89 mentre fuori
alcuni bambini
giocano
CORO DELLE SERVE

I commenti delle serve, che hanno rinvenuto


all’interno del castello, i corpi feriti di Golaud e
Mélisande - “Erano stretti l’uno contro l’altra
come due bimbi che abbiano paura… La piccola
principessa era quasi morta, e il grande Golaud
aveva ancora la spada nel fianco… C’era sangue
sulla soglia…” [p. 90] – ci introducono all’epilogo
finale della scena successiva
Il “grande Golaud”, che ha tentato di uccidersi
procurandosi con la spada una grave ferita nel
fianco è “quasi guarito” [p. 90]

La “piccola principessa” Mélisande “non è quasi


ferita ed è lei che sta per morire” [p. 91]
V ATTO: scene I-II pp. 89-97
SCENA PERSONAGGI LUOGO AZIONE TEMPO COSA
AZIONE SUCCEDE

II IL MEDICO UN DI SERA Ultimo dialogo


APPARTAMENTO
pp. 92-97 ARKËL
NEL CASTELLO
(al tramonto) tra Arkël, il
GOLAUD medico, Golaud
MÉLISANDE [Ma l’aria del e Mélisande
LE SERVE Mélisande è mare non è intorno al letto
distesa sul suo troppo fredda della fanciulla,
letto stasera? (…) Sì; poco prima della
è il sole che sua tragica fine
tramonta sul
mare] p. 93
INELUTTABILITÀ DELLA MORTE

Il dramma della Fatalità sta per compiersi


inesorabilmente:

IL MEDICO “Non poteva vivere… È nata senza


ragione… per morire; e muore senza ragione…”
[p. 92]
In un’alternanza di lucidità e delirio Mélisande
concede il perdono a Golaud:

MÉLISANDE: “Non sono mai stata così bene (…)


Non so quel che dico… Non so quel che so… Non
dico più quello che voglio” [p. 92]

GOLAUD: “Mi perdoni, Mélisande?”

MÉLISANDE: “Sì, sì, ti perdono… cosa bisogna


perdonare?” [p. 94]
LA VERITÀ IRRINUNCIABILE

Prima di abbandonarsi completamente alla sua


triste sorte Mélisande non rinuncia ad affermare
la verità del suo sentimento:

GOLAUD: “Mi giuri di dire la verità?…”

MÉLISANDE: “Sì”

GOLAUD: “Hai amato Pelléas?…”

MÉLISANDE: “Ma sì: l’ho amato. Dov’è” [p. 94]


FINALE

Mélisande, poco prima di cedere alle forze della


vita, rivolge un disperato pensiero alla sua
bambina:

MÉLISANDE: “Non ride… È piccola… Sta anzi per


piangere… Ho pietà di lei” [p. 96]
Poi si accascia sul letto e protende le braccia
verso la piccola, in un ultimo sussulto di madre
che combatte contro la morte…

GOLAUD: “Chiude gli occhi…”

ARKËL: “Non si deve più disturbarla (…) L’anima


umana ama andarsene sola…”
Pelléas e Mélisande musicata da Debussy, Parigi, Opéra-Comique,
1902, Atto V, scena 2
LA RUOTA DEL DESTINO

La ruota del Destino riprenderà a girare:

ARKËL: “Lei è là, come se fosse la sorella


maggiore della sua creatura… Venite; bisogna
che la bambina non rimanga in questa camera…
Bisogna che viva, ora, al suo posto… È il turno
della povera piccola (Escono in silenzio)” [p. 97]
CONCLUSIONI

LUOGO ed EPOCA

in cui si svolge l’azione

sono vaghi e indeterminati


SENTIMENTI dei PERSONAGGI

LEGGERI

INFANTILI

ASTRATTI
SENSO del MISTERO

che avvolge i personaggi

li rende simboli di un discorso metafisico


DELICATA
TONALITÀ DI STILE

piccoli quadri scenici

composti da brevi repliche


FORMA LETTERARIA

la
FIABA

collegata nella cultura francese alla


tradizione medievale dei
RACCONTI MELUSINICI

Jean d’Arras
Roman de Mélusine
(1392)
AMBIENTAZIONE

misterioso e affascinante Medioevo

Regno di Allemonde
[di tutto (Alle) il mondo (monde)]
STILE TEATRALE

PROSASTICO

ma profuso di
tono poetico
SINTASSI

SEMPLICE e SCARNA

(provocatoriamente infantile)
LESSICO

spoglio di
SOSTANTIVI

ricco di
VOCI VERBALI
TEMATICA

INELUTTABILITÀ DEL DESTINO

CIRCOLARITÀ FATALE
da uno stato iniziale di
INFELICITÀ

allo stato conclusivo di


MORTE

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