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N. 2 – luglio 2006
i Chi siamo?
Rete 28 Aprile nella Cgil
per la democrazia
Cosa vogliamo
• Le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati, i disoccupati vogliono cominciare a cambiare in me-
glio la loro vita. Per questo rivendicano profondi cambiamenti sociali. La sconfitta elettorale
e l’indipendenza sindacale della destra dà finalmente più speranze e possibilità di cambiare le cose, ma proprio per que-
sto è già iniziata la pressione delle forze conservatrici, della Confindustria, del Fondo monetario
www.rete28aprile.it
internazionale, per chiedere al nuovo governo e ai sindacati di realizzare una politica di concer-
tazione che serva ancora una volta a tener bassi i salari e a ridimensionare i diritti.
• Il 28 aprile del 2005 ci eravamo riuniti per affermare la necessità del conflitto, del rinnovamento, della democrazia e dell’indipendenza sin-
dacale. Nel percorso congressuale della Cgil abbiamo sostenuto le tesi alternative presentate dal segretario della Fiom. Ora diamo avvio a un
percorso di discussione come Rete per l’indipendenza e la democrazia sindacale, aperto a tutte e tutti coloro che hanno in questi anni co-
struito esperienze avanzate di contrattazione e di democrazia sindacale.
La spesa pubblica è
ancora inferiore alla
2
“ media europea,
non c’è niente da
“
tagliare, ma solo da
crescere
3. Pensioni e sanità “moderata” la dinamica delle retribuzioni,
che dovrà restare in linea con l’inflazione
Nel Dpef il governo an- programmata e con il
nuncia i tagli, presentati futuro recupero di produt- vare a fine mese e ha bisogno di un
come indispensabili, ma Il costo del lavoro tività. In concreto, poi, il aumento del reddito e non di modera-
non dice quali saranno, governo definisce l’infla- zione salariale.
in Italia non è tra i
perché sembra riservare zione programmata al 2%
questo compito alla con-
certazione con il sindaca-
“ più alti in Europa.
Da vent’anni
“ per il 2007, all’1,7% per il
2008, all’1,5% per il 2009
Se il governo mantiene questa impo-
stazione negativa per il mondo del
to. La concertazione, quin- si taglia solo lì. e gli anni successivi, cioè lavoro, in autunno bisognerà lottare
di, non serve a decidere Adesso basta con un dato che è larga- perché il movimento sindacale non può
se tagliare, ma soltanto mente inferiore alla real- accettare, dopo tanti proclami fatti alla
come e dove tagliare. tà. vigilia delle elezioni, una nuova politica
Inoltre, per quanto riguarda le pensioni, il dei sacrifici.
governo dice che se si vorrà intervenire
sullo scalone del 2008, bisognerà trovare i
6. Ancora privatizzazioni Una strada alternativa c’è ed è indica-
soldi per farlo all’interno dello stesso siste- Sulle privatizzazioni il Dpef dice che le ta anche da tanti economisti: darsi
ma pensionistico. Si parla di interventi sulle grandi privatizzazioni sono già state fatte tempi molto più lunghi per il risana-
“finestre” di uscita o sui coefficienti con i (e sappiamo che, in molti casi, sono mento del debito pubblico, in maniera
quali viene calcolata la pensione. state fatte male) e che non resta molto che questo possa essere fatto agendo
Per la sanità, il governo chiede alle regioni da vendere per fare cassa, motivando solo con le misure di lotta contro l’eva-
di aumentare la compartecipazione alle proprio così la necessità del taglio della sione e l’elusione fiscale con la tassa-
spese, cioè i ticket (compresi quelli sui rico- spesa sociale. Tuttavia, il governo sta zione di quelli che in questi anni sono
veri ospedalieri). preparando nuove privatizzazioni. diventati ricchi e straricchi, con la lotta
alle vere inefficienze e ai veri sprechi
dello stato, della pubblica amministra-
4. La Legge 30 resta Il nostro giudizio zione, delle imprese.
Sul mercato del lavoro il Dpef parla di Ancora una volta il governo, pur dichia-
“rivisitazione” della Legge 30 e non di un rando di voler combattere l’ingiustizia
suo “superamento”, come pure era scrit- sociale e l’evasione fiscale e di volere Il sindacato deve
to nel programma di governo. Questo più equità e più sviluppo, accompagna
vuol dire che la Legge 30 resta nella sua le scelte e le misure in questa direzio-
essere indipendente.
sostanza e si interviene solo su quelle ne, con la solita politica di tagli alla Il sindacato non ha
forme di contratto più critiche, come il spesa sociale, che si traduce in una
lavoro a chiamata e lo staff-leasing, che riduzione del reddito dei lavoratori e dei
governi amici
peraltro praticamente non sono state pensionati. Inoltre, il governo ripropone e se il governo
utilizzate dalle imprese. una politica di moderazione salariale,
legata ai tassi di inflazione programma- continua su questa
5. Moderare i salari ta, che ignora completamente il fatto strada si deve andare
che la grande maggioranza dei lavora-
Sul salario il Dpef parla di mantenere tori e dei pensionati non riesce ad arri- allo sciopero generale