Mazzini è stato uno dei maggiori protagonisti del risorgimento
Italiano. Era un ex carbonaro genovese e pensava che l'unica forma
di governo per l'Italia era la Repubblica. Egli credeva fermamente agli ideali della rivoluzione francese (libertà, uguaglianza, fraternità, sovranità popolare); credeva che questi ideali si potessero raggiungere solo in uno stato repubblicano: per questo, era contrario alla monarchia, al papato e ai liberali; non si fidava di nessun sovrano italiano e neanche del Papa. Credeva però nell’azione armata delle masse popolari e tentò per questo di coinvolgerle nella lotta per l’unità e la liberazione. Pensò, dunque, di educare le masse popolari agli ideali rivoluzionari diffondendo giornali e volantini. fondò una nuova società la Giovine Italia, nel Luglio del 1831 ispirata agli ideali repubblicani. Curò un giornale (anch’esso chiamato Giovine Italia) con cui intendeva diffondere gli ideali repubblicani di patria, di indipendenza e di libertà dallo straniero. Trasferitosi in esilio in Svizzera, fondò un’altra società la Giovine Europa nel 1834, per diffondere in Europa il suo movimento. Dall’esilio, promosse una serie di insurrezioni in Italia, tutte fallimentari Come quella del 1833: in Piemonte; 1834: in Savoia e a Genova. - Mazzini non riuscì mai a coronare il sogno di una “repubblica italiana” perché nel 1849 la repubblica fu duramente repressa dalle truppe francesi, nella repressione morirono Goffredo Mameli (autore dell’Inno d’Italia) e Luciano Manara (eroe delle Cinque giornate di Milano) - Nel 1853 partecipò alla fondazione del Partito d’Azione, nato a Ginevra. Di tipo clandestino, il partito coinvolgeva repubblicani pronti all’insurrezione popolare per risolvere il problema dell’Unità.
1). Il programma di Mazzini era raggiungere l’indipendenza e l’unità
nazionale attraverso l’insurrezione del popolo: - Per raggiungere l’unità occorreva fare a meno dell’appoggio dei sovrani italiani (Mazzini non si fidava di loro: nel 1830, infatti, era stato espulso dal Piemonte per volontà del re Carlo Felice, poiché sospettato di essere un carbonaro; nel 1831, dall’esilio di Marsiglia, aveva scritto una lettera al nuovo re piemontese – Carlo Alberto, figlio di Carlo Felice – per chiedergli di mettersi alla guida della lotta di liberazione, ma il nuovo re aveva risposto inasprendo la repressione contro la Giovine Italia e ogni altra società) IMPORTANTE: per raggiungere l’unità occorreva fare a meno anche del Papa; (per Mazzini, lo Stato della Chiesa era un vero e proprio ostacolo all’unità del paese e fu assai felice, al tempo della repubblica romana di scacciare il Papa da Roma). 2) Raggiunta l’unità, il programma di Mazzini prevedeva di fondare una repubblica democratica basata sulla sovranità popolare, il suffragio universale e la piena uguaglianza tra gli uomini, senza distinzioni di classe, ricchezza o religione. -- IMPORTANTE: il suo programma rinnegava il predominio di una nazione sull’altra (era dunque ispirato alla pacifica convivenza dei popoli); IMPORTANTE: era intenzione di Mazzini garantire una più giusta ripartizione della ricchezza tra gli uomini (ideali socialisti); in verità questo punto del programma giunse assai tardi, negli anni Cinquanta, quando ormai il movimento di liberazione era in mano ai monarchico-liberali. Perché le insurrezioni mazziniane fallirono? Nonostante gli sforzi di Mazzini, le masse popolari non si lasciarono coinvolgere nel suo programma: --- prima di tutto, perché le masse erano largamente analfabete, quindi i giornali e i volantini curati da Mazzini si rivelarono inutili; le masse contadine erano largamente cattoliche e, quindi, non accettavano la posizione anticlericale (= contro la Chiesa) di Mazzini; infine, le masse popolari e gli operai non erano affatto interessati a temi come la patria o la libertà dallo straniero. Vivevano in povertà e di stenti e si sarebbero mossi solo se qualcuno avesse parlato loro di salari più alti, di migliori condizioni di vita e di lavoro o di una più equa ripartizione delle terre. i suoi programmi rinnegava il predominio